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GLI STEMMI DEL CHIANTI<br />

ECOCHIANTI<br />

28<br />

RUBRICHE<br />

IL FUOCO DEI FALORNI di Sara Pagnini<br />

Il cognome Falorni è raro in quel di Greve; la forma cognominale infatti<br />

non è autoctona, benché un nucleo si sia stab<strong>il</strong>ito nel <strong>Chianti</strong><br />

già sul finire del Seicento. All’inizio del secolo barocco per eccellenza,<br />

la loro presenza è attestata nella città di Firenze in varie sepolture,<br />

soprattutto nella chiesa di Santa Felicita, quartiere di residenza<br />

dei Falorni. Laura, Antonio di Giovanni, Caterina furono sepolti<br />

sul finire del Seicento in quella chiesa. Forse dalla città dei<br />

Medici, o forse addirittura da Pisa o da Prato, dove all’inizio del<br />

Cinquecento visse Cosimo figlio di Jacopo detto “<strong>il</strong> falorno”,<br />

giunse a Greve qualcuno che portava quel<br />

cognome e vi si stab<strong>il</strong>ì. Scherzosamente alla<br />

toscana si diceva che i Falorni avevano <strong>il</strong><br />

fuoco sotto le p….; ce l’avevano effettivamente<br />

nello stemma, ma soprattutto avevano<br />

fuoco per forgiare idee, e forse a ciò si riferiva<br />

la caustica battuta.<br />

I Falorni a Greve si misero a fabbricare<br />

sapone e soprattutto lampante, quel liquido<br />

tanto ut<strong>il</strong>e in passato per far funzionare<br />

le lampade a olio; poi ad un Gio<br />

Batta (apocopato, ovvero troncato del nome proprio Giovanni<br />

Battista) venne in mente di vendere carne. La macelleria Falorni, ancora<br />

la stessa da tre secoli (l’ottava generazione sta per passare <strong>il</strong> testimone<br />

alla nona), aprì i battenti nel 1729; non proprio i battenti, in<br />

verità, visto che in passato la carne veniva venduta all’aperto, tanto<br />

che nella piazza di Greve ancora si vedono le gancere, una serie di<br />

Nel segno della<br />

bioarchitettura<br />

la nuova scuola<br />

di Gaiole<br />

in<strong>Chianti</strong> - n.1 - febbraio/marzo 2010<br />

Si parla tanto di sostenib<strong>il</strong>ità ambientale e di<br />

risparmio energetico. Ed ecco che a Gaiole in<br />

<strong>Chianti</strong> si fa sul serio. La nuova scuola dell’infanzia<br />

del capoluogo è stata progettata secondo<br />

i canoni della bioarchitettura.<br />

L’edificio sta prendendo forma con l’arrivo<br />

dall’Austria dei pannelli multistrato di abete<br />

rosso che andranno a comporre la struttura<br />

portante. “I lavori di escavazione sono partiti<br />

a luglio – spiega Marco Vannocci, l’architetto<br />

senese che, insieme a Raffaello Pin, ha firmato<br />

<strong>il</strong> progetto - Adesso siamo nella fase di<br />

montaggio della struttura denominata “crosslam”,<br />

costituita da pannelli di tavole di legno<br />

disposti a strati incrociati e incollati sotto forti<br />

pressioni con colle prive di formaldeide.<br />

Questo sistema costruttivo garantisce eccellenti<br />

prestazioni antisismiche e consente una<br />

drastica riduzione dei tempi di esecuzione.<br />

Ancora poche settimane e contiamo di completare<br />

la struttura portante”.<br />

La nuova scuola dell’infanzia sta sorgendo<br />

nella zona sud-est del capoluogo, in direzione<br />

Barbischio, e ospiterà circa 120 bambini.<br />

Avrà quattro aule, spazi comuni, una mensa e<br />

grossi e robusti ganci fissati a un’asta metallica ut<strong>il</strong>i<br />

per appenderci carni e salumi. I clienti spesso portavano<br />

direttamente <strong>il</strong> tegame dove avrebbero cucinato<br />

la carne che acquistavano dal Falorni. Niente carne<br />

argentina ovviamente, ma esclusivamente la nostra<br />

chianina (la rima è involontaria); dovevano, in effetti,<br />

ritenersi soddisfatti, la qualità doveva essere buona se,<br />

come si legge nel registro delle adunanze del magistero di<br />

Greve, “la bottega ha carni salubri, e a giusto prezzo”.<br />

Tornando all’arme della famiglia, avevamo<br />

scritto del fuoco, quello presente<br />

nello stemma. La blasonatura dell’emblema,<br />

ossia la descrizione in termini<br />

araldici, è la seguente: d’oro alla pergola<br />

rovesciata di rosso con in punta un<br />

fuoco anch’esso di rosso. Il “campo” (per<br />

campo in araldica si intende lo sfondo<br />

dello scudo) è del più nob<strong>il</strong>e dei metalli,<br />

l’oro; la “pergola” è una pezza onorevole<br />

sul cui significato gli araldisti si sono<br />

sbizzarriti, molto rara nel blasone; poi compare <strong>il</strong> fuoco, che fa di questo<br />

stemma un “emblema parlante”, cioè uno stemma che con le sue<br />

figure riconduce direttamente al nome della famiglia. <strong>In</strong>fatti, con<br />

molta probab<strong>il</strong>ità, la radice etimologica del cognome riconduce a<br />

“falò”, in origine voce pisana. Il falò, o fuoco, si trova in araldica sotto<br />

forma di fiamme e simboleggia la generosità, la gaiezza, l’ardire.<br />

una cucina centralizzata che servirà tutte le<br />

scuole del comune, in grado di produrre fino<br />

a 250 pasti al giorno.<br />

Fatta interamente di legno per consentire <strong>il</strong><br />

massimo risparmio di energia - i pannelli<br />

multistrato isolano come un muro spesso 80<br />

cm - la nuova scuola di Gaiole sarà dotata<br />

anche di altre soluzioni di bioarchitettura:<br />

pannelli fotovoltaici; pannelli radianti a pavimento;<br />

aperture vetrate che, per orientamento<br />

e dimensioni, sfruttano la luce solare<br />

e coperture con giardini pens<strong>il</strong>i, che verranno<br />

irrigati, così come gli spazi verdi, dal recupero<br />

delle acque piovane. Caratteristiche<br />

che consentiranno all’edificio di rientrare<br />

nella categoria “casa passiva”, ossia con un<br />

fabbisogno annuale inferiore a 15 KWh a<br />

metro quadro, garantendo comunque <strong>il</strong><br />

massimo comfort. “Un investimento importante<br />

per <strong>il</strong> futuro della comunità, dei bambini<br />

e delle famiglie – afferma <strong>il</strong> sindaco<br />

Michele Pescini - che mai come oggi hanno<br />

bisogno di ricevere servizi qualificati e fondamentali,<br />

con grande attenzione e rispetto<br />

verso <strong>il</strong> contesto in cui viviamo”.

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