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N° 2 del 2010 - Collegio IPASVI Pavia

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Registrazione presso il Tribunale di <strong>Pavia</strong> n. 355 <strong>del</strong> 08.02.1989. Sped. in abb. postale - Comma 20/C 2 L. 662/96 - Fil. di <strong>Pavia</strong> - IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TASSA - REINVIARE ALL’UFFICIO PAVIA-FERROVIA<br />

Infermiere<br />

2/<strong>2010</strong><br />

aP<br />

A V I A<br />

ISSN 1722-2214<br />

12 maggio <strong>2010</strong><br />

Giornata Internazionale<br />

<strong>del</strong>l’Infermiere...<br />

e molto altro


E<br />

DITORIALE<br />

Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

<strong>2010</strong> anno internazionale <strong>del</strong> NURSING:<br />

“Grazie Florence”<br />

“Se un uomo non riesce a tenere il passo con i suoi compagni, forse è perché sente un ritmo diverso.<br />

Lascialo marciare per la musica che sente, purché sia misurata”. Questa citazione è attribuita a Henry<br />

David Thoreau (Walden, 1854) non a Florence Nightingale, ma certamente in grado di descrivere<br />

Florence, in particolare la sua vita. Su Florence, si può dire, “aveva tutto”: ricchezza, educazione, una<br />

famiglia benestante e una vita di agi, che includeva la possibilità di viaggiare in tutto il mondo.<br />

Anche il suo nome deriva dal fatto che era nata a Firenze, in Italia, durante i 3 anni di luna di miele<br />

in Europa dei suoi genitori.<br />

In Florence c’era “un tamburino diverso”,che per tutta la sua vita ha cercato di far suonare con calma<br />

e determinazione, fino a quando non è riuscita a creare la musica che oggi ascoltate.<br />

Dopo anni di ricerche, Florence Nightingale ha stabilito che la pratica <strong>del</strong> “Nursing” non era semplicemente<br />

una questione di gentilezza e cura, ma piuttosto un corpo di conoscenze, un’arte e una scienza.<br />

Non ha mai perso di vista il suo obiettivo che il Nursing avrebbe dovuto diventare una professione<br />

a sé stante, e non una branca <strong>del</strong>la medicina. L’Assistenza Infermieristica a quel tempo era riservata alle<br />

suore in Germania, Irlanda, Francia, Italia.<br />

Florence sentiva che il Nursing era la sua “chiamata” e la sua mission.<br />

Una volta che ha scoperto l’Assistenza Infermieristica, l’ha esercitata per oltre 50 anni, fino all’ultimo<br />

istante <strong>del</strong>la sua vita cercando di sviluppare otto fondamentali obiettivi <strong>del</strong>l’assistenza.: Salute, Povertà,<br />

Fame, Istruzione, Parità dei sessi, Mortalità Infantile e Ambiente.<br />

Il <strong>2010</strong> anno Internazionale <strong>del</strong> Nursing deve essere quindi un’iniziativa diffusa di tutti gli infermieri<br />

per congiungere e sostenere localmente la realizzazione di queste mete, con una forte ricaduta sul piano<br />

nazionale e internazionale.<br />

Gradirei incoraggiare ognuno di Voi per trovare il modo di partecipare a tutte le iniziative in tema,<br />

affinché possiate essere i protagonisti di un impatto positivo alla soluzione dei problemi di salute.<br />

Nightingale era un’ambientalista ardente che riuscì a cambiare alcune condi-<br />

Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

Rivista trimestrale <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> IP.AS.VI. di <strong>Pavia</strong><br />

Anno XXII n. 2/<strong>2010</strong> marzo-maggio <strong>2010</strong><br />

Editore <strong>Collegio</strong> Infermiere professionali,<br />

Assiatenti Sanitarie, Vigilatrici d’Infanzia<br />

<strong>del</strong>la Provincia di <strong>Pavia</strong><br />

Direttore Responsabile Enrico Frisone<br />

Direttore Editoriale Duilio Loi<br />

Responsabili settori<br />

Clinico: vacante<br />

Sociale: Mauretta Cattanei<br />

Formazione, Ricerca e<br />

Aggiornamento: Paola Ripa<br />

Management: Nunzio Giuseppe Greco<br />

Etico Deontologico: Annamaira Tanzi<br />

Vita di <strong>Collegio</strong>: Giuseppe Braga e Gabriele Ciancio<br />

Redattori: Carina Gomez Añamuro, Cinzia<br />

Giuseppe Braga, Mauretta Cattanei, Emanuela<br />

Cattaneo, Gabriele Ciancio, Marina Ferrari,<br />

Claudia Fiore, Enrico Frisone, Monica Gabetta,<br />

Silvia Giudici, Nadia Granata, Nunzio Greco,<br />

Duilio Loi, Paola Ripa, Ruggero Rizzini,<br />

Emanuela Sacchi, Annamaria Tanzi,<br />

Claudia Vercesi, Sylvie Yolande<br />

Impianti e stampa Gemini Grafica snc - Melegnano (MI)<br />

Direzione, Redazione, Via A. Volta, 25 - 27100 <strong>Pavia</strong><br />

Amministrazione Tel. 0382/525609, Fax 0382/528589<br />

CCP n. 108162700<br />

Stampata su carta patinata a basso contenuto di cloro certificata Iso 9706<br />

I punti di vista e le opinioni espressi negli articoli sono degli autori<br />

e non rispettano necessariamente quelli <strong>del</strong>l’Editore.<br />

Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati,<br />

non saranno restituiti.<br />

Registrazione presso il Tribunale di <strong>Pavia</strong> n. 355 <strong>del</strong> 08.02.1989.<br />

Spedizione. in abb. postale - Comma 20/C 2 L. 662/96 - Fil. di <strong>Pavia</strong>.<br />

La rivista è inviata gratuitamente agli iscritti al <strong>Collegio</strong> IP.AS.VI.<br />

di <strong>Pavia</strong>. Finito di stampare nel mese di maggio <strong>2010</strong> presso<br />

Gemini Grafica snc di A. Girompini & C., Melegnano (MI)<br />

zioni che provocavano malattie. Era già allora un networker globale che corrispose<br />

con migliaia di persone in tutto il mondo favorendo e promuovendo interventi<br />

per la soluzione ai problemi di salute.<br />

Mai come adesso i temi <strong>del</strong>la prevenzione e <strong>del</strong>la cura sul territorio, sono fondamentali<br />

per la tutela <strong>del</strong>la salute e la valorizzazione <strong>del</strong>le professioni di aiuto.<br />

Se la lampada ad olio è diventata oggi un led a basso impatto energetico, la<br />

sua luce deve rimanere sempre accesa per tenere viva in tutti gli esseri umani la<br />

speranza di ricevere adeguate cure e assistenza di qualità.<br />

Che ognuno di noi viva l’esercizio professionale partendo dagli insegnamenti<br />

che Florence ha sviluppato e che nonostante i cambiamenti socio culturali, rappresentano<br />

ancora oggi degli obiettivi da raggiungere.<br />

Enrico Frisone<br />

I n d i c e<br />

Claudia Vercesi - Incontro per incontro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3<br />

Mauretta Cattanei - Progetto D.A.M.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />

Claudia Fiore, Emanuela Sacchi - Assistenza domiciliare con malattia di Parkinson . . . . . . .7<br />

Annamaria Tanzi - Gli infermieri <strong>del</strong>la mente hanno spiccato il volo . . . . . . . . . . . . .10<br />

Emanuela Cattaneo, Simona Cattaneo, Maria Luisa Falconi - Nata con le ali . . . . .16<br />

Silvia Giudici - Assistenza infermieristica in medicina <strong>del</strong> lavoro . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />

Marina Ferrari, Paolo Merlini - Patologie flebolinfatiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />

Annamaria Tanzi - La sanità che offriamo, la sanità che vorremmo . . . . . . . . . . . . .24<br />

Aggiornamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30


3<br />

Numero 2/<strong>2010</strong> PAGINA<br />

* Claudia Vercesi<br />

Riassunto:<br />

Il neo-nato Comitato di Redazione<br />

(CdR) di Infermiere a <strong>Pavia</strong>, attraverso<br />

un incontro residenziale tenutosi alla<br />

Fondazione Guido Piccini di Calvagese<br />

<strong>del</strong>la Riviera (BS), si è proposto: di<br />

coadiuvare i nuovi arrivati in redazione<br />

in modo che possano imparare a<br />

redigere un articolo e di uniformare il<br />

lavoro di tutti per l’anno in corso.<br />

Questo, anche per garantire al lettore<br />

un prodotto il più possibile vicino alle<br />

sue esigenze.<br />

Abstract:<br />

The newly-born Editorial Committee<br />

(COR) of nurses in <strong>Pavia</strong>, it was proposed,<br />

through a residential meeting:<br />

to assist newcomers to the office so<br />

they can learn to write an article and<br />

to standardize the work of all the year<br />

ongoing. This, also to ensure the<br />

reader a product as close as possible<br />

to their needs.<br />

INCONTRO PER INCONTRO…<br />

Calvagese <strong>del</strong>la Riviera (Bs) 13-14 Marzo <strong>2010</strong><br />

Ore 9,00 <strong>del</strong> 13 Marzo siamo operativi!<br />

Con la serietà e l’impegno che gli sono<br />

consueti, Duilio Loi (Direttore Editoriale)<br />

apre la prima giornata con la presentazione<br />

<strong>del</strong> programma: redazione di un articolo<br />

e tipologie,etica e copyright, bibliografia<br />

attraverso l’utilizzo <strong>del</strong> metodo Vancouver,<br />

reperimento di materiale attraverso motori<br />

di ricerca, metodologie per effettuare un<br />

intervista.<br />

Presentati gli argomenti da trattare introduce<br />

quelli che saranno i suoi collaboratori<br />

in queste giornate: Giuseppe Braga<br />

(Responsabile Vita di <strong>Collegio</strong>) e Paola Ripa<br />

(Responsabile area Formazione / Ricerca<br />

/ Aggiornamento).<br />

Naturalmente come fruitori di questa<br />

opportunità sono presenti i redattori <strong>del</strong>la<br />

rivista: Emanuela Cattaneo (segretaria di<br />

redazione); Marina Ferrari; Claudia Fiore;<br />

Monica Gabetta; Nadia Granata; Emanuela<br />

Sacchi; Annamaria Tanzi (Responsabile<br />

area Etico/Deontologica); Claudia Vercesi;<br />

Sylvie Goufack.<br />

Durante la mattinata il lavoro è prettamente<br />

di formazione in senso stretto, con<br />

momenti di interattività, legati al bisogno di<br />

chiarimenti su alcuni argomenti che appa-<br />

iono particolarmente ostici come per<br />

esempio: l’utilizzo <strong>del</strong> metodo Vancouver<br />

da parte di tutta la redazione per redigere<br />

le bibliografie.<br />

Nella sessione pomeridiana si prosegue<br />

con la formazione, attraverso il lavoro<br />

suddiviso in gruppi di: analisi valutativa di<br />

un articolo; strutturazione di un articolo e<br />

valutazione incrociata.<br />

Viene adottato dal CDR uno strumento<br />

valutativo “ad hoc” fondamentale per la valutazione<br />

omogenea di un testo secondo le<br />

linee guida precedentemente dettate.<br />

Alle ore 18,30 si chiude la sezione pomeridiana<br />

e ci si incontra tutti a cena per<br />

condividere la positività <strong>del</strong>la giornata trascorsa,<br />

ma anche per poter creare l’occasione<br />

di fare gruppo attraverso la reciproca<br />

conoscenza di vita al di fuori <strong>del</strong>l’attività<br />

redazionale.<br />

Ore 8,30 <strong>del</strong> 14 Marzo si ricomincia!<br />

Si avverte subito uno spirito diverso nell’aria<br />

perché l’esperienza vissuta ci ha unito<br />

e ha rimosso quelle barriere invisibili<br />

che esistono quando le persone non si<br />

conoscono, ma hanno la necessità di lavorare<br />

insieme per un obiettivo comune.


4PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

Quindi si riparte con il lavoro di gruppo e<br />

in poco tempo si valutano ancora più articoli<br />

<strong>del</strong> giorno precedente. Si arriva così al termine<br />

<strong>del</strong>la mattinata e <strong>del</strong>l’incontro allestendo<br />

in parte il n° 2/<strong>2010</strong> <strong>del</strong>la rivista con grande<br />

soddisfazione di tutti i presenti.<br />

Al termine <strong>del</strong>l’incontro il gruppo si è<br />

espresso con considerazioni positive riguardante<br />

il residenziale appena terminato,<br />

che ha notevolmente ricompensato<br />

l’impegno offerto (che per alcuni ha voluto<br />

dire sacrificare tempo alla propria famiglia),<br />

sottolineando anche l’importanza di<br />

momenti di convivialità che hanno rinforzato<br />

la coesione e lo spirito di gruppo <strong>del</strong>la<br />

Redazione.<br />

Il CDR ritiene opportuni dovuti e sentiti<br />

ringraziamenti a:<br />

Il Presidente <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> di PV<br />

Enrico Frisone ed il Consiglio Direttivo per<br />

l’opportunità offerta alla Redazione.<br />

L’autore<br />

* Redattore Settore Clinico


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

* Mauretta Cattanei<br />

PROGETTO D.A.M.A.<br />

L’avvio a <strong>Pavia</strong><br />

In occasione <strong>del</strong> convegno “La presa in<br />

carico <strong>del</strong>la persona fragile, accoglienza<br />

medica dedicata e progetto di vita” tenutosi<br />

a <strong>Pavia</strong> il 4 dicembre 2008, era stato presentato<br />

il “Progetto D.A.M.A” - Disabled<br />

Advanced Medical Assistance- realizzato,<br />

su ispirazione di LEDHA, presso l’Ospedale<br />

S. Paolo di Milano. 1<br />

In quella sede le autorità che rappresentavano<br />

le istituzioni pavesi preposte alla<br />

sanità e al sociale, ASL, Comune di <strong>Pavia</strong><br />

e Fondazione Policlinico San Matteo<br />

avevano preso formale impegno per realizzare,<br />

anche sul nostro territorio, una serie<br />

di percorsi volti alla facilitazione <strong>del</strong>la<br />

diagnostica, <strong>del</strong>la cura e <strong>del</strong>le gestioni <strong>del</strong>le<br />

emergenze per le persone disabili.<br />

Il 3 marzo <strong>del</strong> <strong>2010</strong>, il Comune di <strong>Pavia</strong><br />

e la Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo<br />

hanno firmato un protocollo d’intesa<br />

che dà il via, a <strong>Pavia</strong>, <strong>del</strong> progetto<br />

D.A.M.A.; in quella stessa occasione, attraverso<br />

una conferenza stampa, è stato presentato<br />

alla cittadinanza.<br />

Gli impegni presi nel 2008 sono stati rispettati<br />

e grazie alla collaborazione <strong>del</strong>la<br />

Direzione Medica di Presidio, nella persona<br />

<strong>del</strong>la dott.ssa Monti, sono stati definiti<br />

dei percorsi facilitati per una ristretta, per<br />

ora, fascia di utenti.<br />

Il progetto, che ha l’obiettivo di “prendersi<br />

cura” di persone portatori di handicap<br />

gravi, è rivolto agli utenti che frequentano<br />

i Centri Diurni Disabili (CDD), gli ospiti<br />

<strong>del</strong>le Comunità Socio Sanitarie (CSS), e<br />

coloro che afferiscono al servizio SAI?<br />

(Servizio Accoglienza e Informazione),<br />

inoltre sono previsti momenti di confronto<br />

con le associazioni che si occupano di disabilità<br />

che fanno parte <strong>del</strong> Terzo Settore.<br />

Già ora ANFFAS <strong>Pavia</strong> ONLUS, i cui soci<br />

sono utenti di CDD e CSS, è disponibile<br />

per un’ampia collaborazione.<br />

La finalità <strong>del</strong> progetto è quello di “adattare<br />

ad ogni singolo paziente il percorso,<br />

con una gestione molto flessibile <strong>del</strong>le risorse<br />

<strong>del</strong>la struttura ospedaliera, con conseguente<br />

ottimizzazione dei tempi e <strong>del</strong>la<br />

qualità <strong>del</strong>l’intervento, ponendo un’attenzione<br />

centrale alla persona disabile e alla<br />

sua famiglia”.<br />

A questo scopo la Direzione Medica di<br />

Presidio ha ritenuto utile individuare tre<br />

percorsi.<br />

PERCORSO GIALLO: GIALLO:<br />

Se prestazione singola: prenotazione al<br />

CUP.<br />

5 PAGINA<br />

Per i prelievi ematici: accesso facilitato<br />

allo sportello n° 3 <strong>del</strong> punto prelievi, già riservato<br />

a bambini e donne in gravidanza.<br />

Se le prestazioni da prenotare sono più<br />

di due il personale infermieristico o medico<br />

<strong>del</strong>la Direzione Medica di Presidio raccoglierà<br />

le informazioni necessarie ad organizzare<br />

il percorso diagnostico-terapeutico,<br />

invierà un fax con le richieste di esame,<br />

di bisogno assistenziale e un recapito<br />

telefonico al n° 0382 503540. Gli appuntamenti,<br />

dove possibile, verranno fissati in<br />

un’unica data, che sarà comunicata alla famiglia<br />

entro cinque giorni. Il giorno <strong>del</strong>le<br />

prestazioni l’utente sarà accolto da personale<br />

sanitario e sarà seguito durante tutta<br />

la permanenza in ospedale.<br />

La stessa procedura verrà applicata in<br />

caso di Day Hospital.<br />

PERCORSO ROSSO<br />

In caso di accesso in Pronto Soccorso,<br />

nel rispetto <strong>del</strong>le urgenze/emergenze in atto,<br />

la persona disabile potrà usufruire <strong>del</strong><br />

percorso D.A.M.A., che le conferirà precedenza;<br />

inoltre il familiare/accompagnatore<br />

potrà seguire l’utente all’interno <strong>del</strong>la struttura.<br />

Le situazioni d’urgenza/emergenza dovranno<br />

essere attivate con la chiamata al<br />

118.<br />

PERCORSO AZZURRO<br />

Si tratta di facilitazioni rivolte all’accompagnatore<br />

<strong>del</strong>la persona disabile, in caso<br />

di ricovero. Esse consistono in servizi a carattere<br />

alberghiero ovvero: pasto giornaliero<br />

e la possibilità di avere un letto o una<br />

poltrona, nei limiti <strong>del</strong>lo spazio <strong>del</strong>la struttura.<br />

Un fattore importante per la riuscita <strong>del</strong><br />

progetto, che la Direzione Medica di Presidio<br />

si è impegnata a seguire, è l’informazione<br />

e la formazione degli operatori sanitari<br />

che si troveranno coinvolti nel progetto.<br />

Come rilevato dai medici <strong>del</strong> San Paolo<br />

la difficoltà più grande nella cura di persone<br />

portatrici di disabilità grave è la comunicazione.<br />

“La persona disabile soffre due<br />

volte: perché sta male e perché non riesce<br />

a comunicarlo” è quello che ci ha trasmesso<br />

al convegno citato il rappresentante di<br />

LEDHA sig. Edoardo Cernuschi. È perciò<br />

indispensabile che tutto il personale sia<br />

formato sulle tecniche d’ascolto e sulle<br />

modalità di relazione in modo da trasmet-


6PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

tere tranquillità sia al paziente sia alla famiglia.<br />

Chi scrive fa parte di ANFFAS <strong>Pavia</strong>, ed<br />

è ANFFAS a gestire le tre CSS presenti a<br />

<strong>Pavia</strong>. Noi sappiamo che il personale sanitario<br />

è sempre molto disponibile, ma è necessario<br />

che venga accompagnato e supportato<br />

nella gestione <strong>del</strong>le persone con<br />

disabilità, specie se grave, e l’associazione<br />

è disponibile a fornire tutto l’aiuto necessario.<br />

Nell’attesa che il progetto diventi operativo,<br />

attraverso le pagine <strong>del</strong>la rivista “Infermiere<br />

a <strong>Pavia</strong>” desidero ringraziare le<br />

colleghe che già hanno avuto modo di conoscere<br />

i nostri ospiti, le colleghe che ci<br />

conosceranno, i medici che vorranno collaborare<br />

al progetto, tutti gli operatori sanitari<br />

coinvolti e, soprattutto la dott. Monti direttore<br />

<strong>del</strong>la Direzione Medica di Presidio,<br />

la Direzione <strong>del</strong>la Fondazione IRCCS S.<br />

Matteo, il Comune di <strong>Pavia</strong> che, accogliendo<br />

i bisogni dei nostri figli, ci regalano<br />

un’ulteriore possibilità di cura dedicata e<br />

personalizzata.<br />

Questo progetto non vuole gravare ulteriormente<br />

sulle già difficili condizioni di lavoro<br />

di tutti gli operatori, ma, al contrario,<br />

vuole portare loro una visione nuova <strong>del</strong>la<br />

disabilità, <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro,<br />

vuole creare nuove e soddisfacenti relazioni<br />

e incrementare l’eccellenza nelle cure<br />

erogate dalla Fondazione S. Matteo.<br />

Bibliografia<br />

1 Cattanei M, Il progetto dama un convegno<br />

per presentare e stimolare. Infermiere<br />

a <strong>Pavia</strong>-Vita di <strong>Collegio</strong> 1/2009: 4-5<br />

L’autore<br />

* Infermiera - Consiglio ANFFAS <strong>Pavia</strong><br />

LAVORI IN CORSO:<br />

PROGETTO DI RI-ORGANIZZAZIONE DELLE<br />

ATTIVITÀ REDAZIONALI DI INFERMIERE A PAVIA<br />

Nel precedente numero abbiamo pubblicato le foto dei Redattori, ma ce ne siamo<br />

dimenticate quattro.<br />

Eccole.<br />

Paola Ripa Emanuela Sacchi<br />

Claudia Vercesi Sylvie Yolande


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

* Claudia Fiore<br />

** Emanuela Sacchi<br />

RIASSUNTO<br />

L’articolo vuole focalizzare l’attenzione<br />

su un’assistenza individualizzata, con<br />

l’intento di abbattere il confine che esiste<br />

fra ospedale e territorio, al fine di<br />

trasferire le competenze specifiche <strong>del</strong>l’assistenza<br />

in una dimensione orientata<br />

alla continuità <strong>del</strong>le cure verso l’habitat<br />

socio familiare.<br />

L’esperienza innovativa descritta ha<br />

coinvolto alcuni infermieri <strong>del</strong>la Fondazione<br />

Mondino e di altre strutture di tipo<br />

neurologico, i quali hanno realizzato<br />

un percorso integrato fra clinici e<br />

medici di medicina generale.<br />

ABSTRACT<br />

Nursing assistance at home of the patient<br />

suffering of Parkinson disease<br />

The article focuses on the personalized<br />

nursing assistance to cancel the limit<br />

between hospital and house so assuring<br />

the continuity of the help directly in<br />

a socio-familiar habitat moving the<br />

specific competence in that area.<br />

The innovatory described experience<br />

involved some nurse of Mondino<br />

Foundation and of some other neurological<br />

facilities who realized an integrated<br />

path between general practitioners<br />

and clinicians.<br />

7 PAGINA<br />

PROGETTO SULLA CONTINUITÀ<br />

ASSITENZIALE DOMICILIARE<br />

ALLA PERSONA CON MALATTIA<br />

DI PARKINSON<br />

INTRODUZIONE<br />

In Italia, ogni anno, si ammalano “ex<br />

novo” di Malattia di Parkinson da 8.000 a<br />

12.000 persone.<br />

La prevalenza stimata nella popolazione<br />

generale è di oltre 200.000 casi.<br />

Prima dei 40 anni la malattia è rara, con<br />

incidenza <strong>del</strong> 5%, essendo però età correlate,<br />

incidenza e prevalenza salgono in<br />

modo impressionante nella fascia di età<br />

compresa tra i 60 e gli 80 anni, con picco<br />

massimo tra 65 e 70 anni.<br />

Dopo gli 80 anni si ritiene addirittura<br />

che 1 persona su 10 possa essere affetta<br />

da parkinsonismo.<br />

La malattia ha abitualmente carattere<br />

sporadico e genesi multifattoriale, la familiarità<br />

è riportata in meno <strong>del</strong> 15%, mentre<br />

i casi ad esordio giovanile sono spesso<br />

correlati a mutazioni genetiche.<br />

La qualità di vita viene largamente compromessa<br />

fin dalle fase iniziali per la presenza<br />

di sintomi non- motori rilevanti come<br />

la depressione, la fatica, i disturbi <strong>del</strong>la<br />

sessualità, la stipsi e i disturbi <strong>del</strong> sonno,<br />

sintomi su cui la terapia dopaminergica incide<br />

relativamente poco.<br />

La conseguente accresciuta disabilità e<br />

la perdita di autonomia personale nelle attività<br />

<strong>del</strong> vivere quotidiano, conducono nel<br />

tempo alla totale dipendenza.<br />

Il consueto coinvolgimento <strong>del</strong>la famiglia<br />

nella gestione dei problemi, in particolare<br />

nelle fasi avanzate di malattia, rappresenta<br />

il momento per un intervento sociosanitario<br />

integrato. In Lombardia, l’ospedalizzazione<br />

dei parkinsoniani è molto frequente<br />

nei reparti di Neurologia, ma soprattutto<br />

nei reparti di Medicina.<br />

La storia naturale <strong>del</strong>la Malattia di Parkinson<br />

è costellata da eventi “acuti” motori,<br />

cognitivo-comportamentali e da comorbidità,<br />

per i quali è appropriato un ricovero<br />

ospedaliero dove verificare l’efficacia <strong>del</strong>la<br />

terapia, attraverso il monitoraggio continuo<br />

dei sintomi.<br />

La prima evidenza di questi dati epidemiologici<br />

è che la frequenza <strong>del</strong>la diagnosi<br />

di Malattia di Parkinson e di parkinsonismi<br />

nella Provincia di <strong>Pavia</strong> è molto elevata<br />

(2100 casi su 500.000 abitanti circa),<br />

forse anche correlata all’invecchiamento<br />

<strong>del</strong>la sua popolazione.


8PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

La seconda è che la spesa (e quindi<br />

l’offerta sanitaria) è orientata verso l’ospedale<br />

come principale momento di cura. 1<br />

L’analisi di queste informazioni, ha consentito<br />

di disegnare un progetto che ha<br />

come obbiettivo di innovare la qualità <strong>del</strong>la<br />

assistenza al Parkinson sul territorio provinciale.<br />

PREMESSE<br />

I pazienti con malattia di Parkinson<br />

avanzato necessitano di frequenti modifiche<br />

<strong>del</strong>la terapia famacologica nel corso<br />

<strong>del</strong>la loro vita e ricorrono frequentemente<br />

a strutture sanitarie in assenza di una appropriata<br />

gestione territoriale. La fase<br />

avanzata <strong>del</strong>la malattia comporta anche<br />

un progressivo aumento <strong>del</strong>la “fragilità”<br />

<strong>del</strong> paziente che determina nel tempo l’insorgere<br />

di problematiche sanitarie che<br />

vanno ad aggravare il quadro clinico complessivo<br />

<strong>del</strong> paziente.<br />

Inoltre in circa il 10% di questi pazienti il<br />

controllo dei sintomi necessita spesso <strong>del</strong>l’utilizzo<br />

di terapie alternative che hanno<br />

costi elevati e che avrebbero maggiori risorse<br />

disponibili se venissero abbattuti costi<br />

e giornate di degenza.<br />

Queste terapie sono caratterizzate da<br />

particolari modalità di somministrazione<br />

<strong>del</strong> farmaco o intervento diretto attraverso<br />

neurostimolazione di aree cerebrali come<br />

il nucleo subtalamico:<br />

Apomorfina - il farmaco è somministrato<br />

sottocute attraverso un infusore<br />

Duodopa - il farmaco levodopa è somministrato<br />

con un infusore esterno in digiuno<br />

attraverso una stomia<br />

DBS - la neurostimolazione è effettuata<br />

con il posizionamento di un generatore di<br />

impulsi nella regione subtalamica<br />

Qualsiasi sia la terapia scelta il paziente<br />

e i familiari devono confrontarsi con la gestione<br />

di terapie farmacologiche o device<br />

che comportano un training specifico e un<br />

monitoraggio attento considerati anche i<br />

lunghi periodi che intercorrono fra una visita<br />

di controllo e l’altra. 2<br />

DISEGNO DEL PROGETTO<br />

Per innovare la qualità <strong>del</strong>l’assistenza<br />

territoriale si è reso necessario:<br />

1) Costituire presso l’ASL <strong>del</strong>la Provincia<br />

di <strong>Pavia</strong> un Registro Provinciale sulla<br />

Malattia di Parkinson;<br />

2) Definire compiti, organizzazione e<br />

modalità operative di una “Rete territoriale<br />

provinciale di intervento integrato sociosanitario<br />

a domicilio specifica per pazienti<br />

con Malattia di Parkinson e Parkinsonismi”,<br />

riferibile agli ambiti territoriali di <strong>Pavia</strong>,<br />

Vigevano (Lomellina) e Voghera (Oltrepò).<br />

Questo progetto pilota potrebbe poi es-<br />

sere esteso ad ASL limitrofe e poi alla Regione<br />

Lombardia.<br />

I tempi sono pronti per un cambiamento,<br />

lo si deduce dalle azioni di stimolo che<br />

la Regione Lombardia ha messo in atto<br />

negli anni scorsi, finanziando progetti di<br />

RETE PARKINSON coordinati dall’ Istituto<br />

“C. Mondino” e più recentemente convocando<br />

un Gruppo di Approfondimento<br />

Tecnico (GAT) “Patologie Neurologiche<br />

Progressive”, che ha gettato i presupposti<br />

per una riorganizzazione <strong>del</strong> percorso diagnostico-<br />

terapeutico e assistenziale e per<br />

un censimento <strong>del</strong>la offerta sanitaria al<br />

Parkinson.<br />

Una volta a casa, la persona e la famiglia<br />

lamentano in genere difficoltà dovute<br />

alla non continuità <strong>del</strong>l’assistenza.<br />

In altri termini, gli interventi domiciliari<br />

programmati che tengano in rilievo le specifiche<br />

necessità di cura di questi pazienti<br />

non sono adeguati ai bisogni.<br />

La discontinuità <strong>del</strong> servizio assistenziale<br />

è particolarmente avvertita dalle famiglie<br />

con persone in fase avanzata, che possono<br />

richiedere terapie sofisticate ad alto<br />

contenuto tecnologico (es. Apomorfina in<br />

infusione, Duodopa intestinale e Stimolazione<br />

Cerebrale Profonda) e che al contempo<br />

hanno difficoltà di spostamento per<br />

recarsi agli ambulatori.<br />

L’obiettivo operativo principale che gli<br />

operatori sul Parkinson, a tutti i livelli, dovrebbero<br />

perseguire è quello di una stabile<br />

ed efficiente “rete socio-sanitaria territoriale”,<br />

specifica appunto per patologia.<br />

L’attuale sistema di assistenza privilegia<br />

dunque ricoveri in “acuto” o di riabilitazione,<br />

mentre scarse sono le risorse destinate<br />

agli interventi sul territorio, che, se attivati<br />

e ben organizzati risulterebbero in un<br />

minore accesso alle strutture ospedaliere<br />

dunque in una presumibile contrazione dei<br />

costi sanitari ed in una migliore qualità di<br />

vita per i pazienti e per le loro famiglie.<br />

Per creare una rete di servizi efficienti<br />

alla persona e dare quindi <strong>del</strong>le risposte ai<br />

bisogni assistenziali occorre preliminarmente<br />

acquisire una serie di informazioni<br />

quali la tipologia <strong>del</strong> territorio provinciale, i<br />

presidi sanitari esistenti, la numerosità <strong>del</strong>la<br />

popolazione di pazienti con Parkinson,<br />

la loro fase di malattia, la loro età e le comorbidità,<br />

la residenza e la sua accessibilità,<br />

la capacità di spostamento, la composizione<br />

e la condizione sociale <strong>del</strong>le famiglie<br />

e i bisogni dei caregivers. 1<br />

I pazienti generalmente sono informati<br />

dal centro clinico di riferimento circa le<br />

modalità di comportamento per gestire la<br />

terapia alla quale sono stati sottoposti, tuttavia<br />

questa fase di training avviene esclusivamente<br />

all’interno <strong>del</strong>le strutture ospedaliere,<br />

quando il paziente torna al proprio<br />

domicilio non è previsto alcun supporto e<br />

il paziente ha come unico punto di riferimento<br />

il centro clinico di riferimento al<br />

quale si riferisce sia telefonicamente che<br />

direttamente ripresentandosi presso gli<br />

ambulatori.<br />

Questo stato di cose complica l’attività<br />

dei centri clinici, con un enorme carico telefonico<br />

non strutturato, necessità di visite<br />

extra non programmate e conseguenti<br />

modifiche <strong>del</strong>la normale attività ambulatoriale.<br />

Inoltre quando una terapia complessa<br />

viene implementata si determina un cambiamento<br />

repentino <strong>del</strong>le condizioni motorie<br />

che richiederebbe un percorso riabilitativo<br />

che potrebbe essere effettuato al domicilio<br />

insieme ad un’assistenza infermieristica<br />

qualificata per periodi pre-definiti (4-6<br />

volte al mese). 2<br />

OBIETTIVI PERSEGUITI<br />

Favorire il processo di de-ospedalizzazione<br />

dei pazienti con malattia di Parkinson<br />

(DRG 12) complicata, favorendone<br />

la loro gestione territoriale attraverso<br />

un’assistenza domiciliare dedicata ed<br />

integrata con l’ospedale di riferimento.<br />

Sviluppare l’interazione con i medici<br />

di famiglia ed il territorio creando una<br />

rete di supporto specializzata<br />

Per superare l’attuale situazione in cui<br />

pazienti complessi sono lasciati sul territorio<br />

con insufficienti riferimenti specifici è<br />

necessario estendere il supporto infermieristico<br />

e riabilitativo direttamente al domicilio<br />

<strong>del</strong> paziente. Attraverso una riorganizzazione<br />

<strong>del</strong>l’attuale gestione territoriale <strong>del</strong><br />

paziente sarà possibile fornire anche un riferimento<br />

telefonico in grado di selezionare<br />

le richieste in modo da coinvolgere il<br />

centro clinico di riferimento solo per le<br />

condizioni che necessitano <strong>del</strong>l’intervento<br />

specialistico.<br />

FASI DEL PROGETTO:<br />

FASE 1 - Analisi <strong>del</strong>l’attuale mo<strong>del</strong>lo di<br />

gestione di questi pazienti<br />

FASE 2 - Identificazione <strong>del</strong>le specifiche<br />

necessità assistenziali per ciascuna<br />

terapia. Formazione degli<br />

operatori <strong>del</strong> territorio inclusa<br />

ADI e MMG. Sperimentazione<br />

iniziale in 2-3 aree metropolitane<br />

(esempio città di Milano,<br />

<strong>Pavia</strong>, Brianza) per 12 mesi utilizzando<br />

gli indicatori d’efficacia<br />

proposti.<br />

FASE 3 - Condivisione <strong>del</strong> percorso con<br />

associazioni scientifiche e di<br />

pazienti e sviluppo <strong>del</strong> progetto<br />

assistenziale anche alle rimanti<br />

ASL regionali 2


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

INDICATORI D’EFFICACIA PROPOSTI<br />

Riduzione <strong>del</strong> numero di accessi ai<br />

Pronto Soccorsi e <strong>del</strong>le degenze per<br />

DRG 12 a 12 mesi rispetto al periodo<br />

precedente.<br />

Riduzione <strong>del</strong>le giornate di degenza<br />

dei pazienti.<br />

L’obbiettivo è di garantire continuità di<br />

cura al domicilio <strong>del</strong> paziente con malattia<br />

di Parkinson avanzata. 2<br />

Non ci sono costi previsti se non la formazione<br />

di infermieri e terapisti che forniscono<br />

assistenza domiciliare e che potrà<br />

essere effettuata sotto la supervisione dei<br />

centri ospedalieri e <strong>del</strong>le associazioni dei<br />

pazienti.<br />

A questo scopo è necessario analizzare<br />

l’attuale schema di assistenza prevedendo<br />

dei moduli assistenziali per ciascuna terapia,<br />

in funzione <strong>del</strong>le condizioni cliniche<br />

<strong>del</strong> paziente, garantendo una gestione nel<br />

contesto <strong>del</strong>la normale attività ADI svolta<br />

dalle ASL e <strong>del</strong>le linee guida esistenti per<br />

la malattia di Parkinson. 2<br />

CONTINUAZIONE DI TERAPIA CON GE-<br />

STIONE TERRITORIALE<br />

Questo percorso assume un’importanza<br />

fondamentale in particolare per quei<br />

pazienti per i quali non è previsto l’utilizzo<br />

di terapie complesse.<br />

In questi casi è necessario supportare i<br />

pazienti con uno specifico modulo di assistenza<br />

domiciliare che permetta attraverso<br />

l’intervento infermieristico un controllo attento<br />

e puntuale sia dei parametri vitali <strong>del</strong><br />

paziente che <strong>del</strong>l’aderenza alle terapie.<br />

Il supporto fisioterapico in questi casi<br />

diventa essenziale al fine di prevenire le<br />

cadute, le contratture e le anchilosi che poi<br />

portano o alla completa immobilizzazione<br />

<strong>del</strong> paziente o a fratture con lunghi stazionamenti<br />

in reparti sia per acuti che riabilitativi.<br />

In altri termini questi interventi mirano<br />

a mantenere il più a lungo possibile<br />

l’autonomia residua e con questo tendono<br />

a ridurre gli accessi al pronto soccorso<br />

e i ricoveri. 2<br />

IL PROGETTO PILOTA DI VIGEVANO<br />

Nel Comune di Vigevano è iniziato un<br />

progetto pilota di assistenza infermieristica<br />

specializzata, a domicilio, su iniziativa <strong>del</strong>la<br />

Associazione Pavese Parkinsoniani (<strong>Pavia</strong>-Vigevano-Voghera),<br />

che ha come partner<br />

l’Assessorato ai Servizi Sociali <strong>del</strong> Comune,<br />

l’Istituto De Rodolfi RSA e l’Istituto<br />

Neurologico “C. Mondino”.<br />

Al progetto ha aderito anche l’Associazione<br />

Italiana Parkinson (AIP) di Vigevano.<br />

Il progetto, che si svilupperà nel corso<br />

di 2 anni, intende confermare la centralità<br />

<strong>del</strong>la persona promovendo azioni coordinate<br />

ed integrate che mirano al migliora-<br />

mento <strong>del</strong>la qualità di vita in ambito domiciliare,<br />

sia <strong>del</strong> paziente che <strong>del</strong> caregiver e<br />

quindi <strong>del</strong>la famiglia.<br />

L’obiettivo principale è elaborare e sperimentare<br />

un mo<strong>del</strong>lo d’intervento medicoinfermieristico<br />

innovativo, di eccellenza<br />

specialistica, a domicilio, secondo le caratteristiche<br />

e bisogni nelle varie fasi di<br />

Malattia di Parkinson.<br />

Riguardo le fasi d’intervento vi sarà la<br />

formazione di 8 Infermieri che acquisiranno<br />

con training specifico il sapere necessario<br />

alla gestione dei pazienti con Parkinson<br />

e confidenza nella relazione con pazienti<br />

e familiari.<br />

Nel corso di formazione gli Infermieri<br />

apprenderanno l’uso <strong>del</strong>le scale di valutazione<br />

clinica e dei questionari che verranno<br />

proposti nel corso dei contatti domiciliari<br />

o telefonici.<br />

Gli Infermieri frequenteranno inoltre un<br />

corso di formazione sulla comunicazione e<br />

sulle modalità di gestione <strong>del</strong>le relazioni<br />

interpersonali e avranno la possibilità di<br />

accedere a una supervisione dei propri<br />

vissuti.<br />

Nella fase di contatto periodico domiciliare<br />

si provvederà alla verifica dei bisogni<br />

socio-assistenziali in funzione <strong>del</strong>la disabilità<br />

e <strong>del</strong>la autonomia personale; alla verifica<br />

<strong>del</strong>la terapia, <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>le funzioni<br />

motorie, cognitive, autonomiche ed emozionali<br />

dei pazienti.<br />

In funzione dei dati rilevati saranno decise<br />

intensità e qualità degli interventi. 1<br />

CONCLUSIONI<br />

Da i primi dati preliminari avuti in modo<br />

informale dall’intervista effettuata agli infermieri<br />

<strong>del</strong>l’Istituto Mondino ci siamo resi<br />

conto che la popolazione destinataria non<br />

sia pronta ad apprezzare a pieno l’opportunità<br />

di ricevere nel proprio ambiente interventi<br />

altamente qualificati alla stessa<br />

stregua di quelli che vengono erogati nelle<br />

strutture specializzate.<br />

Ci riserviamo di approfondire l’argomento<br />

mediante l’utilizzo di una serie di interviste<br />

agli operatori coinvolti, ai pazienti<br />

ed ai caregiver.<br />

Lo sforzo che si sta compiendo è quello<br />

di migliorare la qualità <strong>del</strong>la vita sia dei<br />

pazienti che <strong>del</strong>le loro famiglia con il fine<br />

ultime di evitare continui e ripetuti ricoveri<br />

che gravano sulla spesa sanitaria e risultano<br />

essere incongrui.<br />

Bibliografia<br />

Gli autori<br />

9 PAGINA<br />

1 Pacchetti C, Passiatore G, Riva A, Grugnetti<br />

P, Loria M, Moneta A, Nappi G-<br />

JND nr. 1 • anno 5 - marzo 2009 Assistenza<br />

Socio-Sanitaria per la Malattia di<br />

Parkinson: ricerca di nuovi mo<strong>del</strong>li sul<br />

territorio 13-7<br />

2 Antonini A, Mirò L, Castiglioni C, Pezzoli<br />

G - U.O. Centro Parkinson Istituti Clinici<br />

di Perfezionamento Milano VitalAir<br />

Medicasa Milano- Implementazione dei<br />

servizi di assistenza domiciliare per pazienti<br />

affetti da malattia di Parkinson<br />

avanzata<br />

* Dirigente servizio infermieristico Tecnico<br />

Riabilitativo<br />

IRCCS Fondazione C. Mondino - <strong>Pavia</strong><br />

** Coordinatrice Dipartimento di Neurologia<br />

Generale<br />

IRCCS Fond. C. Mondino - <strong>Pavia</strong><br />

Redattori settore “Formazione / ricerca / aggiornamento”


10 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

* Annamaria Tanzi<br />

RIASSUNTO<br />

La commissione infermieri area salute<br />

mentale regione Lombardia insediata<br />

nel Novembre <strong>del</strong> 2006 con il mandato<br />

da parte <strong>del</strong> Coordinamento Collegi<br />

<strong>IPASVI</strong> lombardi di pensare le strategie,<br />

gli obiettivi e le azioni per la tutela <strong>del</strong>la<br />

salute e dei diritti di cittadinanza <strong>del</strong>le<br />

persone affette da disturbi psichici, ha<br />

organizzato e realizzato un Convegno<br />

Regionale Accreditato ECM a Treviglio<br />

(BG) il 4 Dicembre 2009 u.s.. Il Convegno<br />

ha avuto come massimi obiettivi:<br />

-Presentare e condividere l’attività svolta<br />

dalla commissione nei tre anni precedenti;<br />

-Allargare il consenso e la partecipazione<br />

degli infermieri lombardi al gruppo di<br />

lavoro preesistente che prenderà il nome<br />

di “Infermieri <strong>del</strong>la Mente”.<br />

-Favorire la crescita professionale e culturale<br />

(morale) degli infermieri attraverso<br />

il confronto tra esperienze diverse all’interno<br />

dei Servizi Psichiatrici <strong>del</strong>la Regione<br />

Lombardia.<br />

Dopo il convegno tenutosi a Milano il<br />

15/12/2009 “Lombardia per la Salute<br />

Mentale”– Sviluppo e Innovazione dei<br />

Mo<strong>del</strong>li clinico-organizzativi in psichiatria<br />

dove è stato fatto il punto sulle politiche<br />

attuali in tema di Salute Mentale, il<br />

gruppo ha raggiunto un altro obiettivo<br />

rispetto alle azioni innovative promosse<br />

dalla Regione Lombardia ed ha formulato<br />

le prospettive di lavoro per il <strong>2010</strong>.<br />

GLI INFERMIERI DELLA MENTE<br />

HANNO SPICCATO IL VOLO<br />

Resoconto <strong>del</strong> Convegno Regionale (Treviglio 4 Dicembre 2009)<br />

e <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong> gruppo di lavoro regionale.<br />

“La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, <strong>del</strong> volo, altro che<br />

le nozioni elementari: gli basta arrivare alla costa e dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per<br />

la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare”.<br />

A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare.<br />

Più di ogni altra cosa al mondo.<br />

“Ciascuno di noi è, in verità, ..., una a Jonathan Livingston piaceva vibrare nel cielo infinita<br />

idea di libertà, senza limiti - spiegava loro Jonathan - ... e il volo di precisione è un<br />

passo avanti verso l’espressione <strong>del</strong>la nostra vera natura: Noi dobbiamo lasciar perdere,<br />

scavalcare tutto ciò che ci limita ... e scavalcare tutto ciò che intralcia, che si oppone alla<br />

libertà, vuoi superstizioni, vuoi antiche abitudini, vuoi qualsiasi altra forma di schiavitù”.<br />

ABSTRACT<br />

The nurses’s mental health commission<br />

in Lombardia, Italy, opened its door in<br />

November 2006, with the agency by<br />

Coordinamento Collegi <strong>IPASVI</strong> to think<br />

strategies, objectives and actions to<br />

safeguard health and citizenship rights<br />

of people with mental disorders. It organized<br />

a Regional Conference co validated<br />

CME in Treviglio (BG) on December<br />

4th , 2009 us.<br />

-The conference had as main goals;<br />

-To introduce and share the activity<br />

done by the Commission in the three<br />

years before;<br />

-To increase the nurses’ favour and participation<br />

to the working group which<br />

will be named “Nurse of the Mind.”<br />

/“Infermieri Della Mente”.<br />

-to encourage nurses’ growth, professionally<br />

and culturally (morally) through<br />

confrontation between different experience<br />

within the psychiatric services in<br />

Lombardia.<br />

The working group “Infermieri Della<br />

Notte” went one step further thanks to a<br />

conference named “Lombardia per la<br />

Salute Mentale - development and innovation<br />

for clinical and organizational<br />

mo<strong>del</strong>s used in psychiatry” which had<br />

place in Milan on december 15th 2009;<br />

The theme treated was the modern policy<br />

in mental health field.<br />

It is ready the working plane for year<br />

<strong>2010</strong>.<br />

da “IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON” di Richard Bach<br />

Il famoso romanzo “Il gabbiano Jonathan<br />

Livingston”di Richard Bach rappresenta<br />

una guida ideale per chi ha la forza<br />

di ubbidire alla propria legge interiore<br />

quando sa di essere nel giusto e prova un<br />

piacere particolare nel fare bene le cose a<br />

cui si dedica<br />

E Jonathan è quel vivido piccolo fuoco<br />

che arde in tutti noi, che vive solo per quei<br />

momenti in cui tentiamo di raggiungere la<br />

perfezione<br />

Quando “le cose a cui ci si dedica” sono<br />

l’UOMO e la sua esistenza è un dovere<br />

morale ed etico portare fuori il vero Gabbiano<br />

Jonathan “che vive nel profondo di<br />

noi tutti”<br />

PREMESSA<br />

Il convegno regionale tenutosi a Treviglio<br />

il 4 Dicembre 2009: INFERMIERI DI<br />

SALUTE MENTALE: prove di volo, è stata<br />

una prima occasione per capire se c’è negli<br />

infermieri lombardi impegnati nel complesso<br />

ambito <strong>del</strong>la salute mentale/psichiatria,<br />

la necessità e la voglia di intraprendere<br />

un percorso sicuramente ambizioso<br />

ma non impossibile per alimentare<br />

quel piccolo fuoco e permettere a più<br />

“gabbiani” di spiccare il volo.<br />

Il convegno ha ottenuto il patrocinio<br />

<strong>del</strong>la Regione Lombardia e <strong>del</strong>la Federazione<br />

Nazionale Collegi <strong>IPASVI</strong>.<br />

Non può essere tralasciata la preziosa<br />

collaborazione e disponibilità <strong>del</strong>l’Associazione<br />

locale Il Girasole Onlus e <strong>del</strong>l’Istituto<br />

di Credito Cassa Rurale.<br />

Un ringraziamento all’Azienda Ospedaliera<br />

di Lodi quale provider per l’accreditamento<br />

ECM <strong>del</strong>l’evento formativo nella<br />

persona <strong>del</strong> Dr. Lucio Raimondi.


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

Grazie al Dott. Giorgio Cerati (Psichiatra<br />

– Direttore D.S.M.A.O. Ospedale Civile di<br />

Legnano) rappresentante nell’occasione<br />

<strong>del</strong>la Regione Lombardia (Comitato Tecnico<br />

Regionale per l’Innovazione in Salute<br />

Mentale) per la presenza e per aver sostenuto<br />

in modo forte e chiaro l’importanza<br />

<strong>del</strong>la figura infermieristica nell’ambito sanitario<br />

in generale e nella fattispecie, in<br />

un’area <strong>del</strong>icata e complessa quale è<br />

quella <strong>del</strong>la salute mentale.<br />

Ancora un grazie al Dott. Ernesto Muggia<br />

che ha rappresentato l’U.R.A.S.A.M.<br />

(Unione Regionale Associazioni per la Salute<br />

Mentale) e che oltre a potare i saluti<br />

<strong>del</strong> Presidente Canzian Valerio, ha offerto<br />

contributi straordinari “tirati fuori” dalla sua<br />

personale esperienza nel settore <strong>del</strong>la psichiatria<br />

più sociale.<br />

Il richiamo a ”ubbidire alla propria legge<br />

interiore quando sa di essere nel giusto e<br />

prova un piacere particolare nel fare bene<br />

le cose a cui si dedica” ci è particolarmente<br />

caro – nelle stesse parole di Canzian –<br />

soprattutto in in questi tempi difficili, in cui<br />

l’etica individuale è messa a così dura prova.<br />

L’Associazione URASAM Lombardia, fa<br />

risaltare l’importanza dei temi trattati nel<br />

Convegno, temi definiti “scottanti” in un<br />

ambito, quello <strong>del</strong>la Salute Mentale che a<br />

loro parere in Lombardia, naviga in cattive<br />

acque e necessita di un vento nuovo, simile<br />

a quello che è soffiato ai tempi di Basaglia.<br />

Da queste riflessioni, il loro augurio a<br />

noi per un buon lavoro futuro ma anche un<br />

GRANDE GRAZIE per il lavoro oscuro e<br />

difficile che svolgiamo.<br />

E grazie al Vescovo di <strong>Pavia</strong> Monsignor<br />

Giovanni Giudici per le parole, giunte tramite<br />

lettere autografata, di grande conforto<br />

morale e spirituale nei confronti degli infermieri<br />

che ogni giorno “sono” nel <strong>del</strong>icato<br />

settore <strong>del</strong>la cura <strong>del</strong>la salute mentale.<br />

E infine … grazie ai colleghi infermieri<br />

intervenuti in qualità di relatori con le esperienze<br />

e le azioni in campo, ma soprattutto<br />

grazie, grazie davvero a tutti i colleghi infermieri<br />

che con una numerosa partecipazione<br />

hanno legittimato questo gruppo a continuare<br />

…<br />

Contenuti<br />

L’evento è stato interamente moderato<br />

da Cesare Moro (Infermiere Coordinatore<br />

e nostro referente in Regione Lombardia).<br />

La prima sessione è stata aperta dal<br />

Dott. Cerati, in rappresentanza <strong>del</strong>la Regione<br />

Lombardia, con la relazione: Linee<br />

di sviluppo <strong>del</strong> Piano Regionale Salute<br />

Mentale 2009-<strong>2010</strong>: quale contributo degli<br />

infermieri per una assistenza di qualità. 1<br />

Il Dott. Cerati, dopo aver ripercorso il<br />

PRSM (Piano Regionale per la Salute Mentale)<br />

lombardo nel quinquennio dal 2004<br />

al 2009, ha esposto i programmi (e loro finanziamenti)<br />

innovativi (dimensione clinica-organizzativa)<br />

e gli obiettivi <strong>del</strong> triennio<br />

2009-2011. Partendo e confermando il metodo<br />

di lavoro per progetti, una innovazione<br />

riguarda la sperimentazione di nuove<br />

AREE CLINICHE: interventi precoci che richiama<br />

uno dei cardini <strong>del</strong>la sanità italiana,<br />

la prevenzione secondaria; inserimenti<br />

lavorativi; attenzione ai disturbi comuniemergenti<br />

(p.e. ansia e depressione nell’adulto<br />

e nell’anziano, disturbi di personalità<br />

e <strong>del</strong>l’alimentazione);aree di confine<br />

(cioè quei quadri complessi con rilievo<br />

comportamentale e sociale). Altra innovazione,<br />

l’integrazione pubblico-privato per<br />

costruire efficaci mo<strong>del</strong>li di assistenza, costruire<br />

e/o ri-costruire il rapporto con la rete<br />

comunitaria e quindi i soggetti non istituzionali<br />

e costruire soprattutto: flessibilità.<br />

GLI OBIETTIVI 2009-2011 sono stati così<br />

sintetizzati:<br />

il potenziamento <strong>del</strong>le attività territoriali<br />

in termini sia di accessibilità (risorse)<br />

che di specificità dei percorsi di cura<br />

l’integrazione <strong>del</strong>le risorse e lo sviluppo<br />

dei programmi nell’ambito <strong>del</strong>l’OCSM,<br />

specie nelle aree di confine (adolescenza,<br />

dipendenze, emergenza: DSM / Npia,<br />

Sert, acuzie in comorbidità)<br />

la stabilizzazione all’interno <strong>del</strong> sistema<br />

sanitario regionale dei programmi<br />

innovativi residenziali e di “residenzialità<br />

leggera” avviati<br />

la destinazione di risorse aggiuntive nel<br />

2009 dedicate all’area <strong>del</strong>l’innovazione territoriale<br />

e di qualità / formazione in salute<br />

mentale<br />

Sono state tracciate le TAPPE DI UN<br />

PERCORSO CLINICO:<br />

Primo contatto, invio, richiesta<br />

Colloquio clinico di valutazione diagnostica<br />

- nosografica e psicopatologica<br />

- funzionale e dinamica<br />

- <strong>del</strong>le risorse e resistenze <strong>del</strong> paziente<br />

Proposta di trattamento<br />

- farmacologico<br />

- psicoterapeutico<br />

- riabilitativo e assistenziale<br />

Presa in carico<br />

- formulazione e gestione <strong>del</strong> programma<br />

in équipe<br />

- intervento a lungo termine<br />

- utilizzo <strong>del</strong>le risorse interne ed esterne<br />

all’équipe.<br />

Centrale è LA PRESA IN CARICO quale<br />

trattamento integrato che prevede la figura<br />

<strong>del</strong> CASE MANAGER COMUNITARIO<br />

(ha responsabilità nel PTI Piani di trattamento<br />

individuale) il garante <strong>del</strong>la “presa<br />

in carico”, il referente complessivo <strong>del</strong><br />

progetto che, all’interno di una relazione<br />

significativa con il paziente, assume una<br />

11 PAGINA<br />

funzione specifica di monitoraggio <strong>del</strong> percorso<br />

e ne favorisce l’integrazione. È ben<br />

presente in Regione Lombardia l’importanza<br />

di formare questa figura e renderne<br />

spendibile il ruolo clinico e professionale,<br />

non solo organizzativo.<br />

I pilastri <strong>del</strong> trattamento integrato sono:<br />

Strutturazione di un forte progetto che<br />

chiede a più forze (non soltanto istituzionali)<br />

di scendere in campo<br />

Accoglienza<br />

Continuità<br />

Evoluzione Emancipatoria<br />

Uso di tutte le Risorse Disponibili<br />

Interesse Clinico Organizzativo Reale<br />

L’infermiere, ha precisato il Dott. Cerati,<br />

è sicuramente il professionista che più di<br />

ogni altro può agire il ruolo do CASE MA-<br />

NAGER, per le specificità <strong>del</strong>la professione<br />

stessa centrata sulla persona(utente) e<br />

sui suoi bisogni, orientata alla relazione terapeutica<br />

con il paziente/utente per sostenere<br />

i suoi aspetti deficitari e migliorare il<br />

funzionamento psicosociale.<br />

Il lavoro terapeutico basato sul case<br />

management si rivolge al singolo caso,<br />

consente l’integrazione dei diversi soggetti<br />

e aree di attività <strong>del</strong> progetto di cura favorendo,<br />

la continuità al PTI (Piano di Trattamento<br />

Individuale).<br />

Per tutto questo, la Regione Lombardia<br />

assumerà l’impegno rispetto a:<br />

Formazione case manager e strumenti<br />

di intervento<br />

Qualità e accreditamento professionale<br />

Area educativa/formativa con le associazioni<br />

Area <strong>del</strong>la valutazione esiti e qualità<br />

dei servizi<br />

Il convegno: Lombardia per la Salute<br />

Mentale – Sviluppo e Innovazione dei Mo<strong>del</strong>li<br />

clinico-organizzativi in Psichiatria tenutosi<br />

a Milano, il 15/12/2009 ha infatti<br />

analizzato i mo<strong>del</strong>li proposti dal Piano Regionale<br />

e le azioni regionali avviate per<br />

una riqualificazione dei percorsi clinici, per<br />

rispondere alla sfida <strong>del</strong>l’integrazione socio-sanitaria<br />

e per avviare azioni innovative<br />

sul tema <strong>del</strong>la Salute Mentale.<br />

È stato chiaramente espresso al Dott.<br />

Cerati che gli INFERMIERI hanno un ruolo<br />

predominante in questo scenario in cui si<br />

punta a NUOVI MODELLI DI ASSISTENZA<br />

in risposta ai bisogni <strong>del</strong>l’utenza psichiatrica;<br />

il punto di forza resta LA FORMAZIO-<br />

NE.<br />

Gli infermieri <strong>del</strong>la Lombardia tra criticità<br />

e prospettive: analisi di un’indagine svolta<br />

nei D.S.M. <strong>del</strong>la Regione Lombardia 2<br />

Anna Maria Bergonzi e Annamaria<br />

Tanzi referenti per la Provincia di <strong>Pavia</strong><br />

<strong>del</strong>la Commissione Infermieri Area Salute<br />

Mentale <strong>del</strong>la Regione Lombardia, hanno


12 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

presentato nella seconda relazione, il resoconto<br />

<strong>del</strong> lavoro svolto nei mesi di Maggio<br />

e Giugno 2007 quando in un’unica<br />

soluzione, è stato somministrato a tutto il<br />

personale infermieristico impegnato in<br />

questo ambito nella Regione, un questionario<br />

per raccogliere i dati qualitativi e numerici<br />

per la stesura di una mappatura <strong>del</strong>la<br />

realtà regionale e fare una prima valutazione<br />

<strong>del</strong> bisogno formativo degli infermieri<br />

individuando quattro aree principali.<br />

È stato evidenziato che questo lavoro,<br />

punto di partenza per la commissione, ha<br />

rappresentato un importante momento di<br />

incontro, confronto e crescita professionale;<br />

una necessità diretta al continuo miglioramento<br />

<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’assistenza<br />

infermieristica che a sua volta configura un<br />

diritto <strong>del</strong> cittadino ed un dovere <strong>del</strong>l’infermiere<br />

ma anche una sfida, perché gli infermieri<br />

siano protagonisti in un settore <strong>del</strong>icato<br />

e complesso come quello <strong>del</strong>la Psichiatria<br />

dove sin d’ora, la richiesta <strong>del</strong> nostro<br />

contributo, è sempre stata marginale<br />

seppur risultiamo essere il punto nevralgico<br />

<strong>del</strong> sistema.<br />

Questa prima fase relativa alla somministrazione<br />

<strong>del</strong> questionario ha consentito di<br />

raggiungere importanti risultati:<br />

La presenza infermieristica ai tavoli tecnici<br />

<strong>del</strong>la Regione Lombardia per la formazione<br />

in area psichiatrica<br />

L’attenzione alla formazione per gli infermieri<br />

neo-assunti in psichiatria<br />

E non da ultimo …<br />

La collaborazione e patrocinio <strong>del</strong>la Regione<br />

Lombardia alla realizzazione di questo<br />

Convegno Regionale<br />

La commissione ritiene che i risultati ottenuti<br />

rappresentano contributi preziosi<br />

per riflettere su diversi aspetti <strong>del</strong>l’assistenza<br />

infermieristica in ambito psichiatrico<br />

e possono diventare la “spinta motivazionale”<br />

a migliorare la formazione professionale<br />

degli infermieri.<br />

Una tappa inevitabile: la contenzione fisica.<br />

Aspetti etici e giuridici alla luce <strong>del</strong><br />

nuovo Codice Deontologico.<br />

L’elaborazione dei questionari ha restituito<br />

al gruppo di lavoro un primo argomento<br />

da affrontare, quello relativo alla<br />

contenzione fisica e alla responsabilità<br />

professionale.<br />

La contenzione, purtroppo, tutt’oggi è<br />

utilizzata non solo in psichiatria ma anche<br />

in altri ambiti sanitari quali geriatria, rianimazione,<br />

RSA, neuropsichiatria infantile<br />

ecc.; dove spesso è applicata senza controllo.<br />

Il gruppo di lavoro punta essenzialmente<br />

alla revisione di eventuali linee guida rispetto<br />

a questa pratica per iniziare a costruire<br />

una bozza di protocollo, che possa<br />

essere la guida per scrivere le procedure<br />

inerenti.<br />

La possibilità di mettere in campo tale<br />

proposta, richiede indubbiamente il coinvolgimento<br />

diretto degli infermieri operanti<br />

nell’ambito specifico, un coinvolgimento<br />

con la prospettiva però <strong>del</strong> superamento<br />

graduale di queste pratiche. A tal fine, uno<br />

degli obiettivi in cantiere per il <strong>2010</strong> è quello<br />

di riunire “un tavolo di lavoro”, per poter<br />

giungere, attraverso una collaborazione<br />

attiva tra Regione Lombardia e Collegi IPA-<br />

SVI alla istituzione di un Osservatorio Regionale<br />

per l’Area <strong>del</strong>la Salute Mentale.<br />

Tale organismo potrebbe avere il compito<br />

di studiare e emanare linee guida/protocolli<br />

(uniformi nei D.S.M. lombardi)<br />

negli ambiti <strong>del</strong>l’assistenza infermieristica<br />

di interesse e di monitorarne la effettiva<br />

e corretta applicazione all’interno dei<br />

DSM per migliorare la qualità <strong>del</strong>l’assistenza<br />

e valorizzare la professione infermieristica<br />

favorendo nel contempo la tutela vera<br />

<strong>del</strong> cittadino afferente ai servizi. La relazione<br />

sugli aspetti etici e giuridici <strong>del</strong>la<br />

contenzione fisica alla luce <strong>del</strong> nuovo Codice<br />

Deontologico degli Infermieri, è stata<br />

centrata sulla formazione, sulle conoscenze<br />

scientifiche, sulle competenze professionali<br />

(in primis la relazione terapeutica<br />

d’aiuto), gli strumenti per eccellenza che<br />

possono favorire anche il superamento di<br />

certe logiche “non sempre condivisibili”<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la psichiatria.<br />

Tutte le forme di contenimento (fisico,<br />

farmacologico, psicologico/relazionale)<br />

<strong>del</strong>la persona, sono materia <strong>del</strong>icata e<br />

controversa; la relazione ha permesso di<br />

focalizzare tutta una normativa che lascia<br />

l’operatività in psichiatria in bilico tra la<br />

norma e l’antinorma, restano aperte questioni<br />

etiche e morali di ieri e di oggi che rimandano<br />

ai diritti umani <strong>del</strong>le persone malate.<br />

La seconda sessione, ha ospitato alcune<br />

esperienze sul campo, esperienze<br />

consolidate di nursing psichiatrico che afferma<br />

con forza l’approccio relazionale nel<br />

proprio ambito e anche in tutta la Disciplina<br />

Infermieristica.<br />

Questi percorsi infermieristici, l’esperienza<br />

di Triage (associato alla prima visita)<br />

nel CPS di Cuggiono (Milano), il metodo<br />

non restraint <strong>del</strong>l’SPDC di Mantova, la<br />

riflessione antropologica sull’infermiere in<br />

psichiatria ex guardiano dei matti, rimandano<br />

a nuovi comportamenti mentali ed<br />

operativi che si devono identificare nel<br />

PROCESSO RELAZIONALE, il LAVORO<br />

D’EQUIPE, la PROGETTAZIONE <strong>del</strong> LA-<br />

VORO TERAPEUTICO.<br />

Duilio Loi, ha chiuso la sessione pomeridiana<br />

con la relazione:<br />

Nuovi e possibili orizzonti nelle strategie<br />

assistenziali alternative alla contenzione 3<br />

È stato precisato sin nella premessa<br />

che la contenzione è un fenomeno che a livello<br />

macro, apparentemente, non sembra<br />

essere cambiato molto, se lo si osserva<br />

nelle sue frange localistiche, si possono<br />

notare una serie di movimenti e turbolenze<br />

interessanti.<br />

L’intervento ha offerto uno spazio di riflessione<br />

e di interrogativi forti su un fenomeno<br />

complesso che incorpora diversi<br />

aspetti e valenze, un luogo dove trovano<br />

convergenza e si concatenano valori di tipo<br />

etico, giuridico professionale e soprattutto<br />

formativo. Un fenomeno però che facilmente<br />

può generare esaltazioni e integralismi,<br />

può far alzare barricate e schieramenti<br />

rigidi su almeno due diverse posizioni:<br />

la contenzione sì, la contenzione no. In<br />

ogni caso non è così che si può affrontare<br />

il problema con serietà.<br />

Sono state evidenziate e rimarcate le<br />

implicazioni giuridiche ed etico-deontologiche<br />

nell’uso dei trattamenti coercitivi.<br />

È stato ricordato che sul territorio italiano,<br />

le situazioni rispetto all’uso dei mezzi<br />

coercitivi sono molto diversificate per cui<br />

ci sono equipe orientate sull’assoluto<br />

non ricorso alla contenzione con reparti<br />

aperti e altre meno orientate in tal senso e<br />

con i reparti chiusi.<br />

È stato puntualizzato che questo fenomeno<br />

non è un problema <strong>del</strong> singolo servizio<br />

o <strong>del</strong> singolo infermiere ma è un fenomeno<br />

sociale e culturale che riguarda tutti.<br />

In ambito professionale, solo lavorando<br />

secondo evidenza scientifica (terapeuticità/effetti<br />

negativi) e prove di efficacia, si<br />

può tentare di giustificare o meno il nostro<br />

agire.<br />

Le conclusioni <strong>del</strong>l’intervento e di una<br />

fortunata giornata di studio riguardano il<br />

tentativo che la professione può fare per<br />

andare “oltre”:<br />

Andiamo “oltre”, includendo il Risk<br />

Management<br />

…utilizzando gli episodi di contenzione<br />

come eventi sentinella<br />

…imparando dall’errore<br />

…attivando la rimozione <strong>del</strong>la cultura<br />

“no blame”<br />

…formandoci<br />

…supporto permanente formativo/informativo<br />

(specifico fabbisogno locale/sviluppo<br />

competenza relazionale farmacologica/formazione<br />

di base e complementare…)<br />

…attivazione “reale” <strong>del</strong>la rete dei Servizi<br />

…coinvolgimento “attivo” degli stakeholders<br />

…e in ultimo, “misurando gli esiti”<br />

…monitoraggio permanente dei risultati<br />

(stato <strong>del</strong>l’arte)<br />

…comparazione temporale (evolutività)


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

…reportistica negoziale agli stakeholders<br />

Andare “oltre” però, necessita di azioni<br />

concrete e coerenti.<br />

Sviluppi <strong>del</strong>l’Attività<br />

Il gruppo di lavoro <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>la salute<br />

mentale per l’anno in corso ha raggiunto<br />

un altro risultato: il referente infermieristico<br />

in Regione Cesare Moro, è stato convocato<br />

al TAVOLO TECNICO per la discussione<br />

<strong>del</strong> primo impegno assunto dalla Regione<br />

Lombardia per l’ambito <strong>del</strong>la Salute Mentale<br />

che riguarda la Formazione case manager<br />

e strumenti di intervento. Da Maggio<br />

saranno formati 150 case manager, 1<br />

per CPS (Centro Psico Sociale), attraverso<br />

5 edizioni che partiranno insieme e si concluderanno<br />

in autunno. A seguito di questa<br />

fase formativa e con i nuovi case manager,<br />

sarà dato mandato alle ASL di organizzare<br />

nuclei di formazione locale, l’idea è<br />

di condividere il più possibile il progetto e<br />

per questo, il mandato riguarda in prima<br />

battuta le ASL e non le A.O. (Aziende<br />

Ospedaliere). Il referente infermieristico<br />

per il nostro gruppo di lavoro Cesare Moro<br />

ha chiesto a IREF di convocare i responsabili<br />

dei CPS, i coordinatori, i RID<br />

entro Aprile con tutto il materiale documentativi<br />

in uso e compilato (soprattutto il<br />

PTI – Piano Terapeutico Individuale dove è<br />

prevista l’assunzione di responsabilità <strong>del</strong><br />

case manager); i coordinatori saranno<br />

chiamati anche ad indicare due operatori,<br />

l’uno da formare, l’altro possibilmente già<br />

formato case manager in qualità di tutor<br />

d’aula in uno <strong>del</strong>le edizioni. Infatti, IREF ha<br />

chiesto di avere due tutor d’aula per edizione,<br />

in totale 10 professionisti e possibilmente<br />

infermieri.<br />

CONCLUSIONI<br />

Gli infermieri <strong>del</strong>la mente hanno così<br />

concluso quattro anni di lavoro che hanno<br />

visto continuità, impegno e una grande<br />

motivazione a proseguire in questo percorso<br />

di incontro e confronto tra gli infermieri<br />

lombardi <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>la salute mentale.<br />

Alla luce di quanto esposto, sono stati<br />

messi in cantiere per il <strong>2010</strong> i seguenti<br />

obiettivi:<br />

Riproposizione <strong>del</strong> Convegno Regionale<br />

in Autunno a Lecco per allargare il<br />

consenso e la riflessione su alcuni temi,<br />

degli infermieri <strong>del</strong>l’area salute mentale<br />

<strong>del</strong>la regione Lombardia. Si lavorerà sull’accoglienza,<br />

la presa in carico, la continuità<br />

terapeutica, concetti che declinati in<br />

modo corretto nella pratica possono contrastare<br />

le logiche contenitive. L’organizzazione<br />

sarà curata da Attilio Meoli, referente<br />

per Monza.<br />

FORMAZIONE: organizzazione corsi<br />

per neo-assunti nell’area psichiatrica a cu-<br />

ra <strong>del</strong> gruppo “Infermieri <strong>del</strong>la Mente” con<br />

partenza agli inizi <strong>del</strong> 2011.<br />

Creazione di un sito “INFERMIERI DEL-<br />

LA MENTE” a cura di Walter Masseroni, referente<br />

per Melegnano.<br />

Revisione <strong>del</strong>le linee guida in materia<br />

di contenzione e suicidio in psichiatria per<br />

preparare la bozza di un protocollo da presentare<br />

al Convegno Regionale a chi rappresenterà<br />

la Regione Lombardia. Questo<br />

progetto è il tentativo di far partire un protocollo<br />

unico per la Regione Lombardia<br />

che possa essere guida obbligata per la<br />

scrittura <strong>del</strong>le procedure nei Dipartimenti<br />

di Salute Mentale (D.S.M.). I referenti principali<br />

per questo lavoro saranno: Lorena<br />

Bellini (Mantova), Daniela Masussi (Brescia),<br />

Vanna Poli (Cremona), Annamaria<br />

Tanzi (<strong>Pavia</strong>).<br />

Quest’ultimo obiettivo si impone vista la<br />

<strong>del</strong>icatezza <strong>del</strong>la materia trattata che “localmente”<br />

nella Regione, è stata organizzata<br />

in protocolli aziendali talora discutibili<br />

(sebbene si stia procedendo ad una prima<br />

revisione) perché poco centrati sulla “persona”<br />

e sul rispetto <strong>del</strong>la sua dignità e verosimilmente,<br />

molto vicini ad un processo<br />

di assistenza di vecchia matrice “custodialistica”<br />

e manicomiale.<br />

Lo sforzo di molti produce risultati<br />

migliori <strong>del</strong>l’impegno di uno solo<br />

Omero<br />

Bibliografia<br />

13 PAGINA<br />

1 Cerati G, Linee di sviluppo <strong>del</strong> piano regionale<br />

salute mentale 2009 - 2011:<br />

quale contributo degli infermieri per<br />

una assistenza di qualità: presentato al<br />

convegno regionale infermieri di salute<br />

mentale: prove di volo il 4 dicembre<br />

2009 a Treviglio<br />

2 Bergonzi AM, Tanzi AM, Gli infermieri<br />

<strong>del</strong>la Lombardia tra criticità e prospettive:<br />

analisi di un’indagine svolta nei<br />

D.S.M. <strong>del</strong>la regione Lombardia: presentato<br />

al convegno regionale infermieri<br />

di salute mentale: prove di volo il<br />

4 dicembre 2009 a Treviglio<br />

3 Loi D, Nuovi e possibili orizzonti nelle<br />

strategie assistenziali alternative alla<br />

contenzione: presentato al convegno<br />

regionale infermieri di salute mentale:<br />

prove di volo il 4 dicembre 2009 a Treviglio


14 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong>


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

Note di segreteria<br />

Si ricorda a tutti gli iscritti che, a inizio anno, è stato inviato il bollettino<br />

MAV per il pagamento d’iscrizione all’Albo. Il pagamento doveva<br />

essere effettuato entro il 28/02/<strong>2010</strong>. Chi non ha ancora provveduto<br />

al pagamento è invitato a effettuarlo nel più breve tempo possibile,<br />

onde evitare sanzioni. Si ricorda che il mancato pagamento <strong>del</strong>la quota<br />

annuale comporta l’impossibilità da parte <strong>del</strong>la segreteria al rilascio<br />

di alcuna certificazione eventualmente richiesta. Chi non avesse ricevuto<br />

il bollettino MAV per l’anno <strong>2010</strong>, o l’avesse smarrito, deve rivolgersi<br />

immediatamente alla segreteria <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> per l’emissione<br />

<strong>del</strong> MAV sostitutivo.<br />

L’autore<br />

* Infermiera<br />

Comunità Torchietto<br />

Azienda Ospedaliera di <strong>Pavia</strong><br />

Consigliere <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> <strong>Pavia</strong><br />

15 PAGINA


16 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

* Emanuela Cattaneo<br />

** Simona Cattaneo<br />

** Maria Luisa Falconi<br />

RIASSUNTO<br />

Florence Nightingale, in occasione <strong>del</strong>la<br />

commemorazione <strong>del</strong> centenario<br />

<strong>del</strong>la sua scomparsa proponiamo un<br />

breve ricordo <strong>del</strong>la sua vita e <strong>del</strong>le sue<br />

idee.<br />

L’articolo vuole ricordare la sua totale<br />

dedizione al lavoro <strong>del</strong>l’infermiera e<br />

l’importanza che ha rivestito nella nascita<br />

<strong>del</strong> nursing moderno.<br />

ABSTRACT<br />

For the commemoration of hundred<br />

years after Florence Nightingale’s<br />

death, we propose a brief memory of<br />

her life and her ideas.<br />

This section wants to remember her total<br />

dedication to the Nursing work and<br />

the great importance for the creation of<br />

the modern nursing system.<br />

NATA CON LE ALI<br />

“Quando si è nati con le ali, si deve in<br />

ogni modo usarle”<br />

Florence Nightingale<br />

Florence Nightingale nacque il 12 maggio<br />

<strong>del</strong> 1820 nella bella antica Villa Colombaia<br />

di Firenze, da una ricca famiglia inglese,<br />

in un epoca di cambiamenti che investì<br />

tutta l‘Europa ed in particolare l’Inghilterra<br />

(rivoluzione industriale).<br />

Fin da piccina essa rivelò un’intelligenza<br />

non comune e un carattere ben definito<br />

e molto diverso da quello <strong>del</strong>la madre e<br />

<strong>del</strong>la sorella che amavano la vita mondana,<br />

gli inviti e i ricevimenti.<br />

Florence, invece, era più affine al padre,<br />

uomo solitario e molto colto.<br />

Durante la sua giovinezza insieme ai<br />

genitori, viaggiò per tutta l’Europa e completò<br />

i suoi studi imparando il greco, il latino,<br />

il francese, l’italiano, la storia, la filosofia,<br />

la musica e il disegno, la matematica e<br />

la scrittura.<br />

Questo le diede la possibilità di costruirsi<br />

un bagaglio culturale sorprendente e sicuramente<br />

insolito, che in seguito le tornò<br />

utile nello svolgimento <strong>del</strong>la professione<br />

infermieristica.<br />

Il fatto di appartenere all’alta società inglese<br />

le permise di mantenere per tutta la<br />

vita contatti con il mondo <strong>del</strong>la politica e di<br />

sfruttare queste conoscenze nel momento<br />

<strong>del</strong> bisogno.<br />

Ella capì ben presto di essere una di<br />

quelle donne per le quali Dio aveva stabilito<br />

qualcosa di unico, a differenza <strong>del</strong>le<br />

coetanee e animata da una profonda fede<br />

religiosa Florence volle rendersi utile al<br />

prossimo e si orientò verso il lavoro in<br />

ospedale esprimendo<br />

da subito il bisogno di<br />

fare l’infermiera, non<br />

senza ricevere una<br />

forte opposizione da<br />

parte dei familiari che<br />

consideravano il lavoro<br />

<strong>del</strong>le infermiere <strong>del</strong><br />

tempo, un mestiere<br />

non ritenuto adatto a<br />

signorine di buona famiglia;<br />

infatti le infermiere<br />

<strong>del</strong>l’epoca non<br />

avevano nessuna<br />

preparazione specifica,<br />

si trattava fre-<br />

quentemente di donne ignoranti, rozze,<br />

dedite all’ubriachezza e alla promiscuità.<br />

Florence decise di perseguire il suo<br />

obiettivo che era quello di lavorare al cospetto<br />

dei sofferenti e si preparò in campo<br />

sanitario leggendo libri di medicina e visitando<br />

gli ospedali di Londra. Iniziò a prestare<br />

assistenza ai bambini degli slums.<br />

Nel 1851 si recò per 3 mesi a Kaiserswerth<br />

in Germania, presso il locale Istituto<br />

<strong>del</strong>l’ordine protestante <strong>del</strong>le diaconesse,<br />

dalle quali però non apprese quello<br />

che si aspettava.<br />

Florence Nightingale avrà modo, nel<br />

1853 di osservare una migliore pratica infermieristica<br />

e una buona organizzazione<br />

ospedaliera negli ospedali di Parigi, dove<br />

con l’appoggio di un sacerdote cattolico,<br />

padre Manning, poté mettersi in contatto<br />

con ordini religiosi di lunga esperienza<br />

ospedaliera quali le suore <strong>del</strong>la Carità.<br />

Il soggiorno a Parigi le fu di grandissima<br />

utilità, perché con l’autorizzazione <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />

<strong>del</strong>l’Assistenza Pubblica,<br />

ebbe libero ingresso nelle case di ricovero<br />

e negli ospedali e poté seguire i medici<br />

nelle loro visite approfondendo la sua<br />

formazione sia dal punto di vista sanitario<br />

che organizzativo e amministrativo.<br />

Tornata a Londra nel 1853 ottenne il primo<br />

impiego in un Istituto per signore malate,<br />

presso il quale lei aveva il compito di<br />

sorvegliare il personale infermieristico e di<br />

apportare migliorie tecniche e sanitarie al<br />

luogo. Ricordiamo fra le migliorie l’introduzione<br />

<strong>del</strong> montacarichi per le vivande e<br />

l’acqua calda e fredda nei piani, l’organizzazione<br />

<strong>del</strong>la cucina e <strong>del</strong> guardaroba.<br />

Dopo varie vicende la vita di Florence


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

subì una svolta a seguito <strong>del</strong>lo scoppio<br />

<strong>del</strong>la guerra di Crimea (1853-1856).<br />

La guerra si rivelò per le truppe inglesi<br />

molto più difficile e aspra di quanto previsto,<br />

tanto che la situazione precipitò e portò<br />

il governo e l’opinione pubblica all’interessamento<br />

di una <strong>del</strong>le necessità più urgenti<br />

per i soldati al fronte che era proprio<br />

quella di un miglioramento <strong>del</strong>l’assistenza<br />

infermieristica.<br />

Nel 1854 Florence venne formalmente<br />

invitata dal Ministro <strong>del</strong>la guerra inglese<br />

Sidney Herbert a reclutare un corpo di infermiere<br />

ben addestrate per guidarle all’ospedale<br />

militare di Scutari sul Bosforo.<br />

Il 21 ottobre <strong>del</strong> 1859 accompagnata da<br />

38 infermiere tra le quali facevano parte<br />

anche alcune religiose da lei selezionate,<br />

Florence partì per la Turchia.<br />

Al suo arrivo a Scutari Florence trovò all’ospedale<br />

da campo una situazione igienico-sanitaria<br />

disastrosa con le baracche<br />

<strong>del</strong>l’ospedale da campo infestate da pulci<br />

e ratti, le fognature colme di’immondizia,<br />

le condutture <strong>del</strong>le latrine aperte nei corridoi<br />

e nelle corsie dove i malati giacevano<br />

in terra per mancanza di posti letto, in uno<br />

stato di sovraffollamento.<br />

Si rese immediatamente conto che le<br />

attrezzature mediche e chirurgiche erano<br />

inesistenti e che tutto questo era causa di<br />

un indice di mortalità molto elevato pari al<br />

42%.<br />

Tale situazione le permise di mettere in<br />

campo tutto ciò che aveva in precedenza<br />

studiato in materia sanitaria e statistica e<br />

grazie alle sue conoscenze anche in ambito<br />

politico riuscì a migliorare tale situazione<br />

sia dal punto di vista organizzativo che<br />

tecnico approvvigionando l’ospedale da<br />

campo con numerose migliorie, grazie al<br />

denaro fornitole dal Times, da numerosi filantropi<br />

e anche dai suoi fondi privati.<br />

Questo portò al dimezzarsi <strong>del</strong>la mortalità<br />

dei soldati e a vincere l’iniziale diffidenza<br />

dei medici presenti e dei militari che<br />

non vedevano di buon occhio che una<br />

donna entrasse a far parte di un modo dominato<br />

prettamente da uomini.<br />

Durante questa esperienza, Florence risultò<br />

essere una lavoratrice instancabile<br />

organizzando al meglio tutto ciò che le<br />

competeva e riuscendo a far fronte ai tantissimi<br />

feriti che arrivarono dalla battaglia<br />

di Inkerman, di notte andava a far visita ai<br />

suoi malati con l’unica luce di una lampada<br />

ad olio, tanto da essere poi soprannominata<br />

“la donna con la lampada” e “l’angelo<br />

soccorrevole di Crimea”. (le venne<br />

anche dedicata una poesia da Longfellow<br />

“Lo! In that house of misery/ a lady with a<br />

lamp I see).<br />

Al termine <strong>del</strong>la guerra nel luglio <strong>del</strong><br />

1856 tornò a Londra e fu accolta in patria<br />

come un’eroina, ma due anni di lavoro so-<br />

vrumano in Crimea, avevano minato la sua<br />

salute e la costrinsero ad un lungo periodo<br />

di invalidità.<br />

Ristabilitasi grazie al denaro pubblico<br />

fondò la prima scuola per infermiere annessa<br />

all’ospedale St. Thomas di Londra.<br />

La Nightingale si occupò personalmente<br />

di selezionare le iscritte e supervisionare<br />

la loro formazione, il suo scopo fu quello<br />

di fare <strong>del</strong>la professione infermieristica<br />

una professione laica e rispettabile. Il corso<br />

era <strong>del</strong>la durata di un anno ed era impostato<br />

su mo<strong>del</strong>li educativi e formativi basati<br />

sullo zelo e sulla castità (simile ai mo<strong>del</strong>li<br />

religiosi), con controlli <strong>del</strong>la condotta<br />

e con apprendimento di compiti tecnici<br />

molto semplici ed esecutivi.<br />

Dopo l’esempio di Florence con la fondazione<br />

<strong>del</strong>la sua prima scuola vennero<br />

successivamente fondate numerose altre<br />

scuole, in Italia ricordiamo la prima che fu<br />

quella <strong>del</strong>la “Croce Azzurra”di Napoli nel<br />

1896.<br />

Dopo una vita dedicata all’assistenza<br />

<strong>del</strong> sofferente e ai continui studi e pubblicazioni<br />

di testi, Florence morì a Londra nel<br />

suo appartamento il 13 agosto <strong>del</strong> 1910 all’età<br />

di 90 anni dopo aver avuto la soddisfazione<br />

di vedere realizzata la riforma <strong>del</strong>l’assistenza<br />

sanitaria inglese.<br />

Florence Nightingale scrisse numerosi<br />

testi, tra i più famosi ricordiamo: “Cenni<br />

sull’assistenza ai malati” e “Lettere alle infermiere”.<br />

È ritenuta la fondatrice <strong>del</strong> Nursing moderno,<br />

in quanto fu la prima ad applicare il<br />

metodo scientifico all’assistenza infermieristica<br />

attraverso l’utilizzo <strong>del</strong>la ricerca e<br />

<strong>del</strong>la statistica, accanto ad alcuni concetti<br />

decisamente superati ne ricordiamo alcuni<br />

ancora di estrema attualità quale la teoria<br />

ambientale.<br />

I principi fondamentali <strong>del</strong>la teoria di<br />

Florence Nightingale descrivono l’importanza<br />

<strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>l’ambiente come fattore<br />

di salute; ambiente inteso non solo come<br />

spazio fisico, ma anche come ambiente<br />

sociale, psicologico e spirituale.<br />

Nello specifico:<br />

- Ambiente fisico: racchiude tutti gli elementi<br />

fisici che condizionano positivamente<br />

o negativamente il paziente come<br />

ad esempio la ventilazione, il calore, l’ illuminazione,<br />

il rumore e la pulizia.<br />

- Ambiente psicologico: influenzato da<br />

quello che è l’ambiente fisico, si cerca di<br />

stimolare l’utilizzo “<strong>del</strong>la mente” attraverso<br />

la lettura, la comunicazione, il lavoro<br />

manuale e favorendo un ambiente<br />

fisico gradevole. Per Nightingale la comunicazione<br />

assume un ruolo terapeutico<br />

e quindi dovrebbe essere sempre<br />

tranquillizzante e mai affrettata, considerando<br />

sempre l’importanza <strong>del</strong>la persona<br />

con la quale si interagisce.<br />

17 PAGINA<br />

- Ambiente sociale: racchiude i componenti<br />

<strong>del</strong>l’ambiente fisico quali acqua e<br />

aria, la casa in cui vive l’assistito e/o<br />

l’ospedale, il ceto d’appartenenza e una<br />

raccolta dati sulla prevenzione <strong>del</strong>le malattie.<br />

La Nightingale introdusse il concetto di<br />

assistenza olistica e di interazione tra ambiente<br />

e uomo; inoltre la sua teoria si correla<br />

con la teoria di Maslow sulla gerarchia<br />

dei bisogni, individuando prima i bisogni<br />

prioritari e dopo aver verificato il suo soddisfacimento<br />

passare al bisogno successivo.<br />

Nonostante siano passati cento anni<br />

dalla sua morte, le sue teorie risultano essere<br />

ancora attuali e alla base <strong>del</strong>le più<br />

moderne teorie <strong>del</strong> Nursing sviluppatesi in<br />

seguito, a lei dobbiamo la nascita formale<br />

<strong>del</strong>la professione <strong>del</strong>l’infermiere e la nascita<br />

dei luoghi di formazione per tale figura.<br />

La storia <strong>del</strong>l’assistenza infermieristica<br />

prende corpo nell’Inghilterra <strong>del</strong>la rivoluzione<br />

industriale e <strong>del</strong>l’età vittoriana, indicando<br />

il mutamento <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>la donna<br />

in un epoca di profondi cambiamenti e trasformazioni<br />

dei mo<strong>del</strong>li educativi quali<br />

l’istruzione, la società, il lavoro e la famiglia.<br />

L’infermiera rimane in quel epoca ancora<br />

subalterna al medico come la donna lo<br />

era all’uomo, ma i movimenti femminili che<br />

nascono alla fine <strong>del</strong>l’ottocento genereranno<br />

un forte impulso allo sviluppo e all’affermazione<br />

di un identità professionale<br />

e di una figura sempre più autonoma.<br />

Oggi la concezione <strong>del</strong>l’infermiere non<br />

è più legata unicamente alla donna, ma è<br />

divenuta una professione anche maschile<br />

(in Italia dal 1971) e si è avviati verso una<br />

pari dignità professionale con il medico e<br />

con altre figure sanitarie.<br />

Bibliografia e Sitorafia<br />

- Barbagli M, Sotto lo stesso tetto, Il Mulino,<br />

Bologna 1984<br />

- Sironi C, Storia <strong>del</strong>l’assistenza infermieristica,<br />

La Nuova Scientifica, Roma 1991<br />

- Nightingale F, Lettere alle infermiere,<br />

Nuova Editoriale Marinara, Roma<br />

- http://www.infermieri.com<br />

Gli autori<br />

* Segretaria di redazione<br />

Infermiera Divisione di Cardiologia Riabilitativa<br />

Fondazione Salvatore Maugeri <strong>Pavia</strong><br />

** Infermiere<br />

Divisione di Cardiologia Riabilitativa<br />

Fondazione Salvatore Maugeri <strong>Pavia</strong>


18 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

* Silvia Giudici<br />

ASSISTENZA INFERMIERISTICA<br />

IN MEDICINA DEL LAVORO<br />

RIASSUNTO<br />

La medicina <strong>del</strong> lavoro, nata in Italia nel<br />

1700 come una branca <strong>del</strong>la medicina interna,<br />

ha subito nel tempo una costante evoluzione<br />

tale da trasformarsi in una disciplina<br />

scientifica con metodologia e contenuti propri<br />

e caratterizzata da un’impostazione spiccatamente<br />

preventiva.<br />

La responsabilità di tutelare la salute dei<br />

dipendenti nei confronti dei rischi <strong>del</strong> lavoro<br />

attribuita all’imprenditore, ha motivato<br />

i Servizi Sanitari Aziendali ad organizzarsi<br />

secondo un grado assai variabile<br />

di completezza e di efficienza in relazione<br />

al numero degli occupati, alla<br />

entità <strong>del</strong> rischio riscontrabile, alla sensibilità<br />

<strong>del</strong> datore di lavoro.<br />

Un gruppo di lavoro composto da<br />

esperti, dove l’infermiere occupa un<br />

ruolo importante.<br />

Oggi l’infermiere <strong>del</strong> lavoro è un laureato<br />

che ha sviluppato un’esperienza specifica<br />

di formazione aggiuntiva presso<br />

strutture di Medicina <strong>del</strong> Lavoro e che<br />

mantiene elevate le proprie conoscenze<br />

attraverso l’aggiornamento continuo.<br />

I suoi “compiti” sono di prevenzione<br />

<strong>del</strong>le malattie, promozione <strong>del</strong>la salute<br />

e <strong>del</strong>la sicurezza nei luoghi di lavoro,<br />

prima assistenza in caso di lesioni e malori,<br />

osservazione dei rischi occupazionali,<br />

informazione ed educazione dei lavoratori,<br />

registrazione e conduzione<br />

amministrativa di attività ambulatoriali,<br />

conoscenza di leggi e regolamenti. L’infermiere<br />

opera in quattro ambiti: primario,<br />

secondario e terziario.<br />

La cartella infermieristica è lo strumento<br />

per la raccolta di informazioni anamnestiche<br />

e consente di porre il sospetto<br />

<strong>del</strong>l’esistenza di un rapporto tra ambiente<br />

di lavoro (causa) e manifestazione<br />

morbosa (effetto). L’infermiere <strong>del</strong>la<br />

Medicina <strong>del</strong> Lavoro deve operare osservando<br />

competenze, regolamenti,<br />

statuti, profili professionali, codici deontologici.<br />

Ne è esempio il documento denominato<br />

ICOH approvato nel 2002.<br />

La società industriale che ha caratterizzato<br />

lo sviluppo economico e sociale<br />

degli ultimi due secoli ha concluso ormai<br />

da tempo il suo ciclo. Quella attuale<br />

è una società post-industriale contrassegnata<br />

dalla prevalenza <strong>del</strong>le attività<br />

<strong>del</strong> terziario. La Medicina <strong>del</strong> Lavoro<br />

è consapevole di queste trasformazioni<br />

e sfida queste mutazioni rimanendo al<br />

passo con i tempi, attraverso l’aggiornamento<br />

professionale atto a rafforzare<br />

le dinamiche <strong>del</strong>la buona pratica preventiva,<br />

curativa e riabilitativa <strong>del</strong> team<br />

multidisciplinare.<br />

ABSTRACT<br />

Nursing care and occupational medicine<br />

Occupational Medicine, was born in Italy<br />

in 1700 as a branch of internal medicine,<br />

has undergone a steady process<br />

that trasform it into a scientific discipline<br />

with its own content and methodology<br />

and characterized by a markedly advance.<br />

The responsibility to protect the health<br />

of employees against the hazards of the<br />

work entrusted to the employer, has<br />

motivated the occupational health services<br />

to organize themselves in a position<br />

much variability of completeness<br />

and efficienty in relation to the number<br />

of emplyees, the amount of risk found,<br />

the sensitivity of the employer.<br />

Occupational medicine is a working<br />

group of experts, where the the nurse<br />

occupies an important role. Today Nurses<br />

Occupational Medicine is a graduate<br />

who has developed an expertise of additional<br />

training at facilities of Occupational<br />

Medicine and maintains elevated<br />

their skills through further training. His<br />

duties are varied and relate to diseases<br />

prevention, health promotion, safety in<br />

the workplace, first aid for accident and<br />

sicknesses, observation of occupational<br />

hazards, information and educational of<br />

employees, conducting administrative<br />

activities outpatient knowledge of laws<br />

and regulations. The nurse works in four<br />

areas: primary, secondary and tertiary.<br />

Forder nursing is the tool for collecting<br />

anamnestic information and allows you<br />

to put the suspicion of existence of a relationship<br />

between work environment<br />

(the case) and morbic event (effect).<br />

Nurse Occupational Medicine should<br />

work observing skills, regulations, statutes,<br />

professional profiles, codes of<br />

conduct. One example is the document<br />

known as ICOH approved in 2002.<br />

Industrial society that characterized the<br />

economic and social development of the<br />

last two centuries has long since finished<br />

its cycle. Current one is a post-industrial<br />

society marked by the prevalence of the<br />

activities of the tertiary sector.<br />

Occupational Medicine is aware of<br />

these changes and remai in step with<br />

the time through retraining of reinforcing<br />

the dynamics of preventive, curative<br />

and rehabilitative good practice.


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

La medicina <strong>del</strong> lavoro, nata in Italia nel<br />

1700 come una branca <strong>del</strong>la medicina interna,<br />

ha subito nel tempo una costante evoluzione<br />

tale da trasformarsi in una disciplina<br />

scientifica con metodologia e contenuti propri<br />

e caratterizzata da un’impostazione spiccatamente<br />

preventiva.<br />

La responsabilità di tutelare la salute<br />

dei dipendenti nei confronti dei rischi <strong>del</strong><br />

lavoro attribuita all’imprenditore, ha motivato<br />

i Servizi Sanitari Aziendali ad organizzarsi<br />

secondo un grado assai variabile di<br />

completezza e di efficienza in relazione al<br />

numero degli occupati, alla entità <strong>del</strong> rischio<br />

riscontrabile, alla sensibilità <strong>del</strong> datore<br />

di lavoro.<br />

Sono considerati specialisti e parti attive<br />

<strong>del</strong>la sicurezza sul lavoro: medici <strong>del</strong> lavoro,<br />

infermieri <strong>del</strong> lavoro, igienisti industriali,<br />

psicologi, sociologi, specialisti in ergonomia,<br />

ingegneri ed esperti nell’ambito<br />

<strong>del</strong>la sicurezza e prevenzione degli infortuni,<br />

chimici, tossicologi, radioprotezionisti,<br />

specialisti in organizzazione <strong>del</strong> lavoro, architetti,<br />

assicuratori, avvocati.<br />

Ne deriva un team di lavoro con conoscenze<br />

specifiche in materia di prevenzione<br />

degli infortuni professionali e dei danni<br />

alla salute cagionati dal lavoro, medicina<br />

<strong>del</strong> lavoro, ergonomia, psicologia <strong>del</strong> lavoro,<br />

medicina sociale, epidemiologia, leggi,<br />

ordinanze, nonché direttive inerenti la sicurezza<br />

ed igiene sul posto di lavoro e dei<br />

settori affini (protezione ambientale), norme<br />

comportamentali di pronto soccorso,<br />

protezione antincendio, protezione individuale,<br />

capacità per la determinazione,<br />

esame, valutazione, controllo ed eliminazione<br />

dei rischi, pericoli, danni 1 .<br />

L’approccio multidisciplinare comporta<br />

complesse responsabilità nei confronti dei<br />

lavoratori, datori di lavoro e autorità competenti.<br />

È necessario pertanto che il ruolo<br />

di ciascun operatore sia chiaramente definito<br />

e che ogni figura abbia la piena indipendenza<br />

nell’esercizio <strong>del</strong>la propria professione,<br />

nell’esprimere giudizi e nell’intraprendere<br />

azioni senza lasciarsi influenzare<br />

da situazioni che possono generare conflitti<br />

d’interesse (nel rispetto <strong>del</strong>le relative<br />

competenze, regolamenti, statuti, profili<br />

professionali, codici deontologici).<br />

Gli aspetti etici devono essere rinforzati<br />

e difesi specialmente quando possono essere<br />

lesi diritti fondamentali come il diritto<br />

all’occupazione ed alla protezione <strong>del</strong>la<br />

salute, diritto all’informazione ed alla confidenzialità,<br />

diritti individuali e collettivi.<br />

Questa esigenza ha trovato riscontro<br />

pratico in un documento denominato<br />

ICOH (International Commission on Occupational<br />

Health) o Codice Internazionale di<br />

Etica per Operatori di Medicina <strong>del</strong> Lavoro<br />

approvato nel 1991, tradotto in inglese e<br />

francese nel 1992, ristampato nel 1994,<br />

tradotto in otto lingue nel 1996 e aggiornato<br />

con approvazione <strong>del</strong> Consiglio Direttivo<br />

<strong>del</strong>l’ICOH il 12 marzo 2002 2 .<br />

Le attività infermieristiche per il mantenimento<br />

<strong>del</strong>la salute nei luoghi di lavoro si<br />

sono diversificate negli ultimi anni fino a<br />

costituire un ambito specifico. Ciò è avvenuto<br />

parallelamente al qualificarsi <strong>del</strong>la figura<br />

<strong>del</strong>l’infermiere e come conseguenza<br />

positiva <strong>del</strong> modificarsi <strong>del</strong>l’organizzazione<br />

sanitaria in funzione <strong>del</strong>la patologia <strong>del</strong><br />

lavoro, in un’epoca in cui l’individuazione<br />

e la prevenzione <strong>del</strong>le malattie professionali<br />

richiedono una serie di conoscenze integrate<br />

ed azioni multiple.<br />

Ma cosa significa assistenza infermieristica<br />

in Medicina <strong>del</strong> Lavoro (Occupational<br />

Health Nursing) e cura <strong>del</strong>le malattie professionali<br />

(Occupational Health Care)?<br />

Qual è la posizione <strong>del</strong>l’infermiere <strong>del</strong> lavoro<br />

nella società? In quali strutture può<br />

operare? Quali indirizzi persegue l’infermiere<br />

Operatore Medicina <strong>del</strong> Lavoro<br />

(OML)?<br />

Oggi l’infermiere <strong>del</strong> lavoro è un laureato<br />

che ha sviluppato un’esperienza specifica<br />

di formazione aggiuntiva presso strutture<br />

di Medicina <strong>del</strong> lavoro e che mantiene<br />

elevate le proprie conoscenze attraverso<br />

l’aggiornamento continuo. È colui che<br />

opera in stretto contatto con le realtà lavorative,<br />

avendo indirizzi di Sanità Pubblica e<br />

di Comunità. I suoi “compiti” sono di prevenzione<br />

<strong>del</strong>le malattie, promozione <strong>del</strong>la<br />

salute e <strong>del</strong>la sicurezza nei luoghi di lavoro,<br />

prima assistenza in caso di lesioni e<br />

malori, osservazione dei rischi occupazionali,<br />

informazione ed educazione dei lavoratori,<br />

registrazione e conduzione amministrativa<br />

di attività ambulatoriali, collaborazione<br />

con il medico specialista. All’infermiere<br />

<strong>del</strong> lavoro è richiesto di saper intervenire<br />

nell’ambito <strong>del</strong>le leggi, paritariamente<br />

al medico, con una cooperazione<br />

verso altre componenti tecniche ed amministrative<br />

<strong>del</strong>le unità produttive. Le sue conoscenze<br />

in merito aiutano infatti a limitare<br />

i danni alla persona ed a orientare gli<br />

imprenditori, evitando perdite di tempo<br />

prezioso e responsabilità penali.<br />

L’infermiere <strong>del</strong> lavoro opera per segnalare<br />

il sospetto di malattia e per ridurre i<br />

tassi di assenteismo. Registra gli infortuni,<br />

monitora i disturbi, interpreta le osservazioni<br />

riferite al disagio lavorativo, collabora<br />

a valutazioni epidemiologiche ed indagini<br />

mirate. Non trascura i fattori di rischio chimico,<br />

fisico, biologico, meccanico, psicosociale,<br />

alimentare, abitudinario-comportamentale<br />

3 .<br />

In Italia l’infermiere <strong>del</strong> lavoro esercita la<br />

propria professione in quattro ambiti operativi:<br />

strutture pubbliche zonali, strutture<br />

pubbliche sovrazonali ospedaliere o universitarie,<br />

strutture private, ambulatori di<br />

19 PAGINA<br />

fabbrica, operando su tre livelli differenti di<br />

prevenzione: prevenzione primaria, secondaria<br />

e terziaria.<br />

È noto come la prevenzione primaria,<br />

effettuata prima <strong>del</strong>l’insorgenza <strong>del</strong> danno<br />

(malattia), intervenga ad eliminare o ridurre<br />

i possibili fattori di rischio per la salute<br />

<strong>del</strong>l’individuo. Ne sono esempi tutti quegli<br />

interventi tecnici sugli impianti, sia in fase<br />

di progettazione che ai fini correttivi, con<br />

eliminazione di sostanze nocive, modifiche<br />

di cicli produttivi, bonifiche ambientali,<br />

adozione di mezzi protettivi individuali, organizzazione<br />

<strong>del</strong> lavoro ai fini ergonomici,<br />

ecc.<br />

La prevenzione secondaria, che si effettua<br />

con la diagnostica precoce, permette<br />

invece di monitorare i lavoratori attraverso<br />

visite mediche, accertamenti sanitari biologici<br />

e strumentali.<br />

La prevenzione terziaria, infine, è volta a<br />

limitare l’entità <strong>del</strong> danno ormai provocato;<br />

si attua con interventi di cura e riabilitazione.<br />

Nello svolgimento <strong>del</strong>la propria attività<br />

lavorativa ogni individuo viene a contatto<br />

con differenti fattori (sostanze tossiche,<br />

agenti fisici, situazioni lavorative) che possono<br />

direttamente o indirettamente influenzare<br />

negativamente l’equilibrio psico/fisico<br />

esplicando un’azione nociva sulla<br />

salute.<br />

Generalizzando si può dire che tutte le<br />

sostanze hanno un proprio livello di nocività<br />

o tossicità, ma il loro impiego può causare<br />

un rischio per la salute solo in determinate<br />

condizioni. Si possono infatti trovare<br />

ambienti di lavoro in cui situazioni lavorative<br />

dotate di scarsa nocività intrinseca,<br />

ad esempio l’impiego di sostanze chimiche<br />

relativamente poco tossiche, possono<br />

configurare un grave rischio per la salute<br />

dei lavoratori (per improprio uso <strong>del</strong>le sostanze,<br />

ignoranza di elementari norme di<br />

sicurezza e igiene) e viceversa situazioni<br />

lavorative in cui l’impiego di sostanze chimiche<br />

dotate di notevole tossicità possono<br />

creare solo un modesto rischio (l’impiego<br />

di lavorazioni a ciclo chiuso).<br />

Appare evidente come sia importante il<br />

processo educativo e di sensibilizzazione<br />

di tutti coloro che operano nell’ambiente di<br />

lavoro con costanti riferimenti all’impiego<br />

corretto dei mezzi di protezione personale<br />

in dotazione e allo scrupoloso rispetto <strong>del</strong>le<br />

norme igieniche.<br />

I fattori di nocività possono essere suddivisi<br />

schematicamente in quattro gruppi 4 .<br />

I GRUPPO: di questo gruppo fanno<br />

parte quei fattori che, non specifici <strong>del</strong>l’ambiente<br />

di lavoro, ma presenti nell’ambiente<br />

esterno, possono divenire nocivi se<br />

presenti in eccesso o in difetto. Fanno parte<br />

di questo gruppo:<br />

l’illuminazione che deve rispondere ai


20 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

requisiti di intensità, qualità e razionalità.<br />

L’intensità luminosa deve crescere proporzionalmente<br />

con la precisione <strong>del</strong>le operazioni<br />

da svolgere;<br />

la rumorosità che può provocare un<br />

danno sulla sfera fisica anche quando i livelli<br />

di intensità sono contenuti entro i limiti<br />

ritenuti accettabili;<br />

il microclima o condizione climatica <strong>del</strong>l’ambiente<br />

di lavoro è determinato dall’azione<br />

combinata <strong>del</strong>la temperatura, umidità<br />

<strong>del</strong>l’aria, ventilazione e calore raggiante.<br />

Esso inizia a divenire fattore nocivo<br />

quando, allontanandosi dalla cosiddetta<br />

fascia di benessere termico provoca una<br />

sensazione fastidiosa e dolorosa di caldo<br />

o freddo o correnti d’aria.<br />

II GRUPPO: in questo gruppo sono<br />

compresi i fattori di nocività tipici degli ambienti<br />

di lavoro e <strong>del</strong>le lavorazioni che vi si<br />

compiono. Si possono distinguere:<br />

gli agenti chimici a loro volta classificati<br />

in solidi (fumi e polveri), liquidi (nebbie),<br />

aeriformi (gas e i vapori);<br />

gli agenti fisici come i già elencati rumori<br />

e microclima, ma anche le vibrazioni, la<br />

pressione barometrica, l’elettricità e le radiazioni.<br />

III GRUPPO: in questo gruppo sono<br />

compresi tutti quei fattori collegati alla attività<br />

muscolare capaci di provocare affaticamento:<br />

es. trasporto di pesi, posture incongrue,<br />

ecc. La fatica viene definita come<br />

una situazione fisico-patologica dovuta ad<br />

un impegno fisico e/o psichico eccessivo<br />

sia quantitativamente che qualitativamente:<br />

essa è caratterizzata da disturbi soggettivi<br />

(astenia, sonno, fame) e da dati<br />

obiettivi (sudorazione eccessiva, dispnea,<br />

tachicardia, ecc.).<br />

Occorre distinguere una situazione di<br />

fatica acuta, in cui all’impegno lavorativo<br />

segue il riposo con recupero completo<br />

<strong>del</strong>le potenzialità fisico-psichiche <strong>del</strong>l’individuo<br />

e possibilità di un nuovo impegno,<br />

ed una situazione di fatica cronica, caratterizzata<br />

dalla mancanza <strong>del</strong> recupero.<br />

Nella fatica cronica possiamo distinguere<br />

stadi ingravescenti successivi che<br />

portano infine all’esaurimento, condizione<br />

francamente patologica necessitante di intervento<br />

terapeutico.<br />

IV GRUPPO: in questo gruppo sono<br />

compresi quei fattori non collegati ad attività<br />

muscolare capaci di provocare affaticamento<br />

o stress:<br />

ritmi di lavoro ovvero quando l’alternarsi<br />

di pause ed attività stabilite rigidamente<br />

(come ad esempio nelle catene di montaggio<br />

basate su tempi macchina) creando<br />

una situazione in cui molto difficilmente<br />

vengono rispettate le esigenze <strong>del</strong>l’individuo,<br />

dotato di ritmi propri;<br />

lavoro a turni che destabilizza l’equilibrio<br />

<strong>del</strong> ritmo circadiano <strong>del</strong>l’individuo che<br />

si adatta con grande difficoltà ad orari di<br />

lavoro notturno con conseguente inversione<br />

<strong>del</strong> ritmo sonno veglia e alterazioni <strong>del</strong>le<br />

fisiologiche stimolazioni diurne <strong>del</strong>la attività<br />

cardiocircolatoria, neurovegetativa,<br />

ecc. Inoltre il continuo mutare degli orari di<br />

lavoro (turni a rotazione settimanale) impedisce<br />

all’organismo di adattarsi e raggiungere<br />

un sufficiente equilibrio;<br />

demotivazione provocata da una errata<br />

organizzazione <strong>del</strong> lavoro, basata ad<br />

esempio sulla ripetitività e parcellizzazione<br />

<strong>del</strong>la mansione, che provoca nel lavoratore<br />

perdita di interesse e progressivo rifiuto<br />

<strong>del</strong>l’attività lavorativa.<br />

A questa classificazione bisogna aggiungere<br />

per completezza gli agenti biologici,<br />

specifici fattori di nocività <strong>del</strong>l’ambiente<br />

sanitario in grado di provocare malattie<br />

infettive o parassitarie.<br />

L’ospedale è una realtà aziendale che,<br />

come ogni altra impresa tradizionalmente<br />

considerata produttiva, ha come obiettivo<br />

la produzione secondo criteri di massima<br />

qualità ed efficienza. La produzione tuttavia<br />

non deve prescindere dalla protezione<br />

<strong>del</strong>la salute dei lavoratori <strong>del</strong>l’ospedale<br />

quotidianamente soggetti a rischio infettivo,<br />

farmaci, anestetici per inalazione, detergenti,<br />

disinfettanti, sterilizzanti, sostanze<br />

chimiche, rifiuti ospedalieri, dermatologico,<br />

allergologico, genotossico, radiazioni,<br />

lavoro a turni, burn out, oltre a tutti quelli<br />

elencati in precedenza.<br />

I sopralluoghi sono indagini intraprese<br />

allo scopo di identificare, valutare e controllare<br />

i fattori di rischio presenti in ospedale/azienda.<br />

Dall’esito <strong>del</strong> sopralluogo<br />

scaturiscono le eventuali azioni da intraprendere<br />

sull’ambiente, sulle tecnologie,<br />

sulle procedure operative, nonché sull’informazione,<br />

formazione ed addestramento<br />

dei lavoratori e sulla valutazione <strong>del</strong> loro<br />

stato di salute.<br />

Una completa e adeguata raccolta di informazioni<br />

anamnestiche è importante<br />

prerogativa <strong>del</strong>l’infermiere OML in quanto<br />

consente di porre il sospetto <strong>del</strong>l’esistenza<br />

di un rapporto tra ambiente di lavoro (causa)<br />

e manifestazione morbosa (effetto).<br />

Inoltre permette di attivare ulteriori procedure<br />

di accertamento che consentiranno,<br />

attraverso l’esecuzione di indagini mirate,<br />

di avvalorare il sospetto iniziale 5 .<br />

All’interno <strong>del</strong>la cartella infermieristica<br />

devono trovare collocazione informazioni<br />

sull’attività attuale e precedente, sul tipo di<br />

settore lavorativo, sul nome e sulla tipologia<br />

<strong>del</strong>l’azienda, sull’orario e sul carico di<br />

lavoro.<br />

La società industriale che ha caratterizzato<br />

lo sviluppo economico e sociale degli<br />

ultimi due secoli ha concluso ormai da<br />

tempo il suo ciclo. Quella attuale è una società<br />

post-industriale contrassegnata dalla<br />

prevalenza <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong> settore terziario.<br />

La Medicina <strong>del</strong> Lavoro, disciplina che<br />

risente <strong>del</strong>le trasformazioni più di ogni altra<br />

in campo sanitario, mantiene una viva<br />

attenzione verso gli attuali cambiamenti<br />

che hanno portato alla trasformazione <strong>del</strong>l’occupazione,<br />

alla creazione di nuove figure<br />

professionali e nuovi potenziali fattori<br />

di rischio. Gli OML devono avere piena<br />

consapevolezza di queste variabili. Ciò si<br />

traduce in “stare al passo con i tempi” attraverso<br />

l’aggiornamento professionale atto<br />

a rafforzare le dinamiche <strong>del</strong>la “good<br />

practice” 6 .<br />

Si ringraziano:<br />

Infermiere Perticati L e Dr. Finozzi E <strong>del</strong>la<br />

U.O.O.M.L. Fondazione S. Maugeri <strong>Pavia</strong><br />

per il supporto e la disponibilità dimostrata<br />

Bibliografia<br />

1) Chiappino G, Vicoli E, L’infermiere <strong>del</strong><br />

lavoro e il primo soccorso in fabbrica.<br />

basi teoriche e guida pratica, Piccin,<br />

Padova, 1994:5-10<br />

2) Codice internazionale di etica per operatori<br />

di medicina <strong>del</strong> lavoro, International<br />

Commission on Occupational Health,<br />

2002, www.icohweb.org<br />

3) AAVV, Assistenza infermieristica in medicina<br />

<strong>del</strong> lavoro atti seminario residenziale,<br />

Ospedale di cremona, Unità operativa<br />

operatori medicina <strong>del</strong> lavoro,<br />

1994<br />

4) Chiappino G, Tommasini M, Medicina<br />

<strong>del</strong> lavoro, Raffaello cortina editore, Milano,<br />

1994:156-70<br />

5) Catenacci G, Bartolucci GB, Apostoli P,<br />

III congresso nazionale di medicina<br />

preventiva dei lavoratori <strong>del</strong>la sanità,<br />

Pime editrice, <strong>Pavia</strong>, 1998:215-8<br />

6) Franco G, Compendio di medicina <strong>del</strong><br />

lavoro e medicina preventiva degli operatori<br />

sanitari, Piccin, Padova,<br />

1995:241-9<br />

L’autore<br />

* Infermiera<br />

Neuroriabilitazione<br />

Fondazione Salvatore Maugeri<br />

Sede di via Boezio - <strong>Pavia</strong>


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

* Marina Ferrari<br />

** Paolo Merlini<br />

RIASSUNTO<br />

Le patologie flebolinfatiche rappresentano<br />

la terza patologia più diffusa in Italia,<br />

pur non avendo solitamente esito<br />

mortale risultano tuttavia molto dolorose<br />

ed invalidanti. L’infermiere riveste un<br />

ruolo fondamentale nella gestione ed<br />

educazione <strong>del</strong> paziente sui fattori di rischio.<br />

Questo lavoro si propone di illustrare<br />

le patologie degli arti inferiori, i<br />

sintomi e le terapie necessarie.<br />

ABSTRACT<br />

Flebolinfatiche diseases are the third<br />

most common disease in Italy, while not<br />

usually fatal but are very painful and disabling.<br />

The nurse plays a key role in the<br />

management and patient education.<br />

This work aims to explain the pathologies<br />

of the lower limbs, risk factors,<br />

symptoms and treatments necessary.<br />

21 PAGINA<br />

PATOLOGIE FLEBOLINFATICHE<br />

Educazione Sanitaria:<br />

contributo Infermieristico<br />

Keyword<br />

Fattori di rischio, sintomi, gestione, terapia, educazione<br />

sanitaria<br />

PREMESSA<br />

l’insufficienza venosa è largamente diffusa<br />

nei paesi occidentali, avendo una<br />

prevalenza di circa il 10-20% nella popolazione<br />

maschile adulta e di circa il 10-33%<br />

in quella femminile adulta 1 , mentre è quasi<br />

completamente sconosciuta nei paesi <strong>del</strong><br />

terzo mondo, quali Africa, Asia e Oceania.<br />

In Italia circa 19 milioni di persone sono affette<br />

da insufficienza venosa cronica e<br />

questo ne fa la terza patologia più diffusa<br />

(dopo allergie e ipertensione). L’avanzare<br />

<strong>del</strong>l’età rappresenta un fattore decisivo<br />

per l’insorgere <strong>del</strong> problema. La flebologia<br />

è quella branca <strong>del</strong>la medicina che fa<br />

parte <strong>del</strong>l’angiologia e <strong>del</strong>la chirurgia vascolare<br />

e si occupa <strong>del</strong>la diagnosi, <strong>del</strong>la<br />

cura e <strong>del</strong>lo studio di tutto quanto ruota intorno<br />

alle patologie <strong>del</strong>le vene. 2<br />

Se il cuore è la pompa principale <strong>del</strong> sistema<br />

arterioso, il piede e la gamba rappresentano<br />

la pompa periferica <strong>del</strong> sistema<br />

venoso o “Cuore periferico”, l’insufficienza<br />

venosa è una alterazione circolatoria<br />

caratterizzata dall’inversione <strong>del</strong> flusso<br />

<strong>del</strong> sangue che in determinati segmenti<br />

venosi tende a dirigersi verso la periferia<br />

(reflusso)e non verso il cuore. Le patologie<br />

venose degli arti inferiori pur non avendo<br />

solitamente esiti mortali sono tuttavia molto<br />

fastidiose ed invalidanti.<br />

Principali patologie flebolinfatiche<br />

- Insufficienza venosa cronica (IVC)<br />

- Varici<br />

- Tromboflebite<br />

- Trombosi venosa profonda<br />

- Linfedema<br />

- Lesioni vascolari<br />

Diagnosi<br />

La diagnosi <strong>del</strong>la malattia flebologica<br />

degli arti inferiori viene generalmente posta<br />

attraverso visita <strong>del</strong> chirurgo vascolare,<br />

in casi dubbi (varici recidive o prima di un<br />

intervento chirurgico) è consigliabile eseguire<br />

un ecocolordoppler venoso degli arti<br />

inferiori che è in grado di valutare la situazione<br />

complessiva, diagnosticando reflussi<br />

particolari, ostruzioni <strong>del</strong> lume venoso<br />

(varicoflebiti o flebotrombosi) o di valu-<br />

tare dove la chirurgia dovrà intervenire,<br />

per eseguire cioè una mappa preoperatoria<br />

<strong>del</strong>le vene. È un esame non invasivo,<br />

basato sulla tecnica ad ultrasuoni (come<br />

l’ecografia), ma con in aggiunta un particolare<br />

codice a colori, che permette di vedere<br />

e valutare la funzionalità e la pervietà<br />

o meno <strong>del</strong>le vene, la loro comprimibilità, il<br />

flusso che passa all’interno e tutto ciò che<br />

permette di valutare il loro stato. Gli ultrasuoni<br />

sono innocui per il nostro organismo,<br />

quindi l’esame può essere eseguito<br />

anche in gravidanza. L’ecocolordoppler è<br />

divenuta metodica più utilizzata nella diagnosi<br />

<strong>del</strong>la malattia flebologica degli arti<br />

inferiori<br />

Insufficienza venosa cronica (IVC)<br />

Alterata funzionalità <strong>del</strong> Sistema Venoso<br />

Periferico, caratterizzata da un mancato o<br />

scarso ritorno venoso verso il cuore, sia in<br />

orto che in clinostatismo. Il ristagno ematico<br />

comporta un aumento <strong>del</strong>la pressione<br />

nelle vene con sfiancamento <strong>del</strong>la parete<br />

venosa e compromissione <strong>del</strong>la funzionalità<br />

<strong>del</strong>le valvole. Di conseguenza, il sangue<br />

ristagna in misura maggiore e il disturbo<br />

tende, nel tempo, ad aggravarsi, pur restando<br />

asintomatico per lungo tempo.<br />

Sintomatologia<br />

In tutti i casi l’insufficienza venosa cronica<br />

comporta una serie di sintomi che vanno<br />

dal semplice edema (gonfiore) fino ad<br />

alterazioni più severe quali: flebiti, trombosi<br />

o ulcerazioni che comportano gravi disagi<br />

per il paziente: pesantezza <strong>del</strong>le gambe,<br />

crampi specialmente notturni, senso di<br />

tensione, eczema da stasi, dolore serotino<br />

4<br />

Fattori di rischio<br />

Sovrappeso: il sovrappeso è dannoso<br />

per l’organismo in generale e lo è, in particolare,<br />

per la circolazione degli arti inferiori<br />

in quanto aumenta il carico di lavoro <strong>del</strong>le<br />

vene<br />

Fattori ormonali: l’uso di contraccettivi<br />

ormonali aumenta il rischio di insufficienza<br />

venosa<br />

Sedentarietà: la vita sedentaria e una ridotta<br />

attività fisica ostacolano la circolazio-


22 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

ne e favoriscono quindi la stasi venosa<br />

Gravidanze ripetute: l’incremento di peso<br />

indotto dalla gravidanza rappresenta<br />

un altro fattore di rischio<br />

Abbigliamento: gli indumenti che stringono<br />

le gambe o le cosce, come calze autoreggenti,<br />

pantaloni troppo attillati o scarpe<br />

con tacchi superiori ai 5 centimetri possono<br />

favorire l’insufficienza venosa<br />

Familiarità: debolezza congenita <strong>del</strong>la<br />

parete venosa<br />

Anomalie ortopediche: appoggio non<br />

corretto <strong>del</strong> piede a terra, la prolungata<br />

stazione eretta<br />

Stipsi<br />

Cosa insegnare al paziente<br />

* praticare più movimento<br />

* evitare l’iperalimentazione<br />

* abolire il fumo<br />

* moderare il consumo di alcool<br />

Terapia farmacologica<br />

Esiste una classe di farmaci cosiddetti<br />

venotropi, che si distinguono in:<br />

venotropi capillaroprotettori, costituiti<br />

essenzialmente da sostanze di origine vegetale,<br />

come anticianosidi <strong>del</strong> mirtillo, l’ippocastano,<br />

la belladonna, il ginko biloba,<br />

l’hamamelis<br />

venotropi antivaricosi, come per<br />

esempio, la diosmina che aumenta la resistenza<br />

e diminuisce la permeabilità dei capillari.<br />

4<br />

Varice<br />

Dilatazione <strong>del</strong>la vena che tende successivamente<br />

ad assumere un aspetto tortuoso,<br />

più o meno visibile rappresenta la<br />

complicanza <strong>del</strong>l’IVC, tale condizione si<br />

forma in seguito alla dilatazione <strong>del</strong>la parete<br />

venosa che impedisce il corretto funzionamento<br />

<strong>del</strong>le valvole. I fattori di rischio<br />

per lo sviluppo di queste alterazioni comprendono:<br />

l’età, un’occupazione che richieda<br />

parecchio tempo in piedi, l’obesità,<br />

il numero di gravidanze. Una vera e propria<br />

ereditarietà non è stata dimostrata<br />

scientificamente, ma una predisposizione<br />

familiare è evidente. 5<br />

Sintomi<br />

stanchezza, gonfiore, calore, prurito,<br />

formicolii, dolore, crampi<br />

Cosa insegnare al paziente<br />

La prolungata stazione eretta e la sedentarietà<br />

andrebbero evitate. Per chi lavora<br />

seduto, appoggiare le gambe su uno<br />

sgabello alto circa 20 cm aiuta il ritorno venoso,<br />

così come sollevarle durante il riposo<br />

notturno.<br />

Lo sport attiva la pompa muscolare e<br />

previene l’eccesso di peso, che affatica il<br />

cuore e le gambe.<br />

Un’alimentazione ricca di frutta e verdura,<br />

oltre a favorire il controllo <strong>del</strong> peso corporeo,<br />

fornisce le vitamine ad azione an-<br />

tiossidante che preservano l’integrità dei<br />

vasi.<br />

Occorre limitare il sale, gli alcolici, i caffè<br />

e smettere di fumare.<br />

Il calore dilata i vasi, perciò è meglio<br />

evitare le fonti dirette di calore ed i bagni<br />

caldi.<br />

Terapia<br />

La terapia medica, adatta alle fasi iniziali<br />

<strong>del</strong>la malattia, si avvale di calze elastiche<br />

e di farmaci vasoprotettori a base di sostanze<br />

naturali o di sintesi (bioflavonoidi),<br />

anche detti flebotonici perché rinforzano la<br />

parete <strong>del</strong>le vene<br />

Intervento chirurgico tradizionale (stripping)<br />

La scleroterapia si esegue iniettando<br />

nella vena dilatata una sostanza irritante<br />

che, provocando una reazione infiammatoria,<br />

ne determina la chiusura.<br />

Procedura che conservano la safena, la<br />

cosiddetta CHIVA (corretion haemodinamique<br />

insuffisance veineuse ambulatoire). 5<br />

Tromboflebite<br />

Infiammazione di una vena varicosa superficiale<br />

accompagnata dalla formazionetrombo<br />

all’interno e da un rigonfiamento<br />

ed arrossamento doloroso <strong>del</strong>la cute.In<br />

genere la malattia è dolorosa ma non grave<br />

e non causa conseguenze importanti,<br />

soprattutto non causa embolia polmonare.<br />

Camminando, il dolore si accentua, ma<br />

non c’è un gonfiore generalizzato, a meno<br />

che non sia interessata la circolazione profonda.<br />

Il trattamento <strong>del</strong>la tromboflebite superficiale<br />

è semplice qualunque ne sia la causa.<br />

Il presidio fondamentale è la compressione,<br />

inizialmente eseguita mediante fasciatura<br />

a permanenza durante la fase di<br />

dolore, infiammazione e gonfiore, poi continuata<br />

con calze elastiche di compressione<br />

adeguata, da portare fino a guarigione<br />

<strong>del</strong> processo se è previsto l’intervento correttivo<br />

<strong>del</strong>le varici.<br />

In caso contrario le calze dovrebbero<br />

essere portate per sempre, allo scopo di<br />

evitare la recidiva <strong>del</strong>la flebite. 5<br />

Trombosi venosa profonda (TVP)<br />

Si presenta con la formazione di un<br />

trombo all’interno di una vena profonda.<br />

Le TVP possono dare luogo precocemente<br />

ad eventi gravissimi, anche fatali (Embolia<br />

polmonare) e, nel tempo, ad insufficienza<br />

venosa cronica. La Trombosi Venosa<br />

Profonda è dovuta alla formazione di un<br />

coagulo di sangue (trombo) in una vena<br />

<strong>del</strong> sistema profondo. Il coagulo occlude<br />

la vena <strong>del</strong> tutto o in parte e provoca un<br />

ostacolo alla normale circolazione venosa,<br />

con conseguente, aumento <strong>del</strong>la pressione<br />

venosa <strong>del</strong>la zona interessata, dolore<br />

per il processo ostruttivo che ne conse-<br />

gue, gonfiore legato all’edema da stasi.<br />

Inoltre in alcuni casi vi può essere aumento<br />

di temperatura <strong>del</strong>la gamba, cianosi cutanea<br />

e vene superficiali più visibili.<br />

Alcune <strong>del</strong>le cause che favoriscono<br />

la formazione di una TVP sono<br />

- insufficienza cardiaca<br />

- degenza a letto per lungo tempo<br />

- ingessatura o blocco prolungato di un arto<br />

- età avanzata con sedentarietà<br />

- traumi, fratture, ustioni estese<br />

- gravidanza al III trimestre e post parto<br />

- difetti <strong>del</strong>la coagulazione<br />

- malattie <strong>del</strong> sangue (policitemia) 6<br />

Cosa insegnare al paziente<br />

Esistono dei farmaci ad effetto antitrombogeno,<br />

derivati dall’eparina (eparine a<br />

basso peso molecolare), che possono essere<br />

iniettati giornalmente sotto la pelle. Si<br />

tratta di piccole siringhe già preparate, facili<br />

da utilizzare anche da parte <strong>del</strong> paziente<br />

stesso. Questo trattamento preventivo<br />

non è particolarmente rischioso e può essere<br />

eseguito a domicilio senza controlli<br />

indaginosi, pur sempre sotto controllo <strong>del</strong><br />

medico curante.<br />

Nei pazienti che devono essere sottoposti<br />

a chirurgia a rischio la prevenzione<br />

(profilassi) viene iniziata 12 ore prima <strong>del</strong>l’intervento<br />

e continuata al bisogno. In certe<br />

situazioni in cui il rischio è legato a malattie<br />

che durano nel tempo, la profilassi<br />

può essere di lunga durata (anche per tutta<br />

la vita).<br />

In questi casi può essere più comodo<br />

usare degli anticoagulanti da assumere<br />

per orale Questo stesso tipo di trattamento<br />

viene indicato nei casi di tendenza, nel<br />

tempo, alla recidiva <strong>del</strong>la TVP.<br />

La prevenzione con i farmaci può essere<br />

utilmente associata ad una prevenzione<br />

con mezzi fisici, soprattutto per i pazienti<br />

obbligati a letto per molti giorni o sottoposti<br />

ad intervento chirurgico. Per questo si<br />

usano le calze “antitrombo”, create appositamente<br />

per essere portate al letto.<br />

Una volta che la TVP si è instaurata o ce<br />

n’è il forte sospetto, è necessario provvedere<br />

ad una terapia anticoagulante. Scopo<br />

di questa terapia è di evitare che la trombosi<br />

si estenda ad altri tratti di vena e che<br />

avvenga una embolia polmonare, e di ottenere<br />

che siano ridotti al minimo i danni alle<br />

valvole ed alle vene.<br />

Come per la prevenzione anche per la<br />

cura, la compressione elastica svolge un<br />

ruolo molto importante per l’eliminazione<br />

<strong>del</strong>l’edema e <strong>del</strong> dolore. Inoltre aumenta il<br />

flusso <strong>del</strong>le vene profonde ed aiuta la fissazione<br />

<strong>del</strong> trombo alla parete, evitando la<br />

partenza di emboli.<br />

Linfedema<br />

Si può definire come un anomalo accumulo<br />

di liquido linfatico ed edema sottocu-


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

taneo causato da: ostruzione, distruzione<br />

o ipoplasia dei vasi linfatici. Il sistema linfatico<br />

è un sistema circolatorio che svolge<br />

l’attività di rimozione dai tessuti di liquidi e<br />

sostanze tossiche che filtrano dai capillari<br />

sanguigni.<br />

La diagnosi é essenzialmente clinica, e<br />

deve portare ad una distinzione tra il linfedema<br />

e l’edema legato ad una stasi di origine<br />

venosa (varici, sindromi post trombotiche),<br />

che spesso si associano.<br />

Non va confuso con tutti quegli edemi<br />

che possono derivare da deficit posturali<br />

<strong>del</strong> piede (piattismo, alluce valgo) e che<br />

sono espressione di una insufficiente<br />

pompa muscolare.<br />

Anche gli edemi di origine cardiaca, renale,<br />

proteica devono essere esclusi. Di<br />

norma la terapia consiste in tutti quegli accorgimenti<br />

utili per ridurre l’edema; quindi<br />

la pressoterapia, il linfodrenaggio, il bendaggio,<br />

una dieta appropriata. Al fine di<br />

mantenere i risultati ottenuti e conservare<br />

gli arti sgonfi si devono utilizzare i tutori<br />

elasto-compressivi. La terapia migliore rimane<br />

però la prevenzione, indicata soprattutto<br />

per quei pazienti con famigliarità positiva<br />

per il linfedema. 7<br />

Note di segreteria<br />

Lesioni vascolari<br />

Oggi le ulcere croniche <strong>del</strong>l’arto inferiore<br />

colpiscono circa l’1% <strong>del</strong>la popolazione<br />

adulta. Questo problema trova un forte<br />

ruolo educativo nella figura <strong>del</strong>l’infermiere,<br />

sia per quanto concerne la fase preventiva<br />

che quella terapeutica. La complessità e la<br />

varietà <strong>del</strong>l’argomento non permette di essere<br />

esplicato in un breve trattato. Ci proponiamo<br />

pertanto di trattare in modo<br />

esaustivo il capitolo <strong>del</strong>le lesioni vascolari<br />

in un prossimo lavoro.<br />

CONCLUSIONI<br />

La diffusione e la frequenza <strong>del</strong>le patologie<br />

vascolari, l’impatto socio-economico,<br />

i limiti <strong>del</strong>la prevenzione anche per i<br />

moderni stili di vita, l’allungamento <strong>del</strong>l’età<br />

media, la mancanza di farmaci e presidi,<br />

ad eccezione di quelli sintomatici, e l’incapacità<br />

di risolvere in modo definitivo le<br />

cause <strong>del</strong>l’evoluzione di tali patologie ci<br />

costringono come professionisti <strong>del</strong>la salute<br />

ad intervenire in modo sempre più<br />

preciso e puntuale nei processi terapeutici<br />

e diagnostici, ad acquisire sempre più nozioni<br />

offerte dalla ricerca scientifica, ad essere<br />

un punto di riferimento per i pazienti<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la prevenzione.<br />

Gli orari di apertura al pubblico sono i seguenti:<br />

Lunedì e Giovedì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00<br />

Martedì, Mercoledì e Venerdì Mercoledì chiusura totale<br />

Posta Elettronica Certificata: ipasvi.pavia@pec.it<br />

Qualora un iscritto cambi indirizzo, recapiti telefonici, posto di lavoro<br />

o consegua dei titoli accademici, deve segnalarlo in segreteria per<br />

l’aggiornamento <strong>del</strong>l’Albo professionale di appartenenza. La comunicazione<br />

può essere inviata tramite via fax, e-mail, posta tradizionale,<br />

oppure personalmente in <strong>Collegio</strong> compilando l’apposito modulo.<br />

Ricordarsi di far pervenire in <strong>Collegio</strong>, di volta in volta, copia dei crediti<br />

formativi ECM inerenti i corsi di aggiornamento effettuati per<br />

l’aggiornamento <strong>del</strong>la banca dati<br />

I certificati d’iscrizione possono essere prenotati anche telefonicamente.<br />

Il ritiro può essere direttamente o effettuato da una terza persona<br />

debitamente <strong>del</strong>egata, anche concordando, con l’impiegata, il<br />

giorno <strong>del</strong> ritiro<br />

Si rammenta che la tessera personale è il documento di riconoscimento<br />

<strong>del</strong> professionista. La tessera viene preparata dopo lo svolgimento<br />

<strong>del</strong>le procedure di iscrizione e può essere ritirata presso la segreteria<br />

<strong>del</strong> <strong>Collegio</strong>.<br />

Bibliografia e Sitorafia<br />

Gli autori<br />

* Coordinatore<br />

Cardiologia Riabilitativa 2<br />

FSM Montescano<br />

Redattore Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

** Infermiere<br />

Cardiologia Riabilitativa 2<br />

FSM Montescano<br />

23 PAGINA<br />

1 <strong>Collegio</strong> italiano flebologia, Acta phlebologica,<br />

Linee guida 2003, volume 4,<br />

numero 1-2, 2003<br />

2 100 risposte sulle malattie <strong>del</strong>le vene,<br />

www.medinews.it/bin/12_100_risposte<br />

_sulle_malattie_<strong>del</strong>le_vene.doc<br />

3 Calatroni K, Contenzione elastica e<br />

bendaggio elastocompressivo in flebo<br />

linfologia, Fondazione maugeri 2006<br />

4 Che cos’è la trombosi venosa profonda,<br />

www.circolazionevenosa.it/art.asp?id<br />

=679<br />

5 Manenti MG, L’abc <strong>del</strong>le vasculopatie<br />

degli arti inferiori 2005-2006: 28-31<br />

6 Guida per la diagnosi e il trattamento<br />

<strong>del</strong>la trombosi venosa profonda in medicina<br />

generale,<br />

www.siset.org/lineeguida/all_pdf/TVP<br />

guida.pdf<br />

7 Prevenzione, Linee guida <strong>del</strong> collegio<br />

italiano flebologia,<br />

www.linfedema.org/default.asp?page_<br />

name=default_lista_articoli.asp&cat_i<br />

d=87


24 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

* Annamaria Tanzi<br />

LA SANITÀ CHE OFFRIAMO,<br />

LA SANITÀ CHE VORREMMO<br />

“ Per noi che prestiamo assistenza infermieristica,<br />

la nostra Assistenza Infermieristica<br />

è qualcosa che, se non contribuiremo<br />

a far progredire ogni anno, ogni mese,<br />

ogni giorno (…..) faremo regredire”.<br />

Florence Nightingale, 1872<br />

Ripartire da Florence è doveroso, quest’anno<br />

ricorrono i 100 anni <strong>del</strong>la sua morte.<br />

La Nightingale era una professionista<br />

imperturbabile e sicura di ciò che faceva<br />

quando prestava assistenza, la “sua” assistenza<br />

quella che ella riteneva giusta e più<br />

opportuna. Unico ideale supremo: servire<br />

il prossimo alleviando sofferenze e studiando<br />

le possibilità di guarigione.<br />

… Così ogni giorno Florence e le sue<br />

infermiere, con estremo rigore, prestavano<br />

instancabilmente il loro servizio.<br />

La relazione con il paziente deve essere<br />

innanzitutto un cammino di educazione<br />

reciproca, verso l’apertura a una vita piena<br />

e condivisa. È una sintesi <strong>del</strong> contributo<br />

<strong>del</strong> Monsignor Giovanni Giudici Vescovo<br />

di <strong>Pavia</strong> in apertura <strong>del</strong> Convegno organizzato<br />

dal <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> <strong>del</strong>la provincia di<br />

<strong>Pavia</strong> per analizzare punti di forza e criticità<br />

<strong>del</strong> presente e prospettive future <strong>del</strong>la<br />

formazione e professione infermieristica in<br />

Italia. Il punto di vista spirituale sposa la<br />

concezione che proprio Florence Nightingale<br />

aveva <strong>del</strong>l’assistenza: un’arte che richiede<br />

una devozione totale ed una dura<br />

preparazione, come per qualunque opera<br />

di pittore o scultore; con la differenza che<br />

non si ha a che fare con una tela o un gelido<br />

marmo, ma con il corpo umano il tempio<br />

<strong>del</strong>lo spirito di Dio.<br />

“È una <strong>del</strong>le Belle Arti. Anzi, la più bella<br />

<strong>del</strong>le Arti Belle”<br />

E un bel segnale è stata la partecipazione<br />

numerosa degli infermieri presenti il 6<br />

Marzo u.s. al Convegno organizzato dall’<strong>IPASVI</strong><br />

<strong>del</strong>la Provincia di <strong>Pavia</strong>: “La Sanità<br />

che offriamo, la Sanità che vorremmo”,<br />

una importante occasione formativa e informativa<br />

per la ricchezza di relatori intervenuti<br />

e la qualità dei temi trattati.<br />

Questo convegno ha voluto fare il punto<br />

su ciò che la Sanità offre e sugli impegni<br />

che intende assumersi nel prossimo futuro<br />

partendo dall’analisi <strong>del</strong>la la rete dei servizi<br />

socio-sanitari per studiarne i nodi, le sue<br />

connessioni e l’ampiezza <strong>del</strong>le maglie che<br />

si vengono a creare.<br />

Sono intervenuti in merito le autorità in-<br />

vitate: il Sindaco di <strong>Pavia</strong> Alessandro Cattaneo<br />

che ha individuato <strong>Pavia</strong> come “città<br />

<strong>del</strong>la salute” garantendo il massimo impegno<br />

a rafforzare e consolidare questa<br />

connotazione; il Presidente <strong>del</strong>la Provincia<br />

Vittorio Poma che ha scelto di invitare gli<br />

operatori sanitari ad una sempre maggiore<br />

professionalità proprio in virtù <strong>del</strong> fatto<br />

che sono gli operatori a scendere in campo<br />

e in prima linea e che, solo gli operatori,<br />

possono realmente cogliere i segnali<br />

<strong>del</strong> territorio, <strong>del</strong>l’utenza e gli inevitabili ma<br />

importanti cambiamenti. Infine, l’onorevole<br />

Giancarlo Abelli, citando la Legge Regionale<br />

11 luglio 1997 n. 31 (Introduzione <strong>del</strong><br />

principio di “libera scelta <strong>del</strong> cittadino”<br />

competizione tra strutture accreditate sia<br />

pubbliche che private), ammette che il riconoscimento<br />

<strong>del</strong>la professione infermieristica<br />

è in grave ritardo.<br />

È impercepibile che l’attuale scenario<br />

socio-sanitario, mostra particolare attenzione<br />

al rinnovamento <strong>del</strong>le fondamenta di<br />

una politica che ha caratterizzato la vita<br />

<strong>del</strong>le comunità professionali fino al secolo<br />

scorso.<br />

In particolar modo, le professioni assistenziali<br />

da tempo ricercano forme di ristrutturazione<br />

e ricollocazione per continuare<br />

a garantire livelli di produttività e sviluppo<br />

di assistenza di qualità.<br />

Le istituzioni discutono a loro volta su<br />

come ammodernare i sistemi di welfare di<br />

fronte alle nuove sfide legate ai cambiamenti<br />

demografici, sociali e culturali <strong>del</strong><br />

Paese.<br />

Tra le autorità, una voce autorevole<br />

quella <strong>del</strong> Prof. Gabriele Pelissero (Presidente<br />

<strong>del</strong> Corso di Laurea Scienze Infermieristiche<br />

<strong>del</strong>l’Università degli Studi di<br />

<strong>Pavia</strong>) che con un intervento forte, preoccupante<br />

ma di tutto rispetto, ha affermato


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

che la formazione universitaria risulta ancora<br />

deficitaria perché manca un corpo<br />

docenti adeguato, perché mancano le risorse<br />

per il corretto sviluppo dei corsi di<br />

formazione infermieristici da quello triennale<br />

di base alla laurea magistrale, ai percorsi<br />

master di primo e secondo livello sino<br />

al dottorato di ricerca. E non da ultimo,<br />

il vero anello mancante: la spendibilità <strong>del</strong>le<br />

competenze acquisite. Questo fondamentalmente<br />

è stato il tema centrale di tutto<br />

il convegno emerso in tutte le relazioni<br />

presentate ed evidenziato con vigore e tutto<br />

d’un fiato, a braccio, dalla Presidente<br />

<strong>del</strong>la Federazione Nazionale Collegi IPA-<br />

SVI Annalisa Silvestro. Ritornando al Prof.<br />

Pelissero, lui stesso fa osservare che dopo<br />

tanti sforzi, l’Università soltanto lo scorso<br />

anno, ha festeggiato la prima figura di ruolo<br />

Med 45 nel proprio organico di laurea. E<br />

in conclusione, ha ribadito l’importanza<br />

<strong>del</strong>la ricerca infermieristica universitaria<br />

con la reale possibilità di declinarla nei<br />

luoghi dove la professione è esercitata.<br />

Proprio in apertura <strong>del</strong>la prima sessione:<br />

“La Sanità che offriamo”, Pasqualino<br />

D’Aloia 1 , Presidente <strong>del</strong>l’Accademia Scienze<br />

Infermieristiche ha focalizzato l’attenzione<br />

sul comparto sanità, i cui addetti rappresentano<br />

ben il 6% <strong>del</strong>la popolazione<br />

occupata, chiedendo che in virtù di questi<br />

numeri, lo stesso comparto meriti la massima<br />

attenzione nelle politiche economiche<br />

ed amministrative.<br />

D’Aloia fa osservare quanto il divario<br />

esistente tra le regioni italiane nell’amministrazione<br />

e nella concezione <strong>del</strong>la sanità<br />

(22 sistemi sanitari regionali diversi) vada<br />

a detrimento <strong>del</strong>le risposte ai bisogni <strong>del</strong>la<br />

popolazione. La crisi economica ed il federalismo<br />

attuali, un PIL moribondo, non<br />

possono che far risaltare alcune importanti<br />

criticità:<br />

Riduzione <strong>del</strong>la risposta ai bisogni dei<br />

cittadini<br />

• Caduta <strong>del</strong>la qualità<br />

• Riduzione <strong>del</strong>le prestazioni<br />

• Riduzione degli investimenti<br />

• Riduzione <strong>del</strong>la ricerca scientifica<br />

• Peggioramento <strong>del</strong>le retribuzioni.<br />

L’attuale sistema economico-sanitario<br />

si basa sul principio <strong>del</strong>lo sviluppo illimitato<br />

<strong>del</strong>le società, che ritiene le risorse umane,<br />

economiche-finanziarie e materiali inesauribili.<br />

Questo principio ha ridotto la responsabilità<br />

verso l’efficienza e tale situazione<br />

non premia la professione infermieristica<br />

nel percorso formativo conosciuto.<br />

D’Aloia, ha concluso l’intervento con<br />

quelli che dovrebbero diventare dei punti<br />

di forza da cui non si può prescindere se si<br />

deve credere in una ripresa …<br />

• Coinvolgimento dei cittadini nelle scelte<br />

di politica sanitaria<br />

• Valorizzazione <strong>del</strong> capitale umano<br />

• Utilizzo corretto <strong>del</strong>le risorse<br />

• Investimento sulla formazione<br />

• Integrazione tra le diverse figure professionali<br />

• Riduzione dei conflitti sulle competenze<br />

professionali.<br />

Bisogna rimettere al suo posto “La Responsabilità”<br />

… e detronizzare il “potere”.<br />

“… Gli uomini hanno dimenticato questa<br />

verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu<br />

diventi responsabile per sempre di quello<br />

che hai addomesticato. Tu sei responsabile<br />

<strong>del</strong>la tua rosa …”.<br />

“Io sono responsabile <strong>del</strong>la mia rosa …”<br />

ripetè il piccolo principe per ricordarselo.<br />

Antoine De Saint –Exupèry<br />

Emerge come si può notare, la necessita<br />

di poter avere un confronto sincero e<br />

aperto tra politica, professioni e cittadinanza<br />

per promuovere programmi e forme di<br />

impegno in risposta alle necessità di una<br />

popolazione sempre più consapevole dei<br />

propri diritti.<br />

E a tal proposito, tra i relatori, a rappresentare<br />

i cittadini, il Cav. Giuseppe Tallarico<br />

2 Coordinatore <strong>del</strong>la ONLUS CittadinanzaAttiva<br />

che in modo risoluto ha presentato<br />

dati Dati <strong>del</strong> XII Rapporto Pit Salute<br />

2008 provenienti dal territorio lombardo<br />

nel 2008 di uno studio intitolato: Cittadini al<br />

primo posto - Per una sanità più umana ed<br />

accessibile.<br />

Questa risposta dei cittadini non è da<br />

sottovalutare, riguarda la sanità lombarda,<br />

sicuramente all’avanguardia ed eccelente<br />

in molti ambiti <strong>del</strong>la cura e <strong>del</strong>l’assistenza<br />

ma non per questo salva per esempio in<br />

25 PAGINA<br />

termini di malpractice, liste di attesa lunghe,<br />

malessere dei e nei cittadini dovuto<br />

alla carenza di informazioni e comportamenti<br />

non adeguati (freddezza nei modi,<br />

mancanza di garbo) da parte di medici, infermieri<br />

e altri operatori socio-sanitari e<br />

amministrativi (6.5 %).<br />

I risultati mostrano percentuali preoccupanti:<br />

anche la Lombardia, come altre regioni<br />

<strong>del</strong> nord, registra la malpractice al<br />

primo posto (19%). Le liste d’attesa sono<br />

al secondo (8 %) e, al terzo, si assesta la<br />

medicina d’urgenza (emergenza e pronto<br />

soccorso).<br />

I segnali <strong>del</strong> territorio, in particolar modo<br />

quelli legati ai comportamenti degli<br />

operatori e agli errori, sono stati attentamente<br />

valutati e laddove non sono state<br />

ravvisate responsabilità a carico <strong>del</strong> sistema<br />

sanitario in generale, non sono stati<br />

presi in considerazione. Tallarico ha fatto<br />

così rilevare l’accuratezza e l’onestà intellettuale<br />

nella lettura <strong>del</strong>le medesime segnalazioni.<br />

Tuttavia, alla luce <strong>del</strong>le 1.200<br />

segnalazioni giunte a CittadinanzAttiva nel<br />

2008, emerge sempre con più forza che:<br />

la sicurezza in sanità è sempre più legata<br />

ai comportamenti degli operatori sanitari.<br />

E, uno dei requisiti principali è sempre<br />

comunicare bene! Chiamati in causa in<br />

primis, i medici di medicina generale, fulcri<br />

“assenti” <strong>del</strong>la presa in carico dei pazienti;<br />

le aziende sanitarie che utilizzano un linguaggio<br />

strettamente tecnico e spesso<br />

non immediatamente fruibile dal cittadino<br />

che dovrebbe invece essere incoraggiato<br />

a segnalare le problematicità, le disfunzioni<br />

perché la segnalazione deve essere<br />

considerata una “risorsa” non una fastidiosa<br />

ingerenza degli utenti.<br />

Tallarico fa presente che il sistema sanitario<br />

in Italia è troppo frammentato e frammentata<br />

risulta la risposta ai bisogni degli<br />

utenti che genera progressivi sentimenti di<br />

insoddisfazione.<br />

Un sistema che non riesce a governare<br />

i comportamenti, i rischi sanitari e a non<br />

proteggere le persone deboli, avrebbe il<br />

dovere di mettersi in discussione e pensare<br />

politiche più dignitose e garanti <strong>del</strong> diritto<br />

alla salute per tutti (ivi compreso gli immigrati).<br />

Aver dunque sempre presente<br />

che la salute è infatti il risultato di una serie<br />

di fattori di vario tipo: genetici, personali,<br />

sociali, culturali, ambientali. Nelle conclusioni<br />

Tallarico rinforza la convinzione<br />

che: “I cittadini devono essere messi al primo<br />

posto se vogliamo realizzare una sanità<br />

più umana ed accessibile” e questo sarà<br />

possibile solo se ci sarà una autentica<br />

intenzione di ricostruire la fiducia tra operatori<br />

sanitari e pazienti; una vera riforma<br />

dei Livelli Essenziali di Assistenza (cosiddetti<br />

LEA) che rappresentano il “portafo-


26 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

glio” di garanzia, minimo, di prestazioni e<br />

cure da garantire al cittadino ammalato<br />

che è in troppi casi svilito da una politica<br />

troppo attenta ai costi e poco ai controlli<br />

ed alla effettiva tutela <strong>del</strong>la salute e alla<br />

efficienza <strong>del</strong> sistema sanitario; il superamento<br />

<strong>del</strong>l’asimmetria informativa<br />

per porre il paziente in una posizione di<br />

pari dignità rispetto a quella degli operatori<br />

sanitari.<br />

Rilevante anche l’intervento e relazione<br />

di Pinuccia Balzamo 3 , Presidente <strong>del</strong> Centro<br />

Servizi Volontariato (CSV) di <strong>Pavia</strong>, che<br />

con i numeri alla mano sulle organizzazioni<br />

di volontariato attive in Lombardia, ha<br />

fatto notare che si tratta di numeri importanti<br />

che fanno <strong>del</strong> volontariato organizzato<br />

un soggetto sociale che non può essere<br />

sottovalutato. La visione nell’immaginario<br />

culturale collettivo tende invece a connotare<br />

questa significativa realtà, come<br />

l’anima buonista di una società votata al<br />

più sfrenato individualismo e deresponsabilizzazione<br />

(n.d.a.).<br />

Il volontariato non è “uno strumento”<br />

per sopperire a carenze e vuoti, oggi sempre<br />

più vistosi, nei servizi alle persone, alle<br />

famiglie, alle fasce deboli e marginali<br />

<strong>del</strong>la società. Il volontariato, ed il nuovo<br />

welfare, offrono, secondo Balzamo, spunti,<br />

idee e numeri per rispondere a ragioni<br />

vedute a queste due “tentazioni”.<br />

Nelle parole <strong>del</strong>la Presidente <strong>del</strong> CSV risaltano<br />

amarezza, ma anche ferme convinzioni<br />

che il volontariato meriti riconoscimento<br />

e valorizzazione in una società come<br />

la nostra, che sta vivendo tumultuose<br />

trasformazioni da un lato e opportunità in-<br />

negabili dall’altro che rispettivamente sviliscono<br />

valori morali ed etici fondamentali e<br />

verosimilmente li riportano in vita.<br />

Parallelamente ad una società che muta,<br />

la malattia anch’essa muta e nuove malattie<br />

spiazzano le tradizionali categorie<br />

con cui il sistema di welfare ha avvicinato<br />

per decenni i problemi <strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>le<br />

famiglie (e che proprio per questo diventano<br />

“invisibili” per la Pubblica Amministrazione).<br />

Nuovi disagi corrispondono a nuovi bisogni<br />

e se non si è attrezzati, facilmente<br />

questi bisogni saranno messi sempre più<br />

da parte e la cittadinanza più colpità resta<br />

il “ceto medio impoverito”.<br />

In questa situazione diventa ancora più<br />

importante che istituzioni pubbliche, volontariato<br />

e Terzo Settore, si riconoscano reciprocamente<br />

come partner di un disegno<br />

strategico in cui tutti gli attori operino <strong>del</strong>le<br />

rinunce in vista di un risultato comune.<br />

I contributi concreti e attuativi più importanti<br />

che il mondo <strong>del</strong> non profit potrebbe<br />

portare nella programmazione socio<br />

sanitaria sono:<br />

• Stimolare una programmazione locale<br />

capace di esprimere chiaramente le<br />

priorità sociali<br />

• Promuovere una programmazione basata<br />

su obiettivi e target quantificati ex<br />

ante, realistici, misurabili e verificabili<br />

• Chiedere che il processo di governante<br />

istituzionale comprenda l’intero ciclo <strong>del</strong><br />

governo, dalla programmazione al controllo<br />

fino alla valutazione finale<br />

• Il Terzo Settore, consapevole, <strong>del</strong>la limitatezza<br />

<strong>del</strong>le risorse, deve saper propor-<br />

re tempi e modi di lavoro capaci di coniugare<br />

la rappresentanza e la concertazione,<br />

con l’efficacia dei processi decisionali<br />

Cristina Arrigoni 4 ricercatore MED 45<br />

<strong>del</strong>l’Università degli Studi di <strong>Pavia</strong>, ha <strong>del</strong>ineato<br />

tutto il percorso noto tra passato e<br />

presente <strong>del</strong>la formazione infermieristica e<br />

si è spinta nel futuro, con le seguenti considerazioni<br />

sulla base di MED/45-orientamenti<br />

<strong>del</strong> core curriculum:<br />

• Centralità <strong>del</strong>la clinica nella formazione<br />

di base e specialistica <strong>del</strong>lo studente infermiere<br />

• Riorientare i percorsi di apprendimento<br />

verso una crescente attenzione allo sviluppo<br />

<strong>del</strong>la funzione educativa <strong>del</strong>l’assistenza<br />

infermieristica<br />

• Ricerca (declinata nella pratica).<br />

La successiva relazione <strong>del</strong> Prof. Ricevuti<br />

5 <strong>del</strong>l’Università degli Studi di <strong>Pavia</strong> è<br />

stata interamente dedicata all’interazione<br />

con il soggetto fragile, in particolare la persona<br />

anziana, e il processo di invecchiamento<br />

che porta con sé bisogni a crescente<br />

livello di complessità.


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

È stata sintetizzata con questa slide la condizione <strong>del</strong>l’anziano<br />

Ricevuti torna al concetto di responsabilità<br />

e introduce il termine accountability<br />

che rimanda all’assunzione di responsabilità<br />

e <strong>del</strong> dovere di rendere conto ad altri<br />

(cultura <strong>del</strong>la organizzazione e <strong>del</strong> monitoraggio<br />

<strong>del</strong>l’attività). Di fronte all’anziano<br />

fragile di cui il Prof. Ricevuti ha offerto ai<br />

presenti una puntuale e precisa descrizione<br />

di una condizione precaria sul piano fisico,<br />

psichico, sociale e spirituale, le ricadute<br />

sulla persona/paziente, sui carers,<br />

sulla comunità, possono essere gravosi se<br />

non si attua una presa in carico multidimensionale<br />

per una cura e assistenza intesa<br />

a più livelli <strong>del</strong>la vita.<br />

Con ottima chiarezza espositiva, il Prof.<br />

Ricevuti, ci ha introdotti nel mondo <strong>del</strong>la vita<br />

<strong>del</strong>l’anziano fragile e nella possibilità di<br />

implementare un piano di cura e assistenza<br />

accurato ed appropriato in cui devono<br />

poter agire diverse figure professionali<br />

(medico, infermiere, assistente sociale in<br />

prmis), ognuna con proprie specifiche<br />

competenze formate, acquisite sul campo,<br />

perfezionate con la conoscenza,<br />

completate con corsi specifici. Ma non<br />

bastano le competenze, è necessaria an-<br />

che la sensibilità per agire una relazione<br />

d’aiuto cioè una relazione umana.<br />

Per questo, ha concluso Ricevuti, la<br />

formazione infermieristica in area geriatrica<br />

non può concludersi con formazione<br />

di primo livello, ma ha bisogno di svilupparsi<br />

ed adeguarsi alle necessità <strong>del</strong>la<br />

popolazione anziana, attraverso corsi universitari<br />

post-base.<br />

Giuseppina Pontello 6 , responsabile SI-<br />

TRA per l’Azienda Ospedaliera di <strong>Pavia</strong> inviata<br />

al convegno dalla Direzione Generale,<br />

nello spazio riservato ai Servizi sociosanitari<br />

nella provincia di <strong>Pavia</strong> ha presentato<br />

il sistema aziendale, il SITRA e la sua<br />

articolazione organizzativa in tutta la provincia<br />

(territorio pavese, polo Lomellina,<br />

polo Oltrepo) nelle diverse aree di attività<br />

Riabilitazione - Area Tecnico Sanitaria -<br />

Area Specialistica Poliambulatoriale,di Salute<br />

Mentale e recentemente <strong>del</strong>la Sanità<br />

Penitenziaria. Sul piano degli Obiettivi qualitativi<br />

perseguiti nel triennio 2007/09 dal<br />

SITRA, Pontello citando Silvestro (2008),<br />

evidenzia il passaggio ad una organizzazione<br />

ospedaliera per complessità assistenziale<br />

che si concretizza “…dal curare<br />

27 PAGINA<br />

la malattia a farsi carico <strong>del</strong> malato…”. È<br />

l’assunzione di questo mo<strong>del</strong>lo che segna<br />

il passaggio ad una cultura dipartimentale<br />

e ad una cultura basata sui risultati. L’obbligo<br />

<strong>del</strong> “dar conto” implica necessariamente<br />

l’assegnazione di responsabilità<br />

specifiche per ogni professionista <strong>del</strong>la salute,<br />

conduce inevitabilmente alla valorizzazione<br />

<strong>del</strong>le capacità professionali, reca<br />

in essere la partecipazione alle decisioni.<br />

Nella sessione pomeridiana, il primo intervento<br />

è stato affidato a Beatrice Mazzoleni<br />

7 , coordinatrice <strong>del</strong> coordinamento dei<br />

collegi <strong>IPASVI</strong> <strong>del</strong>la Lombardia, che ha<br />

correlato le trasformazioni <strong>del</strong> sistema sanitario<br />

con i mutamenti <strong>del</strong>la società ed i<br />

progressi tecnologici e scientifici. È stato<br />

evidenziato il quadro epidemiologico e di<br />

contesto che vede una evoluzione dei bisogni<br />

assistenziali e l’incidenza dei problemi<br />

di salute verso malattie altamente<br />

invalidanti (ad alto rischio di exitus) che<br />

comportano aumenti in termini economici<br />

per cui la spesa sanitaria è progressivamente<br />

aumentata.<br />

I numeri presentati comprendono il periodo<br />

2003 - 2009. È preoccupante osser-


28 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

vare come questa spesa sia “spesa” per le<br />

cure ospedaliere e l’assistenza distrettuale<br />

in misura percentuale maggiore mentre,<br />

solo una piccola fetta il 5% riguarda la<br />

“Prevenzione”. Anche Mazzoleni invita a riflettere<br />

sul processo federalista sanitario<br />

ormai acquisito e che pur lascia problemi<br />

irrisolti rispetto al principio <strong>del</strong>l’equità.<br />

Mazzoleni si riferisce all’equivalenza tra le<br />

regioni in Italia e pone come rischio reale<br />

un’accentuazione degli squilibri esistenti<br />

tra i diversi sistemi regionali e differenti opportunità<br />

per i cittadini e gli operatori. Ha<br />

fatto seguito un monito:<br />

Non devono esistere diseguali distri-<br />

buzioni di personale e tecnologie, inadeguatezza<br />

dei trasporti, barriere fisiche,<br />

linguistiche, culturali, sociali<br />

Ruolo <strong>del</strong>la professione infermieristica<br />

nel processo <strong>del</strong> federalismo in sanità, ha<br />

affermato Mazzoleni concludendo, rimanda<br />

alla responsabilizzazione dei soggetti<br />

di governo decentrati a:<br />

• Adottare mo<strong>del</strong>li di federalismo fondati<br />

sui principi di solidarietà, universalità ed<br />

accessibilità dei servizi sanitari<br />

• Prevedere il contributo degli infermieri<br />

per la definizione dei L.E.A. evidenziando<br />

a livello regionale la necessità <strong>del</strong>l’analisi<br />

dei bisogni prioritari di assisten-<br />

za sanitaria <strong>del</strong>la popolazione<br />

• Consentire che le prestazioni siano erogate<br />

in condizioni organizzative tali da<br />

garantire l’efficacia e l’appropriatezza<br />

• Garantire agli infermieri la piena attuazione<br />

<strong>del</strong>la direzione, <strong>del</strong>l’organizzazione<br />

e <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong>le attività assistenziali,<br />

in un quadro di equità e valorizzazione<br />

professionale<br />

• Assicurare un quadro unico nazionale<br />

entro cui regolare i contratti collettivi di<br />

lavoro, garantendo un’omogeneità di<br />

trattamento tra chi lavora al Sud e chi al<br />

Nord<br />

I relatori <strong>del</strong>la tavola rotonda: Giovanni


Numero 2/<strong>2010</strong><br />

Belloni (Presidente Ordine dei Medici) e<br />

Annalisa Silvestro hanno avuto l’arduo<br />

mandato di pensare il ruolo futuro <strong>del</strong>le<br />

professioni assistenziali, ruolo chiave<br />

per rispondere ai bisogni dei cittadini<br />

e <strong>del</strong>le istituzioni.<br />

Belloni ha ricordato il ruolo centrale che<br />

dovrebbero avere i medici di medicina generale<br />

(MMG), un ruolo non meno centrale<br />

che deve essere riconosciuto agli infermieri<br />

sul territorio, e qui … ai presenti è ritornato<br />

in mente l’infermiere di famiglia, figura<br />

mai decollata e sempre osteggiata.<br />

Tuttavia Belloni, fa osservare che di fatto<br />

negli studi medici associati è presente la<br />

professione infermieristica che ritiene indispensabile<br />

e non <strong>del</strong>egabile a nessuno.<br />

Annalisa Silvestro, ultimo degli interventi,<br />

ha preso la parola e come anticipato<br />

nelle premesse di questo report, a braccio,<br />

agguerrita ma più che mai determinata ha<br />

iniziato a definire le aziende sanitarie, castelli<br />

feudali con i ponti levatoi non funzionanti,<br />

arroccate in un inutile e distruttivo<br />

isolamento che non consente scambi e<br />

confronto con le altre realtà diverse ma appartenenti<br />

al territorio italiano. Ribadisce la<br />

Silvestro che il confronto arricchisce, offre<br />

una straordinaria opportunità per costruire<br />

sistemi sanitari gradualmente uniformi nell’eccellenza<br />

con ricadute sicuramente positive<br />

anche sul sistema economico.<br />

Silvestro ha fatto inoltre osservare, che<br />

sussistono scollamento e distanza fra la<br />

formazione universitaria offerta ed acquisita<br />

ed il sistema sanitario vigente nel senso<br />

che, non c’è una reale e fattuale spendibi-<br />

Note di segreteria<br />

lità <strong>del</strong>le competenze. Rimanda alla regione<br />

Lombardia che “vanta” (pur non essendo<br />

l’unica regione, ci sono il Veneto, l’Emilia<br />

Romagna e anche realtà sanitarie <strong>del</strong><br />

Sud) una sanità in attivo e di eccellenza, il<br />

compito di fare un passo in avanti ed essere<br />

protagonista nel cambiamento <strong>del</strong>le logiche<br />

nel panorama sanitario nazionale.<br />

Come? Per esempio, conclude Silvestro,<br />

iniziando a valorizzare nei diversi ambiti un<br />

riconoscimento di responsabilità e gestione.<br />

La conclusione di questa giornata forse<br />

era già nel titolo, ed è forse sufficiente<br />

cambiare una affermazione in un interrogativo:<br />

La sanità che offriamo è la sanità che<br />

vorremmo?<br />

Ottimo titolo per un altro convegno …<br />

Le procedure di iscrizione consentono di accettare domande con la semplice<br />

certificazione di conseguimento <strong>del</strong> titolo abilitante. Si rammenta<br />

che ai sensi <strong>del</strong>la normativa vigente è indispensabile consegnare copia<br />

<strong>del</strong> titolo di studio non appena possibile. Chi non avesse ancora provveduto<br />

è invitato a farlo con cortese sollecitudine<br />

Chi fosse interessato a ricevere in via celere comunicazioni importanti,<br />

informazioni utili, novità, date di eventi formativi, può contattare la segreteria<br />

e lasciare un recapito di riferimento che verrà usato come “casella<br />

postale prioritaria”<br />

Chi fosse interessato a collaborare alla redazione <strong>del</strong>la Rivista “Infermiere<br />

a <strong>Pavia</strong>” o chiunque avesse elaborato dei lavori interessanti dal punto<br />

di vista professionale e culturale, può dare comunicazione contattando la<br />

segreteria<br />

Per tutti coloro interessati alla ricerca documentale, si rammenta che il<br />

<strong>Collegio</strong> offre uno spazio biblioteca.<br />

Bibliografia<br />

29 PAGINA<br />

Conclusioni<br />

È stato un evento importante magistralmente<br />

moderato da Enrico Frisone e Duilio<br />

Loi e fortemente sostenuto da tutti i<br />

membri <strong>del</strong> direttivo <strong>IPASVI</strong> <strong>del</strong>la Provincia<br />

di <strong>Pavia</strong> e dalla nostra segretaria Giusy …<br />

ma un buon convegno lo fanno i partecipanti<br />

e per questo rivolgo:<br />

un sentito grazie ai colleghi infermieri<br />

intervenuti numerosi che hanno aderito a<br />

questa iniziativa con autentico interesse,<br />

grazie per la vostra presenza anche all’assemblea<br />

annuale organizzata in coda al<br />

convegno e grazie per gli interventi offerti,<br />

preziosi contributi per chi come me, nel<br />

ruolo di Consigliere <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> Professionale,<br />

desidera essere solo portavoce <strong>del</strong>le<br />

vostre parole e auspica un cambiamento<br />

nel rapporto tra il <strong>Collegio</strong> e la comunità<br />

professionale.<br />

Chi cammina solo può partire oggi,<br />

ma chi viaggia in compagnia deve<br />

attendere finché l’altro non sia pronto.<br />

Henri David Thoreau<br />

Gli Atti <strong>del</strong> convegno sono disponibili<br />

sul sito web <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong>:<br />

www.ipasvipv.it<br />

1 D’Aloia P, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />

che offriamo le sanità che vorremmo 6<br />

Marzo <strong>2010</strong>, La vision <strong>del</strong>le società<br />

scientifiche accademia scienze infermieristiche<br />

2 Tallarico G, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />

che offriamo le sanità che vorremmo<br />

6 Marzo <strong>2010</strong><br />

3 Balzamo P, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />

che offriamo le sanità che vorremmo 6<br />

Marzo <strong>2010</strong>, La vision <strong>del</strong> volontariato<br />

4 Arrigoni C, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />

che offriamo le sanità che vorremmo 6<br />

Marzo <strong>2010</strong>, La vision <strong>del</strong>l’università<br />

5 Ricevuti G, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />

che offriamo le sanità che vorremmo 6<br />

Marzo <strong>2010</strong>, L’interazione con il soggetto<br />

fragile<br />

6 Pontello G, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />

che offriamo le sanità che vorremmo<br />

6 Marzo <strong>2010</strong><br />

7 Mazzoleni B, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />

che offriamo le sanità che vorremmo<br />

6 Marzo <strong>2010</strong>, La vision <strong>del</strong>l’operatore<br />

L’autore<br />

* Infermiera<br />

Comunità Torchietto<br />

Azienda Ospedaliera di <strong>Pavia</strong><br />

Consigliere <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> <strong>Pavia</strong>


30 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />

Silvia Giudici *<br />

L’autore<br />

* Infermiera<br />

Neuroriabilitazione<br />

Fondazione Salvatore Maugeri,<br />

sede di via Boezio - <strong>Pavia</strong><br />

Aggiornamento<br />

IN<br />

LOMBARDIA<br />

ANDATA<br />

DOCUMENTARE PER MIGLIORARE LA<br />

QUALITÀ<br />

Mantova, 3 maggio <strong>2010</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: gratis<br />

tel: 0376204204; fax: 0376204328<br />

info: pol.soc@provincia.mantova.it<br />

4° CONGRESSO NAZIONALE SIVIM<br />

Milano, 5-6-7 maggio <strong>2010</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: gratis<br />

tel: 0382525714; fax: 0382525736<br />

info: fabiana.zuffada@nadirex.com<br />

PREVENIRE E CURARE LE MALATTIE<br />

CARDIOVASCOLARI<br />

Como, 6 e 7 maggio <strong>2010</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 50,00<br />

tel: 031278862; fax: 0313302831<br />

mail: info@comocuore.org<br />

QUANDO L’IMPREVISTO ENTRA NELLA<br />

NOSTRA VITA: IL TRAUMA<br />

Brescia, 6 e 7 maggio <strong>2010</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 200,00<br />

tel: 030292173; fax: 030292231<br />

info: congressi@sgc.it<br />

COMPETENZE E RESPONSABILITÀ<br />

DELL’INFERMIERE IN UN SERVIZIO DI<br />

ANESTESIA BLOCCO-OPERATORIO<br />

Gallarate (Varese), 7 e 8 maggio <strong>2010</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 25,00<br />

tel: 0296701604; fax: 0296701604<br />

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RELAZIONE OPERATORI SANITARI PA-<br />

ZIENTI PEDIATRICI<br />

Milano, 8 maggio <strong>2010</strong><br />

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tel: 037223310; fax: 0372569605<br />

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tel: 035604236; fax: non presente<br />

info: formazione.psp@grupposandonato.it<br />

IL PAZIENTE CRITICO IN FASE RIABILI-<br />

TATIVA: LA GESTIONE DELLA TRA-<br />

CHEOTOMIA, DEL CVC, DELLA PEG E<br />

DELLE LESIONI DA DECUBITO<br />

Brescia, 19 maggio <strong>2010</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: 75,00<br />

tel: 0303702902; fax: 0303391259<br />

mail: info@bresciassiste.it<br />

LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO<br />

IN SALA OPERATORIA PER MIGLIORA-<br />

RE LA SICUREZZA DEL PAZIENTE<br />

Milano, 20 maggio <strong>2010</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: gratis<br />

tel: 0555047050; fax: 0555088076<br />

info: governance-pa@governance-pa.it<br />

GESTIONE PRATICA DEI PROBLEMI<br />

CLINICI DEGLI IMMIGRATI<br />

Ponte S. Pietro (Bergamo), 22 maggio <strong>2010</strong><br />

ecm: in fase di accreditamento<br />

euro: gratis<br />

tel: 035604236; fax: non presente<br />

info: formazione.psp@grupposandonato.it


12 Maggio <strong>2010</strong><br />

Giornata Internazionale <strong>del</strong>l’Infermiere<br />

Scheda di Iscrizione<br />

AMARCORD:<br />

Florence Nightingale,<br />

la Formazione Infermieristica a <strong>Pavia</strong> e dintorni<br />

Santa Maria in Gualtieri (<strong>Pavia</strong>) 12 Maggio <strong>2010</strong><br />

Per ricevere i Crediti Formativi si prega di compilare debitamente in stampatello tutti i campi<br />

CF ..........................................................................................................................................................................<br />

Cognome ..............................................................................................................................................................<br />

Nome.....................................................................................................................................................................<br />

Indirizzo .................................................................................................................................................................<br />

CAP ............................................<br />

Tel /Cellulare..........................................................................................................................................................<br />

E-mail.............................................................................. @..................................................................................<br />

Professione ...........................................................................................................................................................<br />

Disciplina...............................................................................................................................................................<br />

Luogo di nascita ...................................................................................................................................................<br />

Data di nascita...............................................................................<br />

Crediti ECM-CPD SI NO<br />

Istituzione/Ente di appartenenza ..........................................................................................................................<br />

Il Convegno è riservato ed accreditato per gli infermieri sino ad esaurimento dei posti disponibili, la partecipazione<br />

è gratuita. È ammesso un numero massimo di partecipanti di 100 persone. PER LE ISCRIZIONI: inviare<br />

la scheda compilata in ogni sua parte per fax al numero 0382528589 oppure via email all’indirizzo annamaria.tanzi@alice.it<br />

.<br />

La conferma <strong>del</strong>l’avvenuta iscrizione sarà data via mail entro il 5 Maggio <strong>2010</strong>.<br />

La segreteria organizzativa informa che i su indicati dati sono finalizzati all’assolvimento di obblighi di legge<br />

e contrattuali (organizzazione <strong>del</strong> convegno), nonché alla successiva comunicazione di programmi ed avvisi<br />

in ordine ad altre iniziative di tipo scientifico. Informative e comunicazioni potranno essere sia telefoniche<br />

che informatiche. I predetti dati non verranno diffusi, mentre saranno comunicati a terzi unicamente per<br />

adempiere alle finalità su indicate. Lei potrà esercitare in qualunque momento i diritti che l’art. 7 D. Lgs.<br />

196/2003 Le conferisce, tra cui quello di richiedere la rettifica, l’integrazione e l’aggiornamento, la cancellazione<br />

ovvero il blocco dei dati trattati in violazione di legge, rivolgendo le Sue richieste a ….............<br />

Preso atto <strong>del</strong>l’informativa, che dichiaro di aver letto e compreso in ogni suo punto,<br />

esprimo il consenso nego il consenso<br />

al trattamento dei miei dati personali, anche in relazione ad altre iniziative di carattere scientifico.<br />

Data Firma


12 Maggio <strong>2010</strong><br />

Giornata Internazionale <strong>del</strong>l’Infermiere<br />

AMARCORD:<br />

Florence Nightingale,<br />

la Formazione Infermieristica a <strong>Pavia</strong> e dintorni<br />

Giornata di Studio<br />

Commemoriamo i 100 anni<br />

dalla scomparsa di<br />

Florence Nightingale<br />

Celebriamo i primi 50 anni <strong>del</strong>la<br />

formazione infermieristica pavese<br />

Ore 10.30 Pausa Caffè<br />

<strong>Pavia</strong> - Santa Maria in Gualtieri<br />

MERCOLEDI’ 12 Maggio <strong>2010</strong><br />

PROGRAMMA<br />

Ore 8.30 Registrazione Partecipanti Ore 11.45 La formazione infermieristica a<br />

Ore 9.15 Apertura dei Lavori:<br />

Enrico Frisone e Duilio Loi<br />

<strong>Pavia</strong> e dintorni tra passato,<br />

presente e futuro: i primi 50 anni<br />

Moderatore: Maria Luigia Botticini<br />

Ore 9.30 Lettura Magistrale:<br />

Maria Luisa Gallotti<br />

Percorso storico sull’assistenza<br />

infermieristica e tributo a<br />

Florence Nightingale<br />

a 100 anni dalla morte<br />

Tornare al significato originale<br />

Intervengono:<br />

GIOVANNA GARBOSSA (Suor Chiarina)<br />

LUIGIA BELOTTI<br />

VITTORIA VACCHI<br />

MARIA TERESA QUERCIOLLI<br />

PIERA BERGOMI<br />

CRISTINA ARRIGONI<br />

<strong>del</strong>l’assistenza infermieristica Ore 12.15 Dibattito<br />

Ore 13.00 Saluti e Aperitivo<br />

È stata inoltrata richiesta Accreditamento ECM

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