Il complesso nuragico di Palmavera - Sardegna Cultura
Il complesso nuragico di Palmavera - Sardegna Cultura
Il complesso nuragico di Palmavera - Sardegna Cultura
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Il</strong> nuraghe <strong>Palmavera</strong> si trova sul versante meri<strong>di</strong>onale del monte<br />
omonimo, a 65 metri <strong>di</strong> quota e a meno <strong>di</strong> 2 km dal mare, lungo una<br />
via naturale che collega il golfo <strong>di</strong> Alghero con quello <strong>di</strong> Porto<br />
Conte, sul margine settentrionale della SS 127 bis, all’altezza del km<br />
45,450.<br />
Prima <strong>di</strong> procedere alla descrizione del <strong>complesso</strong> monumentale,<br />
pare opportuno, anche in una sede come questa, accennare brevemente<br />
alle testimonianze archeologiche presenti nell’Algherese al<br />
fine <strong>di</strong> inserire <strong>Palmavera</strong> nella <strong>di</strong>namica culturale che ha interessato<br />
questo territorio nell’antichità.<br />
<strong>Il</strong> territorio dal Neolitico all’Età romana<br />
Gli scavi e le ricerche<br />
Ampie grotte naturali, facili appro<strong>di</strong> in un mare pescoso, una morfologia<br />
pianeggiante o lievemente ondulata, terreni profon<strong>di</strong> e sufficienti<br />
risorse idriche sono gli elementi che hanno favorito la frequentazione<br />
umana nella regione, a partire dal Neolitico antico.<br />
Si consideri, inoltre, che probabilmente non era ignota agli antichi<br />
abitatori della Nurra, almeno a partire dall’età dei nuraghi, l’esistenza<br />
<strong>di</strong> minerali cupriferi a Calabona, <strong>di</strong> minerali ferrosi a Canaglia e<br />
<strong>di</strong> piombo argentifero all’Argentiera.<br />
La particolare ricchezza <strong>di</strong> emergenze archeologiche in un territorio<br />
<strong>di</strong> facile accessibilità, segnato da un abitato storicamente importante<br />
come Alghero e, più <strong>di</strong> recente, al centro <strong>di</strong> forti flussi turistici<br />
per la bellezza delle sue coste, ha fatto sì che l’Algherese sia una<br />
delle aree maggiormente presenti nella letteratura archeologica.<br />
La prima notizia relativa ad antichità scoperte nel territorio risale<br />
al 1803, quando il proprietario <strong>di</strong> un terreno – non è detta la località<br />
e nemmeno il nome del monumento – «nel <strong>di</strong>sfarsi <strong>di</strong> uno smisurato<br />
nuraghe per piantarvi delle viti vi si trovarono delle ossa <strong>di</strong> umani<br />
cadaveri, e fra questi un mostruoso teschio».<br />
Nel 1840 vennero intrapresi scavi nel nuraghe Taulera – ora alla<br />
periferia <strong>di</strong> Alghero – ad opera del proprietario del fondo, cav. G. Antonio<br />
Delitala, che vi trovò «un pozzo... formato a bottiglia, simile<br />
alla camera <strong>di</strong> nuraghi».<br />
5