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pages | libri<br />
decisero invece di non farne più nulla.<br />
Il principale difetto che viene imputato<br />
al film è quello di una struttura<br />
narrativa troppo sbilanciata: se nella<br />
prima parte in cui vengono presentati i<br />
personaggi tutto funziona, la seconda<br />
corre troppo veloce, con una voce narrante<br />
a tenere insieme una trama sfilacciata.<br />
Alcuni ritengono che questo<br />
sia dovuto all’insistenza dei produttori<br />
per non avere un film troppo lungo. In<br />
effetti pare che il premontaggio durasse<br />
più di tre ore, e successivamente<br />
sono circolate versioni del film con una<br />
durata molto superiore ai 137 minuti di<br />
quella cinematografica. Lynch, tuttavia,<br />
non ha approvato alcuna delle versioni<br />
alternative, che infatti talvolta circolano<br />
con la firma Alan Smythee abitualmente<br />
usata per i film<br />
disconosciuti dall’autore.<br />
Visto a quasi trent’anni di distanza il<br />
film, sia pure imperfetto, ha comunque<br />
molti pregi. Visivamente è molto originale,<br />
del tutto diverso dal classico stile<br />
“futuribile” dei film di fantascienza<br />
dell’epoca. Non solo nei costumi (che<br />
richiamano eserciti del passato), ma<br />
anche nelle scenografie che sottolineano<br />
il dualismo delle forze in campo<br />
(con la residenza degli Harkonnen in<br />
stile vittoriano-industriale, e quella<br />
degli Atreides lignea e organica). I fan<br />
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della serie ci troveranno una sostanziale<br />
fedeltà a quanto scritto nei libri.<br />
Alcune aggiunte (come i mostruosi piloti<br />
spaziali animatronici realizzati da<br />
Carlo Rambaldi, che nel libro non sono<br />
descritti) sono molto azzeccate, anche<br />
se certi spettatori non hanno apprezzato<br />
il taglio misticheggiante dato da<br />
Lynch, poiché nel romanzo originale la<br />
religione è un puro strumento politico.<br />
Dune forever: videogiochi, TV,<br />
seguiti apocrifi<br />
Frank Herbert diede il primo ciak al<br />
film di Lynch, fornendogli così il proprio<br />
imprimatur. Lo scrittore morì nel<br />
1986 ma, essendo la popolarità di<br />
Dune rimasta elevata anche negli anni<br />
successivi, questo non pose fine ai tentativi<br />
di sfruttarla con i media più svariati.<br />
Grazie al progredire della grafica<br />
computerizzata, che ha dato anche alle<br />
produzioni televisive la possibilità di<br />
effetti speciali dignitosi, nel 2000 il canale<br />
via cavo britannico Sci-fi Channel<br />
riuscì a produrre una miniserie con William<br />
Hurt nella parte del duca Leto, apparsa<br />
anche in Italia col titolo Dune – Il
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