Energy Resources: “Qui guardiamo il mondo con le lenti del futuro”

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MORETTI – Buonasera
cari amici; il nostro Paese sta
attraversando una grande crisi
economica, in certi casi politica,
e in genere durante i
periodi d crisi si profilano con
nettezza le caratteristiche delle
persone: ci sono gli ottimi-
ENRICO CAPPANERA
Energy
Resources:
“Qui guardiamo
il mondo con le
lenti del futuro”
sti, i pessimisti, quelli che si
arrendono e quelli che invece
non si arrendono. L’ospite di
questa trasmissione incarna
proprio un esempio di reattività
alla crisi, perché l’ha combattuta
con ottimismo, con
creatività, con intelligenza.
Con me è Enrico Cappanera:
(spiega, rivolto ai telespettatori)
suo padre, un grande appassionato
di pugilato, è stato
colui che ha portato Kalambay
in Italia. Senta, lei qualche
anno fa ha creato una società
che si chiama Energy
Resources: com’è nata questa
realtà?
CAPPANERA – Innanzitutto
l’abbiamo fondata in quattro:
siamo quattro soci paritari
e ci tengo a dire che sono con
me in questa avventura l’ingegnere
Luigi Lucchetti, l’ingegnere
Emanuele Mainardi e il
dottor Giovanni Emidi.
MORETTI – Ognuno ha
una sua specialità, mi sembra.
CAPPANERA – Assolutamente
sì: Giovanni Emidi, che
è un commercialista, si occupa
della parte amministrativa; l’ingegner
Lucchetti segue il comparto
della produzione e della
progettazione, mentre l’ingegner
Mainardi segue quello
della ricerca, dello sviluppo e
dell’innovazione. Fu proprio
Mainardi -tra parentesi il più
giovane tra noi, ciò che dà da
riflettere- che cinque anni fa mi
venne a trovare dicendomi che
aveva un sogno nel cassetto:
lui a quel tempo era dipendente
di un’azienda di un settore
completamente diverso rispetto
a quello che facciamo adesso,
però nei momenti liberi si
era messo a studiare le normative
che sarebbero uscite di lì a
poco sulle energie rinnovabili.
Gli era dunque chiaro, dopo la
firma del Protocollo di Kyoto,
con gli obiettivi europei del
‘20–20–20’ per ridurre le emis-
sioni degli elementi inquinanti
e l’impegno assunto dall’Italia
in tal senso, che sarebbero uscite
delle normative che avrebbero
agevolato le industrie disposte
ad investire in questo
settore. Sotto questo profilo era
quindi lui a fare la selezione di
un partner adatto per creare una
società. Ricordando queste cose
ancora mi emoziono un po’:
Mainardi mi contattò, ci incontrammo
nel mio ufficio e lui
mi disse appunto del suo sogno
di realizzare un’azienda
impegnata sul fronte delle energie
rinnovabili: fotovoltaico,
geotermico, solare termico… rispetto
a questi filoni, un’azienda
capace di guardare avanti,
di pensare alla costruzione di
edifici industriali a zero emissioni,
di edifici residenziali,
case…
MORETTI – …non si può
dire che Mainardi non avesse
ambizioni...
CAPPANERA – (in tono
scherzoso) …onestamente l’abbiamo
preso per matto appena
l’abbiamo visto, soprattutto il
mio collega Lucchetti. Nelle
prospettive lungimiranti di questa
realtà di cui parlava, anche
la costruzione e la vendita di
veicoli elettrici, dunque il settore
della mobilità sostenibile.
Lucchetti, che era presente all’incontro,
si rivolse a Mainardi
e gli disse: “Ma tu lasci un
lavoro certo per questo sogno?
Quasi quasi vado io a lavorare
al posto tuo, perché…”
MORETTI – …e da lì è
nata… CAPPANERA – … e da lì
è nata l’amicizia e la società.
MORETTI – A che cosa è
dovuto questo poderoso, difficilmente
realizzabile ma invidiabile
risultato che avete
MARCHEdomani 13 OTTOBRE 2010
oggi? CAPPANERA – A più fattori:
molti sono esterni, alcuni
interni. Riguardo ai primi, il riferimento
è al mercato, quindi
alla necessità di energia rinnovabile
proprio per gli impegni
presi –dicevo prima del Protocollo
di Kyoto- a livello nazionale.
Quella rinnovabile è
un’energia pulita, e sappiamo
bene quanto ce ne sia bisogno:
la mobilità inquina, le fabbriche
inquinano, le case inquinano;
a questo dobbiamo dare
risposte ed è con questa filosofia
che l’azienda è nata. Passando
ai fattori interni, la crescita
impetuosa è frutto di scelte
oculate: mettere in secondo
piano il business e avere molto
a cuore lo sviluppo dell’azienda,
investendovi molto e facen-
do ricerca vera, non solo dichiarata.
E poi seguire le proprie
idee innovative, avere dei
clienti adatti cercando sempre
di soddisfarli e in questo modo
accrescendo il buon nome dell’azienda.
Certo non va dimenticato
l’aiuto degli istituti di credito
che hanno creduto in noi,
quindi si tratta di un insieme di
cose…
MORETTI – …da uomo
di mestiere aggiungerei l’importanza
che ha un’efficace,
A Santa Maria Nuova il primo
complesso residenziale a zero
emissioni e zero bollette
firmato Energy
Resources:
attraverso
l’impiego di
fonti
rinnovabili,
rivoluzionata
l’idea di
casa
tradizionale
intelligente e produttiva comunicazione.
CAPPANERA – Questo è
fondamentale: il cliente può fare
il passaparola, ma lo sviluppo
vero si ha attraverso una capacità
di marketing e di comunicazione
adeguata alle esigenze
del territorio.
MORETTI – Adesso do
un dato, perché i miei telespettatori
da sempre sono abituati
a conoscere bene le cose;
(rivolgendosi all’ospite) dun-
que, voi l’anno scorso fatturavate
30 milioni di euro.
Quest’anno fatturerete quanto?
CAPPANERA – Faccio fatica
a dirlo, perché…
MORETTI – …lo dica, lo
dica...
CAPPANERA – …intorno
ai 100 milioni o qualcosa di
più… MORETTI – …questo indubbiamente
è un bel risultato.
Senta, in un’intervista pubblicata
su Marche domani, lei
ha parlato di due cose che mi
hanno colpito; cominciano dall’espressione
“pensiero e azione”:
che cosa significa?
CAPPANERA – A questo
proposito cito l’ingegner Morandi:
non è un nostro socio
ma è come se lo fosse, perché
è la ‘mente grigia’ della nostra
azienda, l’unico che abbia vera
esperienza di imprenditoria.
“Qual è il modo migliore di
fare una cosa?”, lui chiede sempre
anche a tutti i nostri colle-
ghi e dipendenti. Il modo migliore
è farla…
MORETTI – …e farla
bene...
CAPPANERA – …diciamo
che questo viene in secondo
piano: il modo migliore è
farla, perché “in un mondo di
ciechi -e faccio adesso un’altra
citazione- basta vedere poco”.
Ecco, noi non siamo dei geni,
ma in questo mondo delle rinnovabili
abbiamo visto prima e
più lontano degli altri; adesso
ci seguono in tanti…
MORETTI – …un’altra
cosa che mi ha colpito e su
cui ho riflettuto molto: che
cos’è il “pensiero divergente”?
CAPPANERA – Del “pensiero
divergente” mi ha parlato
mia moglie; colgo l’occasione
per dire che la sua figura è parte
del risultato aziendale, perché
non riuscirei a sviluppare in
questo modo l’attività lavorativa
se non ci fosse la serenità…
MORETTI – …e questo è
molto bello…
CAPPANERA – …credo
valga anche per tutti i miei soci
e colleghi. Venendo al “pensiero
divergente”, è stata appunto
mia moglie a spiegarmi che è
un modo diverso di vedere le
cose: noi siamo abituati a guardare
le cose con gli occhi della
quotidianità, ma se potessimo
salire e guardarle in modo diverso,
esse ci apparirebbero più
chiare o con uno sviluppo alternativo.
Quindi il “pensiero divergente”,
sostanzialmente, è
quello che può essere definito
dei geni, ma, come mia moglie
mi ha detto, anche dei matti. (In
tono scherzoso) A questo punto
si tratta di capire a quale delle
due categorie secondo mia moglie
io appartenga, credo l’una
e l’altra (ridono).
MORETTI – Sempre per
informazione dei miei telespettatori,
vorrei parlare adesso di
un aspetto che è significativo
del grande successo della vostra
attività: voi avete cominciato
con poche persone, e oggi
credo abbiate oltre 120 dipendenti.
Ecco, come sono i vostri
dipendenti? Più o meno giovani,
esperti o meno quando arrivano…
come li scegliete?
CAPPANERA – Sono tutti
sotto i trent’anni, quindi sono
giovani. In genere, cerchiamo
di sceglierli per il loro profilo
umano, non tanto tecnico: d’altra
parte, essendo questo in cui
operiamo un settore nuovo, si
fa fatica a trovare gente di esperienza.
Per noi molto importante
è l’atteggiamento: fondamentale
è che chi lavora con noi lo
faccia per convinzione, convinzione
nell’azienda e nell’ideologia
dell’azienda. Come ricordava
lei, abbiamo iniziato in
quattro, noi quattro soci, e siamo
arrivati a 120 persone...
MORETTI – …più uomini
o più donne?
CAPPANERA – Questo è
un altro aspetto importante; nella
giornata della donna abbiamo
coniato la “Pink Energy”:
poco meno del 50 per cento
delle persone che lavorano nella
nostra azienda sono donne e
devo dire che nel tempo ho
avuto modo di rendermi conto
di quanto valore abbia la presenza
femminile nell’ambito di
un’impresa, perché le donne
sono capaci di grande competenza,
di riservatezza, di fedeltà
al gruppo e anche di approfondimento
sotto il profilo tecnico
ed economico. Ma la cosa più
importante è il legame con
l’azienda: si dice, in battuta, che
le donne sono come i gatti, insomma
che quando stanno bene
con quella famiglia lì non la lasciano
facilmente…
MORETTI – …insomma,
c’è attaccamento all’azienda...
CAPPANERA – …assolutamente
sì.
MORETTI – Senta, un altro
fatto mi ha molto colpito
nel documentarmi sulla vostra
attività: so che sfornate almeno
quattro brevetti al mese; il
lavorio dei cervelli si sentirà
come un rumore!
CAPPANERA – Non è
così tutti i mesi, però ci sono
stati mesi in cui siamo riusciti a
fare questo e anche meglio…
MORETTI – ...infatti mi
riferivo ad una media di quattro
brevetti al mese...
CAPPANERA – …abbiamo
istituito un settore di ricerca
e sviluppo che pensa con il pensiero
divergente, dunque guarda
anche le cose banali con
un’ottica trasversale. Il nostro
punto di partenza sono le necessità
di tutti i giorni, i problemi
reali: i problemi con cui dobbiamo
confrontarci tutti noi e a
questi cerchiamo di dare una risposta.
Sotto questo profilo
chiunque può diventare un brevettatore
e farne a decine di brevetti.
Grandi menti, penso ad
Edison, hanno sviluppato decine
di migliaia di brevetti...
MORETTI – …nella storia
delle invenzioni ci sono
menti eccelse, ma a colpirmi è
il fatto che voi siete capaci di
realizzazioni collettive e questo
è un segno molto importante:
è una specie di scuola
che è nata…
CAPPANERA – …le invenzioni
non vanno tutte a buon
fine. Edison ne fece 1.074, ovviamente
l’invenzione dell’elettricità
è stata quella più importante;
questo per dire che tra
tante che ne facciamo non tutte
hanno ricadute imprenditoriali
immediate: alcune stanno nel
cassetto per un po’ di tempo e
poi escono con calma...
MORETTI – (In tono
scherzoso) ...certo che non avete
preso come punto di riferimento
il genietto della periferia…
Edison, addirittura! (ridono)
Senta, qual è il settore
che incontrate di più nel vostro
lavoro? Geotermico, fotovoltaico...
CAPPANERA – …quello
che ci ha dato più sviluppo è il
fotovoltaico, per i contributi ad
esso legati e, diciamo così, per
il piacere del pubblico, nel senso
che il cliente è molto sensi-

13 OTTOBRE 2010 MARCHEdomani
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bile alla trasformazione dell’energia
solare in energia elettrica.
E questo è un fatto trasversale:
riguarda la classica si-
Quattro soci e un pensiero “divergente”: quell’ottica
trasversale che fa vedere le cose in modo diverso,
suscettibili di uno sviluppo alternativo. Energy Resources:
idee innovative e scelte oculate. Ma, soprattutto, capacità
di lungimiranza. Nata ad Ancona, l’azienda ha conosciuto
in pochi anni una crescita impetuosa: loro, i fondatori, nel
mondo delle rinnovabili hanno visto prima e più lontano
degli altri. L’amministratore delegato Enrico Cappanera
ospite degli “Incontri” di Alceo
Moretti: lo spaccato di una realtà che
si muove con destrezza dal fotovoltaico
all’eolico; che ricerca, progetta e
realizza sistemi domotici e di
cogenerazione per edifici industriali,
residenziali e spazi pubblici
Promuovendo anche un sistema
integrato di mobilità sostenibile che,
accanto ai veicoli elettrici,
prevede modalità di alimentazione
totalmente green
gnora Maria che fa l’impiantino
da tre kilowatt a casa così come
i grandi industriali che fanno impianti
da decine di megawatt sui
tetti. E’ un po’ come quando
andiamo al mare, dove ci piace
essere irraggiati dal sole; nel
sole noi vediamo una fonte naturale
ed è una fonte a noi vicina.
Lo stesso si può dire per il
geotermico, il quale, tuttavia,
non avendo ancora un sostegno
di incentivazione, fa fatica a decollare.
Geotermico, calore dalla
terra, dunque riscaldamento
e condizionamento con il calore
della terra: è lo stesso una
cosa molto piacevole.
MORETTI – So di una
speciale sonda che avete inventato;
di che cosa si tratta?
CAPPANERA – A questo
proposito dobbiamo ringraziare
la Regione Marche, che ha emanato
il bando da noi vinto, e
dobbiamo anche ringraziare
l’Università Politecnica delle
Marche e gli Atenei di Urbino
e di Camerino: tutti insieme abbiamo
partecipato a questa ricerca
con una bella cifra -540
mila euro di cui il 40 per cento
a fondo perduto-, realizzando il
brevetto della sonda a spirale di
cui mi ha chiesto. In buona sostanza,
a fronte della necessità
di abbassare i costi in mancanza
di contributi diretti da parte
dello Stato, abbiamo concepito
un sistema innovativo di perforazioni
in modo da catturare il
calore dalla terra più velocemente
e quindi con costi minori…
MORETTI – …e come
funziona?
CAPPANERA – Praticamente,
la sonda cui il brevetto
fa riferimento viene normalmente
realizzata a 100 metri; ecco,
il nostro brevetto la realizza in
massimo 25 metri, rendendo a
spirale ciò che normalmente è
verticale: un po’ l’uovo di Colombo…
MORETTI – …e allora
perché non ci hanno pensato
altri? Perché tende a sminuire
le vostre realizzazioni? Fa parte
del suo carattere?
CAPPANERA – Noi
l’umiltà la manteniamo e crediamo
che questa rappresenti
uno stimolo; guardi i calciatori:
finché rimangono umili giocano
bene, quando poi si montano
la testa si perdono...
MORETTI – …l’umiltà è
dei forti, questo è notorio, però
anche la coscienza del proprio
valore spinge sempre più in
alto. CAPPANERA – Sotto sotto,
questa ce l’abbiamo (ridono).
MORETTI – Senta, quali
sono le difficoltà maggiori che
incontrate nella vostra attività?
La burocrazia, l’incom-
prensione della gente, la scarsa
conoscenza delle vostre iniziative…
CAPPANERA – …diciamo
che le difficoltà sono molteplici:
all’incomprensione della gente
bisogna far fronte nella prima
fase, quella in cui appunto
dobbiamo spiegare bene di che
cosa stiamo parlando, ma il vero
ostacolo è la paura della gente.
Recentemente una normativa
regionale ha limitato il fotovoltaico,
perché? Se ci guardiamo
intorno, nelle nostre campagne,
gli elettrodotti -cioè quei pali
che trasportano la corrente e ce
la portano a casa- neanche li ve-
Geotermico: sonda a spirale (brevetto
Energy Resources)
diamo più, e anche se li vediamo
facciamo finta di non vederli
perché ci fa comodo la luce
e tutto quello che ne consegue.
Però contro un impianto fotovoltaico
sono tutti pronti a puntare
il dito, a dire che non va
bene. E’ una questione di cultura:
parlo di cultura dell’energia,
con inevitabile riferimento
alle installazioni delle energie
rinnovabili. Il figlio del nostro
presidente a scuola ha detto:
“Mio padre e mio zio -che poi
sono io, perché siamo anche parenti-,
vogliono cambiare il mondo”.
Il problema è proprio questo:
bisogna cambiare la mentalità,
ecco perché la comunicazione
è importante.
MORETTI – Quali sono i
temi ricorrenti di chi fa critica?
CAPPANERA – La questione
più diffusamente sollevata
è quella dell’impatto ambien-
tale; premetto che condivido in
pieno che il fotovoltaico non
può essere messo da tutte le
parti, che non ci deve essere un
abuso, dunque i Comuni, le Province
devono limitare le aree in
cui posizionare i pannelli. Però
va anche detto che spesso sono
le stesse Amministrazioni che,
a fronte dei consistenti tagli ai
fondi, chiedono a chi vuole fare
l’impianto fotovoltaico delle cifre
altrettanto consistenti, e per
compensare le perdite
legate ai tagli
nazionali accettano
magari impianti
dove non dovrebbe-
Geotermico più
accessibile: grazie
ad un brevetto
internazionale, la
sonda dalla
particolare
conformazione a
spirale
ro. Dopo è chiaro
che il cittadino si
può lamentare, perché
non possiamo
mettere pannelli in
ogni dove e lo sviluppo
deve essere
coerente. In generale, comunque,
in questo momento è il
nuovo che fa paura: un impianto
fotovoltaico spicca in mezzo
a un terreno, non siamo ancora
abituati. Eppure ai pali dei telefonini,
delle antenne di trasmissione,
ci stiamo abituando pur
se danno fastidio, anche a livello
elettromagnetico, perché non
possiamo rinunciare ai cellulari.
Abbiamo parlato di fotovoltaico,
diciamo adesso dell’eolico:
nelle Marche non è stata montata
neanche una pala eolica, e
questo dà da pensare. Riguardo
all’eolico siamo ancora a zero
in questa regione: non c’è stata
una autorizzazione perché c’è
paura del nuovo.
MORETTI – Voi vi interessate
anche di auto elettriche?
CAPPANERA – Assolutamente
sì; abbiamo citato le industrie
e le case, e lì operiamo
con il fotovoltaico e il geotermico,
parliamo adesso di mobilità
sostenibile. Nelle città l’aria
è molto inquinata: ce ne accorgiamo
bene d’inverno, quando
avvicinandoci alla città scopriamo
che la temperatura è più alta
di due o tre gradi: questo non è
un buon segno, perché sono le
emissioni inquinanti che alzano
la temperatura. Ecco dunque
che noi stiamo investendo cifre
importanti, più di 1 milione di
euro l’anno, per lo sviluppo di
veicoli elettrici, per la loro commercializzazione
ma soprattutto
per la produzione. Mi è capitato
di vedere rappresentanti delle
amministrazioni seduti su ve-
icoli cinesi: non è una cosa bella,
perché dobbiamo imprimere
sviluppo al nostro Paese e alla
nostra regione, quindi facciamoli
noi questi veicoli. E’ la strada
che noi abbiamo preso: l’invito
è quindi ad essere un po’ più
nazionalisti e soprattutto, non
so se si possa dire così, regionalisti.
MORETTI – Capisco che
ci sia necessità di sviluppare
questo settore, ma come fa uno
che ha un’auto elettrica, che
ha un’autonomia
limitata, a rifornirsi?
CAPPANE-
RA – Con l’Ikea,
ad esempio, noi
abbiamo fatto
una collaborazione
e all’Ikea abbiamoposizionato
due colonnine
elettriche. E poi
parliamo con le
amministrazioni;
abbiamo già avuto
un confronto
per poter sviluppare
colonnine di
ricarica insieme nei parcheggi:
sempre a proposito del “pensiero
divergente”, lo stesso punto
in cui adesso paghiamo il
ticket può diventare un punto
di ricarica.
MORETTI – Qual è la durata
di una carica elettrica per
un’automobile? Ogni quanto
bisogna rifornirsi?
CAPPANERA – Dipende
dal pacco batterie; noi stiamo
lavorando per adesso su veicoli
urbani, quindi su autonomie
che vanno dai 100 ai 150 chilometri…
MORETTI – …allora per
girare in città non c’è problema...
CAPPANERA – …infatti è
questo il mercato principale...
MORETTI – …ma è sufficiente
l’uso che ne viene fatto
dal cittadino per sviluppare
queste macchine?
CAPPANERA – In questo
momento non è possibile fare
altrimenti. Noi siamo possessori
di una Tesla che ha 400
chilometri di autonomia: sono
tanti, però non riusciamo ad andarci
a Milano e a tornare, per
interderci. E poi c’è un altro
problema: il tempo di ricarica,
che è dalle tre ore in su, e certo
non possiamo immaginare di
fermarci in un autogrill per tre
ore... MORETTI – …nonostante
queste difficoltà, lei crede
nello sviluppo delle automobili
elettriche?
CAPPANERA – Non ci investirei
così tanto, altrimenti.
MORETTI – Voi le producete
o le importate?
CAPPANERA – In questo
momento siamo impegnati nella
commercializzazione di una
serie di prodotti, e ci è piaciuto
talmente tanto utilizzarli noi
stessi… parlo di scooter, bici-
Un impianto fotovoltaico
clette a pedalata assistita, veicoli
tradizionali e veicoli ad alte
prestazioni.
MORETTI – Quindi per
lo scooter è molto più facile..
CAPPANERA – …è più
facile utilizzarlo; io sono venuti
qui in scooter elettrico, sono
entrato in un centro storico...
MORETTI – …nel caso
dello scooter la carica quanto
può durare?
CAPPANERA – Dipende
da come si viaggia, diciamo intorno
agli 80/100 chilometri…
MORETTI – …e per ricaricare
quanto tempo serve?
CAPPANERA – Un po’
meno, possiamo arrivare all’80
per cento di un’ora.
MORETTI – Avete già
cominciato la diffusione?
CAPPANERA – In questo
caso è necessaria una campagna
di sensibilizzazione, di comunicazione;
e poi, come al
solito, l’italiano medio ha bisogno
di un incentivo.
MORETTI – Senta, ho visto
che avete creato un complesso
immobiliare…
CAPPANERA – … sì, a
Santa Maria Nuova: si tratta di
un complesso di 12 appartamenti
a zero emissioni, e il
progetto è frutto di una collaborazione
tutta marchigiana:
con il gruppo Subissati, con Gagliardini
e Casa Berloni di
Direttore responsabile Alceo Moretti
Intervista del
16 settembre 2010
Marche domani - Anno XXV Numero 17 - Ottobre 2010
Gestione editoriale
Gruppo Alceo Moretti Comunicazione S.r.l.
C.so Mazzini, 64 - 60121 Ancona - Tel. 071/205115 - Fax 071/53082
E-mail: info@marchedomani.com
Presidente: Alceo Moretti
Vicepresidente: Giorgio Moretti
Consiglio: Sergio Moretti
Fano e Pesaro abbiamo costituito
un team per realizzare queste
case che sono dotate di fotovoltaico
e geotermico, quindi
senza consumi, senza caldaia
e senza emissioni. Sono case
in legno -dunque anche antisismiche,
antincendio, come
quelle costruite a L’Aquila-, e
sostanzialmente azzerano i costi
di bolletta. Tutti noi siamo
abituati a pagare quei 2 mila
euro circa ogni anno tra gas ed
elettricità: è una tassa fissa ma
si può non pagarla, basta avere
una casa idonea, coibentata a
dovere.
MORETTI – Com’è stata
accolta questa idea?
CAPPANERA – E’
un’idea sicuramente difficile da
comunicare: la gente vuole pagare
il prezzo di una casa normale,
senza mettere in conto il
risparmio sulle bollette, in 30
anni circa 60 mila euro. Ci
vuole tempo, come in tutte le
cose: anche il fotovoltaico fino
a quattro anni fa era incompreso
e adesso lo vogliono tutti.
MORETTI – La vostra
azienda ha avuto un successo
strepitoso: nelle Marche vostro
è oltre il 50 per cento del
fatturato in questo campo, e
ho visto che state irrompendo
a livello nazionale. Pensate anche
ad attività internazionali?
CAPPANERA – Sì; come
italiani e come marchigiani possiamo
esportare le nostre peculiarità,
così come avviene in altri
settori. Ritengo che abbiamo la
possibilità di farci conoscere in
alcuni Paesi europei ed anche,
perché no, al di là dell’Oceano,
portando magari all’inizio
delle piccole cose, perché credo
che la politica dei piccoli
passi sia importante.
MORETTI – (Rivolto ai
telespettatori, in tono scherzoso)
Davvero tutto è relativo: i
‘piccoli passi’, come i fatti hanno
dimostrato, hanno un significato
diverso per la Energy
Resources! Cappanera, io
la ringrazio molto: mi ha fatto
piacere che i nostri telespettatori
siano venuti a conoscenza
dell’importante realtà che
la vostra azienda rappresenta,
creata da quattro menti capaci
di un “pensiero divergente”.
Complimenti; grazie, grazie
ai telespettatori e arrivederci
alla prossima settimana.
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