N.4 - Settembre/Ottobre 2008 - Artcom
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Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
ACNE DAY, ROMA 17-18 OTTOBRE <strong>2008</strong><br />
Daniele Innocenzi<br />
UOC di Dermatologia, I Facoltà di Medicina e Chirurgia, Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
Acne Day, organizzato per il terzo anno<br />
L’ dall’Italian Acne Board, è un momento di<br />
approfondimento e di aggiornamento multidisciplinare<br />
in cui dermatologi, tra i più esperti d’Italia<br />
e specialisti di altre branche della medicina mettono<br />
a confronto le loro esperienze e discutono le<br />
diverse problematiche della patologia acneica.<br />
Considerata in passato solo un inestetismo, l’acne<br />
è attualmente riconosciuta come malattia in<br />
grado di provocare importanti disturbi della sfera<br />
psichica ed emozionale. Si tratta di una patologia<br />
assai diffusa, soprattutto nella popolazione giovanile,<br />
anche se negli ultimi anni un crescente interesse<br />
è stato rivolto allo studio dell’acne dei neonati,<br />
dei bambini e degli adulti.<br />
Durante il meeting viene affrontata la problematica<br />
della terapia topica nell’acne lieve, della terapia<br />
antibiotico-sistemica nell’acne moderata, della terapia<br />
con isotretinoina nelle forme più gravi e di quella<br />
estroprogestinica nell’acne femminile. Sempre di<br />
L’UNITÀ PILO-SEBACEA<br />
D. Innocenzi, E. Tolino, E. Papuzzo<br />
UOC di Dermatologia,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
L’unità pilo-sebacea è una struttura complessa<br />
costituita da un insieme articolato di elementi,<br />
funzionalmente correlati tra di loro: un follicolo<br />
pilifero (che include l’epitelio, il fusto, la guaina<br />
follicolare ed il connettivo perifollicolare), una o<br />
NUMERO SPECIALE<br />
più l’interesse dei ricercatori è rivolto alla combinazione<br />
di principi attivi, per aumentare l’efficacia<br />
terapeutica e alla ricerca del veicolo ottimale in<br />
grado di migliorare la compliance del paziente.<br />
L’incontro ha volutamente carattere multidisciplinare<br />
e vuole mettere a confronto il punto di vista di<br />
differenti specialisti coinvolti nella gestione del<br />
paziente affetto da acne: il dermatologo, il cosmetologo,<br />
lo psicologo, l’endocrinologo, il ginecologo,<br />
il nutrizionista, l’infettivologo, il chirurgo plastico.<br />
Oggi, un corretto approccio diagnostico e la scelta<br />
di una terapia adeguata sembrano fondamentali<br />
per due ragioni principali: da una parte la<br />
risoluzione del quadro clinico che, oltre a liberare<br />
il paziente dalla malattia, previene la possibile<br />
comparsa di cicatrici permanenti, esteticamente<br />
invalidanti; dall’altra il raggiungimento del<br />
benessere psico-fisico del giovane paziente, che<br />
evita la comparsa di ipotetiche cicatrici psicologiche,<br />
esiti ancora più gravi di quelli estetici.<br />
più ghiandole sebacee, un muscolo piloerettore,<br />
una ghiandola apocrina e terminazioni nervose<br />
perifollicolari. L’unità pilo-sebacea comprende<br />
tre tipi di epitelio: follicolare, sebaceo ed apocrino<br />
e tre tipi di strutture non epiteliali: guaina<br />
perifollicolare connettivale, muscolo pilo-erettore,<br />
papilla dermica.<br />
I follicoli piliferi sono annessi cutanei presenti<br />
su quasi tutta la superficie corporea, con l’eccezione<br />
del palmo delle mani, della pianta dei<br />
interamente dedicato agli Atti del Congresso “ACNE DAY”<br />
in programma a Roma il giorno 17-18 ottobre <strong>2008</strong>,<br />
presso “Roma Eventi” Via Alibert, 5/A – 00187 Roma
2 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
piedi, della superficie dorsale del segmento<br />
distale delle dita, delle giunzioni<br />
muco-cutanee (margine roseo delle labbra,<br />
faccia interna del prepuzio, glande,<br />
clitoride, superficie interna delle grandi<br />
labbra e piccole labbra).<br />
Differenti tipi di follicolo associati a<br />
strutture pilifere di aspetto diverso possono<br />
essere osservati sulla cute: follicolo<br />
vello, terminale e sebaceo.<br />
Il follicolo vello è associato ad un pelo<br />
sottile, scarsamente pigmentato, con<br />
ghiandole sebacee di piccole dimensioni<br />
e copre la maggior parte della superficie<br />
corporea dei bambini e degli adulti. I peli<br />
che si osservano nel feto, simili a quelli<br />
velli, sono conosciuti come lanugo.<br />
Il follicolo terminale produce i peli terminali<br />
che sono lunghi, pigmentati, di notevole<br />
diametro e associati a ghiandole sebacee<br />
di grandi dimensioni (capillizio, ciglia,<br />
sopracciglia, etc..)<br />
Il follicolo sebaceo si localizza soprattutto<br />
a livello del volto, della regione toracica<br />
e del dorso, distretti anatomici dove si<br />
osservano maggiormente patologie quali<br />
l’acne e la dermatite seborroica, associate<br />
ad un’alterazione della secrezione<br />
sebacea. Esistono differenze di numero e<br />
dimensione nei peli secondo l’età, la regione<br />
corporea, il sesso e la razza. Tali<br />
differenze si rendono evidenti nel caso<br />
dei follicoli piliferi di tipo terminale: i<br />
Caucasici, infatti, presentano il più alto<br />
numero di follicoli terminali, mentre, gli<br />
Asiatici il più basso e gli Africani si trovano<br />
in posizione intermedia.<br />
I BIOFILM IN DERMATOLOGIA<br />
S. Veraldi, S. Bottini<br />
Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena, Milano<br />
I biofilm sono ammassi di batteri di specie<br />
diverse adesi a una superficie e inclusi<br />
in una matrice (EPS o slime), da loro<br />
stessi sintetizzata, costituita soprattutto<br />
da polisaccaridi, proteine e acqua. Questa<br />
matrice può contenere inoltre lipidi,<br />
acidi nucleici ed elementi (ioni metallici,<br />
cationi bivalenti, ...). La matrice è una<br />
struttura altamente plastica: varia in base<br />
alle specie batteriche che l’hanno costituita<br />
e muta temporalmente e spazialmente.<br />
I batteri contenuti nei biofilm differiscono<br />
dai batteri planctonici o fluttuanti perché<br />
sintetizzano la matrice, per il ridotto<br />
tasso di crescita e per la scarsa risposta<br />
alla terapia antibiotica. La resistenza agli<br />
antibiotici all’interno dei biofilm si attua<br />
attraverso una resistenza meccanica, una<br />
resistenza metabolica e una resistenza<br />
genetica.<br />
Recentemente è stato dimostrato che anche<br />
alcuni miceti, come Candida albicans,<br />
sono in grado di costituire biofilm:<br />
un esempio in tal senso è rappresentato<br />
dalle vulvo-vaginiti cronico-recidivanti.<br />
Esempi di biofilm in dermatologia sono<br />
l’acne, la dermatite atopica, la pityriasis<br />
versicolor e le ulcere cutanee croniche.<br />
Esempi di biofilm in medicina generale<br />
sono la placca dentaria, la carie e le<br />
periodontiti, le otiti, le sinusiti, le bronchiti,<br />
la fibrosi cistica, le endocarditi, le<br />
prostatiti e le cistiti.<br />
RUOLO DEL SEBO NELLA PATOGENESI<br />
DELL’ACNE VOLGARE<br />
M. Picardo, M. Ottaviani, S. Briganti,<br />
A. Mastrofrancesco, E. Camera<br />
Laboratorio di Fisiopatologia Cutanea e Centro<br />
di Metabolomica<br />
Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS, Roma<br />
Il sebo, prodotto dalle ghiandole sebacee<br />
per secrezione olocrina attraverso il disfacimento<br />
dei sebociti maturi nel dotto<br />
ghiandolare, è una miscela complessa di<br />
lipidi composta da trigliceridi, cere, squalene,<br />
esteri del colesterolo e colesterolo.<br />
Le cere e lo squalene sono lipidi caratteristici<br />
del sebo e sono utilizzate come<br />
marker del differenziamento dei sebociti<br />
in coltura. La produzione di sebo varia<br />
con l’età: è bassa in età infantile, aumenta<br />
durante la pubertà raggiunge il massimo<br />
durante l’età adulta e diminuisce nell’anziano.<br />
I meccanismi endocrini che<br />
controllano l’attività della ghiandola sebacea<br />
e, di conseguenza, la produzione di<br />
sebo, sono complessi tanto quanto la stessa<br />
funzione sebacea che non è stata completamente<br />
compresa. I lipidi sebacei<br />
contribuiscono alla integrità della barriera<br />
della superficie cutanea, esercitano<br />
un’attività antibatterica e rappresentano il<br />
principale mezzo per l’apporto di antiossidanti<br />
alla superficie cutanea stessa.<br />
Inoltre, il sebo esercita sulla pelle una<br />
naturale azione fotoprotettiva, ma le proprietà<br />
pro e anti-infiammatorie, come<br />
anche altre funzioni, sono ancora da investigare<br />
in maggior dettaglio. L’elevata produzione<br />
di sebo è uno dei maggiori fattori<br />
legati alla patofisiologia dell’acne. L’impoverimento<br />
dei sistemi dei lipidi sebacei<br />
è riscontrato, in modelli animali, in diversi<br />
fenotipi cutanei. Nei soggetti con acne<br />
si riscontra una modificazione della composizione<br />
di alcune frazioni lipidiche del<br />
sebo con un incremento della percentuale<br />
dell’acido grasso sebaleico una diminuzione<br />
di acido linoleico nelle delle cere.<br />
Abbiamo inoltre dimostrato come nel sebo<br />
dei soggetti acneici si riscontri una significativa<br />
concentrazione di lipoperossidi,<br />
principalmente dovuti alla per ossidazione<br />
dello squalene e una diminuzione della<br />
concentrazione della vitamina E. Lo squalene<br />
perossidato è in grado di modificare<br />
la proliferazione cellulare e indurre la<br />
produzione di citochine pro-infiammatorie<br />
in colture di cheratinociti. In vivo il<br />
miglioramento clinico dovuto al trattamento<br />
con farmaci con attività antiinfiammatoria<br />
si associa alla diminuzione<br />
dei livelli di lipoperossidi. Tutti questi<br />
dati indicano che una modificazione nella<br />
secrezione e della composizione del sebo<br />
svolgono un ruolo importante nella insorgenza<br />
del processo infiammatorio caratteristico<br />
dell’acne volgare.<br />
IPERCHERATINIZZAZIONE<br />
DELL’INFRAINFUNDIBULO<br />
D. Innocenzi, F. Nicolucci, I. Proietti, M.C. Potenza<br />
UOC di Dermatologia,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
L’acne è una patologia infiammatoria a<br />
patogenesi multifattoriale, che coinvolge<br />
aree cutanee ricche di unità pilosebacee.<br />
Il substrato anatomico dell’acne è rappresentato<br />
dal follicolo sebaceo, localizzato<br />
prevalentemente a livello del volto, della<br />
regione toracica e del dorso, i distretti<br />
anatomici in cui si osserva più frequentemente<br />
la patologia acneica; tale follicolo<br />
è caratterizzato da ghiandole sebacee olocrine<br />
molto voluminose e dotate di più<br />
lobuli secernenti nel lume follicolare.<br />
L’acne riconosce quattro principali meccanismi<br />
patogenetici: l’aumentata attività<br />
delle ghiandole sebacee (seborrea), il disturbo<br />
di cheratinizzazione dell’infrainfundibulo,<br />
la colonizzazione batterica ed,<br />
infine, l’infiammazione e le reazioni immunologiche<br />
follicolari e perifollicolari.<br />
Ciascuno di questi momenti può chiaramente<br />
rappresentare il target di un trattamento<br />
specifico, il quale sarà tanto più<br />
efficace quanto più numerosi saranno i<br />
fattori patogenetici su cui agisce.<br />
Il disturbo di cheratinizzazione e l’iperproliferazione<br />
dei cheratinociti dell’infrainfundibulo,<br />
parte inferiore del follicolo<br />
sebaceo, rappresentano un’importante fattore<br />
patogenetico dell’acne. Da tale alterazione<br />
deriva un accumulo intraduttale di<br />
corneociti, con ostruzione dei follicoli e<br />
formazione di microcomedoni, precursori<br />
di tutte le lesioni acneiche. Il meccanismo<br />
che porta alla formazione del microcomedone,<br />
definito comedogenesi e non del<br />
tutto chiaro, si verifica solo nei follicoli<br />
sebacei e non in quelli terminali o velli.<br />
L’infrainfundibulo negli acneici cheratinizza<br />
in modo abnorme, con incapacità<br />
delle lamelle cornee a distaccarsi e a cadere<br />
nel lume, come invece accade fisiologicamente.<br />
Tali anomalie di cheratinizzazione<br />
sarebbero attribuite, secondo recenti<br />
teorie, all’iperattività della 5-reduttasi di<br />
tipo 1 anche a livello infundibulare.<br />
PROPIONIBACTERIUM ACNES<br />
C.M. Mastroianni<br />
Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
Le specie di Propionibacterium sono saprofiti<br />
della cute ed usualmente non patogeni.<br />
Ne risulta che possono essere comuni<br />
contaminanti del sangue e di altri fluidi<br />
biologici. Si tratta di bacilli anaerobi<br />
gram-positivi a lenta crescita e che non<br />
producono spore. Le specie di Propionibacterium<br />
appartengono al genere dei<br />
Coryneiformi e sono quelli maggiormente<br />
studiate in virtù della loro associazione<br />
con l’acne volgare. Propionibacterium<br />
Acnes è riscontrato sulla cute di neonati,<br />
ma la vera colonizzazione inizia durante i<br />
primi 3 anni di vita prima della maturità<br />
sessuale con il numero di localizzazioni<br />
che aumenta da poco meno di 10/cm 2 fino<br />
a 10 6 /cm 2 , soprattutto sulla cute del volto<br />
e torace. Nel microambiente ricco in lipidi<br />
come il follicolo del cuoio capelluto,<br />
P.Acnes produce mediatori infiammatori<br />
che risultano in papule, pustole, e successivamente,<br />
in lesioni noduolocistiche<br />
che sono tipiche dell’acne infammatoria.<br />
L’INFIAMMAZIONE<br />
V. Bettoli, L. Mantovani, A. Borghi, S. Minghetti,<br />
S. Zauli, A. Virgili<br />
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale,<br />
Sezione di Dermatologia. Università degli Studi<br />
di Ferrara<br />
L’infiammazione è uno dei momenti patogenetici<br />
più importanti dell’acne, si può<br />
anche dire che sia quello che maggiormente<br />
caratterizza questa dermatosi. Non<br />
a caso quando si definisce l’acne la si<br />
descrive come una malattia infiammatoria.<br />
L’infiammazione viene abitualmente<br />
considerata l’ultimo evento della sequenza<br />
patogenetica dell’acne, tuttavia studi<br />
che risalgono a qualche anno fa, hanno<br />
dimostrato che un infiltrato infiammatorio<br />
linfo-istiocitario, accompagnato da livelli<br />
elevati di IL-1, può precedere la formazione<br />
del microcomedone, elemento anatomico<br />
riconosciuto come primo segnale<br />
della nascita della lesione acneica.<br />
Il P.Acnes sembra essere il fattore di stimolo<br />
più importante per lo sviluppo della<br />
infiammazione. Liberando sostanze chimiche<br />
attive di vario genere, come IL-1<br />
like, IL-8 like, TNF like e metalloproteasi,<br />
agisce attraverso meccanismi differenti<br />
tra i quali per esempio un effetto<br />
chemiotattico per i PMN, la formazione di<br />
FFA, come super-antigene, stimolando i<br />
TLR-2 e 4 presenti sulla superficie cellulare<br />
delle cellule infiammatorie come<br />
monociti, macrofagi e PMN, ecc...<br />
Probabilmente altri fattori inducenti infiammazione<br />
giocano un ruolo nell’acne,<br />
ma al momento non si è in grado di poterli<br />
definire con certezza.<br />
A livello della ghiandola sebacea sono stati<br />
definiti alcuni recettori implicati nell’induzione<br />
dell’infiammazione nell’acne, i<br />
PPAR , e ed i recettori per la sostanza<br />
P. Attraverso l’attività di tali recettori si<br />
stimola non solo la produzione sebacea ma<br />
anche una reazione infiammatoria.<br />
L’infiammazione influenza gli orientamenti<br />
terapeutici nell’acne, non a caso gli<br />
antibiotici utilizzati nell’acne hanno<br />
anche un effetto antinfiammatorio diretto.<br />
Lo sfruttamento di tali potenzialità, presenti<br />
anche a bassi dosaggi, si prevede<br />
possa modificare le modalità di prescrizione<br />
degli antibiotici nell’acne nel prossimo<br />
futuro.<br />
L’ACNE POST-PUBERALE<br />
B. Capitanio<br />
Istituto San Gallicano, Roma<br />
L’acne post-puberale è una patologia<br />
molto frequente, la cui incidenza (riportata<br />
intorno al 12-14%) è in continuo<br />
aumento. Essa colpisce prevalentemente<br />
le donne adulte, ed è molto meno frequente<br />
tra i maschi. L’acne post-puberale ha<br />
spesso un forte impatto psicologico, oltre<br />
che estetico, per le pazienti. L’Autore discute<br />
i risultati di uno studio condotto su<br />
2600 donne, illustrando alcuni particolari<br />
aspetti clinici, l’eziopatogenesi e le possibili<br />
cure per questa patologia.<br />
L’ACNE E LA SUA TERAPIA<br />
NEL MONDO: COSA CI INSEGNA?<br />
C. Pelfini<br />
Azienda Ospedaliera della Provincia di Pavia<br />
Migranti di varie etnie, turisti, studenti,<br />
ormai è comune, nella pratica ambulato-<br />
riale, l’imbattersi in pazienti stranieri che<br />
ci presentino problemi specificamente<br />
legati a pelli di diverso colore o di differente<br />
fototipo o connessi a diverse abitudini<br />
alimentari o modalità del truccarsi.<br />
Come fronteggiare, ad esempio, la domanda<br />
di un acneico di pelle nera che<br />
chieda una soluzione alle sue iperpigmentazioni?<br />
Il retinoide topico avrà in<br />
questi casi una diversa efficacia? Posso<br />
prescrivere la minociclina? Altri dati utili<br />
possono essere dedotti da trattamenti non<br />
disponibili o, al contrario, d’uso comune<br />
in altri stati: come hanno affrontato negli<br />
U.S.A. la mancanza di un contraccettivo<br />
con un efficace anti-androgeno come il<br />
Diane? Che cosa ha comportato la sorveglianza<br />
computerizzata iPLEDGE della<br />
prescrizione dell’isotretinoina? Quale<br />
impatto sulla terapia ha avuto negli U.K.<br />
l’individuazione dell’antibiotico-resistenza<br />
del P.Acnes e perché tanto impiego del<br />
benzoilperossido? Perché in Francia il<br />
gluconato di zinco ha una prescrizione<br />
decisamente importante? Infine qualcosa<br />
impariamo anche dalle critiche rivolte ai<br />
farmaci o alle imposizioni che ne limitano<br />
la prescrizione.<br />
L’IMPIEGO DEGLI ANTINFIAMMATORI<br />
NELLA TERAPIA DELL’ACNE<br />
G. Micali<br />
Clinica Dermatologica, Università di Catania<br />
L’acne volgare è una dermatosi di frequente<br />
riscontro che interessa il follicolo<br />
pilosebaceo. Da lungo tempo l’ipotesi<br />
etiopatogenetica maggiormente accreditata<br />
sostiene che le lesioni acneiche siano il<br />
risultato della compartecipazione di<br />
diversi fattori fra cui si annoverano<br />
l’aumento della produzione di sebo,<br />
l’ipercorneificazione duttale e la presenza<br />
del Propionibacterium Acnes, associati ad<br />
un processo infiammatorio locale. Ancora<br />
oggi l’esatta sequenza, la precisa interdipendenza<br />
e la coreografia di tali eventi<br />
rimangono tuttavia poco chiari. Una rivisitazione<br />
critica delle acquisizioni consolidate<br />
circa la patogenesi dell’acne, effettuata<br />
alla luce di recenti studi sull’argomento<br />
potrebbe offrire una valida opportunità<br />
sia per migliorare le misure di prevenzione<br />
che per affinare l’armamentario<br />
terapeutico. A tal proposito spunti interessanti<br />
sono emersi dalla ricerca nel<br />
campo della patogenesi dei processi flogistici,<br />
mentre discordanti sono attualmente<br />
le opinioni, all’interno della comunità<br />
scientifica, circa il ruolo del Propionibacterium<br />
Acnes, il cui genoma è stato<br />
recentemente decodificato, nonchè dei<br />
3
4 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
fattori genetici e familiari nel determinismo<br />
di questa forma morbosa.<br />
Circa il ruolo dell’infiammazione, è questo<br />
un argomento di grande interesse<br />
soprattutto dal punto di vista della terapia.<br />
Verranno passate in rassegna sia le<br />
classiche terapie antinfiammatorie nonché<br />
le nuove proposte terapeutiche disponibili<br />
e qualche accenno sarà fatto su<br />
quelle in fase di valutazione clinica.<br />
PAZIENTI CON SCARSA RISPOSTA<br />
ALLA TERAPIA<br />
C. Cardinali, E. Schincaglia, G. Lo Scocco<br />
U.O. Dermatologia, USL 4, Prato<br />
Nel paziente affetto da acne, la compliance<br />
al programma terapeutico è un punto<br />
critico per il successo della terapia stessa.<br />
L’adesione al programma terapeutico può<br />
mancare per tre tipi di fattori: il rapporto<br />
paziente-malattia, il rapporto medicopaziente<br />
e le modalità terapeutiche.<br />
Un insufficiente esame obiettivo del<br />
paziente da parte del medico può determinare<br />
una valutazione errata del grado<br />
di severità dell’acne tale da influire sul<br />
successo terapeutico. Una valutazione<br />
psicologica del paziente è comunque di<br />
non minore importanza tenendo conto di<br />
quanto l’acne possa incidere sullo sviluppo<br />
della personalità in età adolescenziale.<br />
La gravità dell’acne non deve essere<br />
valutata soltanto su parametri clinici ma<br />
deve tenere infatti conto della percezione<br />
soggettiva del singolo paziente.<br />
La definizione del tipo di lesione predominante<br />
è fondamentale per stabilire il<br />
trattamento opportuno. La compliance è<br />
assicurata inoltre da una scelta appropriata<br />
del tipo di preparazione topica prescritta,<br />
in rapporto anche al sesso del<br />
paziente.<br />
Non bisogna dimenticare infine che esistono<br />
pazienti con acne grave che possono<br />
trarre beneficio dalla terapia sistemica<br />
con isotretinoina. Fornire in questi casi<br />
informazioni adeguate sul farmaco da<br />
adoperare, far comprendere al paziente il<br />
rischio di eventi avversi e la necessità di<br />
monitoraggio sono fondamentali per non<br />
compromettere l’adesione del paziente e<br />
condurre ad un trattamento insufficiente.<br />
ACNE E SISTEMA ENDOCRINO<br />
G. Spera<br />
Cattedra di Medicina Interna,<br />
Dipartimento di Fisiopatologia Medica<br />
“Sapienza” Università di Roma<br />
L’acne è una patologia infiammatoria cronica<br />
dell’unità pilosebacea (UPS), carat-<br />
terizzata da un’eziologia complessa e<br />
multifattoriale, nella cui patogenesi gli<br />
androgeni svolgono un ruolo cruciale.<br />
È infatti noto che gli androgeni sono strettamente<br />
coinvolti nella crescita e nella differenziazione<br />
dell’UPS, ma molte questioni<br />
riguardanti i meccanismi con cui vengono<br />
esercitati i loro effetti e le modalità con<br />
cui essi interagiscono con altri fattori biologici<br />
non sono completamente note.<br />
L’aumentata attività secretoria delle ghiandole<br />
sebacee, con la conseguente seborrea,<br />
rappresenta l’elemento chiave nella<br />
patogenesi dell’acne. Recenti acquisizioni<br />
dimostrano che non solo gli androgeni, ma<br />
anche alcuni neuromediatori, possono stimolare<br />
la secrezione di sebo. I prerequisiti<br />
per l’espressione androgenica a livello<br />
dell’UPS sono rappresentati dalla presenza<br />
di androgeni nella forma di testosterone<br />
(T) e diidrotestosterone (DHT) e del recettore<br />
androgenico; una ulteriore componente<br />
sembra inoltre essere rappresentata da<br />
precursori androgenici, quali deidroepiandrosterone<br />
(DHEA) e deidroepiandrosterone-solfato<br />
(DHEA-S).<br />
Recenti acquisizioni hanno evidenziato<br />
che gli androgeni possono interagire con<br />
il peroxisome proliferator activated<br />
receptor- (PPAR-) esplicando un effetto<br />
sulla differenziazione dei sebociti,<br />
nonché hanno suggerito una loro importante<br />
interazione post-recettoriale con<br />
derivati dell’acido retinoico, quali il<br />
recettore dell’acido retinoico (RAR) ed il<br />
recettore retinoico X (RXR), la cui stimolazione<br />
è coinvolta nei meccanismi di<br />
controllo della proliferazione e differenziazione<br />
dei sebociti. Molti altri ormoni<br />
come il GH, i fattori di crescita insulinosimili<br />
(IGF-1), l’insulina, i glucocorticoidi,<br />
gli estrogeni e gli ormoni tiroidei<br />
esercitano, con modalità differenti, un<br />
importante ruolo nello sviluppo e nella<br />
crescita dell’UPS.<br />
L’approccio dell’endocrinologo alla terapia<br />
ormonale dell’acne deve essere una<br />
valida opzione terapeutica a quelle forme<br />
di acne resistente che non rispondono al<br />
trattamento convenzionale, in particolare<br />
quando siano presenti altri segni di iperandrogenismo<br />
di base. Sulla base dei<br />
meccanismi fisiopatologici deputati alle<br />
manifestazioni pilosebacee di iperandrogenismo,<br />
il trattamento ormonale trova<br />
applicazione in quelle forme di acne in<br />
cui risulta necessaria la soppressione<br />
della produzione di androgeni ovarici o<br />
surrenalici, oppure il blocco dell’azione<br />
androgenica a livello cutaneo. Risulta<br />
inoltre necessario sottolineare il corrente<br />
interesse sul possibile ruolo degli agenti<br />
insulino-sensibilizzanti, come metformina<br />
e tiazolidinedioni.<br />
Una migliore conoscenza dei molteplici<br />
fattori coinvolti nei fisiologici meccanismi<br />
di crescita e differenziazione dell’UPS<br />
potranno risultare necessari per un<br />
ottimale approccio terapeutico dell’acne.<br />
ACNE E DISENDOCRINOPATIE<br />
C. Cardinali*, A.M. Marcantonio°, G. Lo Scocco*<br />
* U.O. Dermatologia, Azienda USL 4, Prato<br />
° Ambulatorio di Endocrinologia, U.O. Medicina 1,<br />
Azienda USL 4<br />
Tra i numerosi fattori che controllano la<br />
funzionalità dell’unità pilosebacea (genetici,<br />
ormonali ed ambientali), gli ormoni<br />
androgeni svolgono il ruolo di maggiore<br />
importanza.<br />
Un disequlibrio ormonale dovrebbe essere<br />
sempre sospettato nei casi di acne grave,<br />
così come nei pazienti che non rispondono<br />
al trattamento, specialmente se sono<br />
presenti contemporaneamente sintomi di<br />
iperandrogenismo come irsutismo e altri<br />
segni di virilizzazione.<br />
Altri ormoni influenzano tuttavia l’attività<br />
delle ghiandole sebacee, in particolare,<br />
l’ormone della crescita, il fattore di crescita<br />
insulino-simile 1, la corticotropina,<br />
la prolattina, l’insulina, i glucocorticoidi,<br />
gli estrogeni, gli ormoni tiroidei e<br />
l’ormone melanocita-stimolante.<br />
La classificazione delle endocrinopatie<br />
associate all’acne si sovrappone a quella<br />
dell’iperandrogenismo. Schematicamente<br />
un iperandrogenismo si può presentare in<br />
corso di patologie ovariche e patologie<br />
surrenaliche e secondariamente all’uso di<br />
alcuni farmaci. Altre disendocrinopatie<br />
associate alla comparsa di acne sono rappresentate<br />
da acromegalia, sindrome di<br />
Cushing, iperprolattinemia, iperinsulinemia,<br />
disfunzioni tiroideee.<br />
In questi casi sono sempre necessarie<br />
specifiche analisi di laboratorio, integrando<br />
con test di stimolo e/o soppressione<br />
ormonale e con esami strumentali, per<br />
la definizione eziopatogenetica dell’iperandrogenismo<br />
e per stabilire una terapia<br />
dermatologica adeguata.<br />
TERAPIA ANTIBIOTICA<br />
SISTEMICA DELL’ACNE E<br />
ANTIBIOTICO-RESISTENZA<br />
V. Bettoli, L. Mantovani, A. Borghi, S. Minghetti,<br />
S. Zauli, A. Virgili<br />
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale,<br />
Sezione di Dermatologia,<br />
Università degli Studi di Ferrara<br />
Uno dei fondamenti della terapia dell’ac-<br />
Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
ne è costituito dagli antibiotici per via<br />
sistemica.<br />
È noto da tempo come questi antibiotici<br />
abbiano una duplice modalità di azione,<br />
una anti-infiammatoria diretta ed una più<br />
specificamente anti-batterica. Quest’ultima<br />
si fonda concettualmente sul fatto che<br />
il P.Acnes è ampiamente coinvolto nello<br />
scatenamento della reazione infiammatoria<br />
che caratterizza l’aspetto clinico dell’acne.<br />
Quale delle due componenti sia<br />
prioritaria non è ancora noto.<br />
Un aspetto che da qualche anno occupa e<br />
preoccupa dermatologi, microbiologi e<br />
infettivologi è il fenomeno della antibiotico-resistenza<br />
indotto dall’uso prolungato<br />
di antibiotici nell’acne.<br />
Da un lato si osserva che oggetto della<br />
resistenza possono essere batteri diversi<br />
dal P.Acnes con possibili conseguenze in<br />
campo infettivologico. Sul versante del<br />
rapporto tra il numero totale di P.Acnes,<br />
percentuale di ceppi resistenti e risultati<br />
terapeutici con antibiotici, dati recenti<br />
inducono a ridimensionare il ruolo<br />
dell’effetto antibatterio degli antibiotici<br />
nell’acne.<br />
Purtroppo un numero ancora troppo limitato<br />
di dati non ci permette di trarre conclusioni<br />
definitive tali da influenzare il<br />
comportamento prescrittivo del dermatologo<br />
italiano.<br />
ROSACEA<br />
A. Borghi, L. Mantovani,<br />
S. Minghetti, S. Zauli, A. Virgili, V. Bettoli<br />
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale,<br />
Sezione di Dermatologia,<br />
Università degli Studi di Ferrara<br />
La rosacea è una dermatosi cronica,<br />
comune soprattutto presso soggetti caucasici<br />
adulti di sesso femminile, a eziologia<br />
sconosciuta. Si può considerare l’espressione,<br />
proteiforme sul piano clinico, di<br />
un’anomalia primitivamente di natura<br />
vascolare, esacerbata da svariati fattori di<br />
elicitazione in soggetti predisposti. Si<br />
possono progressivamente venire a<br />
sovrapporre ulteriori eventi istopatologici:<br />
alterazioni strutturali a carico della<br />
parete vasale, degenerazione del collagene<br />
perivascolare e del tessuto elastico,<br />
attivazione dei mediatori dell’immunità e<br />
flogosi, coinvolgimento dell’unità pilosebacea.<br />
La diagnosi è eminentemente clinica<br />
e si basa sul reperto, a livello delle<br />
superfici convesse del volto, di una o più<br />
delle seguenti manifestazioni: flushing<br />
(eritema transiente), eritema non transiente,<br />
papule e pustole, teleangectasie.<br />
Possibili rilievi clinici addizionali includono<br />
bruciore o sensazione puntoria in<br />
corrispondenza delle sedi suddette,<br />
edema, placche, secchezza cutanea, coinvolgimento<br />
oculare, localizzazioni periferiche,<br />
tumefazioni faciali (phymatous<br />
changes). L’americana National Rosacea<br />
Society nel 2002 definisce quattro sottotipi<br />
di rosacea: eritemato-teleangectasica,<br />
papulo-pustolosa, fimatosa, oculare. Si<br />
riconoscono, inoltre, le varianti ghiandolare<br />
e granulomatosa. La rosacea dell’età<br />
pediatrica si distingue per la peculiare<br />
epoca di comparsa.<br />
Entrano in diagnosi differenziale con<br />
flushing ed eritema non transitorio del<br />
volto ascrivibili alla rosacea le seguenti<br />
affezioni: policitemia vera, connettiviti,<br />
dermatite seborroica, dermatiti fotoallergiche,<br />
dermatite da contatto (allergica e<br />
irritativa), carcinoide. Diagnosi differenziali<br />
delle forme papulo-pustolose di<br />
rosacea: acne volgare, eruzioni acneiformi<br />
farmaco-indotte, dermatite periorale,<br />
follicolite da S. aureus, follicolite da<br />
Gram -, infestazione da Demodex folliculorum.<br />
Prima di impostare una terapia, vanno<br />
individuati, e possibilmente evitati o<br />
5<br />
rimossi, i fattori in grado di scatenare<br />
segni e sintomi della rosacea; non sempre<br />
identificabili, specifici per ciascun paziente,<br />
essi includono l’esposizione solare,<br />
gli sbalzi di temperatura, il vento, le<br />
bevande calde, i cibi speziati, l’esercizio<br />
fisico, l’alcool, gli stati emotivi, prodotti<br />
topici aggressivi o irritanti, i flushing<br />
menopausali, certi farmaci.<br />
I topici indicati nel trattamento della<br />
rosacea (metronidazolo, eritromicina,<br />
clindamicina, acido azelaico) dimostrano<br />
efficacia pressoché equiparabile dopo<br />
applicazioni di 12 settimane. Gli antimicrobici<br />
sistemici (tetracicline, macrolidi,<br />
metronidazolo) sono attivi, abitualmente<br />
in 1-3 mesi, nella remissione delle lesioni<br />
infiammatorie della rosacea. Se ne<br />
consiglia l’impiego combinato con uno o<br />
più antimicrobici topici. Talora può risultare<br />
utile il ricorso a isotretinoina orale a<br />
basso dosaggio (10 mg/die). L’utilizzo di<br />
laser vascolari trova indicazione nel trattamento<br />
dell’eritema persistente e delle<br />
teleangectasie correlate alla rosacea.<br />
LA ROSACEA OCULARE<br />
L. Valenzano<br />
Roma<br />
Il distretto oculare è frequentemente interessato<br />
dalla rosacea in una percentuale<br />
variabile, secondo i diversi AA., dal 30 al<br />
50% dei casi e di questi circa il 5% può<br />
avere anche problemi corneali.<br />
La rosacea oculare può essere contemporanea,<br />
ma in molti casi successiva o persino<br />
precedente (20% dei casi) rispetto<br />
alla comparsa dei sintomi cutanei della<br />
rosacea.<br />
In fase iniziale l’interessamento oculare è<br />
rivelato da una vaga ed aspecifica sensazione<br />
di secchezza, a cui può successivamente<br />
conseguire un variabile eritema<br />
congiuntivale, espressione di una più o
6 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
meno intensa iperemia, e poi dalla comparsa<br />
di fini e persistenti teleangectasie<br />
congiuntivali.<br />
Nella fase di stato può assumere l’aspetto<br />
di una blefarite marginale con eritema,<br />
teleangectasie e depositi d’induito grasso.<br />
È frequente la comparsa di calazi in rapporto<br />
a una secrezione qualitativamente<br />
anomala delle ghiandole di Meibonio ed<br />
alle alterazioni del film lacrimale.<br />
Da ciò ne consegue che si tende sempre<br />
di più ad individuare la rosacea oculare<br />
quale variante autonoma nel complesso<br />
gruppo della rosacea, anche in considerazione<br />
che di solito non vi è un’evidente<br />
correlazione fra l’intensità della sintomatologia<br />
cutanea ed il grado di compromissione<br />
oculare.<br />
La prevalenza della rosacea oculare è diversamente<br />
valutata intorno al 6% dai dermatologi<br />
ed in oltre il 50% dagli oftalmologi.<br />
Le manifestazioni cliniche sono anch’esse<br />
molto variabili per aspetto ed intensità:<br />
dalla forma basale costituita dai tipici<br />
“occhi rossi” a vari gradi di blefarite, congiuntivite,<br />
cheratite, talvolta ulcerativa,<br />
iridociclite, riduzione del visus, fino, in<br />
casi estremi, alla cecità parziale o totale.<br />
Nella descrizione della malattia vengono<br />
pertanto classicamente distinti sintomi<br />
oculari, palpebrali e corneali, variamente<br />
associati o in alternanza fra loro.<br />
La fisiopatologia è essenzialmente riconducibile<br />
ad un disordine vascolare associato<br />
ad una flogosi cronica, ma comunque<br />
l’eziopatogenesi non è ancora ben<br />
definita, anche se molti triggers sono ben<br />
noti perché praticamente coincidenti con<br />
quelli della rosacea cutanea.<br />
Nella pratica clinica la diagnosi resta<br />
essenzialmente morfologica: risultano<br />
infatti poco utili i dati di laboratorio e<br />
quelli istopatologici.<br />
La terapia non è univoca ed ottimale, ma<br />
anzi è spesso solo sintomatica e variabile<br />
a seconda delle diverse fasi evolutive del<br />
processo morboso. In particolare la terapia<br />
generale è sostanzialmente in gran<br />
parte coincidente con quella della rosacea<br />
cutanea.<br />
Quindi, a tutt’oggi, la rosacea oculare costituisce<br />
una complessa problematica clinico-terapeutica<br />
ed un interessante campo<br />
di studio e di confronto tra Dermatologi<br />
ed Oftalmologi.<br />
LE ERUZIONI ACNEIFORMI<br />
F. Bruno<br />
Palermo<br />
Le eruzioni acneiformi sono considerate<br />
delle dermatosi di tipo follicolare. Le<br />
lesioni iniziali sono di tipo infiammatorio:<br />
papuloso e pustoloso. I comedoni<br />
insorgono più tardi come lesioni secondarie.<br />
L’istologia mostra all’inizio una spongiosi,<br />
seguita da una rottura dell’epitelio follicolare.<br />
Conseguentemente, si viene a<br />
creare un infiltrato aspecifico di tipo linfocitario<br />
e neutrofilo.<br />
Le eruzioni acneiformi sono per lo più di<br />
tipo iatrogeno.<br />
I farmaci responsabili più frequenti sono<br />
gli steroidi, gli anti-epilettici, gli antidepressivi<br />
(carbonato di litio- amineptina),<br />
la clorochina e l’azatioprina.<br />
Più raramente sono in causa le tetracicline<br />
e gli estratti tiroidei.<br />
L’esordio è improvviso anche a distanza<br />
di pochi giorni dall’assunzione del farmaco.<br />
Si possono associare sintomi come<br />
febbre o astenia.<br />
Le sedi possono, a volte, essere atipiche:<br />
avambracci, gambe.<br />
Sono stati descritti dei quadri molto simili<br />
all’acne volgare, nei quali l’anamnesi<br />
rappresenta un importante ausilio diagnostico.<br />
È ancora controverso se inserire le rea-<br />
zioni da inibitori del recettore dell’epidermal<br />
grow factor fra le eruzioni acneiformi.<br />
LE ERUZIONI ACNEIFORMI DA<br />
INIBITORI DELL’EGFr<br />
U. Bottoni*, D. Innocenzi°, F.G. Amoruso*,<br />
A. Sacco*, G. Schipani #<br />
* Dermatologia Università “Magna Graecia”<br />
Catanzaro<br />
° Dermatologia, I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino “Sapienza” Università di Roma<br />
# Dermatologia, I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
“Sapienza” Università di Roma<br />
L’eruzione acneiforme è un comune<br />
effetto collaterale che interessa fino a<br />
2/3 dei pazienti che ricevono inibitori<br />
dell’epidermal growth factor receptor<br />
(EGFR): cetuximab, erlotinib, gefitinib.<br />
È caratterizzata da papule eritematose e<br />
pustule follicolari e interfollicolari che<br />
appaiono durante le prime 2 settimane<br />
di terapia. L’eruzione cutanea interessa<br />
primariamente il volto, il collo e la parte<br />
superiore del dorso e generalmente è di<br />
grado lieve o moderato. L’esame istologico<br />
in alcuni pazienti ha documentato la<br />
presenza di una perifollicolite con neutrofili<br />
o di una follicolite superficiale<br />
suppurativa senza agente infettivo.<br />
Secondo alcuni autori questa eruzione<br />
cutanea, in pazienti in trattamento con<br />
inibitori dell’EGFR, non è una reazione<br />
allergica al farmaco, ma piuttosto<br />
l’espressione in cute della inibizione<br />
dell’EGFR. L’EGFR è infatti presente<br />
nei cheratinociti normali epidermici e<br />
follicolari e ha un ruolo nella loro differenziazione.<br />
Da un punto di vista prognostico,<br />
alcuni dati clinici suggeriscono<br />
che la presenza e la intensità di questa<br />
eruzione cutanea in pazienti in trattamento<br />
con inibitori dell’EGFR correla<br />
con un migliore risultato clinico oncolo-<br />
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Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
gico e in particolare con una migliore<br />
sopravvivenza.<br />
Bibliografia:<br />
- Gridelli C, Maione P, Amoroso D, et al. Clinical<br />
significance and treatment of skin rash from erlotinib<br />
in non-small cell lung cancer patients: results of<br />
an Experts Panel Meeting.<br />
- Crit Rev Oncol Hematol. <strong>2008</strong> May; 66(2): 155-62.<br />
ACNE NEONATALE ED INFANTILE<br />
M. Paradisi<br />
IDI Roma<br />
L’acne è una patologia caratteristica dell’adolescenza,<br />
ma che talora può insorgere<br />
anche in epoca prepuberale. L’epoca di<br />
insorgenza implica una diversa valutazione<br />
e trattamento.<br />
L’acne neonatale propriamente detta si<br />
presenta a partire dalla nascita o nelle<br />
prime settimane di vita ed ha un andamento<br />
generalmente autorisolutivo. La<br />
patogenesi di questa manifestazione è da<br />
ricercarsi nell’ambiente ormonale del<br />
neonato stesso. Si parla più propriamente<br />
di acne infantile, anche se la distinzione<br />
con l’acne neonatale è piuttosto sfumata,<br />
per designare un quadro con elementi<br />
semeiologici analoghi alla classica acne<br />
(comedoni chiusi o aperti, papulo pustole<br />
e financo lesioni nodulo-cicatriziali) ad<br />
insorgenza nei primi sei mesi di vita ed a<br />
decorso più o meno protratto di settimane<br />
o mesi. Sembra presentarsi fino al 20%<br />
dei neonati, con una prevalenza nel sesso<br />
maschile. Una familiarità per acne si riscontra<br />
frequentemente. Mentre si riconosceva<br />
fino a non molto tempo fa un ruolo<br />
patogenetico fondamentale ad una risposta<br />
esagerata agli androgeni di origine<br />
materna, ora si tende a valorizzare un<br />
iperandrogenismo endogeno del bambino.<br />
Le forme di acne infantile persistenti,<br />
gravi o ad insorgenza tardiva, obbligano<br />
ad accertamenti ormonali, in quanto spia<br />
di possibili cause sottostanti (pubertà<br />
precoce, Cushing, tumori gonadici o surrenalici<br />
e di iperplasia surrenalica congenita).<br />
Alcune forme di acne infantile possono<br />
rappresentare un fattore di rischio<br />
per lo sviluppo di una forma severa di<br />
acne durante la pubertà.<br />
Esistono, inoltre, forma di acne infantile<br />
indotte da farmaci sistemici o da trattamenti<br />
locali, nonché forme tossiche. Il<br />
riconoscimento e il trattamento precoce<br />
della malattia in quest’epoca è di notevole<br />
ausilio per prevenire conseguenze<br />
emotive e fisiche nel bambino.<br />
ACNE ADOLESCENZIALE:<br />
IL TRATTAMENTO TOPICO<br />
M. El Hachem<br />
U.O. di Dermatologia,<br />
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma<br />
L’acne è una manifestazione estremamente<br />
frequente che colpisce in misura variabile<br />
il 90% degli adolescenti ed è caratterizzata<br />
da lesioni papulopustolose associate<br />
a seborrea e formazione di comedoni<br />
(punti neri).<br />
L’eziopatogenesi dell’acne è generalmente<br />
ormonale, chimica secondaria generalmente<br />
a cosmetici non adeguati o non<br />
correttamente utilizzati o iatrogena correlata<br />
ad effetti collaterali di terapia steroidea<br />
sistemica protratta e/o ad alti dosaggi.<br />
Le forme cliniche sono multiple. Le<br />
più severe e fortunatamente più rare sono<br />
l’acne nodulocistica, l’acne conglobata,<br />
l’acne fulminante ed infine l’acne escoriata<br />
dovuta al grattamento, allo schiacciamento<br />
forzato dei comedoni, alla<br />
manipolazione continua di ogni minima<br />
lesione del viso, tanto che questa condizione<br />
viene talora designata come “masochismo<br />
facciale”.<br />
La terapia topica varia quindi in funzione<br />
ANTI-TACHES<br />
CORRECTION ACTIVE<br />
EFFICACE COMBINAZIONE COSMETICA CONTRO LE MACCHIE BRUNE.<br />
CONCENTRATO ATTIVATORE SCHIARENTE A BASE DI IDROSSIACIDI<br />
PER STIMOLARE IL RINNOVAMENTO EPIDERMICO<br />
E SIERO INTENSIVO DEPIGMENTANTE CHE REGOLA IN PROFONDITÀ<br />
LA FORMAZIONE E L’OSSIDAZIONE DEI PIGMENTI CUTANEI.<br />
7<br />
dell’aspetto clinico e della causa dell’acne.<br />
Le forme che si giovano perlopiù di un<br />
trattamento locale sono quelle caratterizzate<br />
dalla prevalenza di lesioni da ritenzione<br />
di sebo e di cheratina, o gli elementi<br />
pustolosi superficiali.<br />
I topici efficaci nel trattamento dell’acne<br />
sono i retinoidi, il benzoilperossido, gli<br />
antibiotici, l’acido azelaico. Da sottolineare<br />
l’utilità dell’associazione di principi<br />
attivi in un unico prodotto in quanto<br />
semplificano l’effettuazione della terapia<br />
da parte dei pazienti.<br />
L’acne comporta inevitabilmente, per la<br />
sede e per l’età in cui le ragazze ne sono<br />
affette, disaggi psicologici notevoli; questi<br />
non vanno trascurati da parte dello<br />
specialista curante. A tale scopo, si ritiene<br />
utile proporre a tutte le pazienti il<br />
camouflage che, migliorando l’aspetto<br />
estetico, aiuta le ragazze a vivere meglio<br />
con l’acne in attesa della sua risoluzione<br />
e da sicurezza ai genitori in quanto il trattamento<br />
cosmetico è prescritto da un dermatologo.<br />
ROSACEA IN ETÀ PEDIATRICA<br />
A. Patrizi<br />
Dipartimento di Medicina Interna,<br />
dell’Invecchiamento e Malattie Nefrologiche<br />
Gruppo di Ricerca in Dermatologia, Alma Mater<br />
Studiorum Università di Bologna<br />
La rosacea è una patologia infiammatoria<br />
che, sebbene raramente, può colpire anche<br />
l’età pediatrica ove non mostra una<br />
particolare predilezione di sesso. In questa<br />
fascia d’età l’interessamento oculare<br />
è particolarmente frequente e, più spesso<br />
che nel paziente adulto, si osservano<br />
forme in cui tale interessamento è preminente<br />
o isolato. Nell’infanzia è particolarmente<br />
frequente la forma papulopustolosa<br />
a livello cutaneo, mentre il più<br />
severo segno di interessamento oculare è<br />
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8 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
dato dalla presenza di calazi multipli.<br />
Sono stati recentemente proposti una<br />
serie di criteri diagnostici di rosacea<br />
pediatrica. Necessitano almeno 2 di tali<br />
criteri per una diagnosi definitiva.<br />
TERAPIA GALENICA DELL’ACNE:<br />
UN PERCORSO NEL TEMPO<br />
M. Bellosta, G. Roveda, G. Ronzi<br />
Clinica dermatologica,<br />
Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia<br />
La terapia galenica rappresenta senza<br />
dubbio una delle più antiche forme di<br />
cura praticate in ambito dermatologico,<br />
soprattutto in ragione del fatto che la<br />
cute è facilmente accessibile al trattamento<br />
e gli effetti sono agevolmente controllabili.<br />
Verrà fatto un breve cenno<br />
sulla storia dei galenici topici e su quali<br />
sono le principali preparazioni dermatologiche.<br />
In seguito verranno illustrate le<br />
preparazioni utilizzate nella terapia topica<br />
dell’acne in particolare per forme<br />
caratterizzate da spiccata secrezione<br />
sebacea, e come trattamento degli esiti<br />
cicatriziali e pigmentari. Nello specifico<br />
tratteremo di preparazioni contenenti<br />
sostanze quali l’acido salicilico, la resorcina,<br />
e lo zolfo, antibiotici (clindamcina,<br />
eritromicina), retinoidi e derivati ormonali.<br />
Oggi tutte queste preparazioni<br />
vengono raramente utilizzate, in quanto<br />
sostituite dall’introduzione sul mercato<br />
di topici confezionati dotati (apparentemente)<br />
di più spiccata attività terapeutica<br />
ed efficacia in campo dermatologico e<br />
cosmetologico, e di migliore “compliance”,<br />
grazie alla loro maggiore biodisponibilità,<br />
attività specifica e purezza, ma<br />
con un possibile rischio di intolleranza,<br />
di dermatosi da sensibilizzazione allergica<br />
o irritativa dovute al sempre maggior<br />
numero di molecole per uso locale ed al<br />
sempre più diffuso utilizzo di associazioni<br />
medicamentose.<br />
IL PAZIENTE ACNEICO:<br />
QUANDO NON SI CURA?<br />
C. Bertana<br />
Roma<br />
Ma perchè certi pazienti acneici non si<br />
curano?<br />
Nonostante gli sforzi dei dermatologi, i<br />
risultati terapeutici talvolta sono scarsi.<br />
Forse perché certi pazienti hanno difficoltà<br />
ad adeguarsi alle cure indicate? E<br />
allora non tornano, abbandonano le cure<br />
oppure ... le cure non funzionano!<br />
Si stima che l’insuccesso terapeutico<br />
dipenda nel 30/40% dei casi da scarsa<br />
compliance (1) , piuttosto che da errori di<br />
prescrizione farmacologica.<br />
Il paziente acneico, soprattutto in età<br />
adolescenziale, è al centro di un vortice<br />
di informazioni e luoghi comuni che possono<br />
mettere in competizione le cure<br />
mediche con un vasto corredo di luoghi<br />
comuni, rimedi popolari, consulenti non<br />
molto qualificati e così via. Conoscerli o<br />
ricordarli può aiutare ad adeguare modelli<br />
di cura e modo di comunicare, indirizzato<br />
per esempio ad uno scambio di informazioni<br />
e conoscenze sui tempi, le necessità,<br />
i limiti dei processi di cura.<br />
Sicuramente poi la necessità di lunghi<br />
periodi di cura e talvolta una certa lentezza<br />
nell’ottenere i primi evidenti e significativi<br />
miglioramenti, possono scoraggiare<br />
i nostri pazienti.<br />
Alcuni di noi non sono allenati a cercare<br />
di stabilire una buona collaborazione con<br />
i pazienti, mediando, adattando o anche<br />
trasgredendo i classici protocolli medici.<br />
Un sereno approccio alle bizzarrie dei<br />
nostri pazienti può costituire un buon inizio<br />
per migliorare la nostra efficacia e la<br />
reciproca soddisfazione (ed anche un<br />
momento di evasione dal meccanismo<br />
ripetitivo del “vedo, prescrivo e saluto”).<br />
Bibliografia:<br />
1. Kellet N et al. Conjoint analysis: a novel, rigorous<br />
tool for determining patient preference for topical<br />
antibiotic treatment for acne, Br J Dermatol. 2006.<br />
I MITI DELL’ACNE<br />
G. Micali, D. Innocenzi*<br />
Clinica Dermatologica, Università di Catania;<br />
* UOC di Dermatologia,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
L’acne è una patologia infiammatoria a<br />
patogenesi multifattoriale, che coinvolge<br />
aree cutanee ricche di unità pilo-sebacee.<br />
Dagli studi epidemiologici si rileva<br />
che l’acne è una affezione comune che<br />
interessa dal 79% al 95% degli adolescenti<br />
nei paesi occidentali.<br />
Le problematiche legate all’acne sono<br />
svariate; si ritiene infatti che su un background<br />
genetico favorevole siano in grado<br />
di agire fattori ambientali e comportamentali,<br />
quali esposizione solare, stile di<br />
vita e alimentazione.<br />
Studi recenti hanno cercato di meglio<br />
approfondire il ruolo concausale della dieta<br />
nell’acne; sembrerebbe infatti che particolari<br />
alimenti possano influenzare lo sviluppo<br />
e il decorso dell’acne. Alcuni Autori<br />
sostengono che una dieta iperglicidica, tipica<br />
delle popolazioni occidentali industria-<br />
lizzate, possa influire nello sviluppo della<br />
malattia. L’iperglicemia infatti causa iperinsulinemia<br />
che a sua volta determina la sintesi<br />
e la liberazione di insulin-like growth<br />
factor-1 (I-IGF-1), un potente mitogeno dell’epitelio<br />
follicolare nonchè stimolatore<br />
della sintesi di sebo. Recenti studi hanno<br />
inoltre cercato di meglio chiarire il ruolo di<br />
alimenti ritenuti in grado di determinare la<br />
comparsa delle lesioni acneiche, quali latte,<br />
latticini e cioccolato. Va inoltre considerato<br />
il ruolo dello stress nella patogenesi della<br />
malattia, condizione sempre più frequente<br />
negli adulti e in particolare nei soggetti che<br />
hanno ritmi di vita molto intensi, caratteristici<br />
della civiltà occidentale.<br />
PRINCIPI DELL’IMPIEGO DELLA LUCE<br />
VISIBILE E DELLA PDT NELL’ACNE<br />
G. Fabbrocini, S. Cacciapuoti<br />
Sezione di Dermatologia clinica, allergologica<br />
e venereologica, Dipartimento di Patologia sistematica,<br />
Università “Federico II”- Napoli<br />
L’acne è una dermatosi follicolare infiammatoria,<br />
nella cui patogenesi entrano in<br />
gioco complesse interazioni tra fattori<br />
ormonali, agenti microbici e mediatori pro<br />
infiammatori che si sovrappongono ad una<br />
componente genetica predisponente.<br />
Nonostante esistano numerose opzioni terapeutiche,<br />
dagli antibiotici ai retinoidi,<br />
che godono ormai da tempo di un consolidato<br />
supporto nell’ambito della letteratura<br />
internazionale, esistono forme di acne<br />
resistenti ai comuni trattamenti, forme per<br />
le quali sono stati proposti approcci terapeutici<br />
innovativi tra cui la fototerapia<br />
(FT) e la terapia fotodinamica (PDT). Il<br />
razionale a tale applicazione terapeutica è<br />
stato ricondotto a diversi possibili target<br />
su cui la luce visibile potrebbe agire, tra<br />
cui il Propionibacterium Acnes e il processo<br />
infiammatorio su cui la luce visibile,<br />
per le sue proprietà immunomodulanti,<br />
sembra agire. La FT prevede l’utilizzo<br />
della sola luce visibile di opportuna lunghezza<br />
d’onda: le bande più utilizzate<br />
sono quella del blu (415 nm) e quella del<br />
rosso (630 nm). Luce rossa e luce blu presentano<br />
entrambe vantaggi e svantaggi<br />
riconducibili alle loro caratteristiche fisiche<br />
e biochimiche. Per questo motivo la<br />
ricerca si è orientata verso una terapia di<br />
associazione luce blu- luce rossa con<br />
l’obiettivo di sfruttare il sinergismo tra il<br />
prevalente effetto battericida dell’una e il<br />
predominante effetto immunomodulante e<br />
antinfiammatorio dell’altra. Una Review<br />
sistematica basata su fonti Pubmed e<br />
Cochrane Library condotta sulle nuove<br />
strategie terapeutiche attualmente dispo-<br />
Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
nibili per l’acne basate sull’utilizzo della<br />
luce visibile ha evidenziato che, in base ai<br />
dati attualmente disponibili, la PDT ha<br />
dimostrato di fornire i più vantaggiosi<br />
risultati nel miglioramento delle lesioni<br />
infiammatorie acneiche. Essa prevede<br />
l’utilizzo della luce visibile in associazione<br />
con un fotosensibilizzante (ALA o<br />
MAL). I risultati ottenuti in diverse sperimentazioni<br />
recentemente condotte confermano<br />
l’efficacia e la buona tollerabilità di<br />
questa terapia. Tra queste descriviamo la<br />
nostra esperienza basata su una sperimentazione<br />
condotta su 10 pazienti con<br />
acne resistente alle terapie tradizionali<br />
che sono stati sottoposti a PDT utilizzando<br />
l’ALA come fotosensibilizzante. Lo<br />
studio è stato eseguito presso la Clinica<br />
Dermatologica dell’Università Federico II<br />
di Napoli. Dopo aver preparato l’ALA veicolato<br />
in PEG in concentrazioni del 10%<br />
al viso e del 15% al tronco, il FS è stato<br />
applicato sulle aree da trattare e con una<br />
apposita maschera (Fig. 1) è stato appli-<br />
Fig. 1 - Paziente prima e dopo il trattamento con ALA-PDT.<br />
cato il bendaggio occlusivo del viso.<br />
L’occlusiva è stata mantenuta per un<br />
intervallo di 60-90 minuti. Rimossa la<br />
maschera occlusiva, il paziente è stato<br />
irradiato con una sorgente luminosa<br />
(S630) a lunghezza d’onda 630 nm in<br />
grado di erogare una potenza luminosa di<br />
160 mW cm 2 .<br />
La dose luminosa è stata determinata<br />
sperimentalmente con il criterio della<br />
Fluorescenza residua che si basa sull’irradiazione<br />
a 405 nm con illuminatore<br />
portatile UV: l’assenza di fluorescenza<br />
residua indica che la PpIX è stata completamente<br />
consumata. Al termine di<br />
ogni seduta la cute dell’area trattata è<br />
stata detersa con una garza imbevuta di<br />
soluzione fisiologica al fine di rimuovere<br />
residui di ALA. Prima della dimissione il<br />
paziente è stato istruito sulla possibilità<br />
di applicare prodotti lenitivi nel caso in<br />
cui l’eritema o il bruciore tardassero a<br />
scomparire. Prima di essere arruolato e<br />
prima di ogni seduta, ciascun paziente è<br />
stato fotografato. Ogni paziente è stato<br />
sottoposto a 3 sedute ad intervalli di 2<br />
settimane ciascuna. L’esame delle biopsie<br />
follicolari con cianoacrilato è stato<br />
eseguito in 6 volontari, in buono stato di<br />
salute, opportunamente informati e consenzienti.<br />
La biopsia follicolare è stata<br />
eseguita in condizioni basali (T0), prima<br />
della terapia (T0), e dopo la stessa (T1)<br />
mediante “stripping” di un’area della<br />
superficie cutanea in studio. La biopsia<br />
follicolare corrisponde al calco dell’infundibolo<br />
follicolare con adeso il pelo ed<br />
il materiale cheratinico ivi presente.<br />
Nella cute tendenzialmente acneica o<br />
acneica tale materiale cheratinico può<br />
essere particolarmente abbondante (microcomedoni),<br />
fino alla comparsa di comedoni<br />
clinicamente evidenti (macrocomedoni).<br />
Tre gocce di cianoacrilato sono<br />
state distribuite uniformemente su un<br />
vetrino portaoggetti, che è stato quindi<br />
fatto aderire alla zona della cute da testa-<br />
re con una leggera pressione. Dopo circa<br />
30 secondi, il vetrino è stato rimosso con<br />
un movimento lento ed ondeggiante<br />
facendo attenzione a non danneggiare lo<br />
strato corneo adeso con i relativi comedoni.<br />
I risultati ottenuti sui parametri considerati<br />
sono riportati dettagliatamente nei<br />
grafici e nelle tabelle allegati. Dato il numero<br />
ridotto del campione considerato, i<br />
risultati ottenuti non sono stati sottoposti<br />
ad analisi statistica; pertanto i dati vengono<br />
espressi in percentuale e sono indicativi<br />
esclusivamente di un andamento<br />
tendenziale dei parametri considerati.<br />
Nelle condizioni sperimentali adottate, i<br />
risultati delle biopsie follicolari hanno<br />
evidenziato, in seguito al trattamento una<br />
riduzione dell’area totale, dell’area media<br />
e della densità dei macrocomedoni (area<br />
> 0,042 mm 2 ) corrispondente rispettivamente<br />
al 29%, 35% e 26% verso T0; una<br />
diminuzione dell’area totale e della densità<br />
dei microcomedoni (area compresa<br />
9<br />
tra 0.016 e 0,042 mm 2 ) in ordine pari<br />
all’11% ed al 16% rispetto alle condizioni<br />
basali. Inoltre, per quanto riguarda la<br />
densità è possibile notare nei soggetti n°<br />
1 e 3, al termine dello studio (T1), la totale<br />
scomparsa dei macrocomedoni. In base<br />
ai risultati ottenuti è stata osservata una<br />
riduzione clinicamente rilevante dei comedoni,<br />
indice di un miglioramento della<br />
patologia acneica. I risultati dell’analisi<br />
delle biopsie follicolari sono stati in linea<br />
con quanto osservato clinicamente in termini<br />
di riduzione del Global Score, con<br />
una riduzione percentuale media del<br />
50% (Fig. 1).<br />
In conclusione, la PDT, nella nostra<br />
esperienza, risulta essere una metodica<br />
promettente e sicura nel trattamento dell’acne<br />
resistente alle comuni terapie, per<br />
la quale esistono numerose modalità di<br />
applicazione; per molte di queste l’esperienza<br />
clinica è ancora limitata. La variabilità<br />
dei tempi di occlusione del fotosensibilizzante<br />
(da 15’ a 3 ore), del tipo e<br />
della concentrazione del farmaco (MAL o<br />
ALA, al 2,5%, 5%, 10%, 20%), delle<br />
sorgenti luminose attivanti (luce rossa,<br />
luce blu, IPL, PDL) e, soprattutto la<br />
diversità nei campioni di pazienti analizzati<br />
non permette di considerare l’ALA-<br />
PDT come uno strumento di prima scelta<br />
nel trattamento dell’acne medio-severa,<br />
ma consente di ritenerla il trattamento<br />
non tradizionale oggi più promettente<br />
nell’armamentario a disposizione del<br />
dermatologo per il trattamento della<br />
patologia acneica.<br />
APPLICAZIONI PRATICHE DELLA<br />
PDT NELL’ACNE<br />
M. Benci<br />
Dermatologo Libero Professionista, Firenze<br />
L’acne è una delle più comuni malattie<br />
cutanee; interessa circa l’85% di soggetti<br />
di entrambi i sessi di età compresa tra 12<br />
e 24 anni.<br />
Nonostante l’acne giovanile vada generalmente<br />
incontro a remissione spontanea<br />
intorno ai 25 anni di età, necessita di<br />
terapia medica sia per la possibile permanenza<br />
di cicatrici inestetiche a guarigione<br />
avvenuta, sia per la possibilità di<br />
indurre problemi psico-sociali e difficoltà<br />
a relazionarsi con gli altri con ridotta<br />
qualità di vita nei soggetti che ne sono<br />
affetti.<br />
Secondo la nostra esperienza, validata<br />
dalla letteratura scientifica recente,<br />
l’ALA-PDT agisce egregiamente in tutte<br />
le forme di acne a prevalente componen-
10 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong> Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
11<br />
te flogistica, producendo un efficacie<br />
foto-killing del P.Acnes ed una distruzione<br />
selettiva delle ghiandole sebacee con<br />
modesto danno epidermico.<br />
Vengono discusse le metodiche terapeutiche,<br />
l’efficacia e i risultati ottenuti.<br />
Bibliografia:<br />
1. Pollock B, Turner D, Stringer MR et al. Topical<br />
aminolaevulinic acid-photodynamic therapy for<br />
the treatment of acne vulgaris: study of clinical<br />
efficacy and mechanism of action. Br Dermatol<br />
2004; 151: 616-22.<br />
2. Goldman MP, Boyce SM. A single-centre study of<br />
aminolevulinic acid and 417 nm photodynamic<br />
therapy in the treatment of moderate to severe acne<br />
vulgaris. Drugs Dermatol 2003; 2: 393-6.<br />
3. Divaris DXG, Kennedy JC, Pottier RH. Phototoxic<br />
damage to sebaceous glands and hair follicles of<br />
mice after systemic administration of 5-aminolevulinic<br />
acid correlates with localized protoporphyrin<br />
IX fluorescence. Am Pathol 1990; 136: 891-7.<br />
IL LASER RESURFACING NEL<br />
TRATTAMENTO DELLE CICATRICI<br />
DA ACNE<br />
M. Tretti Clementoni<br />
Istituto Dermatologico Europeo, Milano<br />
L’uso delle tecnologie laser per il trattamento<br />
delle cicatrici post-acneiche ha<br />
vissuto nel tempo 3 svolte epocali. Nella<br />
prima si assiste all’avvento dei laser ablativi<br />
a CO2, a Er-YAG ed al loro uso combinato,<br />
nella seconda si assiste all’utilizzo<br />
di laser non-ablativi mentre nella terza<br />
e più recente svolta si assiste all’uso di<br />
una diversa metodologia di somministrazione<br />
dell’energia. In questa ultima fase<br />
non si modifica, infatti, la lunghezza<br />
d’onda utilizzata ma, tornando ad usare<br />
“vecchie” lunghezze d’onda, si cambia il<br />
modo con il quale l’energia è fornita ai<br />
tessuti cutanei.<br />
L’Autore descriverà i risultati ottenibili<br />
con le diverse metodiche focalizzando poi<br />
l’attenzione sulle nuove metodologie frazionali.<br />
FOTOPROTEZIONE DEL PAZIENTE<br />
ACNEICO<br />
G. Monfrecola<br />
Sezione di Dermatologia Clinica, Allergologica<br />
e Venereologica,<br />
Dipartimento di Patologia Sistematica,<br />
Università “Federico II”- Napoli<br />
La gran parte dei medici e dei pazienti<br />
ritiene che l’esposizione al sole sia benefica<br />
per le lesioni acneiche. Uno studio<br />
australiano sulle potenzialità terapeutiche<br />
della fotoesposizione ha messo in evidenza<br />
che il 12% dei medici e il 20%<br />
degli infermieri intervistati ritenevano<br />
l’esposizione al sole terapeuticamente efficace<br />
per l’acne. Gli Autori di un’indagine<br />
condotta in Arabia Saudita hanno<br />
osservato un notevole incremento di nuovi<br />
casi di acne durante il periodo invernale<br />
ed hanno concluso che questo fosse<br />
dovuto alla mancanza dell’effetto favorevole<br />
degli UV sulla cute acneica, tipico<br />
dei mesi più caldi.<br />
Tuttavia, questionari sull’andamento stagionale<br />
dell’acne, somministrati ai pazienti,<br />
hanno evidenziato dati in disaccordo<br />
con tali concezioni. In uno studio<br />
retrospettivo, condotto da Gfesser et al.<br />
su 139 pazienti affetti da acne, un terzo di<br />
questi riportava un aggravamento della<br />
patologia durante l’inverno, un terzo<br />
dichiarava di peggiorare durante l’estate<br />
e un altro terzo non riferiva alcun cambiamento<br />
stagionale. L’indagine condotta<br />
da Sardana et al. sulle variazioni stagionali<br />
dell’acne in 452 pazienti ha evidenziato<br />
che il 51% circa di essi riferiva<br />
variazioni stagionali delle lesioni: il<br />
56,33% notava un peggioramento estivo,<br />
al contrario del 16,16% che migliorava in<br />
estate, e l’11,33% peggiorava in inverno.<br />
Da un questionario, somministrato a 756<br />
acneici afferenti agli ambulatori della<br />
nostra clinica (dati non pubblicati), è<br />
emerso che il 50% degli intervistati riferiva<br />
un peggioramento in estate mentre<br />
solo nel 20% dei casi veniva riportato un<br />
miglioramento; nelle 4 settimane successive<br />
alla cessazione dell’esposizione al<br />
sole (periodo da ottobre a prime settimane<br />
di novembre) il peggioramento delle<br />
manifestazioni acneiche interessava l’85%<br />
dei pazienti.<br />
Questi dati dimostrerebbero che la diffusa<br />
opinione sugli effetti benefici degli UV solari<br />
nella patologia acneica non corrisponde<br />
alla realtà dei fatti e che l’esposizione al<br />
sole provocherebbe, al contrario, un’esacerbazione<br />
delle manifestazioni.<br />
Un’adeguata fotoprotezione è necessaria<br />
all’acneico perchè, come ogni individuo<br />
che si espone al sole, anch’egli può andare<br />
incontro a danni attinici acuti o cronici<br />
in relazione al suo fototipo. La classificazione<br />
in fototipi è stata suggerita per la<br />
prima volta da Fitzpatrick e si basa su<br />
dati anamnestici relativi alla capacità di<br />
sviluppare eritema (scottatura) e pigmentazione<br />
(abbronzatura) dopo esposizione<br />
solare. I fototipi più bassi mostrano una<br />
maggiore sensibilità agli UV e sono quelli<br />
che richiedono una fotoprotezione più<br />
elevata. A meno che il soggetto non abbia<br />
capelli rossi ed efelidi (chiara indicazione<br />
di rischio attinico), il fenotipo risulta<br />
di scarso aiuto nella valutazione del<br />
grado di sensibilità al sole.<br />
I pazienti acneici sono individui giovani<br />
che passano molto tempo all’aperto e spesso<br />
amano esporsi al sole. Questi soggetti<br />
ricercano un’abbronzatura che duri tutto<br />
l’anno sia per adeguarsi ai modelli sociali<br />
odierni sia perché la ritengono uno strumento<br />
utile a mascherare le manifestazioni<br />
della malattia. Per tali motivi essi ricor-<br />
rono erroneamente all’uso di lampade<br />
abbronzanti. Le tendenze ed il benessere<br />
economico attuali portano, inoltre, i giovani<br />
ad intraprendere viaggi in aree tropicali,<br />
con relative fotoesposizioni brusche ed<br />
intense e con misure fotoprotettive spesso<br />
insufficienti o poco efficaci. D’altra parte,<br />
molti sono i giovani che non usano o usano<br />
in maniera non corretta un filtro solare: un<br />
studio della Hopkins University di<br />
Baltimora, ha evidenziato che fra tutti i<br />
ragazzi che trascorrono regolarmente le<br />
vacanze al mare appena il 9% fa regolare<br />
uso di un filtro solare, mentre più del 30%<br />
dichiara di non applicarlo mai.<br />
Infine non bisogna trascurare il fatto che<br />
sarebbe opportuno che gli acneici non interrompessero<br />
completamente il trattamento<br />
durante la stagione estiva, ma che esso<br />
venisse adeguato alla situazione ambientale.<br />
Ciò comporta che anche in estate il<br />
ragazzo con acne potrebbe dover far uso di<br />
prodotti a base di retinoidi topici, benzoilperossido<br />
o altri agenti ad azione cheratolitica<br />
o antibatterica. In tal caso la fotoprotezione<br />
può divenire indispensabile per<br />
poter proseguire con il piano terapeutico.<br />
Da quanto detto finora si evince l’importanza<br />
di una corretta fotoprotezione dell’acneico,<br />
che abbia come finalità la riduzione<br />
della quantità totale di tutta la<br />
gamma di radiazioni UV che giungono<br />
alla cute e che tenga in considerazione<br />
numerosi fattori, quali il fototipo, l’età, la<br />
tipologia di esposizione (breve, lunga,<br />
zone temperate o tropicali, altitudine), la<br />
patologia cutanea concomitante e l’eventuale<br />
assunzione di farmaci.<br />
Indipendentemente dalla sua composizione<br />
(filtro fisico, filtro chimico o combinazioni<br />
di entrambi), un punto da tenere<br />
presente è il fattore di protezione, cioè la<br />
sua capacità protettiva, che fornisce<br />
un’indicazione sull’azione filtrante del<br />
prodotto nei confronti delle radiazioni<br />
UVB, ma non nei confronti delle radiazioni<br />
UVA, per le quali non esiste ancora<br />
una metodica standardizzata. Il fattore di<br />
protezione è calcolato come rapporto tra<br />
la minima dose eritemigena (MED) su<br />
cute protetta dal filtro e la MED su cute<br />
non protetta. Nel soggetto con acne è consigliabile<br />
in genere adoperare filtri con<br />
capacità fotoprotettiva media, ma non è<br />
escluso che, per individui molto sensibili<br />
o in condizioni caratterizzate da elevata<br />
irradianza solare, si possa ricorrere ad<br />
una fotoprotezione alta.<br />
Per ciò che riguarda il veicolo del filtro<br />
solare, l’indicazione più ragionevole sembra<br />
essere quella di un’emulsione fluida<br />
(tipo olio-in-acqua), facilmente spalmabi-<br />
le e poco sostantiva, eventualmente arricchita<br />
con sostanze ad azione sebostatica e<br />
lenitiva.<br />
La fotoprotezione della cute gioca un<br />
ruolo importante nel management del<br />
paziente acneico.<br />
È opportuno che i pazienti arrivino all’estate<br />
senza interrompere completamente<br />
la terapia, ma adeguandola alla situazione<br />
estiva. Bisognerebbe sempre chiarire<br />
ai pazienti che l’estate non porta ad un<br />
miglioramento vero e duraturo e che i lettini<br />
UVA non curano l’acne.<br />
Questi soggetti dovrebbero utilizzare prodotti<br />
fotoprotettivi studiati per pelli acneiche,<br />
scegliendo con accuratezza il tipo di<br />
formulazione e di veicolo più adeguati ed<br />
evitando l’uso di idratanti non adeguatamente<br />
formulati per la cute seborroica.<br />
ASSOCIAZIONI E COMBINAZIONI<br />
TERAPEUTICHE NELL’ACNE<br />
S. Veraldi<br />
Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli<br />
e Regina Elena, Milano<br />
Negli ultimi anni, sono stati commercializzati<br />
numerosi prodotti e farmaci antiacne<br />
“combinati”. I potenziali vantaggi di<br />
queste combinazioni sono rappresentati<br />
dalla possibilità di intervenire su più fattori<br />
eziopatogenetici, da una più rapida<br />
risposta terapeutica, dalla riduzione di<br />
sviluppo di resistenze da parte di Propionibacterium<br />
Acnes, da un’aumentata compliance<br />
e da costi minori. I potenziali<br />
svantaggi sono rappresentati dal rischio<br />
di interazioni farmacologiche e da effetti<br />
collaterali più numerosi e gravi.<br />
Dopo le pionieristiche associazioni del<br />
benzoilperossido con il cetilpiridinio cloruro<br />
allo 0.1% e con il miconazolo al 5%,<br />
sono state commercializzate varie formulazioni<br />
a base di tretinoina (combinata con<br />
clindamicina o eritromicina), eritromicina<br />
(“complessata” con lo zinco acetato) e<br />
clindamicina (combinata con zinco acetato<br />
o benzoilperossido), fino alla recentissima<br />
associazione dell’adapalene allo 0.1%<br />
con il benzoilperossido al 2.5%.<br />
LE COMBINAZIONI FISSE<br />
D. Innocenzi, N. Skroza, E. Tolino, B. Grossi,<br />
I. Proietti<br />
UOC di Dermatologia,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
L’acne è una patologia infiammatoria a<br />
patogenesi multifattoriale, che coinvolge<br />
aree cutanee ricche di unità pilo-sebacee.<br />
Dagli studi epidemiologici si rileva<br />
che l’acne è una affezione comune che<br />
interessa dal 79% al 95% degli adolescenti.<br />
Tra i farmaci utilizzati nella terapia topica<br />
dell’acne possono essere inclusi<br />
potenti agenti cheratolitici, come i retinoidi<br />
topici, gli idrossi acidi, l’acido salicilico,<br />
l’acido azelaico e la retinaldeide<br />
ed agenti antimicrobici come il benzoil<br />
perossido e gli antibiotici topici.<br />
Attualmente la messa a punto di nuovi<br />
veicoli e sistemi di rilascio transepidermici<br />
e l’utilizzo di nuove associazioni e<br />
vecchi farmaci con nuovi impieghi ha<br />
modificato l’approccio del dermatologo<br />
alla cura di una patologia multifattoriale<br />
come l’acne. Secondo il più recente algoritmo<br />
terapeutico l’applicazione di antibiotici<br />
topici, come l’eritromicina e la<br />
clindamicina, dovrebbe essere associata<br />
a quella di formulazioni topiche a base di<br />
benzoil perossido, di retinoidi e acido<br />
azelaico, nel tentativo di incrementare<br />
l’efficacia del trattamento, accelerare i<br />
tempi di guarigione e ridurre il rischio di<br />
effetti collaterali. È con questo obiettivo<br />
che si lascia sempre più spazio all’utilizzo<br />
di combinazioni fisse, come clindamicina<br />
e benzoil perossido, o adapalenebenzoil<br />
perossido, che oltre ad aver dato<br />
degli ottimi risultati dal punto di vista<br />
clinico hanno portato ad un miglioramento<br />
della compliance del paziente alla<br />
terapia.<br />
RETINOIDI TOPICI<br />
G. Fabbrocini<br />
Sezione di Dermatologia Clinica, Allergologica<br />
e Venereologica,<br />
Dipartimento di Patologia Sistematica,<br />
Università “Federico II”- Napoli<br />
Tra i presidi terapeutici più efficaci e più<br />
frequentemente utilizzati nella pratica<br />
clinica per il trattamento dell’acne annoveriamo<br />
i retinoidi topici.<br />
Recenti evidenze della letteratura internazionale<br />
hanno ha descritto i principali<br />
pathways di segnali infiammatori che<br />
vengono attivati nelle lesioni acneiche in<br />
vivo. Tali cellule, polimorfo nucleati in<br />
primis, contribuiscono in maniera determinante<br />
al danno istologico che si verifica<br />
nell’unità pilo-sebacea e che favorisce<br />
la comparsa di cicatrici sfiguranti nei<br />
pazienti affetti da acne. Dato che il Propionibacterium<br />
Acnes contribuisce all’insulto<br />
flogistico che nell’acne si sviluppa<br />
nell’unità pilo-sebacea, gli effetti dei retinoidi<br />
su questo batterio contribuiscono
12 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
ulteriormente alla loro efficacia. Infatti, il<br />
Propionibacterium Acnes, riconosciuto da<br />
recettori specifici della parete dei monociti,<br />
stimola la secrezione di citochine<br />
proinfiammatorie, incluso il Tumor Necrosis<br />
Factor alfa (TNF-), l’interleuchina<br />
1 beta (IL-1) e l’interleuchina 8<br />
(IL-8). Recenti progressi nello studio dell’immunità<br />
naturale hanno permesso di<br />
identificare nuove molecole essenziali<br />
nel mediare la risposta che l’immunità<br />
innata mette in atto nei confronti del<br />
P.Acnes: i toll-like receptors (TLRs). I<br />
toll-like receptors (TLRs) sono molecole<br />
espresse dai cheratinociti, dai monociti/macrofagi<br />
e dalle cellule dendritiche,<br />
fondamentali nel riconoscimento dei batteri<br />
da parte di queste cellule e nel conseguente<br />
rilascio di citochine pro-infiammatorie.<br />
Quando questi recettori sono<br />
attivati dai componenti della parete cellulare<br />
dei batteri gram-positivi, come il<br />
Propionibacterium Acnes, o dai lipopolisaccaridi<br />
dei batteri gram-negativi, partono<br />
dei segnali intracellulari che attivano i<br />
fattori di trascrizione dei vari mediatori<br />
dell’infiammazione.<br />
Relativamente alla prevenzione delle<br />
cicatrici d’acne particolarmente importante<br />
è l’effetto dei retinoidi sui fibroblasti.<br />
L’acido retinoico ha mostrato in vitro<br />
la capacità di stimolare la proliferazione<br />
dei fibroblasti e la loro produzione di<br />
componenti della matrice extracellulare<br />
(fibronectina, laminina e trombospondina).<br />
L’acido trans-retinoico stimola la<br />
produzione di collageno in modelli sperimentali<br />
e i retinoidi, in generale, stimolano<br />
in vitro la proliferazione fibroblastica<br />
e la produzione di fibronectina, trombospondina<br />
e laminina.<br />
Questa azione viene tuttavia esercitata<br />
anche in vivo a livello del derma, legittimando<br />
l’utilizzo di questa molecola nel<br />
trattamento delle cicatrici dell’acne.<br />
Le nuove acquisizioni nel campo della<br />
patogenesi della patologia acneica, che<br />
conferiscono al meccanismo infiammatorio<br />
un ruolo cruciale nella formazione<br />
delle cicatrici acneiche, ci consentono di<br />
affermare che sia per la loro azione antinfiammatoria<br />
diretta e indiretta, sia per la<br />
loro capacità di interferire con l’interazione<br />
tra P.Acnes e immunità innata dell’organismo,<br />
sia per la loro attività stimolante<br />
la proliferazione dei fibroblasti e la<br />
loro attività biosintetica, i retinoidi rappresentano<br />
un presidio terapeutico innovativo<br />
nella gestione del paziente con<br />
acne al fine di prevenire la comparsa di<br />
esiti cicatriziali sfiguranti.<br />
I COSMETICI E L’ACNE<br />
L. Rigano<br />
Milano<br />
Sebbene l’acne vulgaris sia un disordine<br />
cutaneo molto comune, i suoi meccanismi<br />
patogenetici sono complicati e molti dei<br />
fattori coinvolti nel suo sviluppo devono<br />
ancora essere chiariti. Come in tutte le<br />
patologie cutanee, l’azione di strumenti<br />
di supporto alle terapie come i formulati<br />
cosmetici può essere molto pregiata, sia<br />
in associazione che in alternanza con i<br />
trattamenti farmacologici topici o sistemici.<br />
Sebbene non specificamente diretti a<br />
combattere la patologia, le ragioni dei<br />
benefici cosmetici sono diverse.<br />
In prima istanza, l’azione eliminatoria o<br />
detergente: dissolvendo in modo adeguato<br />
i lipidi ossidati, le cellule desquamanti,<br />
i residui di secrezioni cutanee ossidate<br />
e i depositi superficiali di inquinanti<br />
ambientali, tale pratica è in grado di facilitare<br />
il contatto tra agente topico e le<br />
strutture cutanee coinvolte. Poi, l’effetto<br />
normalizzante della flora cutanea indotto<br />
dalla stessa detersione e da blandi agenti<br />
antibatterici. Infatti, si continua ad attri-<br />
<br />
buire al P.Acnes il ruolo di fattore batterico<br />
importante nei meccanismi patogenetici.<br />
Inoltre, l’azione restitutiva di elementi<br />
di supporto alla fisiologia di equilibrio<br />
della cute, quali ad esempio: vitamine<br />
antiossidanti, coadiuvanti alla desquamazione<br />
e lisi di cellule apoptotiche,<br />
blandi anti-infiammatori e lenitivi topici,<br />
può aiutare la compliance del paziente ai<br />
trattamenti farmacologici potenti. Sebbene<br />
i presupposti di funzionamento di tali<br />
principi attivi siano stati inizialmente<br />
basati sulla tradizione cosmetica, oggi<br />
esistono varie tecnologie di dimostrazione<br />
obiettiva della loro efficacia. Le ultime<br />
frontiere delle strategie cosmetiche nell’acne<br />
coinvolgono, infine, le azioni antienzimatiche<br />
(contro le lipasi) che possono<br />
essere svolte da derivati vitaminici senza<br />
influenzare l’integrità della flora batterica.<br />
Senza dimenticare i benefici effetti<br />
psicologici di tutte le azioni cosmetiche<br />
di mascheramento delle imperfezioni e di<br />
contenimento dell’eccesso di secrezioni<br />
cutanee, che rendono più facile ogni contatto<br />
sociale.<br />
LA DETERSIONE<br />
A. Tedeschi<br />
Clinica Dermatologica, Università di Catania<br />
La detersione della cute acneica rappresenta<br />
un momento molto importante cui i<br />
pazienti vanno correttamente guidati ed<br />
educati, onde evitare la frequente ed<br />
errata consuetudine di effettuare numerosi<br />
lavaggi con detergenti aggressivi nel<br />
tentativo di combattere l’aspetto oleoso<br />
untuoso della cute. Tale procedura può<br />
spesso peggiorare il problema, in quanto<br />
più frequente ed energica è la detersione<br />
più rapida ed abbondante sarà la secrezione<br />
sebacea. Inoltre, un’eccessiva<br />
detersione può causare un’alterazione del<br />
film idrolipidico determinando una ac-<br />
Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
cresciuta sensibilità alla colonizzazione<br />
batterica, agli agenti irritanti ed una notevole<br />
tendenza alla disidratazione, fattori<br />
che su una cute già di per sé patologicamente<br />
alterata possono senz’altro influire<br />
negativamente acuendo gli effetti collaterali<br />
delle terapie e complicando il decorso<br />
della patologia stessa.<br />
Vengono discussi i più comuni meccanismi<br />
di detersione con particolare riferimento<br />
alla patologia acneica.<br />
IDRATAZIONE E ACNE<br />
N. Cameli, E. Abril, L. de Manincor, M. Serio<br />
Istituto Dermatologico San Gallicano, IRCCS, Roma<br />
Una cute sana presenta epidermide e<br />
derma che hanno un contenuto di molecole<br />
d’acqua pari a circa l’80%. Tale percentuale<br />
può ridursi a causa di condizioni<br />
atmosferiche avverse, cure farmacologiche<br />
sistemiche e topiche ed errata<br />
detersione ed idratazione.<br />
Nel paziente acneico è presente un danno<br />
a livello della funzione barriera che<br />
determina un aumento di perdita di<br />
acqua transepidermica con conseguente<br />
disidratazione.<br />
Inoltre questi pazienti tendono a lavarsi<br />
eccessivamente le zone con acne, e tanto<br />
più la detersione è frequente ed energica<br />
tanto più sarà alterato il film idrolipidico.<br />
I pazienti sottoposti a trattamento sistemici<br />
o topici possono presentare una barriera<br />
cutanea ulteriormente ridotta. Le<br />
principali sostanze che possono causare<br />
questa diminuzione sono i tensioattivi<br />
contenuti nei detergenti, i trattamenti<br />
topici e sistemici che vedono l’utilizzo di<br />
cheratolitici, quali acido glicolico, acido<br />
salicilico ed acido piruvico, il benzoilperossido,<br />
i retinoidi.<br />
Attualmente i peeling sono molto utilizzati<br />
per il trattamento della fase attiva dell’acne<br />
e gli acidi utilizzati, in particolare<br />
l’acido salicilico e l’acido piruvico, determinano<br />
una chemioesfoliazione.<br />
L’idratazione è molto importante nei<br />
pazienti con acne sottoposti a trattamenti.<br />
In questi casi sono consigliabili emulsioni<br />
leggere olio in acqua molto fluide ed i<br />
gel che prevalentemente contengono glicerolo,<br />
acido ialuronico sorbitolo, urea,<br />
acido lattico, collagene ed elastina.<br />
Nei pazienti che assumono isotretinoina<br />
sistemica la xerosi è dovuta alla riduzione<br />
della secrezione sebacea. Nella stagione<br />
invernale la xerosi cutanea può essere<br />
incrementata dalle temperature molto<br />
rigide, specie nei soggetti con dermatite<br />
atopica. L’idratazione è fondamentale ed<br />
in questa situazione sono preferibili le<br />
emulsioni acqua in olio, inoltre devono<br />
essere idratate anche le mucose.<br />
I retinoidi a livello oculare determinano<br />
una secchezza congiuntivale che può<br />
creare particolari problemi per i pazienti<br />
che fanno uso di lenti a contatto, soprattutto<br />
se rigide. Una xeroftalmia prolungata<br />
è dovuta al fatto che l’isotretinoina può<br />
provocare atrofia delle ghiandole di<br />
Meibonio, ed inoltre contribuisce ad aumentare<br />
l’osmolarità e la tendenza all’evaporazione<br />
del fluido lacrimale. Gli effetti<br />
muco-cutanei appaiono molto precocemente,<br />
ancor prima delle variazioni cliniche<br />
significative dell’acne. Gli effetti<br />
oculari possono essere attenuati con l’uso<br />
di lacrime artificiali.<br />
Il disturbo a carico delle mucose più frequente<br />
nei pazienti che assumono isotretinoina<br />
sistemica è rappresentato dalla<br />
cheilite, localizzata prevalentemente a<br />
livello delle commessure labiali. È causa<br />
di notevole disagio in quanto, se accentuata,<br />
può provocare dolore e limitare l’apertura<br />
della rima buccale. Le labbra sono<br />
secche, desquamanti e presentano piccole<br />
fissure ragadiformi. La cheilite si riscontra<br />
per tutta la durata della terapia<br />
ma solitamente è ben tollerata con l’ausilio<br />
di prodotti emollienti in particolare a<br />
base di fitosqualene e burro di karitè.<br />
Non deve essere sottovalutata la rinite<br />
che può manifestarsi in corso di trattamento.<br />
la mucosa nasale si presenta<br />
secca e talvolta compare desquamazione<br />
a livello delle narici. Nel 12-15% dei<br />
pazienti è presente epistassi secondaria<br />
alla secchezza distrettuale. In questi casi<br />
devono essere consigliati spray umettanti<br />
specifici per le mucose nasali.<br />
Anche alcuni integratori alimentari possono<br />
essere d’ausilio per il mantenimento<br />
della normale funzione e struttura della<br />
barriera cutanea nei pazienti con acne, in<br />
particolare gli omega-3.<br />
È importante sottolineare che i pazienti<br />
devono sempre utilizzare prodotti appropriati<br />
dal momento che la cute acneica è<br />
molto sensibile all’effetto comedogeno di<br />
alcuni loro componenti che possono provocare<br />
microcomedoni chiusi.<br />
SEBO-REGOLAZIONE E CHERATOLISI<br />
G. Micali, A. Tedeschi<br />
Clinica Dermatologica, Università di Catania<br />
L’acne è una patologia la cui cura prevede<br />
numerose terapie topiche e/o sistemiche,<br />
volte al controllo dei suoi diversi fattori<br />
eziopatogenetici. I trattamenti farmacologici<br />
convenzionali possono comunque<br />
essere coadiuvati da idonee indica-<br />
13<br />
zioni cosmetologiche che prevedono una<br />
corretta igiene della cute acneica, l’uso di<br />
sostanze seboregolatrici e/o cheratolitiche,<br />
antibatteriche, antisettiche e/o<br />
antinfiammatorie, nonchè una equilibrata<br />
idratazione, tenendo conto che molti trattamenti<br />
farmacologici possono causare<br />
una eccessiva secchezza cutanea.<br />
I seboregolatori, sostanze in grado di modulare<br />
la secrezione del sebo, e i cheratolitici,<br />
sostanze in grado di rimuovere i<br />
tappi cheratinici e superficializzare le lesioni<br />
comedoniche, occupano senz’altro<br />
un ruolo importante nell’armamentario<br />
cosmetologico del dermatologo.<br />
Per quanto concerne la categoria dei cosiddetti<br />
seboregolatori, va puntualizzato<br />
come per molti di essi non sia chiaro il<br />
loro meccanismo d’azione, che può essere<br />
ricondotto sia ad un’azione sulla 5-<br />
riduttasi o più verosimilmente ad una<br />
sebo-ossidazione, ovvero a ritenere e<br />
attenuare il sebo, determinando un effetto<br />
opaco. Appartengono a questa categoria<br />
l’acido lattico, il carbossimetilcisteinato<br />
di lisina, i derivati degli acidi carbossilici,<br />
i derivati dello zolfo, la fitosfingosina,<br />
la nicotinamide, la piridossina<br />
cloridrato, la piroctone olamina, la<br />
serenoa repens, i liposomi e lo zinco, disponibili<br />
sotto forma di emulsioni, gel<br />
e/o lozioni.<br />
I cheratolitici, invece, sono rappresentati<br />
da α-idrossiacidi (acido glicolico, acido<br />
lattico, acido citrico, acido malico), dall’acido<br />
piruvico e dall’acido salicilico,<br />
sostanze in grado di accelerare il turnover<br />
cellulare, superficializzando le<br />
lesioni comedoniche e rimuovendo i tappi<br />
cheratinici.<br />
CAMOUFLAGE<br />
R. Barbati*, G. Calabrò°<br />
* UO Dermatologia, Ospedale Sant’Eugenio, Roma<br />
° Clinica Dermatologica, Università Federico II,<br />
Napoli<br />
L’estetica ha assunto negli anni un ruolo<br />
sempre più importante nella nostra vita<br />
sociale.<br />
Il paziente che presenta un inestetismo<br />
vive la sua patolgia come un marchio che<br />
lo identifica e differenzia dal resto del<br />
mondo provocando gravi disagi che si<br />
ripercuotono nella vita di relazione.<br />
La cosmetologia correttiva rappresenta<br />
un valido aiuto per questi pazienti perchè<br />
consente la copertura dell’inestetismo,<br />
in attesa dell’effetto positivo della<br />
terapia, mediante la tecnica del camouflage.<br />
Viene riportata l’ampia casistica che di-
14 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
mostra in modo particolarmente suggestivo<br />
l’efficacia di questa tecnica.<br />
LE COSIDDETTE “IDROSADENITI<br />
SUPPURATIVE”: ATTUALITÀ CRITICHE<br />
E PROSPETTIVE TERAPEUTICHE<br />
P. Fabbri<br />
Direttore Dipartimento Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Firenze<br />
Come è noto mentre il termine di idrosadenite<br />
indica un processo infiammatorio<br />
che interessa genericamente le ghiandole<br />
sudoripare, la denominazione di idrosadenite<br />
suppurativa (IS) fu coniata da Verneuil<br />
nel 1854 per indicare una specifica<br />
e autonoma entità nosografica caratterizzata<br />
da formazioni nodulari ad evoluzione<br />
cronico-recidivante con fistolizzazione e<br />
cicatrici, che interessava le aree cutanee<br />
ricche di ghiandole sudoripare apocrine.<br />
Dal momento che l’IS si associa in circa<br />
la metà dei casi ad una forma di acne<br />
severa (nodulo-cistica), nel 1989 Plewig<br />
e Steger hanno approntato per questa frequente<br />
associazione il termine di “acne<br />
inversa” per indicare da una parte la<br />
sostanziale identità etiopatogenetica tra<br />
queste due condizioni, dall’altra l’impegno<br />
topografico di aree cutanee (come le<br />
ascelle e le regioni peri-ano-genitali)<br />
contrapposte a quelle tipiche dell’acne.<br />
Negli anni successivi si dimostrava che<br />
l’acne inversa si associa nel 20% dei casi<br />
a seni e cisti pilonidali del solco intergluteo<br />
(triade acneica) e molto raramente<br />
(< 1% dei casi) ad una follicolite suppurativa<br />
del cuoio capelluto (folliculitis et<br />
perifolliculitis capitis suffodiens et abscedens)<br />
(tetrade acneica). Dal momento<br />
che in tutte e quattro queste condizioni è<br />
stato documentato che l’impegno infiammatorio<br />
delle strutture ghiandolari è<br />
secondario all’occlusione del follicolo<br />
pilosebaceo è stato creato il termine di<br />
sindrome da occlusione follicolare, per<br />
indicare il fattore patogenetico a comune<br />
unificante queste patologie.<br />
A fronte della gravità clinico-evolutiva<br />
dell’IS e allo straordinario impatto psicologico,<br />
sociale, economico che sconvolge<br />
la vita dei pazienti, nella letteratura<br />
recente sono del tutto carenti ricerche<br />
epidemiologiche e patogenetiche, e sono<br />
del tutto assenti studi terapeutici controllati.<br />
In questa presentazione verranno illustrati<br />
gli elementi clinico-morfologici determinanti<br />
per la diagnosi, la problematica<br />
irrisolta in tema di etiologia e patogenesi,<br />
ed infine alcune promettenti ricerche<br />
terapeutiche con farmaci biologici.<br />
ACNE INVERSA: TRE CASI TRATTATI<br />
CON INFLIXIMAB<br />
B. Passarini, A. Antonucci, C. Varotti,<br />
M. Negosanti<br />
Dipartimento di Medicina Interna, dell’Invecchiamento<br />
e Malattie Nefrologiche, Sezione di Dermatologia,<br />
Alma Mater Studiorum Università di Bologna<br />
L’acne inversa, chiamata anche malattia di<br />
Verneuil o idrosadenite suppurativa, è una<br />
patologia infiammatoria cronica altamente<br />
debilitante. Questa condizione si presenta<br />
solitamente con lesioni dolorose ed infiammate<br />
delle ghiandole sudoripare apocrine,<br />
soprattutto della regione inguinale,<br />
ascellare ed anogenitale. L’acne inversa si<br />
presenta soprattutto in età giovanile, ed in<br />
particolare prima dei 40 anni, suggerendo<br />
un ruolo patogenetico per l’influenza<br />
ormonale. Le terapie attualmente in uso<br />
per l’acne inversa comprendono gli antibiotici,<br />
i retinoidi, i corticosteroidi, la<br />
ciclosporina, l’incisione e drenaggio delle<br />
lesioni, l’escissione chirurgica, l’irradiazione<br />
e la laser terapia. Recentemente<br />
sono stati riportati in letteratura casi di<br />
pazienti affetti da acne inversa trattati con<br />
farmaci anti-TNF-alfa, come infliximab.<br />
Riportiamo tre casi di pazienti affetti da<br />
acne inversa trattati con infliximab con<br />
differenti risposte terapeutiche.<br />
RICERCA OSSERVAZIONALE ISOTOP<br />
D. Innocenzi<br />
UOC di Dermatologia,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
Nell’ultimo quadrimestre dello scorso<br />
anno è stata realizzata la ricerca osservazionale<br />
ISOTOP.<br />
Si tratta della prima ricerca sull’utilizzo<br />
dell’isotretinioina per via orale, nella pratica<br />
dermatologica. La ricerca internazionale,<br />
coordinata dalla prof.ssa Brigitte<br />
Dreno (clinica dermatologica di Nantes) è<br />
stata condotta in 14 Paesi europei e dell’area<br />
nord africana.<br />
Hanno partecipato allo studio 790 dermatologi.<br />
Il ramo italiano della ricerca Isotop<br />
è stato presieduto dal prof. Daniele<br />
Innocenzi, presidente IAB, che ha coordinato<br />
i 111 dermatologi partecipanti.<br />
Obiettivo dello studio era confrontare, a<br />
livello internazionale, la posologia abituale<br />
e il valore della dose totale cumulata<br />
di isotretinoina utilizzate per il trattamento<br />
dei pazienti con acne severa e resistente<br />
alle terapie effettuate con protocolli<br />
standardizzati.<br />
Sono stati valutati inoltre: lo schema abituale<br />
di utilizzo nel trattamento dell’acne<br />
severa resistente; la percezione di efficacia<br />
e tollerabilità dei dermatologi partecipanti;<br />
il profilo prescrittivo dell’isotretinoina,<br />
considerando le dichiarazioni di<br />
utilizzo dei dermatologi sia in indicazioni<br />
autorizzate che in quelle non autorizzate.<br />
ISOTRETINOINA: ENTUSIASMI<br />
E DELUSIONI, LEGGI ED EVASIONI<br />
C. Pelfini<br />
Azienda Ospedaliera della Provincia di Pavia<br />
All’entusiastica convinzione di aver<br />
aggiunto alle nostre possibilità terapeutiche<br />
un farmaco in grado di risolvere, totalmente<br />
e definitivamente, acni anche gravi<br />
(convinzione soltanto limitata dalla constatazione<br />
della frequente insorgenza di effetti<br />
collaterali e dalla necessità di prevenire<br />
la teratogenesi) è subentrata la successiva<br />
e progressiva denuncia di successi parziali<br />
(15%) e di recidive anche frequenti: 20-<br />
50% dei casi è la percentuale recentemente<br />
segnalata (Ann. Dermatol. Venererol 135<br />
(1) <strong>2008</strong> pg S112). Doveroso il soffermarsi<br />
sui problemi sottostanti tali dati.<br />
Dal rilievo delle percentuali di gravidanze<br />
con esito in malformati o in aborto nelle<br />
esposte all’isotretinoina, che perduravano<br />
nonostante avvertimenti ed istruzioni<br />
(secondo un inchiesta del 2005 sembrano<br />
stabili sullo 0.26 per mille acneiche trattate)<br />
sono nati i vari programmi di prevenzione<br />
con regole prescrittive sempre più<br />
severe (PPP/BUAS-1998, SMART-2001)<br />
e l’iPLEDGE, ultima regolamentazione<br />
adottata negli USA nel 2005, vincola ad<br />
un circuito informatico pazienti, dermatologi,<br />
farmacisti e ditte, l’erogazione del<br />
farmaco è effettuata mensilmente e solo<br />
ed esclusivamente a soggetti registrati,<br />
dopo l’espletamento di esami, ovviamente<br />
test di gravidanza inclusi e col controllo di<br />
dosaggi totali e di posologie etc. Alla regolamentazione<br />
SMART si è riferita la<br />
comunità europea, con regole recepite ed<br />
emanate anche in Italia dall’AIFA a fine<br />
2005 con valore di legge e con alcune<br />
variazioni che rendono ancora più complessa<br />
la prescrizione. La successiva<br />
decisione di vietare la prescrizione al<br />
medico generico, da un lato sottolinea il<br />
ruolo del dermatologo, dall’altro lato per<br />
l’acneico diviene più onerosa o più difficile,<br />
visto le spesso lunghe liste d’attesa,<br />
l’accesso alla prescrizione. Giustissima la<br />
necessità di operare al meglio per prevenire<br />
la gravidanza ma alcune regole sono<br />
state da noi a suo tempo discusse (sito<br />
SIDEMAST). Questi programmi sono stati<br />
oggetto di critiche specie negli USA e ne<br />
è stata documentata la parziale osservan-<br />
Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
za, nonché la deprecabile conseguenza di<br />
acquisti all’estero o via internet.<br />
Infine un dibattito ha occupato la comunità<br />
dermatologica negli ultimi anni, se<br />
l’isotretinoina inducesse depressione: a<br />
fronte di numerosi articoli (anche sottoposti<br />
a metanalisi) che ne negano il nesso,<br />
qualche voce discorde, anche recente,<br />
emerge. Infine le conclusioni non possono<br />
che ribadire come sia da stigmatizzare<br />
il dermatologo che eviti di usarla per<br />
paura di incorrere in effetti collaterali<br />
ma, nel contempo, indicazioni e regole<br />
debbono essere rispettate.<br />
FLARE-UP, MANCATA RISPOSTA<br />
CLINICA E RECIDIVE DI ACNE CON<br />
ISOTRETINOINA ORALE<br />
V. Bettoli, L. Mantovani, A. Borghi, S. Minghetti,<br />
S. Zauli, A. Virgili<br />
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale,<br />
Sezione di Dermatologia,<br />
Università degli Studi di Ferrara<br />
Se è vero che la isotretinoina orale è il farmaco<br />
più attivo nell’acne è anche vero che<br />
con questo trattamento l’acne non guarisce<br />
nel 100% dei casi. Talvolta si osserva anche<br />
un peggioramento dell’acne stessa nelle fasi<br />
iniziali della terapia, definito flare-up.<br />
Inoltre è possibile osservare dopo una guarigione<br />
completa una recidiva di acne.<br />
La mancata risposta clinica, comunque<br />
rara, può essere ascrivibile tra gli altri, a<br />
fattori come ridotta tollerabilità personale<br />
agli effetti collaterali indotti dal prodotto<br />
con conseguente assunzione di un dosaggio<br />
incongruo, alla ridotta biodisponibilità<br />
del farmaco nel singolo paziente e alla<br />
ridotta aderenza al trattamento.<br />
Il flare-up, fondamentalmente riconosciuto<br />
come reazione idiosincrasica al<br />
farmaco e probabilmente mediata da un<br />
effetto tipo superantigene del P.Acnes, si<br />
manifesta generalmente nelle prime settimane<br />
di terapia. Nell’esperienza personale<br />
un inizio con dosaggi bassi e successiva<br />
lenta crescita, riduce, sia in termini di<br />
frequenza di comparsa che di severità clinica,<br />
l’incidenza del flare-up.<br />
La recidiva è un altro evento che si può<br />
osservare al termine di un trattamento<br />
con isotretinoina. La giovane età, la presenza<br />
di acne grave al dorso e la bassa<br />
dose cumulativa totale di isotretinoina<br />
orale raggiunta, sono alcuni dei fattori<br />
che rendono la recidiva più frequente. È<br />
esperienza personale il fatto che l’utilizzo<br />
di un retinoide topico per la durata di un<br />
anno dopo la sospensione della isotretinoina<br />
orale riduce significativamente<br />
l’incidenza di recidiva.<br />
I RIMEDI NATURALI NELL’ACNE<br />
R. Serri*, M.C. Romano°<br />
* Presidente SKINECO<br />
Associazione Internazionale di Dermatologia<br />
Ecologica<br />
° Vice Presidente SKINECO<br />
Associazione Internazionale di Dermatologia<br />
Ecologica<br />
L’acne volgare è una dermatosi che coinvolge<br />
il follicolo pilosebaceo: è il più frequente<br />
disordine cutaneo di origine multifattoriale,<br />
con prevalenza tra gli adolescenti.<br />
L’acne è caratterizzata da lesioni sia infiammatorie<br />
(papule, pustule, noduli) sia non<br />
infiammatorie (comedoni aperti e chiusi).<br />
I momenti eziopatogenetici dell’acne<br />
individuati sono quattro:<br />
iperplasia delle ghiandole sebacee con<br />
aumento della produzione di sebo, colonizzazione<br />
batterica con P.Acnes, alterazione<br />
del processo di cheratinizzazione, e<br />
infiammazione.<br />
Il P.Acnes in particolare scatena la produzione<br />
di una varietà di molecole biologicamente<br />
attive e di enzimi, come lipasi,<br />
proteasi, ialuronidasi e fattori chemotattici,<br />
tutti coinvolti nella genesi dell’acne<br />
infiammatoria.<br />
Un ruolo importante, nella genesi delle<br />
manifestazioni acneiche, è svolto da fattori<br />
genetici e ormonali, ma anche da<br />
dieta e igiene cosmetica, fattori in grado<br />
di influenzare sia l’ambiente follicolare,<br />
rendendolo più o meno adatto alla crescita<br />
del P.Acnes, sia la risposta infiammatoria<br />
follicolare e cutanea.<br />
Nella nostra esperienza, i rimedi cosiddetti<br />
“naturali”, di derivazione botanica,<br />
possono svolgere un ruolo favorevole<br />
essenzialmente nella limitazione e nella<br />
risoluzione della componente infiammatoria<br />
dell’acne (esempio: aloe, ribes nero,<br />
acido glicirretico, alfa bisabololo), e talvolta<br />
dell’eccessiva colonizzazione batterica<br />
(tea tree oil, neem), ma ben poco<br />
influenzano l’alterazione del processo di<br />
cheratinizzazione, tipico della dermatosi,<br />
e l’iperplasia sebacea con seborrea.<br />
ACNE E INTEGRATORI<br />
S. Veraldi<br />
Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena, Milano<br />
Secondo il Decreto Legge n. 169 del 21<br />
maggio 2004, gli integratori alimentari<br />
sono “prodotti alimentari destinati ad<br />
integrare la comune dieta e che costituiscono<br />
una fonte concentrata di sostanze<br />
15<br />
nutritive, quali le vitamine e i minerali, o<br />
di altre sostanze aventi un effetto nutritivo<br />
o fisiologico, in particolare ma non in<br />
via esclusiva aminoacidi, acidi grassi<br />
essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale,<br />
(...), in forme predosate”. Tuttavia,<br />
si possono considerare integratori alimentari<br />
anche le proteine, alcune vitamine<br />
(C, E e H), i sali minerali, il coenzima<br />
Q10, i fito-estrogeni, l’acido lipoico,...<br />
Quindi, gli integratori alimentari sono<br />
prodotti che integrano la normale alimentazione<br />
con sostanze che possono essere<br />
presenti in quantitativi insufficienti nella<br />
normale dieta.<br />
Per tutti gli integratori alimentari è stato<br />
stabilito l’apporto giornaliero consigliato<br />
(Recommended Daily Assumption [RDA])<br />
e/o massimo.<br />
L’autore presenta una revisione critica<br />
della letteratura internazionale e la sua<br />
personale esperienza clinica relative<br />
all’utilizzo degli integratori alimentari nel<br />
trattamento dell’acne.<br />
ACIDI GRASSI E ACNE<br />
E. Berardesca<br />
Istituto Dermatologico San Gallicano, IRCCS,<br />
Roma<br />
All’eziopatogenesi dell’acne contribuiscono<br />
differenti fattori quali una aumentata<br />
produzione di sebo androgeno-mediata,<br />
alterazione della composizione del<br />
sebo, ipercheratinizzazione dei cheratinociti<br />
follicolari e colonizzazione batterica<br />
da parte del Propionibacterium Acnes.<br />
Anche se non necessariamente una aumentata<br />
produzione di sebo porta allo sviluppo<br />
dell’acne, esiste un rapporto lineare<br />
tra la quantità di sebo prodotto e la<br />
severità del quadro acneico. La modificazione<br />
del sebo può essere ritenuta come<br />
causa scatenante di una serie di eventi<br />
che portano dinamicamente alla formazione<br />
della lesione acneica. Il sebo è<br />
principalmente composto da trigliceridi<br />
(57% circa), squalene, colesterolo, esteri<br />
del colesterolo ed esteri cerosi. Sotto<br />
l’azione delle lipasi rilasciate dal Propionibacterium<br />
Acnes si ha l’idrolisi dei<br />
trigliceridi e liberazione di acidi grassi<br />
caratterizzati da attività infiammatoria<br />
(probabilmente causa dell’aumento di<br />
interleuchina 1 rilevabile nel comedone)<br />
e conseguente azione sull’ipercheratinizzazione<br />
dell’epitelio follicolare.<br />
Nel paziente acneico la quantità di acido<br />
linoleico risulta essere diminuita rispetto<br />
alla cute normale. L’acido linoleico contribuisce<br />
a mantenere in buono stato<br />
l’epitelio follicolare e contribuisce a pre-
16 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
servarne le funzioni di barriera. Valutando<br />
più attentamente il ruolo giocato da<br />
questo acido grasso essenziale nel bilanciare<br />
l’omeostasi dell’unità pilosebacea<br />
vediamo che il ruolo da esso giocato è<br />
direttamente correlato sia alla sua azione<br />
nei confronti della differenziazione e proliferazione<br />
dei cheratinociti, alla produzione<br />
di sebo ed ad una inibizione dell’attività<br />
della 5 alfa riduttasi. L’acido linoleico<br />
è un attivatore dei PPARs (peroxisome<br />
proliferator-activated receptors).<br />
L’attivazione dei PPAR da parte dell’acido<br />
linoleico induce la differenziazione<br />
ed inibisce la proliferazione dei cheratinociti<br />
modulando l’ipercheratinizzazione<br />
dell’epitelio follicolare. L’attivazione dei<br />
PPAR e dei PPAR permette di regolare<br />
la lipogenesi e quindi la produzione di<br />
sebo. L’acido linoleico è un efficiente inibitore<br />
dell’attività enzimatica della 5riduttasi.<br />
INTEGRATORI NELL’ACNE:<br />
QUALE FUTURO?<br />
A. Frasin<br />
U.O. Dermatologia, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena, Milano<br />
Scopo della relazione è approfondire il<br />
reale valore dell’uso degli integratori alimentari<br />
nel trattamento di alcune forme<br />
lievi/medie di Acne e di presentare i risultati<br />
preliminari di uno studio volto a<br />
valutare l’efficacia di un trattamento topico<br />
a base di Retinolo puro in associazione<br />
all’uso di un Integratore Alimentare a<br />
base di Lattoferrina.<br />
Negli ultimi anni è notevolmente aumentato<br />
il consumo di prodotti assunti per via<br />
orale, i cosiddetti “nutriceutici”, come<br />
complemento al trattamento di numerose<br />
patologie dermatologiche. Questi prodotti<br />
costituiscono una fonte concentrata di<br />
nutrienti o sostanze ad effetto fisiologico,<br />
destinati ad integrare o a complementare<br />
la dieta: nel caso dell’acne, nonostante<br />
venga proposto un numero sempre crescente<br />
di “nutriceutici”, esistono, al momento,<br />
pochissime prove scientifiche a<br />
loro supporto.<br />
In questo senso un certo interesse ha<br />
suscitato la nicotinamide, forma attiva<br />
dell’acido nicotinico, sia da sola che in<br />
combinazione con lo zinco, in virtù dell’attività<br />
antinfiammatoria per inibizione<br />
della chemiotassi dei neutrofili e della<br />
produzione di citochine proinfiammatorie<br />
(Fivenson DP, 2006).<br />
Un altro esempio è rappresentato dalla<br />
lattoferrina, glicoproteina normalmente<br />
presente nell’organismo umano, che possiede<br />
comprovate azioni: batteriostatiche,<br />
antinfiammatorie e antiossidanti (Caccavo<br />
D, 2002). Nell’acne, la lattoferrina agisce<br />
inibendo lo sviluppo del P.Acnes e<br />
contrastando l’infiammazione a livello<br />
follicolare (Jenssen H <strong>2008</strong>). L’azione antibatterica<br />
avviene con la sottrazione del<br />
ferro e la distruzione della membrana cellulare<br />
del P.Acnes mentre l’azione antinfiammatoria<br />
si spiega atraverso la regolazione<br />
del rilascio di interleuchine, soprattutto<br />
IL-6 e TNF-alpha (Kimber I,<br />
2002). Questi razionali sono alla base<br />
della scelta della Lattoferrina per “integrare”<br />
dall’interno le azioni svolte dal<br />
Retinolo a livello topico.<br />
Un lavoro per valutare l’efficacia dei due<br />
componenti utilizzati singolarmente verso<br />
l’efficacia dell’uso degli stessi ma in trattamento<br />
sinergico (100 mg di Lattoferrina +<br />
1 applicazione di Retinolo topico al giorno<br />
con controlli a 4 e 8 settimane), è in corso<br />
in tre differenti centri: la relazione presenta<br />
i risultati preliminari di questo studio.<br />
BIOCHIMICA E MECCANISMO<br />
D’AZIONE<br />
D. Innocenzi, E. Tolino, N. Skroza, E. Papuzzo<br />
UOC di Dermatologia,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
La nicotinamide (niacinamide), l’amide<br />
idrosolubile dell’acido nicotinico (niacina),<br />
è una delle due pricipali forme delle vitamine<br />
del complesso B denominate B3. La<br />
sua struttura consiste di un anello pirimidinico<br />
con un gruppo amidico in posizione 3.<br />
È un componente dei più importanti coenzimi<br />
coinvolti nelle reazioni di ossidoriduzione,<br />
la nicotinamide adenina dinucleotide<br />
(NAD) e la nicotinamide adenina dinucleotide<br />
fosfato (NADP). NAD (coenzima I)<br />
e NADP (coenzima II) hanno un ruolo vitale<br />
nel metabolismo come coenzimi di molte<br />
proteine che catalizzano reazioni di ossidoriduzione<br />
essenziali per la respirazione dei<br />
tessuti. L’acido nicotinico e la nicotinamide<br />
hanno le stesse funzioni come vitamine,<br />
mentre differiscono notevolmente come<br />
agenti farmacologici; infatti l’acido nicotinico<br />
non viene trasformato direttamente in<br />
nicotinamide, la quale invece deriva solo<br />
dal metabolismo del NAD. Somministrate<br />
ad un basso dosaggio, come per esempio<br />
nei supplementi vitaminici, entrambe le<br />
sostanze svolgono una attività pressoché<br />
identica, mentre aumentando la dose l’azione<br />
farmacologica diventa differente tra<br />
l’una e l’altra forma.<br />
Diversi meccanismi d’azione sono stati<br />
proposti per spiegare i molteplici impieghi<br />
della nicotinamide in campo medico.<br />
La nicotinamide è l’inibitore della poli<br />
(ADP-ribose) polimerasi I (PARP-I)<br />
un’enzima che contribuisce alla riparazione<br />
del DNA, di cui un’eccessiva azione<br />
causa la disfunzione e la necrosi cellulare.<br />
PARP aumenta la trascrizione<br />
mediata del fattore- kb nucleare (NF-kb)<br />
che svolge il ruolo centrale nella espressione<br />
delle citochine, di molecole di adesione<br />
e di mediatori dell’infiammazione.<br />
La nicotinamide inibisce l’espressione<br />
delle molecole di adesione intracellulare-I<br />
(ICAM-I) e del complesso maggiore<br />
di istocompatibilità di II classe (MCH-<br />
II), nonché la produzione di interleuchina<br />
(IL-12), fattore della necrosi tumorale-<br />
(TNF−), IL-I, fattore inibente la<br />
migrazione dei macrofagi (MIF).<br />
Inoltre la nicotinamide è un potente inibitore<br />
della fosfodiesterasi (PDE), ciò determina<br />
un’aumento dell’AMP ciclico<br />
(cAMP) che inibisce il rilascio di proteasi<br />
dai leucociti e la trasformazione linfocitaria.<br />
Blocca, anche, il rilascio dei mediatori<br />
da parte dei mastociti e inibisce la chemiotassi<br />
dei neutrofili ed eosinofili.<br />
La nicotinamide è in grado di eliminare i<br />
radicali liberi dell’ossigeno e di inibire<br />
l’induzione dell’mRNA della sintasi dell’ossido<br />
nitrico nei macrofagi attivati.<br />
Incrementa la biosintesi delle ceramidi<br />
dalla cui degradazione derivano sfingosine.<br />
Inibisce la protein chinasi C (PKC) e riduce<br />
la proliferazione delle cellule basali.<br />
È stato dimostrato che la nicotinamide<br />
può inibire gli enzimi della citocromo<br />
P450 e che può indurre un effetto analogo<br />
alle benzodiazepine senza il legame al<br />
recettore per il GABA. Le sue proprietà<br />
citostatiche sono state stabilite in vitro e<br />
sono amplificate dalla presenza di vitaminea<br />
C, E e beta-carotene insieme.<br />
LA NICOTINAMIDE TOPICA<br />
NEL TRATTAMENTO DELL’ACNE<br />
S. Veraldi*, R. Schianchi° e Italian Acne Board (M.<br />
Barbareschi, Milano; V. Bettoli, Ferrara;<br />
G. Fabbrocini, Napoli; D. Innocenzi, Roma;<br />
G. Micali, Catania; G. Monfrecola, Napoli)<br />
* Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena, Milano<br />
° Istituto Dermatologico Europeo, Milano<br />
La vitamina PP (o niacina) corrisponde a<br />
due composti: l’acido nicotinico (o acido<br />
piridina-3-carbossilico) e la nicotinamide<br />
(o amide dell’acido nicotinico): quest’ultima<br />
differisce dall’acido nicotinico per la<br />
Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
sostituzione di un gruppo ossidrilico con<br />
un gruppo aminico.<br />
La nicotinamide è il precursore di due<br />
molecole di grandissima importanza metabolica:<br />
il nicotinamide-adenina-dinucleotide<br />
(NAD) e il nicotinamide-adenina-dinucleotide-fosfato<br />
(NADP).<br />
Nel recente passato, la nicotinamide topica<br />
è stata utilizzata a varie concentrazioni<br />
e in varie formulazioni nel trattamento<br />
dell’acne, soprattutto per l’azione batteriostatica<br />
nei confronti di Propionibacterium<br />
Acnes (1) , per l’azione anti-infiammatoria<br />
(2) e per l’effetto sebostatico (3) .<br />
L’autore presenta i risultati di uno studio<br />
clinico pilota aperto, condotto dall’Italian<br />
Acne Board, relativo all’attività e alla tollerabilità<br />
di una crema oil-free a base di<br />
nicotinamide al 4%.<br />
Bibliografia:<br />
1. Shalita AR, Smith JG, Parish LC, Sofman MS,<br />
Chalker DK. Topical nicotinamide compared with<br />
clindamycin gel in the treatment of inflammatory<br />
acne vulgaris. Int J Dermatol 1995; 34: 434-7.<br />
2. Fivenson DP. The mechanisms of action of nicotinamide<br />
and zinc in inflammatory skin disease.<br />
Cutis 2006; 77 (Suppl 1): 5-10.<br />
3. Draelos ZD, Matsubara A, Smiles K. The effect of<br />
2% niacinamide on facial sebum production. J<br />
Cosmet Laser Ther 2006; 8: 96-101.<br />
TERAPIA SISTEMICA CON<br />
NICOTINAMIDE<br />
N. Skroza, E. Tolino, F. Nicolucci, C. Potenza,<br />
I. Proietti, D. Innocenzi<br />
UOC di Dermatologia,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia, Polo Pontino<br />
Università “Sapienza” Roma<br />
La nicotinamide (niacinamide), amide<br />
idrosolubile dell’acido nicotinico (niacina),<br />
è una delle due pricipali forme delle<br />
vitamine del complesso B, denominate<br />
B3. Si tratta di un componente dei più im-<br />
portanti coenzimi coinvolti nelle reazioni<br />
di ossidoriduzione, la nicotinamide adenina<br />
dinucleotide (NAD) e la nicotinamide<br />
adenina dinucleotide fosfato (NADP).<br />
Numerosi studi suggeriscono che la nicotinamide<br />
può essere utilizzata nella cura<br />
di patologie dermatologiche e sistemiche,<br />
in formulazioni topiche o per via sistemica.<br />
Essa agisce come agente antiossidante,<br />
antiinfiammatorio e immunomodulante.<br />
Svolge inoltre, un’azione inibitoria<br />
sulla produzione di sebo.<br />
La nicotinamide è stata utilizzata nel trattamento<br />
dell’acne per la prima volta negli<br />
anni ’70, ma solo negli ultimi 20 anni<br />
sono stati condotti numerosi studi clinici<br />
per valutarne l’efficacia nella somministrazione<br />
orale e topica, da sola o in combinazione<br />
con altri farmaci (zinco, antibiotici<br />
topici e/o sistemici, retinoidi topici,<br />
benzoil perossido).<br />
Il razionale della terapia sistemica dell’acne<br />
con la nicotinamide riguarda i suoi<br />
noti effetti antinfiammatori, il blocco<br />
della secrezione istaminica, l’aumento di<br />
energia cellulare attraverso il mantenimento<br />
dell’equilibrio dei coenzimi, l’effetto<br />
riduttivo sulla sebosecrezione.<br />
Recenti studi dimostrano risultati molto<br />
entusiasmanti circa l’uso sistemico della<br />
nicotinamide, da sola o in combinazione,<br />
nel trattamento dell’acne volgare intermedia.<br />
È stato riscontrato un miglioramento<br />
più veloce rispetto alle terapie<br />
standard, privo di effetti collaterali e<br />
senza il pericolo dello sviluppo di resistenza<br />
batterica con significativa compliance<br />
da parte del paziente.<br />
LA BELLEZZA SVANITA<br />
C. Rigoni, A. Cantù, M. Alessi<br />
Milano<br />
Nell’era dell’immagine l’acne è percepita<br />
come una patologia del doppio disa-<br />
17<br />
gio: la presenza sul volto o in altri<br />
distretti corporei di lesioni ritenute<br />
“deturpanti” e la successiva formazione<br />
di esiti cicatriziali permanenti. Seppur<br />
sia vero che oggi ci siano molte più possibilità<br />
di attenuare, nascondere o<br />
migliorare la situazione, ai fini del rapporto<br />
con il proprio corpo, l’essere portatori<br />
di un disagio, spesso molto evidente,<br />
resta di per sé un problema psicologico<br />
non indifferente.<br />
Ciò obbliga il dermatologo ad acquisire<br />
conoscenze più vaste e ad approfondire<br />
tematiche ritenute sino a pochi anni fa<br />
apparentemente superficiali.<br />
Gli autori riportano la classificazione<br />
delle cicatrici acneiche e le tecniche più<br />
in uso nel trattamento delle stesse.<br />
Bibliografia:<br />
- J Drug in Dermatol 2007 vol 6 Issue1.<br />
- J Dermatol Surg Oncol 1990: 16; 557-563.<br />
LE CICATRICI POST-ACNEICHE:<br />
CLASSIFICAZIONE<br />
G. Micali<br />
Clinica Dermatologica, Università di Catania<br />
La relazione fra dermatologo e paziente<br />
acneico assume connotazioni particolari<br />
soprattutto quando sono presenti segni<br />
cicatriziali che possono essere particolarmente<br />
deturpanti e prevalere sui sintomi.<br />
Infatti, la presenza di cicatrici, soprattutto<br />
se localizzate al volto, oltre ad aggravare<br />
il quadro clinico, peggiora la qualità di<br />
vita del paziente, molto spesso creando<br />
grave disagio psichico e interferendo<br />
negativamente sulla vita di relazione.<br />
L’acne può determinare diversi tipi di<br />
cicatrici, generalmente correlate alla<br />
gravità del quadro clinico, e più frequentemente<br />
presenti nei casi non trattati. Un<br />
approccio razionale alla classificazione<br />
delle cicatrici post-acneiche si basa
18 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
sulla valutazione sia della morfologia di<br />
tali lesioni, sia del loro numero e distribuzione,<br />
in modo da ottenere uno score<br />
integrato, utile a guidare la scelta terapeutica.<br />
PEELING<br />
M.P. De Padova<br />
Ospedale Privato Accreditato “Nigrisoli”, Bologna<br />
Le cicatrici acneiche costituiscono un<br />
problema estetico molto sentito, che non<br />
infrequentemente può determinare nei<br />
soggetti affetti perdita di autostima e conseguente<br />
difficoltà a relazionarsi con gli<br />
altri. Notevoli passi avanti sono stati fatti<br />
nelle modalità di trattamento di tale patologia.<br />
La confusione dettata dall’impropria<br />
e scarsamente dettagliata terminologia,<br />
adottata per la descrizione delle stesse,<br />
che inevitabilmente incideva sulla<br />
scelta del relativo trattamento dermatologico,<br />
è stata sostanzialmente superata.<br />
Grazie ad una recente classificazione, infatti<br />
è oggi possibile distinguere le cicatrici<br />
acneiche in 3 categorie generali, che<br />
tengano conto della larghezza, della profondità<br />
e della struttura tridimensionale:<br />
icepick, boxcar, rolling. Ogni tipo di<br />
cicatrice presenta un metodo di trattamento<br />
diverso,quindi l’abilità di identificare<br />
correttamente il tipo di cicatrice e di<br />
effettuare il giusto trattamento può portare<br />
ad un sostanziale miglioramento<br />
cosmetico. È importante rendere edotto il<br />
paziente che il processo di guarigione<br />
può richiedere più di un trattamento e<br />
che l’utilizzo di tecniche multiple complementari<br />
può produrre risultati più evidenti.<br />
La disponibilità delle diverse procedure<br />
terapeutiche non aiuterà, però, ad<br />
eliminarle del tutto, ma quello che si può<br />
ottenere è ridurne la profondità. I peeling<br />
superficiali-medi rappresentano uno dei<br />
mezzi più utilizzati in quanto sono in<br />
grado di determinare una reazione infiammatoria<br />
controllata con successiva<br />
produzione di nuove fibre collagene e di<br />
glicosaminoglicani con un effetto dermoplastico<br />
e levigante sulle cicatrici tipo<br />
boxcar. Negli ultimi anni sono state utilizzate<br />
sostanze peeling, spesso in associazione,<br />
con lo scopo di ottenere un<br />
risultato evidente non soltanto sfruttando<br />
la potenza di una singola sostanza, quanto<br />
migliorare la sinergia d’azione di acidi<br />
potenti quali l’acido tricloracetico a bassa<br />
concentrazione, associato ad altre sostanze<br />
esfolianti come l’acido salicilico o<br />
l’acido piruvico. In questo modo, viene<br />
personalizzata la scelta del peeling al fine<br />
di ottenere un risultato cosmetologica-<br />
mente buono, ma tendendo alla massima<br />
tollerabilità. Vengono presentate le indicazioni<br />
e le modalità di applicazioni di un<br />
peeling combinato con acido salicilico al<br />
25% in soluzione alcolica associato ad<br />
acido tricloracetico in diverse concentrazioni<br />
(18-25-30%) nelle cicatrici superficiali<br />
e nelle macule eritematose postacneiche.<br />
Questo peeling può essere<br />
ripetuto circa ogni mese, o comunque ad<br />
un intervallo di tempo che consenta di<br />
completare in parte il processo di riepitelizzazione.<br />
Nell’esperienza dell’autore,<br />
un peeling combinato ripetuto è molto<br />
più efficace se viene eseguito prima che<br />
si verifichi la guarigione del peeling precedente<br />
(generalmente circa un mese<br />
dopo il peeling iniziale), rispetto ad un<br />
peeling medio-profondo ripetuto dopo 6<br />
mesi ma con un più alto rischio di effetti<br />
collaterali.<br />
IL NEEDLING<br />
D. Innocenzi, I. Proietti, F. Nicolucci, M.C. Potenza,<br />
B. Grossi<br />
UOC di Dermatologia,<br />
I Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />
Polo Pontino, “Sapienza” Università di Roma<br />
L’acne può essere frequentemente complicata<br />
da esiti cicatriziali che, soprattutto<br />
se localizzati al volto, causano oltre ai<br />
ben noti danni estetici, frustrazione, problemi<br />
psicologici e mancata accettazione<br />
della propria persona. Le cicatrici si possono<br />
presentare come aree depresse,<br />
come lesioni ipertrofiche o cheloidee,<br />
oppure come lesioni atrofiche. Icepick<br />
scars, rolling scars, boxcar scars rappresentano<br />
le forme cicatriziali più frequentemente<br />
osservate nell’acne.<br />
Diverse sono le procedure usate per attenuare<br />
o eliminare le cicatrici acneiche:<br />
peeling, dermoabrasione, laser. Di recente<br />
è stata introdotta una nuova metodica:<br />
la collagen induction therapy (CIT) o<br />
needling. La CIT che si ottiene attraverso<br />
micro-punture multiple della cute<br />
(needling), stimola una cascata sequenziale<br />
d’eventi mediati da cellule attivate<br />
che esplicano numerose funzioni, tra le<br />
quali la sintesi di collagene e di altre<br />
componenti della matrice cellulare.<br />
Vengono utilizzati medical devices caratterizzati<br />
da un “rocchetto” sul quale sono<br />
stati inseriti aghi di lunghezza e dimensione<br />
variabili in grado di penetrare<br />
nella cute più o meno profondamente (da<br />
0,13 mm nel “home use” a 0,5 mm o 1,5<br />
mm nella serie professionale). Da questa<br />
loro caratteristica derivano particolari e<br />
specifiche indicazioni d’uso. I micro-<br />
aghi penetrano la superficie cutanea<br />
creando dei micro-fori.<br />
IL TRATTAMENTO MEDICO DELLE<br />
CICATRICI ACNEICHE<br />
G. Fabbrocini, M. Barbareschi, V. Bettoli,<br />
D. Innocenzi, G, Micali, G. Monfrecola, S. Veraldi<br />
Italian Acne Board<br />
Gli esiti cicatriziali sono una complicanza<br />
che accomuna diverse patologie dermatologiche<br />
molte delle quali estremamente<br />
diffuse, come l’acne volgare. Esse<br />
costituiscono una vera sfida per il dermatologo<br />
e possono presentarsi con caratteristiche<br />
istologiche e macroscopiche<br />
variabili che richiedono approcci terapeutici<br />
differenti. Nella prima valutazione<br />
del paziente con cicatrici post-acneiche<br />
è essenziale classificare il tipo di<br />
cicatrice in base all’aspetto clinico, alla<br />
profondità e all’estensione della superficie.<br />
Tra le diverse classificazioni attualmente<br />
disponibili, una delle più utili<br />
nella pratica clinica in quanto semplice,<br />
completa e facilmente applicabile è<br />
quella recentemente proposta da Goodman<br />
and Barron. Benché le cicatrici<br />
post-acneiche siano estremamente comuni,<br />
esse sono una vera sfida terapeutica<br />
per il dermatologo e richiedono spesso<br />
trattamenti combinati per raggiungere<br />
risultati soddisfacenti. Non a caso negli<br />
ultimi anni la ricerca scientifica ha proposto<br />
nuove strategie terapeutiche per il<br />
management delle cicatrici post-acneiche.<br />
Tra queste annoveriamo i peeling<br />
con acido tricloroacetico ad elevate concentrazioni<br />
(50-90%) e lo skin needling<br />
che prevede l’utilizzo di aghi multipli<br />
che penetrano nel derma e stimolano la<br />
produzione di collagene. Queste tecniche<br />
danno risultati ottimali sulle cicatrici<br />
atrofiche. Per quanto riguarda invece le<br />
cicatrici ipertrofiche diversi autori hanno<br />
evidenziato l’importanza dell’iniezione<br />
intralesionale di corticosteroidi e dell’utilizzo<br />
di lamine di gel di silicone.<br />
Quest’ultimo approccio, tuttavia, risulta<br />
difficile in alcuni casi, come cicatrici<br />
troppo prominenti rispetto ai tessuti circostanti<br />
per la difficoltà di applicazione<br />
di tali lamine in alcune sedi cutanee.<br />
Recentemente, dati della letteratura<br />
hanno suggerito l’impiego di una nuova<br />
formulazione del silicone sotto forma di<br />
gel liquido approvato dall’FDA per la<br />
sua capacità di superare tali difficoltà<br />
tecniche incrementando la compliance<br />
del paziente. Al fine di valutare l’efficacia<br />
di questo approccio, un gruppo di<br />
57 pazienti con cicatrici ipertrofiche è<br />
Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
stato trattato con gel di silicone liquido<br />
due volte al giorno per quattro mesi,<br />
selezionati nei 5 centri italiani di Dermatologia<br />
afferenti all’Italian Acne Board<br />
(Catania, Ferrara, Napoli, Roma e Milano)<br />
dall’ottobre 2007 al febbraio <strong>2008</strong>. I<br />
risultati sono stati valutati ad 8 settimane<br />
ed il miglioramento delle cicatrici<br />
ipertrofiche è stato valutato fotograficamente<br />
ottenendo una riduzione dello<br />
spessore delle cicatrici tra il 40% ed il<br />
50% in media. Non sono stati registrati<br />
effetti collaterali e la compliance al trattamento<br />
è stata molto soddisfacente.<br />
In conclusione, benché non esista una<br />
terapia ideale nel trattamento delle cicatrici<br />
d’acne, nuove molecole e nuove formulazioni<br />
che sostituiscono le lamine di<br />
silicone recentemente introdotte nella<br />
pratica clinica hanno dimostrato risultati<br />
molto incoraggianti soprattutto nel trattamento<br />
di una tipologia di cicatrice, quale<br />
quella ipertrofica, che difficilmente<br />
risponde favorevolmente ai trattamenti<br />
comunemente impiegati.<br />
EFFICACIA E TOLLERABILITÀ<br />
DI UN TRATTAMENTO IDRATANTE<br />
E LENITIVO SULL’IRRITAZIONE<br />
CUTANEA INDOTTA DA<br />
ISOTRETINOINA ORALE: STUDIO<br />
MULTICENTRICO<br />
A. Cristaudo<br />
IFO, Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS,<br />
Roma<br />
L’acne è una malattia cutanea cronica<br />
infiammatoria dell’unità pilo-sebacea<br />
che colpisce circa l’80% dei giovani<br />
adulti e degli adolescenti. Interessa più<br />
fattori eziologici, comprendenti aumentata<br />
produzione di sebo, ipercheratinizzazione<br />
follicolare, proliferazione del<br />
P.Acnes ed infiammazione. L’isotretinoina<br />
orale è un farmaco efficace per i<br />
principali fattori patogenetici dell’acne,<br />
in grado di determinare remissioni prolungate<br />
e la guarigione. Tuttavia l’utilizzo<br />
di questo farmaco, le cui indicazioni<br />
sono l’acne severa nodulo-cistica e<br />
l’acne resistente ai trattamenti classici<br />
per più di tre mesi, è associata a numerosi,<br />
ed in alcuni casi gravi, effetti collaterali.<br />
Dopo alcune settimane dall’inizio<br />
della terapia si osserva, infatti, la comparsa<br />
di numerose lesioni localizzate a<br />
livello cutaneo e mucoso (secchezza<br />
severa, desquamazione, eritema, cheilite<br />
e congiuntivite). È necessario, pertanto,<br />
instaurare un trattamento specifico per<br />
garantire una migliore compliance del<br />
paziente alla terapia.<br />
Scopo dello studio è stato quello di valutare,<br />
in soggetti che effettuavano terapia<br />
con isotretinona orale da circa 1 mese e<br />
con segni clinici evidenti di irritazione<br />
cutanea, l’efficacia e la tollerabilità di un<br />
programma completo di igiene e idratazione<br />
nel limitare gli effetti indesiderati<br />
indotti dalla terapia. Nello studio, multicentrico,<br />
non comparativo, aperto, sono<br />
stati arruolati 111 soggetti, di età compresa<br />
tra 15 e 40 anni, rispondenti ai criteri<br />
di inclusione. I pazienti sono stati<br />
sottoposti a 2 visite dermatologiche di<br />
controllo una all’inclusione (G0) e l’altra<br />
dopo circa 28 giorni (G28 ± 2). Sia nella<br />
visita iniziale che in quella di controllo<br />
veniva valutata, da parte del medico, sia<br />
la gravità del quadro clinico (eritema,<br />
xerosi, desquamazione, cheilite, ecc.) che<br />
l’estensione della dermatosi, attraverso<br />
uno score visivo (con valori da 0 a 3). In<br />
G28 venivano rivalutate, da parte dell’investigatore<br />
le variazioni delle manifestazioni<br />
cliniche, l’efficacia complessiva, il<br />
grado di soddisfazione e la tollerabilità<br />
del trattamento; veniva, inoltre, valutato<br />
il grado di soddisfazione da parte del<br />
paziente.<br />
I risultati hanno dimostrato che il programma<br />
emolliente specifico è efficace<br />
nel ridurre l’intensità dei sintomi legati<br />
all’irritazione (secchezza, desquamazione,<br />
eritema, cheilite) dopo 4 settimane<br />
(p < 0.0001). In conclusione lo studio<br />
ha messo in evidenza che il trattamento<br />
idratante e lenitivo, quando applicato in<br />
modo regolare e continuo, è efficace e<br />
ben tollerato e può essere considerato<br />
un utile trattamento cosmetico complementare<br />
in corso di terapia con retinoidi<br />
orali.<br />
ERUZIONE ACNEIFORME<br />
DA VITAMINA B12<br />
V. Trevisan, S. Veraldi<br />
Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena, Milano<br />
Una donna di 43 anni fu trattata, a causa<br />
di depressione e astenia, con un integratore<br />
per via i.m. a base di vitamina B12.<br />
Dopo tre settimane dall’inizio della terapia,<br />
la paziente sviluppò un’eruzione<br />
acneiforme localizzata soprattutto al<br />
volto, ma diffusa anche alle spalle, al<br />
torace e al dorso. L’eruzione era caratterizzata<br />
da papule e pustole; non si osservarono<br />
comedoni. Il dosaggio della vitamina<br />
B12 sierica risultò essere, con<br />
metodo immunoenzimatico, di 2840<br />
19<br />
pg/ml (valori normali: 180-900 pg/ml).<br />
Tutti gli altri esami di laboratorio e strumentali<br />
risultarono nella norma o negativi.<br />
L’integratore fu sospeso. La paziente<br />
fu trattata con azitromicina orale. In circa<br />
tre settimane si osservò un miglioramento.<br />
La remissione completa si ottenne in<br />
circa sei settimane. Il follow up fu negativo<br />
a undici mesi.<br />
L’eruzione acneiforme da vitamina B12 è<br />
stata descritta per la prima volta da<br />
Jadassohn nel 1958. Da allora, è stata<br />
riportata in letteratura non più di una<br />
decina di casi. Questa eruzione è causata<br />
soprattutto da vitamina B12 per via<br />
i.m.; rari casi sono stati provocati da<br />
vitamina B12 associata alla vitamina B1<br />
o alla B2 o alla B6. È stata osservata<br />
soprattutto in donne adulte, in quanto la<br />
vitamina B12 è stata, ed è, utilizzata<br />
soprattutto nel sesso femminile in gravidanza;<br />
altri utilizzi sono il trattamento di<br />
calo ponderale, anoressia, anemie,<br />
nevriti. La comparsa dell’eruzione è<br />
spesso acuta, su cute sana o con preesistente<br />
rosacea o dermatite seborroica.<br />
L’eruzione è molto spesso monomorfa,<br />
caratterizzata da papule e pustole eritematose<br />
diffuse soprattutto al volto, ma<br />
anche al collo, alle spalle, al torace e al<br />
dorso. I comedoni e le cisti sono in numero<br />
molto scarso o assenti. La remissione<br />
completa spontanea si osserva<br />
dopo 3-8 settimane dalla sospensione<br />
della vitamina. La recentissima scoperta<br />
(2007), ad opera di Tewary, che il metabolismo<br />
anaerobio di Propionibacterium<br />
Acnes è vitamina B12-dipendente, giustifica,<br />
come nel nostro caso, l’utilizzo di<br />
un antibiotico sistemico. Un’altra ipotesi<br />
patogenetica è basata sul possibile<br />
ruolo dello iodio, che è utilizzato nell’estrazione<br />
della vitamina B12. Infine, è<br />
possibile che queste eruzioni siano<br />
dovute, più che alla vitamina B12, alle<br />
sue forme metabolicamente attive, cioè<br />
la desossiadenosilcobalamina e la metilcobalamina.<br />
ROSACEA DA AMIODARONE<br />
L. Maffeis, S. Veraldi<br />
Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena, Milano<br />
L’amiodarone è un farmaco antiaritmico.<br />
I suoi effetti collaterali sono caratterizzati<br />
da tossicità cardiovascolare, polmonare,<br />
tiroidea, oculare, neurologica,<br />
gastrointestinale e cutanea. Gli effetti<br />
collaterali cutanei sono comuni, ma soli-
20 Volume 6 • Numero 4 • <strong>Settembre</strong>-<strong>Ottobre</strong> <strong>2008</strong><br />
tamente non gravi. Le manifestazioni più<br />
frequenti sono fotosensibilità e iperpigmentazione<br />
nelle aree foto-esposte.<br />
Inoltre, l’amiodarone è stato raramente<br />
responsabile di rash allergici, vasculiti<br />
leucocitoclasiche, dermatiti esfoliative e<br />
necrolisi epidermica tossica. In letteratura<br />
è stato fino a oggi pubblicato un<br />
unico caso di rosacea, caratterizzata da<br />
teleangectasie, rinofima e calazi multipli,<br />
causata dall’amiodarone.<br />
Descriviamo un caso di rosacea in un<br />
paziente trattato con amiodarone per sei<br />
mesi. La dermatite non rispondeva alle<br />
terapie topiche e sistemiche specifiche<br />
per la rosacea, ma è rapidamente migliorata<br />
dopo l’interruzione della terapia con<br />
amiodarone.<br />
SACROILEITE UNILATERALE SECON-<br />
DARIA A TERAPIA SISTEMICA CON<br />
ISOTRETINOINA<br />
M. Barbareschi, M. Valsecchi, A. Chiaratti,<br />
A. Ferla Lodigiani, G. Clerici<br />
Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena<br />
L’acne fulminans è un quadro clinico<br />
raro caratterizzato da lesioni infiammatorie<br />
acneiche associate a sintomatologia<br />
sistemica e coinvolgimento osteoarticolare.<br />
Il coinvolgimento delle articolazioni<br />
sacroiliache è presente nel 21% dei<br />
casi e in casi più rari è stato anche associato<br />
alla assunzione di isotretinoina per<br />
via sistemica. Descriviamo il caso di un<br />
giovane maschio di 17 anni in cui a<br />
manifestazioni cutanee tipiche per acne<br />
fulminans e sintomatologia sistemica si<br />
associava un quadro di sacroileite sinistra<br />
insorta dopo 13 giorni di somministrazione<br />
di isotretinoina sistemica (30<br />
mg/die). Riteniamo eccezionale il caso<br />
descritto dato che in letteratura non sono<br />
riportati altri casi di sacroileite monolaterale<br />
associata ad assunzione di retinoide<br />
per os.<br />
UN CASO ECLATANTE DI RINOFIMA<br />
S. Bottini, C. Francia, C. Persico, V. La Vela,<br />
S. Veraldi<br />
Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università degli Studi di Milano<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena, Milano<br />
La rosacea fimatosa è un sottotipo clinico<br />
di rosacea. Alcuni Autori considerano il<br />
rinofima, forma più frequente di fima,<br />
una severa complicanza della rosacea<br />
stessa. Altre forme più rare di fima sono<br />
lo gnatofima, il metofima, l’otofima e il<br />
blefarofima quando sono interessati rispettivamente<br />
il mento, la fronte, le orecchie<br />
e le palpebre.<br />
In tutti questi casi la cute appare eritematosa,<br />
edematosa, ispessita, di consistenza<br />
pastosa e fibrosa, con teleangectasie<br />
e talvolta papulo-pustole.<br />
Il quadro istopatologico è caratterizzato<br />
da processi flogistici cronici con ispessimento<br />
del derma, sclerosi del collagene e<br />
iperplasia sebacea che determinano, nel<br />
tempo, importanti alterazioni morfologiche<br />
del distretto interessato.<br />
Presentiamo il caso di un maschio di 80<br />
anni con una forma eccezionale di rinofima.<br />
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SINDROME DI MORBIHAN<br />
M.C. Persico, L. Lunardon, S. Veraldi<br />
Istituto di Scienze Dermatologiche,<br />
Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S.,<br />
Ospedale Maggiore Policlinico,<br />
Mangiagalli e Regina Elena, Milano<br />
La sindrome di Morbihan, chiamata<br />
anche edema eritematoso cronico facciale<br />
superiore, è una rara dermatite, descritta<br />
per la prima volta da Degos nel 1957 in<br />
un paziente proveniente dalla regione<br />
francese di Morbihan.<br />
È caratterizzata da un edema eritematoso<br />
cronico asintomatico localizzato esclusivamente<br />
alla fronte, alle palpebre, agli<br />
zigomi e al dorso del naso.<br />
L’eziologia è sconosciuta: sono state ipotizzate<br />
correlazioni con la rosacea, l’acne,<br />
lo scleromixedema, la dermatite allergica<br />
da contatto e la displasia dei vasi linfatici.<br />
Gli esami ematochimici e strumentali<br />
risultano nella norma o negativi.<br />
Il quadro istopatologico è aspecifico:<br />
mostra edema del derma, infiltrato linfocitario<br />
perivascolare ed iperplasia delle<br />
ghiandole sebacee.<br />
L’aspecificità del quadro clinico ed istopatologico,<br />
la negatività delle indagini e<br />
la mancata risposta terapeutica consentono<br />
una diagnosi di esclusione.<br />
La terapia d’elezione, peraltro spesso<br />
deludente, è costituita dall’isotretinoina<br />
orale.<br />
Presentiamo 9 casi di sindrome di<br />
Morbihan, 6 maschi e 3 femmine, di età<br />
compresa tra 16 e 65 anni (età media:<br />
36.7). In tre pazienti è stata riscontrata<br />
l’associazione con l’acne, in due con la<br />
seborrea e in uno con la rosacea.<br />
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