Untitled - DNA Design Natura Artigianato
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2<br />
Questo volume è stato realizzato<br />
dall’Istituto di Biometeorologia del<br />
Consiglio Nazionale delle Ricerche<br />
nell’ambito del progetto “Nuove forme<br />
di occupazione e orientamento nei<br />
territori rurali” finanziato dal Ministero<br />
del Lavoro e della Previdenza Sociale,<br />
Direzione Generale per le Politiche per<br />
l’Orientamento e la Formazione.<br />
Responsabile del Progetto<br />
Giampiero Maracchi<br />
Coordinamento<br />
Francesca Camilli<br />
Francesco Cannata<br />
Gruppo di Lavoro<br />
Elisabetta Bressan<br />
Lucia Cherubini<br />
Danilo Marandola<br />
Elena Pagliarino<br />
Antonio Raschi<br />
Chiara Screti<br />
www.progettorientamento.it<br />
Ideazione, coordinamento e realizzazione<br />
del progetto editoriale<br />
Francesca Camilli<br />
Redazione dei testi<br />
Alessandra Colombo, Francesca Camilli<br />
Fotografie<br />
Le foto degli abiti dell’Istituto Statale d’Arte “G. Giovagnoli”<br />
di Sansepolcro sono a cura di Luciano Massetti.<br />
La foto dell’abito da sposa di Teresa Litrico<br />
e la foto di terza di copertina<br />
sono state gentilmente offerte<br />
dal Centro Culturale di Sansepolcro.<br />
Supervisione editoriale<br />
Vera Marincioni<br />
Manuela Miggiani<br />
Antonio Nappi<br />
Direzione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la<br />
Formazione, Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.<br />
Si ringrazia<br />
Alberto Premici<br />
Anna Rita Borelli, preside dell’Istituto Statale d’Arte<br />
“G. Giovagnoli” di Sansepolcro<br />
ISBN 978-88-95597-04-1<br />
Stampato a Firenze presso la Tipografia Vannini<br />
nel mese di dicembre 2007.<br />
il merletto la tradizione nelle mani
Sommario<br />
Premessa<br />
IntroduzIone<br />
nota sul rInascImento<br />
Il ruolo del merletto dI sansePolcro nella moda<br />
Il centro culturale dI sansePolcro<br />
la BIennale InternazIonale del merletto<br />
su questa Idea... rIcamacI soPra!<br />
assocIazIonI e scuole<br />
rIvIste<br />
mostre<br />
FontI<br />
il merletto la tradizione nelle mani
4<br />
Premessa<br />
Il merletto di Sansepolcro è il tema di questa pubblicazione che, continuando il percorso informativo su<br />
alcune delle preziose risorse delle terre del saper fare, porta l’attenzione, questa volta, sulla capacità crea-<br />
tiva e sull’abilità tecnica delle mani delle donne della Valtiberina Toscana.<br />
Il rilevante contributo che Maria Inferrera e Andreina Crispoltoni, docenti dell’Istituto Statale d’Arte “G. Gio-<br />
vagnoli” di Sansepolcro e Paolo Piovaticci, presidente del Centro Culturale di Sansepolcro hanno offerto<br />
per la realizzazione di questa pubblicazione, testimonia, come il territorio ritenga importante condividere<br />
con la propria comunità la conoscenza e il valore di questa arte.<br />
Il merletto di Sansepolcro diventato oggetto di indiscutibile ammirazione da parte dei visitatori della Bien-<br />
nale che ha calamitato l’attenzione e la curiosità del mondo, sulla peculiare bellezza di una tradizione lo-<br />
cale, può e deve considerarsi non solo, come una tradizione del passato, ma come una reale risorsa per<br />
la crescita dell’occupazione nel territorio. In questo senso, il libro illustrando gli abiti realizzati dagli studenti<br />
e dalle docenti dell’Istituto d’Arte, vuole dimostrare come l’arte del merletto, possa sposarsi con il mondo<br />
della progettazione della moda e dell’abbigliamento, diventandone non mero elemento decorativo, ma<br />
parte integrante di idee e di progetti capaci di innovare un’importante risorsa per il lavoro.<br />
Introduzione<br />
Il merletto, arte muliebre dalle antiche origini, si evolve dalle semplici annodature delle reticelle egizie, tra-<br />
sformandosi nei secoli, in ricamo che crea motivi nelle sfilature con cordoncini barrette e pippiolini, a “pun-<br />
to in aria”, eseguito senza più la necessità di un supporto tessile e raggiunge la sua piena maturità nel ‘500,<br />
secolo in cui prende forma e si snoda liberamente su disegni floreali e geometrici dalle perfette simmetrie<br />
e armonie proporzionali. Da questo periodo in poi, nascono e si sviluppano nuovi punti che caratterizze-<br />
ranno le scuole e i luoghi di provenienza; così questa nobile arte si innesta via via nelle realtà locali, dive-<br />
nendo elemento fondamentale della tradizione.<br />
Nel suo cammino di crescita e di trasformazione, quest’arte passa dalle mani delle nobildonne che rica-<br />
mano per diletto e gratificazione personale, a quelle di donne più umili che traggono sostentamento per<br />
le loro famiglie; in alcuni periodi storici, si verifica addirittura una riduzione in schiavitù delle merlettaie che<br />
venivano private della loro libertà e sradicate dalle famiglie per essere deportate in nazioni diverse dove<br />
il merletto la tradizione nelle mani
esportavano le loro qualità tecniche; a volte, come nel caso delle venete portate in Francia, le famiglie di<br />
origine non ne avevano più notizie. Il merletto al tombolo che necessita di una tecnica di grande precisione<br />
e perfezione e, quindi, di tempi lunghi per la sua realizzazione e le grandi richieste di mercato obbligavano<br />
le poverette ad una produzione quasi da catena di montaggio con condizioni lavorative pessime.<br />
Con l’avvento della rivoluzione industriale e la meccanizzazione delle tecniche, si verifica la nascita del<br />
merletto meccanico; la sua introduzione sul mercato a costi e tempi di produzione dimezzati fa sì che il<br />
merletto al tombolo veda periodi di grande crisi che si alternano a periodi di rifioritura o revival.<br />
Il periodo delle Secessioni in Europa porta, ad esempio, una nuova linfa vitale, con la concezione dell’arte<br />
totale che deve servire a rivalutare gli oggetti d’uso, depauperati dalla meccanizzazione, restituendo loro<br />
dignità e una connotazione diversa.<br />
A seguito di ciò, nascono vere e proprie scuole che vedono l’inserimento di una figura di supporto, il dise-<br />
gnatore, un artista-tecnico che crea disegni ad hoc, attraverso veri e propri studi grafici per la creazione di<br />
nuovi motivi e si sperimentano nuove evoluzioni tecniche che contribuiscono a fare del ricamo una forma<br />
d’arte libera e non solo applicativa al tessile.<br />
Nei periodi in cui invece sparisce dalla ribalta, il ricamo resta nelle realtà locali che ne consentono la so-<br />
pravvivenza e lo tramandano ai posteri: e proprio in questi periodi bui qualcuno pensa di documentarne<br />
l’esistenza attraverso raccolte e pubblicazioni che ne perpetuino la memoria.<br />
Dopo l’ultimo periodo di oscurità, si giunge così ai tempi recenti, quando per esigenze di confronto e di<br />
ricerca della documentazione nascono mostre e manifestazioni a livello internazionale, una per tutte la<br />
Biennale del Merletto di Sansepolcro nata dalla volontà del Centro Culturale e con un comitato scientifico<br />
di alto livello. Nel corso dei decenni, la Biennale attraverso un bando di concorso ha stimolato le merlet-<br />
taie ad una produzione nuova che si discostasse da vecchi schemi e proponesse temi ispirati al mondo<br />
artistico in generale: ha consentito così l’esposizione di opere ed il confronto tra diverse scuole e nazioni,<br />
incentivando, di conseguenza, flussi turistici dall’Italia e dal mondo. Le connotazioni positive della Biennale<br />
non si fermano all’incremento turistico delle visite al circuito espositivo, ma vanno oltre lo specifico del set-<br />
tore, superando vecchi stilemi e ricercando nuove possibilità creative.<br />
Il filo che crea il merletto diviene la linea che disegna le nuove composizioni e talvolta, attraverso le sue<br />
evoluzioni, passa dalla rappresentazione bidimensionale, propria di questa forma d’arte, a quella tridimen-<br />
sionale, con la creazione di vere e proprie sculture tessili dalle grandi proporzioni.<br />
Le artigiane si trasformano così, da semplici esecutrici dalla notevole competenza e bravura tecnica, in<br />
creatrici e addirittura artiste merlettaie.<br />
E’ un filo sottile quello che separa il confine fra arte e artigianato, un breve tratto spazio-tempo intellettivo,<br />
proprio del momento creativo che connota di contenuti l’opera d’arte. Ma, se così fosse, si dovrebbe de-<br />
il merletto la tradizione nelle mani<br />
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sumere che tutto ciò che non è ricco di contenuti e messaggi, è escluso dall’essere opera d’arte.<br />
Come catalogare allora tutte quelle opere che, se pur non portatrici di contenuti, risultano ugualmente<br />
espressione di un sentimento di armonia e perfezione? Nascono, a questo proposito, i termini arte mino-<br />
re e odiernamente artigianato d’arte o artistico che tendono a definire quelle opere che si elevano dalla<br />
ripetizione pedissequa di antichi stilemi e dalla mera bravura dell’esecuzione tecnica.<br />
Si può essere riproduttori dall’eccezionale qualità tecnica senza, per questo, aver creato un’opera definita<br />
artistica; ma, alla base di tutto, c’è la ricerca storico-stilistica sulla quale impiantare un percorso creativo<br />
atto a costruire qualcosa di innovativo, qualcosa che emerga dalla massa informe di oggetti.<br />
Subissati di immagini che mostrano ciò che viene offerto da ogni parte del mondo, per emergere in que-<br />
sta giungla, bisogna distinguersi. Per far ciò, si deve essere unici ed originali. Questo, in ambito progettuale<br />
e scolastico, si raggiunge seguendo un iter creativo più o meno articolato, dove il disegno fa da padrone:<br />
costruzioni di linee e di forme che prendono vita in diverse destinazioni d’uso, a seconda dello stile e della<br />
tecnica di realizzazione, seguendo ritmi e armonie di costruzione dalle auree proporzioni.<br />
Ed è in questo ambito che si innesta il compito delle scuole e, nello specifico, l’Istituto d’Arte di Sansepol-<br />
cro: la scuola che è luogo di formazione per disegnatori e progettisti di vari settori, dà agli allievi, alla fine<br />
del corso di studio, una serie di competenze spendibili nel mondo dello stilismo. Alla base c’è la caratteriz-<br />
zazione dell’area d’indirizzo che cura, soprattutto, l’acquisizione delle tecniche e la conseguente visione<br />
progettuale.<br />
Succede così, che vi sia un connubio molto forte ed una affinità d’intenti tra scuola e realtà territoriali; la<br />
scuola per vocazione tende al recupero delle diverse forme artistiche e artigianali ed, in particolare, di<br />
quelle che sono parte integrante (se non essenziale) della nostra realtà locale. Nel caso delle attività che<br />
riguardano il merletto contribuisce, in partenariato con il Centro Culturale, a creare momenti espositivi che<br />
siano forza motrice e propulsiva per il settore e diano vita a performance inaspettate di rottura dei vec-<br />
chi schemi, nella costante ricerca di riuscire a mostrare le nuove vie percorribili e le possibilità dei diversi<br />
sbocchi applicativi.<br />
Merlettaia/Tecnica, Biennale/Tradizione, Scuola/Innovazione: ecco la triade magica che ha contribuito agli<br />
scambi sia locali che nazionali, quali motore per la costruzione di mostre di notevole livello, che hanno<br />
avuto risonanza anche fuori dal ristretto ambito territoriale.<br />
il merletto la tradizione nelle mani<br />
Prof. Maria Inferrera
Nota sul “rinascimento”<br />
Si annota, anche da studiosi emeriti, che la Biennale di Sansepolcro ha contribuito fortemente al “rinasci-<br />
mento del XX secolo del merletto in Europa”.<br />
Ma in che consiste questo “rinascimento”? Per chi desideri conoscere meglio questo fenomeno, è bene<br />
ricordare che la Biennale nacque venticinque anni fa, proprio col sorgere, di lì a poco, dei primi segnali di<br />
tale rinascita a livello europeo; non è quindi illogico che questo risveglio del merletto si attribuisca anche<br />
all’azione intensa e ispirata della giovane e vivace iniziativa italiana.<br />
E’ un rifiorire che ben rispecchia lo spirito con cui la Biennale nacque in quel lontano 198 , allorché i Soci<br />
fondatori, tutti poeti artisti ed intellettuali, di una piccola e libera associazione biturgense quale il Centro<br />
Culturale di Sansepolcro, decisero di far rinascere questa forma d’arte autentica e strepitosa, orgoglio<br />
della città toscana ma arrestata dalla spietata crisi bellica ed economica dell’ultimo grande conflitto, per far<br />
rigodere il mondo della sua bellezza unica. È un rifiorire non vistoso ma qualitativo che si riaffaccia un po’<br />
ovunque in Europa nella seconda metà del XX secolo, non come cosa che vuol piacere per fare mercato,<br />
ma come il prorompere d’una nuova stagione dopo un gelido inverno, rivelando il cammino di un’arte che<br />
segue una evoluzione propria a prescindere da mode e usi cui si voleva legata negli impieghi del passato,<br />
e dalle critiche saccenti che col loro finire, la volevano morta.<br />
Il graduale ma trionfale ritorno del merletto, che pur non tralascia il recupero delle antiche tradizioni locali<br />
che a volte rielabora modernamente, ha la forza di risorgere in forme nuove e anche inedite e d’aprirsi<br />
varchi incredibili d’impiego nella società più evoluta.<br />
Sono le cosiddette “Nuove Tendenze” per le quali esso va, in sostanza, verso tre principali direzioni o canali<br />
di produzione e d’impiego.<br />
La prima è l’Alta moda contemporanea in cui il merletto tradizionale si evolve in moderne creazioni particolari<br />
e raffinate. La seconda è la Monilistica, connessa con l’Alta moda, in cui il merletto si fa gioiello, onde<br />
l’appellativo di “merletto-gioiello”, mediante intrecci di fili dorati o argentati o altrimenti impreziositi, oppure<br />
dall’abbinamento diretto dell’arte orafa a quella del merletto ossia dei fili di refe con quelli del metallo aureo.<br />
La terza è l’Arte contemporanea ivi compresa anche quella d’avanguardia, in cui il merletto si fa “merletto-pittura”,<br />
“merletto-scultura”, genericamente definibile “merletto di creazione”, in sostanza si fa forma<br />
d’arte contemporanea, spesso astratta, ma anche neoclassica e surreale, con opere tridimensionali e<br />
monumentali, come pure del più sofisticato e prezioso miniaturismo.<br />
Tali nuove tendenze, in cui il merletto si è naturalmente diretto in questa rinascita di evoluzione e che<br />
il merletto la tradizione nelle mani<br />
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riveleranno anche capacità di nuovi impieghi remunerativi, indicano con chiarezza la funzione attuale di<br />
quest’arte anche a chi insiste, pure nei programmi scolastici, a considerarlo nei suoi ruoli del passato.<br />
Tale, in breve, è il “rinascimento”, cui ha dato forte impulso la nostra Biennale così entrata nella Storia del<br />
merletto europeo.<br />
La Biennale di Sansepolcro, che nel 2008 compie i suoi venticinque anni, è oggi la sola esposizione in Italia<br />
in cui si può ammirare la visione panoramica del merletto contemporaneo mondiale attraverso i manufatti<br />
di ogni tipo e di ogni Paese produttore; ma non è solo un fatto espositivo. Essa, con le sue iniziative cultu-<br />
rali collaterali del più alto livello qualitativo, quali i concorsi internazionali, i workshops, le mostre bibliogra-<br />
fiche e iconografiche letterarie e storiche, le conferenze, gli incontri di studio e di sperimentazione, è una<br />
risposta completa a tutte le domande ed esigenze del settore mondiale.<br />
E’ necessario che ci si renda conto appieno dell’incredibile impresa compiuta in questo campo dalla por-<br />
tentosa iniziativa biturgense, realizzata da pochi volontari puri e generosi. Il livello cui è giunta attraverso<br />
edizioni indimenticabili, frutto dell’amore per quest’arte non sempre debitamente considerata e per il “bel-<br />
lo” che la animano, deve sapersi mantenere ed anzi elevare sempre più per due principali nobili scopi.<br />
Primo, per la salvezza di un’arte finissima che non può essere umiliata dalla sua sparizione; secondo, per<br />
godere e far godere del dono della creatività e della manualità di cui sa splendere. E’, tale dono, un privi-<br />
legio divino della Donna, non solo di Sansepolcro ma di ogni altro Paese in cui, attraverso i fili mossi dalle<br />
sue dita trae i suoi capolavori e lancia i suoi messaggi.<br />
Perché l’arte del merletto si tramandi e si sviluppi quale espressione e corredo della società che si evolve,<br />
è necessario da parte delle giovani donne che vogliono apprendere quest’arte, accostarsi ad essa con<br />
umiltà e amore creativo. Essa non mancherà di ripagare, in qualche modo, chi vi ha creduto riversandovi<br />
la propria umanità, il proprio talento e il proprio stile.<br />
La Biennale di Sansepolcro è cresciuta in questo spirito, contribuendo alla rinascita di quest’arte in Europa,<br />
ed al sorgere di nuove e brillanti realtà produttive e didattiche che oggi alimentano le sue edizioni.<br />
La città di Sansepolcro ne sia orgogliosa ed operi per comprendere sempre più appieno e mantenersi<br />
questo patrimonio spirituale ed artistico che dopo la Premiata Scuola delle sorelle Marcelli continua a far<br />
risplendere, nella rediviva arte del merletto, una delle proprie gemme più autentiche e pure.<br />
il merletto la tradizione nelle mani<br />
Cav. Paolo Piovaticci
Il ruolo del merletto di<br />
Sansepolcro nella moda<br />
Il merletto, da quando è nato, è stato usato nella moda solo nei<br />
periodi di splendore, per il resto è sempre stato marginale al set-<br />
tore della moda e fondamentale, invece, nei corredi di nozze:<br />
biancheria da casa, lenzuola, copriletto, tovaglie, etc.<br />
Per l’impiego nella moda, si può rilevare che nel ‘ 00 e nel ‘700,<br />
i secoli trionfali di quest’arte, come testimoniano celebri dipinti di<br />
personaggi dell’epoca, il merletto diventò parte integrante dell’abbigliamento<br />
maschile e femminile dell’ambiente più elevato e<br />
ricercato della società, dove le belle trine, soprattutto veneziane<br />
e belghe, erano l’ornamento degli abiti sontuosi della nobiltà, dei<br />
sovrani, degli aristocratici che ne popolavano le corti e degli alti<br />
funzionari di Stato; mentre la servitù e il cosiddetto popolo, non di<br />
rango, adornavano i loro vestiti da festa con semplici bordini che<br />
si tramandavano di generazione in generazione.<br />
L’applicazione nella moda del merletto di Sansepolcro, che appare<br />
già agli inizi del XX secolo, si può dire ufficialmente sperimentata<br />
nel 1998 dall’Istituto d’Arte “G.Giovagnoli” di Sansepolcro.<br />
il merletto la tradizione nelle mani<br />
IL MERLETTO A FUSELLI<br />
Sansepolcro deve alle sorelle Adele e<br />
Ginna Marcelli il merito di aver creato,<br />
agli inizi del Novecento, un tipico merletto<br />
a fuselli, localmente chiamato “trina a<br />
spilli” perché richiedeva un’infinità di spilli<br />
per farlo.<br />
Le due sorelle appresero la tecnica del<br />
merletto a fuselli da Amelia Gelli Pagliai<br />
(1858-1942) che a sua volta l’aveva appresa<br />
in carcere da una religiosa di origine<br />
fiamminga. Fino a che le sorelle istituirono<br />
il merletto basandosi su merletti<br />
esteri e nel particolare francesi e delle<br />
Fiandre, non si può parlare di specificità<br />
del merletto di Sansepolcro ma, nel tempo,<br />
esse maturarono la convinzione che<br />
fosse possibile dare inizio ad un merletto<br />
nuovo, con caratteristiche proprie.<br />
Si ricordano sia il padre delle sorelle Marcelli<br />
a cui si deve l’invenzione del particolare<br />
sostegno mobile su cui si appoggia<br />
il tombolo di Sansepolcro (il tombolo è<br />
tondo e non a manicotto come le altre<br />
lavorazioni) sia il marito di Ginna Marcelli,<br />
Domenico Petri a cui si devono i disegni<br />
dei lavori.<br />
Nel 1900 fu aperta quella scuola - laboratorio<br />
che divenne celebre con il nome<br />
di “Premiata Scuola di Merletto a Fusello<br />
Adele e Ginna Marcelli”. Inizialmente si<br />
insegnava alle giovani di buona famiglia,<br />
ma ben presto le lavoranti interne raggiunsero<br />
la trentina per poi arrivare a più<br />
di cento donne, tra trinaie e ricamatrici,<br />
senza contare le più di mille lavoranti a<br />
domicilio sparse nell’Alta Valle Tiberina.<br />
Le raffigurazioni di Petri si caratterizzarono<br />
per alcune tipologie (le trine a vasi, a<br />
ciocche, a burattini) rimaste poi costanti<br />
nella zona; la caratteristica della sua grafica<br />
consisteva nelle forme che disegnava:<br />
foreste, rami, fiumi, forme arboree e<br />
faunistiche realizzate in modo fantasioso<br />
e poetico. Ecco dunque che la tecnica<br />
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10<br />
realizzava merletti su base grafica tipica<br />
di Sansepolcro.<br />
La lavorazione ebbe ben presto successo<br />
e fu conosciuta ed apprezzata in tutta<br />
Europa ed in America (mercato che si<br />
aprì nel momento in cui Ginna Marcelli<br />
ebbe come socio Giovanni Melardi),<br />
come attestano gli alti riconoscimenti, i<br />
diplomi e le medaglie d’oro conseguiti in<br />
esposizioni internazionali di assoluto prestigio.<br />
Morta prematuramente Adele, nel<br />
1912, Ginna portò avanti con il marito la<br />
sua attività, ma con la crisi economica a<br />
seguito della II guerra mondiale cominciò<br />
la decadenza di quell’attività artigianale<br />
che aveva reso celebre Sansepolcro per<br />
l’arte del merletto e del ricamo. A questo<br />
proposito, si ricorda che tale decadenza<br />
coinvolse anche altre scuole aperte in<br />
quegli anni da alcune allieve delle Marcelli:<br />
Agnese Tamburini, Zaira Baragli,<br />
Leda Fatti, Margherita Tricca Monanni e<br />
Amalia Benci.<br />
Alla fine della guerra la Premiata scuola,<br />
sia pure con personale ridotto, riprese<br />
a funzionare; nel 1948 Domenico Petri<br />
venne a mancare e Ginna si trovò a proseguire<br />
la sua attività da sola.<br />
Nel 1955 presso la Scuola d’Arte e mestieri<br />
per l’Industria e l’artigianato, che poi<br />
diventerà l’Istituto Statale d’Arte di Sansepolcro<br />
trasformandosi da laboratorio<br />
sperimentale in creativa progettazione<br />
di disegno professionale, fu fondata la<br />
sezione di ebanisteria e merletto e Ginna<br />
Marcelli fu chiamata ad organizzarla<br />
e ad iniziare l’insegnamento; degno di<br />
menzione fu l’insegnante Notàri che influì<br />
nel modificare i motivi decorativi dei<br />
disegni che poi, sono entrati a far parte<br />
della tradizione. Dopo pochi anni, però,<br />
la sezione di merletto fu sostituita con<br />
quella di tessuti.<br />
Ginna Marcelli morì nel 1977, a 95 anni.<br />
Nello stesso anno presso l’Istituto Schianteschi<br />
sorse una nuova scuola di merlet-<br />
Anche se la trina biturgense era in precedenza già usata sotto<br />
forma di profilature e bordini negli abiti quotidiani e da festa ma<br />
con applicazioni autonome ed isolate, ora, per la prima volta, si<br />
studia e si realizza una collezione di modelli in cui il merletto a fu-<br />
selli locale viene posto non casualmente, ma secondo uno stu-<br />
dio del tessuto, della linea e del colore, tanto da dare un’impron-<br />
ta biturgense alla moda contemporanea. La mostra, accolta dal-<br />
la Biennale e da essa lanciata in un contesto internazionale, ha<br />
riscosso tanto successo da essere stata ospitata in Germania,<br />
in Francia, in Svizzera, al BIT di Milano e in diverse manifestazioni<br />
del centro e del nord Italia.<br />
Anche se la Biennale aveva già esposto in precedenza qualche<br />
abito di moda con merletto di scuola italiana e anche estera, da<br />
ora in poi ha riservato un apposito spazio alla “moda con mer-<br />
letto”, facendosi in questo aspetto un punto qualificato di riferi-<br />
mento. Questa apertura della Biennale alla moda ha generato<br />
contatti e rapporti con lo stilismo più raffinato, da cui sono scatu-<br />
rite mostre significative di stiliste note e anche richieste di espo-<br />
sizioni da parte di stiliste nuove e giovani.<br />
Quali esempi ricordiamo la mostra di successo degli abiti con<br />
merletto di Chiara Boni: dieci abiti presentati nel 2004 a Palaz-<br />
il merletto la tradizione nelle mani
zo Inghirami a Sansepolcro nell’ambito della X Biennale, a seguito<br />
del contatto avuto con il Centro Culturale di Sansepolcro nel<br />
200 . Il miracolo della stilista è consistito nel raccogliere merletti<br />
antichi e meccanici a partire dal 1700 e nel riuscire a sagomarli ed<br />
accozzarli in modo piacevole, unico e del tutto originale.<br />
Si ricorda inoltre come cinque merletti di un’opera premiata nella<br />
VIII Biennale, ispirati al famoso libro “Il Milione” e riproducenti,<br />
in merletto ad ago, alcune scene in esso descritte, siano stati<br />
richiesti al predetto Centro dalla stilista veneta Rosy Garbo per<br />
essere inseriti in un abito che era parte integrante della sua collezione<br />
per l’estate 2000, presentata nella sfilata dell’alta moda<br />
che ha avuto luogo nel Gennaio 1999 al Grand Hotel Excelsior di<br />
Roma. L’abito era dedicato a Marco Polo ed è stato indossato<br />
dalla nota modella Yuma: “una nuvola bianca su un corpo nero”<br />
(P. Piovaticci).<br />
Infine, si ricorda la collezione dal titolo “Il giardino delle Esperidi”,<br />
dieci abiti “per la sposa”, specialità nella moda, della giovane stilista<br />
siciliana Teresa Litrico, esposti ed impostisi a Palazzo Inghirami<br />
nell’ambito della XII Biennale del 200 .<br />
il merletto la tradizione nelle mani<br />
to fondata e condotta dalla maestra Pia<br />
Berghi, già allieva della Scuola Marcelli,<br />
che ebbe il merito di portarne avanti nel<br />
tempo l’insegnamento garantendo la<br />
continuità di quella nobile tradizione.<br />
Nel 198 il Centro Culturale di Sansepolcro,<br />
libera associazione di cittadini sorta<br />
nel 1979 per il recupero e lo sviluppo dei<br />
valori artistici locali, promosse e organizzò<br />
la prima mostra di merletto a fuselli, il<br />
cui successo risvegliò nella cittadinanza<br />
l’interesse per un’arte quasi dimenticata.<br />
Nel 1984 fu organizzata la seconda mostra<br />
di merletto che, da allora in poi, proseguì<br />
con ritmo biennale, accogliendo<br />
gradualmente i merletti italiani, quelli dei<br />
paesi della CEE e poi, con la caduta del<br />
Muro di Berlino nel 1990, quelli dell’intera<br />
Europa e anche degli altri continenti.<br />
La Biennale Internazionale del merletto<br />
è ormai entrata nella storia del merletto<br />
per il contributo determinante che<br />
ha dato al cosiddetto “rinascimento del<br />
ventesimo secolo del merletto” in Italia e<br />
in Europa. A livello locale, ha stimolato il<br />
sorgere di nuove iniziative.<br />
Nel 1994 l’Istituto d’Arte di Sansepolcro,<br />
aderendo all’invito ad entrare nelle<br />
esposizioni e nei concorsi della Biennale,<br />
ha iniziato uno studio sulla moda contemporanea<br />
realizzata con il recupero di<br />
tessuti pierfrancescani ed inserti di merletti<br />
rielaborati dagli originali conservati<br />
nel suo archivio storico.<br />
Nel 199 è sorta l’Associazione “il Merletto<br />
nella città di Piero”, con la finalità di<br />
rivalutare e diffondere il merletto a fuselli<br />
attraverso lo svolgimento di corsi di merletto<br />
e di ricamo.<br />
Nello stesso anno, grazie ad una donazione<br />
cittadina, il comune di Sansepolcro<br />
ha allestito uno “Spazio del merletto”<br />
dove in una mostra permanente si conservano<br />
testimonianze di trine e di documenti<br />
autentici della Premiata Scuola<br />
di Adele e Ginna Marcelli.<br />
Tratto da www.merlettoitaliano.com<br />
11
12<br />
LE MERLETTAIE NELLE PAROLE DELLA TRADIZIONE<br />
“La lavorazione del merletto”- ci racconta in un testo vibrante il Dottor Travaglini- “è il frutto di un delicato ed intelligente<br />
lavoro, nobilitato dal fascino e dal piacere di poter realizzare un manufatto da ammirare, da mostrare<br />
e conservare. L’impegno della merlettaia non è solo manuale ma, anche di sensibilità profonda e di amore per<br />
ciò che elabora: il lavoro concepito come espressione artistica. Questa attività si compie secondo regole dettate<br />
dall’esperienza e dall’applicazione di un complesso di tecniche e di metodi che richiedono anche abilità, talento,<br />
capacità. E la merlettaia possiede temperamento gentile, gusto raffinato e sensibilità alla bellezza. Prima di essere<br />
artigiana è virtualmente artista. Il merletto può essere inteso come arte dalla forte valenza decorativa alla cui evoluzione<br />
estetica, pratica ed ambientale la merlettaia contribuisce, non poco. Dalle abili mani delle antiche merlettaie<br />
fiorivano lavori leggeri e trasparenti, intessuti di volute, fogliami, frutti, fiori, stelle, crocette ed altri motivi geometrici<br />
lineari. Il gioco labirintico del chiaro e dello scuro, quasi magica realizzazione di ombre e di sfumature, era semplice<br />
e fantastico. La produzione del merletto serviva per orlare federe e lenzuoli nuziali, per guarnire il vestiario di dame<br />
e cavalieri e decorare tovaglie d’altare e paramenti sacri. La tecnica di elaborazione era tramandata da madre in<br />
figlia e studiata ed aggiornata da volenterose e preparate signore e signorine locali. Il carattere geometrico, semplice<br />
e lineare dello stile tradizionale, congiunto a quello figurativo più evoluto, ha reso possibile una realizzazione<br />
di opere di alto contenuto estetico.”<br />
Da sempre, la lavorazione del merletto è un’attività svolta principalmente dalle donne del paese, che custodivano<br />
i segreti della tecnica di esecuzione. Quando le merlettaie si incontrano, è come se si fossero sempre conosciute.<br />
Il merlettare è come un focolare che una volta acceso, ipnotizza gli ospiti e li porta a sedersi insieme, scaldarsi,<br />
parlarsi, confidarsi e familiarizzare. Il settore mondiale del merletto è una famiglia dove l’aristocratica e la cameriera<br />
si sentono uguali e condividono una passione.<br />
Testo tratto da www.ophis.it<br />
il merletto la tradizione nelle mani
Il centro culturale di Sansepolcro<br />
Il Centro Culturale di Sansepolcro nasce nel 1979, ad opera del<br />
poeta e pittore Paolo Piovaticci e di altri otto cittadini, poeti, artisti,<br />
docenti e letterati, con il fine di promuovere l’arte e la cultura nel<br />
comprensorio altotiberino.<br />
L’attività del Centro che si sviluppa nel campo dell’arte e della cul-<br />
tura, nel breve volgere di un decennio, si è estesa oltre i confini<br />
della Valtiberina Toscana, grazie all’attenzione ai vari problemi e<br />
alle aspirazioni della società contemporanea che ne caratterizza<br />
i programmi e grazie all’adesione di personalità, sodalizi culturali<br />
e organismi di Stato ed europei.<br />
L’attività si esprime in importanti settori quali: arti figurative, tea-<br />
tro, poesia e letteratura, editoria e artigianato d’arte; in particola-<br />
re, in quest’ultimo settore, il Centro Culturale ha il merito di avere<br />
recuperato e rilanciato la locale tradizione del merletto a fuselli e<br />
di aver istituito la Biennale Internazionale del merletto. Di rilievo,<br />
anche come testimonianza del cammino di crescita dell’iniziati-<br />
va biturgense parallelo al formarsi dell’Europa Unita, è stata la V<br />
Biennale, del 1992, dedicata a Piero Della Francesca nel cinque-<br />
centesimo anniversario della morte, che si è sviluppata in una<br />
seconda edizione dal titolo “Per l’abbattimento delle frontiere eu-<br />
ropee”, tenutasi nello stesso anno a Strasburgo, nella sede del<br />
Parlamento Europeo, al cui Presidente Egon A. Klepsch è stato<br />
consegnato il “Merletto per la pace e l’Europa unita” realizzato<br />
dal gruppo delle merlettaie del Centro Culturale di Sansepolcro.<br />
il merletto la tradizione nelle mani<br />
UNA LEGGENDA SUL<br />
MERLETTO A FUSELLI<br />
C’era una volta una fanciulla di nome<br />
Serena, bellissima ma poverissima.<br />
Amava, riamata, un giovane artista<br />
povero quanto lei. Un brutto giorno<br />
la mamma di Serena si ammalò tanto<br />
gravemente che la fanciulla, pur di ottenere<br />
la guarigione, non avendo altri<br />
mezzi, offrì un voto alla Madonna: la<br />
rinuncia al suo amore per il giovane artista.<br />
Mentre glielo comunicava, seduti<br />
all’ombra di un grande albero, dai rami<br />
cadde sul suo grembiule una tela di ragno:<br />
fittissima, fine, complicata e leggiadra.<br />
I due innamorati ne restarono<br />
incantati e lei pensò subito di provare a<br />
rifarla con il filo più fine del suo fuso. Lui<br />
con alcuni rami dell’albero chiuse e irrigidì<br />
il grembiule fra quattro bastoncini,<br />
in modo da portare a casa, indenne, il<br />
prezioso disegno della ragnatela. Così,<br />
mentre Serena lo copiava col suo filo,<br />
lui la aiutava a tener separati e ordinati<br />
i tanti fili necessari che, altrimenti, si<br />
arruffavano e imbrogliavano, legando<br />
un bastoncino di legno alle estremità di<br />
ciascun filo. Così dall’amore e dall’arte<br />
nacque il primo tombolo e il primo pizzo<br />
che piacque moltissimo alle gran<br />
dame della città che ricompensarono<br />
lautamente la giovane autrice della stupenda<br />
ragnatela. Ma con l’agiatezza e<br />
la salute della madre, venne per Serena<br />
il dolore: lasciare il suo innamorato, per<br />
adempiere al voto.<br />
Ancora una volta però il miracolo si rinnovò.<br />
Dallo stesso albero all’ombra del<br />
quale i due fidanzati piangevano la loro<br />
separazione, cadde un’altra ragnatela<br />
su cui era scritta l’assoluzione del voto.<br />
Tratto da www.amicideltombolo.it<br />
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14<br />
La Biennale internazionale del merletto<br />
La Biennale Internazionale del merletto di Sansepolcro, è ormai entrata nella storia del merletto per il con-<br />
tributo determinante che ha dato al cosiddetto “Rinascimento del merletto” in Italia e in Europa.<br />
Istituita dal Centro culturale di Sansepolcro, a seguito dell’interesse suscitato da due mostre dallo stesso<br />
promosse e realizzate nel 198 e 1984 dedicate al merletto tradizionale di Sansepolcro e giunta nel 200<br />
alla sua XII edizione, oggi è certamente la manifestazione di punta per l’Italia ed una delle più importanti a<br />
livello internazionale, come testimonia la presenza sempre crescente di artiste provenienti da tutto il mondo.<br />
Oltre all’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si ricordano i patrocini, tra gli altri, del Senato<br />
della Repubblica e dell’Ufficio per l’Italia del Parlamento europeo.<br />
La Biennale Internazionale è dotata di un comitato scientifico presieduto dalla storica D. Davanzo Poli, ha il<br />
suo fulcro nel Palazzo Inghirami di Sansepolcro ed è aperta ad ogni tipologia di merletto, da quello classico<br />
a quello d’avanguardia, dal miniaturistico al monumentale, sia bidimensionale che tridimensionale, considerando<br />
l’arte del merletto come espressione di una creatività non soggetta a limitazioni di sorta.<br />
Anche se il merletto è arte muliebre, non mancano talvolta presenze di elaborati realizzati da “merlettai”.<br />
Cuore della manifestazione è il Concorso Internazionale che vede la partecipazione di artiste di ogni parte<br />
del mondo ad una “singolar tenzone” davvero unica nel suo genere, come pure il Riconoscimento<br />
Internazionale per la “Operosità e Collaborazione nel campo dei Merletti in Europa” in medaglie d’oro, da<br />
assegnarsi a istituzioni e artiste che si siano distinte in tali sensi nell’ultimo biennio. A ciò si affiancano le<br />
numerose esposizioni, articolate su varie prestigiose sedi, dedicate ai merletti delle regioni italiane, a quelli<br />
degli altri paesi, al merletto tradizionale di Sansepolcro, al merletto nella moda e così via dicendo. Non<br />
mancano poi le conferenze introduttive e un workshop tenuto da maestre europee per l’apprendimento<br />
e l’approfondimento di una tecnica ogni volta diversa.<br />
Volutamente trascurato è, invece, l’aspetto commerciale che non è, sostanzialmente, presente: si è inteso,<br />
infatti, focalizzare l’attenzione sul valore artistico, sociale e culturale del merletto, mantenendo così,<br />
particolarmente elevato il profilo della manifestazione.<br />
Ogni edizione della Biennale è dedicata ad un personaggio che le conferisce attualità e interesse storico<br />
e culturale; ad esempio, l’edizione 200 è stata intitolata a Mozart e vi hanno preso parte più di cento<br />
artiste provenienti da diverse nazioni, per un totale di circa 1.500 pezzi esposti. Una novità è stata uno<br />
speciale annullo postale, nel quale è riprodotto un particolare tratto da un merletto della storica scuola di<br />
Ginna Marcelli. Di speciale rilievo, oltre alle consuete esposizioni dei lavori partecipanti al concorso internazionale<br />
e dei lavori delle varie regioni italiane, la collezione di abiti da sposa della già citata stilista siciliana<br />
il merletto la tradizione nelle mani
Teresa Litrico (foto a lato). La Biennale ha fatto cre-<br />
scere il merletto a livello nazionale, europeo e mon-<br />
diale; ha fatto uscire le merlettaie dal guscio costi-<br />
tuito dalla bidimensionalità e dalla tradizione ripetiti-<br />
va del centrino, per condurle alla creazione di nuo-<br />
ve tematiche figurative e di nuove sperimentazioni<br />
materiche con il coraggio e l’azzardo di cui essa è<br />
l’elemento propulsore.<br />
Su questa idea...<br />
ricamaci sopra!<br />
Per il lettore, il merlettare ed il realizzare oggetti in<br />
merletto può apparire come un’arte antica di diffici-<br />
le concretizzazione economica, nei tempi moderni.<br />
La tradizione ha il pregio di documentare il merlet-<br />
to di una volta; mentre quando si incanala in forme<br />
di produzione diverse, quali accessori e guarnizio-<br />
ni per il settore moda e abbigliamento, quando si<br />
integra con le produzioni tessili o diventa tecnica<br />
di lavorazione utile per l’arte del gioiello rendendo<br />
proprie forme di spettacolarità artistiche, acquisisce<br />
altri pregi e valori, tra cui anche quello economico.<br />
Fermo restando che è sacro il legame con la tra-<br />
dizione, è bene che a partire dalle scuole, si speri-<br />
mentino produzioni di questa antica arte nei con-<br />
testi attuali dell’alta moda e dell’abbigliamento, nei<br />
settori degli accessori per l’arredamento di interni,<br />
nei contesti di altre produzioni come la gioielleria.<br />
Oggi hanno maggiori occasioni di trovare occupa-<br />
zione le merlettaie che nell’innovazione dell’uso dei<br />
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materiali inseriscono, per esempio, negli intrecci del merletto, pietre Swarowsky per realizzare il “merletto<br />
gioiello” o “merletto di creazione”. Tante possono essere le richieste di lavoro per chi indovina il canale del<br />
merletto innovativo. L’antica arte del merletto come nuova forma di occupazione è possibile, quindi, se si<br />
riesce a sentire il fascino di un cammino che porta all’innovazione attraverso la contaminazione tra diversi<br />
settori e lasciando libertà al proprio estro artistico.<br />
In definitiva, si può tranquillamente affermare che moda, gioielli, calzature sono le nicchie di produzione<br />
grazie alle quali ancor oggi al merletto si può associare un guadagno.<br />
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Associazioni e scuole<br />
Si riportano alcuni nomi di associazioni e scuole più rappresentative.<br />
Arti Decorative Italiane<br />
www.artidecorativeitaliane.it<br />
Associazione culturale merletto a tombolo<br />
di Offida<br />
www.tombolodioffida.it<br />
Associazione “Fili e colori”<br />
www.prolocolgiate.it<br />
Associazione ‘I Merletti di Antonilla Cantelli’<br />
e-mail: aracneabologna@libero.it<br />
Associazione il Fusello<br />
www.ilfusello.it<br />
Associazione Merletto di Orvieto<br />
www.merlettodiorvieto.it<br />
Atelier M+M di Marcela Hovadova<br />
e-mail: marcela-ho@email.cz<br />
CD2000 Linking the World with Lace<br />
freespace.virgin.net/deborah.robinson/cd2000.htm<br />
Centre d’Enseignement de la Dentelle<br />
au Fuseau<br />
www.ladentelledupuy.com<br />
Dentelles et Blondes Caen et Courseulles<br />
sur mer<br />
http://blondecaen-alice.fr<br />
Deutscher Klöeppelverband e V.<br />
www.deutscher-kloeppelverband.de<br />
Foreningen Knipling i Danmark<br />
www.knipling-i-danmark.dk<br />
Grammar School Jurij Vega<br />
Lacemaking School<br />
www.fioretombolo.net<br />
Il mio macramè<br />
www.ilmiomacrame.com<br />
OIDFA (Organisation Internationale de la<br />
Dentelle au Fuseau et à l’Aiguille)<br />
L’organizzazione internazionale del merletto a fuselli e ad<br />
ago fu fondata nel 1982 e legalmente registrata in Francia.<br />
E’ costituita da oltre 2100 persone dislocate in più di trenta<br />
differenti paesi nel mondo: alcuni fanno merletto, altri lo<br />
studiano, altri ancora lo collezionano.<br />
www.oidfa.com<br />
Scuola di merletti di Cantù<br />
www.comune.cantu.co.it<br />
Scuola di merletti di Cles<br />
http://www.comune.cles.tn.it<br />
Scuola di merletti di Gorizia e sedi distaccate<br />
www.fioretombolo.net<br />
Scuola di merletti di Meldola<br />
www.merlettoitaliano.com<br />
Scuola di merletti di Olgiate Comasco<br />
www.prolocoolgiate.it<br />
Stickgilde<br />
Associazione e scuola di merletto diretta da<br />
Bärbel Ingeborg Zimber.<br />
http://www.deutsche-stickgilde.de<br />
The Australian Lace Guild<br />
www.austlaceguild.org<br />
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Riviste<br />
Si indicano alcune riviste fra quelle maggiormente specializzate.<br />
Die Spitze<br />
www.bobbinmaker.com/laceorg.html<br />
Lace Magazine<br />
www.lacemagazine.com<br />
Bulletin-OIDFA<br />
www.oidfa.com<br />
Irish Lace Journal<br />
Bobbin, needle, crochet, embroidery<br />
www.bobbinmaker.com<br />
Ricamo Italiano<br />
www.ricamoitalianonline.it<br />
Lace & Crafts, Magazine USA<br />
http://lace.lacefairy.com<br />
Per scoprire come la moda italiana abbia saputo<br />
reinterpretare con passione e con gusto<br />
le fonti di ispirazione alla base dei ricami di<br />
varie collezioni, si segnala il volume “Embroidery<br />
Italian Fashion” nato a seguito della mostra<br />
sull’arte del ricamo nella moda italiana fra<br />
passato, presente e futuro, tenutasi a Bologna<br />
presso l’Inde Le Palais, nell’Aprile 2006.<br />
Mostre<br />
Per avere una panoramica di mostre a livello europeo potete<br />
consultare il sito<br />
http://www.italiainvita.it<br />
Fonti<br />
il merletto la tradizione nelle mani<br />
A. Busi, “Il sogno nelle mani - teoria e pratica del merletto<br />
a fuselli”, La Biblioteca editrice, 1997<br />
A. Chersi Casini, “Ginna Marcelli e il merletto di Sansepolcro”,<br />
Petruzzi Editore, 199<br />
A. Kraatz, “Merletti”, A. Mondadori editore, 1988<br />
A. Meloni, “Tra i nodi del macramé”, ed. Il Castello, 2000<br />
B. Palliser, “History of Lace”, Charles Scribner’s Sons,<br />
New York, 1911<br />
C. Bernardini, D. Davanzo Poli, O. Ghetti Baldi, “Arts and<br />
Crafts - 1898-190 ”, A+G edizioni, 2001<br />
C. Vecellio, “Pattern book of renaissance lace - A reprint<br />
of the 1 17 edition of the “Corona delle nobili et virtuose<br />
donne”, Dover publications, New York, 1988<br />
D. Davanzo Poli, “Cinque secoli di merletti europei: i capolavori”,<br />
Consorzio Merletti di Burano, 1984<br />
D. Davanzo Poli, “Pizzi e ricami”, in “Quaderni dell’antiquariato”,<br />
ed. Fabbri, Milano, 1981-1991<br />
E. Ricci, “Ricami italiani antichi e moderni”, Nuova SI, Bologna,<br />
200<br />
G. Porpora (a cura di), “Le industrie femminili italiane. Una<br />
rete culturale nazionale per lo sviluppo economico territoriale”,<br />
Morlacchi editore, 2002<br />
G. Romanelli Marone, “Le trine a fuselli in Italia”, Ulrico<br />
Hoepli, Milano, 1902<br />
L.De Gasperi, “Merletto a fuselli - L’arte del ricamo secondo<br />
la tradizione”, Ed. Giunti, 2005<br />
M. Bruggeman, “L’Europe de la dentelle”, Stitching Kunstboek,<br />
1997<br />
M. Fouriscot, “Reconnaitre la dentelle”, I, II , III, Parigi,<br />
1998-200<br />
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Scuola Merletti<br />
di Gorizia, “L’arte del merletto nel goriziano”, Edizioni della<br />
Laguna, 1992-1997<br />
V. Bonfiglioli Chiavegato, “Punto in àere - antico merletto<br />
di Bologna”, Re Enzo editrice, Bologna, 200<br />
http://digilander.libero.it<br />
www.biennaleinternazionaledelmerletto.org<br />
www.deutscher-kloeppelverband.de<br />
www.fioretombolo.et<br />
www.italiainvita.it<br />
www.librando.it<br />
www.merlettoitaliano.com<br />
www.museodelmerletto.it<br />
www.nonsolouncinetto.net<br />
www.ricamo.it