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Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni

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Naturalmente deve tener conto dei pochi mesi che mancano all'esame e<br />

pertanto operare delle scelte nell'ormai vasta letteratura paletnologica.<br />

E probabile che consulti ancora le 150 pagine del suo maestro E. Brizio,<br />

Epoca preistorica, nel primo volume della Storia politica d'Italia, Milano,<br />

s.a. (pubblicata intorno al 1900); ma si serve soprattutto di opere straniere.<br />

Nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna trova la<br />

recente edizione francese dell'importante volume di B. Modestov,<br />

Introduction à l'histoire romaine. L'ethnologie préhistorique. Les influences<br />

civilisatrices à l'époque préromaine et les commencements de Rome, Paris,<br />

1907. Il Modestov è un filologo russo che ha soggiornato a lungo in Italia,<br />

dove ha acquisito una buona conoscenza dei risultati della scienza italiana<br />

riguardanti le origini della nostra storia; <strong>Pettazzoni</strong> studia gran parte delle<br />

470 pagine di questa opera fino al capitolo generale sugli Etruschi e redige<br />

un centinaio di schede; in qualche caso aggiunge le sue osservazioni e le sue<br />

opinioni, ora concordanti ora discordanti con quelle dell'autore; per fare un<br />

solo esempio, sotto il titolo L'idea originale del Modestov, egli manifesta il<br />

suo accordo con l'autore nel credere — e in ciò lo inducono le analogie con<br />

quanto accade nella penisola ellenica: Dori — «che la civiltà di Villanova<br />

segni l'arrivo della seconda grande ondata ariana (cfr. De Michelis)», ma non<br />

ammette «che i Latini appartengano, come vuole Modestov, alla prima».<br />

In un altro centinaio di schede sono riportati disegni e indicazioni tratti<br />

dal testo-atlante di O. Montelius, La civilisation primitive en Italie depuis<br />

l'introduction des métaux, Stockholm, I (Italie septentrionale), 1895 (ma<br />

<strong>Pettazzoni</strong> ha presente, anche il II volume: Italie centrale, 1904).<br />

In alcuni appunti della prima metà del febbraio 1909, a proposito di un<br />

oggetto di uso ignoto trovato dall'Orsi in Sicilia, egli pensa ad un riscontro<br />

con l'«ornato identico ad Issarlik» e lo trova utile per la sua teoria; vede<br />

«rapporti tra l'ansa lunata / rispettivam. un suo sostituto del genere di quello<br />

BP III tav.II/ e i cornetti sull'arco serpeggiante delle fibule dell'età d.»<br />

L'appunto è incompleto, ma sembra che egli veda nell'ansa lunata o<br />

cornuta un indice di immigrazione straniera in Italia.<br />

A proposito delle popolazioni preistoriche, in un appunto datato Bologna<br />

26 marzo 1909, si pone una domanda e formula una risposta:<br />

Esiste una razza neolitica? una razza del bronzo? una razza del ferro?<br />

Ma il rispondere sì: è la cosa più balorda di tutta la paletnologia.<br />

In due foglietti (uno reca la data «Persiceto 26 IH 908», ma si deve<br />

leggere 909, ché nel marzo 1908 <strong>Pettazzoni</strong> era in Grecia) si accenna al<br />

paragone tra le fosse di circonvallazione e quelle delle terremare (un'ipotesi<br />

ardita?): «Le fosse del mio paese sono una sopravvivenza delle fosse dei<br />

terramaricoli».<br />

A Bologna, nell'aprile 1909, progetta un lavoro di paletnologia:<br />

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