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A UN POSTO SICURO?<br />

PATRIZIA IACUCCI<br />

Cuoca<br />

“Sta succedendo che viviamo troppo velocemente e<br />

non apprezziamo più i valori della famiglia.<br />

Viviamo una vita frenetica, malata socialmente e<br />

abbiamo tutto, grandi e giovani, ma per questi ultimi<br />

la situazione è più critica. I “grandi “ come me<br />

hanno raggiunto i propri obiettivi con grandi sacrifi<br />

ci, i ragazzi invece spesso non apprezzano le cose<br />

e non hanno niente da voler conquistare. Tutto ciò<br />

infl uisce certo sulla vita famigliare e sui comportamenti<br />

dei giovani che vogliono bruciare le tappe,<br />

non accettano i sacrifi ci. Ci sono poi invece delle<br />

diffi coltà oggettive che contribuiscono a scatenare<br />

comportamenti squilibrati: il lavoro precario e la<br />

disoccupazione, i soldi che non bastano… Senza<br />

dimenticare che in tutta questa velocità del nostro<br />

vivere, non si trova più nessuno che ti ascolta e se<br />

ti trovi nella necessità di sfogarti, vedendo che il<br />

mondo attorno a te viaggia a testa bassa, non chiedi<br />

neppure”.<br />

DANILO PACI<br />

Disegnatore<br />

“Credo che cose di questo tipo siano sempre accadute<br />

ma, oggi la tv le porta immediatamente all’attenzione<br />

di tutti. Ciò può infl uire negativamente sui<br />

soggetti psicologicamente sofferenti, ma trovare<br />

come causa dei delitti famigliari l’emulazione mi<br />

sembra esagerato. Trovo invece più sensato parlare<br />

di diffi coltà, nella società di oggi, a trovare e<br />

mantenere un equilibrio. Soprattutto per le persone<br />

in crescita, ovvero i giovani, dato che gli input da<br />

elaborare sono tanti. La mia generazione ha avuto<br />

certamente più tempo per elaborare le proprie<br />

scelte, anche perché gli stimoli erano inferiori e la<br />

società meno veloce. Entra in gioco l’importante<br />

ruolo dell’educazione. Crescere un fi glio è un’esperienza<br />

bellissima ma impegnativa: i bambini vanno<br />

seguiti, cercati e ascoltati con attenzione. Non mi<br />

addentro nella questione della depressione o dei<br />

disagi mentali perché potrei rischiare di perdermi<br />

nella vastità dell’argomento. Dico solo che è facilmente<br />

ipotizzabile e comprensibile l’imbarazzo di<br />

una famiglia a rendere noto un problema notevole,<br />

come quello del disagio psicologico, che richiede,<br />

per essere superato, un gran lavoro su sé stessi e<br />

sulla famiglia”.<br />

GAURO ARMISTA<br />

Artigiano<br />

“E’ la società di oggi che, con la sua corsa e il carovita<br />

porta a commettere delitti incomprensibili<br />

come quelli famigliari. È un problema mondiale e<br />

non solo italiano. In Germania, per esempio, stanno<br />

allestendo i “discolati” come esistevano una volta,<br />

ovvero dei riformatori dove vengono destinati ragazzi<br />

dai 12 ai 16 anni con precedenti penali. In<br />

tali strutture sono educati alla vita, viene loro insegnato<br />

un mestiere e ricevono il sostegno psicologico<br />

di cui necessitano. I discolati sono diffusi nel nord<br />

Europa ma presto ne avremo bisogno anche noi. E<br />

là quando fanno una riforma nel giro di una settimana<br />

viene adottata…<br />

Sono fanese purosangue: mi piace Fano e la sponsorizzo<br />

sempre. Giro comunque spesso: in Germania,<br />

Svizzera, Francia, anche perché sono convinto<br />

dell’importanza di essere europei e di conoscere<br />

cosa accade negli altri Paesi, valutando le differenze,<br />

anche nell’educazione.<br />

Sono infatti convinto che per produrre dei cambiamenti<br />

nella nostra società ci voglia del tempo e che<br />

sia importante, per evitare certi comportamenti<br />

“limite”, una buona educazione. Da noi, i genitori<br />

non riescono a stare dietro ai fi gli e a educarli<br />

in maniera severa, ci sono i nonni invece che non<br />

possono sostituirsi ai genitori nel ruolo di educatori.<br />

Pertanto, a differenza di molti paesi, noi italiani abbiamo<br />

un modo di vivere tutto nostro. Ma le regole<br />

servono…”.<br />

GIOVANNA CARBONI<br />

Psicologa<br />

“La premessa è che ogni situazione deve essere<br />

vista nel suo specifi co. Detto questo, è comunque<br />

vero che ci sono delle situazioni in cui la famiglia è<br />

lasciata sola ad affrontare le proprie problematiche.<br />

Mi riferisco sia al fatto che le istituzioni, tranne i<br />

casi in cui vi è l’obbligo ad intervenire, sono poco<br />

vicine alla famiglia, sia al fatto che non c’è abbastanza<br />

informazione sui tipi di sostegno disponibili<br />

e sulle strutture di riferimento. In pratica, una<br />

famiglia che si trova ad affrontare una situazione<br />

problematica, anche di vita, spesso non sa che può<br />

chiedere aiuto e neppure a chi. Con il rischio che tali<br />

problematiche, se irrisolte, possono generare squilibri<br />

a livello personale. Un esempio concreto è la crisi<br />

post partum additata quale causa principale dell’infanticidio.<br />

La maternità può portare con sé una<br />

serie di disagi fi sici e psicologici che, se adeguatamente<br />

illustrati alla donna, possono essere più<br />

facilmente superati. Occorre insegnare alla donna<br />

cosa signifi ca e comporta la maternità, che esiste<br />

l’elemento sacrifi cio, quali sono le strutture in grado<br />

di sostenere la neo - mamma nel suo percorso.<br />

Anche dietro al cosiddetto raptus di follia ci sono<br />

delle motivazioni e quindi problematiche. Per questo<br />

è fondamentale la possibilità di farsi aiutare ed<br />

ascoltare.<br />

È importante riuscire a dire: ho bisogno perché da<br />

solo non ce la faccio. E qui entrano in gioco non solo<br />

le strutture pubbliche ma anche l’aiuto e il sostegno<br />

di amici e famiglia”.<br />

fanoinforma.it<br />

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