N° 2 del 2010 - Collegio IPASVI Pavia
N° 2 del 2010 - Collegio IPASVI Pavia
N° 2 del 2010 - Collegio IPASVI Pavia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Registrazione presso il Tribunale di <strong>Pavia</strong> n. 355 <strong>del</strong> 08.02.1989. Sped. in abb. postale - Comma 20/C 2 L. 662/96 - Fil. di <strong>Pavia</strong> - IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TASSA - REINVIARE ALL’UFFICIO PAVIA-FERROVIA<br />
Infermiere<br />
2/<strong>2010</strong><br />
aP<br />
A V I A<br />
ISSN 1722-2214<br />
12 maggio <strong>2010</strong><br />
Giornata Internazionale<br />
<strong>del</strong>l’Infermiere...<br />
e molto altro
E<br />
DITORIALE<br />
Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
<strong>2010</strong> anno internazionale <strong>del</strong> NURSING:<br />
“Grazie Florence”<br />
“Se un uomo non riesce a tenere il passo con i suoi compagni, forse è perché sente un ritmo diverso.<br />
Lascialo marciare per la musica che sente, purché sia misurata”. Questa citazione è attribuita a Henry<br />
David Thoreau (Walden, 1854) non a Florence Nightingale, ma certamente in grado di descrivere<br />
Florence, in particolare la sua vita. Su Florence, si può dire, “aveva tutto”: ricchezza, educazione, una<br />
famiglia benestante e una vita di agi, che includeva la possibilità di viaggiare in tutto il mondo.<br />
Anche il suo nome deriva dal fatto che era nata a Firenze, in Italia, durante i 3 anni di luna di miele<br />
in Europa dei suoi genitori.<br />
In Florence c’era “un tamburino diverso”,che per tutta la sua vita ha cercato di far suonare con calma<br />
e determinazione, fino a quando non è riuscita a creare la musica che oggi ascoltate.<br />
Dopo anni di ricerche, Florence Nightingale ha stabilito che la pratica <strong>del</strong> “Nursing” non era semplicemente<br />
una questione di gentilezza e cura, ma piuttosto un corpo di conoscenze, un’arte e una scienza.<br />
Non ha mai perso di vista il suo obiettivo che il Nursing avrebbe dovuto diventare una professione<br />
a sé stante, e non una branca <strong>del</strong>la medicina. L’Assistenza Infermieristica a quel tempo era riservata alle<br />
suore in Germania, Irlanda, Francia, Italia.<br />
Florence sentiva che il Nursing era la sua “chiamata” e la sua mission.<br />
Una volta che ha scoperto l’Assistenza Infermieristica, l’ha esercitata per oltre 50 anni, fino all’ultimo<br />
istante <strong>del</strong>la sua vita cercando di sviluppare otto fondamentali obiettivi <strong>del</strong>l’assistenza.: Salute, Povertà,<br />
Fame, Istruzione, Parità dei sessi, Mortalità Infantile e Ambiente.<br />
Il <strong>2010</strong> anno Internazionale <strong>del</strong> Nursing deve essere quindi un’iniziativa diffusa di tutti gli infermieri<br />
per congiungere e sostenere localmente la realizzazione di queste mete, con una forte ricaduta sul piano<br />
nazionale e internazionale.<br />
Gradirei incoraggiare ognuno di Voi per trovare il modo di partecipare a tutte le iniziative in tema,<br />
affinché possiate essere i protagonisti di un impatto positivo alla soluzione dei problemi di salute.<br />
Nightingale era un’ambientalista ardente che riuscì a cambiare alcune condi-<br />
Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
Rivista trimestrale <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> IP.AS.VI. di <strong>Pavia</strong><br />
Anno XXII n. 2/<strong>2010</strong> marzo-maggio <strong>2010</strong><br />
Editore <strong>Collegio</strong> Infermiere professionali,<br />
Assiatenti Sanitarie, Vigilatrici d’Infanzia<br />
<strong>del</strong>la Provincia di <strong>Pavia</strong><br />
Direttore Responsabile Enrico Frisone<br />
Direttore Editoriale Duilio Loi<br />
Responsabili settori<br />
Clinico: vacante<br />
Sociale: Mauretta Cattanei<br />
Formazione, Ricerca e<br />
Aggiornamento: Paola Ripa<br />
Management: Nunzio Giuseppe Greco<br />
Etico Deontologico: Annamaira Tanzi<br />
Vita di <strong>Collegio</strong>: Giuseppe Braga e Gabriele Ciancio<br />
Redattori: Carina Gomez Añamuro, Cinzia<br />
Giuseppe Braga, Mauretta Cattanei, Emanuela<br />
Cattaneo, Gabriele Ciancio, Marina Ferrari,<br />
Claudia Fiore, Enrico Frisone, Monica Gabetta,<br />
Silvia Giudici, Nadia Granata, Nunzio Greco,<br />
Duilio Loi, Paola Ripa, Ruggero Rizzini,<br />
Emanuela Sacchi, Annamaria Tanzi,<br />
Claudia Vercesi, Sylvie Yolande<br />
Impianti e stampa Gemini Grafica snc - Melegnano (MI)<br />
Direzione, Redazione, Via A. Volta, 25 - 27100 <strong>Pavia</strong><br />
Amministrazione Tel. 0382/525609, Fax 0382/528589<br />
CCP n. 108162700<br />
Stampata su carta patinata a basso contenuto di cloro certificata Iso 9706<br />
I punti di vista e le opinioni espressi negli articoli sono degli autori<br />
e non rispettano necessariamente quelli <strong>del</strong>l’Editore.<br />
Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati,<br />
non saranno restituiti.<br />
Registrazione presso il Tribunale di <strong>Pavia</strong> n. 355 <strong>del</strong> 08.02.1989.<br />
Spedizione. in abb. postale - Comma 20/C 2 L. 662/96 - Fil. di <strong>Pavia</strong>.<br />
La rivista è inviata gratuitamente agli iscritti al <strong>Collegio</strong> IP.AS.VI.<br />
di <strong>Pavia</strong>. Finito di stampare nel mese di maggio <strong>2010</strong> presso<br />
Gemini Grafica snc di A. Girompini & C., Melegnano (MI)<br />
zioni che provocavano malattie. Era già allora un networker globale che corrispose<br />
con migliaia di persone in tutto il mondo favorendo e promuovendo interventi<br />
per la soluzione ai problemi di salute.<br />
Mai come adesso i temi <strong>del</strong>la prevenzione e <strong>del</strong>la cura sul territorio, sono fondamentali<br />
per la tutela <strong>del</strong>la salute e la valorizzazione <strong>del</strong>le professioni di aiuto.<br />
Se la lampada ad olio è diventata oggi un led a basso impatto energetico, la<br />
sua luce deve rimanere sempre accesa per tenere viva in tutti gli esseri umani la<br />
speranza di ricevere adeguate cure e assistenza di qualità.<br />
Che ognuno di noi viva l’esercizio professionale partendo dagli insegnamenti<br />
che Florence ha sviluppato e che nonostante i cambiamenti socio culturali, rappresentano<br />
ancora oggi degli obiettivi da raggiungere.<br />
Enrico Frisone<br />
I n d i c e<br />
Claudia Vercesi - Incontro per incontro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .3<br />
Mauretta Cattanei - Progetto D.A.M.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .5<br />
Claudia Fiore, Emanuela Sacchi - Assistenza domiciliare con malattia di Parkinson . . . . . . .7<br />
Annamaria Tanzi - Gli infermieri <strong>del</strong>la mente hanno spiccato il volo . . . . . . . . . . . . .10<br />
Emanuela Cattaneo, Simona Cattaneo, Maria Luisa Falconi - Nata con le ali . . . . .16<br />
Silvia Giudici - Assistenza infermieristica in medicina <strong>del</strong> lavoro . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />
Marina Ferrari, Paolo Merlini - Patologie flebolinfatiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21<br />
Annamaria Tanzi - La sanità che offriamo, la sanità che vorremmo . . . . . . . . . . . . .24<br />
Aggiornamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30
3<br />
Numero 2/<strong>2010</strong> PAGINA<br />
* Claudia Vercesi<br />
Riassunto:<br />
Il neo-nato Comitato di Redazione<br />
(CdR) di Infermiere a <strong>Pavia</strong>, attraverso<br />
un incontro residenziale tenutosi alla<br />
Fondazione Guido Piccini di Calvagese<br />
<strong>del</strong>la Riviera (BS), si è proposto: di<br />
coadiuvare i nuovi arrivati in redazione<br />
in modo che possano imparare a<br />
redigere un articolo e di uniformare il<br />
lavoro di tutti per l’anno in corso.<br />
Questo, anche per garantire al lettore<br />
un prodotto il più possibile vicino alle<br />
sue esigenze.<br />
Abstract:<br />
The newly-born Editorial Committee<br />
(COR) of nurses in <strong>Pavia</strong>, it was proposed,<br />
through a residential meeting:<br />
to assist newcomers to the office so<br />
they can learn to write an article and<br />
to standardize the work of all the year<br />
ongoing. This, also to ensure the<br />
reader a product as close as possible<br />
to their needs.<br />
INCONTRO PER INCONTRO…<br />
Calvagese <strong>del</strong>la Riviera (Bs) 13-14 Marzo <strong>2010</strong><br />
Ore 9,00 <strong>del</strong> 13 Marzo siamo operativi!<br />
Con la serietà e l’impegno che gli sono<br />
consueti, Duilio Loi (Direttore Editoriale)<br />
apre la prima giornata con la presentazione<br />
<strong>del</strong> programma: redazione di un articolo<br />
e tipologie,etica e copyright, bibliografia<br />
attraverso l’utilizzo <strong>del</strong> metodo Vancouver,<br />
reperimento di materiale attraverso motori<br />
di ricerca, metodologie per effettuare un<br />
intervista.<br />
Presentati gli argomenti da trattare introduce<br />
quelli che saranno i suoi collaboratori<br />
in queste giornate: Giuseppe Braga<br />
(Responsabile Vita di <strong>Collegio</strong>) e Paola Ripa<br />
(Responsabile area Formazione / Ricerca<br />
/ Aggiornamento).<br />
Naturalmente come fruitori di questa<br />
opportunità sono presenti i redattori <strong>del</strong>la<br />
rivista: Emanuela Cattaneo (segretaria di<br />
redazione); Marina Ferrari; Claudia Fiore;<br />
Monica Gabetta; Nadia Granata; Emanuela<br />
Sacchi; Annamaria Tanzi (Responsabile<br />
area Etico/Deontologica); Claudia Vercesi;<br />
Sylvie Goufack.<br />
Durante la mattinata il lavoro è prettamente<br />
di formazione in senso stretto, con<br />
momenti di interattività, legati al bisogno di<br />
chiarimenti su alcuni argomenti che appa-<br />
iono particolarmente ostici come per<br />
esempio: l’utilizzo <strong>del</strong> metodo Vancouver<br />
da parte di tutta la redazione per redigere<br />
le bibliografie.<br />
Nella sessione pomeridiana si prosegue<br />
con la formazione, attraverso il lavoro<br />
suddiviso in gruppi di: analisi valutativa di<br />
un articolo; strutturazione di un articolo e<br />
valutazione incrociata.<br />
Viene adottato dal CDR uno strumento<br />
valutativo “ad hoc” fondamentale per la valutazione<br />
omogenea di un testo secondo le<br />
linee guida precedentemente dettate.<br />
Alle ore 18,30 si chiude la sezione pomeridiana<br />
e ci si incontra tutti a cena per<br />
condividere la positività <strong>del</strong>la giornata trascorsa,<br />
ma anche per poter creare l’occasione<br />
di fare gruppo attraverso la reciproca<br />
conoscenza di vita al di fuori <strong>del</strong>l’attività<br />
redazionale.<br />
Ore 8,30 <strong>del</strong> 14 Marzo si ricomincia!<br />
Si avverte subito uno spirito diverso nell’aria<br />
perché l’esperienza vissuta ci ha unito<br />
e ha rimosso quelle barriere invisibili<br />
che esistono quando le persone non si<br />
conoscono, ma hanno la necessità di lavorare<br />
insieme per un obiettivo comune.
4PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
Quindi si riparte con il lavoro di gruppo e<br />
in poco tempo si valutano ancora più articoli<br />
<strong>del</strong> giorno precedente. Si arriva così al termine<br />
<strong>del</strong>la mattinata e <strong>del</strong>l’incontro allestendo<br />
in parte il n° 2/<strong>2010</strong> <strong>del</strong>la rivista con grande<br />
soddisfazione di tutti i presenti.<br />
Al termine <strong>del</strong>l’incontro il gruppo si è<br />
espresso con considerazioni positive riguardante<br />
il residenziale appena terminato,<br />
che ha notevolmente ricompensato<br />
l’impegno offerto (che per alcuni ha voluto<br />
dire sacrificare tempo alla propria famiglia),<br />
sottolineando anche l’importanza di<br />
momenti di convivialità che hanno rinforzato<br />
la coesione e lo spirito di gruppo <strong>del</strong>la<br />
Redazione.<br />
Il CDR ritiene opportuni dovuti e sentiti<br />
ringraziamenti a:<br />
Il Presidente <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> di PV<br />
Enrico Frisone ed il Consiglio Direttivo per<br />
l’opportunità offerta alla Redazione.<br />
L’autore<br />
* Redattore Settore Clinico
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
* Mauretta Cattanei<br />
PROGETTO D.A.M.A.<br />
L’avvio a <strong>Pavia</strong><br />
In occasione <strong>del</strong> convegno “La presa in<br />
carico <strong>del</strong>la persona fragile, accoglienza<br />
medica dedicata e progetto di vita” tenutosi<br />
a <strong>Pavia</strong> il 4 dicembre 2008, era stato presentato<br />
il “Progetto D.A.M.A” - Disabled<br />
Advanced Medical Assistance- realizzato,<br />
su ispirazione di LEDHA, presso l’Ospedale<br />
S. Paolo di Milano. 1<br />
In quella sede le autorità che rappresentavano<br />
le istituzioni pavesi preposte alla<br />
sanità e al sociale, ASL, Comune di <strong>Pavia</strong><br />
e Fondazione Policlinico San Matteo<br />
avevano preso formale impegno per realizzare,<br />
anche sul nostro territorio, una serie<br />
di percorsi volti alla facilitazione <strong>del</strong>la<br />
diagnostica, <strong>del</strong>la cura e <strong>del</strong>le gestioni <strong>del</strong>le<br />
emergenze per le persone disabili.<br />
Il 3 marzo <strong>del</strong> <strong>2010</strong>, il Comune di <strong>Pavia</strong><br />
e la Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo<br />
hanno firmato un protocollo d’intesa<br />
che dà il via, a <strong>Pavia</strong>, <strong>del</strong> progetto<br />
D.A.M.A.; in quella stessa occasione, attraverso<br />
una conferenza stampa, è stato presentato<br />
alla cittadinanza.<br />
Gli impegni presi nel 2008 sono stati rispettati<br />
e grazie alla collaborazione <strong>del</strong>la<br />
Direzione Medica di Presidio, nella persona<br />
<strong>del</strong>la dott.ssa Monti, sono stati definiti<br />
dei percorsi facilitati per una ristretta, per<br />
ora, fascia di utenti.<br />
Il progetto, che ha l’obiettivo di “prendersi<br />
cura” di persone portatori di handicap<br />
gravi, è rivolto agli utenti che frequentano<br />
i Centri Diurni Disabili (CDD), gli ospiti<br />
<strong>del</strong>le Comunità Socio Sanitarie (CSS), e<br />
coloro che afferiscono al servizio SAI?<br />
(Servizio Accoglienza e Informazione),<br />
inoltre sono previsti momenti di confronto<br />
con le associazioni che si occupano di disabilità<br />
che fanno parte <strong>del</strong> Terzo Settore.<br />
Già ora ANFFAS <strong>Pavia</strong> ONLUS, i cui soci<br />
sono utenti di CDD e CSS, è disponibile<br />
per un’ampia collaborazione.<br />
La finalità <strong>del</strong> progetto è quello di “adattare<br />
ad ogni singolo paziente il percorso,<br />
con una gestione molto flessibile <strong>del</strong>le risorse<br />
<strong>del</strong>la struttura ospedaliera, con conseguente<br />
ottimizzazione dei tempi e <strong>del</strong>la<br />
qualità <strong>del</strong>l’intervento, ponendo un’attenzione<br />
centrale alla persona disabile e alla<br />
sua famiglia”.<br />
A questo scopo la Direzione Medica di<br />
Presidio ha ritenuto utile individuare tre<br />
percorsi.<br />
PERCORSO GIALLO: GIALLO:<br />
Se prestazione singola: prenotazione al<br />
CUP.<br />
5 PAGINA<br />
Per i prelievi ematici: accesso facilitato<br />
allo sportello n° 3 <strong>del</strong> punto prelievi, già riservato<br />
a bambini e donne in gravidanza.<br />
Se le prestazioni da prenotare sono più<br />
di due il personale infermieristico o medico<br />
<strong>del</strong>la Direzione Medica di Presidio raccoglierà<br />
le informazioni necessarie ad organizzare<br />
il percorso diagnostico-terapeutico,<br />
invierà un fax con le richieste di esame,<br />
di bisogno assistenziale e un recapito<br />
telefonico al n° 0382 503540. Gli appuntamenti,<br />
dove possibile, verranno fissati in<br />
un’unica data, che sarà comunicata alla famiglia<br />
entro cinque giorni. Il giorno <strong>del</strong>le<br />
prestazioni l’utente sarà accolto da personale<br />
sanitario e sarà seguito durante tutta<br />
la permanenza in ospedale.<br />
La stessa procedura verrà applicata in<br />
caso di Day Hospital.<br />
PERCORSO ROSSO<br />
In caso di accesso in Pronto Soccorso,<br />
nel rispetto <strong>del</strong>le urgenze/emergenze in atto,<br />
la persona disabile potrà usufruire <strong>del</strong><br />
percorso D.A.M.A., che le conferirà precedenza;<br />
inoltre il familiare/accompagnatore<br />
potrà seguire l’utente all’interno <strong>del</strong>la struttura.<br />
Le situazioni d’urgenza/emergenza dovranno<br />
essere attivate con la chiamata al<br />
118.<br />
PERCORSO AZZURRO<br />
Si tratta di facilitazioni rivolte all’accompagnatore<br />
<strong>del</strong>la persona disabile, in caso<br />
di ricovero. Esse consistono in servizi a carattere<br />
alberghiero ovvero: pasto giornaliero<br />
e la possibilità di avere un letto o una<br />
poltrona, nei limiti <strong>del</strong>lo spazio <strong>del</strong>la struttura.<br />
Un fattore importante per la riuscita <strong>del</strong><br />
progetto, che la Direzione Medica di Presidio<br />
si è impegnata a seguire, è l’informazione<br />
e la formazione degli operatori sanitari<br />
che si troveranno coinvolti nel progetto.<br />
Come rilevato dai medici <strong>del</strong> San Paolo<br />
la difficoltà più grande nella cura di persone<br />
portatrici di disabilità grave è la comunicazione.<br />
“La persona disabile soffre due<br />
volte: perché sta male e perché non riesce<br />
a comunicarlo” è quello che ci ha trasmesso<br />
al convegno citato il rappresentante di<br />
LEDHA sig. Edoardo Cernuschi. È perciò<br />
indispensabile che tutto il personale sia<br />
formato sulle tecniche d’ascolto e sulle<br />
modalità di relazione in modo da trasmet-
6PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
tere tranquillità sia al paziente sia alla famiglia.<br />
Chi scrive fa parte di ANFFAS <strong>Pavia</strong>, ed<br />
è ANFFAS a gestire le tre CSS presenti a<br />
<strong>Pavia</strong>. Noi sappiamo che il personale sanitario<br />
è sempre molto disponibile, ma è necessario<br />
che venga accompagnato e supportato<br />
nella gestione <strong>del</strong>le persone con<br />
disabilità, specie se grave, e l’associazione<br />
è disponibile a fornire tutto l’aiuto necessario.<br />
Nell’attesa che il progetto diventi operativo,<br />
attraverso le pagine <strong>del</strong>la rivista “Infermiere<br />
a <strong>Pavia</strong>” desidero ringraziare le<br />
colleghe che già hanno avuto modo di conoscere<br />
i nostri ospiti, le colleghe che ci<br />
conosceranno, i medici che vorranno collaborare<br />
al progetto, tutti gli operatori sanitari<br />
coinvolti e, soprattutto la dott. Monti direttore<br />
<strong>del</strong>la Direzione Medica di Presidio,<br />
la Direzione <strong>del</strong>la Fondazione IRCCS S.<br />
Matteo, il Comune di <strong>Pavia</strong> che, accogliendo<br />
i bisogni dei nostri figli, ci regalano<br />
un’ulteriore possibilità di cura dedicata e<br />
personalizzata.<br />
Questo progetto non vuole gravare ulteriormente<br />
sulle già difficili condizioni di lavoro<br />
di tutti gli operatori, ma, al contrario,<br />
vuole portare loro una visione nuova <strong>del</strong>la<br />
disabilità, <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro,<br />
vuole creare nuove e soddisfacenti relazioni<br />
e incrementare l’eccellenza nelle cure<br />
erogate dalla Fondazione S. Matteo.<br />
Bibliografia<br />
1 Cattanei M, Il progetto dama un convegno<br />
per presentare e stimolare. Infermiere<br />
a <strong>Pavia</strong>-Vita di <strong>Collegio</strong> 1/2009: 4-5<br />
L’autore<br />
* Infermiera - Consiglio ANFFAS <strong>Pavia</strong><br />
LAVORI IN CORSO:<br />
PROGETTO DI RI-ORGANIZZAZIONE DELLE<br />
ATTIVITÀ REDAZIONALI DI INFERMIERE A PAVIA<br />
Nel precedente numero abbiamo pubblicato le foto dei Redattori, ma ce ne siamo<br />
dimenticate quattro.<br />
Eccole.<br />
Paola Ripa Emanuela Sacchi<br />
Claudia Vercesi Sylvie Yolande
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
* Claudia Fiore<br />
** Emanuela Sacchi<br />
RIASSUNTO<br />
L’articolo vuole focalizzare l’attenzione<br />
su un’assistenza individualizzata, con<br />
l’intento di abbattere il confine che esiste<br />
fra ospedale e territorio, al fine di<br />
trasferire le competenze specifiche <strong>del</strong>l’assistenza<br />
in una dimensione orientata<br />
alla continuità <strong>del</strong>le cure verso l’habitat<br />
socio familiare.<br />
L’esperienza innovativa descritta ha<br />
coinvolto alcuni infermieri <strong>del</strong>la Fondazione<br />
Mondino e di altre strutture di tipo<br />
neurologico, i quali hanno realizzato<br />
un percorso integrato fra clinici e<br />
medici di medicina generale.<br />
ABSTRACT<br />
Nursing assistance at home of the patient<br />
suffering of Parkinson disease<br />
The article focuses on the personalized<br />
nursing assistance to cancel the limit<br />
between hospital and house so assuring<br />
the continuity of the help directly in<br />
a socio-familiar habitat moving the<br />
specific competence in that area.<br />
The innovatory described experience<br />
involved some nurse of Mondino<br />
Foundation and of some other neurological<br />
facilities who realized an integrated<br />
path between general practitioners<br />
and clinicians.<br />
7 PAGINA<br />
PROGETTO SULLA CONTINUITÀ<br />
ASSITENZIALE DOMICILIARE<br />
ALLA PERSONA CON MALATTIA<br />
DI PARKINSON<br />
INTRODUZIONE<br />
In Italia, ogni anno, si ammalano “ex<br />
novo” di Malattia di Parkinson da 8.000 a<br />
12.000 persone.<br />
La prevalenza stimata nella popolazione<br />
generale è di oltre 200.000 casi.<br />
Prima dei 40 anni la malattia è rara, con<br />
incidenza <strong>del</strong> 5%, essendo però età correlate,<br />
incidenza e prevalenza salgono in<br />
modo impressionante nella fascia di età<br />
compresa tra i 60 e gli 80 anni, con picco<br />
massimo tra 65 e 70 anni.<br />
Dopo gli 80 anni si ritiene addirittura<br />
che 1 persona su 10 possa essere affetta<br />
da parkinsonismo.<br />
La malattia ha abitualmente carattere<br />
sporadico e genesi multifattoriale, la familiarità<br />
è riportata in meno <strong>del</strong> 15%, mentre<br />
i casi ad esordio giovanile sono spesso<br />
correlati a mutazioni genetiche.<br />
La qualità di vita viene largamente compromessa<br />
fin dalle fase iniziali per la presenza<br />
di sintomi non- motori rilevanti come<br />
la depressione, la fatica, i disturbi <strong>del</strong>la<br />
sessualità, la stipsi e i disturbi <strong>del</strong> sonno,<br />
sintomi su cui la terapia dopaminergica incide<br />
relativamente poco.<br />
La conseguente accresciuta disabilità e<br />
la perdita di autonomia personale nelle attività<br />
<strong>del</strong> vivere quotidiano, conducono nel<br />
tempo alla totale dipendenza.<br />
Il consueto coinvolgimento <strong>del</strong>la famiglia<br />
nella gestione dei problemi, in particolare<br />
nelle fasi avanzate di malattia, rappresenta<br />
il momento per un intervento sociosanitario<br />
integrato. In Lombardia, l’ospedalizzazione<br />
dei parkinsoniani è molto frequente<br />
nei reparti di Neurologia, ma soprattutto<br />
nei reparti di Medicina.<br />
La storia naturale <strong>del</strong>la Malattia di Parkinson<br />
è costellata da eventi “acuti” motori,<br />
cognitivo-comportamentali e da comorbidità,<br />
per i quali è appropriato un ricovero<br />
ospedaliero dove verificare l’efficacia <strong>del</strong>la<br />
terapia, attraverso il monitoraggio continuo<br />
dei sintomi.<br />
La prima evidenza di questi dati epidemiologici<br />
è che la frequenza <strong>del</strong>la diagnosi<br />
di Malattia di Parkinson e di parkinsonismi<br />
nella Provincia di <strong>Pavia</strong> è molto elevata<br />
(2100 casi su 500.000 abitanti circa),<br />
forse anche correlata all’invecchiamento<br />
<strong>del</strong>la sua popolazione.
8PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
La seconda è che la spesa (e quindi<br />
l’offerta sanitaria) è orientata verso l’ospedale<br />
come principale momento di cura. 1<br />
L’analisi di queste informazioni, ha consentito<br />
di disegnare un progetto che ha<br />
come obbiettivo di innovare la qualità <strong>del</strong>la<br />
assistenza al Parkinson sul territorio provinciale.<br />
PREMESSE<br />
I pazienti con malattia di Parkinson<br />
avanzato necessitano di frequenti modifiche<br />
<strong>del</strong>la terapia famacologica nel corso<br />
<strong>del</strong>la loro vita e ricorrono frequentemente<br />
a strutture sanitarie in assenza di una appropriata<br />
gestione territoriale. La fase<br />
avanzata <strong>del</strong>la malattia comporta anche<br />
un progressivo aumento <strong>del</strong>la “fragilità”<br />
<strong>del</strong> paziente che determina nel tempo l’insorgere<br />
di problematiche sanitarie che<br />
vanno ad aggravare il quadro clinico complessivo<br />
<strong>del</strong> paziente.<br />
Inoltre in circa il 10% di questi pazienti il<br />
controllo dei sintomi necessita spesso <strong>del</strong>l’utilizzo<br />
di terapie alternative che hanno<br />
costi elevati e che avrebbero maggiori risorse<br />
disponibili se venissero abbattuti costi<br />
e giornate di degenza.<br />
Queste terapie sono caratterizzate da<br />
particolari modalità di somministrazione<br />
<strong>del</strong> farmaco o intervento diretto attraverso<br />
neurostimolazione di aree cerebrali come<br />
il nucleo subtalamico:<br />
Apomorfina - il farmaco è somministrato<br />
sottocute attraverso un infusore<br />
Duodopa - il farmaco levodopa è somministrato<br />
con un infusore esterno in digiuno<br />
attraverso una stomia<br />
DBS - la neurostimolazione è effettuata<br />
con il posizionamento di un generatore di<br />
impulsi nella regione subtalamica<br />
Qualsiasi sia la terapia scelta il paziente<br />
e i familiari devono confrontarsi con la gestione<br />
di terapie farmacologiche o device<br />
che comportano un training specifico e un<br />
monitoraggio attento considerati anche i<br />
lunghi periodi che intercorrono fra una visita<br />
di controllo e l’altra. 2<br />
DISEGNO DEL PROGETTO<br />
Per innovare la qualità <strong>del</strong>l’assistenza<br />
territoriale si è reso necessario:<br />
1) Costituire presso l’ASL <strong>del</strong>la Provincia<br />
di <strong>Pavia</strong> un Registro Provinciale sulla<br />
Malattia di Parkinson;<br />
2) Definire compiti, organizzazione e<br />
modalità operative di una “Rete territoriale<br />
provinciale di intervento integrato sociosanitario<br />
a domicilio specifica per pazienti<br />
con Malattia di Parkinson e Parkinsonismi”,<br />
riferibile agli ambiti territoriali di <strong>Pavia</strong>,<br />
Vigevano (Lomellina) e Voghera (Oltrepò).<br />
Questo progetto pilota potrebbe poi es-<br />
sere esteso ad ASL limitrofe e poi alla Regione<br />
Lombardia.<br />
I tempi sono pronti per un cambiamento,<br />
lo si deduce dalle azioni di stimolo che<br />
la Regione Lombardia ha messo in atto<br />
negli anni scorsi, finanziando progetti di<br />
RETE PARKINSON coordinati dall’ Istituto<br />
“C. Mondino” e più recentemente convocando<br />
un Gruppo di Approfondimento<br />
Tecnico (GAT) “Patologie Neurologiche<br />
Progressive”, che ha gettato i presupposti<br />
per una riorganizzazione <strong>del</strong> percorso diagnostico-<br />
terapeutico e assistenziale e per<br />
un censimento <strong>del</strong>la offerta sanitaria al<br />
Parkinson.<br />
Una volta a casa, la persona e la famiglia<br />
lamentano in genere difficoltà dovute<br />
alla non continuità <strong>del</strong>l’assistenza.<br />
In altri termini, gli interventi domiciliari<br />
programmati che tengano in rilievo le specifiche<br />
necessità di cura di questi pazienti<br />
non sono adeguati ai bisogni.<br />
La discontinuità <strong>del</strong> servizio assistenziale<br />
è particolarmente avvertita dalle famiglie<br />
con persone in fase avanzata, che possono<br />
richiedere terapie sofisticate ad alto<br />
contenuto tecnologico (es. Apomorfina in<br />
infusione, Duodopa intestinale e Stimolazione<br />
Cerebrale Profonda) e che al contempo<br />
hanno difficoltà di spostamento per<br />
recarsi agli ambulatori.<br />
L’obiettivo operativo principale che gli<br />
operatori sul Parkinson, a tutti i livelli, dovrebbero<br />
perseguire è quello di una stabile<br />
ed efficiente “rete socio-sanitaria territoriale”,<br />
specifica appunto per patologia.<br />
L’attuale sistema di assistenza privilegia<br />
dunque ricoveri in “acuto” o di riabilitazione,<br />
mentre scarse sono le risorse destinate<br />
agli interventi sul territorio, che, se attivati<br />
e ben organizzati risulterebbero in un<br />
minore accesso alle strutture ospedaliere<br />
dunque in una presumibile contrazione dei<br />
costi sanitari ed in una migliore qualità di<br />
vita per i pazienti e per le loro famiglie.<br />
Per creare una rete di servizi efficienti<br />
alla persona e dare quindi <strong>del</strong>le risposte ai<br />
bisogni assistenziali occorre preliminarmente<br />
acquisire una serie di informazioni<br />
quali la tipologia <strong>del</strong> territorio provinciale, i<br />
presidi sanitari esistenti, la numerosità <strong>del</strong>la<br />
popolazione di pazienti con Parkinson,<br />
la loro fase di malattia, la loro età e le comorbidità,<br />
la residenza e la sua accessibilità,<br />
la capacità di spostamento, la composizione<br />
e la condizione sociale <strong>del</strong>le famiglie<br />
e i bisogni dei caregivers. 1<br />
I pazienti generalmente sono informati<br />
dal centro clinico di riferimento circa le<br />
modalità di comportamento per gestire la<br />
terapia alla quale sono stati sottoposti, tuttavia<br />
questa fase di training avviene esclusivamente<br />
all’interno <strong>del</strong>le strutture ospedaliere,<br />
quando il paziente torna al proprio<br />
domicilio non è previsto alcun supporto e<br />
il paziente ha come unico punto di riferimento<br />
il centro clinico di riferimento al<br />
quale si riferisce sia telefonicamente che<br />
direttamente ripresentandosi presso gli<br />
ambulatori.<br />
Questo stato di cose complica l’attività<br />
dei centri clinici, con un enorme carico telefonico<br />
non strutturato, necessità di visite<br />
extra non programmate e conseguenti<br />
modifiche <strong>del</strong>la normale attività ambulatoriale.<br />
Inoltre quando una terapia complessa<br />
viene implementata si determina un cambiamento<br />
repentino <strong>del</strong>le condizioni motorie<br />
che richiederebbe un percorso riabilitativo<br />
che potrebbe essere effettuato al domicilio<br />
insieme ad un’assistenza infermieristica<br />
qualificata per periodi pre-definiti (4-6<br />
volte al mese). 2<br />
OBIETTIVI PERSEGUITI<br />
Favorire il processo di de-ospedalizzazione<br />
dei pazienti con malattia di Parkinson<br />
(DRG 12) complicata, favorendone<br />
la loro gestione territoriale attraverso<br />
un’assistenza domiciliare dedicata ed<br />
integrata con l’ospedale di riferimento.<br />
Sviluppare l’interazione con i medici<br />
di famiglia ed il territorio creando una<br />
rete di supporto specializzata<br />
Per superare l’attuale situazione in cui<br />
pazienti complessi sono lasciati sul territorio<br />
con insufficienti riferimenti specifici è<br />
necessario estendere il supporto infermieristico<br />
e riabilitativo direttamente al domicilio<br />
<strong>del</strong> paziente. Attraverso una riorganizzazione<br />
<strong>del</strong>l’attuale gestione territoriale <strong>del</strong><br />
paziente sarà possibile fornire anche un riferimento<br />
telefonico in grado di selezionare<br />
le richieste in modo da coinvolgere il<br />
centro clinico di riferimento solo per le<br />
condizioni che necessitano <strong>del</strong>l’intervento<br />
specialistico.<br />
FASI DEL PROGETTO:<br />
FASE 1 - Analisi <strong>del</strong>l’attuale mo<strong>del</strong>lo di<br />
gestione di questi pazienti<br />
FASE 2 - Identificazione <strong>del</strong>le specifiche<br />
necessità assistenziali per ciascuna<br />
terapia. Formazione degli<br />
operatori <strong>del</strong> territorio inclusa<br />
ADI e MMG. Sperimentazione<br />
iniziale in 2-3 aree metropolitane<br />
(esempio città di Milano,<br />
<strong>Pavia</strong>, Brianza) per 12 mesi utilizzando<br />
gli indicatori d’efficacia<br />
proposti.<br />
FASE 3 - Condivisione <strong>del</strong> percorso con<br />
associazioni scientifiche e di<br />
pazienti e sviluppo <strong>del</strong> progetto<br />
assistenziale anche alle rimanti<br />
ASL regionali 2
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
INDICATORI D’EFFICACIA PROPOSTI<br />
Riduzione <strong>del</strong> numero di accessi ai<br />
Pronto Soccorsi e <strong>del</strong>le degenze per<br />
DRG 12 a 12 mesi rispetto al periodo<br />
precedente.<br />
Riduzione <strong>del</strong>le giornate di degenza<br />
dei pazienti.<br />
L’obbiettivo è di garantire continuità di<br />
cura al domicilio <strong>del</strong> paziente con malattia<br />
di Parkinson avanzata. 2<br />
Non ci sono costi previsti se non la formazione<br />
di infermieri e terapisti che forniscono<br />
assistenza domiciliare e che potrà<br />
essere effettuata sotto la supervisione dei<br />
centri ospedalieri e <strong>del</strong>le associazioni dei<br />
pazienti.<br />
A questo scopo è necessario analizzare<br />
l’attuale schema di assistenza prevedendo<br />
dei moduli assistenziali per ciascuna terapia,<br />
in funzione <strong>del</strong>le condizioni cliniche<br />
<strong>del</strong> paziente, garantendo una gestione nel<br />
contesto <strong>del</strong>la normale attività ADI svolta<br />
dalle ASL e <strong>del</strong>le linee guida esistenti per<br />
la malattia di Parkinson. 2<br />
CONTINUAZIONE DI TERAPIA CON GE-<br />
STIONE TERRITORIALE<br />
Questo percorso assume un’importanza<br />
fondamentale in particolare per quei<br />
pazienti per i quali non è previsto l’utilizzo<br />
di terapie complesse.<br />
In questi casi è necessario supportare i<br />
pazienti con uno specifico modulo di assistenza<br />
domiciliare che permetta attraverso<br />
l’intervento infermieristico un controllo attento<br />
e puntuale sia dei parametri vitali <strong>del</strong><br />
paziente che <strong>del</strong>l’aderenza alle terapie.<br />
Il supporto fisioterapico in questi casi<br />
diventa essenziale al fine di prevenire le<br />
cadute, le contratture e le anchilosi che poi<br />
portano o alla completa immobilizzazione<br />
<strong>del</strong> paziente o a fratture con lunghi stazionamenti<br />
in reparti sia per acuti che riabilitativi.<br />
In altri termini questi interventi mirano<br />
a mantenere il più a lungo possibile<br />
l’autonomia residua e con questo tendono<br />
a ridurre gli accessi al pronto soccorso<br />
e i ricoveri. 2<br />
IL PROGETTO PILOTA DI VIGEVANO<br />
Nel Comune di Vigevano è iniziato un<br />
progetto pilota di assistenza infermieristica<br />
specializzata, a domicilio, su iniziativa <strong>del</strong>la<br />
Associazione Pavese Parkinsoniani (<strong>Pavia</strong>-Vigevano-Voghera),<br />
che ha come partner<br />
l’Assessorato ai Servizi Sociali <strong>del</strong> Comune,<br />
l’Istituto De Rodolfi RSA e l’Istituto<br />
Neurologico “C. Mondino”.<br />
Al progetto ha aderito anche l’Associazione<br />
Italiana Parkinson (AIP) di Vigevano.<br />
Il progetto, che si svilupperà nel corso<br />
di 2 anni, intende confermare la centralità<br />
<strong>del</strong>la persona promovendo azioni coordinate<br />
ed integrate che mirano al migliora-<br />
mento <strong>del</strong>la qualità di vita in ambito domiciliare,<br />
sia <strong>del</strong> paziente che <strong>del</strong> caregiver e<br />
quindi <strong>del</strong>la famiglia.<br />
L’obiettivo principale è elaborare e sperimentare<br />
un mo<strong>del</strong>lo d’intervento medicoinfermieristico<br />
innovativo, di eccellenza<br />
specialistica, a domicilio, secondo le caratteristiche<br />
e bisogni nelle varie fasi di<br />
Malattia di Parkinson.<br />
Riguardo le fasi d’intervento vi sarà la<br />
formazione di 8 Infermieri che acquisiranno<br />
con training specifico il sapere necessario<br />
alla gestione dei pazienti con Parkinson<br />
e confidenza nella relazione con pazienti<br />
e familiari.<br />
Nel corso di formazione gli Infermieri<br />
apprenderanno l’uso <strong>del</strong>le scale di valutazione<br />
clinica e dei questionari che verranno<br />
proposti nel corso dei contatti domiciliari<br />
o telefonici.<br />
Gli Infermieri frequenteranno inoltre un<br />
corso di formazione sulla comunicazione e<br />
sulle modalità di gestione <strong>del</strong>le relazioni<br />
interpersonali e avranno la possibilità di<br />
accedere a una supervisione dei propri<br />
vissuti.<br />
Nella fase di contatto periodico domiciliare<br />
si provvederà alla verifica dei bisogni<br />
socio-assistenziali in funzione <strong>del</strong>la disabilità<br />
e <strong>del</strong>la autonomia personale; alla verifica<br />
<strong>del</strong>la terapia, <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>le funzioni<br />
motorie, cognitive, autonomiche ed emozionali<br />
dei pazienti.<br />
In funzione dei dati rilevati saranno decise<br />
intensità e qualità degli interventi. 1<br />
CONCLUSIONI<br />
Da i primi dati preliminari avuti in modo<br />
informale dall’intervista effettuata agli infermieri<br />
<strong>del</strong>l’Istituto Mondino ci siamo resi<br />
conto che la popolazione destinataria non<br />
sia pronta ad apprezzare a pieno l’opportunità<br />
di ricevere nel proprio ambiente interventi<br />
altamente qualificati alla stessa<br />
stregua di quelli che vengono erogati nelle<br />
strutture specializzate.<br />
Ci riserviamo di approfondire l’argomento<br />
mediante l’utilizzo di una serie di interviste<br />
agli operatori coinvolti, ai pazienti<br />
ed ai caregiver.<br />
Lo sforzo che si sta compiendo è quello<br />
di migliorare la qualità <strong>del</strong>la vita sia dei<br />
pazienti che <strong>del</strong>le loro famiglia con il fine<br />
ultime di evitare continui e ripetuti ricoveri<br />
che gravano sulla spesa sanitaria e risultano<br />
essere incongrui.<br />
Bibliografia<br />
Gli autori<br />
9 PAGINA<br />
1 Pacchetti C, Passiatore G, Riva A, Grugnetti<br />
P, Loria M, Moneta A, Nappi G-<br />
JND nr. 1 • anno 5 - marzo 2009 Assistenza<br />
Socio-Sanitaria per la Malattia di<br />
Parkinson: ricerca di nuovi mo<strong>del</strong>li sul<br />
territorio 13-7<br />
2 Antonini A, Mirò L, Castiglioni C, Pezzoli<br />
G - U.O. Centro Parkinson Istituti Clinici<br />
di Perfezionamento Milano VitalAir<br />
Medicasa Milano- Implementazione dei<br />
servizi di assistenza domiciliare per pazienti<br />
affetti da malattia di Parkinson<br />
avanzata<br />
* Dirigente servizio infermieristico Tecnico<br />
Riabilitativo<br />
IRCCS Fondazione C. Mondino - <strong>Pavia</strong><br />
** Coordinatrice Dipartimento di Neurologia<br />
Generale<br />
IRCCS Fond. C. Mondino - <strong>Pavia</strong><br />
Redattori settore “Formazione / ricerca / aggiornamento”
10 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
* Annamaria Tanzi<br />
RIASSUNTO<br />
La commissione infermieri area salute<br />
mentale regione Lombardia insediata<br />
nel Novembre <strong>del</strong> 2006 con il mandato<br />
da parte <strong>del</strong> Coordinamento Collegi<br />
<strong>IPASVI</strong> lombardi di pensare le strategie,<br />
gli obiettivi e le azioni per la tutela <strong>del</strong>la<br />
salute e dei diritti di cittadinanza <strong>del</strong>le<br />
persone affette da disturbi psichici, ha<br />
organizzato e realizzato un Convegno<br />
Regionale Accreditato ECM a Treviglio<br />
(BG) il 4 Dicembre 2009 u.s.. Il Convegno<br />
ha avuto come massimi obiettivi:<br />
-Presentare e condividere l’attività svolta<br />
dalla commissione nei tre anni precedenti;<br />
-Allargare il consenso e la partecipazione<br />
degli infermieri lombardi al gruppo di<br />
lavoro preesistente che prenderà il nome<br />
di “Infermieri <strong>del</strong>la Mente”.<br />
-Favorire la crescita professionale e culturale<br />
(morale) degli infermieri attraverso<br />
il confronto tra esperienze diverse all’interno<br />
dei Servizi Psichiatrici <strong>del</strong>la Regione<br />
Lombardia.<br />
Dopo il convegno tenutosi a Milano il<br />
15/12/2009 “Lombardia per la Salute<br />
Mentale”– Sviluppo e Innovazione dei<br />
Mo<strong>del</strong>li clinico-organizzativi in psichiatria<br />
dove è stato fatto il punto sulle politiche<br />
attuali in tema di Salute Mentale, il<br />
gruppo ha raggiunto un altro obiettivo<br />
rispetto alle azioni innovative promosse<br />
dalla Regione Lombardia ed ha formulato<br />
le prospettive di lavoro per il <strong>2010</strong>.<br />
GLI INFERMIERI DELLA MENTE<br />
HANNO SPICCATO IL VOLO<br />
Resoconto <strong>del</strong> Convegno Regionale (Treviglio 4 Dicembre 2009)<br />
e <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong> gruppo di lavoro regionale.<br />
“La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, <strong>del</strong> volo, altro che<br />
le nozioni elementari: gli basta arrivare alla costa e dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per<br />
la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare”.<br />
A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare.<br />
Più di ogni altra cosa al mondo.<br />
“Ciascuno di noi è, in verità, ..., una a Jonathan Livingston piaceva vibrare nel cielo infinita<br />
idea di libertà, senza limiti - spiegava loro Jonathan - ... e il volo di precisione è un<br />
passo avanti verso l’espressione <strong>del</strong>la nostra vera natura: Noi dobbiamo lasciar perdere,<br />
scavalcare tutto ciò che ci limita ... e scavalcare tutto ciò che intralcia, che si oppone alla<br />
libertà, vuoi superstizioni, vuoi antiche abitudini, vuoi qualsiasi altra forma di schiavitù”.<br />
ABSTRACT<br />
The nurses’s mental health commission<br />
in Lombardia, Italy, opened its door in<br />
November 2006, with the agency by<br />
Coordinamento Collegi <strong>IPASVI</strong> to think<br />
strategies, objectives and actions to<br />
safeguard health and citizenship rights<br />
of people with mental disorders. It organized<br />
a Regional Conference co validated<br />
CME in Treviglio (BG) on December<br />
4th , 2009 us.<br />
-The conference had as main goals;<br />
-To introduce and share the activity<br />
done by the Commission in the three<br />
years before;<br />
-To increase the nurses’ favour and participation<br />
to the working group which<br />
will be named “Nurse of the Mind.”<br />
/“Infermieri Della Mente”.<br />
-to encourage nurses’ growth, professionally<br />
and culturally (morally) through<br />
confrontation between different experience<br />
within the psychiatric services in<br />
Lombardia.<br />
The working group “Infermieri Della<br />
Notte” went one step further thanks to a<br />
conference named “Lombardia per la<br />
Salute Mentale - development and innovation<br />
for clinical and organizational<br />
mo<strong>del</strong>s used in psychiatry” which had<br />
place in Milan on december 15th 2009;<br />
The theme treated was the modern policy<br />
in mental health field.<br />
It is ready the working plane for year<br />
<strong>2010</strong>.<br />
da “IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON” di Richard Bach<br />
Il famoso romanzo “Il gabbiano Jonathan<br />
Livingston”di Richard Bach rappresenta<br />
una guida ideale per chi ha la forza<br />
di ubbidire alla propria legge interiore<br />
quando sa di essere nel giusto e prova un<br />
piacere particolare nel fare bene le cose a<br />
cui si dedica<br />
E Jonathan è quel vivido piccolo fuoco<br />
che arde in tutti noi, che vive solo per quei<br />
momenti in cui tentiamo di raggiungere la<br />
perfezione<br />
Quando “le cose a cui ci si dedica” sono<br />
l’UOMO e la sua esistenza è un dovere<br />
morale ed etico portare fuori il vero Gabbiano<br />
Jonathan “che vive nel profondo di<br />
noi tutti”<br />
PREMESSA<br />
Il convegno regionale tenutosi a Treviglio<br />
il 4 Dicembre 2009: INFERMIERI DI<br />
SALUTE MENTALE: prove di volo, è stata<br />
una prima occasione per capire se c’è negli<br />
infermieri lombardi impegnati nel complesso<br />
ambito <strong>del</strong>la salute mentale/psichiatria,<br />
la necessità e la voglia di intraprendere<br />
un percorso sicuramente ambizioso<br />
ma non impossibile per alimentare<br />
quel piccolo fuoco e permettere a più<br />
“gabbiani” di spiccare il volo.<br />
Il convegno ha ottenuto il patrocinio<br />
<strong>del</strong>la Regione Lombardia e <strong>del</strong>la Federazione<br />
Nazionale Collegi <strong>IPASVI</strong>.<br />
Non può essere tralasciata la preziosa<br />
collaborazione e disponibilità <strong>del</strong>l’Associazione<br />
locale Il Girasole Onlus e <strong>del</strong>l’Istituto<br />
di Credito Cassa Rurale.<br />
Un ringraziamento all’Azienda Ospedaliera<br />
di Lodi quale provider per l’accreditamento<br />
ECM <strong>del</strong>l’evento formativo nella<br />
persona <strong>del</strong> Dr. Lucio Raimondi.
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
Grazie al Dott. Giorgio Cerati (Psichiatra<br />
– Direttore D.S.M.A.O. Ospedale Civile di<br />
Legnano) rappresentante nell’occasione<br />
<strong>del</strong>la Regione Lombardia (Comitato Tecnico<br />
Regionale per l’Innovazione in Salute<br />
Mentale) per la presenza e per aver sostenuto<br />
in modo forte e chiaro l’importanza<br />
<strong>del</strong>la figura infermieristica nell’ambito sanitario<br />
in generale e nella fattispecie, in<br />
un’area <strong>del</strong>icata e complessa quale è<br />
quella <strong>del</strong>la salute mentale.<br />
Ancora un grazie al Dott. Ernesto Muggia<br />
che ha rappresentato l’U.R.A.S.A.M.<br />
(Unione Regionale Associazioni per la Salute<br />
Mentale) e che oltre a potare i saluti<br />
<strong>del</strong> Presidente Canzian Valerio, ha offerto<br />
contributi straordinari “tirati fuori” dalla sua<br />
personale esperienza nel settore <strong>del</strong>la psichiatria<br />
più sociale.<br />
Il richiamo a ”ubbidire alla propria legge<br />
interiore quando sa di essere nel giusto e<br />
prova un piacere particolare nel fare bene<br />
le cose a cui si dedica” ci è particolarmente<br />
caro – nelle stesse parole di Canzian –<br />
soprattutto in in questi tempi difficili, in cui<br />
l’etica individuale è messa a così dura prova.<br />
L’Associazione URASAM Lombardia, fa<br />
risaltare l’importanza dei temi trattati nel<br />
Convegno, temi definiti “scottanti” in un<br />
ambito, quello <strong>del</strong>la Salute Mentale che a<br />
loro parere in Lombardia, naviga in cattive<br />
acque e necessita di un vento nuovo, simile<br />
a quello che è soffiato ai tempi di Basaglia.<br />
Da queste riflessioni, il loro augurio a<br />
noi per un buon lavoro futuro ma anche un<br />
GRANDE GRAZIE per il lavoro oscuro e<br />
difficile che svolgiamo.<br />
E grazie al Vescovo di <strong>Pavia</strong> Monsignor<br />
Giovanni Giudici per le parole, giunte tramite<br />
lettere autografata, di grande conforto<br />
morale e spirituale nei confronti degli infermieri<br />
che ogni giorno “sono” nel <strong>del</strong>icato<br />
settore <strong>del</strong>la cura <strong>del</strong>la salute mentale.<br />
E infine … grazie ai colleghi infermieri<br />
intervenuti in qualità di relatori con le esperienze<br />
e le azioni in campo, ma soprattutto<br />
grazie, grazie davvero a tutti i colleghi infermieri<br />
che con una numerosa partecipazione<br />
hanno legittimato questo gruppo a continuare<br />
…<br />
Contenuti<br />
L’evento è stato interamente moderato<br />
da Cesare Moro (Infermiere Coordinatore<br />
e nostro referente in Regione Lombardia).<br />
La prima sessione è stata aperta dal<br />
Dott. Cerati, in rappresentanza <strong>del</strong>la Regione<br />
Lombardia, con la relazione: Linee<br />
di sviluppo <strong>del</strong> Piano Regionale Salute<br />
Mentale 2009-<strong>2010</strong>: quale contributo degli<br />
infermieri per una assistenza di qualità. 1<br />
Il Dott. Cerati, dopo aver ripercorso il<br />
PRSM (Piano Regionale per la Salute Mentale)<br />
lombardo nel quinquennio dal 2004<br />
al 2009, ha esposto i programmi (e loro finanziamenti)<br />
innovativi (dimensione clinica-organizzativa)<br />
e gli obiettivi <strong>del</strong> triennio<br />
2009-2011. Partendo e confermando il metodo<br />
di lavoro per progetti, una innovazione<br />
riguarda la sperimentazione di nuove<br />
AREE CLINICHE: interventi precoci che richiama<br />
uno dei cardini <strong>del</strong>la sanità italiana,<br />
la prevenzione secondaria; inserimenti<br />
lavorativi; attenzione ai disturbi comuniemergenti<br />
(p.e. ansia e depressione nell’adulto<br />
e nell’anziano, disturbi di personalità<br />
e <strong>del</strong>l’alimentazione);aree di confine<br />
(cioè quei quadri complessi con rilievo<br />
comportamentale e sociale). Altra innovazione,<br />
l’integrazione pubblico-privato per<br />
costruire efficaci mo<strong>del</strong>li di assistenza, costruire<br />
e/o ri-costruire il rapporto con la rete<br />
comunitaria e quindi i soggetti non istituzionali<br />
e costruire soprattutto: flessibilità.<br />
GLI OBIETTIVI 2009-2011 sono stati così<br />
sintetizzati:<br />
il potenziamento <strong>del</strong>le attività territoriali<br />
in termini sia di accessibilità (risorse)<br />
che di specificità dei percorsi di cura<br />
l’integrazione <strong>del</strong>le risorse e lo sviluppo<br />
dei programmi nell’ambito <strong>del</strong>l’OCSM,<br />
specie nelle aree di confine (adolescenza,<br />
dipendenze, emergenza: DSM / Npia,<br />
Sert, acuzie in comorbidità)<br />
la stabilizzazione all’interno <strong>del</strong> sistema<br />
sanitario regionale dei programmi<br />
innovativi residenziali e di “residenzialità<br />
leggera” avviati<br />
la destinazione di risorse aggiuntive nel<br />
2009 dedicate all’area <strong>del</strong>l’innovazione territoriale<br />
e di qualità / formazione in salute<br />
mentale<br />
Sono state tracciate le TAPPE DI UN<br />
PERCORSO CLINICO:<br />
Primo contatto, invio, richiesta<br />
Colloquio clinico di valutazione diagnostica<br />
- nosografica e psicopatologica<br />
- funzionale e dinamica<br />
- <strong>del</strong>le risorse e resistenze <strong>del</strong> paziente<br />
Proposta di trattamento<br />
- farmacologico<br />
- psicoterapeutico<br />
- riabilitativo e assistenziale<br />
Presa in carico<br />
- formulazione e gestione <strong>del</strong> programma<br />
in équipe<br />
- intervento a lungo termine<br />
- utilizzo <strong>del</strong>le risorse interne ed esterne<br />
all’équipe.<br />
Centrale è LA PRESA IN CARICO quale<br />
trattamento integrato che prevede la figura<br />
<strong>del</strong> CASE MANAGER COMUNITARIO<br />
(ha responsabilità nel PTI Piani di trattamento<br />
individuale) il garante <strong>del</strong>la “presa<br />
in carico”, il referente complessivo <strong>del</strong><br />
progetto che, all’interno di una relazione<br />
significativa con il paziente, assume una<br />
11 PAGINA<br />
funzione specifica di monitoraggio <strong>del</strong> percorso<br />
e ne favorisce l’integrazione. È ben<br />
presente in Regione Lombardia l’importanza<br />
di formare questa figura e renderne<br />
spendibile il ruolo clinico e professionale,<br />
non solo organizzativo.<br />
I pilastri <strong>del</strong> trattamento integrato sono:<br />
Strutturazione di un forte progetto che<br />
chiede a più forze (non soltanto istituzionali)<br />
di scendere in campo<br />
Accoglienza<br />
Continuità<br />
Evoluzione Emancipatoria<br />
Uso di tutte le Risorse Disponibili<br />
Interesse Clinico Organizzativo Reale<br />
L’infermiere, ha precisato il Dott. Cerati,<br />
è sicuramente il professionista che più di<br />
ogni altro può agire il ruolo do CASE MA-<br />
NAGER, per le specificità <strong>del</strong>la professione<br />
stessa centrata sulla persona(utente) e<br />
sui suoi bisogni, orientata alla relazione terapeutica<br />
con il paziente/utente per sostenere<br />
i suoi aspetti deficitari e migliorare il<br />
funzionamento psicosociale.<br />
Il lavoro terapeutico basato sul case<br />
management si rivolge al singolo caso,<br />
consente l’integrazione dei diversi soggetti<br />
e aree di attività <strong>del</strong> progetto di cura favorendo,<br />
la continuità al PTI (Piano di Trattamento<br />
Individuale).<br />
Per tutto questo, la Regione Lombardia<br />
assumerà l’impegno rispetto a:<br />
Formazione case manager e strumenti<br />
di intervento<br />
Qualità e accreditamento professionale<br />
Area educativa/formativa con le associazioni<br />
Area <strong>del</strong>la valutazione esiti e qualità<br />
dei servizi<br />
Il convegno: Lombardia per la Salute<br />
Mentale – Sviluppo e Innovazione dei Mo<strong>del</strong>li<br />
clinico-organizzativi in Psichiatria tenutosi<br />
a Milano, il 15/12/2009 ha infatti<br />
analizzato i mo<strong>del</strong>li proposti dal Piano Regionale<br />
e le azioni regionali avviate per<br />
una riqualificazione dei percorsi clinici, per<br />
rispondere alla sfida <strong>del</strong>l’integrazione socio-sanitaria<br />
e per avviare azioni innovative<br />
sul tema <strong>del</strong>la Salute Mentale.<br />
È stato chiaramente espresso al Dott.<br />
Cerati che gli INFERMIERI hanno un ruolo<br />
predominante in questo scenario in cui si<br />
punta a NUOVI MODELLI DI ASSISTENZA<br />
in risposta ai bisogni <strong>del</strong>l’utenza psichiatrica;<br />
il punto di forza resta LA FORMAZIO-<br />
NE.<br />
Gli infermieri <strong>del</strong>la Lombardia tra criticità<br />
e prospettive: analisi di un’indagine svolta<br />
nei D.S.M. <strong>del</strong>la Regione Lombardia 2<br />
Anna Maria Bergonzi e Annamaria<br />
Tanzi referenti per la Provincia di <strong>Pavia</strong><br />
<strong>del</strong>la Commissione Infermieri Area Salute<br />
Mentale <strong>del</strong>la Regione Lombardia, hanno
12 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
presentato nella seconda relazione, il resoconto<br />
<strong>del</strong> lavoro svolto nei mesi di Maggio<br />
e Giugno 2007 quando in un’unica<br />
soluzione, è stato somministrato a tutto il<br />
personale infermieristico impegnato in<br />
questo ambito nella Regione, un questionario<br />
per raccogliere i dati qualitativi e numerici<br />
per la stesura di una mappatura <strong>del</strong>la<br />
realtà regionale e fare una prima valutazione<br />
<strong>del</strong> bisogno formativo degli infermieri<br />
individuando quattro aree principali.<br />
È stato evidenziato che questo lavoro,<br />
punto di partenza per la commissione, ha<br />
rappresentato un importante momento di<br />
incontro, confronto e crescita professionale;<br />
una necessità diretta al continuo miglioramento<br />
<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l’assistenza<br />
infermieristica che a sua volta configura un<br />
diritto <strong>del</strong> cittadino ed un dovere <strong>del</strong>l’infermiere<br />
ma anche una sfida, perché gli infermieri<br />
siano protagonisti in un settore <strong>del</strong>icato<br />
e complesso come quello <strong>del</strong>la Psichiatria<br />
dove sin d’ora, la richiesta <strong>del</strong> nostro<br />
contributo, è sempre stata marginale<br />
seppur risultiamo essere il punto nevralgico<br />
<strong>del</strong> sistema.<br />
Questa prima fase relativa alla somministrazione<br />
<strong>del</strong> questionario ha consentito di<br />
raggiungere importanti risultati:<br />
La presenza infermieristica ai tavoli tecnici<br />
<strong>del</strong>la Regione Lombardia per la formazione<br />
in area psichiatrica<br />
L’attenzione alla formazione per gli infermieri<br />
neo-assunti in psichiatria<br />
E non da ultimo …<br />
La collaborazione e patrocinio <strong>del</strong>la Regione<br />
Lombardia alla realizzazione di questo<br />
Convegno Regionale<br />
La commissione ritiene che i risultati ottenuti<br />
rappresentano contributi preziosi<br />
per riflettere su diversi aspetti <strong>del</strong>l’assistenza<br />
infermieristica in ambito psichiatrico<br />
e possono diventare la “spinta motivazionale”<br />
a migliorare la formazione professionale<br />
degli infermieri.<br />
Una tappa inevitabile: la contenzione fisica.<br />
Aspetti etici e giuridici alla luce <strong>del</strong><br />
nuovo Codice Deontologico.<br />
L’elaborazione dei questionari ha restituito<br />
al gruppo di lavoro un primo argomento<br />
da affrontare, quello relativo alla<br />
contenzione fisica e alla responsabilità<br />
professionale.<br />
La contenzione, purtroppo, tutt’oggi è<br />
utilizzata non solo in psichiatria ma anche<br />
in altri ambiti sanitari quali geriatria, rianimazione,<br />
RSA, neuropsichiatria infantile<br />
ecc.; dove spesso è applicata senza controllo.<br />
Il gruppo di lavoro punta essenzialmente<br />
alla revisione di eventuali linee guida rispetto<br />
a questa pratica per iniziare a costruire<br />
una bozza di protocollo, che possa<br />
essere la guida per scrivere le procedure<br />
inerenti.<br />
La possibilità di mettere in campo tale<br />
proposta, richiede indubbiamente il coinvolgimento<br />
diretto degli infermieri operanti<br />
nell’ambito specifico, un coinvolgimento<br />
con la prospettiva però <strong>del</strong> superamento<br />
graduale di queste pratiche. A tal fine, uno<br />
degli obiettivi in cantiere per il <strong>2010</strong> è quello<br />
di riunire “un tavolo di lavoro”, per poter<br />
giungere, attraverso una collaborazione<br />
attiva tra Regione Lombardia e Collegi IPA-<br />
SVI alla istituzione di un Osservatorio Regionale<br />
per l’Area <strong>del</strong>la Salute Mentale.<br />
Tale organismo potrebbe avere il compito<br />
di studiare e emanare linee guida/protocolli<br />
(uniformi nei D.S.M. lombardi)<br />
negli ambiti <strong>del</strong>l’assistenza infermieristica<br />
di interesse e di monitorarne la effettiva<br />
e corretta applicazione all’interno dei<br />
DSM per migliorare la qualità <strong>del</strong>l’assistenza<br />
e valorizzare la professione infermieristica<br />
favorendo nel contempo la tutela vera<br />
<strong>del</strong> cittadino afferente ai servizi. La relazione<br />
sugli aspetti etici e giuridici <strong>del</strong>la<br />
contenzione fisica alla luce <strong>del</strong> nuovo Codice<br />
Deontologico degli Infermieri, è stata<br />
centrata sulla formazione, sulle conoscenze<br />
scientifiche, sulle competenze professionali<br />
(in primis la relazione terapeutica<br />
d’aiuto), gli strumenti per eccellenza che<br />
possono favorire anche il superamento di<br />
certe logiche “non sempre condivisibili”<br />
nell’ambito <strong>del</strong>la psichiatria.<br />
Tutte le forme di contenimento (fisico,<br />
farmacologico, psicologico/relazionale)<br />
<strong>del</strong>la persona, sono materia <strong>del</strong>icata e<br />
controversa; la relazione ha permesso di<br />
focalizzare tutta una normativa che lascia<br />
l’operatività in psichiatria in bilico tra la<br />
norma e l’antinorma, restano aperte questioni<br />
etiche e morali di ieri e di oggi che rimandano<br />
ai diritti umani <strong>del</strong>le persone malate.<br />
La seconda sessione, ha ospitato alcune<br />
esperienze sul campo, esperienze<br />
consolidate di nursing psichiatrico che afferma<br />
con forza l’approccio relazionale nel<br />
proprio ambito e anche in tutta la Disciplina<br />
Infermieristica.<br />
Questi percorsi infermieristici, l’esperienza<br />
di Triage (associato alla prima visita)<br />
nel CPS di Cuggiono (Milano), il metodo<br />
non restraint <strong>del</strong>l’SPDC di Mantova, la<br />
riflessione antropologica sull’infermiere in<br />
psichiatria ex guardiano dei matti, rimandano<br />
a nuovi comportamenti mentali ed<br />
operativi che si devono identificare nel<br />
PROCESSO RELAZIONALE, il LAVORO<br />
D’EQUIPE, la PROGETTAZIONE <strong>del</strong> LA-<br />
VORO TERAPEUTICO.<br />
Duilio Loi, ha chiuso la sessione pomeridiana<br />
con la relazione:<br />
Nuovi e possibili orizzonti nelle strategie<br />
assistenziali alternative alla contenzione 3<br />
È stato precisato sin nella premessa<br />
che la contenzione è un fenomeno che a livello<br />
macro, apparentemente, non sembra<br />
essere cambiato molto, se lo si osserva<br />
nelle sue frange localistiche, si possono<br />
notare una serie di movimenti e turbolenze<br />
interessanti.<br />
L’intervento ha offerto uno spazio di riflessione<br />
e di interrogativi forti su un fenomeno<br />
complesso che incorpora diversi<br />
aspetti e valenze, un luogo dove trovano<br />
convergenza e si concatenano valori di tipo<br />
etico, giuridico professionale e soprattutto<br />
formativo. Un fenomeno però che facilmente<br />
può generare esaltazioni e integralismi,<br />
può far alzare barricate e schieramenti<br />
rigidi su almeno due diverse posizioni:<br />
la contenzione sì, la contenzione no. In<br />
ogni caso non è così che si può affrontare<br />
il problema con serietà.<br />
Sono state evidenziate e rimarcate le<br />
implicazioni giuridiche ed etico-deontologiche<br />
nell’uso dei trattamenti coercitivi.<br />
È stato ricordato che sul territorio italiano,<br />
le situazioni rispetto all’uso dei mezzi<br />
coercitivi sono molto diversificate per cui<br />
ci sono equipe orientate sull’assoluto<br />
non ricorso alla contenzione con reparti<br />
aperti e altre meno orientate in tal senso e<br />
con i reparti chiusi.<br />
È stato puntualizzato che questo fenomeno<br />
non è un problema <strong>del</strong> singolo servizio<br />
o <strong>del</strong> singolo infermiere ma è un fenomeno<br />
sociale e culturale che riguarda tutti.<br />
In ambito professionale, solo lavorando<br />
secondo evidenza scientifica (terapeuticità/effetti<br />
negativi) e prove di efficacia, si<br />
può tentare di giustificare o meno il nostro<br />
agire.<br />
Le conclusioni <strong>del</strong>l’intervento e di una<br />
fortunata giornata di studio riguardano il<br />
tentativo che la professione può fare per<br />
andare “oltre”:<br />
Andiamo “oltre”, includendo il Risk<br />
Management<br />
…utilizzando gli episodi di contenzione<br />
come eventi sentinella<br />
…imparando dall’errore<br />
…attivando la rimozione <strong>del</strong>la cultura<br />
“no blame”<br />
…formandoci<br />
…supporto permanente formativo/informativo<br />
(specifico fabbisogno locale/sviluppo<br />
competenza relazionale farmacologica/formazione<br />
di base e complementare…)<br />
…attivazione “reale” <strong>del</strong>la rete dei Servizi<br />
…coinvolgimento “attivo” degli stakeholders<br />
…e in ultimo, “misurando gli esiti”<br />
…monitoraggio permanente dei risultati<br />
(stato <strong>del</strong>l’arte)<br />
…comparazione temporale (evolutività)
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
…reportistica negoziale agli stakeholders<br />
Andare “oltre” però, necessita di azioni<br />
concrete e coerenti.<br />
Sviluppi <strong>del</strong>l’Attività<br />
Il gruppo di lavoro <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>la salute<br />
mentale per l’anno in corso ha raggiunto<br />
un altro risultato: il referente infermieristico<br />
in Regione Cesare Moro, è stato convocato<br />
al TAVOLO TECNICO per la discussione<br />
<strong>del</strong> primo impegno assunto dalla Regione<br />
Lombardia per l’ambito <strong>del</strong>la Salute Mentale<br />
che riguarda la Formazione case manager<br />
e strumenti di intervento. Da Maggio<br />
saranno formati 150 case manager, 1<br />
per CPS (Centro Psico Sociale), attraverso<br />
5 edizioni che partiranno insieme e si concluderanno<br />
in autunno. A seguito di questa<br />
fase formativa e con i nuovi case manager,<br />
sarà dato mandato alle ASL di organizzare<br />
nuclei di formazione locale, l’idea è<br />
di condividere il più possibile il progetto e<br />
per questo, il mandato riguarda in prima<br />
battuta le ASL e non le A.O. (Aziende<br />
Ospedaliere). Il referente infermieristico<br />
per il nostro gruppo di lavoro Cesare Moro<br />
ha chiesto a IREF di convocare i responsabili<br />
dei CPS, i coordinatori, i RID<br />
entro Aprile con tutto il materiale documentativi<br />
in uso e compilato (soprattutto il<br />
PTI – Piano Terapeutico Individuale dove è<br />
prevista l’assunzione di responsabilità <strong>del</strong><br />
case manager); i coordinatori saranno<br />
chiamati anche ad indicare due operatori,<br />
l’uno da formare, l’altro possibilmente già<br />
formato case manager in qualità di tutor<br />
d’aula in uno <strong>del</strong>le edizioni. Infatti, IREF ha<br />
chiesto di avere due tutor d’aula per edizione,<br />
in totale 10 professionisti e possibilmente<br />
infermieri.<br />
CONCLUSIONI<br />
Gli infermieri <strong>del</strong>la mente hanno così<br />
concluso quattro anni di lavoro che hanno<br />
visto continuità, impegno e una grande<br />
motivazione a proseguire in questo percorso<br />
di incontro e confronto tra gli infermieri<br />
lombardi <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>la salute mentale.<br />
Alla luce di quanto esposto, sono stati<br />
messi in cantiere per il <strong>2010</strong> i seguenti<br />
obiettivi:<br />
Riproposizione <strong>del</strong> Convegno Regionale<br />
in Autunno a Lecco per allargare il<br />
consenso e la riflessione su alcuni temi,<br />
degli infermieri <strong>del</strong>l’area salute mentale<br />
<strong>del</strong>la regione Lombardia. Si lavorerà sull’accoglienza,<br />
la presa in carico, la continuità<br />
terapeutica, concetti che declinati in<br />
modo corretto nella pratica possono contrastare<br />
le logiche contenitive. L’organizzazione<br />
sarà curata da Attilio Meoli, referente<br />
per Monza.<br />
FORMAZIONE: organizzazione corsi<br />
per neo-assunti nell’area psichiatrica a cu-<br />
ra <strong>del</strong> gruppo “Infermieri <strong>del</strong>la Mente” con<br />
partenza agli inizi <strong>del</strong> 2011.<br />
Creazione di un sito “INFERMIERI DEL-<br />
LA MENTE” a cura di Walter Masseroni, referente<br />
per Melegnano.<br />
Revisione <strong>del</strong>le linee guida in materia<br />
di contenzione e suicidio in psichiatria per<br />
preparare la bozza di un protocollo da presentare<br />
al Convegno Regionale a chi rappresenterà<br />
la Regione Lombardia. Questo<br />
progetto è il tentativo di far partire un protocollo<br />
unico per la Regione Lombardia<br />
che possa essere guida obbligata per la<br />
scrittura <strong>del</strong>le procedure nei Dipartimenti<br />
di Salute Mentale (D.S.M.). I referenti principali<br />
per questo lavoro saranno: Lorena<br />
Bellini (Mantova), Daniela Masussi (Brescia),<br />
Vanna Poli (Cremona), Annamaria<br />
Tanzi (<strong>Pavia</strong>).<br />
Quest’ultimo obiettivo si impone vista la<br />
<strong>del</strong>icatezza <strong>del</strong>la materia trattata che “localmente”<br />
nella Regione, è stata organizzata<br />
in protocolli aziendali talora discutibili<br />
(sebbene si stia procedendo ad una prima<br />
revisione) perché poco centrati sulla “persona”<br />
e sul rispetto <strong>del</strong>la sua dignità e verosimilmente,<br />
molto vicini ad un processo<br />
di assistenza di vecchia matrice “custodialistica”<br />
e manicomiale.<br />
Lo sforzo di molti produce risultati<br />
migliori <strong>del</strong>l’impegno di uno solo<br />
Omero<br />
Bibliografia<br />
13 PAGINA<br />
1 Cerati G, Linee di sviluppo <strong>del</strong> piano regionale<br />
salute mentale 2009 - 2011:<br />
quale contributo degli infermieri per<br />
una assistenza di qualità: presentato al<br />
convegno regionale infermieri di salute<br />
mentale: prove di volo il 4 dicembre<br />
2009 a Treviglio<br />
2 Bergonzi AM, Tanzi AM, Gli infermieri<br />
<strong>del</strong>la Lombardia tra criticità e prospettive:<br />
analisi di un’indagine svolta nei<br />
D.S.M. <strong>del</strong>la regione Lombardia: presentato<br />
al convegno regionale infermieri<br />
di salute mentale: prove di volo il<br />
4 dicembre 2009 a Treviglio<br />
3 Loi D, Nuovi e possibili orizzonti nelle<br />
strategie assistenziali alternative alla<br />
contenzione: presentato al convegno<br />
regionale infermieri di salute mentale:<br />
prove di volo il 4 dicembre 2009 a Treviglio
14 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong>
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
Note di segreteria<br />
Si ricorda a tutti gli iscritti che, a inizio anno, è stato inviato il bollettino<br />
MAV per il pagamento d’iscrizione all’Albo. Il pagamento doveva<br />
essere effettuato entro il 28/02/<strong>2010</strong>. Chi non ha ancora provveduto<br />
al pagamento è invitato a effettuarlo nel più breve tempo possibile,<br />
onde evitare sanzioni. Si ricorda che il mancato pagamento <strong>del</strong>la quota<br />
annuale comporta l’impossibilità da parte <strong>del</strong>la segreteria al rilascio<br />
di alcuna certificazione eventualmente richiesta. Chi non avesse ricevuto<br />
il bollettino MAV per l’anno <strong>2010</strong>, o l’avesse smarrito, deve rivolgersi<br />
immediatamente alla segreteria <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> per l’emissione<br />
<strong>del</strong> MAV sostitutivo.<br />
L’autore<br />
* Infermiera<br />
Comunità Torchietto<br />
Azienda Ospedaliera di <strong>Pavia</strong><br />
Consigliere <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> <strong>Pavia</strong><br />
15 PAGINA
16 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
* Emanuela Cattaneo<br />
** Simona Cattaneo<br />
** Maria Luisa Falconi<br />
RIASSUNTO<br />
Florence Nightingale, in occasione <strong>del</strong>la<br />
commemorazione <strong>del</strong> centenario<br />
<strong>del</strong>la sua scomparsa proponiamo un<br />
breve ricordo <strong>del</strong>la sua vita e <strong>del</strong>le sue<br />
idee.<br />
L’articolo vuole ricordare la sua totale<br />
dedizione al lavoro <strong>del</strong>l’infermiera e<br />
l’importanza che ha rivestito nella nascita<br />
<strong>del</strong> nursing moderno.<br />
ABSTRACT<br />
For the commemoration of hundred<br />
years after Florence Nightingale’s<br />
death, we propose a brief memory of<br />
her life and her ideas.<br />
This section wants to remember her total<br />
dedication to the Nursing work and<br />
the great importance for the creation of<br />
the modern nursing system.<br />
NATA CON LE ALI<br />
“Quando si è nati con le ali, si deve in<br />
ogni modo usarle”<br />
Florence Nightingale<br />
Florence Nightingale nacque il 12 maggio<br />
<strong>del</strong> 1820 nella bella antica Villa Colombaia<br />
di Firenze, da una ricca famiglia inglese,<br />
in un epoca di cambiamenti che investì<br />
tutta l‘Europa ed in particolare l’Inghilterra<br />
(rivoluzione industriale).<br />
Fin da piccina essa rivelò un’intelligenza<br />
non comune e un carattere ben definito<br />
e molto diverso da quello <strong>del</strong>la madre e<br />
<strong>del</strong>la sorella che amavano la vita mondana,<br />
gli inviti e i ricevimenti.<br />
Florence, invece, era più affine al padre,<br />
uomo solitario e molto colto.<br />
Durante la sua giovinezza insieme ai<br />
genitori, viaggiò per tutta l’Europa e completò<br />
i suoi studi imparando il greco, il latino,<br />
il francese, l’italiano, la storia, la filosofia,<br />
la musica e il disegno, la matematica e<br />
la scrittura.<br />
Questo le diede la possibilità di costruirsi<br />
un bagaglio culturale sorprendente e sicuramente<br />
insolito, che in seguito le tornò<br />
utile nello svolgimento <strong>del</strong>la professione<br />
infermieristica.<br />
Il fatto di appartenere all’alta società inglese<br />
le permise di mantenere per tutta la<br />
vita contatti con il mondo <strong>del</strong>la politica e di<br />
sfruttare queste conoscenze nel momento<br />
<strong>del</strong> bisogno.<br />
Ella capì ben presto di essere una di<br />
quelle donne per le quali Dio aveva stabilito<br />
qualcosa di unico, a differenza <strong>del</strong>le<br />
coetanee e animata da una profonda fede<br />
religiosa Florence volle rendersi utile al<br />
prossimo e si orientò verso il lavoro in<br />
ospedale esprimendo<br />
da subito il bisogno di<br />
fare l’infermiera, non<br />
senza ricevere una<br />
forte opposizione da<br />
parte dei familiari che<br />
consideravano il lavoro<br />
<strong>del</strong>le infermiere <strong>del</strong><br />
tempo, un mestiere<br />
non ritenuto adatto a<br />
signorine di buona famiglia;<br />
infatti le infermiere<br />
<strong>del</strong>l’epoca non<br />
avevano nessuna<br />
preparazione specifica,<br />
si trattava fre-<br />
quentemente di donne ignoranti, rozze,<br />
dedite all’ubriachezza e alla promiscuità.<br />
Florence decise di perseguire il suo<br />
obiettivo che era quello di lavorare al cospetto<br />
dei sofferenti e si preparò in campo<br />
sanitario leggendo libri di medicina e visitando<br />
gli ospedali di Londra. Iniziò a prestare<br />
assistenza ai bambini degli slums.<br />
Nel 1851 si recò per 3 mesi a Kaiserswerth<br />
in Germania, presso il locale Istituto<br />
<strong>del</strong>l’ordine protestante <strong>del</strong>le diaconesse,<br />
dalle quali però non apprese quello<br />
che si aspettava.<br />
Florence Nightingale avrà modo, nel<br />
1853 di osservare una migliore pratica infermieristica<br />
e una buona organizzazione<br />
ospedaliera negli ospedali di Parigi, dove<br />
con l’appoggio di un sacerdote cattolico,<br />
padre Manning, poté mettersi in contatto<br />
con ordini religiosi di lunga esperienza<br />
ospedaliera quali le suore <strong>del</strong>la Carità.<br />
Il soggiorno a Parigi le fu di grandissima<br />
utilità, perché con l’autorizzazione <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />
<strong>del</strong>l’Assistenza Pubblica,<br />
ebbe libero ingresso nelle case di ricovero<br />
e negli ospedali e poté seguire i medici<br />
nelle loro visite approfondendo la sua<br />
formazione sia dal punto di vista sanitario<br />
che organizzativo e amministrativo.<br />
Tornata a Londra nel 1853 ottenne il primo<br />
impiego in un Istituto per signore malate,<br />
presso il quale lei aveva il compito di<br />
sorvegliare il personale infermieristico e di<br />
apportare migliorie tecniche e sanitarie al<br />
luogo. Ricordiamo fra le migliorie l’introduzione<br />
<strong>del</strong> montacarichi per le vivande e<br />
l’acqua calda e fredda nei piani, l’organizzazione<br />
<strong>del</strong>la cucina e <strong>del</strong> guardaroba.<br />
Dopo varie vicende la vita di Florence
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
subì una svolta a seguito <strong>del</strong>lo scoppio<br />
<strong>del</strong>la guerra di Crimea (1853-1856).<br />
La guerra si rivelò per le truppe inglesi<br />
molto più difficile e aspra di quanto previsto,<br />
tanto che la situazione precipitò e portò<br />
il governo e l’opinione pubblica all’interessamento<br />
di una <strong>del</strong>le necessità più urgenti<br />
per i soldati al fronte che era proprio<br />
quella di un miglioramento <strong>del</strong>l’assistenza<br />
infermieristica.<br />
Nel 1854 Florence venne formalmente<br />
invitata dal Ministro <strong>del</strong>la guerra inglese<br />
Sidney Herbert a reclutare un corpo di infermiere<br />
ben addestrate per guidarle all’ospedale<br />
militare di Scutari sul Bosforo.<br />
Il 21 ottobre <strong>del</strong> 1859 accompagnata da<br />
38 infermiere tra le quali facevano parte<br />
anche alcune religiose da lei selezionate,<br />
Florence partì per la Turchia.<br />
Al suo arrivo a Scutari Florence trovò all’ospedale<br />
da campo una situazione igienico-sanitaria<br />
disastrosa con le baracche<br />
<strong>del</strong>l’ospedale da campo infestate da pulci<br />
e ratti, le fognature colme di’immondizia,<br />
le condutture <strong>del</strong>le latrine aperte nei corridoi<br />
e nelle corsie dove i malati giacevano<br />
in terra per mancanza di posti letto, in uno<br />
stato di sovraffollamento.<br />
Si rese immediatamente conto che le<br />
attrezzature mediche e chirurgiche erano<br />
inesistenti e che tutto questo era causa di<br />
un indice di mortalità molto elevato pari al<br />
42%.<br />
Tale situazione le permise di mettere in<br />
campo tutto ciò che aveva in precedenza<br />
studiato in materia sanitaria e statistica e<br />
grazie alle sue conoscenze anche in ambito<br />
politico riuscì a migliorare tale situazione<br />
sia dal punto di vista organizzativo che<br />
tecnico approvvigionando l’ospedale da<br />
campo con numerose migliorie, grazie al<br />
denaro fornitole dal Times, da numerosi filantropi<br />
e anche dai suoi fondi privati.<br />
Questo portò al dimezzarsi <strong>del</strong>la mortalità<br />
dei soldati e a vincere l’iniziale diffidenza<br />
dei medici presenti e dei militari che<br />
non vedevano di buon occhio che una<br />
donna entrasse a far parte di un modo dominato<br />
prettamente da uomini.<br />
Durante questa esperienza, Florence risultò<br />
essere una lavoratrice instancabile<br />
organizzando al meglio tutto ciò che le<br />
competeva e riuscendo a far fronte ai tantissimi<br />
feriti che arrivarono dalla battaglia<br />
di Inkerman, di notte andava a far visita ai<br />
suoi malati con l’unica luce di una lampada<br />
ad olio, tanto da essere poi soprannominata<br />
“la donna con la lampada” e “l’angelo<br />
soccorrevole di Crimea”. (le venne<br />
anche dedicata una poesia da Longfellow<br />
“Lo! In that house of misery/ a lady with a<br />
lamp I see).<br />
Al termine <strong>del</strong>la guerra nel luglio <strong>del</strong><br />
1856 tornò a Londra e fu accolta in patria<br />
come un’eroina, ma due anni di lavoro so-<br />
vrumano in Crimea, avevano minato la sua<br />
salute e la costrinsero ad un lungo periodo<br />
di invalidità.<br />
Ristabilitasi grazie al denaro pubblico<br />
fondò la prima scuola per infermiere annessa<br />
all’ospedale St. Thomas di Londra.<br />
La Nightingale si occupò personalmente<br />
di selezionare le iscritte e supervisionare<br />
la loro formazione, il suo scopo fu quello<br />
di fare <strong>del</strong>la professione infermieristica<br />
una professione laica e rispettabile. Il corso<br />
era <strong>del</strong>la durata di un anno ed era impostato<br />
su mo<strong>del</strong>li educativi e formativi basati<br />
sullo zelo e sulla castità (simile ai mo<strong>del</strong>li<br />
religiosi), con controlli <strong>del</strong>la condotta<br />
e con apprendimento di compiti tecnici<br />
molto semplici ed esecutivi.<br />
Dopo l’esempio di Florence con la fondazione<br />
<strong>del</strong>la sua prima scuola vennero<br />
successivamente fondate numerose altre<br />
scuole, in Italia ricordiamo la prima che fu<br />
quella <strong>del</strong>la “Croce Azzurra”di Napoli nel<br />
1896.<br />
Dopo una vita dedicata all’assistenza<br />
<strong>del</strong> sofferente e ai continui studi e pubblicazioni<br />
di testi, Florence morì a Londra nel<br />
suo appartamento il 13 agosto <strong>del</strong> 1910 all’età<br />
di 90 anni dopo aver avuto la soddisfazione<br />
di vedere realizzata la riforma <strong>del</strong>l’assistenza<br />
sanitaria inglese.<br />
Florence Nightingale scrisse numerosi<br />
testi, tra i più famosi ricordiamo: “Cenni<br />
sull’assistenza ai malati” e “Lettere alle infermiere”.<br />
È ritenuta la fondatrice <strong>del</strong> Nursing moderno,<br />
in quanto fu la prima ad applicare il<br />
metodo scientifico all’assistenza infermieristica<br />
attraverso l’utilizzo <strong>del</strong>la ricerca e<br />
<strong>del</strong>la statistica, accanto ad alcuni concetti<br />
decisamente superati ne ricordiamo alcuni<br />
ancora di estrema attualità quale la teoria<br />
ambientale.<br />
I principi fondamentali <strong>del</strong>la teoria di<br />
Florence Nightingale descrivono l’importanza<br />
<strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>l’ambiente come fattore<br />
di salute; ambiente inteso non solo come<br />
spazio fisico, ma anche come ambiente<br />
sociale, psicologico e spirituale.<br />
Nello specifico:<br />
- Ambiente fisico: racchiude tutti gli elementi<br />
fisici che condizionano positivamente<br />
o negativamente il paziente come<br />
ad esempio la ventilazione, il calore, l’ illuminazione,<br />
il rumore e la pulizia.<br />
- Ambiente psicologico: influenzato da<br />
quello che è l’ambiente fisico, si cerca di<br />
stimolare l’utilizzo “<strong>del</strong>la mente” attraverso<br />
la lettura, la comunicazione, il lavoro<br />
manuale e favorendo un ambiente<br />
fisico gradevole. Per Nightingale la comunicazione<br />
assume un ruolo terapeutico<br />
e quindi dovrebbe essere sempre<br />
tranquillizzante e mai affrettata, considerando<br />
sempre l’importanza <strong>del</strong>la persona<br />
con la quale si interagisce.<br />
17 PAGINA<br />
- Ambiente sociale: racchiude i componenti<br />
<strong>del</strong>l’ambiente fisico quali acqua e<br />
aria, la casa in cui vive l’assistito e/o<br />
l’ospedale, il ceto d’appartenenza e una<br />
raccolta dati sulla prevenzione <strong>del</strong>le malattie.<br />
La Nightingale introdusse il concetto di<br />
assistenza olistica e di interazione tra ambiente<br />
e uomo; inoltre la sua teoria si correla<br />
con la teoria di Maslow sulla gerarchia<br />
dei bisogni, individuando prima i bisogni<br />
prioritari e dopo aver verificato il suo soddisfacimento<br />
passare al bisogno successivo.<br />
Nonostante siano passati cento anni<br />
dalla sua morte, le sue teorie risultano essere<br />
ancora attuali e alla base <strong>del</strong>le più<br />
moderne teorie <strong>del</strong> Nursing sviluppatesi in<br />
seguito, a lei dobbiamo la nascita formale<br />
<strong>del</strong>la professione <strong>del</strong>l’infermiere e la nascita<br />
dei luoghi di formazione per tale figura.<br />
La storia <strong>del</strong>l’assistenza infermieristica<br />
prende corpo nell’Inghilterra <strong>del</strong>la rivoluzione<br />
industriale e <strong>del</strong>l’età vittoriana, indicando<br />
il mutamento <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>la donna<br />
in un epoca di profondi cambiamenti e trasformazioni<br />
dei mo<strong>del</strong>li educativi quali<br />
l’istruzione, la società, il lavoro e la famiglia.<br />
L’infermiera rimane in quel epoca ancora<br />
subalterna al medico come la donna lo<br />
era all’uomo, ma i movimenti femminili che<br />
nascono alla fine <strong>del</strong>l’ottocento genereranno<br />
un forte impulso allo sviluppo e all’affermazione<br />
di un identità professionale<br />
e di una figura sempre più autonoma.<br />
Oggi la concezione <strong>del</strong>l’infermiere non<br />
è più legata unicamente alla donna, ma è<br />
divenuta una professione anche maschile<br />
(in Italia dal 1971) e si è avviati verso una<br />
pari dignità professionale con il medico e<br />
con altre figure sanitarie.<br />
Bibliografia e Sitorafia<br />
- Barbagli M, Sotto lo stesso tetto, Il Mulino,<br />
Bologna 1984<br />
- Sironi C, Storia <strong>del</strong>l’assistenza infermieristica,<br />
La Nuova Scientifica, Roma 1991<br />
- Nightingale F, Lettere alle infermiere,<br />
Nuova Editoriale Marinara, Roma<br />
- http://www.infermieri.com<br />
Gli autori<br />
* Segretaria di redazione<br />
Infermiera Divisione di Cardiologia Riabilitativa<br />
Fondazione Salvatore Maugeri <strong>Pavia</strong><br />
** Infermiere<br />
Divisione di Cardiologia Riabilitativa<br />
Fondazione Salvatore Maugeri <strong>Pavia</strong>
18 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
* Silvia Giudici<br />
ASSISTENZA INFERMIERISTICA<br />
IN MEDICINA DEL LAVORO<br />
RIASSUNTO<br />
La medicina <strong>del</strong> lavoro, nata in Italia nel<br />
1700 come una branca <strong>del</strong>la medicina interna,<br />
ha subito nel tempo una costante evoluzione<br />
tale da trasformarsi in una disciplina<br />
scientifica con metodologia e contenuti propri<br />
e caratterizzata da un’impostazione spiccatamente<br />
preventiva.<br />
La responsabilità di tutelare la salute dei<br />
dipendenti nei confronti dei rischi <strong>del</strong> lavoro<br />
attribuita all’imprenditore, ha motivato<br />
i Servizi Sanitari Aziendali ad organizzarsi<br />
secondo un grado assai variabile<br />
di completezza e di efficienza in relazione<br />
al numero degli occupati, alla<br />
entità <strong>del</strong> rischio riscontrabile, alla sensibilità<br />
<strong>del</strong> datore di lavoro.<br />
Un gruppo di lavoro composto da<br />
esperti, dove l’infermiere occupa un<br />
ruolo importante.<br />
Oggi l’infermiere <strong>del</strong> lavoro è un laureato<br />
che ha sviluppato un’esperienza specifica<br />
di formazione aggiuntiva presso<br />
strutture di Medicina <strong>del</strong> Lavoro e che<br />
mantiene elevate le proprie conoscenze<br />
attraverso l’aggiornamento continuo.<br />
I suoi “compiti” sono di prevenzione<br />
<strong>del</strong>le malattie, promozione <strong>del</strong>la salute<br />
e <strong>del</strong>la sicurezza nei luoghi di lavoro,<br />
prima assistenza in caso di lesioni e malori,<br />
osservazione dei rischi occupazionali,<br />
informazione ed educazione dei lavoratori,<br />
registrazione e conduzione<br />
amministrativa di attività ambulatoriali,<br />
conoscenza di leggi e regolamenti. L’infermiere<br />
opera in quattro ambiti: primario,<br />
secondario e terziario.<br />
La cartella infermieristica è lo strumento<br />
per la raccolta di informazioni anamnestiche<br />
e consente di porre il sospetto<br />
<strong>del</strong>l’esistenza di un rapporto tra ambiente<br />
di lavoro (causa) e manifestazione<br />
morbosa (effetto). L’infermiere <strong>del</strong>la<br />
Medicina <strong>del</strong> Lavoro deve operare osservando<br />
competenze, regolamenti,<br />
statuti, profili professionali, codici deontologici.<br />
Ne è esempio il documento denominato<br />
ICOH approvato nel 2002.<br />
La società industriale che ha caratterizzato<br />
lo sviluppo economico e sociale<br />
degli ultimi due secoli ha concluso ormai<br />
da tempo il suo ciclo. Quella attuale<br />
è una società post-industriale contrassegnata<br />
dalla prevalenza <strong>del</strong>le attività<br />
<strong>del</strong> terziario. La Medicina <strong>del</strong> Lavoro<br />
è consapevole di queste trasformazioni<br />
e sfida queste mutazioni rimanendo al<br />
passo con i tempi, attraverso l’aggiornamento<br />
professionale atto a rafforzare<br />
le dinamiche <strong>del</strong>la buona pratica preventiva,<br />
curativa e riabilitativa <strong>del</strong> team<br />
multidisciplinare.<br />
ABSTRACT<br />
Nursing care and occupational medicine<br />
Occupational Medicine, was born in Italy<br />
in 1700 as a branch of internal medicine,<br />
has undergone a steady process<br />
that trasform it into a scientific discipline<br />
with its own content and methodology<br />
and characterized by a markedly advance.<br />
The responsibility to protect the health<br />
of employees against the hazards of the<br />
work entrusted to the employer, has<br />
motivated the occupational health services<br />
to organize themselves in a position<br />
much variability of completeness<br />
and efficienty in relation to the number<br />
of emplyees, the amount of risk found,<br />
the sensitivity of the employer.<br />
Occupational medicine is a working<br />
group of experts, where the the nurse<br />
occupies an important role. Today Nurses<br />
Occupational Medicine is a graduate<br />
who has developed an expertise of additional<br />
training at facilities of Occupational<br />
Medicine and maintains elevated<br />
their skills through further training. His<br />
duties are varied and relate to diseases<br />
prevention, health promotion, safety in<br />
the workplace, first aid for accident and<br />
sicknesses, observation of occupational<br />
hazards, information and educational of<br />
employees, conducting administrative<br />
activities outpatient knowledge of laws<br />
and regulations. The nurse works in four<br />
areas: primary, secondary and tertiary.<br />
Forder nursing is the tool for collecting<br />
anamnestic information and allows you<br />
to put the suspicion of existence of a relationship<br />
between work environment<br />
(the case) and morbic event (effect).<br />
Nurse Occupational Medicine should<br />
work observing skills, regulations, statutes,<br />
professional profiles, codes of<br />
conduct. One example is the document<br />
known as ICOH approved in 2002.<br />
Industrial society that characterized the<br />
economic and social development of the<br />
last two centuries has long since finished<br />
its cycle. Current one is a post-industrial<br />
society marked by the prevalence of the<br />
activities of the tertiary sector.<br />
Occupational Medicine is aware of<br />
these changes and remai in step with<br />
the time through retraining of reinforcing<br />
the dynamics of preventive, curative<br />
and rehabilitative good practice.
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
La medicina <strong>del</strong> lavoro, nata in Italia nel<br />
1700 come una branca <strong>del</strong>la medicina interna,<br />
ha subito nel tempo una costante evoluzione<br />
tale da trasformarsi in una disciplina<br />
scientifica con metodologia e contenuti propri<br />
e caratterizzata da un’impostazione spiccatamente<br />
preventiva.<br />
La responsabilità di tutelare la salute<br />
dei dipendenti nei confronti dei rischi <strong>del</strong><br />
lavoro attribuita all’imprenditore, ha motivato<br />
i Servizi Sanitari Aziendali ad organizzarsi<br />
secondo un grado assai variabile di<br />
completezza e di efficienza in relazione al<br />
numero degli occupati, alla entità <strong>del</strong> rischio<br />
riscontrabile, alla sensibilità <strong>del</strong> datore<br />
di lavoro.<br />
Sono considerati specialisti e parti attive<br />
<strong>del</strong>la sicurezza sul lavoro: medici <strong>del</strong> lavoro,<br />
infermieri <strong>del</strong> lavoro, igienisti industriali,<br />
psicologi, sociologi, specialisti in ergonomia,<br />
ingegneri ed esperti nell’ambito<br />
<strong>del</strong>la sicurezza e prevenzione degli infortuni,<br />
chimici, tossicologi, radioprotezionisti,<br />
specialisti in organizzazione <strong>del</strong> lavoro, architetti,<br />
assicuratori, avvocati.<br />
Ne deriva un team di lavoro con conoscenze<br />
specifiche in materia di prevenzione<br />
degli infortuni professionali e dei danni<br />
alla salute cagionati dal lavoro, medicina<br />
<strong>del</strong> lavoro, ergonomia, psicologia <strong>del</strong> lavoro,<br />
medicina sociale, epidemiologia, leggi,<br />
ordinanze, nonché direttive inerenti la sicurezza<br />
ed igiene sul posto di lavoro e dei<br />
settori affini (protezione ambientale), norme<br />
comportamentali di pronto soccorso,<br />
protezione antincendio, protezione individuale,<br />
capacità per la determinazione,<br />
esame, valutazione, controllo ed eliminazione<br />
dei rischi, pericoli, danni 1 .<br />
L’approccio multidisciplinare comporta<br />
complesse responsabilità nei confronti dei<br />
lavoratori, datori di lavoro e autorità competenti.<br />
È necessario pertanto che il ruolo<br />
di ciascun operatore sia chiaramente definito<br />
e che ogni figura abbia la piena indipendenza<br />
nell’esercizio <strong>del</strong>la propria professione,<br />
nell’esprimere giudizi e nell’intraprendere<br />
azioni senza lasciarsi influenzare<br />
da situazioni che possono generare conflitti<br />
d’interesse (nel rispetto <strong>del</strong>le relative<br />
competenze, regolamenti, statuti, profili<br />
professionali, codici deontologici).<br />
Gli aspetti etici devono essere rinforzati<br />
e difesi specialmente quando possono essere<br />
lesi diritti fondamentali come il diritto<br />
all’occupazione ed alla protezione <strong>del</strong>la<br />
salute, diritto all’informazione ed alla confidenzialità,<br />
diritti individuali e collettivi.<br />
Questa esigenza ha trovato riscontro<br />
pratico in un documento denominato<br />
ICOH (International Commission on Occupational<br />
Health) o Codice Internazionale di<br />
Etica per Operatori di Medicina <strong>del</strong> Lavoro<br />
approvato nel 1991, tradotto in inglese e<br />
francese nel 1992, ristampato nel 1994,<br />
tradotto in otto lingue nel 1996 e aggiornato<br />
con approvazione <strong>del</strong> Consiglio Direttivo<br />
<strong>del</strong>l’ICOH il 12 marzo 2002 2 .<br />
Le attività infermieristiche per il mantenimento<br />
<strong>del</strong>la salute nei luoghi di lavoro si<br />
sono diversificate negli ultimi anni fino a<br />
costituire un ambito specifico. Ciò è avvenuto<br />
parallelamente al qualificarsi <strong>del</strong>la figura<br />
<strong>del</strong>l’infermiere e come conseguenza<br />
positiva <strong>del</strong> modificarsi <strong>del</strong>l’organizzazione<br />
sanitaria in funzione <strong>del</strong>la patologia <strong>del</strong><br />
lavoro, in un’epoca in cui l’individuazione<br />
e la prevenzione <strong>del</strong>le malattie professionali<br />
richiedono una serie di conoscenze integrate<br />
ed azioni multiple.<br />
Ma cosa significa assistenza infermieristica<br />
in Medicina <strong>del</strong> Lavoro (Occupational<br />
Health Nursing) e cura <strong>del</strong>le malattie professionali<br />
(Occupational Health Care)?<br />
Qual è la posizione <strong>del</strong>l’infermiere <strong>del</strong> lavoro<br />
nella società? In quali strutture può<br />
operare? Quali indirizzi persegue l’infermiere<br />
Operatore Medicina <strong>del</strong> Lavoro<br />
(OML)?<br />
Oggi l’infermiere <strong>del</strong> lavoro è un laureato<br />
che ha sviluppato un’esperienza specifica<br />
di formazione aggiuntiva presso strutture<br />
di Medicina <strong>del</strong> lavoro e che mantiene<br />
elevate le proprie conoscenze attraverso<br />
l’aggiornamento continuo. È colui che<br />
opera in stretto contatto con le realtà lavorative,<br />
avendo indirizzi di Sanità Pubblica e<br />
di Comunità. I suoi “compiti” sono di prevenzione<br />
<strong>del</strong>le malattie, promozione <strong>del</strong>la<br />
salute e <strong>del</strong>la sicurezza nei luoghi di lavoro,<br />
prima assistenza in caso di lesioni e<br />
malori, osservazione dei rischi occupazionali,<br />
informazione ed educazione dei lavoratori,<br />
registrazione e conduzione amministrativa<br />
di attività ambulatoriali, collaborazione<br />
con il medico specialista. All’infermiere<br />
<strong>del</strong> lavoro è richiesto di saper intervenire<br />
nell’ambito <strong>del</strong>le leggi, paritariamente<br />
al medico, con una cooperazione<br />
verso altre componenti tecniche ed amministrative<br />
<strong>del</strong>le unità produttive. Le sue conoscenze<br />
in merito aiutano infatti a limitare<br />
i danni alla persona ed a orientare gli<br />
imprenditori, evitando perdite di tempo<br />
prezioso e responsabilità penali.<br />
L’infermiere <strong>del</strong> lavoro opera per segnalare<br />
il sospetto di malattia e per ridurre i<br />
tassi di assenteismo. Registra gli infortuni,<br />
monitora i disturbi, interpreta le osservazioni<br />
riferite al disagio lavorativo, collabora<br />
a valutazioni epidemiologiche ed indagini<br />
mirate. Non trascura i fattori di rischio chimico,<br />
fisico, biologico, meccanico, psicosociale,<br />
alimentare, abitudinario-comportamentale<br />
3 .<br />
In Italia l’infermiere <strong>del</strong> lavoro esercita la<br />
propria professione in quattro ambiti operativi:<br />
strutture pubbliche zonali, strutture<br />
pubbliche sovrazonali ospedaliere o universitarie,<br />
strutture private, ambulatori di<br />
19 PAGINA<br />
fabbrica, operando su tre livelli differenti di<br />
prevenzione: prevenzione primaria, secondaria<br />
e terziaria.<br />
È noto come la prevenzione primaria,<br />
effettuata prima <strong>del</strong>l’insorgenza <strong>del</strong> danno<br />
(malattia), intervenga ad eliminare o ridurre<br />
i possibili fattori di rischio per la salute<br />
<strong>del</strong>l’individuo. Ne sono esempi tutti quegli<br />
interventi tecnici sugli impianti, sia in fase<br />
di progettazione che ai fini correttivi, con<br />
eliminazione di sostanze nocive, modifiche<br />
di cicli produttivi, bonifiche ambientali,<br />
adozione di mezzi protettivi individuali, organizzazione<br />
<strong>del</strong> lavoro ai fini ergonomici,<br />
ecc.<br />
La prevenzione secondaria, che si effettua<br />
con la diagnostica precoce, permette<br />
invece di monitorare i lavoratori attraverso<br />
visite mediche, accertamenti sanitari biologici<br />
e strumentali.<br />
La prevenzione terziaria, infine, è volta a<br />
limitare l’entità <strong>del</strong> danno ormai provocato;<br />
si attua con interventi di cura e riabilitazione.<br />
Nello svolgimento <strong>del</strong>la propria attività<br />
lavorativa ogni individuo viene a contatto<br />
con differenti fattori (sostanze tossiche,<br />
agenti fisici, situazioni lavorative) che possono<br />
direttamente o indirettamente influenzare<br />
negativamente l’equilibrio psico/fisico<br />
esplicando un’azione nociva sulla<br />
salute.<br />
Generalizzando si può dire che tutte le<br />
sostanze hanno un proprio livello di nocività<br />
o tossicità, ma il loro impiego può causare<br />
un rischio per la salute solo in determinate<br />
condizioni. Si possono infatti trovare<br />
ambienti di lavoro in cui situazioni lavorative<br />
dotate di scarsa nocività intrinseca,<br />
ad esempio l’impiego di sostanze chimiche<br />
relativamente poco tossiche, possono<br />
configurare un grave rischio per la salute<br />
dei lavoratori (per improprio uso <strong>del</strong>le sostanze,<br />
ignoranza di elementari norme di<br />
sicurezza e igiene) e viceversa situazioni<br />
lavorative in cui l’impiego di sostanze chimiche<br />
dotate di notevole tossicità possono<br />
creare solo un modesto rischio (l’impiego<br />
di lavorazioni a ciclo chiuso).<br />
Appare evidente come sia importante il<br />
processo educativo e di sensibilizzazione<br />
di tutti coloro che operano nell’ambiente di<br />
lavoro con costanti riferimenti all’impiego<br />
corretto dei mezzi di protezione personale<br />
in dotazione e allo scrupoloso rispetto <strong>del</strong>le<br />
norme igieniche.<br />
I fattori di nocività possono essere suddivisi<br />
schematicamente in quattro gruppi 4 .<br />
I GRUPPO: di questo gruppo fanno<br />
parte quei fattori che, non specifici <strong>del</strong>l’ambiente<br />
di lavoro, ma presenti nell’ambiente<br />
esterno, possono divenire nocivi se<br />
presenti in eccesso o in difetto. Fanno parte<br />
di questo gruppo:<br />
l’illuminazione che deve rispondere ai
20 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
requisiti di intensità, qualità e razionalità.<br />
L’intensità luminosa deve crescere proporzionalmente<br />
con la precisione <strong>del</strong>le operazioni<br />
da svolgere;<br />
la rumorosità che può provocare un<br />
danno sulla sfera fisica anche quando i livelli<br />
di intensità sono contenuti entro i limiti<br />
ritenuti accettabili;<br />
il microclima o condizione climatica <strong>del</strong>l’ambiente<br />
di lavoro è determinato dall’azione<br />
combinata <strong>del</strong>la temperatura, umidità<br />
<strong>del</strong>l’aria, ventilazione e calore raggiante.<br />
Esso inizia a divenire fattore nocivo<br />
quando, allontanandosi dalla cosiddetta<br />
fascia di benessere termico provoca una<br />
sensazione fastidiosa e dolorosa di caldo<br />
o freddo o correnti d’aria.<br />
II GRUPPO: in questo gruppo sono<br />
compresi i fattori di nocività tipici degli ambienti<br />
di lavoro e <strong>del</strong>le lavorazioni che vi si<br />
compiono. Si possono distinguere:<br />
gli agenti chimici a loro volta classificati<br />
in solidi (fumi e polveri), liquidi (nebbie),<br />
aeriformi (gas e i vapori);<br />
gli agenti fisici come i già elencati rumori<br />
e microclima, ma anche le vibrazioni, la<br />
pressione barometrica, l’elettricità e le radiazioni.<br />
III GRUPPO: in questo gruppo sono<br />
compresi tutti quei fattori collegati alla attività<br />
muscolare capaci di provocare affaticamento:<br />
es. trasporto di pesi, posture incongrue,<br />
ecc. La fatica viene definita come<br />
una situazione fisico-patologica dovuta ad<br />
un impegno fisico e/o psichico eccessivo<br />
sia quantitativamente che qualitativamente:<br />
essa è caratterizzata da disturbi soggettivi<br />
(astenia, sonno, fame) e da dati<br />
obiettivi (sudorazione eccessiva, dispnea,<br />
tachicardia, ecc.).<br />
Occorre distinguere una situazione di<br />
fatica acuta, in cui all’impegno lavorativo<br />
segue il riposo con recupero completo<br />
<strong>del</strong>le potenzialità fisico-psichiche <strong>del</strong>l’individuo<br />
e possibilità di un nuovo impegno,<br />
ed una situazione di fatica cronica, caratterizzata<br />
dalla mancanza <strong>del</strong> recupero.<br />
Nella fatica cronica possiamo distinguere<br />
stadi ingravescenti successivi che<br />
portano infine all’esaurimento, condizione<br />
francamente patologica necessitante di intervento<br />
terapeutico.<br />
IV GRUPPO: in questo gruppo sono<br />
compresi quei fattori non collegati ad attività<br />
muscolare capaci di provocare affaticamento<br />
o stress:<br />
ritmi di lavoro ovvero quando l’alternarsi<br />
di pause ed attività stabilite rigidamente<br />
(come ad esempio nelle catene di montaggio<br />
basate su tempi macchina) creando<br />
una situazione in cui molto difficilmente<br />
vengono rispettate le esigenze <strong>del</strong>l’individuo,<br />
dotato di ritmi propri;<br />
lavoro a turni che destabilizza l’equilibrio<br />
<strong>del</strong> ritmo circadiano <strong>del</strong>l’individuo che<br />
si adatta con grande difficoltà ad orari di<br />
lavoro notturno con conseguente inversione<br />
<strong>del</strong> ritmo sonno veglia e alterazioni <strong>del</strong>le<br />
fisiologiche stimolazioni diurne <strong>del</strong>la attività<br />
cardiocircolatoria, neurovegetativa,<br />
ecc. Inoltre il continuo mutare degli orari di<br />
lavoro (turni a rotazione settimanale) impedisce<br />
all’organismo di adattarsi e raggiungere<br />
un sufficiente equilibrio;<br />
demotivazione provocata da una errata<br />
organizzazione <strong>del</strong> lavoro, basata ad<br />
esempio sulla ripetitività e parcellizzazione<br />
<strong>del</strong>la mansione, che provoca nel lavoratore<br />
perdita di interesse e progressivo rifiuto<br />
<strong>del</strong>l’attività lavorativa.<br />
A questa classificazione bisogna aggiungere<br />
per completezza gli agenti biologici,<br />
specifici fattori di nocività <strong>del</strong>l’ambiente<br />
sanitario in grado di provocare malattie<br />
infettive o parassitarie.<br />
L’ospedale è una realtà aziendale che,<br />
come ogni altra impresa tradizionalmente<br />
considerata produttiva, ha come obiettivo<br />
la produzione secondo criteri di massima<br />
qualità ed efficienza. La produzione tuttavia<br />
non deve prescindere dalla protezione<br />
<strong>del</strong>la salute dei lavoratori <strong>del</strong>l’ospedale<br />
quotidianamente soggetti a rischio infettivo,<br />
farmaci, anestetici per inalazione, detergenti,<br />
disinfettanti, sterilizzanti, sostanze<br />
chimiche, rifiuti ospedalieri, dermatologico,<br />
allergologico, genotossico, radiazioni,<br />
lavoro a turni, burn out, oltre a tutti quelli<br />
elencati in precedenza.<br />
I sopralluoghi sono indagini intraprese<br />
allo scopo di identificare, valutare e controllare<br />
i fattori di rischio presenti in ospedale/azienda.<br />
Dall’esito <strong>del</strong> sopralluogo<br />
scaturiscono le eventuali azioni da intraprendere<br />
sull’ambiente, sulle tecnologie,<br />
sulle procedure operative, nonché sull’informazione,<br />
formazione ed addestramento<br />
dei lavoratori e sulla valutazione <strong>del</strong> loro<br />
stato di salute.<br />
Una completa e adeguata raccolta di informazioni<br />
anamnestiche è importante<br />
prerogativa <strong>del</strong>l’infermiere OML in quanto<br />
consente di porre il sospetto <strong>del</strong>l’esistenza<br />
di un rapporto tra ambiente di lavoro (causa)<br />
e manifestazione morbosa (effetto).<br />
Inoltre permette di attivare ulteriori procedure<br />
di accertamento che consentiranno,<br />
attraverso l’esecuzione di indagini mirate,<br />
di avvalorare il sospetto iniziale 5 .<br />
All’interno <strong>del</strong>la cartella infermieristica<br />
devono trovare collocazione informazioni<br />
sull’attività attuale e precedente, sul tipo di<br />
settore lavorativo, sul nome e sulla tipologia<br />
<strong>del</strong>l’azienda, sull’orario e sul carico di<br />
lavoro.<br />
La società industriale che ha caratterizzato<br />
lo sviluppo economico e sociale degli<br />
ultimi due secoli ha concluso ormai da<br />
tempo il suo ciclo. Quella attuale è una società<br />
post-industriale contrassegnata dalla<br />
prevalenza <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong> settore terziario.<br />
La Medicina <strong>del</strong> Lavoro, disciplina che<br />
risente <strong>del</strong>le trasformazioni più di ogni altra<br />
in campo sanitario, mantiene una viva<br />
attenzione verso gli attuali cambiamenti<br />
che hanno portato alla trasformazione <strong>del</strong>l’occupazione,<br />
alla creazione di nuove figure<br />
professionali e nuovi potenziali fattori<br />
di rischio. Gli OML devono avere piena<br />
consapevolezza di queste variabili. Ciò si<br />
traduce in “stare al passo con i tempi” attraverso<br />
l’aggiornamento professionale atto<br />
a rafforzare le dinamiche <strong>del</strong>la “good<br />
practice” 6 .<br />
Si ringraziano:<br />
Infermiere Perticati L e Dr. Finozzi E <strong>del</strong>la<br />
U.O.O.M.L. Fondazione S. Maugeri <strong>Pavia</strong><br />
per il supporto e la disponibilità dimostrata<br />
Bibliografia<br />
1) Chiappino G, Vicoli E, L’infermiere <strong>del</strong><br />
lavoro e il primo soccorso in fabbrica.<br />
basi teoriche e guida pratica, Piccin,<br />
Padova, 1994:5-10<br />
2) Codice internazionale di etica per operatori<br />
di medicina <strong>del</strong> lavoro, International<br />
Commission on Occupational Health,<br />
2002, www.icohweb.org<br />
3) AAVV, Assistenza infermieristica in medicina<br />
<strong>del</strong> lavoro atti seminario residenziale,<br />
Ospedale di cremona, Unità operativa<br />
operatori medicina <strong>del</strong> lavoro,<br />
1994<br />
4) Chiappino G, Tommasini M, Medicina<br />
<strong>del</strong> lavoro, Raffaello cortina editore, Milano,<br />
1994:156-70<br />
5) Catenacci G, Bartolucci GB, Apostoli P,<br />
III congresso nazionale di medicina<br />
preventiva dei lavoratori <strong>del</strong>la sanità,<br />
Pime editrice, <strong>Pavia</strong>, 1998:215-8<br />
6) Franco G, Compendio di medicina <strong>del</strong><br />
lavoro e medicina preventiva degli operatori<br />
sanitari, Piccin, Padova,<br />
1995:241-9<br />
L’autore<br />
* Infermiera<br />
Neuroriabilitazione<br />
Fondazione Salvatore Maugeri<br />
Sede di via Boezio - <strong>Pavia</strong>
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
* Marina Ferrari<br />
** Paolo Merlini<br />
RIASSUNTO<br />
Le patologie flebolinfatiche rappresentano<br />
la terza patologia più diffusa in Italia,<br />
pur non avendo solitamente esito<br />
mortale risultano tuttavia molto dolorose<br />
ed invalidanti. L’infermiere riveste un<br />
ruolo fondamentale nella gestione ed<br />
educazione <strong>del</strong> paziente sui fattori di rischio.<br />
Questo lavoro si propone di illustrare<br />
le patologie degli arti inferiori, i<br />
sintomi e le terapie necessarie.<br />
ABSTRACT<br />
Flebolinfatiche diseases are the third<br />
most common disease in Italy, while not<br />
usually fatal but are very painful and disabling.<br />
The nurse plays a key role in the<br />
management and patient education.<br />
This work aims to explain the pathologies<br />
of the lower limbs, risk factors,<br />
symptoms and treatments necessary.<br />
21 PAGINA<br />
PATOLOGIE FLEBOLINFATICHE<br />
Educazione Sanitaria:<br />
contributo Infermieristico<br />
Keyword<br />
Fattori di rischio, sintomi, gestione, terapia, educazione<br />
sanitaria<br />
PREMESSA<br />
l’insufficienza venosa è largamente diffusa<br />
nei paesi occidentali, avendo una<br />
prevalenza di circa il 10-20% nella popolazione<br />
maschile adulta e di circa il 10-33%<br />
in quella femminile adulta 1 , mentre è quasi<br />
completamente sconosciuta nei paesi <strong>del</strong><br />
terzo mondo, quali Africa, Asia e Oceania.<br />
In Italia circa 19 milioni di persone sono affette<br />
da insufficienza venosa cronica e<br />
questo ne fa la terza patologia più diffusa<br />
(dopo allergie e ipertensione). L’avanzare<br />
<strong>del</strong>l’età rappresenta un fattore decisivo<br />
per l’insorgere <strong>del</strong> problema. La flebologia<br />
è quella branca <strong>del</strong>la medicina che fa<br />
parte <strong>del</strong>l’angiologia e <strong>del</strong>la chirurgia vascolare<br />
e si occupa <strong>del</strong>la diagnosi, <strong>del</strong>la<br />
cura e <strong>del</strong>lo studio di tutto quanto ruota intorno<br />
alle patologie <strong>del</strong>le vene. 2<br />
Se il cuore è la pompa principale <strong>del</strong> sistema<br />
arterioso, il piede e la gamba rappresentano<br />
la pompa periferica <strong>del</strong> sistema<br />
venoso o “Cuore periferico”, l’insufficienza<br />
venosa è una alterazione circolatoria<br />
caratterizzata dall’inversione <strong>del</strong> flusso<br />
<strong>del</strong> sangue che in determinati segmenti<br />
venosi tende a dirigersi verso la periferia<br />
(reflusso)e non verso il cuore. Le patologie<br />
venose degli arti inferiori pur non avendo<br />
solitamente esiti mortali sono tuttavia molto<br />
fastidiose ed invalidanti.<br />
Principali patologie flebolinfatiche<br />
- Insufficienza venosa cronica (IVC)<br />
- Varici<br />
- Tromboflebite<br />
- Trombosi venosa profonda<br />
- Linfedema<br />
- Lesioni vascolari<br />
Diagnosi<br />
La diagnosi <strong>del</strong>la malattia flebologica<br />
degli arti inferiori viene generalmente posta<br />
attraverso visita <strong>del</strong> chirurgo vascolare,<br />
in casi dubbi (varici recidive o prima di un<br />
intervento chirurgico) è consigliabile eseguire<br />
un ecocolordoppler venoso degli arti<br />
inferiori che è in grado di valutare la situazione<br />
complessiva, diagnosticando reflussi<br />
particolari, ostruzioni <strong>del</strong> lume venoso<br />
(varicoflebiti o flebotrombosi) o di valu-<br />
tare dove la chirurgia dovrà intervenire,<br />
per eseguire cioè una mappa preoperatoria<br />
<strong>del</strong>le vene. È un esame non invasivo,<br />
basato sulla tecnica ad ultrasuoni (come<br />
l’ecografia), ma con in aggiunta un particolare<br />
codice a colori, che permette di vedere<br />
e valutare la funzionalità e la pervietà<br />
o meno <strong>del</strong>le vene, la loro comprimibilità, il<br />
flusso che passa all’interno e tutto ciò che<br />
permette di valutare il loro stato. Gli ultrasuoni<br />
sono innocui per il nostro organismo,<br />
quindi l’esame può essere eseguito<br />
anche in gravidanza. L’ecocolordoppler è<br />
divenuta metodica più utilizzata nella diagnosi<br />
<strong>del</strong>la malattia flebologica degli arti<br />
inferiori<br />
Insufficienza venosa cronica (IVC)<br />
Alterata funzionalità <strong>del</strong> Sistema Venoso<br />
Periferico, caratterizzata da un mancato o<br />
scarso ritorno venoso verso il cuore, sia in<br />
orto che in clinostatismo. Il ristagno ematico<br />
comporta un aumento <strong>del</strong>la pressione<br />
nelle vene con sfiancamento <strong>del</strong>la parete<br />
venosa e compromissione <strong>del</strong>la funzionalità<br />
<strong>del</strong>le valvole. Di conseguenza, il sangue<br />
ristagna in misura maggiore e il disturbo<br />
tende, nel tempo, ad aggravarsi, pur restando<br />
asintomatico per lungo tempo.<br />
Sintomatologia<br />
In tutti i casi l’insufficienza venosa cronica<br />
comporta una serie di sintomi che vanno<br />
dal semplice edema (gonfiore) fino ad<br />
alterazioni più severe quali: flebiti, trombosi<br />
o ulcerazioni che comportano gravi disagi<br />
per il paziente: pesantezza <strong>del</strong>le gambe,<br />
crampi specialmente notturni, senso di<br />
tensione, eczema da stasi, dolore serotino<br />
4<br />
Fattori di rischio<br />
Sovrappeso: il sovrappeso è dannoso<br />
per l’organismo in generale e lo è, in particolare,<br />
per la circolazione degli arti inferiori<br />
in quanto aumenta il carico di lavoro <strong>del</strong>le<br />
vene<br />
Fattori ormonali: l’uso di contraccettivi<br />
ormonali aumenta il rischio di insufficienza<br />
venosa<br />
Sedentarietà: la vita sedentaria e una ridotta<br />
attività fisica ostacolano la circolazio-
22 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
ne e favoriscono quindi la stasi venosa<br />
Gravidanze ripetute: l’incremento di peso<br />
indotto dalla gravidanza rappresenta<br />
un altro fattore di rischio<br />
Abbigliamento: gli indumenti che stringono<br />
le gambe o le cosce, come calze autoreggenti,<br />
pantaloni troppo attillati o scarpe<br />
con tacchi superiori ai 5 centimetri possono<br />
favorire l’insufficienza venosa<br />
Familiarità: debolezza congenita <strong>del</strong>la<br />
parete venosa<br />
Anomalie ortopediche: appoggio non<br />
corretto <strong>del</strong> piede a terra, la prolungata<br />
stazione eretta<br />
Stipsi<br />
Cosa insegnare al paziente<br />
* praticare più movimento<br />
* evitare l’iperalimentazione<br />
* abolire il fumo<br />
* moderare il consumo di alcool<br />
Terapia farmacologica<br />
Esiste una classe di farmaci cosiddetti<br />
venotropi, che si distinguono in:<br />
venotropi capillaroprotettori, costituiti<br />
essenzialmente da sostanze di origine vegetale,<br />
come anticianosidi <strong>del</strong> mirtillo, l’ippocastano,<br />
la belladonna, il ginko biloba,<br />
l’hamamelis<br />
venotropi antivaricosi, come per<br />
esempio, la diosmina che aumenta la resistenza<br />
e diminuisce la permeabilità dei capillari.<br />
4<br />
Varice<br />
Dilatazione <strong>del</strong>la vena che tende successivamente<br />
ad assumere un aspetto tortuoso,<br />
più o meno visibile rappresenta la<br />
complicanza <strong>del</strong>l’IVC, tale condizione si<br />
forma in seguito alla dilatazione <strong>del</strong>la parete<br />
venosa che impedisce il corretto funzionamento<br />
<strong>del</strong>le valvole. I fattori di rischio<br />
per lo sviluppo di queste alterazioni comprendono:<br />
l’età, un’occupazione che richieda<br />
parecchio tempo in piedi, l’obesità,<br />
il numero di gravidanze. Una vera e propria<br />
ereditarietà non è stata dimostrata<br />
scientificamente, ma una predisposizione<br />
familiare è evidente. 5<br />
Sintomi<br />
stanchezza, gonfiore, calore, prurito,<br />
formicolii, dolore, crampi<br />
Cosa insegnare al paziente<br />
La prolungata stazione eretta e la sedentarietà<br />
andrebbero evitate. Per chi lavora<br />
seduto, appoggiare le gambe su uno<br />
sgabello alto circa 20 cm aiuta il ritorno venoso,<br />
così come sollevarle durante il riposo<br />
notturno.<br />
Lo sport attiva la pompa muscolare e<br />
previene l’eccesso di peso, che affatica il<br />
cuore e le gambe.<br />
Un’alimentazione ricca di frutta e verdura,<br />
oltre a favorire il controllo <strong>del</strong> peso corporeo,<br />
fornisce le vitamine ad azione an-<br />
tiossidante che preservano l’integrità dei<br />
vasi.<br />
Occorre limitare il sale, gli alcolici, i caffè<br />
e smettere di fumare.<br />
Il calore dilata i vasi, perciò è meglio<br />
evitare le fonti dirette di calore ed i bagni<br />
caldi.<br />
Terapia<br />
La terapia medica, adatta alle fasi iniziali<br />
<strong>del</strong>la malattia, si avvale di calze elastiche<br />
e di farmaci vasoprotettori a base di sostanze<br />
naturali o di sintesi (bioflavonoidi),<br />
anche detti flebotonici perché rinforzano la<br />
parete <strong>del</strong>le vene<br />
Intervento chirurgico tradizionale (stripping)<br />
La scleroterapia si esegue iniettando<br />
nella vena dilatata una sostanza irritante<br />
che, provocando una reazione infiammatoria,<br />
ne determina la chiusura.<br />
Procedura che conservano la safena, la<br />
cosiddetta CHIVA (corretion haemodinamique<br />
insuffisance veineuse ambulatoire). 5<br />
Tromboflebite<br />
Infiammazione di una vena varicosa superficiale<br />
accompagnata dalla formazionetrombo<br />
all’interno e da un rigonfiamento<br />
ed arrossamento doloroso <strong>del</strong>la cute.In<br />
genere la malattia è dolorosa ma non grave<br />
e non causa conseguenze importanti,<br />
soprattutto non causa embolia polmonare.<br />
Camminando, il dolore si accentua, ma<br />
non c’è un gonfiore generalizzato, a meno<br />
che non sia interessata la circolazione profonda.<br />
Il trattamento <strong>del</strong>la tromboflebite superficiale<br />
è semplice qualunque ne sia la causa.<br />
Il presidio fondamentale è la compressione,<br />
inizialmente eseguita mediante fasciatura<br />
a permanenza durante la fase di<br />
dolore, infiammazione e gonfiore, poi continuata<br />
con calze elastiche di compressione<br />
adeguata, da portare fino a guarigione<br />
<strong>del</strong> processo se è previsto l’intervento correttivo<br />
<strong>del</strong>le varici.<br />
In caso contrario le calze dovrebbero<br />
essere portate per sempre, allo scopo di<br />
evitare la recidiva <strong>del</strong>la flebite. 5<br />
Trombosi venosa profonda (TVP)<br />
Si presenta con la formazione di un<br />
trombo all’interno di una vena profonda.<br />
Le TVP possono dare luogo precocemente<br />
ad eventi gravissimi, anche fatali (Embolia<br />
polmonare) e, nel tempo, ad insufficienza<br />
venosa cronica. La Trombosi Venosa<br />
Profonda è dovuta alla formazione di un<br />
coagulo di sangue (trombo) in una vena<br />
<strong>del</strong> sistema profondo. Il coagulo occlude<br />
la vena <strong>del</strong> tutto o in parte e provoca un<br />
ostacolo alla normale circolazione venosa,<br />
con conseguente, aumento <strong>del</strong>la pressione<br />
venosa <strong>del</strong>la zona interessata, dolore<br />
per il processo ostruttivo che ne conse-<br />
gue, gonfiore legato all’edema da stasi.<br />
Inoltre in alcuni casi vi può essere aumento<br />
di temperatura <strong>del</strong>la gamba, cianosi cutanea<br />
e vene superficiali più visibili.<br />
Alcune <strong>del</strong>le cause che favoriscono<br />
la formazione di una TVP sono<br />
- insufficienza cardiaca<br />
- degenza a letto per lungo tempo<br />
- ingessatura o blocco prolungato di un arto<br />
- età avanzata con sedentarietà<br />
- traumi, fratture, ustioni estese<br />
- gravidanza al III trimestre e post parto<br />
- difetti <strong>del</strong>la coagulazione<br />
- malattie <strong>del</strong> sangue (policitemia) 6<br />
Cosa insegnare al paziente<br />
Esistono dei farmaci ad effetto antitrombogeno,<br />
derivati dall’eparina (eparine a<br />
basso peso molecolare), che possono essere<br />
iniettati giornalmente sotto la pelle. Si<br />
tratta di piccole siringhe già preparate, facili<br />
da utilizzare anche da parte <strong>del</strong> paziente<br />
stesso. Questo trattamento preventivo<br />
non è particolarmente rischioso e può essere<br />
eseguito a domicilio senza controlli<br />
indaginosi, pur sempre sotto controllo <strong>del</strong><br />
medico curante.<br />
Nei pazienti che devono essere sottoposti<br />
a chirurgia a rischio la prevenzione<br />
(profilassi) viene iniziata 12 ore prima <strong>del</strong>l’intervento<br />
e continuata al bisogno. In certe<br />
situazioni in cui il rischio è legato a malattie<br />
che durano nel tempo, la profilassi<br />
può essere di lunga durata (anche per tutta<br />
la vita).<br />
In questi casi può essere più comodo<br />
usare degli anticoagulanti da assumere<br />
per orale Questo stesso tipo di trattamento<br />
viene indicato nei casi di tendenza, nel<br />
tempo, alla recidiva <strong>del</strong>la TVP.<br />
La prevenzione con i farmaci può essere<br />
utilmente associata ad una prevenzione<br />
con mezzi fisici, soprattutto per i pazienti<br />
obbligati a letto per molti giorni o sottoposti<br />
ad intervento chirurgico. Per questo si<br />
usano le calze “antitrombo”, create appositamente<br />
per essere portate al letto.<br />
Una volta che la TVP si è instaurata o ce<br />
n’è il forte sospetto, è necessario provvedere<br />
ad una terapia anticoagulante. Scopo<br />
di questa terapia è di evitare che la trombosi<br />
si estenda ad altri tratti di vena e che<br />
avvenga una embolia polmonare, e di ottenere<br />
che siano ridotti al minimo i danni alle<br />
valvole ed alle vene.<br />
Come per la prevenzione anche per la<br />
cura, la compressione elastica svolge un<br />
ruolo molto importante per l’eliminazione<br />
<strong>del</strong>l’edema e <strong>del</strong> dolore. Inoltre aumenta il<br />
flusso <strong>del</strong>le vene profonde ed aiuta la fissazione<br />
<strong>del</strong> trombo alla parete, evitando la<br />
partenza di emboli.<br />
Linfedema<br />
Si può definire come un anomalo accumulo<br />
di liquido linfatico ed edema sottocu-
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
taneo causato da: ostruzione, distruzione<br />
o ipoplasia dei vasi linfatici. Il sistema linfatico<br />
è un sistema circolatorio che svolge<br />
l’attività di rimozione dai tessuti di liquidi e<br />
sostanze tossiche che filtrano dai capillari<br />
sanguigni.<br />
La diagnosi é essenzialmente clinica, e<br />
deve portare ad una distinzione tra il linfedema<br />
e l’edema legato ad una stasi di origine<br />
venosa (varici, sindromi post trombotiche),<br />
che spesso si associano.<br />
Non va confuso con tutti quegli edemi<br />
che possono derivare da deficit posturali<br />
<strong>del</strong> piede (piattismo, alluce valgo) e che<br />
sono espressione di una insufficiente<br />
pompa muscolare.<br />
Anche gli edemi di origine cardiaca, renale,<br />
proteica devono essere esclusi. Di<br />
norma la terapia consiste in tutti quegli accorgimenti<br />
utili per ridurre l’edema; quindi<br />
la pressoterapia, il linfodrenaggio, il bendaggio,<br />
una dieta appropriata. Al fine di<br />
mantenere i risultati ottenuti e conservare<br />
gli arti sgonfi si devono utilizzare i tutori<br />
elasto-compressivi. La terapia migliore rimane<br />
però la prevenzione, indicata soprattutto<br />
per quei pazienti con famigliarità positiva<br />
per il linfedema. 7<br />
Note di segreteria<br />
Lesioni vascolari<br />
Oggi le ulcere croniche <strong>del</strong>l’arto inferiore<br />
colpiscono circa l’1% <strong>del</strong>la popolazione<br />
adulta. Questo problema trova un forte<br />
ruolo educativo nella figura <strong>del</strong>l’infermiere,<br />
sia per quanto concerne la fase preventiva<br />
che quella terapeutica. La complessità e la<br />
varietà <strong>del</strong>l’argomento non permette di essere<br />
esplicato in un breve trattato. Ci proponiamo<br />
pertanto di trattare in modo<br />
esaustivo il capitolo <strong>del</strong>le lesioni vascolari<br />
in un prossimo lavoro.<br />
CONCLUSIONI<br />
La diffusione e la frequenza <strong>del</strong>le patologie<br />
vascolari, l’impatto socio-economico,<br />
i limiti <strong>del</strong>la prevenzione anche per i<br />
moderni stili di vita, l’allungamento <strong>del</strong>l’età<br />
media, la mancanza di farmaci e presidi,<br />
ad eccezione di quelli sintomatici, e l’incapacità<br />
di risolvere in modo definitivo le<br />
cause <strong>del</strong>l’evoluzione di tali patologie ci<br />
costringono come professionisti <strong>del</strong>la salute<br />
ad intervenire in modo sempre più<br />
preciso e puntuale nei processi terapeutici<br />
e diagnostici, ad acquisire sempre più nozioni<br />
offerte dalla ricerca scientifica, ad essere<br />
un punto di riferimento per i pazienti<br />
nell’ambito <strong>del</strong>la prevenzione.<br />
Gli orari di apertura al pubblico sono i seguenti:<br />
Lunedì e Giovedì dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00<br />
Martedì, Mercoledì e Venerdì Mercoledì chiusura totale<br />
Posta Elettronica Certificata: ipasvi.pavia@pec.it<br />
Qualora un iscritto cambi indirizzo, recapiti telefonici, posto di lavoro<br />
o consegua dei titoli accademici, deve segnalarlo in segreteria per<br />
l’aggiornamento <strong>del</strong>l’Albo professionale di appartenenza. La comunicazione<br />
può essere inviata tramite via fax, e-mail, posta tradizionale,<br />
oppure personalmente in <strong>Collegio</strong> compilando l’apposito modulo.<br />
Ricordarsi di far pervenire in <strong>Collegio</strong>, di volta in volta, copia dei crediti<br />
formativi ECM inerenti i corsi di aggiornamento effettuati per<br />
l’aggiornamento <strong>del</strong>la banca dati<br />
I certificati d’iscrizione possono essere prenotati anche telefonicamente.<br />
Il ritiro può essere direttamente o effettuato da una terza persona<br />
debitamente <strong>del</strong>egata, anche concordando, con l’impiegata, il<br />
giorno <strong>del</strong> ritiro<br />
Si rammenta che la tessera personale è il documento di riconoscimento<br />
<strong>del</strong> professionista. La tessera viene preparata dopo lo svolgimento<br />
<strong>del</strong>le procedure di iscrizione e può essere ritirata presso la segreteria<br />
<strong>del</strong> <strong>Collegio</strong>.<br />
Bibliografia e Sitorafia<br />
Gli autori<br />
* Coordinatore<br />
Cardiologia Riabilitativa 2<br />
FSM Montescano<br />
Redattore Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
** Infermiere<br />
Cardiologia Riabilitativa 2<br />
FSM Montescano<br />
23 PAGINA<br />
1 <strong>Collegio</strong> italiano flebologia, Acta phlebologica,<br />
Linee guida 2003, volume 4,<br />
numero 1-2, 2003<br />
2 100 risposte sulle malattie <strong>del</strong>le vene,<br />
www.medinews.it/bin/12_100_risposte<br />
_sulle_malattie_<strong>del</strong>le_vene.doc<br />
3 Calatroni K, Contenzione elastica e<br />
bendaggio elastocompressivo in flebo<br />
linfologia, Fondazione maugeri 2006<br />
4 Che cos’è la trombosi venosa profonda,<br />
www.circolazionevenosa.it/art.asp?id<br />
=679<br />
5 Manenti MG, L’abc <strong>del</strong>le vasculopatie<br />
degli arti inferiori 2005-2006: 28-31<br />
6 Guida per la diagnosi e il trattamento<br />
<strong>del</strong>la trombosi venosa profonda in medicina<br />
generale,<br />
www.siset.org/lineeguida/all_pdf/TVP<br />
guida.pdf<br />
7 Prevenzione, Linee guida <strong>del</strong> collegio<br />
italiano flebologia,<br />
www.linfedema.org/default.asp?page_<br />
name=default_lista_articoli.asp&cat_i<br />
d=87
24 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
* Annamaria Tanzi<br />
LA SANITÀ CHE OFFRIAMO,<br />
LA SANITÀ CHE VORREMMO<br />
“ Per noi che prestiamo assistenza infermieristica,<br />
la nostra Assistenza Infermieristica<br />
è qualcosa che, se non contribuiremo<br />
a far progredire ogni anno, ogni mese,<br />
ogni giorno (…..) faremo regredire”.<br />
Florence Nightingale, 1872<br />
Ripartire da Florence è doveroso, quest’anno<br />
ricorrono i 100 anni <strong>del</strong>la sua morte.<br />
La Nightingale era una professionista<br />
imperturbabile e sicura di ciò che faceva<br />
quando prestava assistenza, la “sua” assistenza<br />
quella che ella riteneva giusta e più<br />
opportuna. Unico ideale supremo: servire<br />
il prossimo alleviando sofferenze e studiando<br />
le possibilità di guarigione.<br />
… Così ogni giorno Florence e le sue<br />
infermiere, con estremo rigore, prestavano<br />
instancabilmente il loro servizio.<br />
La relazione con il paziente deve essere<br />
innanzitutto un cammino di educazione<br />
reciproca, verso l’apertura a una vita piena<br />
e condivisa. È una sintesi <strong>del</strong> contributo<br />
<strong>del</strong> Monsignor Giovanni Giudici Vescovo<br />
di <strong>Pavia</strong> in apertura <strong>del</strong> Convegno organizzato<br />
dal <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> <strong>del</strong>la provincia di<br />
<strong>Pavia</strong> per analizzare punti di forza e criticità<br />
<strong>del</strong> presente e prospettive future <strong>del</strong>la<br />
formazione e professione infermieristica in<br />
Italia. Il punto di vista spirituale sposa la<br />
concezione che proprio Florence Nightingale<br />
aveva <strong>del</strong>l’assistenza: un’arte che richiede<br />
una devozione totale ed una dura<br />
preparazione, come per qualunque opera<br />
di pittore o scultore; con la differenza che<br />
non si ha a che fare con una tela o un gelido<br />
marmo, ma con il corpo umano il tempio<br />
<strong>del</strong>lo spirito di Dio.<br />
“È una <strong>del</strong>le Belle Arti. Anzi, la più bella<br />
<strong>del</strong>le Arti Belle”<br />
E un bel segnale è stata la partecipazione<br />
numerosa degli infermieri presenti il 6<br />
Marzo u.s. al Convegno organizzato dall’<strong>IPASVI</strong><br />
<strong>del</strong>la Provincia di <strong>Pavia</strong>: “La Sanità<br />
che offriamo, la Sanità che vorremmo”,<br />
una importante occasione formativa e informativa<br />
per la ricchezza di relatori intervenuti<br />
e la qualità dei temi trattati.<br />
Questo convegno ha voluto fare il punto<br />
su ciò che la Sanità offre e sugli impegni<br />
che intende assumersi nel prossimo futuro<br />
partendo dall’analisi <strong>del</strong>la la rete dei servizi<br />
socio-sanitari per studiarne i nodi, le sue<br />
connessioni e l’ampiezza <strong>del</strong>le maglie che<br />
si vengono a creare.<br />
Sono intervenuti in merito le autorità in-<br />
vitate: il Sindaco di <strong>Pavia</strong> Alessandro Cattaneo<br />
che ha individuato <strong>Pavia</strong> come “città<br />
<strong>del</strong>la salute” garantendo il massimo impegno<br />
a rafforzare e consolidare questa<br />
connotazione; il Presidente <strong>del</strong>la Provincia<br />
Vittorio Poma che ha scelto di invitare gli<br />
operatori sanitari ad una sempre maggiore<br />
professionalità proprio in virtù <strong>del</strong> fatto<br />
che sono gli operatori a scendere in campo<br />
e in prima linea e che, solo gli operatori,<br />
possono realmente cogliere i segnali<br />
<strong>del</strong> territorio, <strong>del</strong>l’utenza e gli inevitabili ma<br />
importanti cambiamenti. Infine, l’onorevole<br />
Giancarlo Abelli, citando la Legge Regionale<br />
11 luglio 1997 n. 31 (Introduzione <strong>del</strong><br />
principio di “libera scelta <strong>del</strong> cittadino”<br />
competizione tra strutture accreditate sia<br />
pubbliche che private), ammette che il riconoscimento<br />
<strong>del</strong>la professione infermieristica<br />
è in grave ritardo.<br />
È impercepibile che l’attuale scenario<br />
socio-sanitario, mostra particolare attenzione<br />
al rinnovamento <strong>del</strong>le fondamenta di<br />
una politica che ha caratterizzato la vita<br />
<strong>del</strong>le comunità professionali fino al secolo<br />
scorso.<br />
In particolar modo, le professioni assistenziali<br />
da tempo ricercano forme di ristrutturazione<br />
e ricollocazione per continuare<br />
a garantire livelli di produttività e sviluppo<br />
di assistenza di qualità.<br />
Le istituzioni discutono a loro volta su<br />
come ammodernare i sistemi di welfare di<br />
fronte alle nuove sfide legate ai cambiamenti<br />
demografici, sociali e culturali <strong>del</strong><br />
Paese.<br />
Tra le autorità, una voce autorevole<br />
quella <strong>del</strong> Prof. Gabriele Pelissero (Presidente<br />
<strong>del</strong> Corso di Laurea Scienze Infermieristiche<br />
<strong>del</strong>l’Università degli Studi di<br />
<strong>Pavia</strong>) che con un intervento forte, preoccupante<br />
ma di tutto rispetto, ha affermato
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
che la formazione universitaria risulta ancora<br />
deficitaria perché manca un corpo<br />
docenti adeguato, perché mancano le risorse<br />
per il corretto sviluppo dei corsi di<br />
formazione infermieristici da quello triennale<br />
di base alla laurea magistrale, ai percorsi<br />
master di primo e secondo livello sino<br />
al dottorato di ricerca. E non da ultimo,<br />
il vero anello mancante: la spendibilità <strong>del</strong>le<br />
competenze acquisite. Questo fondamentalmente<br />
è stato il tema centrale di tutto<br />
il convegno emerso in tutte le relazioni<br />
presentate ed evidenziato con vigore e tutto<br />
d’un fiato, a braccio, dalla Presidente<br />
<strong>del</strong>la Federazione Nazionale Collegi IPA-<br />
SVI Annalisa Silvestro. Ritornando al Prof.<br />
Pelissero, lui stesso fa osservare che dopo<br />
tanti sforzi, l’Università soltanto lo scorso<br />
anno, ha festeggiato la prima figura di ruolo<br />
Med 45 nel proprio organico di laurea. E<br />
in conclusione, ha ribadito l’importanza<br />
<strong>del</strong>la ricerca infermieristica universitaria<br />
con la reale possibilità di declinarla nei<br />
luoghi dove la professione è esercitata.<br />
Proprio in apertura <strong>del</strong>la prima sessione:<br />
“La Sanità che offriamo”, Pasqualino<br />
D’Aloia 1 , Presidente <strong>del</strong>l’Accademia Scienze<br />
Infermieristiche ha focalizzato l’attenzione<br />
sul comparto sanità, i cui addetti rappresentano<br />
ben il 6% <strong>del</strong>la popolazione<br />
occupata, chiedendo che in virtù di questi<br />
numeri, lo stesso comparto meriti la massima<br />
attenzione nelle politiche economiche<br />
ed amministrative.<br />
D’Aloia fa osservare quanto il divario<br />
esistente tra le regioni italiane nell’amministrazione<br />
e nella concezione <strong>del</strong>la sanità<br />
(22 sistemi sanitari regionali diversi) vada<br />
a detrimento <strong>del</strong>le risposte ai bisogni <strong>del</strong>la<br />
popolazione. La crisi economica ed il federalismo<br />
attuali, un PIL moribondo, non<br />
possono che far risaltare alcune importanti<br />
criticità:<br />
Riduzione <strong>del</strong>la risposta ai bisogni dei<br />
cittadini<br />
• Caduta <strong>del</strong>la qualità<br />
• Riduzione <strong>del</strong>le prestazioni<br />
• Riduzione degli investimenti<br />
• Riduzione <strong>del</strong>la ricerca scientifica<br />
• Peggioramento <strong>del</strong>le retribuzioni.<br />
L’attuale sistema economico-sanitario<br />
si basa sul principio <strong>del</strong>lo sviluppo illimitato<br />
<strong>del</strong>le società, che ritiene le risorse umane,<br />
economiche-finanziarie e materiali inesauribili.<br />
Questo principio ha ridotto la responsabilità<br />
verso l’efficienza e tale situazione<br />
non premia la professione infermieristica<br />
nel percorso formativo conosciuto.<br />
D’Aloia, ha concluso l’intervento con<br />
quelli che dovrebbero diventare dei punti<br />
di forza da cui non si può prescindere se si<br />
deve credere in una ripresa …<br />
• Coinvolgimento dei cittadini nelle scelte<br />
di politica sanitaria<br />
• Valorizzazione <strong>del</strong> capitale umano<br />
• Utilizzo corretto <strong>del</strong>le risorse<br />
• Investimento sulla formazione<br />
• Integrazione tra le diverse figure professionali<br />
• Riduzione dei conflitti sulle competenze<br />
professionali.<br />
Bisogna rimettere al suo posto “La Responsabilità”<br />
… e detronizzare il “potere”.<br />
“… Gli uomini hanno dimenticato questa<br />
verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu<br />
diventi responsabile per sempre di quello<br />
che hai addomesticato. Tu sei responsabile<br />
<strong>del</strong>la tua rosa …”.<br />
“Io sono responsabile <strong>del</strong>la mia rosa …”<br />
ripetè il piccolo principe per ricordarselo.<br />
Antoine De Saint –Exupèry<br />
Emerge come si può notare, la necessita<br />
di poter avere un confronto sincero e<br />
aperto tra politica, professioni e cittadinanza<br />
per promuovere programmi e forme di<br />
impegno in risposta alle necessità di una<br />
popolazione sempre più consapevole dei<br />
propri diritti.<br />
E a tal proposito, tra i relatori, a rappresentare<br />
i cittadini, il Cav. Giuseppe Tallarico<br />
2 Coordinatore <strong>del</strong>la ONLUS CittadinanzaAttiva<br />
che in modo risoluto ha presentato<br />
dati Dati <strong>del</strong> XII Rapporto Pit Salute<br />
2008 provenienti dal territorio lombardo<br />
nel 2008 di uno studio intitolato: Cittadini al<br />
primo posto - Per una sanità più umana ed<br />
accessibile.<br />
Questa risposta dei cittadini non è da<br />
sottovalutare, riguarda la sanità lombarda,<br />
sicuramente all’avanguardia ed eccelente<br />
in molti ambiti <strong>del</strong>la cura e <strong>del</strong>l’assistenza<br />
ma non per questo salva per esempio in<br />
25 PAGINA<br />
termini di malpractice, liste di attesa lunghe,<br />
malessere dei e nei cittadini dovuto<br />
alla carenza di informazioni e comportamenti<br />
non adeguati (freddezza nei modi,<br />
mancanza di garbo) da parte di medici, infermieri<br />
e altri operatori socio-sanitari e<br />
amministrativi (6.5 %).<br />
I risultati mostrano percentuali preoccupanti:<br />
anche la Lombardia, come altre regioni<br />
<strong>del</strong> nord, registra la malpractice al<br />
primo posto (19%). Le liste d’attesa sono<br />
al secondo (8 %) e, al terzo, si assesta la<br />
medicina d’urgenza (emergenza e pronto<br />
soccorso).<br />
I segnali <strong>del</strong> territorio, in particolar modo<br />
quelli legati ai comportamenti degli<br />
operatori e agli errori, sono stati attentamente<br />
valutati e laddove non sono state<br />
ravvisate responsabilità a carico <strong>del</strong> sistema<br />
sanitario in generale, non sono stati<br />
presi in considerazione. Tallarico ha fatto<br />
così rilevare l’accuratezza e l’onestà intellettuale<br />
nella lettura <strong>del</strong>le medesime segnalazioni.<br />
Tuttavia, alla luce <strong>del</strong>le 1.200<br />
segnalazioni giunte a CittadinanzAttiva nel<br />
2008, emerge sempre con più forza che:<br />
la sicurezza in sanità è sempre più legata<br />
ai comportamenti degli operatori sanitari.<br />
E, uno dei requisiti principali è sempre<br />
comunicare bene! Chiamati in causa in<br />
primis, i medici di medicina generale, fulcri<br />
“assenti” <strong>del</strong>la presa in carico dei pazienti;<br />
le aziende sanitarie che utilizzano un linguaggio<br />
strettamente tecnico e spesso<br />
non immediatamente fruibile dal cittadino<br />
che dovrebbe invece essere incoraggiato<br />
a segnalare le problematicità, le disfunzioni<br />
perché la segnalazione deve essere<br />
considerata una “risorsa” non una fastidiosa<br />
ingerenza degli utenti.<br />
Tallarico fa presente che il sistema sanitario<br />
in Italia è troppo frammentato e frammentata<br />
risulta la risposta ai bisogni degli<br />
utenti che genera progressivi sentimenti di<br />
insoddisfazione.<br />
Un sistema che non riesce a governare<br />
i comportamenti, i rischi sanitari e a non<br />
proteggere le persone deboli, avrebbe il<br />
dovere di mettersi in discussione e pensare<br />
politiche più dignitose e garanti <strong>del</strong> diritto<br />
alla salute per tutti (ivi compreso gli immigrati).<br />
Aver dunque sempre presente<br />
che la salute è infatti il risultato di una serie<br />
di fattori di vario tipo: genetici, personali,<br />
sociali, culturali, ambientali. Nelle conclusioni<br />
Tallarico rinforza la convinzione<br />
che: “I cittadini devono essere messi al primo<br />
posto se vogliamo realizzare una sanità<br />
più umana ed accessibile” e questo sarà<br />
possibile solo se ci sarà una autentica<br />
intenzione di ricostruire la fiducia tra operatori<br />
sanitari e pazienti; una vera riforma<br />
dei Livelli Essenziali di Assistenza (cosiddetti<br />
LEA) che rappresentano il “portafo-
26 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
glio” di garanzia, minimo, di prestazioni e<br />
cure da garantire al cittadino ammalato<br />
che è in troppi casi svilito da una politica<br />
troppo attenta ai costi e poco ai controlli<br />
ed alla effettiva tutela <strong>del</strong>la salute e alla<br />
efficienza <strong>del</strong> sistema sanitario; il superamento<br />
<strong>del</strong>l’asimmetria informativa<br />
per porre il paziente in una posizione di<br />
pari dignità rispetto a quella degli operatori<br />
sanitari.<br />
Rilevante anche l’intervento e relazione<br />
di Pinuccia Balzamo 3 , Presidente <strong>del</strong> Centro<br />
Servizi Volontariato (CSV) di <strong>Pavia</strong>, che<br />
con i numeri alla mano sulle organizzazioni<br />
di volontariato attive in Lombardia, ha<br />
fatto notare che si tratta di numeri importanti<br />
che fanno <strong>del</strong> volontariato organizzato<br />
un soggetto sociale che non può essere<br />
sottovalutato. La visione nell’immaginario<br />
culturale collettivo tende invece a connotare<br />
questa significativa realtà, come<br />
l’anima buonista di una società votata al<br />
più sfrenato individualismo e deresponsabilizzazione<br />
(n.d.a.).<br />
Il volontariato non è “uno strumento”<br />
per sopperire a carenze e vuoti, oggi sempre<br />
più vistosi, nei servizi alle persone, alle<br />
famiglie, alle fasce deboli e marginali<br />
<strong>del</strong>la società. Il volontariato, ed il nuovo<br />
welfare, offrono, secondo Balzamo, spunti,<br />
idee e numeri per rispondere a ragioni<br />
vedute a queste due “tentazioni”.<br />
Nelle parole <strong>del</strong>la Presidente <strong>del</strong> CSV risaltano<br />
amarezza, ma anche ferme convinzioni<br />
che il volontariato meriti riconoscimento<br />
e valorizzazione in una società come<br />
la nostra, che sta vivendo tumultuose<br />
trasformazioni da un lato e opportunità in-<br />
negabili dall’altro che rispettivamente sviliscono<br />
valori morali ed etici fondamentali e<br />
verosimilmente li riportano in vita.<br />
Parallelamente ad una società che muta,<br />
la malattia anch’essa muta e nuove malattie<br />
spiazzano le tradizionali categorie<br />
con cui il sistema di welfare ha avvicinato<br />
per decenni i problemi <strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>le<br />
famiglie (e che proprio per questo diventano<br />
“invisibili” per la Pubblica Amministrazione).<br />
Nuovi disagi corrispondono a nuovi bisogni<br />
e se non si è attrezzati, facilmente<br />
questi bisogni saranno messi sempre più<br />
da parte e la cittadinanza più colpità resta<br />
il “ceto medio impoverito”.<br />
In questa situazione diventa ancora più<br />
importante che istituzioni pubbliche, volontariato<br />
e Terzo Settore, si riconoscano reciprocamente<br />
come partner di un disegno<br />
strategico in cui tutti gli attori operino <strong>del</strong>le<br />
rinunce in vista di un risultato comune.<br />
I contributi concreti e attuativi più importanti<br />
che il mondo <strong>del</strong> non profit potrebbe<br />
portare nella programmazione socio<br />
sanitaria sono:<br />
• Stimolare una programmazione locale<br />
capace di esprimere chiaramente le<br />
priorità sociali<br />
• Promuovere una programmazione basata<br />
su obiettivi e target quantificati ex<br />
ante, realistici, misurabili e verificabili<br />
• Chiedere che il processo di governante<br />
istituzionale comprenda l’intero ciclo <strong>del</strong><br />
governo, dalla programmazione al controllo<br />
fino alla valutazione finale<br />
• Il Terzo Settore, consapevole, <strong>del</strong>la limitatezza<br />
<strong>del</strong>le risorse, deve saper propor-<br />
re tempi e modi di lavoro capaci di coniugare<br />
la rappresentanza e la concertazione,<br />
con l’efficacia dei processi decisionali<br />
Cristina Arrigoni 4 ricercatore MED 45<br />
<strong>del</strong>l’Università degli Studi di <strong>Pavia</strong>, ha <strong>del</strong>ineato<br />
tutto il percorso noto tra passato e<br />
presente <strong>del</strong>la formazione infermieristica e<br />
si è spinta nel futuro, con le seguenti considerazioni<br />
sulla base di MED/45-orientamenti<br />
<strong>del</strong> core curriculum:<br />
• Centralità <strong>del</strong>la clinica nella formazione<br />
di base e specialistica <strong>del</strong>lo studente infermiere<br />
• Riorientare i percorsi di apprendimento<br />
verso una crescente attenzione allo sviluppo<br />
<strong>del</strong>la funzione educativa <strong>del</strong>l’assistenza<br />
infermieristica<br />
• Ricerca (declinata nella pratica).<br />
La successiva relazione <strong>del</strong> Prof. Ricevuti<br />
5 <strong>del</strong>l’Università degli Studi di <strong>Pavia</strong> è<br />
stata interamente dedicata all’interazione<br />
con il soggetto fragile, in particolare la persona<br />
anziana, e il processo di invecchiamento<br />
che porta con sé bisogni a crescente<br />
livello di complessità.
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
È stata sintetizzata con questa slide la condizione <strong>del</strong>l’anziano<br />
Ricevuti torna al concetto di responsabilità<br />
e introduce il termine accountability<br />
che rimanda all’assunzione di responsabilità<br />
e <strong>del</strong> dovere di rendere conto ad altri<br />
(cultura <strong>del</strong>la organizzazione e <strong>del</strong> monitoraggio<br />
<strong>del</strong>l’attività). Di fronte all’anziano<br />
fragile di cui il Prof. Ricevuti ha offerto ai<br />
presenti una puntuale e precisa descrizione<br />
di una condizione precaria sul piano fisico,<br />
psichico, sociale e spirituale, le ricadute<br />
sulla persona/paziente, sui carers,<br />
sulla comunità, possono essere gravosi se<br />
non si attua una presa in carico multidimensionale<br />
per una cura e assistenza intesa<br />
a più livelli <strong>del</strong>la vita.<br />
Con ottima chiarezza espositiva, il Prof.<br />
Ricevuti, ci ha introdotti nel mondo <strong>del</strong>la vita<br />
<strong>del</strong>l’anziano fragile e nella possibilità di<br />
implementare un piano di cura e assistenza<br />
accurato ed appropriato in cui devono<br />
poter agire diverse figure professionali<br />
(medico, infermiere, assistente sociale in<br />
prmis), ognuna con proprie specifiche<br />
competenze formate, acquisite sul campo,<br />
perfezionate con la conoscenza,<br />
completate con corsi specifici. Ma non<br />
bastano le competenze, è necessaria an-<br />
che la sensibilità per agire una relazione<br />
d’aiuto cioè una relazione umana.<br />
Per questo, ha concluso Ricevuti, la<br />
formazione infermieristica in area geriatrica<br />
non può concludersi con formazione<br />
di primo livello, ma ha bisogno di svilupparsi<br />
ed adeguarsi alle necessità <strong>del</strong>la<br />
popolazione anziana, attraverso corsi universitari<br />
post-base.<br />
Giuseppina Pontello 6 , responsabile SI-<br />
TRA per l’Azienda Ospedaliera di <strong>Pavia</strong> inviata<br />
al convegno dalla Direzione Generale,<br />
nello spazio riservato ai Servizi sociosanitari<br />
nella provincia di <strong>Pavia</strong> ha presentato<br />
il sistema aziendale, il SITRA e la sua<br />
articolazione organizzativa in tutta la provincia<br />
(territorio pavese, polo Lomellina,<br />
polo Oltrepo) nelle diverse aree di attività<br />
Riabilitazione - Area Tecnico Sanitaria -<br />
Area Specialistica Poliambulatoriale,di Salute<br />
Mentale e recentemente <strong>del</strong>la Sanità<br />
Penitenziaria. Sul piano degli Obiettivi qualitativi<br />
perseguiti nel triennio 2007/09 dal<br />
SITRA, Pontello citando Silvestro (2008),<br />
evidenzia il passaggio ad una organizzazione<br />
ospedaliera per complessità assistenziale<br />
che si concretizza “…dal curare<br />
27 PAGINA<br />
la malattia a farsi carico <strong>del</strong> malato…”. È<br />
l’assunzione di questo mo<strong>del</strong>lo che segna<br />
il passaggio ad una cultura dipartimentale<br />
e ad una cultura basata sui risultati. L’obbligo<br />
<strong>del</strong> “dar conto” implica necessariamente<br />
l’assegnazione di responsabilità<br />
specifiche per ogni professionista <strong>del</strong>la salute,<br />
conduce inevitabilmente alla valorizzazione<br />
<strong>del</strong>le capacità professionali, reca<br />
in essere la partecipazione alle decisioni.<br />
Nella sessione pomeridiana, il primo intervento<br />
è stato affidato a Beatrice Mazzoleni<br />
7 , coordinatrice <strong>del</strong> coordinamento dei<br />
collegi <strong>IPASVI</strong> <strong>del</strong>la Lombardia, che ha<br />
correlato le trasformazioni <strong>del</strong> sistema sanitario<br />
con i mutamenti <strong>del</strong>la società ed i<br />
progressi tecnologici e scientifici. È stato<br />
evidenziato il quadro epidemiologico e di<br />
contesto che vede una evoluzione dei bisogni<br />
assistenziali e l’incidenza dei problemi<br />
di salute verso malattie altamente<br />
invalidanti (ad alto rischio di exitus) che<br />
comportano aumenti in termini economici<br />
per cui la spesa sanitaria è progressivamente<br />
aumentata.<br />
I numeri presentati comprendono il periodo<br />
2003 - 2009. È preoccupante osser-
28 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
vare come questa spesa sia “spesa” per le<br />
cure ospedaliere e l’assistenza distrettuale<br />
in misura percentuale maggiore mentre,<br />
solo una piccola fetta il 5% riguarda la<br />
“Prevenzione”. Anche Mazzoleni invita a riflettere<br />
sul processo federalista sanitario<br />
ormai acquisito e che pur lascia problemi<br />
irrisolti rispetto al principio <strong>del</strong>l’equità.<br />
Mazzoleni si riferisce all’equivalenza tra le<br />
regioni in Italia e pone come rischio reale<br />
un’accentuazione degli squilibri esistenti<br />
tra i diversi sistemi regionali e differenti opportunità<br />
per i cittadini e gli operatori. Ha<br />
fatto seguito un monito:<br />
Non devono esistere diseguali distri-<br />
buzioni di personale e tecnologie, inadeguatezza<br />
dei trasporti, barriere fisiche,<br />
linguistiche, culturali, sociali<br />
Ruolo <strong>del</strong>la professione infermieristica<br />
nel processo <strong>del</strong> federalismo in sanità, ha<br />
affermato Mazzoleni concludendo, rimanda<br />
alla responsabilizzazione dei soggetti<br />
di governo decentrati a:<br />
• Adottare mo<strong>del</strong>li di federalismo fondati<br />
sui principi di solidarietà, universalità ed<br />
accessibilità dei servizi sanitari<br />
• Prevedere il contributo degli infermieri<br />
per la definizione dei L.E.A. evidenziando<br />
a livello regionale la necessità <strong>del</strong>l’analisi<br />
dei bisogni prioritari di assisten-<br />
za sanitaria <strong>del</strong>la popolazione<br />
• Consentire che le prestazioni siano erogate<br />
in condizioni organizzative tali da<br />
garantire l’efficacia e l’appropriatezza<br />
• Garantire agli infermieri la piena attuazione<br />
<strong>del</strong>la direzione, <strong>del</strong>l’organizzazione<br />
e <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong>le attività assistenziali,<br />
in un quadro di equità e valorizzazione<br />
professionale<br />
• Assicurare un quadro unico nazionale<br />
entro cui regolare i contratti collettivi di<br />
lavoro, garantendo un’omogeneità di<br />
trattamento tra chi lavora al Sud e chi al<br />
Nord<br />
I relatori <strong>del</strong>la tavola rotonda: Giovanni
Numero 2/<strong>2010</strong><br />
Belloni (Presidente Ordine dei Medici) e<br />
Annalisa Silvestro hanno avuto l’arduo<br />
mandato di pensare il ruolo futuro <strong>del</strong>le<br />
professioni assistenziali, ruolo chiave<br />
per rispondere ai bisogni dei cittadini<br />
e <strong>del</strong>le istituzioni.<br />
Belloni ha ricordato il ruolo centrale che<br />
dovrebbero avere i medici di medicina generale<br />
(MMG), un ruolo non meno centrale<br />
che deve essere riconosciuto agli infermieri<br />
sul territorio, e qui … ai presenti è ritornato<br />
in mente l’infermiere di famiglia, figura<br />
mai decollata e sempre osteggiata.<br />
Tuttavia Belloni, fa osservare che di fatto<br />
negli studi medici associati è presente la<br />
professione infermieristica che ritiene indispensabile<br />
e non <strong>del</strong>egabile a nessuno.<br />
Annalisa Silvestro, ultimo degli interventi,<br />
ha preso la parola e come anticipato<br />
nelle premesse di questo report, a braccio,<br />
agguerrita ma più che mai determinata ha<br />
iniziato a definire le aziende sanitarie, castelli<br />
feudali con i ponti levatoi non funzionanti,<br />
arroccate in un inutile e distruttivo<br />
isolamento che non consente scambi e<br />
confronto con le altre realtà diverse ma appartenenti<br />
al territorio italiano. Ribadisce la<br />
Silvestro che il confronto arricchisce, offre<br />
una straordinaria opportunità per costruire<br />
sistemi sanitari gradualmente uniformi nell’eccellenza<br />
con ricadute sicuramente positive<br />
anche sul sistema economico.<br />
Silvestro ha fatto inoltre osservare, che<br />
sussistono scollamento e distanza fra la<br />
formazione universitaria offerta ed acquisita<br />
ed il sistema sanitario vigente nel senso<br />
che, non c’è una reale e fattuale spendibi-<br />
Note di segreteria<br />
lità <strong>del</strong>le competenze. Rimanda alla regione<br />
Lombardia che “vanta” (pur non essendo<br />
l’unica regione, ci sono il Veneto, l’Emilia<br />
Romagna e anche realtà sanitarie <strong>del</strong><br />
Sud) una sanità in attivo e di eccellenza, il<br />
compito di fare un passo in avanti ed essere<br />
protagonista nel cambiamento <strong>del</strong>le logiche<br />
nel panorama sanitario nazionale.<br />
Come? Per esempio, conclude Silvestro,<br />
iniziando a valorizzare nei diversi ambiti un<br />
riconoscimento di responsabilità e gestione.<br />
La conclusione di questa giornata forse<br />
era già nel titolo, ed è forse sufficiente<br />
cambiare una affermazione in un interrogativo:<br />
La sanità che offriamo è la sanità che<br />
vorremmo?<br />
Ottimo titolo per un altro convegno …<br />
Le procedure di iscrizione consentono di accettare domande con la semplice<br />
certificazione di conseguimento <strong>del</strong> titolo abilitante. Si rammenta<br />
che ai sensi <strong>del</strong>la normativa vigente è indispensabile consegnare copia<br />
<strong>del</strong> titolo di studio non appena possibile. Chi non avesse ancora provveduto<br />
è invitato a farlo con cortese sollecitudine<br />
Chi fosse interessato a ricevere in via celere comunicazioni importanti,<br />
informazioni utili, novità, date di eventi formativi, può contattare la segreteria<br />
e lasciare un recapito di riferimento che verrà usato come “casella<br />
postale prioritaria”<br />
Chi fosse interessato a collaborare alla redazione <strong>del</strong>la Rivista “Infermiere<br />
a <strong>Pavia</strong>” o chiunque avesse elaborato dei lavori interessanti dal punto<br />
di vista professionale e culturale, può dare comunicazione contattando la<br />
segreteria<br />
Per tutti coloro interessati alla ricerca documentale, si rammenta che il<br />
<strong>Collegio</strong> offre uno spazio biblioteca.<br />
Bibliografia<br />
29 PAGINA<br />
Conclusioni<br />
È stato un evento importante magistralmente<br />
moderato da Enrico Frisone e Duilio<br />
Loi e fortemente sostenuto da tutti i<br />
membri <strong>del</strong> direttivo <strong>IPASVI</strong> <strong>del</strong>la Provincia<br />
di <strong>Pavia</strong> e dalla nostra segretaria Giusy …<br />
ma un buon convegno lo fanno i partecipanti<br />
e per questo rivolgo:<br />
un sentito grazie ai colleghi infermieri<br />
intervenuti numerosi che hanno aderito a<br />
questa iniziativa con autentico interesse,<br />
grazie per la vostra presenza anche all’assemblea<br />
annuale organizzata in coda al<br />
convegno e grazie per gli interventi offerti,<br />
preziosi contributi per chi come me, nel<br />
ruolo di Consigliere <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong> Professionale,<br />
desidera essere solo portavoce <strong>del</strong>le<br />
vostre parole e auspica un cambiamento<br />
nel rapporto tra il <strong>Collegio</strong> e la comunità<br />
professionale.<br />
Chi cammina solo può partire oggi,<br />
ma chi viaggia in compagnia deve<br />
attendere finché l’altro non sia pronto.<br />
Henri David Thoreau<br />
Gli Atti <strong>del</strong> convegno sono disponibili<br />
sul sito web <strong>del</strong> <strong>Collegio</strong>:<br />
www.ipasvipv.it<br />
1 D’Aloia P, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />
che offriamo le sanità che vorremmo 6<br />
Marzo <strong>2010</strong>, La vision <strong>del</strong>le società<br />
scientifiche accademia scienze infermieristiche<br />
2 Tallarico G, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />
che offriamo le sanità che vorremmo<br />
6 Marzo <strong>2010</strong><br />
3 Balzamo P, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />
che offriamo le sanità che vorremmo 6<br />
Marzo <strong>2010</strong>, La vision <strong>del</strong> volontariato<br />
4 Arrigoni C, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />
che offriamo le sanità che vorremmo 6<br />
Marzo <strong>2010</strong>, La vision <strong>del</strong>l’università<br />
5 Ricevuti G, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />
che offriamo le sanità che vorremmo 6<br />
Marzo <strong>2010</strong>, L’interazione con il soggetto<br />
fragile<br />
6 Pontello G, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />
che offriamo le sanità che vorremmo<br />
6 Marzo <strong>2010</strong><br />
7 Mazzoleni B, Atti <strong>del</strong> convegno: la sanità<br />
che offriamo le sanità che vorremmo<br />
6 Marzo <strong>2010</strong>, La vision <strong>del</strong>l’operatore<br />
L’autore<br />
* Infermiera<br />
Comunità Torchietto<br />
Azienda Ospedaliera di <strong>Pavia</strong><br />
Consigliere <strong>Collegio</strong> <strong>IPASVI</strong> <strong>Pavia</strong>
30 PAGINA Infermiere a <strong>Pavia</strong><br />
Silvia Giudici *<br />
L’autore<br />
* Infermiera<br />
Neuroriabilitazione<br />
Fondazione Salvatore Maugeri,<br />
sede di via Boezio - <strong>Pavia</strong><br />
Aggiornamento<br />
IN<br />
LOMBARDIA<br />
ANDATA<br />
DOCUMENTARE PER MIGLIORARE LA<br />
QUALITÀ<br />
Mantova, 3 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: gratis<br />
tel: 0376204204; fax: 0376204328<br />
info: pol.soc@provincia.mantova.it<br />
4° CONGRESSO NAZIONALE SIVIM<br />
Milano, 5-6-7 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: gratis<br />
tel: 0382525714; fax: 0382525736<br />
info: fabiana.zuffada@nadirex.com<br />
PREVENIRE E CURARE LE MALATTIE<br />
CARDIOVASCOLARI<br />
Como, 6 e 7 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: 50,00<br />
tel: 031278862; fax: 0313302831<br />
mail: info@comocuore.org<br />
QUANDO L’IMPREVISTO ENTRA NELLA<br />
NOSTRA VITA: IL TRAUMA<br />
Brescia, 6 e 7 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: 200,00<br />
tel: 030292173; fax: 030292231<br />
info: congressi@sgc.it<br />
COMPETENZE E RESPONSABILITÀ<br />
DELL’INFERMIERE IN UN SERVIZIO DI<br />
ANESTESIA BLOCCO-OPERATORIO<br />
Gallarate (Varese), 7 e 8 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: 25,00<br />
tel: 0296701604; fax: 0296701604<br />
info: sabrina.stroppa@multimedica.it<br />
RELAZIONE OPERATORI SANITARI PA-<br />
ZIENTI PEDIATRICI<br />
Milano, 8 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: gratis<br />
tel: 037223310; fax: 0372569605<br />
mail: info@overconsult.it<br />
LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO<br />
IN GASTROENTEROLOGIA ED ENDO-<br />
SCOPIA DIGESTIVA IN ITALIA<br />
Como, 14 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: gratis<br />
tel: 0680693320; fax: 063231136<br />
info: r.miraglia@emec-roma.com<br />
LA STIPSI: NUOVI ORIENTAMENTI CLI-<br />
NICI, NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI<br />
Milano, 14 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: gratis<br />
tel: 02700553301; fax: 02700553301<br />
info: tiziana@hideas.com<br />
LA CHIRURGIA ONCOLOGICA DEL FE-<br />
GATO<br />
Ponte S. Pietro (Bergamo), 15 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: gratis<br />
tel: 035604236; fax: non presente<br />
info: formazione.psp@grupposandonato.it<br />
IL PAZIENTE CRITICO IN FASE RIABILI-<br />
TATIVA: LA GESTIONE DELLA TRA-<br />
CHEOTOMIA, DEL CVC, DELLA PEG E<br />
DELLE LESIONI DA DECUBITO<br />
Brescia, 19 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: 75,00<br />
tel: 0303702902; fax: 0303391259<br />
mail: info@bresciassiste.it<br />
LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO<br />
IN SALA OPERATORIA PER MIGLIORA-<br />
RE LA SICUREZZA DEL PAZIENTE<br />
Milano, 20 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: gratis<br />
tel: 0555047050; fax: 0555088076<br />
info: governance-pa@governance-pa.it<br />
GESTIONE PRATICA DEI PROBLEMI<br />
CLINICI DEGLI IMMIGRATI<br />
Ponte S. Pietro (Bergamo), 22 maggio <strong>2010</strong><br />
ecm: in fase di accreditamento<br />
euro: gratis<br />
tel: 035604236; fax: non presente<br />
info: formazione.psp@grupposandonato.it
12 Maggio <strong>2010</strong><br />
Giornata Internazionale <strong>del</strong>l’Infermiere<br />
Scheda di Iscrizione<br />
AMARCORD:<br />
Florence Nightingale,<br />
la Formazione Infermieristica a <strong>Pavia</strong> e dintorni<br />
Santa Maria in Gualtieri (<strong>Pavia</strong>) 12 Maggio <strong>2010</strong><br />
Per ricevere i Crediti Formativi si prega di compilare debitamente in stampatello tutti i campi<br />
CF ..........................................................................................................................................................................<br />
Cognome ..............................................................................................................................................................<br />
Nome.....................................................................................................................................................................<br />
Indirizzo .................................................................................................................................................................<br />
CAP ............................................<br />
Tel /Cellulare..........................................................................................................................................................<br />
E-mail.............................................................................. @..................................................................................<br />
Professione ...........................................................................................................................................................<br />
Disciplina...............................................................................................................................................................<br />
Luogo di nascita ...................................................................................................................................................<br />
Data di nascita...............................................................................<br />
Crediti ECM-CPD SI NO<br />
Istituzione/Ente di appartenenza ..........................................................................................................................<br />
Il Convegno è riservato ed accreditato per gli infermieri sino ad esaurimento dei posti disponibili, la partecipazione<br />
è gratuita. È ammesso un numero massimo di partecipanti di 100 persone. PER LE ISCRIZIONI: inviare<br />
la scheda compilata in ogni sua parte per fax al numero 0382528589 oppure via email all’indirizzo annamaria.tanzi@alice.it<br />
.<br />
La conferma <strong>del</strong>l’avvenuta iscrizione sarà data via mail entro il 5 Maggio <strong>2010</strong>.<br />
La segreteria organizzativa informa che i su indicati dati sono finalizzati all’assolvimento di obblighi di legge<br />
e contrattuali (organizzazione <strong>del</strong> convegno), nonché alla successiva comunicazione di programmi ed avvisi<br />
in ordine ad altre iniziative di tipo scientifico. Informative e comunicazioni potranno essere sia telefoniche<br />
che informatiche. I predetti dati non verranno diffusi, mentre saranno comunicati a terzi unicamente per<br />
adempiere alle finalità su indicate. Lei potrà esercitare in qualunque momento i diritti che l’art. 7 D. Lgs.<br />
196/2003 Le conferisce, tra cui quello di richiedere la rettifica, l’integrazione e l’aggiornamento, la cancellazione<br />
ovvero il blocco dei dati trattati in violazione di legge, rivolgendo le Sue richieste a ….............<br />
Preso atto <strong>del</strong>l’informativa, che dichiaro di aver letto e compreso in ogni suo punto,<br />
esprimo il consenso nego il consenso<br />
al trattamento dei miei dati personali, anche in relazione ad altre iniziative di carattere scientifico.<br />
Data Firma
12 Maggio <strong>2010</strong><br />
Giornata Internazionale <strong>del</strong>l’Infermiere<br />
AMARCORD:<br />
Florence Nightingale,<br />
la Formazione Infermieristica a <strong>Pavia</strong> e dintorni<br />
Giornata di Studio<br />
Commemoriamo i 100 anni<br />
dalla scomparsa di<br />
Florence Nightingale<br />
Celebriamo i primi 50 anni <strong>del</strong>la<br />
formazione infermieristica pavese<br />
Ore 10.30 Pausa Caffè<br />
<strong>Pavia</strong> - Santa Maria in Gualtieri<br />
MERCOLEDI’ 12 Maggio <strong>2010</strong><br />
PROGRAMMA<br />
Ore 8.30 Registrazione Partecipanti Ore 11.45 La formazione infermieristica a<br />
Ore 9.15 Apertura dei Lavori:<br />
Enrico Frisone e Duilio Loi<br />
<strong>Pavia</strong> e dintorni tra passato,<br />
presente e futuro: i primi 50 anni<br />
Moderatore: Maria Luigia Botticini<br />
Ore 9.30 Lettura Magistrale:<br />
Maria Luisa Gallotti<br />
Percorso storico sull’assistenza<br />
infermieristica e tributo a<br />
Florence Nightingale<br />
a 100 anni dalla morte<br />
Tornare al significato originale<br />
Intervengono:<br />
GIOVANNA GARBOSSA (Suor Chiarina)<br />
LUIGIA BELOTTI<br />
VITTORIA VACCHI<br />
MARIA TERESA QUERCIOLLI<br />
PIERA BERGOMI<br />
CRISTINA ARRIGONI<br />
<strong>del</strong>l’assistenza infermieristica Ore 12.15 Dibattito<br />
Ore 13.00 Saluti e Aperitivo<br />
È stata inoltrata richiesta Accreditamento ECM