Cagliari: La storia
1960-1969
5
La Serie C è una triste
realtà. Passato il primo
momento di sconforto, ci
si attrezza per uscirne al
più presto. Entra in
scena un nuovo gruppo
dirigente, che fa capo a
Baccio Sorcinelli, editore
de “L’Unione Sarda”,
affiancato dall’avvocato
Lino Lai e dal
commerciante Aldo
Piludu.Vere anime della
Società però sono gli
imprenditori Enrico
Rocca ed Andrea Arrica,
rispettivamente nominati
Presidenti e
Vicepresidente, che si
occupano della
campagna acquisti.
1960-61
Da sinistra: Del Grosso, Busetto, Rossi, Gagliardi, Congiu;
in seconda fila: Serradimigni, Spinosi, Loriga;
in basso: Baccheretti, Colombo, Tiddia
1960-61
I due mostrano di saperci fare. Sbarca
a Cagliari un trio proveniente dalla
Juventus: il roccioso libero argentino
Miguel Angel Longo, il portiere Martino
Martino Colombo Colombo e l’attaccante Guerrino Rossi.
La difesa, con Longo, Colombo e Tiddia,
è rinforzata ulteriormente dal terzino Enrico Spinosi,
proveniente dalla Reggiana. Alla guida della squadra viene
richiamato Carlo Rigotti, protagonista di una buona annata
quattro anni prima. Il Cagliari prende la testa, lanciato dai
gol di Rossi e Congiu, ma cede nelle battute finali. Sono
fatali due battute d’arresto consecutive negli scontri diretti
con le toscane: 0-1 a Lucca, 1-2 a Livorno. Il secondo posto
non basta per ottenere la promozione: sale la Lucchese.
Grande è la delusione. A Rigotti, che pure ha ben lavorato,
non è rinnovato il contratto.
Miguel Angel Longo
1961-62
La rosa della promozione
Rocca e Silvestri non si
arrendono. Chiamano in
panchina Arturo Silvestri, ex
terzino tutta grinta del Milan.
Non per niente lo chiamano
“Sandokan”. La squadra va bene
così com’è, bisogna solo lavorare
di cesello per ritoccarla. Rossi,
tornato alla Juventus, è sostituito
validamente da Danilo Torriglia,
che si dimostra un bomber
formidabile. 14 i suoi gol a fine
campionato. Il Cagliari è troppo
superiore alle avversarie. In
alcune occasioni, dilaga: 5-1 a
Grosseto, 4-0 al Pisa. Con il 2-1
casalingo al Cesena, grazie ai gol
di Ronconi e Spinosi, i rossoblu
riguadagnano la Serie B.
L’Amsicora, gremito sino
all’inverosimile, impazzisce di
gioia.
La festa dei tifosi
I rossoblu assorbono bene
l’impatto con la nuova
categoria. Colgono sei risultati
utili iniziali, prima di cedere
alla Lucchese. La rosa
presenta forze fresche, con gli
innesti del tignoso terzino
Mario Martiradonna e del
talentuoso interno Francesco
Rizzo. Torriglia si conferma
attaccante affidabile, ben
coadiuvato da Congiu, Ronconi
e dallo stesso Rizzo: 11 i gol
per il centravanti a fine anno,
6 ciascuno per i suoi
compagni. Il Cagliari si
esprime bene sia in casa che in
trasferta, dove coglie ottimi
risultati. Di contro, una certa
leggerezza esibita in alcune
occasioni fa sì che non si vada
oltre un 8° posto, comunque
dignitoso.
1962-63
Francesco Rizzo
Ancora un grande lavoro di Rocca e
Arrica in sede di campagna acquisti
consegna a Silvestri una corazzata. Per
puro caso, i due scovano nelle serie
inferiori un regista di fino quale
Ricciotti Greatti. Sarà il perno della
squadra per tanti anni.
1963-64
Ricciotti Greatti
In attacco, irrompe il centravanti Renzo Cappellaro,
che si alterna con Torriglia e con una giovane ala
sinistra, appena acquistata dal Legnano. Si chiama
Luigi Riva. Se ne parla da tempo come una sicura
promessa. Arrica se l’è accaparrato per 35 milioni,
battendo sul tempo la concorrenza degli squadroni del
Nord. Riva, è alto, magro, ma tutto muscoli e nervi, e
un’espressione perennemente imbronciata sul viso. Ha
accettato malvolentieri il trasferimento in Sardegna. Sul
campo dimostra subito di che pasta è fatto. Va in gol
già alla prima giornata, vittoria esterna a Prato. A fine
anno ne avrà messo a segno altri 7, tutti belli e decisivi.
Luigi Riva
1963-64 La
Da sinistra: Spinosi, Rizzo, Riva, Cappellaro, Greatti, Torriglia.
In basso: Colombo, Martiradonna, Mazzucchi, Varsi, Tiddia
squadra vola, pilotata da
Greatti in cabina di regia e
Silvestri in panchina. La difesa,
imperniata sul quadrilatero
Martiradonna-Tiddia-Vescovi-
Longo e un portiere come
Colombo, non fa passare
nemmeno uno spiffero. Il
campionato lo vince il Varese
con 51 punti, ma il Cagliari è
secondo con 49. Quel
piazzamento vale la Serie A, la
prima volta del sodalizio
rossoblu dopo 44 anni di vita.
L’ultima giornata, quando si dice
il caso, è contro la Pro Patria, la
squadra che aveva fermato i
rossoblu nello spareggio di quasi
dieci anni prima. 3-1 per il
Cagliari, con le reti di Tiddia,
Greatti e Rizzo. In città si
scatena la festa.
La Serie A
all’inizio si rivela
un calvario per
gli inesperti
rossoblu. I primi
risultati non
sono da buttare:
sconfitta di
misura sul
campo della
Roma,ottimo pari
al “Comunale”
con la Juventus,
altro punto in
casa contro la
Sampdoria,
successo 2-1 sul
Vicenza e
pareggio a
Mantova. Quindi,
fa seguito una
serie negativa da
far paura: 12
partite senza
1964-65
Il Cagliari nella stagione 1964-65
vittoria,
corredate da 7
sconfitte, alcune
umilianti, come
lo 0-4 contro il
Torino. I miseri
9 punti in
classifica
raccolti al
termine del
girone d’andata
parlano di
retrocessione
largamente
anticipata.
Silvestri,
demoralizzato,
rassegna la
dimissioni,
prontamente
respinte da
Rocca. La
squadra pian
piano si ritrova.
1964-65
Una fase di Cagliari-Juventus, vinta dai rossoblu
Indimenticabile il girone di ritorno dei rossoblu, che vincono 12 partite su 15. Anche Juventus
e Milan devono inchinarsi di fronte a questa formazione di esordienti capace di scalare posizioni
su posizioni e stabilirsi al 6° posto, tra la sorpresa generale. Scatenato Riva: 9 reti il suo
bottino. E’ lui il trascinatore principe. Meno incisivo il peruviano Gallardo, in gol solo due volte.
Fanno benissimo invece due giocatori di valore assoluto: il centrocampista Pierluigi Cera,
giunto dal Verona, e il brasiliano Nenè, prelevato dalla Juventus. Quest’ultimo aveva fallito
come centravanti e viene riciclato con esiti brillanti in mezzo al campo. Silvestri vince il
“Seminatore d’Oro” come miglior allenatore del campionato. Riva viene convocato in azzurro ed
esordisce il 27 giugno 1965, a Budapest contro l’Ungheria. E’ la prima volta di un giocatore
rossoblu in campo con la maglia dell’Italia.
E’ un campionato contradditorio.
Girone d’andata eccellente, sui
ritmi del finale del torneo
precedente: ben 19 punti, che
portano nella zona altissima della
classifica. I rossoblu risentono degli
sforzi nella seconda tornata di
campionato, dove racimolano
appena 11 punti, e si ritrovano a
lottare per la salvezza. Logico che a
fine anno ci si ritrovi con un po’ di
amaro in bocca. Salvano la
stagione il secondo successo
consecutivo in casa a spese della
Juventus, e la convocazione di
Rizzo in Nazionale per gli infausti
mondiali inglesi. Il giocatore
rossoblu farà da spettatore, così
come Gigi Riva, discutibilmente
escluso dai 22 ma aggregato alla
comitiva azzurra per accumulare
esperienza. Intanto Silvestri si
rende conto che il suo ciclo è finito.
Se ne va al Milan, accompagnato
dagli applausi e ringraziamenti
dei tifosi del Cagliari.
1965-66
Cera, Rizzo, Nenè e Gigi Riva dopo una trasferta
Non è facile trovare un allenatore con la stessa competenza e carisma
di Silvestri. Fortunatamente i dirigenti rossoblu hanno provveduto per tem-
po, bloccando Manlio Scopigno, altrimenti detto “Il Filosofo”. E’ un uomo di
grande buon senso, dietro l’apparenza un po’ stralunata e sorniona. Procede
sulla traccia lasciata da Silvestri, senza stravolgere niente. A Riva si affianca
un altro bomber scelto, Roberto Boninsegna. Una coppia con pochissimi
uguali in Italia. L’inserimento del giovane stopper Comunardo Niccolai ha dato
nuova linfa ad una difesa capitanata dal portiere Adriano Reginato, che ha
soffiato il posto a Mattrel. Il Cagliari è la vera rivelazione del campionato.
Reginato stabilisce il nuovo primato d’imbattibilità iniziale della Serie A: sette
partite, prima di venire trafitto dallo juventino De Paoli. Riva e Boninsegna,
innescati da Rizzo, danno prova delle loro qualità.
Boninsegna in azione durante Cagliari-Vicenza
1966-67
1966-67
Purtroppo il diavolo ci mette la coda sul più
bello. Il 27 marzo 1967, durante l’amichevole
Italia-Portogallo, Riva si rompe una gamba
scontrandosi col portiere lusitano Americo.
Senza Gigi, non è più lo stesso Cagliari. Nelle
ultime nove partite, i rossoblu raccolgono
solo due vittorie e cinque pareggi. Il 6° posto
finale suona beffardo per una squadra che
pareva lanciatissima. Riva chiude con uno
score di 18 gol in 23 partite: capocannoniere,
nonostante la lunga assenza. Per lui c’è la
fila. Tutti lo vogliono: Inter, Milan, Juventus,
Napoli. Dopo un tentativo di trattenerlo con
l’azionariato popolare, la sorpresa. Due
gruppi industriali, la Saras e la Sir,
acquistano 140 milioni in azioni, e ottengono
la maggioranza della Società. Il bilancio è
salvo, Riva rimane. Chi lascia è il Presidente
Rocca, amareggiato da quel colpo di mano.
Il Presidente Rocca
Mario Tiddia riceve le prime cure dopo
lo scontro con Reginato
1967-68
Se il buongiorno si vede dal mattino,
l’alba della nuova stagione è tutto un
programma. Clamoroso esonero, a luglio,
di Scopigno, dopo una tournèe negli Stati
Uniti; sconfitta a Brescia all’esordio in
campionato, con Riva espulso. Altre tegole
piovono sui rossoblu, affidati ad Ettore
Puricelli, ex grande giocatore degli anni
’40. Alla seconda giornata, a Bologna,
Tiddia rischia la vita in un drammatico
scontro con Reginato.
Il valoroso difensore riporta un trauma cranico e si riprende dopo ore; quanto a
Reginato, i medici suturano la sua ferita alla testa con venti punti. Nuova
sconfitta e zero punti in classifica.
1967-68
Il Cagliari nella stagione 1967-68
Naturalmente la squadra torna subito su, ma si ferma al 7° posto.
Complessivamente, un piazzamento non in linea con le aspettative. Fallisce
l’esperto centravanti inglese Hitchens, chiuso da Boninsegna e Riva. A Milano,
Longo è colpito ad un occhio da una monetina: il Cagliari vince a tavolino. Viene
eletto Presidente il senatore Efisio Corrias. Come primo passo della nuova gestione,
è richiamato in panchina Manlio Scopigno. Intanto Riva si laurea campione europeo
con la Nazionale. Suo il primo gol nel 2-0 alla Jugoslavia nella finale di Roma.
In estate Arrica chiude un colpo di
mercato da maestro. Rizzo è ceduto
alla Fiorentina, in cambio del portiere
della Nazionale Enrico Albertosi e del
fantasista Mario Brugnera. A quanto
pare, Arrica fa valere la firma del
Presidente viola Baglini apposta sul
tovagliolo di un ristorante. Oltre ai due
campioni viola, arrivano anche il
giovane libero Beppe Tomasini dal
Brescia e il difensore Giulio Zignoli dal
Milan. La squadra, riaffidata a
Scopigno, fa vedere subito di avere
ritrovato equilibrio e meccanismi. 3-0
al Palermo, e 6-1 sul campo del
Varese, tanto per cominciare, con 4
reti complessive di Riva e 3 di
Boninsegna. E’ un torneo
entusiasmante. Il Cagliari lotta sino
all’ultimo per il titolo. Solo nella volata
finale la Fiorentina piazza l’acuto
decisivo. Ai rossoblu sono stati fatali i
troppi pareggi: ben 12, che costringono
ad accontentarsi della piazza d’onore e
la qualificazione in Coppa UEFA. Riva
è ancora capocannoniere,
con la bellezza di 20 gol.
1968-69
Luigi Riva e Gianni Rivera
Tutte le foto sono tratte dal libro
“ROSSOBLUOTTANTACINQUE” di Valerio Vargiu