NTA VARIANTE 3 comprensiva controdeduzione1 - Comune di ...

NTA VARIANTE 3 comprensiva controdeduzione1 

Città ittà di di Pontida 

Pontida 

(Provincia (Provincia (Provincia di di Bergamo) 

Bergamo) 

PIANO PIANO REGOLATORE REGOLATORE GENERALE 

GENERALE 

VARIANTE VARIANTE N. N. 3 

3 

COMO 

DI 

PROVINCIA 

Comune 

ed 

di Brivio 


di Arlate 

ADDA 

FIUME 

Unito 



di 


Odiaga 

Villa 

Cisano 

Gambirago 

Faida 

ed 

d ’ Adda 

Drizzago 

Uniti 


Distretto 

di Carvico 


Celanella 


Canto 



ed 

Uniti 

Celana Vecchia 


Grom faleggio 

Grom bosco 


Distretto 

Gaggio 

PONTIDA 

1853 

Sotto 

il 

Ponte 



Cassina 

Capie¬taglio 

Monte 

Valmora 

Cerchiera 

Almenno 

Palazzago S. Salvatore 

Sotto Ripa 

NORME NORME NORME TECNICHE TECNICHE PER PER ATTUAZIONE ATTUAZIONE DEL DEL P.R.G. 

P.R.G. 

E E E DELLA DELLA FATTIBILITA’ FATTIBILITA’ FATTIBILITA’ GEOLOGICA 

GEOLOGICA 

ADOTTATA CON DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE IN DATA …………. N° . ai sensi della L.R. 23/97 

APPROVATA CON DELIBERA CONSIGLIARE IN DATA …………… N° 

IL PROGETTISTA IL SINDACO IL SEGRETARIO COMUNALE 

Ing. Morlotti Cristiano GEOM. PIERGUIDO VANALLI Dott. Marco Verdicchio 

ELABORATO COSTITUTIVO - A.4 


ed 

Ambivere 


S. 

Uniti 

Pietro 

OTTOBRE 2007

_________________________________________________________________________ 

Art. 1 - Contenuto del P.R.G. 

______________________________________________________________ 


PARTE PRIMA 

DISPOSIZIONI GENERALI 

Il P.R.G. definisce l’assetto territoriale e del paesaggio del Comune di 

Pontida in attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) 

e ne stabilisce le norme regolatrici. 

Il Piano fissa: 

a) l’uso del suolo edificato, edificabile ed inedificabile, per l’intero 

territorio comunale; 

b) la tutela e la valorizzazione dei beni di valore storico, artistico e 

ambientale e del territorio agricolo e boschivo con particolare riguardo 

alla tutela del paesaggio ai sensi del Piano Territoriale Paesistico 

Regionale approvato con D.C.R. n. VII/197 del 06/03/2001; 

c) la dimensione e la localizzazione delle attrezzature pubbliche per le varie 

classi stabilite dalla vigente legislazione urbanistica; 

d) il tracciato e le caratteristiche della rete viaria; 

e) le norme per l’attuazione degli interventi pubblici e privati. 

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE – VARIANTE N. 3/2007 

1

_________________________________________________________________________ 

Art. 2 - Elementi costitutivi del Piano Regolatore Generale 

Il Piano Regolatore Generale di Pontida è costituito dai seguenti elaborati: 

A - ELABORATI COSTITUTIVI 

A.1 - tavole di Piano Regolatore Generale alla scala 1:2000 (n. 9) 

A.2 - tavole di Piano Regolatore Generale riguardanti le zone A (Centri 

Storici) in scala 1/1000 con la definizione dei gradi di intervento 

e le schede descrittive di ogni unità minima di intervento: 

A) Pontida Centro 

B) Valmora di Sotto 

C) Valmora di Sopra 

D) Capietaglio 

E) Cascina 

F) Massera 

G) Gaggio 

H) Odiago 

A.3 – tavole di P.R.G. dei Centri Storici, edifici soggetti a 

conservazione e degli elementi del paesaggio da tutelare 

1 - Tavola di Piano Regolatore Generale riguardante gli edifici 

soggetti a conservazione in scala 1/5000 con le relative schede 

di Repertorio. 

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2 – Tavola di Piano Regolatore Generale degli elementi di 

degrado percettivo e delle visuali importanti di percezione del 

paesaggio da tutelare. 

A.4 - Norme tecniche per l’attuazione del P.R.G. e della Fattibilità 

geologica 

A.5 - Carte della fattibilità geologica di Piano 

1. Fattibilità geologica in scala 1/5000 



Il Piano è altresì corredato dai seguenti elaborati di indagine ed esplicativi: 

B - ELABORATI ESPLICATIVI 

B.1 - Relazione sul progetto di P.R.G. Piano dei Servizi e stima 

sommaria dei costi 

B.2 – Relazione idrogeologica di supporto al P.R.G. 

B.3 - Tavola delle zone omogenee e delle zone da assoggettare a 

Piano Urbanistico Attuativo 

B.4 - Tavola dei vincoli scala 1/5000 

C - ELABORATI DI INDAGINE 


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_________________________________________________________________________ 

Sintesi dello stato di fatto e indirizzi generali e specifici per la 

progettazione del P.R.G. 

− Relazione di sintesi sullo stato di fatto 

− Planimetrie di indagine in scala 1/10000 sui settori di analisi: 

− Idrogeologiche 

− Ambiente e paesaggio 

− Sistema insediativo e ambiente urbano 

− Appendice 1 - Cronologia degli avvenimenti storici 

− Appendice 2 - Tavole statistiche 

Costituisce parte integrante della documentazione di P.R.G. il Piano Stralcio 

per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Po approvato con DPCM 

24/05/2001 pubblicato sulla G.U. n. 183 del 08/08/2001,nonché il Piano 

territoriale del Parco Adda Nord approvato con D.G.R. in data 28/12/2000 

n. 7/2869. 

Il P.R.G. per le aree comprese nel Parco Regionale Adda Nord, dà 

attuazione all’articolo 3 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.T.C. del 

Parco Adda Nord. 

All’interno del perimetro del Parco Regionale Adda Nord, individuato sulle 

tavole n. 3 e n. 4 del P.R.G., si applicano le disposizioni normative dettate 

dal P.T.C. stesso. 

Nell’ambito del perimetro del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del 

Monte Canto, fino alla approvazione del relativo Piano Territoriale 

Intercomunale valgono le previsioni del P.R.G. 

Il P.R.G., in attuazione dell’art. 23 delle N.A. del P.T.C. definisce gli 

elementi dell’art. 17 della L.R. 51/75 e successive modifiche e integrazioni 

disciplina gli interventi sugli edifici compresi nel Nucleo Storico di Odiago 

e ne definisce la fascia di rispetto inedificabile a tutela della percezione 

visiva del nucleo e del suo contesto ambientale. 

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_________________________________________________________________________ 

Art. 3 - Attuazione del P.R.G. 

L’attuazione del P.R.G. avviene: 

1. - MEDIANTE PIANI ATTUATIVI di iniziativa pubblica e privata di cui agli 

artt. 27 - 28 - e 30 della Legge 457/78 per i Centri e Nuclei Storici 

(ZONE A) per le zone di recupero (ZONE B); 

2. - MEDIANTE PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO ai sensi della L.R. n. 

12/2005 e s.m.i.; 

3. - MEDIANTE PIANI DI OPERE PUBBLICHE per le aree destinate alla viabilità 

ed alle attrezzature pubbliche relativamente ad ogni singola opera od 

estesi a tutte le aree di tipologia analoga inserite in P.R.G. e con valore di 

P.P.; 

4. - MEDIANTE P.P. O LOTTIZZAZIONI CONVENZIONATE a norma di legge, 

sostitutive del P.P. per le zone di espansione o di nuovo impianto 

nell’ambito dei perimetri individuati sulle tavole di P.R.G. (Zone C e D); 

5. - MEDIANTE L’ATTUAZIONE DI SINGOLI PROGETTI APPROVATI NEL RISPETTO 

DEL P.R.G. per le rimanenti operazioni libere o convenzionate in rapporto 

alle diverse prescrizioni di P.R.G. (Zone B, E, F e attrezzature pubbliche) 

a) gli interventi a qualsiasi destinazione d’uso non sottoposti a piano 

“urbanistico” attuativo; 

b) le attrezzature pubbliche, di completamento e quelle di nuovo 

impianto per le quali non siano predisposti Piani di Opere Pubbliche; 

c) gli impianti tecnologici; 

d) gli interventi in territorio agricolo nelle zone boschive, e di tutela del 

paesaggio agrario collinare (Zone E) 

e) le modificazioni ammesse per gli edifici esistenti 

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_________________________________________________________________________ 

Art. 4 - Ammissibilità di deroghe 

Le prescrizioni di P.R.G. e le presenti Norme non ammettono deroghe 

all’infuori che per i casi previsti dalla Legislazione Urbanistica vigente. 

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_________________________________________________________________________ 

Art. 5 - Infrastrutture viarie di P.R.G. 

I tracciati delle principali sedi stradali in progetto, o esistenti da modificare, 

sono indicate nelle tavole in scala 1/2.000 del Piano Regolatore Generale. 

Sono confermate nella loro destinazione d’uso pubblico anche se non 

individuate in P.R.G. tutte le strade pedonali, i sentieri e le mulattiere 

comunali e vicinali esistenti, fatto salvo il caso in cui il Comune ne preveda 

la sdemanializzazione o la chiusura in quanto non più necessarie al fine di 

garantire la mobilità pedonale e veicolare pubblica. 

La definizione delle strade secondarie di distribuzione interna nelle singole 

zone di Piano Regolatore è rinviata ai relativi Piani Attuativi, che ne 

stabiliranno tracciato e caratteristiche tecniche in relazione alla soluzione 

urbanistica adottata, nonché agli eventuali necessari approfondimenti di 

natura geologica e geotecnica. 

La dimensione della larghezza stradale minima è quella rilevabile dalla 

cartografia di P.R.G. fatte salve le limitate modifiche previste dal progetto 

esecutivo. In ogni caso le nuove strade pubbliche e private devono avere 

dimensione minima della carreggiata di m. 5 quando costituiscono accesso a 

più proprietà edificate o edificabili. Tale disposizione non si applica nelle 

zone di tutela del paesaggio agrario collinare dove, quando non 

diversamente previsto, la larghezza massima della carreggiata non può 

superare i m. 3,50 ad eccezione delle zone dove sono previste piazzole di 

scambio. 

Il tracciato delle nuove strade di P.R.G. sarà definito in sede esecutiva 

seguendo l’andamento generale indicato in cartografia con gli assestamenti 

dettati in sede di progetto esecutivo. 

La riqualificazione e il limitato allargamento della viabilità esistente di 

servizio alle zone agricole, boschive e di tutela del paesaggio agrario 

collinare sono sempre consentiti con le modalità di cui al precedente comma 

sempreché l’intervento sia eseguito in coerenza con le disposizioni dell’art. 

20 e risponda ad esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio agrosilvo-pastorale. 

Gli assestamenti dei tracciati nonché l’ampliamento e la rettifica delle sedi 

viarie esistenti e la progettazione dei nodi viari saranno definiti in sede 

esecutiva nell’ambito delle fasce di rispetto di P.R.G., in quelle a protezione 

del nastro stradale così come definite dal D.M. 2/4/68 n. 1444 fuori dal 

Centro Abitato e dal Codice della Strada in vigore nonché di tutte le zone 

verdi e del territorio non urbanizzato senza che tali assestamenti rettifiche e 

ampliamenti costituiscano variante al P.R.G. 

Le fasce di rispetto indicate sulle tavole di P.R.G. sono assolutamente 

inedificabili sia in soprassuolo che in sottosuolo così come quelle a 

protezione del nastro stradale salvo quanto diversamente previsto dalla 

presente normativa. 

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_________________________________________________________________________ 

In esse possono essere ubicate strutture e attrezzature a servizio 

dell’automobile (parcheggi in superficie, impianti distributori ecc.) 

sempreché ciò risulti compatibile con l’ambiente urbano, agricolo e 

naturalistico circostanti e non in contrasto con la regolamentazione del 

traffico e della viabilità urbana. 

I progetti di realizzazione e di adeguamento stradale, dovranno curare in 

particolare l’inserimento ambientale e la possibilità d’uso da parte dei 

soggetti disabili favorendo l’ampliamento degli spazi pedonali e la 

dotazione di alberature stradali sia nelle aree residenziali che in quelle 

produttive con essenze tipiche della zona pedecollinare della Valle S. 

Martino. 

Per quanto riguarda i materiali di finitura, dovranno essere salvaguardate e 

ripristinate tutte le pavimentazioni e le murature antiche in pietra, 

acciottolato e similari relative a mulattiere, sentieri e piazze specie quelle 

comprese nei Centri Storici, nelle Zone di Recupero e nelle zone di tutela 

del paesaggio agrario collinare. I muri di sostegno e di controripa delle 

nuove strade pubbliche o private dovranno essere rivestiti in pietra o 

realizzati con interventi di ingegneria naturalistica coerenti con le 

indicazioni del manuale approvato dalla G.R. con Deliberazione n. 48740 

del 29/02/2000. 

Prevalgono sulle indicazioni di P.R.G. le previsioni viabilistiche relative al 

collegamento Bergamo-Lecco così come risultano dal P.T.C.P. e dai 

successivi livelli di progettazione preliminare definitiva ed esecutiva, con le 

relative fasce di rispetto. 

La realizzazione delle nuove opere viarie previste lungo la ex strada statale 

342 è comunque subordinata al relativo integrale recepimento da parte della 

Provincia di Bergamo. 

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_________________________________________________________________________ 

Art. 6 - Pianificazione attuativa previgente 

I Piani attuativi adottati e/o approvati prima della data di approvazione del 

presente P.R.G. mantengono la loro piena validità ed efficacia fino alla 

scadenza prevista dagli stessi e dalle convenzioni stipulate, a prescindere 

dalle nuove previsioni del P.R.G. a condizione che le convenzioni siano 

stipulate entro novanta giorni dalla data di approvazione definitiva del P.A. 

I progetti edilizi e quelli relativi alle opere di urbanizzazione qualora 

presentati successivamente alla data di adozione del P.R.G., anche se facenti 

parte di Piani Attuativi adottati o approvati e fatti salvi ai sensi del presente 

articolo, dovranno comunque adeguarsi alle prescrizioni riguardanti la tutela 

e valorizzazione del paesaggio. 

Ai sensi dell’articolo 17 della Legge 17/08/1942 n. 1150 e successive 

modifiche e integrazioni fino all’approvazione del P.R.G. si applicano le 

prescrizioni del P.P. approvati ancorché decaduti limitatamente agli 

allineamenti ed alle prescrizioni di zona. 

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_________________________________________________________________________ 

Art. 7 - Prescrizioni d’intervento 

Le prescrizioni attribuite ai singoli interventi riguardano: 

a) densità di fabbricazione; 

b) rapporti di copertura; 

c) altezza massima e del fronte a valle; 

d) distanze dai confini, fabbricati e strade; 

e) criteri e modalità di intervento sugli edifici esistenti e gli spazi aperti con 

particolare riguardo al territorio perimetrato come Ambito di elevata 

Naturalità. 

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_________________________________________________________________________ 

Art. 8 - Densità edilizia e calcolo del volume ammesso dal P.R.G. 

La densità edilizia è il rapporto tra il massimo volume edificabile e la 

superficie edificabile del lotto; essa è espressa dal rapporto tra l’unità di 

cubatura e l’unità di superficie (mc/mq – mq/mq) 

La densità edilizia individuata dal P.R.G. per le zone di espansione è quella 

territoriale, che è riferita all’intera superficie dell’operazione con la sola 

esclusione di strade, aree a standard, fasce di rispetto e arretramento quando 

planimetricamente indicate sulla tavola di P.R.G. 

La volumetria edificabile complessiva sull’area di intervento è ottenuta dal 

prodotto dell’indice di densità di zona per la superficie edificabile e 

rappresenta il valore globale dei volumi degli edifici che possono essere 

insediati. Dal volume edificabile vanno detratte le volumetrie esistenti 

confermate e le aree già computate agli effetti delle preesistenti costruzioni. 

Nelle zone di espansione l’area da assoggettare all’intervento è quella 

compresa nel perimetro individuato nella tavola di P.R.G. che stabilisce 

anche i perimetri delle aree soggette a Piano Attuativo. 

Tutte le aree e gli immobili compresi in detto perimetro, indipendentemente 

dalla destinazione d’uso prevista dal Piano Attuativo, sono economicamente 

solidali con l’area edificabile e pertanto tutti i proprietari sia delle fasce di 

rispetto e arretramento che delle aree destinate a standard o ad infrastrutture 

e servizi partecipano indifferentemente all’intervento di P.R.G. 

La densità edilizia individuata dal P.R.G. per le zone di completamento è 

quella fondiaria e si applica esclusivamente al lotto di proprietà con 

esclusione delle strade aperte al pubblico transito e di ogni altra superficie 

con destinazione pubblica o di uso pubblico esistente o prevista dal P.R.G.. 

Sono escluse dal computo anche le aree ricadenti nelle fasce di rispetto e di 

arretramento indicate nella tavola di P.R.G. 

Nelle zone oggetto di Piano Attuativo, contestualmente alla realizzazione 

dell’intervento dovranno essere realizzate a scomputo degli oneri di 

urbanizzazione primaria e secondaria anche tutte le aree per attrezzature 

pubbliche e di uso pubblico localizzate dal P.R.G. indipendentemente dal 

fatto che la quantità di area a standard per abitante teorico superi il 

parametro minimo di legge o quello generale previsto dal P.R.G. 

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_________________________________________________________________________ 

Art. 9 – Superficie coperta e rapporto di copertura 

Per superficie coperta (Sc)si intende la massima proiezione a terra del 

perimetro del fabbricato, computata al lordo degli sporti, cavedi, chiostrine, 

loggiati e porticati e di tutte le superfici di locali anche interrati esterni al 

perimetro dell’edificio anche se non computati nella volumetria fatta 

eccezione per le intercapedini. 

Non vengono considerati sporti, agli effetti del calcolo, gronde, balconi e 

pensiline non collegati verticalmente a terra, quando lo sporto non superi i 

m. 1.50. 

Agli effetti del calcolo della superficie coperta per aggetti superiori a m. 

1.50, si computano esclusivamente le superfici eccedenti. 

Non sono inoltre computabili le pensiline aperte e non praticabili che 

costituiscono copertura degli accessi agli edifici e i portici di uso pubblico. 

Fatte salve le diverse indicazioni del P.R.G. o dei Piani attuativi, il rapporto 

massimo di copertura tra superficie coperta e superficie fondiaria del lotto 

sia nelle zone di espansione che di completamento ivi comprese le 

costruzioni interrate a qualunque destinazione d’uso non può essere 

superiore a 1/3 per le zone residenziali ed a 2/3 nelle zone industriali e 

artigianali e commerciali. 

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Art. 10 - Altezza degli edifici e coperture 

Le altezze degli edifici da costruire in diretta adiacenza alle vie di accesso 

saranno misurate tra il piano di spiccato corrispondente alla sede stradale od 

al marciapiede quando esistente in mezzaria alla facciata, e la più alta fra le 

seguenti quote: 

a) - intradosso del solaio di copertura dell’ultimo piano abitabile e, se questo 

risultasse inclinato, dalla sua quota media; 

b) - quota media del solaio di sottotetto quando l’altezza media ponderale 

del sottotetto di superficie pari o superiore a mq. 15 supera i m. 2.39. 

L’altezza media ponderale è calcolata con riferimento alle superfici di 

sottotetto di altezza superiore a m. 1.50; 

c) - intradosso del canale di gronda; 

d) - limite terminale del parapetto pieno o attico quando sia superiore d’oltre 

75 cm. alla quota di intradosso a) o b) 

Nel caso di edifici realizzati in arretramento maggiore di m. 5 rispetto alla 

strada, si assumerà come quota di spiccato quella del terreno naturale presa 

in corrispondenza del baricentro del massimo rettangolo circoscritto ad ogni 

corpo di fabbrica che dispone di una propria autonoma copertura. 

La quota di spiccato dovrà essere definita dall’Ufficio Tecnico comunale 

mediante picchettamento in sito prima dell’inizio dei lavori. 

Per gli edifici a carattere produttivo l’altezza è determinata come descritto ai 

commi precedenti tra la più alta delle seguenti quote: 

a) - la quota media dell’intradosso di falda piana; 

b) - intradosso della volta misurato a 2/3 della freccia della stessa qualora 

circolare; 

c) - limite terminale del parapetto pieno o attico quando sia superiore di m. 

1.50 alla quota di intradosso a). 

L’altezza massima delle fronti dell’edificio misurata con riferimento allo 

spiccato del terreno naturale o da quello sistemato qualora a quota più bassa, 

non potrà superare per più di 2 (due) metri l’altezza di P.R.G. 

Il piano di spiccato potrà essere definito con le modalità del primo comma 

anche se l’edificio sorgerà distaccato dalla sede stradale quando l’area di 

arretramento non risulti recintata e costituisca continuazione della sede 

viaria o del marciapiedi, purché ciò non comporti a valle il superamento dei 

limiti previsti dal comma precedente. 

Per gli interventi di recupero e ristrutturazione degli edifici esistenti alla 

data di adozione del P.R.G. e che non comportano alterazioni dei profili e 

della sagoma non è richiesto il rispetto delle prescrizioni del presente 

articolo. 

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Le coperture degli edifici a destinazione residenziale, ricettiva e terziariacommerciale 

di nuova costruzione dovranno essere a falde inclinate ed avere 

pendenza compresa tra il 30 e il 40%; il manto di copertura dovrà essere in 

laterizio in coppi a semplice o doppio canale o in tegole marsigliesi ovvero 

con lastre in rame con cucitura a mano. 

Gli edifici a destinazione produttiva e commerciale in caso di tetto piano 

dovranno avere una pavimentazione in cemento o lapidea ovvero uno strato 

di ghiaia; le falde di copertura inclinate o curvilinee dovranno avere manti 

in coppi o tegole marsigliesi in cotto ovvero lastre di rame o lamiera di ferro 

o altro materiale metallico colorato con colori prescelti dall’Ufficio Tecnico 

Comunale. 

In sintonia con la modificazione del vigente Regolamento Edilizio 

Comunale, approvata con deliberazione C.C. n. 19 del 29/03/2007, e con 

quanto previsto dalla D.G.R. n. 8/5018 del 26/06/2007 le disposizioni di cui 

ai due commi precedenti non si applicano nel caso in cui vengano installati 

pannelli fotovoltaici e/o solari finalizzati ad attuare il risparmio energetico 

nonché l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. In tali casi, allo scopo di 

minimizzare l’impatto dei pannelli nel contesto urbano e naturale 

circostante, rimangono pienamente attivabili gli interventi prescrittivi fissati 

dall’art. 15 delle presenti N.T.A. . 

In relazione alle particolari caratteristiche ambientali delle zone collinari e 

di percezione dall’alto, in caso di utilizzo del sottotetto di edifici esistenti, la 

pendenza delle falde potrà essere modificata solo all’interno delle 

percentuali soprascritte. 

Per gli edifici compresi nei Centri Storici nelle Zone di Recupero e per gli 

edifici soggetti a conservazione e di cui al successivo art. 19, l’altezza 

massima di P.R.G. è individuata per ciascun edificio e corpo di fabbrica 

dalle attuali altezze di gronda e di colmo e di ciascuna falda; è consentita la 

modifica delle altezze di cui sopra solo quando sia prevista o consentita dal 

P.R.G. la rimodellazione della copertura perché in contrasto con le tipologie 

tradizionali. 

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_________________________________________________________________________ 

Art. 11 - Distacchi dalle costruzioni, dai confini e dalle strade 

Nelle varie zone di P.R.G. i distacchi tra gli edifici dovranno rispettare le 

misure prescritte dall’art. 9/1-2-3 del D.M. 02/04/68 n. 1444 con 

misurazione a semplice squadro. 

Non si computano ai fini della distanza tra i fabbricati e i confini, i balconi 

aggettanti fino a m. 1,50 mentre sono da computarsi i loggiati ed i porticati 

anche aperti. 

Nel caso di pareti entrambi cieche, la distanza minima è ridotta a m. 6 

ulteriormente riducibile nell’ambito dei Piani Attuativi. 

Negli interventi di ristrutturazione e nuova edificazione nei Centri Storici e 

nelle Zone di Recupero le distanze minime tra gli edifici, anche con 

interposte strade sono pari a quelle preesistenti senza tener conto degli 

edifici accessori, di cui in sede di P.R.G. o P.P. è prevista la demolizione. 

La distanza minima dal confine misurata a raggio è pari a metà dell’altezza 

dell’edificio con un minimo di m. 5. 

In tutte le zone la distanza minima di m. 5 dovrà essere rispettata anche per i 

nuovi edifici che sorgono in adiacenza ad aree a standard , a nuove strade di 

P.R.G. e allargamenti stradali, nonché per quelli che sorgono in adiacenza 

alla delimitazione di zone con differenti destinazioni d’uso principali 

(Residenza, Attività Produttive, terziarie e Zone agricole, boschive e di 

tutela del paesaggio); tale distanza minima non si applica nei confronti delle 

fasce di rispetto e arretramento e degli ampliamenti e sopralzi di edifici 

esistenti che rispettano l’allineamento preesistente. 

All’interno del perimetro del Centro Abitato qualsiasi costruzione interrata 

di cui è consentita la realizzazione ai sensi delle vigenti normative, nonché 

le autorimesse private di cui è prevista la realizzazione entro terra o fuori 

terra, dovranno rispettare di norma la distanza minima dalla strada di m. 5. 

Nel caso di dimostrate difficoltà tecniche, derivanti da necessità di effettuare 

consistenti movimenti di terra o scavi in roccia o impossibilità di accesso, è 

ammessa per le autorimesse interrate ed i loro accessi coperti una distanza 

minore, comunque non inferiore a m. 2 dalla strada. Tale disposizione 

sussiste anche nei confronti di mulattiere, sentieri comunali e vicinali 

nonché rispetto a nuove strade di P.R.G. 

Quando le autorimesse fossero realizzate a valle della strada, fermo restando 

quanto sopra disposto, dovrà essere garantita dal richiedente, con tutte le 

opportune provvidenze, impegni e, ove necessario fidejussioni, la stabilità 

della strada stessa e di tutti i suoi manufatti. All’esterno del perimetro del 

centro abitato nel territorio non urbanizzato la distanza minima delle 

autorimesse dalla viabilità comunale classificata di tipo F dal Codice della 

Strada è di m. 3. 

Nel caso in cui le autorimesse interrate siano realizzate a monte di una 

strada delimitata da un muro di sostegno esistente, fatte salve preminenti 

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_________________________________________________________________________ 

esigenze di sicurezza del traffico e di allargamento della sede stradale, è 

possibile derogare dalla distanza minima di cui sopra purchè il richiedente 

sottoscriva una convenzione od un atto unilaterale registrato e trascritto nel 

quale si preveda la realizzazione di un unico accesso con cancello ad 

apertura comandata a distanza e il mantenimento o la ricostruzione del muro 

in pietra locale a vista. 

Gli ampliamenti -- di edifici esistenti consentiti dal P.R.G. all’interno del 

perimetro del centro abitato dovranno comunque garantire l’arretramento 

minimo di m. 3. 

Al di fuori del Centro Abitato e all’esterno delle previsioni insediative di 

P.R.G.,tutte le nuove costruzioni a qualsiasi titolo realizzate nell’ambito 

della zona omogenea E ad eccezione di quelle per pubbliche attrezzature 

dovranno rispettare la distanza minima di m. 20 dalle strade di tipo F, ridotta 

a m 10 per le strade vicinali. 

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Art. 12 - Volume degli edifici e superficie lorda di pavimento 

Il volume degli edifici in progetto è quello dei corpi di fabbrica emergenti 

dal piano di spiccato rappresentato dal piano orizzontale passante per la 

quota di spiccato determinata con le modalità di cui al precedente art. 10. 

Nel volume dei nuovi edifici o dei sopralzi di edifici esistenti sono da 

considerarsi i cavedi, le chiostrine, i sottotetti abitabili e quelli aventi le 

caratteristiche di cui al precedente art. 10 - primo comma, lettera b), mentre 

sono esclusi le intercapedini di larghezza massima di m. 1.00 nonché i 

loggiati e i porticati che misurano un volume complessivamente contenuto 

nel 10% del volume totale. 

Né i porticati né i loggiati esclusi dal volume potranno essere chiusi da 

serramenti o pareti anche mobili. 

Sono altresì escluse dal computo del volume le autorimesse private interne 

all’edificio di altezza media libera non superiore a m. 2.40 e limitatamente 

alla superficie di 1 mq ogni 10 mc di costruzione. 

Sono viceversa da computarsi nel volume edificabile le parti di edificio 

poste a quota inferiore alla quota di spiccato quando siano utilizzate per 

funzioni abitative, produttive e terziarie. Non sono computabili gli spazi 

accessori per la parte sottostante il piano di spiccato. 

Ai fini del calcolo del volume i muri perimetrali e i solai di interpiano sono 

considerati di spessore convenzionale di cm. 30, purché vengano rispettate 

le disposizioni di cui alla Legge Regionale 20/04/1995 n. 26 e successive 

modifiche e integrazioni. 

Nei nuovi edifici e nella ristrutturazione e ampliamento di quelli esistenti, 

così come nel caso di utilizzo del sottotetto in deroga alle Norme di P.R.G. 

ai sensi della L.R. n. 12/2005 e s.m.i. (titolo IV capo I), è vietata la 

realizzazione di scale esterne di accesso al secondo livello emergente dal 

piano di spiccato. 

Nei progetti di recupero e di ristrutturazione degli edifici esistenti alla data 

di adozione del P.R.G. che non comportano alterazione dei profili e della 

sagoma preesistenti, non è richiesto il rispetto degli indici planivolumetrici. 

A prescindere dal rispetto di detti indici, è sempre consentita la 

realizzazione di volumi necessari per l’adeguamento alle norme di sicurezza 

delle attività esistenti di tipo produttivo, terziario per uffici pubblici o di 

interesse pubblico, nonché per il superamento delle barriere architettoniche 

negli edifici esistenti alle condizioni stabilite dalle vigenti disposizioni 

legislative. 

La superficie lorda di pavimento è calcolata sommando alla superficie utile 

interna dei locali anche tutte le superfici di murature interne ed esterne e gli 

spazi di accesso quali scale, ascensori e corridoi coperti. 

Sono esclusi dalla s.l.p. i loggiati e i porticati aperti e le scale aggettanti 

purché non coperte. 

______________________________________________________________ 



16

_________________________________________________________________________ 

Art. 13 - Sistemazione delle aree scoperte – Volumi interrati 

Le aree scoperte pertinenti agli edifici delle zone residenziali dovranno 

essere destinate a giardino alberato e orto ad eccezione delle aree destinate a 

parcheggio privato ai sensi della Legge 122/89 e successive modifiche e 

integrazioni. 

Nelle nuove costruzioni la superficie di giardino e orto alberato con 

caratteristiche di permeabilità non dovrà essere di norma inferiore al 60% 

della superficie scoperta dedotte le aree destinate a parcheggio privato di cui 

sopra. 

Nelle zone produttive, gli spazi esterni alle costruzioni potranno essere 

destinati a servizio delle attività stesse sempreché sia sistemato a verde 

alberato uno spazio adeguato alle caratteristiche ambientali della zona. Tale 

sistemazione dovrà assumere particolare importanza nelle aree sottoposte al 

vincolo di cui al D.Lgs. n. 42/2004 e s.m.i. e nelle aree di deposito. Nelle 

predette zone è comunque vietata la realizzazione di volumi e autorimesse 

interrati all’esterno del perimetro della costruzione, fatto salvo il caso in cui 

trattasi di impianti tecnologici a servizio dell’attività produttiva. 

La sistemazione delle aree perimetrate come Centri Storici e Zone di 

Recupero è disciplinata dal successivo art. 20. 

Fuori dai casi previsti dalle presenti norme ed in relazione alla particolare 

fragilità idrogeologica del territorio nelle aree di classe di fattibilità 

geologica n. 3 e 4 e fatte salve le indicazioni più restrittive risultanti dalle 

indagini geotecniche e geognostiche, le costruzioni sotterranee non potranno 

occupare spazi esterni al perimetro della superficie coperta degli edifici 

esistenti e in progetto. In tali casi è consentita la sola costruzione di 

autorimesse e spazi accessori di superficie lorda di pavimento 

complessivamente non superiore al 10% della superficie coperta 

dell’edificio emergente dal terreno naturale. 

Nel computo della superficie massima di cui sopra non sono compresi le 

rampe e i corselli coperti di accesso alle autorimesse interrate. 

E’ vietata la realizzazione di locali accessori fuori terra a qualsiasi 

destinazione d’uso fatta eccezione per le autorimesse private di cui agli artt. 

20, 23 e per i manufatti di cui all’art. 45. 

Nei casi di ampliamento e di riforma degli edifici esistenti alla data di 

adozione del P.R.G. dovrà comunque essere garantito il mantenimento di 

sufficienti dotazioni di verde alberato. 

Nelle aree di pertinenza degli edifici esistenti, ad eccezione delle aree 

comprese nelle zone A e nelle zone di recupero, è inoltre consentita la 

realizzazione di piccoli fabbricati accessori in ragione di uno per ogni 

edificio esistente non computati ai fini del volume e delle distanze destinati 

a legnaia o deposito attrezzi per il giardinaggio purché realizzati in legno, di 

altezza massima di m. 2 e di superficie lorda non superiore a mq. 6,00. 

______________________________________________________________ 



17

_________________________________________________________________________ 

Si considerano interrate le costruzioni in cui l’estradosso della copertura 

risulta in ogni punto a quota altimetrica inferiore al terreno naturale o 

artificializzato rilevato prima della esecuzione dell’intervento. 

Tale condizione dovrà essere chiaramente rilevabile da un rilievo 

planoaltimetrico asseverato allegato al progetto di intervento. 

______________________________________________________________ 



18

_________________________________________________________________________ 

Art. 14 - Impegnativa volumetrica 

Il rilascio del titolo abilitativo a costruire o la D.I.A. riguardante nuove 

costruzioni o ampliamenti sono subordinati alla sottoscrizione di un 

impegno unilaterale che vincoli il terreno di proprietà al volume da edificare 

in relazione ai parametri di zona previsti dal P.R.G. 

Tale impegno dovrà essere regolarmente registrato e trascritto a favore del 

Comune di Pontida a totale cura e spese del richiedente la Concessione 

Edilizia. 

Il vincolo sarà suscettibile di rettifica in rapporto alle modifiche introdotte al 

P.R.G. a seguito di varianti di tipo puntuale o generale. 

______________________________________________________________ 



19

_________________________________________________________________________ 

Art. 15 – Tipologia degli edifici – Progettazione degli edifici e degli spazi 

aperti 

La progettazione degli edifici e degli spazi aperti deve garantire il massimo 

rispetto dei caratteri architettonici ed ambientali del contesto urbano e 

naturale circostanti. 

A tale scopo in sede di rilascio del titolo abilitativo a costruire il Comune 

potrà imporre tutte le opportune prescrizioni di carattere edilizio, estetico, 

architettonico e tipologico, anche con riguardo alla sistemazione delle aree 

esterne e delle recinzioni. 

Nel caso di D.I.A. o altro titolo abilitativo equivalente il Dirigente o il 

Responsabile dell’Ufficio Comunale competente, notifica entro 30 gg. dalla 

data di presentazione l’ordine di non dar corso all’esecuzione dell’intervento 

quando la Denuncia non contenga tutti gli elaborati richiesti dalle presenti 

N.T.A. e dal Regolamento edilizio ovvero fosse constatato il mancato 

rispetto delle disposizioni normative anche in materia di estetica, decoro 

degli edifici e degli spazi aperti e di tutela del paesaggio. 

Nelle zone residenziali, salvo diverse ed esplicite previsioni dei Piani 

attuativi, la lunghezza del fronte degli edifici a blocco isolato, misurata 

lungo la proiezione dell’asse longitudinale, non potrà essere superiore a m. 

36 mentre le case a schiera dovranno avere non più di tre unità abitative. 

Tali disposizioni non si applicano per le zone di completamento a 

volumetria definita. 

Per gli interventi in fascia di rispetto, ed in tutto il territorio non urbanizzato 

si applicano le disposizioni di cui ai successivi articoli. 

______________________________________________________________ 



20

_________________________________________________________________________ 

______________________________________________________________ 


PARTE SECONDA 

ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE RESIDENZIALE 

Art. 16 - Destinazioni d’uso 

Le zone residenziali devono essere destinate alla costruzione di edifici a 

prevalente uso abitativo. 

In essi sono consentite, in quanto compatibili con la destinazione 

residenziale, le seguenti destinazioni d’uso: 

− commerciale di vicinato 

− turistiche e ricettive; 

− direzionali e artigianali di servizio; 

− magazzini e depositi; 

− laboratori artigianali di produzione compatibili, secondo la disciplina 

legislativa vigente, con la prevalente destinazione residenziale della zona. 

Nelle zone residenziali non è in ogni caso consentito l’esercizio delle 

seguenti attività: 

− Attività produttive e di ricerca nonché depositi insalubri di 1 A e 2 A 

classe di cui all’articolo 216 del T.U. sulle leggi sanitarie del D.M. 

05/09/94 e successive modifiche e integrazioni; 

− Teatri, sale concerti, discoteche e sale da ballo di slp superiore a mq 

150; 

− Esercizi commerciali di media e grande dimensione e Centri 

Commerciali come definiti dalla legislazione regionale in materia. 

− Impianti di depurazione, di trattamento e smaltimento dei rifiuti e dei 

reflui civili e industriali; 

− Strutture direzionali di slp complessiva superiore a 300 mq. 

− Attività collettive private e impianti ed attrezzature ricreative al di fuori 

dei casi previsti dal successivo art. 36 

Negli edifici esistenti alla data di adozione del P.R.G., restano comunque 

salve le destinazioni d’uso in essere solo in quanto compatibili con i 

requisiti minimi igienico-sanitari previsti dalle disposizioni di legge vigenti. 

Non è in ogni caso ammessa la riapertura di una attività cessata ritenuta non 

compatibile ai sensi del presente articolo. 

Nel caso in cui la nuova costruzione in zona residenziale o la modifica di 

destinazione d’uso con opere riguardi la realizzazione di spazi a 

destinazione terziaria e turistico ricettiva, il richiedente, fatto salvo quanto 

previsto al successivo art. 49, dovrà destinare spazi di parcheggio pubblico o 


21

_________________________________________________________________________ 

di uso pubblico in misura non inferiore a 0,5 mq/mq di slp, aggiuntivi a 

quelli esistenti. 

Qualora sia accertata da parte del Comune la materiale impossibilità, totale 

o parziale, di reperire l’area a standard, il Comune stesso può accettare la 

cessione di altra area attrezzata nell’ambito del territorio comunale o la 

monetizzazione sostitutiva ai sensi della L.R. n. 12/2005 e successive 


E’ consentito destinare a funzioni terziarie e produttive compatibili anche 

l’intero edificio incluso in zona residenziale qualora nelle adiacenze 

dell’edificio stesso siano contestualmente realizzati a cura e spese del 

richiedente adeguati spazi di parcheggio e verde pubblico o di uso pubblico 

e sempre che la viabilità esistente per dimensioni e caratteristiche sia 

ritenuta adeguata dal Comune alle nuove funzioni da esercitare. 

Nello stesso caso quando dette funzioni vengano inserite in edifici esistenti 

nei Centri Storici e nelle Zone di Recupero il Comune, potrà accettare anche 

la monetizzazione totale delle aree a standard. 

Ferme restando le disposizioni di cui ai commi precedenti nelle zone “A” 

Centri Storici e negli edifici che il P.R.G. destina alla conservazione, le 

destinazioni d’uso devono comunque essere compatibili con la salvaguardia 

dei valori storico-architettonici dell’edificio. 

Le disposizioni del presente articolo valgono per gli edifici in zona di 

completamento od inclusi in Piani Attuativi già completamente realizzati. 

Per i nuovi Piani Attuativi e per quelli non ancora completamente realizzati 

valgono le disposizioni di cui al successivo art. 26. 

______________________________________________________________ 



22

_________________________________________________________________________ 

Art. 17 - Zone “A” - Centri Storici 

Il P.R.G. individua il perimetro dei complessi edilizi, degli isolati e delle 

aree nelle quali permangono rilevanti caratteri di impianto urbanistico di 

architettura e storia che sono meritevoli di conservazione e valorizzazione. 

Al solo scopo di consentire, oltre alla formazione dei P.P. di esecuzione 

anche la redazione dei Piani di Recupero, detti nuclei sono perimetrati 

come Zone di Recupero ai sensi dell’art. 27 della Legge 05/08/78 n. 457. 

Nelle zone “A” è vietata la costruzione di nuovi edifici. 

Per ogni Centro Storico gli estratti planimetrici in scala 1/1000 individuano: 

• gli interventi ammissibili in attesa della formazione dei Piani 

Particolareggiati o dei Piani di Recupero. La tipologia degli interventi 

ammessi in rapporto ai peculiari caratteri di ogni edificio, è definita dai 

gradi di intervento. Le modalità di esecuzione degli interventi sono 

descritte al successivo art. 20 mentre le schede di unità minima di 

intervento definiscono prescrizioni specifiche da rispettare nella 

esecuzione di ogni intervento; 

• la rete della viabilità, per parcheggio e la sosta e le attrezzature pubbliche 

e di uso pubblico. 

• le aree che garantiscono l’indispensabile contesto ambientale e percettivo 

dei nuclei da conservare per le quali il successivo art. 20 stabilisce 

modalità e criteri di intervento. 

Gli interventi di ristrutturazione urbanistica, e di ampliamento sono 

comunque subordinati alla formazione di Piani Particolareggiati o Piani di 

Recupero estesi a non meno di una unità minima di intervento così come 

individuata sulla planimetria in scala 1/1000. 

Con approvazione dei P.P. e dei P.R. e senza che ciò costituisca Variante al 

P.R.G., potranno essere definiti gli aspetti esecutivi e di dotazione 

integrativa di aree a standard con le modalità indicate al successivo art. 49 

nonché di riqualificazione della viabilità pedonale e veicolare esistente. 

In attesa della formazione dei P.P. e dei P.R. sono consentiti gli interventi 

previsti dai seguenti gradi di intervento, così come individuati nelle tavole 

di P.R.G. in scala 1/1000. 

GRADO I - RESTAURO 

L'intervento è finalizzato a conservare l’organismo edilizio assicurandone la 

funzionalità attraverso la realizzazione di un insieme sistematico di opere 

che nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo 

stesso ne consentano l’utilizzo per destinazioni funzionali compatibili. 

Tutti gli interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e, ove 

richiesto da inderogabili e dimostrate esigenze di natura statica, il rinnovo 

degli elementi costitutivi dell'edificio, l’inserimento degli elementi accessori 

e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, nonché l'eliminazione degli 

______________________________________________________________ 



23

_________________________________________________________________________ 

elementi che per forma, consistenza e materia sono estranei all'organismo 

edilizio oggetto di restauro. 

L'eliminazione di tali elementi è obbligatoria sia nel caso di interventi che 

interessano l'intero organismo edilizio od una sua parte. 

Il restauro deve garantire la conservazione degli organismi edilizi nella loro 

inscindibile unità formale e strutturale individuata attraverso il 

riconoscimento dell'impianto tipologico, della sua evoluzione consolidata, 

degli aspetti architettonici, artistici e culturali che lo caratterizzano. 

La conservazione va riferita non solo agli elementi architettonici, plastici e 

figurativi relativi all'epoca dell'impianto, ma anche a tutti gli elementi che 

pur introdotti in epoche successive costituiscono determinante ed organico 

sviluppo del complesso originario; vanno salvaguardati gli impianti 

distributivi sia orizzontali che verticali (solai e murature), le strutture 

portanti e le fondamentali aggregazioni spaziali e distributive, nonché gli 

elementi decorativi, i materiali e le loro tecniche costruttive e d'uso. 

L'inserimento dei servizi igienici e tecnologici e le opere necessarie 

all'abbattimento delle barriere architettoniche e per l'adozione delle norme di 

sicurezza dovranno avvenire senza alterazioni volumetriche degli edifici, 

evitando l'occupazione degli spazi distributori, aperti o coperti, nonché la 

modifica del profilo e dell'andamento delle falde dei tetti così come 

risultanti dalle scelte del progetto di restauro. 

GRADO 2 - RISANAMENTO CONSERVATIVO 

L'intervento è finalizzato a conservare l'organismo edilizio assicurandone la 

funzionalità attraverso la realizzazione di un insieme sistematico di opere 

che, nel rispetto degli elementi tipologici formali e strutturali dell'organismo 

stesso ne consentano il risanamento igienico e strutturale e l’utilizzo per 

destinazioni funzionali compatibili. 

L'intervento di risanamento deve garantire le stesse finalità conservative del 

restauro, pur essendo riferito ad edifici nei quali gli interventi trasformativi 

hanno alterato in modo consistente l'impianto originario di norma riferito a 

tipologie residenziali o agricole di modesto rilievo sotto il profilo 

architettonico. 

L'intervento dovrà avvenire nel rispetto delle principali articolazioni degli 

spazi interni e delle loro caratterizzazioni formali più significative (volte, 

soffitti, pavimenti, porte, finestre, porticati, loggiati, scale, ecc.) per la 

salvaguardia delle quali è consentito anche l'uso di nuovi elementi di 

consolidamento statico compatibili con i magisteri tradizionali locali. 

Negli spazi che le analisi di progetto dimostreranno come neutri, ed in quelli 

caratterizzati da tipologie produttive agricole (stalle, fienili, depositi ecc.) 

prive di connotazioni rilevanti ai fini dell’architettura, sono consentiti ai fini 

del risanamento igienico e distributivo, anche il ripristino ed il rinnovo delle 

murature e delle strutture orizzontali di norma con tecnologie e magisteri 

tradizionali, la realizzazione di eventuali nuove scale, purché non esterne e 

______________________________________________________________ 



24

_________________________________________________________________________ 

in casi adeguatamente motivati dal progetto, anche lo spostamento dei solai 

e delle strutture murarie di secondaria importanza. 

Magisteri costruttivi, qualità e tipologie costruttive per gli interventi di 

ripristino e di rinnovo quando consentiti dovranno riferirsi di tipi 

tradizionali sia caratteristici della zona di Pontida che dell’edificio oggetto 

di intervento secondo i criteri di cui al successivo art. 20. 

Contestualmente all'intervento è obbligatoria l'eliminazione dei volumi e 

degli elementi impropriamente aggiunti nel tempo, che costituiscono 

modificazioni non integrate con il processo di successiva evoluzione della 

tipologia originaria. 

Per gli edifici sui quali sono stati effettuati recenti interventi trasformativi e 

di sostituzione tipologica o strutturale, il grado di risanamento conservativo 

si intende attribuito all'involucro, mentre per gli spazi interni sono ammessi 

anche interventi di ristrutturazione. 

GRADO 3 - RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA DI 1° GRADO 

Con l'intervento di ristrutturazione edilizia di primo grado è consentito 

trasformare l'organismo edilizio mediante un insieme di opere che possono 

portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. 

L'intervento è di norma previsto per gli edifici di recente costruzione o di 

integrale ristrutturazione che presentano caratteri architettonici dissonanti 

con il contesto architettonico del vecchio nucleo. 

Oltre agli interventi descritti per il grado 2, sono pure consentiti il ripristino 

e la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, l'eliminazione, la 

modifica e l'inserimento di nuovi impianti. 

Quando l’intervento interessi l'intero edificio, è obbligatoria la realizzazione 

contestuale delle opere di riambientazione delle fronti, delle coperture e 

delle aree esterne così come indicato nel successivo art. 20 Metodologia 

degli interventi. 

GRADO 4 - RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA DI 2° GRADO 

Gli interventi di ristrutturazione edilizia di 2° grado si riferiscono di norma 

ad edifici in condizioni di degrado irreversibile o per i quali risulta 

indispensabile proporre operazioni di ricostruzione parziale o integrale del 

volume, nel rispetto dei profili e volumi preesistenti tenendo conto dei 

criteri di intervento indicati nel successivo art. 20. 

GRADO 5 – RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA DI 3° GRADO 

Gli interventi di ristrutturazione edilizia di 3° grado si riferiscono di norma 

ad edifici agricoli produttivi (stalle, fienili, depositi ecc.) per i quali è 

consentita la trasformazione d’uso. 

Fermo restando l’obbligo di conservare le strutture edilizie principali e gli 

orizzontamenti di particolare valore per la memoria dell’edificio (volte, 

soffitti cassettonati, loggiati ecc.) gli interventi volti a realizzare la nuova 

______________________________________________________________ 



25

_________________________________________________________________________ 

destinazione d’uso devono garantire il rispetto dei caratteri architettonici e 

tipologici interni ed esterni che richiamino l’originaria funzione dell’edificio 

tenendo conto dei criteri e delle modalità di intervento di cui al successivo 

art. 20. 

GRADO 6 - DEMOLIZIONE 

Nella tavola di P.R.G. sono indicati con apposito simbolo i volumi 

degradati, fatiscenti o in contrasto con l'ambiente, per lo più di carattere 

provvisorio, che devono essere demoliti per esigenze inderogabili di 

risanamento igienico o funzionale e di recupero urbanistico e ambientale del 

nucleo storico. 

Per gli edifici soggetti a demolizione è consentita la sola manutenzione 

ordinaria. 

La demolizione è obbligatoria nel contesto degli interventi che interessano 

globalmente gli edifici ovvero gli interventi di sistemazione degli spazi 

cortilivi, a giardino, orto e parco. 

Gli interventi di qualunque tipo e natura sulle aree di contesto comprese 

all’interno del perimetro di zona che riguardino interventi di rimodellazione 

del terreno, costruzione di muri di sostegno e recinzione, autorimesse 

private ai sensi della L.R. n. 12/2005 e s.m.i., purché riguardanti edifici 

esclusivamente compresi nella Zona “A” di appartenenza e comunque 

preesistenti alla data di entrata in vigore della Legge 122/89, il taglio e il 

reimpianto di vegetazione arborea e la modifica dell’assetto colturale sono 

subordinati alla preventiva autorizzazione del Comune, anche mediante 

D.I.A,. dietro richiesta corredata da tutti i necessari elaborati grafici, 

fotografici e di relazione atti ad esplicitare compiutamente il tipo di 

intervento da eseguire. 

Entro trenta giorni dalla data di ricevimento il Comune potrà prescrivere 

modifiche e interventi integrativi o vietare l’esecuzione delle opere così 

come progettate in quanto in contrasto con la tutela dei valori storico, 

architettonici e ambientali tutelati. 

Il perimetro delle Zone A è definito dal limite tracciato sulla planimetria in 

scala 1/2000 e 1/1000. 

In caso di difformità tra le schede di unità minima di intervento e le 

planimetrie in scala 1/1000, prevalgono le prime. 

Sono fatte salve le previsioni dei P.R. approvati o adottati prima della data 

di adozione del presente P.R.G. 

______________________________________________________________ 



26

_________________________________________________________________________ 

Art. 18 - Zone di recupero del patrimonio edilizio esistente (Zone B) 

Il P.R.G. fissa il perimetro dei complessi edilizi degli isolati e delle aree nei 

quali, pur non permanendo in modo riconoscibile e unitario i valori 

storico/architettonici e di nuovo impianto propri dei nuclei storici, risulta 

preminente l’obiettivo di pervenire al recupero in termini edilizi, urbanistici 

e funzionali del patrimonio edilizio esistente mediante interventi di tipo 

conservativo, di risanamento, di ricostruzione e migliore utilizzazione del 

patrimonio stesso, in relazione alle condizioni di degrado tenendo conto dei 

superstiti valori e caratteri architettonici, tipologici e formali degli edifici e 

degli spazi urbani. 

Ai sensi del titolo IV della Legge 05/08/78 n. 457 e successive modifiche e 

integrazioni, nell’ambito dei perimetri individuati dal P.R.G., saranno 

redatti: 

• Piani di Recupero di iniziativa pubblica con le modalità e le condizioni 

stabilite dall’art. 28 della Legge 05/08/78 n. 457 e successive modifiche e 

integrazioni; 

• Piani di Recupero di iniziativa privata ai sensi dell’art. 30 della Legge 

05/08/78 n. 457. 

Detti Piani, oltre agli interventi di carattere conservativo, dovranno proporre 

il recupero degli edifici di valore storico-tipologico e architettonicoambientale 

con particolare riguardo a quelli specificatamente individuati 

sulla tavola di P.R.G. e prevedere gli interventi nei quali sia consentita la 

ristrutturazione edilizia sostitutiva ovvero la ristrutturazione urbanistica 

purché estesa ad almeno un isolato con le relative aree di pertinenza. 

I Piani di Recupero, se approvati in variante semplificata al P.R.G. potranno 

prevedere l’incremento dei volumi esistenti nei limiti del 10% della 

volumetria complessiva solo per gli edifici che hanno perduto i caratteri 

della architettura tradizionale preesistente mentre dovranno individuare 

quali edifici o porzioni di essi vadano demoliti o ricostruiti perché in grado 

di recuperare i valori storici, tipologici, architettonici e ambientali ancora 

riconoscibili. 

Con l’approvazione dei P.R., e senza che ciò costituisca Variante al P.R.G., 

saranno definiti gli interventi di riqualificazione della viabilità esistente 

pedonale e veicolare e la dotazione integrativa di attrezzature pubbliche. 

Fermo restando quanto disposto dal successivo art. 19 per gli edifici soggetti 

a conservazione, fino alla approvazione dei Piani di Recupero e nel rispetto 

delle prescrizioni impartite dalle presenti Norme, sono consentiti tutti gli 

interventi di cui all’art. 27 della Legge 05/08/78 n. 457 e successive 

modificazioni con esclusione degli interventi di nuova costruzione. 

______________________________________________________________ 



27

_________________________________________________________________________ 

Art. 19 - Edifici soggetti a conservazione 

Il P.R.G. definisce con apposito segno grafico ed include in un Repertorio 

gli edifici esterni alle zone “A” per i quali permangono rilevanti valori 

architettonici, storico-artistici o di impianto da salvaguardare, con 

particolare riguardo alla attuazione delle direttive in proposito contenute 

nella normativa di attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale. 

Gli interventi conservativi in rapporto alle condizioni di degrado e di 

compromissione derivanti da precedenti interventi edilizi così come saranno 

rilevate al momento della stesura del progetto esecutivo dovranno 

comunque essere compatibili con le destinazioni d’uso ammesse dal P.R.G. 

senza alterare la tipologia e caratteri architettonici preesistenti. 

Gli interventi edilizi dovranno essere finalizzati al recupero dei caratteri 

architettonici, artistici, tipologici e di impianto superstiti, rispettando in 

proposito le prescrizioni e le modalità dettate al successivo articolo 20. 

______________________________________________________________ 



28

_________________________________________________________________________ 

Art. 20 - Metodologia degli interventi sugli edifici e spazi urbani 

soggetti a conservazione o compresi nei Centri Storici e in 

Zona di Recupero, nelle aree boschive e di tutela del paesaggio 

agrario collinare 

Per tutti gli edifici e le aree compresi all’interno dei perimetri dei Centri 

Storici, delle Zone di Recupero e per gli edifici di cui il P.R.G. prevede la 

conservazione, si applicano i criteri e le modalità di intervento previsti dal 

presente articolo, nonché le prescrizioni di dettaglio inserite nei rispettivi 

Piani Attuativi e nel Regolamento Edilizio: 

a) Gli interventi conservativi e di recupero dei caratteri storici, 

architettonici, ambientali e tipologici devono attenersi ai seguenti criteri 

di indirizzo: 

• l’intervento di recupero deve essere sempre riconoscibile e documentato; 

il restauro e il risanamento conservativo dovranno uniformarsi al 

massimo rispetto degli elementi strutturali, tipologici, architettonici e 

decorativi garantendone la conservazione e la valorizzazione attraverso 

tecniche e metodiche coerenti, non distruttive e reversibili. 

• ogni intervento sull’edificio ed in particolare sulle coperture, e sugli 

elementi architettonici di facciata quali portoni, finestre, portefinestre, 

persiane, gronde, canali, intonaci, zoccolature, barriere, grate ecc. dovrà 

risultare coerente con le tipologie tradizionali del sito evitando l’utilizzo 

di materiali ed elementi estranei alla tradizione ed al contesto ambientale. 

• il progetto dovrà proporre interventi in grado di conservare, ritrovare e 

facilitare la messa in evidenza e la lettura di tutte le testimonianze 

superstiti di storia, cultura e architettura e i magisteri costruttivi locali e 

ciò anche nel caso di interventi di ristrutturazione e rinnovo. 

b) Nel caso in cui i prospetti degli edifici, in specie quelli aperti su spazi 

pubblici e privati, presentino caratteristiche compositive architettoniche e 

tipologia dei materiali difformi dai caratteri tipici tradizionali del luogo e 

tali da creare un contrasto con le caratteristiche ambientali del sito, il 

progetto di recupero ne dovrà proporre la ricomposizione attraverso 

appropriati interventi anche di sostituzione e rinnovo sugli elementi di 

contrasto. 

Gli interventi di sostituzione e rinnovo dovranno riguardare in 

particolare: 

• le coperture di forma anomala e con manti in lastre ondulate o piane di 

fibrocemento od altri materiali non tradizionali. Per dette coperture è 

consentito l’adeguamento alle tipologie tradizionali sia per materiali del 

manto, della lattoneria e della struttura che per forma e per pendenza 

delle falde. La modifica della sagoma e dei profili di copertura non 

comportano sotto il profilo urbanistico incremento del volume e 

dell’altezza. 

______________________________________________________________ 



29

_________________________________________________________________________ 

• gli intonaci a base plastica e nonché i rivestimenti esterni con piastrelle di 

ceramica, marmi, graniti; 

• i serramenti di finestre e portefinestre e gli elementi oscuranti in 

alluminio anodizzato o plastica ed avvolgibili di qualunque materiale. 

• di contorni in marmo o in granito ovvero di spessore minore di cm. 10. 

Le tipologie delle aperture e dei serramenti dovranno adattarsi a quelli tipici 

del luogo mentre per i materiali è prescritto l'uso di componenti naturali. 

c) Tutti gli elementi architettonici, decorativi, scultorei e naturali (quali i 

parchi privati) che costituiscono documento significativo della cultura, 

della storia e del costume di vita locale, sono vincolati al mantenimento 

in sito attraverso interventi conservativi. 

In ogni intervento, sia esso di manutenzione che di restauro o 

ristrutturazione, dovranno essere salvaguardate ed opportunamente 

valorizzate tutte le caratteristiche formali interne ed esterne significative 

quali: porticati, loggiati, volte soffitti, pavimenti, porte, finestre e 

serramenti esterni, portali, pilastri e colonne, scale, balaustre e ringhiere, 

camini, pozzi, fontane, edicole con immagini religiose, lapidi, targhe 

viarie, arredi di parchi, orti e giardini e le relative murature di confine, 

pavimentazioni lapidee di cortili e strade ecc. 

Il titolare della concessione e/o autorizzazione edilizia, il Direttore dei 

Lavori, il costruttore o chiunque ne venisse a conoscenza, quando nel 

corso dei lavori dovessero emergere elementi architettonici e decorativi 

di interesse per la storia e la cultura locale non dichiarati in sede di 

progetto, dovranno darne immediato avviso al Sindaco ed agli altri organi 

competenti alla tutela delle cose di interesse storico e artistico. 

In caso di ritrovamenti dovranno essere adottate immediatamente 

opportune e adeguate cautele per la salvaguardia dei reperti, fermi 

restando i controlli e le successive determinazioni degli organi 

competenti, provvedendo da parte del D.L. alla immediata trasmissione 

al Sindaco di adeguata documentazione di rilievo materico e geometrico 

e fotografico. 

d) In sede di progetto dovranno essere chiaramente identificati i vari tipi di 

materiali da utilizzare ed i relativi colori; in corso d'opera gli stessi 

dovranno essere adeguatamente campionati e scelti in accordo con 

l'Ufficio Tecnico Comunale con tassativa esclusione di intonaci e colori 

plastici. 

Per le coperture è prescritto il tetto a falde inclinate con manto di tegole a 

canale in laterizio (coppi) ovvero altri materiali (marsigliesi, ardesie 

ecc..) preesistenti e di riconosciuto valore tipologico. Potranno essere 

mantenuti i lastrici solari esistenti, qualora ciò sia ritenuto compatibile 

con la salvaguardia dei valori architettonico-ambientali del sito. 

______________________________________________________________ 



30

_________________________________________________________________________ 

Come specificato nel precedente art. 10 le disposizioni di cui ai due 

commi precedenti non si applicano nel caso in cui vengano installati 

pannelli fotovoltaici e/o solari finalizzati ad attuare il risparmio 

energetico nonché l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. In tali casi, 

allo scopo di minimizzare l’impatto dei pannelli nel contesto urbano e 

naturale circostante, rimangono pienamente attivabili gli interventi 

prescrittivi fissati dall’art. 15 delle presenti N.T.A. . 

La pavimentazione di strade, piazze, vicoli, passaggi pedonali, passaggi 

privati e cortili devono essere mantenute, ripristinate o eseguite e, ove del 

caso, sostituite con l'impiego esclusivo dei materiali tradizionali quali ad 

esempio, acciottolato, masselli o lastre di pietra naturale, mattonato in 

laterizio o pietra naturale ecc. 

e) Tutti i cortili e gli spazi esterni attualmente inedificati annessi alle 

costruzioni non possono essere suddivisi con recinzioni o barriere di 

alcun tipo. 

I cortili che sono stati alterati od occupati da aggiunte edilizie o da 

elementi estranei all'organismo edilizio devono essere ripristinati nella 

loro connotazione originaria. 

f) Negli orti, nelle aree coltivate, nei giardini e nei parchi esistenti e 

confermati, è vietata la costruzione di recinzioni che frantumino lo spazio 

aperto e ne alterino la percezione. In casi motivati ritenuti compatibili da 

Comune sotto il profilo del rispetto dell’integrità del rapporto tra edifici 

del Centro Storico e le aree di protezione, è consentita la recinzione con 

staccionate in legno e siepi a sviluppo libero. 

In ogni caso la vegetazione di nuovo impianto dovrà essere coerente con 

i caratteri ambientali del sito. 

E’ inoltre vietata la realizzazione di strutture permanenti e comunque di 

muri, scavi e fondazioni anche se connessi alla cura e manutenzione del 

fondo e che siano tali da alterare il quadro ambientale e percettivo 

dell’area posta a tutela del nucleo storico. 

Nel caso di giardini e parchi di pertinenza degli edifici, e comunque in 

tutte le aree comprese nei perimetri delle Zone “A” e delle Zone di 

Recupero gli interventi demolitivi e sostitutivi sulle essenze vegetali 

d’alto fusto e arbustive esistenti e di nuovo impianto e sulle siepi 

costituenti delimitazione degli spazi aperti sono subordinati al rilascio del 

titolo abilitativo a costruire ovvero alla D.I.A. secondo le disposizioni 

stabilite dal Regolamento Edilizio. 

Sono parimenti soggette alla medesima disciplina la rimodellazione dei 

terreni, la formazione o il rifacimento di terrazzamenti e muri di 

sostegno. 

Negli orti e giardini privati fino a mq. 300 di superficie compresa nella 

zona sono consentite le serre mobili, i ricoveri di attrezzi e simili di 

altezza in gronda non superiore a m. 2,40 e di superficie massima di mq. 

______________________________________________________________ 



31

_________________________________________________________________________ 

12. Tali costruzioni possono essere ampliate in misura pari all’1% 

dell'area verde a disposizione eccedente i primi 300 mq. e devono essere 

realizzate con caratteristiche costruttive e materiali coerenti con il 

contesto. 

E' sempre possibile realizzare strutture leggere e aperte per la 

vegetazione rampicante. 

Nelle aree di verde privato è comunque vietata la costruzione di locali 

sotterranei a qualsiasi destinazione d'uso e di autorimesse salvo le diverse 

prescrizioni specifiche dei P.P. e dei P.R. 

g) Gli spazi per le autorimesse a diretto ed esclusivo servizio delle 

abitazioni e delle attività possono essere ricavati al piano terra di tutti gli 

edifici purché l’intervento sia realizzato nel rispetto dei valori 

architettonici e ambientali del sito e l'accesso risulti di norma aperto sui 

cortili o spazi privati. 

Per gli edifici privi o carenti di parcheggio privato costruiti anteriormente 

alla data di entrata in vigore della Legge 765/67 è consentita la 

realizzazione di autorimesse nel sottosuolo delle aree esterne agli edifici 

a servizio esclusivo degli stessi con le seguenti dimensioni massime: 

− 1 mq/10 mc per gli edifici la cui concessione edilizia è stata rilasciata 

prima della data di entrata in vigore della Legge 765/67; 

− 1 mq/20 mc per gli edifici la cui concessione edilizia è stata rilasciata 

dopo l’entrata in vigore della Legge 765/67 e prima della Legge 

122/89. 

L’approvazione del progetto è comunque subordinata al rispetto dei 

seguenti requisiti: 

• non esistano possibilità alternative di inserimento nei piani terra o nel 

sottosuolo degli edifici; 

• non comportino variazioni di quota nel soprassuolo; 

• mantengano le essenze arboree d'alto fusto o ne prevedano il 

reimpianto sostitutivo; 

• non realizzino rampe esterne che occupino cortili interni esistenti; 

• non alterino le caratteristiche delle pavimentazioni originarie delle 

corti. 

La costruzione delle suddette autorimesse di altezza media libera non 

superiore a m. 2,40 potrà essere consentita parzialmente o totalmente 

fuori terra, quando la realizzazione in interrato comporti una 

trasformazione ambientale ritenuta in contrasto con i criteri di 

conservazione dei valori architettonici e ambientali del sito. 

h) Tutte le tubazioni dell'acquedotto e del gas, le linee elettriche e 

telefoniche e le apparecchiature complementari esterne, ferma restando 

______________________________________________________________ 



32

_________________________________________________________________________ 

l'osservanza delle norme di sicurezza, devono essere eliminate o 

sostituite con impianti incassati o comunque non in vista. 

Pertanto nelle strutture murarie e nelle pavimentazioni devono essere 

predisposte le nicchie, le tubazioni e ogni altro accorgimento tecnico atto 

allo scopo. 

Le lampade, i sostegni e gli agganci per l'illuminazione pubblica devono 

armonizzarsi con l'ambiente ed essere posti, per quanto possibile, a 

sbalzo dai muri degli edifici; anche le insegne dei negozi e la pubblicità 

stradale devono essere coerenti con i caratteri architettonici dell’edificio. 

Le cabine dei servizi tecnologici devono essere sotterranee o 

completamente occultate alla vista. 

Negli spazi che le analisi di progetto dimostreranno come neutri, ed in quelli 

caratterizzati da tipologie produttive agricole (stalle, fienili, depositi ecc.) 

prive di connotazioni rilevanti ai fini dell’architettura, sono consentiti ai fini 

del risanamento igienico e distributivo, anche il ripristino ed il rinnovo delle 

murature e delle strutture orizzontali di norma con tecnologie e magisteri 

tradizionali, la realizzazione di eventuali nuove scale, purché non esterne e 

in casi adeguatamente motivati dal progetto, anche lo spostamento dei solai 

e delle strutture murarie di secondaria importanza. 

______________________________________________________________ 



33

_________________________________________________________________________ 

Art. 21 - Computo della volumetria e dell’altezza degli edifici compresi nei 

Centri Storici, nelle Zone di Recupero, soggetti a conservazione 

e di contenimento allo stato di fatto 

Il volume degli edifici compresi nei Centri Storici, nelle Zone di Recupero, 

degli edifici soggetti a conservazione e di contenimento allo stato di fatto è 

quello dell’intero solido geometrico emergente dal piano di campagna 

comprensivo del sottotetto. 

L’altezza da computarsi è quella attuale rilevata all’intradosso della imposta 

di gronda a prescindere dalla utilizzazione abitativa del sottotetto e dalla 

rimodellazione della copertura qualora motivata dalla necessità di 

riambientazione. 

______________________________________________________________ 



34

_________________________________________________________________________ 

Art. 22 - Osservanza del Regolamento di Igiene negli interventi di 

recupero del patrimonio edilizio esistente 

In tutti i casi di interventi di restauro e risanamento conservativo al fine 

della conservazione dei valori architettonici da tutelare, il Comune può 

derogare alle norme del Regolamento di Igiene con particolare riguardo ai 

rapporti aeroilluminanti, all'altezza ed alla volumetria dei locali. 

Parimenti nel caso di ricostruzione o di riforma di edifici, il Sindaco, sentito 

il parere della Commissione edilizia e dell'ASL, può autorizzare o 

prescrivere in via eccezionale l'esecuzione di opere in deroga al 

Regolamento di Igiene quando tali opere siano ritenute essenziali allo scopo 

di conservare il bene culturale inteso anche come parte del contesto 

circostante. 

Nell'ambito dei Centri Storici e delle Zone di Recupero e per gli edifici 

soggetti a conservazione di cui al precedente art. 19, non sono inoltre 

applicabili le disposizioni del Regolamento di Igiene in materia di superficie 

permeabile minima per ogni lotto. 

______________________________________________________________ 



35

_________________________________________________________________________ 

Art. 23 - Zone di completamento residenziale (Zone B) 

Nelle zone classificate di completamento residenziale, sono consentiti 

l’edificazione di lotti inedificati, l’ampliamento, il sopralzo nonché la 

sostituzione dei fabbricati esistenti nei limiti dei rapporti planivolumetrici 

fissati dal presente articolo e dalla tavola di P.R.G. 

Gli interventi edilizi, salvo diversa indicazione di P.R.G., dovranno 

rispettare le seguenti norme generali: 

1) la superficie coperta non potrà eccedere 1/3 della superficie totale del 

lotto al netto delle fasce di rispetto di P.R.G. non computabili sia per i 

nuovi edifici che per i sopralzi e ampliamenti; 

2) l’altezza massima di costruzione; 

3) gli edifici in fregio alle vie potranno sorgere in aderenza ai fabbricati 

esistenti in confine oppure staccati dal confine stesso, purché, in questo 

caso, la distanza dal confine non sia inferiore a m. 5 e dai fabbricati non 

inferiore a m. 10. Si potrà costruire sul confine laterale anche in assenza 

di fabbricati esistenti sulla proprietà vicina purché si provveda al relativo 

convenzionamento con il confinante al fine di coordinare la architettura 

degli edifici contigui anche in fasi successive. Per gli edifici non 

prospettanti su vie dovrà invece essere garantito il distacco da tutti i 

confini non inferiore a metà dell’altezza massima stabilita dal P.R.G., 

essendo peraltro consentito il convenzionamento con il confinante per 

l’edificazione contemporanea in confine. 

Sentita la Commissione edilizia, per motivi di carattere ambientale potrà 

essere imposta lungo le strade la costruzione in aderenza a fabbricati 

esistenti sui confini laterali ovvero in allineamento tra loro anche se ciò 

comportasse distanze dalle strade inferiori a quanto stabilito dal D.M. 

02/04/1968 n. 1444. 

E’ ammessa la realizzazione delle autorimesse private all’esterno degli 

edifici nei limiti di 1 mq ogni 10 mc di costruzione, anche parzialmente 

fuori terra, qualora la realizzazione all’interno del fabbricato o in interrato 

comporti rilevanti movimenti di terra, sbancamenti in roccia o interessi 

terreni geologicamente instabili. 

In tal caso, e previa dettagliata specificazione delle motivazioni in sede di 

progetto anche attraverso le necessarie relazioni geotecniche, i volumi 

emergenti dal piano di spiccato non saranno computati nel calcolo della 

volumetria edificabile. 

Potrà in ogni caso essere realizzata l’edificazione in aderenza ad edifici 

esistenti nonché l’edificazione in confine con le modalità di cui al 

precedente secondo comma. 

Modalità di intervento, materiali e dislocazione dovranno garantire il più 

efficace rispetto dell’ambiente; l’altezza in gronda non potrà superare i m. 

______________________________________________________________ 



36

_________________________________________________________________________ 

2.40 mentre l’altezza media interna in caso di soffitto inclinato non potrà 

eccedere i m. 3.10 e la gronda non potrà sporgere per più di 70 cm. 

Le zone di completamento previste dal P.R.G. hanno i seguenti indici: 

CP1 i-Df mc/mq 2.00 H m. 10.50 – 3 piani 

abitabili/agibili 

CP2 i-Df mc/mq 1.20 H m.8.00 – 2 piani 

abitabili/agibili oltre eventuale mansarda in sottotetto 

CP3 i-Df mc/mq 0.80 H m. 6.50 – 2 piani 

CP4 a volumetria definita - gli immobili compresi nel perimetro di 

P.R.G. sono tra loro solidali sotto il profilo economico 

indipendentemente dalla destinazione di Piano. 

______________________________________________________________ 


Per le operazioni n. 78, 87 e 106, vigono le seguenti prescrizioni 

specifiche: 

n.78 – volume edificabile mc. 5.000 H max m. 12 – obbligo di 

realizzazione del verde privato boscato ricadente nel 

perimetro dell’intervento 

n. 87 – volume edificabile mc. 5.000 H max m. 12 con piano di 

spiccato corrispondente alla Via Fermi - obbligo di 

realizzazione del verde privato boscato ricadente nel 

perimetro dell’intervento. 

E’ comunque consentito, a prescindere dalla 

delimitazione della zona CP4 e dalla fascia di rispetto, 

conservare l’edificio esistente con possibilità di 

completare il sopralzo del corpo di fabbrica indicato 

con tratteggio sulla planimetria di azzonamento Tav. n° 

6, fino a raggiungere i due piani fuori terra. 

n. 106 – volume edificabile aggiuntivo a destinazione 

residenziale mc. 1000 con obbligo di realizzazione 

contestuale dell’allargamento e sistemazione della via 

Milano nel tratto compreso nel perimetro di P.R.G. con 

possibilità di scomputo parziale o totale del relativo 

costo dagli oneri di urbanizzazione primaria. 

CP5 – Verde privato – Comprende le aree che per le loro caratteristiche 

peculiari hanno conservato un certo pregio ambientale e 

consolidato una destinazione d‘uso per ville con giardino. 

Nelle aree già edificate l’edilizia esistente è consolidata allo stato di 

fatto essendo consentite le sole opere di manutenzione 

straordinaria, e di ristrutturazione edilizia nonché l‘ampliamento 

una tantum nella misura del 20% del volume esistente alla data di 

adozione del P.R.G., raggiungibile anche in più fasi. 


37

_________________________________________________________________________ 

Sulle aree “libere”, così come definite al successivo articolo 48, 

non interessate da costruzioni né da boschi o da alberature isolate 

di pregio, è consentita la realizzazione di edifici di un solo piano 

abitabile con eventuale mansarda in sottotetto, altezza massima m. 

5.00, della volumetria massima complessiva per ogni “area libera” 

di mc. 750 e con una densità fondiaria non superiore a 0,4 mc/mq. 

L’edificazione dell’operazione n. 199 è subordinata alla contestuale 

realizzazione del parcheggio di uso pubblico di cui all’op. 198. 

Previo parere della Commissione Edilizia, la Giunta Municipale definirà gli 

allineamenti precostituiti lungo le strade di P.R.G. che costituiscono 

elemento di connotazione urbanistica della zona. 

In tal caso per le nuove costruzioni potrà essere imposto per motivi di 

coordinamento urbanistico un arretramento superiore o inferiore a quello 

minimo prescritto dalla legge. 

Per gli edifici esistenti, gli interventi di ristrutturazione edilizia che non 

alterano la sagoma ed i profili degli edifici esistenti alla data di adozione del 

P.R.G. non devono rispettare gli indici planivolumetrici fissati per ogni 

singola zona, rimanendo confermato il volume esistente costituito dal solido 

geometrico emergente dal terreno naturale; le autorimesse esistenti 

all’interno dell’edificio dovranno essere mantenute, essendo comunque 

consentito per gli edifici realizzati anteriormente alle leggi 765/67 e 122/89, 

integrare gli spazi di parcheggio fino al limite massimo di 1 mq ogni 10 mc 

di costruzione esistente realizzando le autorimesse private nel sottosuolo 

nell’area di pertinenza. 

Il sopralzo degli edifici esistenti potrà essere realizzato rispettando la 

distanza dalla strada dell’edificio da sopralzare. 

In attuazione dei disposti della legislazione urbanistica vigente, la 

costruzione di nuovi edifici è subordinata all’esistenza delle opere di 

urbanizzazione primaria necessarie per rendere agibili ed abitabili gli edifici 

stessi. 

Per quanto riguarda le zone di completamento residenziale la costruzione 

dei nuovi edifici è comunque subordinata alla contestuale esistenza delle 

seguenti opere di urbanizzazione primaria: 

− CP2 n. 33 – Allargamento della via Martiri della Libertà lungo il fronte 

di proprietà 

− CP2 n. 52 – Ampliamento parcheggio n. 53 

− CP4 n. 78 – Strada di P.R.G. fronteggiante il lotto 

− CP4 n. 106 – Allargamento della via Milano nel tratto compreso nel 

perimetro di P.R.G. 

− CP3 n. 113 – Allargamento della strada nel tratto tra la via Cà del lupo e 

la via Kennedy nei limiti indicati dal Comune 

______________________________________________________________ 



38

_________________________________________________________________________ 

− CP5 n. 199 – Parcheggio n. 198; 

− CP2 n. 82 – Allargamento di via Manzoni lungo il fronte di proprietà 

− CP1 n. 84 – parcheggio n. 85 

− CP4 n. 87 – Strada di P.R.G. fronteggiante il lotto 

− CP3 n. 120 – Allargamento di via Gaggio, parcheggio n. 121 e verde 

pubblico n. 122 

− CP3 n. 130 – Allargamento della strada comunale lungo il fronte di 

proprietà 

− CP3 n. 147 – Parcheggio n. 156 

− CP3 n. 174 – Parcheggio n. 173 e allargamento strada della Madonna 

del Carmine per i tratti fronteggianti l’area di proprietà per i lotti 

inedificati verso monte. 

− CP3 n. 174 – Parcheggio n. 175 e allargamento via Val di Gerra per i 

lotti verso valle. 

Per quanto riguarda le opere sopra elencate su istanza del richiedente, e nel 

caso in cui il Comune ritenga che sia necessario adeguare, per un miglior 

assetto urbanistico della zona, le previsioni di Piano Regolatore Generale - 

contestualmente al rilascio del Permesso di costruire potranno essere 

autorizzati in via sostitutiva e in aggiunta al versamento degli oneri di 

urbanizzazione alternativamente: 

1. la realizzazione da parte del richiedente il Permesso di costruire, anche 

in ambiti diversi da quelli indicati in P.R.G., di opere che per 

localizzazione, dimensione e funzionalità saranno ritenute idonee da 

parte del Comune. 

2. ovvero il versamento della somma corrispondente - stimata dal Comune 

– di un’opera similare in altro luogo, comprese le spese di acquisizione 

dell’area, di frazionamento e di trasferimento delle proprietà. Detto 

importo dovrà essere versato da ogni proprietario dei lotti oggetto di 

nuova costruzione compresi nel perimetro dell’operazione di P.R.G., in 

sede di rilascio del Permesso di costruire. Il versamento sarà 

commisurato all’incidenza percentuale del volume edificabile del lotto 

oggetto di intervento, rispetto al volume di nuova costruzione previsto 

dal P.R.G. per l’intera zona, alla data del 22/03/2002. 

______________________________________________________________ 



39

_________________________________________________________________________ 

Art. 24 - Zone di contenimento allo stato di fatto (CT) 

Nelle Zone di contenimento l’edilizia esistente è consolidata allo stato di 

fatto. 

Per gli edifici esistenti sono consentiti tutti gli interventi di cui alle lettere a, 

b, c, d dell’art. 31 della Legge 457/78 purché nel rispetto dei caratteri 

architettonici e tipologici tutelati per gli edifici soggetti a conservazione di 

cui al precedente art. 20. 

La ristrutturazione edilizia anche con demolizione e ricostruzione 

dell’edificio preesistente con possibilità di incremento del volume fino ad 

un massimo del 10%, è consentita esclusivamente per gli edifici non 

classificati ai sensi del precedente art. 19. 

Nelle zone di contenimento n. 48 e n. 63, in ragione della elevata densità 

fondiaria e della vicinanza all’abbazia benedettina, l’incremento del 10% 

non è ammesso. 

______________________________________________________________ 



40

_________________________________________________________________________ 

Art. 25 – Programmi integrati di intervento (P.I.I.) (Zone B) 

Il P.R.G. fissa i perimetri delle zone da assoggettare a Programma Integrato 

di intervento in applicazione della Legge 179/92 e della L.R. n. 12/2005 e 

s.m.i. . 

Il P.I.I. è un Piano Attuativo che persegue l’obiettivo di riqualificare il 

tessuto urbanistico e ambientale di aree già parzialmente edificate per le 

quali sono preminenti le esigenze di riorganizzazione urbana. 

I P.I.I. previsti dal P.R.G. sono i seguenti: 

• n. 154 – via Bergamo – Piano Attuativo terziario/commerciale 

− volume edificabile mc. 10.000 

− Slp massima mq. 3.400 

− destinazione d’uso: terziario/commerciale e residenziale 

− altezza massima m. 12.00 

− Superficie coperta massima mq. 1.500 

− arretramento minimo dal ciglio stradale m. 12.00 

• n. 186 – Odiago - Piano Attuativo di ridestinazione funzionale di area 

produttiva esistente 

− destinazione prevalente: residenziale 

− altezza massima 1 piano fuori terra oltre sottotetto abitabile 


− obbligo di prevalente sistemazione a parco privato di tutta l’area 

compresa nel perimetro individuato nella tavola di P.R.G. 

• n. 157 – via Bergamo - Piano Attuativo di ridestinazione funzionale di 

area produttiva esistente 


− terziario/commerciale non superiore al 25% 

− altezza massima 3 piani oltre attico in sottotetto 


− arretramento minimo dalla via Bergamo m. 20.00 

− interventi di sistemazione ambientale per ridurre l’impatto acustico 

proveniente dalla linea ferroviaria. 

• n. 189 – Gambirago - Piano Attuativo di ridestinazione funzionale di 

area produttiva esistente 


− altezza massima 2 piani fuori terra oltre sottotetto abitabile 

______________________________________________________________ 



41

_________________________________________________________________________ 


La definizione delle aree a standard da asservire o monetizzare, nonché lo 

standard qualitativo, saranno stabiliti dal Comune in sede di approvazione 

dei rispettivi Piani Attuativi, fatte salve le dotazioni minime previste al 

successivo art. 49. 

Le destinazioni d’uso consentite e vietate sono quelle indicate nel 

precedente articolo 16. 

L’insediamento di laboratori artigianali di qualunque tipologia è comunque 

vietato, così come attività collettive private e impianti ed attrezzature 

ricreative al di fuori dei casi previsti dal successivo art. 36. 

______________________________________________________________ 



42

_________________________________________________________________________ 

Art. 26 - Zone di espansione residenziale (ZONE C) 

Per ogni zona di espansione, oltre alle prescrizioni dei precedenti articoli, 

sono stabilite la volumetria e l’altezza massima degli edifici. 

La realizzazione di ogni intervento edilizio e urbanizzativo, ad eccezione 

delle opere pubbliche, è subordinata all’approvazione dell’inerente Piano 

urbanistico attuativo esteso all’area perimetrata nella planimetria di P.R.G. 

Il Piano Attuativo dovrà definire l’assetto planivolumetrico degli edifici, la 

suddivisione delle aree in lotti e la specificazione delle aree per la viabilità 

interna e per le relative attrezzature. 

Le nuove strade residenziali dovranno di norma essere bordate da filari di 

alberi e da siepi (preferibilmente ligustro, bosso martello o similari) che 

dovranno sostituire od occultare le recinzioni anche tra i singoli lotti. 

Il progetto dovrà proporre soluzioni estetico-edilizie tali da garantire un 

corretto inserimento nell’ambiente valorizzando le preesistenze del 

paesaggio agrario quali le frange boscate e recuperando i tracciati della 

mobilità tradizionale quali sentieri e mulattiere pubblici o di uso pubblico 

che costituiscono opera di urbanizzazione primaria. Il Piano Attuativo potrà 

inoltre proporre una diversa dislocazione delle aree destinate 

all’edificazione e di quelle a standard fermo restando che le stesse dovranno 

comunque ricadere all’interno del perimetro fissato dal P.R.G., misurare una 

superficie non inferiore a quella di P.R.G. e garantire una soluzione 

urbanistica coerente con le finalità di migliore fruizione delle infrastrutture e 

attrezzature pubbliche evitando la loro frammentazione. 

Il Piano Attuativo dovrà stabilire, nell’ambito delle destinazioni d’uso 

compatibili fissate dal precedente articolo 16, le modalità, i termini ed i 

limiti dimensionali secondo i quali interi edifici o parte di essi potranno 

essere destinati a funzioni non residenziali, definendo per tutto il periodo di 

validità del P.A. i criteri per la individuazione delle aree a standard 

aggiuntive e per la eventuale monetizzazione, e ciò anche nel caso di 

cambio di destinazione d’uso senza opere. 

Il Piano Attuativo, entro i limiti dimensionali stabiliti dal precedente art. 23, 

potrà inoltre prevedere la realizzazione delle autorimesse fuori terra anziché 

in interrato. 

Le autorimesse non saranno computate nel calcolo della volumetria 

edificabile e della superficie coperta se realizzate a piano terra dei fabbricati 

o nel sottosuolo dei fabbricati e delle relative aree di pertinenza; 

localizzazione, modalità di intervento e materiali dovranno essere tali da 

garantire il coordinamento architettonico con l’edificazione circostante e la 

valorizzazione delle caratteristiche ambientali della zona. 

Gli indici di zona previsti sono i seguenti: 

− EO - Piani Attuativi vigenti – sono confermati rapporti planivolumetrici 

dei P.A. approvati prima della adozione del presente P.R.G. 

______________________________________________________________ 



43

_________________________________________________________________________ 

− E1 -op. n. 167 – Volume definito mc. 18.000 H m. 8 – 2 piani oltre 

mansarda in sottotetto. Al fine di limitare l’impatto acustico della linea 

ferroviaria, dovranno essere realizzate idonee strutture per l’abbattimento 

acustico anche con rimodellazione dell’area compresa tra l’insediamento 

e la ferrovia, spazio che dovrà in ogni caso essere piantumato con 

alberature d’alto fusto. La strada residenziale prevista dal P.R.G. 

all’interno del perimetro, dovrà essere progettata con la caratteristica di 

“zona 30” tipica delle zone residenziali, con adeguati spazi pedonali e 

percorsi ciclopedonali. La soluzione viabilistica di P.R.G. e il perimetro 

dell’area edificabile sono pertanto da considerarsi indicativi e saranno 

definitivamente precisati in sede di Piano Attuativo senza che ciò 

costituisca variante al P.R.G. 

Nella Zona E0 n. 74 è consentito il mantenimento di una media struttura 

commerciale di vendita purché la superficie di vendita non superi quella 

autorizzata alla data di adozione del presente P.R.G. 

Per l’operazione EO 108 a prescindere dalla modifica della convenzione di 

lottizzazione, è possibile, previa sottoscrizione di convenzione o atto 

d’obbligo unilaterale registrato e trascritto, aggregare all’edificazione 

privata parte dell’area ricadente nella limitrofa op. 118 come zona di 

rispetto inedificabile. Tale possibilità è subordinata alla contestuale 

realizzazione e cessione gratuita al Comune del parcheggio P 109 nonché 

alla cessione gratuita al Comune stesso della residua parte del verde 

pubblico op. 118 ricadente nell’area di proprietà. 

Nel caso in cui i Piani Attuativi delle zone di espansione E0 ed E1 vengano a 

decadere senza la completa esecuzione delle relative previsioni, ogni 

edificazione residenziale è comunque subordinata al contestuale 

completamento delle opere di urbanizzazione previste dal P.A. ed alla loro 

cessione al Comune. 

In ogni caso le previsioni riguardanti opere di urbanizzazione non realizzate 

dai soggetti attuatori sono ad ogni effetto opere pubbliche anche quando il 

P.A. risulti decaduto. 

Qualora la loro esecuzione non venga effettuata dai soggetti obbligati, il 

Comune procederà sostitutivamente anche attraverso la procedura 

espropriativa, in danno dei soggetti obbligati inadempienti. 

______________________________________________________________ 



44

_________________________________________________________________________ 

Art. 27 - Attrezzature ricettive 

______________________________________________________________ 


PARTE TERZA 

ZONE TURISTICO RICETTIVE 

Per gli edifici esistenti destinati ad attività ricettive di tipo alberghiero, è 

consentita la ristrutturazione degli edifici esistenti con possibilità di 

demolizione e ricostruzione del volume esistente senza superare l’attuale 

altezza massima e purché ciò non contrasti con le eventuali prescrizioni di 

obbligo di conservazione ai sensi del precedente art. 19. 

E’ inoltre consentito l’ampliamento delle strutture ricettive in attività nella 

misura massima del 10% per il loro miglioramento qualitativo, la 

realizzazione di scale e ascensori e di servizi igienici nonché per 

l’adeguamento alla normativa vigente per il superamento delle barriere 

architettoniche e per il rispetto delle norme di sicurezza. 

Le destinazioni d’uso consentite e vietate sono quelle indicate nel 

precedente articolo 16. 

L’insediamento di laboratori artigianali di qualunque tipologia è comunque 

vietato. 


45

_________________________________________________________________________ 

Art. 28 - Zone per attività di turismo-rurale della “FAIDA” 

Il P.R.G. perimetra con apposito segno grafico la zona per l’attività di 

turismo rurale anche di tipo ricettivo denominata “FAIDA”, costituente la 

proprietà dell’omonima Azienda posta a monte dell’abitato di Gambirago. 

In essa, accanto alla realizzazione di una attrezzatura ricettiva è prevista la 

conservazione e valorizzazione delle aree del contesto agrario collinare con 

prevalente finalità naturalistica e di tipo agrario-forestale. 

Gli interventi di ristrutturazione edilizia con cambio di destinazione d’uso, 

quelli di nuova costruzione per qualunque destinazione d’uso e di tipo 

urbanizzativo, di rimodellazione morfologica e di sistemazione ambientale 

sono subordinati alla approvazione di un Piano attuativo di interesse 

sovracomunale ai sensi dell’art. 9 della legge regionale 23/97, esteso a tutti 

gli immobili di proprietà compresi nell’area individuata in P.R.G. ed alla 

sottoscrizione di una convenzione con il Comune di Pontida per l’attuazione 

e la gestione dell’intervento. 

Costituiranno parte integrante del progetto: 

− L’indagine idrogeologica estesa all’intero ambito perimetrato con 

individuazione delle eventuali opere di convogliamento e drenaggio delle 

acque superficiali; 

− Il Piano di sviluppo aziendale riguardante le aree forestali e quelle 

agricole 

− La definizione della Sensibilità paesistica dei luoghi allo scopo di 

consentire in fase realizzativa la Valutazione di impatto paesistico dei 

progetti di intervento ai sensi della Deliberazione della Giunta Regionale in 

data 08/11/2002. 

Tutti gli edifici esistenti nell’ambito perimetrato, in ragione delle attuali 

condizioni di conservazione, potranno essere recuperati anche mediante 

interventi di demolizione e ricostruzione e ridestinati ai nuovi usi previsti. 

In particolare per quanto riguarda gli spazi a destinazione ricettiva è 

consentito: 

− il recupero edilizio con possibilità di demolizione e ricostruzione per 

una superficie lorda di pavimento massima di mq. 5.000, della cascina 

FAIDA, della torre, dei rustici annessi e del casello del roccolo, ivi 

compresa la superficie anche seminterrata destinata a cucine, ristorante, bar, 

piscina, sale soggiorno ecc.; 

− la realizzazione di nuovi volumi della superficie lorda di pavimento di 

mq. 1.800 con un massimo di due piani fuori terra; 

− la realizzazione di spazi aggiuntivi interrati e seminterrati a destinazione 

per servizi igienici collettivi, locali tecnologici, cantine, magazzini ecc. non 

computabili nella slp massima in quanto non destinati alla permanenza di 

persone 

______________________________________________________________ 



46

_________________________________________________________________________ 

− la dotazione di tutti i necessari spazi di parcheggio, attrezzature sportive 

e ricreative a terra nei limiti ritenuti compatibili con i caratteri ambientali e 

paesistici del luogo, con possibilità di realizzazione di edifici di servizio di 

un solo piano fuori terra e di slp. non superiore a mq. 200. 

Il Piano di Sviluppo Aziendale, costituente parte integrante del Piano 

Attuativo, dovrà prevedere le modalità di governo delle superfici agrarie e 

forestali facenti parte della proprietà fondiaria attraverso le seguenti azioni: 

1. il miglioramento strutturale e floristico dei soprassuoli forestali, con 

la loro articolazione sulle diverse tipologie forestali e la definizione degli 

interventi di normalizzazione dei popolamenti; 

2. la corretta funzionalità idraulica del reticolo idrico superficiale, 

assicurando nelle zone di margine i necessari interventi di manutenzione 

ordinaria e straordinaria ai popolamenti arborei esistenti che assicurino 

l’asportazione del materiale morto, deperente e seccaginoso che può 

ostacolare il regolare sgrondo delle acque 

3. la assunzione di indirizzi produttivi per destinazioni colturali e 

allevamenti di tipo prevalentemente estensivo, o che comunque adottino i 

criteri della “buona pratica agricola”, di cui al D.M. 19.4.99 e garantiscono 

la salvaguardia e valorizzazione dei valori ambientali e paesaggistici dei 

luoghi; 

4. l’accesso pedonale pubblico, lungo percorsi definiti che assicurino il 

mantenimento delle tradizionali forme di fruizione del territorio compatibili 

con la sua conservazione e con la necessaria riservatezza delle strutture 

ricettive e di accoglienza turistica. 

Il Piano di Sviluppo Aziendale dovrà pertanto contenere: 

• la descrizione della situazione colturale e degli usi del suolo in atto; 

• le destinazioni colturali e gli indirizzi produttivi di progetto e la 

definizione dei caratteri organizzativi e strutturali dell’azienda; 

• la forza lavoro che si intende occupare; 

• le opere di sistemazione agraria e forestale e di manutenzione della 

viabilità poderale aperta all’uso pubblico; 

• la localizzazione e il dimensionamento dei volumi rurali destinati alla 

produzione e alla residenza degli addetti, nel rispetto dei seguenti limiti 

dimensionali: 

- per le abitazioni rurali di servizio di altezza massima di m. 7, una 

superficie lorda di pavimento complessiva residenziale di 300 mq con la 

possibilità di realizzare spazi accessori di servizio aggiuntivi anche di tipo 

produttivo agricolo nella misura massima del 50% della slp oltre alle 

autorimesse private in ragione di 1mq/10mc; 

- per le attrezzature di carattere produttivo (stalle, fienili, depositi di scorte, 

rimessaggio delle macchine e delle attrezzature, serre ecc.) di altezza 

massima di m. 7, una superficie coperta di mq. 710; 

______________________________________________________________ 



47

_________________________________________________________________________ 

- le tettoie a prevalente utilizzo forestale, seminterrate o aperte almeno su 

due lati, di altezza massima in gronda di m. 4, una superficie coperta di mq. 

500. preferenzialmente localizzate all’interno di chiarie defilate alla vista. 

Dette strutture potranno essere realizzate anche per fasi successive in 

relazione alle necessità di sviluppo dell’azienda negli ambiti di edificazione 

preferenziale individuati dal Piano Attuativo sulla scorta della valutazione 

della “Sensibilità paesistica dei luoghi” di cui al precedente quarto comma. 

Il Piano Attuativo nell’ambito del periodo di validità previsto dalla 

convenzione, potrà prevedere la possibilità di realizzare ulteriori strutture 

agricole di superficie coperta e lorda di pavimento non superiore al 30% di 

quelle previste nel presente articolo, solo previa approvazione da parte del 

Comune di Pontida di un nuovo Piano di Sviluppo Aziendale. Tale 

incremento, ove previsto, non costituirà variante né al P.R.G. né al Piano 

Attuativo. 

Il Piano di Sviluppo Aziendale dovrà inoltre prevedere: 

• la manutenzione ordinaria alle superfici forestali e delle superfici agrarie 

attraverso le ordinarie e tradizionali operazioni colturali condotte secondo i 

ritmi e le modalità delle consuetudini locali (turni delle utilizzazioni 

forestali; sfalcio e governo dei prati; operazioni colturali ai seminativi, ecc.); 

• le opere di “bonifica idraulico-forestale” e di “riordino della rete dei 

tracciati poderali” che si configurano come interventi di straordinaria 

manutenzione necessari per migliorare l’assetto idrogeologico dei luoghi e 

garantire la percorribilità e la fruizione pubblica e privata; 

• gli interventi volti a migliorare anche sotto il profilo funzionale, estetico 

e della sicurezza i tracciati poderali aperti all’uso pubblico (attrezzature 

d’arredo; steccati di protezione, opere d’arte; ecc.). 

Fino al rilascio dei titoli abilitativi conseguenti alla approvazione del Piano 

Attuativo ed alla stipulazione della relativa convenzione sono consentiti 

esclusivamente gli interventi di cui all’art. 17 comma 8 del Piano 

Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) necessari alla tutela 

idrogeologica e forestale. 

______________________________________________________________ 



48

_________________________________________________________________________ 

______________________________________________________________ 


PARTE QUARTA 

ZONE PRODUTTIVE E AREE DI LAVORO 

Art. 29 - Zone produttive e di deposito (Zone D) 

Il P.R.G. individua le zone nelle quali è consentito l’esercizio delle attività 

produttive di tipo industriale, artigianale e di deposito. 

In tutte le zone produttive è consentita anche la realizzazione degli edifici 

per il deposito e lo stoccaggio delle materie prime e dei manufatti 

garantendo una distanza mini ma dai confini per i nuovi edifici di m. 10. 

Le abitazioni di servizio sono consentite purché nel rispetto dei seguenti 

limiti: 

− volume massimo per ogni attività produttiva industriale e artigianale mc. 

400; 

− rapporto massimo tra volume abitativo e volume produttivo: 10% per le 

attività industriali e 20% per le attività artigianali; 

Ogni intervento è comunque subordinato al rispetto delle prescrizioni 

contenute nel capitolo Disposizioni generali delle presenti norme e nei 

successivi articoli 31 Attività ammesse nelle zone produttive e negli articoli 

35 tutela della risorse e dell’equilibrio idrogeologico e 49 Dotazione di aree 

a standard. 


49

_________________________________________________________________________ 

Art. 30 - Zona produttiva di completamento (PC) 

Nelle zone produttive di completamento sono consentite l’edificazione dei 

lotti liberi, l’ampliamento, il sopralzo e la sostituzione degli edifici esistenti. 

In relazione alle diverse caratteristiche delle zone di P.R.G. sono definite le 

seguenti prescrizioni particolari: 

• PC.1, PC.2 , PC.3 

− Slp ai vari piani: 0,77 mq./mq. di superficie fondiaria 

− Sc massima: 0,60 mq/mq. di superficie fondiaria 

− Altezza massima m. 8,50 

− L’altezza massima per la zona PC.1 n. 29 è fissata in m. 10,00 

− Possibilità di ristrutturazione degli edifici esistenti anche se con 

indici planivolumetrici superiori a quelli di P.R.G., purchè con 

interventi che non prevedano la demolizione e la ricostruzione. 

• PC.4 – op. n. 93 a volumetria definita 

− Slp mq. 1.800 

− Sc mq. 1.200 


− Obbligo di realizzare il verde privato boscato di filtro op. 92 per 

la parte ricadente nel perimetro dell’intervento di P.R.G. 

• PC.6 – op. n. 67 – Strutture e attrezzature di supporto alla linea interrata 

di trasporto automatizzato di materiale lapideo. – Volumetria e altezza 

così come stabilite dal progetto planivolumetrico convenzionato con il 

Comune di Pontida. La convenzione dovrà prevedere a carico della 

proprietà la totale rimozione ed il recupero ambientale di tutti i 

manufatti connessi con le due teleferiche, un attiva e una dismessa, quali 

pilastri, strutture di protezione, carrelli, funi, attrezzature ed edifici 

accessori ecc. 

In relazione all’obbligo di dotazione degli interventi delle connesse opere di 

urbanizzazione primaria l’edificazione nelle seguenti zone è subordinata alla 

esistenza di: 

− PC.2 op. 99 – Strada di P.R.G. e verde alberato privato compreso tra la 

strada e la ferrovia, per la parte compresa nel perimetro di P.R.G. in 

caso di ristrutturazione e/o ampliamento dell’edificio esistente. Obbligo 

di realizzare il verde privato boscato di filtro op. 162 per la parte 

ricadente nel perimetro dell’intervento di P.R.G. 

− PC.4 op. 93 – Parcheggio n. 94 

______________________________________________________________ 



50

_________________________________________________________________________ 

Per l’Op. PC.1 n. 75bis è consentita l’edificazione aggiuntiva rispetto a 

quella esistente per una superficie coperta e lorda di pavimento massima di 

mq. 355. 

La distanza minima dal confine nord, costituito dalla fascia di rispetto della 

ferrovia, è di m. 5. 

______________________________________________________________ 



51

_________________________________________________________________________ 

Art. 30 bis - Zona produttiva di Espansione (PC E) 

Le zone produttive di espansione sono destinate alla realizzazione di nuovi 

insediamenti produttivi industriali ed artigianali. 

La realizzazione degli interventi edilizi e urbanizzativi è subordinata 

all’approvazione di Piani Urbanistici Attuativi estesi all’intera area 

perimetrata redatti in conformità al presente Piano ed alle disposizioni di 

legge vigenti. 

Il Piano Attuativo dovrà determinare oltre che la suddivisione in lotti, le 

opere di urbanizzazione ed i servizi collettivi anche le disposizioni per una 

progettazione unitaria della tipologia architettonica e dei materiali di 

facciata e di copertura e le norme per la sistemazione degli spazi scoperti a 

verde alberato.. Il Piano Attuativo dovrà inoltre stabilire, nell’ambito delle 

destinazioni d’uso compatibili fissate dalle presenti norme, le modalità, i 

termini ed i limiti dimensionali secondo i quali possano essere previste 

attività e funzioni compatibili, definendo per tutto il periodo di validità del 

P.A. i criteri per la individuazione delle aree a standard aggiuntive e per la 

eventuale monetizzazione, e ciò anche nel caso di cambio di destinazione 

d’uso senza opere. 

Le aree a standard per parcheggio pubblico e verde, ivi comprese quelle 

già localizzate sulle tavole di P.R.G., non dovranno essere inferiori al 10% 

della superficie lorda di pavimento a destinazione produttiva. 

- op. n. 100 a volumetria definita 

− Slp 0,77 mq/mq 

− Sc 0,6 mq/mq 


______________________________________________________________ 



52

_________________________________________________________________________ 

Art. 31 - Attività ammesse nelle Zone Produttive 

Nelle zone produttive non è ammessa l’apertura di attività o di depositi di 

sostanze quali esplosivi e idrocarburi, trattamento e stoccaggio di rifiuti 

industriali, speciali, solidi urbani, ospedalieri nonché forni di incenerimento. 

E’ comunque vietato l’esercizio di attività comprese tra quelle dichiarate 

insalubri di 1A classe ai sensi del D.M. 05/07/94 relativo all’art. 216 del 

T.U. delle Leggi Sanitarie. 

Oltre alle attività produttive sono consentite anche le attività direzionali 

connesse e laboratori di ricerca ed analisi e le attività commerciali 

all’ingrosso. 

Non sono consentite attività collettive private e impianti ed attrezzature 

ricreative al di fuori dei casi previsti dal successivo art. 36 

L’insediamento di qualunque attività produttiva o l’attivazione di nuovi 

processi produttivi è subordinato alla verifica di compatibilità ambientale 

effettuata dal Comune sulla base della Dichiarazione di compatibilità 

Ambientale sottoscritta da un professionista responsabile iscritto agli albi 

professionali e dagli specialisti delle discipline impiantistiche o di processo. 

La Dichiarazione di compatibilità Ambientale redatta a cura del richiedente 

deve contenere almeno i seguenti elementi: 

a) la descrizione dei processi e cicli produttivi; 

b) la descrizione delle caratteristiche tecniche dell’intervento edilizio e di 

quello impiantistico con particolare riferimento alla depurazione dei 

reflui e all’abbattimento dei rumori in rapporto ai limiti di emissione 

prescritti dalle disposizioni vigenti; 

c) la descrizione dell’ambiente interessato dall’intervento; 

d) le misure adottate per assicurare il rispetto delle norme di sicurezza e 

antinquinamento vigenti, nonché per ridurre, annullare o compensare gli 

effetti ambientali negativi conseguenti l’intervento; 

e) la descrizione degli interventi e delle modalità di controllo da esercitarsi 

in sede di esercizio dell’attività produttiva. 

E’ consentita anche la realizzazione di attività direzionali e di servizio 

non connesse alle attività produttive (uffici privati, attrezzature sportive e 

di svago esercizi pubblici e piccole attività commerciali di s.l.p. non 

superiore a 200 mq. a condizione che la s.l.p complessiva di dette 

funzioni non superi il 20 % della s.l.p totale della operazione di P.R.G. e 

che sia fatta salva la verifica di una adeguata dotazione di urbanizzazioni. 

E’ consentita la monetizzazione sostitutiva della sola quota di aree a 

standard destinata a verde. 

In caso di P.A., possono trovare collocazione all’interno degli stessi tutte le 

attività di servizio e accessorie di cui all’art. 22 della L.R. 51/75 e 

successive modifiche e integrazioni funzionali agli interventi. 

______________________________________________________________ 



53

_________________________________________________________________________ 

Fuori dai casi previsti dal presente articolo è comunque vietato 

l’insediamento di destinazioni d’uso residenziali e direzionali non connesse 

alla attività produttiva, e l’apertura di esercizi commerciali di qualunque 

tipologia e dimensione. 

E’ esclusivamente consentita l’apertura di spacci aziendali di manufatti 

prodotti in sito nell’ambito della attività produttiva. 

All’interno dei fabbricati posti nelle zone produttive di completamento PC.3 

ed individuati con apposito segno grafico ☼, previa sottoscrizione di 

apposita Convenzione tra il richiedente e l’Amministrazione Comunale, è 

consentito riconvertire anche, mediante opere di manutenzione, restauro, 

risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia una quota inferiore a 

1.500 mq della superficie lorda di pavimento attualmente edificata, 

all’attività di vendita al dettaglio, da esercitare nei limiti di quanto previsto 

dalla Convenzione stessa. 

La Convenzione di cui al comma precedente dovrà prevedere almeno 

quanto segue: 

a) l’analitico elenco delle sole principali tipologie di prodotti per i quali è 

possibile l’attività di vendita anzidetta. Tali prodotti dovranno presentarsi 

come complementari a quelli fabbricati all’interno della restante 

superficie lorda di pavimento a destinazione produttiva, o la cui vendita 

si ponga rispetto ad essi in un rapporto di strumentalità non 

necessariamente quantitativa; 

b) la previsione della possibilità di modificare il sopra detto elenco analitico 

delle tipologie di prodotti in ogni momento, previa intesa con 

l’Amministrazione Comunale, anche sostituendo, nel caso, il prodotto di 

fabbricazione di riferimento con altro, ma mantenendo in ogni caso il 

modello di vendita di cui al comma a); 

c) la facoltà di gestire l’attività di vendita anche mediante soggetto 

giuridicamente distinto da quello che conduce l’attività di fabbricazione, 

e la sopravvivenza dell’attività di vendita anche nell’ipotesi di cessazione 

di quella produttiva per una durata non superiore ad anni sei, fatto salvo 

in questo caso l’obbligo del rispetto dell’elenco analitico delle tipologie 

di prodotti in vigore al momento della chiusura dell’attività produttiva, 

senza possibilità di modifiche ed aggiornamenti se non a seguito della 

reintroduzione della fabbricazione di prodotti all’interno del compendio 

produttivo convenzionato; 

d) l’obbligo per il richiedente di reperire standard qualitativi, da definirsi tra 

le parti, in funzione della quota di superficie lorda di pavimento 

riconvertita. 

Ogni altra destinazione d’uso diversa da quelle principali e compatibili nei 

limiti fissati dal presente articolo è comunque vietata. 

______________________________________________________________ 



54

_________________________________________________________________________ 

E’ altresì vietata la realizzazione di centrali termoelettriche, di 

cogenerazione e di raccolta e trattamento dei rifiuti e di depurazione non 

strettamente ed esclusivamente connessi all’attività produttiva insediata. 

______________________________________________________________ 



55

_________________________________________________________________________ 

Art. 32 – Attrezzature tecnologiche 

Le aree per attrezzature tecnologiche sono destinate ad ospitare impianti 

tecnologici connessi ai servizi di acquedotto, energia elettrica, gas e 

telecomunicazioni. 

In esse sono ammessi la costruzione delle cabine di trasformazione e di 

trasporto che non risultano sottoposte ad alcun vincolo planivolumetrico ad 

eccezione dell’altezza da limitarsi a m. 4, fatta eccezione per le antenne e i 

volumi tecnici che saranno autorizzati da Comune sulla base di motivata e 

documentata richiesta. 

La loro realizzazione deve in ogni caso sottostare alle prescrizioni di 

carattere estetico, edilizio e ambientale dettate dal Comune per il rispetti del 

contesto ambientale e paesistico. 

La zona A.T. n. 26 è destinata agli impianti tecnologici comunali di 

depurazione acque e di raccolta e trattamento dei R.S.U. 

L’edificabilità è stabilita dai relativi progetti approvati dalle Autorità 

competenti. 

______________________________________________________________ 



56

_________________________________________________________________________ 

Art. 33 - Attività produttive esistenti non confermate o con parametri 

urbanistici eccedenti gli indici di P.R.G. 

Per gli edifici esistenti alla data di adozione del P.R.G. destinati in 

prevalenza ad attività produttive industriali e artigianali e non confermati in 

quanto inseriti in zona con diversa classificazione ovvero inclusi in zona 

produttiva ma aventi superficie coperta e lorda di pavimento superiore ai 

limiti di edificabilità previsti dal P.R.G., o con volume confermato, è 

consentito l’aggiornamento tecnologico degli impianti e l’adeguamento dei 

servizi igienici ed alle norme di sicurezza, anche se ciò comporti un 

aumento del volume e delle superfici esistenti. 

L’incremento “una tantum” della superficie lorda di pavimento è consentito 

a prescindere dal rispetto dei nuovi parametri edilizi previsti dal P.R.G. 

purché tale incremento sia contenuto fino a m. 1.000 nel 10% della S.l.p. 

esistente alla data di adozione del P.R.G. e per la superficie eccedente nella 

misura del 5%. 

Le disposizioni del presente articolo non si applicano per gli edifici ricadenti 

nell’ambito di cava attiva. 

Per l’op. n. 184 nella zona di Gambirago il P.R.G. prevede la cessazione 

della attività di deposito di materiali pericolosi e la riconversione 

dell’edificazione esistente alla destinazione residenziale attraverso interventi 

di demolizione e ricostruzione con altezza massima di m. 6. 

La ristrutturazione urbanistica potrà riguardare esclusivamente le aree del 

paesaggio agrario collinare con esclusione delle aree boschive e dovrà 

garantire l’esistenza delle opere di urbanizzazione primaria indispensabili. 

______________________________________________________________ 



57

_________________________________________________________________________ 

Art. 34 - Zona terziario-commerciale di contenimento (TC-CT) 

Il P.R.G. individua le zone a destinazione terziaria-commerciale esistente e 

contenuta allo stato di fatto, nelle quali per gli edifici esistenti sono 

consentiti gli interventi di cui alle lettere a) - b) - c) - d) dell’art. 31 della 

Legge 05/08/78 n. 457 e successive modifiche e integrazioni. 

Gli interventi di ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione 

dell’edificio esistente non possono incrementare la slp preesistenti e 

l’altezza massima di m. 8,50 e due piani fuori terra oltre eventuale mansarda 

in sottotetto. 

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: 

− Attività commerciali e direzionali con esercizi commerciali di vicinato 

nonché di media distribuzione di superficie di vendita non superiore a 

400 mq. per ogni unità. 

− Attività produttive di tipo artigianale e laboratori di ricerca e analisi 

purché non comprese tra le industrie insalubri di 1 A classe di cui al DM 

05/09/94 e successive modifiche e integrazioni. 

− Residenza annessa in misura non superiore al 30% della slp 

complessiva. 

In caso di interventi di ristrutturazione con opere si dovrà procedere alla 

verifica della esistenza dei parcheggi pubblici con l’obbligo di raggiungere 

la dotazione minima di 0,5 mq/mq di slp. 

Solo in caso di accertata disponibilità di aree a standard il Comune potrà 

consentire la monetizzazione sostitutiva delle aree a standard. 

E’ vietato l’insediamento di attività produttive di tipo industriale nonché di 

quelle artigianali non compatibili con la residenza. E’ altresì vietata 

l’apertura di sale da ballo o discoteche di slp superiore a mq. 400. 

Non sono consentite attività collettive private al di fuori dei casi previsti dal 

successivo art. 36 

In caso di ristrutturazione edilizia senza demolizione e ricostruzione, è 

ammesso l’ampliamento “una tantum” dell’edificio esistente nella misura 

massima del 10% della slp risultante alla data di adozione del presente 

P.R.G.; detto ampliamento può essere raggiunto anche in più fasi. 

Per l’Op. 192 è prescritto l’intervento di sostituzione dell’edificio esistente. 

Il rilascio della concessione edilizia è subordinato alla stipula di una 

convenzione o atto d’obbligo unilaterale registrato e trascritto in cui sono 

disciplinate le modalità e le caratteristiche architettoniche, tipologiche e 

costruttive del nuovo edificio e sono poste a carico del titolare oltre al 

contributo di concessione anche le necessarie opere di riqualificazione 

ambientale. 

La superficie coperta massima è di mq. 1.100 (compresa la superficie degli 

impianti tecnologici esistenti e di progetto). 

______________________________________________________________ 



58

_________________________________________________________________________ 

Il volume massimo è di mc. 9.300 (compresi i volumi degli impianti 

tecnologici esistenti e di progetto). 

L’altezza di massimo inviluppo della copertura è di m. 5,50 rispetto alla 

quota della mezzeria della strada statale, misurata in asse al lotto. 

______________________________________________________________ 



59

_________________________________________________________________________ 

Art. 34 bis - Zona terziario-commerciale di espansione (TC-E) 

Il P.R.G. individua le zone a destinazione terziaria-commerciale di 

espansione, nelle quali è consentita la realizzazione di edifici a destinazione 

specifica subordinatamente alla approvazione di un Piano Attuativo. 

Le destinazioni d’uso ammesse sono le seguenti: 

− Attività commerciali e direzionali con esercizi commerciali di vicinato 

nonché di media distribuzione di superficie di vendita non superiore a 

400 mq. per ogni unità. Fino alla approvazione del provvedimento 

comunale di adeguamento alla disciplina regionale commerciale ed ove 

esistente provinciale, è consentita la realizzazione dei soli esercizi 

commerciali di vicinato. 

− Attività produttive di tipo artigianale e laboratori di ricerca e analisi 

purché non comprese tra le industrie insalubri di 1 A classe di cui al DM 

05/09/94 e successive modifiche e integrazioni. 

− Residenza annessa in misura non superiore al 30% della slp 

complessiva. 

Il Piano Attuativo deve prevedere aree a standard per parcheggio e verde in 

misura non inferiore a 1 mq/mq di slp. 

E’ vietato l’insediamento di attività produttive di tipo industriale nonché di 

quelle artigianali non compatibili con la residenza. E’ altresì vietata 

l’apertura di sale da ballo o discoteche di slp superiore a mq. 400. 

Non sono consentite attività collettive private al di fuori dei casi previsti dal 

successivo art. 36 

Per l’op. n. 101 la superficie coperta massima è di mq. 800 e la superficie 

lorda di pavimento di mq. 2.000. L’altezza massima è di m. 8,50 in gronda 

con possibilità di realizzare 2 piani fuori terra oltre a sottotetto in mansarda. 

______________________________________________________________ 



60

_________________________________________________________________________ 

______________________________________________________________ 


PARTE QUINTA 

TUTELA DELLE RISORSE NATURALI, ATTREZZATURE E INFRASTRUTTURE 

Art. 35 - Tutela delle risorse naturali e dell’equilibrio idrogeologico 

a) L’indagine geologica allegata al P.R.G. quale sua parte integrante e 

sostanziale ai sensi della L.R. 24/11/97 n. 41 costituisce anche 

attuazione di quanto previsto dall’art. 8 del Piano Stralcio per l’Assetto 

Idrogeologico del Bacino del Po approvato con D.P.C.M. 24/05/2001. 

A prescindere dalle indicazioni grafiche rappresentate nelle tavole di 

azzonamento, per le fasce fluviali valgono le delimitazioni previste dal 

Piano per l’Assetto Idrogeologico del F. Po e sue successive modifiche e 

integrazioni. Per le aree disciplinate dal P.A.I., si applicano le 

disposizioni degli articoli 28-29-30-31-32-38-38bis-39 e 41 delle Norme 

di Attuazione del Piano stesso. 

Gli indirizzi di tutela e le classi di fattibilità geologica sono riportati 

nella parte ottava delle presenti Norme. 

b) Per le zone di tutela assoluta, di rispetto e di protezione delle risorse 

idriche destinate al consumo umano, così come individuate a sensi del 

D.P.R. 24/05/88 n. 236 si applicano le limitazioni all’uso e 

trasformazione del territorio di cui all’art. 21 del D.lgs 11/05/1999 n. 152 

e delle D.G.R. 27/06/1996 n. 6/15137 e 10/04/2003 n. 7/12693 

c) I Piani urbanistici attuativi riguardanti aree di espansione e nuovo 

impianto nonché i progetti planivolumetrici e gli interventi convenzionati 

previsti in aree inedificate devono essere corredati da una indagine di tipo 

geognostico e geotecnico e quando occorra idraulico e idrogeologico 

estesa all’intera area. 

L’indagine dovrà inoltre essere corredata dal calcolo delle acque scolanti di 

superficie e delle acque di fognatura con la definizione dei rispettivi 

recapiti. 

d) Fatte salve le prescrizioni di cui alla successiva parte ottava, per tutti gli 

interventi di nuova costruzione sia entro che fuori terra il Comune può 

richiedere una adeguata indagine geognostica e geotecnica quando il 

progetto interessi aree a rischio sotto il profilo idrogeologico o preveda 

movimenti di terra che comportano rilevanti alterazioni della morfologia 

dei luoghi. Quando le opere siano realizzate tramite D.I.A. la richiesta di 

fornire le suddette analisi preventive dovrà essere effettuata dal 

Responsabile del procedimento entro 30 gg. dalla presentazione della 

D.I.A. 

e) Per i progetti di opere pubbliche si applicano le disposizioni dettate in 

materia dal D.Lgs.n. 163/2006 e successive modifiche e integrazioni. 


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_________________________________________________________________________ 

f) Ogni intervento sui territori non urbanizzati, fatta eccezione per le 

bonifiche agrarie compatibili con la tutela dei valori del paesaggio, dovrà 

garantire il rispetto della morfologia dei luoghi. 

E’ in particolare vietata la rimodellazione dei terrazzamenti e la 

alterazione di ogni carattere morfologico quali orli di terrazzi, crinali, 

crinali, scarpate, ciglionamenti, fatto salvo il caso in cui ciò sia richiesto 

da preminenti esigenze di riassetto idrogeologico. 

g) Ai sensi dell’art. 96 del T.U. 25/07/1904 n. 523 è vietata l’esecuzione di 

qualsiasi opera che alteri lo stato, la forma, le dimensioni, la resistenza 

degli argini senza specifica autorizzazione fatta salva una minor distanza 

comunque non inferiore a m. 5 stabilita dal Regolamento Edilizio in 

relazione alla minore rilevanza idraulica del corso demaniale stabilita in 

sede di censimento del reticolo idrografico minore. 

Le distanze di opere, piantagioni e costruzioni erette su proprietà private 

limitrofe ad acque pubbliche sono quelle stabilite dall’art. 96 del T.U. 

523/1904. 

Le aree a distanza inferiore a m. 10 dall’alveo di piena dei corsi d’acqua 

sono inedificabili. 

Il Regolamento Edilizio, in relazione al censimento del reticolo 

idrografico minore, potrà prevedere la riduzione della zona di 

inedificabilità fino a m. 5. 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

Art. 36 - Attrezzature pubbliche e servizi di interesse pubblico e generale 

Le aree per pubbliche attrezzature sono localizzate dal P.R.G. e indicate con 

appositi contrassegni e simboli e individuate nelle schede del Piano dei 

Servizi allegato alla Relazione del Progetto di P.R.G. 

In alcune zone di espansione o soggette a Piano Particolareggiato, le 

attrezzature saranno localizzate in sede di Piano Attuativo. 

Le attrezzature previste dal P.R.G. sono: 

1 - Parcheggi pubblici 

In sede di progetto esecutivo quando sussistano esigenze di interesse 

pubblico di maggiore fruibilità e di migliore inserimento ambientale, 

previo parere della Commissione Edilizia, è consentito traslare i 

parcheggi di P.R.G. nell’ambito delle aree di proprietà già interessate 

dal parcheggio purché la traslazione avvenga senza soluzione di 

continuità in aree edificabili o destinate a fasce di rispetto e 

arretramento stradale. Detta traslazione non costituisce variante al 

P.R.G. 

2 - Centri civici e attrezzature comunali: comprendenti uffici 

amministrativi e pubblici, uffici postali, chiese, biblioteche, centri 

sociali, attrezzature per anziani, ambulatori, sale di ritrovo, attrezzature 

sanitarie di base, mercati all’aperto ecc. 

3 - Attrezzature sportive e di verde pubblico: comprendenti aree attrezzate 

per il gioco e lo svago e parchi pubblici. 

Nelle aree per attrezzature sportive possono essere realizzati impianti 

fissi per competizioni ed allenamenti sportivi (palestre, piscine, campi 

per corse ecc. nonché servizi attinenti all’impianto, oltre a sale di 

riunione, bar ristorante, sedi di società sportive e strutture ricettive 

connesse) quanto gli impianti ricreazionali inseriti nei parchi pubblici e 

nelle aree verdi. 

4 - Attrezzature scolastiche e per l’educazione comprendenti asili nido e 

scuole di ogni ordine e grado 

Le attrezzature pubbliche ed i servizi di interesse pubblico generale 

potranno essere realizzati da privati ed anche per singoli lotti funzionali 

previa predisposizione di progetto esteso all’intera area perimetrata dal 

Piano e subordinatamente alla stipulazione di una convenzione con il 

Comune di Pontida nella quale siano disciplinati in particolare le modalità 

d’uso degli impianti e la sua apertura al pubblico. 

Al di fuori delle aree a specifica destinazione d’uso per attrezzature previste 

dal P.R.G. è vietata la realizzazione di attività scolastiche, religiose, 

ricreative e collettive pubbliche e private. 

Sono da considerarsi servizi pubblici di interesse pubblico generale le 

attrezzature sanitarie e assistenziali nonché le attrezzature tecnologiche 

riguardanti la produzione e distribuzione di energia elettrica e del gas, 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

dell’acqua e per lo smaltimento e depurazione delle acque reflue e degli 

R.S.U. 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

Art. 37 - Edificabilità nelle aree destinate ad Attrezzature pubbliche – 

Impianti fissi di telecomunicazione e per la radiotelevisione 

I limiti di densità e di copertura delle aree destinate ad attrezzature 

pubbliche sia di livello comunale che sovracomunale saranno definiti in 

sede di progetto esecutivo da deliberarsi da parte degli organi competenti. 

Fatte salve le diverse prescrizioni dettate dal P.R.G. nonché per le 

attrezzature inserite nei Centri storici o per le quali è previsto l’obbligo di 

conservazione degli edifici, l’altezza massima ammessa è di m. 12, salvo 

che per i volumi tecnici (campanili, gabbie ascensori ecc.). 

Sempre fatte salve le diverse indicazioni di P.R.G., per gli edifici esistenti 

sono consentiti tutti gli interventi previsti dall’art. 31 della legge 05/08/78 

n.457. 

L’installazione di antenne ed impianti di telecomunicazione e per la 

radiotelevisione di cui alla Legge Regionale 11/05/2001 n. 11 è vietata sia 

nelle aree di particolare tutela così come definite dalla legge che in tutte le 

aree delimitate come zona A. 

Nelle aree di tutela del paesaggio agrario collinare e nelle aree di Elevata 

Naturalità l’autorizzazione è subordinata alla favorevole verifica di 

compatibilità dei manufatti da installare con le norme stabilite dal P.R.G. e 

dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale a tutela del paesaggio. 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

Art. 38 - Attrezzature esistenti di proprietà privata 

Le attrezzature esistenti di proprietà privata confermate dal P.R.G. sono 

consolidate alla loro destinazione d’uso. 

Sono sempre consentiti per gli edifici destinati alle attrezzature la 

manutenzione ordinaria e straordinaria e la ristrutturazione edilizia con 

ampliamento del volume esistente fino ad un massimo del 20%. 

Qualora si tratti di edifici soggetti a conservazione ai sensi del precedente 

art. 19 l’ampliamento dovrà essere realizzato distaccato dall’edificio oggetto 

di tutela. 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

Art. 39 - Aree attrezzate a servizio della viabilità e dei trasporti (TR) 

Il Piano individua l’area nella quale sono localizzati edifici e attrezzature 

connessi all’esercizio della viabilità e dei trasporti pubblici e privati. 

In detta area è consentita la realizzazione di impianti di distribuzione carburanti, 

riparazione e vendita autoveicoli, parcheggi e servizi di ristoro e accessori 

connessi, nonché di una abitazione di volumetria non superiore a 400 mc. 

E’ vietata ogni altra destinazione d’uso. 

L’edificazione a volumetria definita nell’ambito dell’area individuata in P.R.G. 

dovrà rispondere ai seguenti parametri massimi: 

− Superficie coperta mq. 750 

− Slp mq. 1.500 

− Altezza m. 7,50 e due piani fuori terra. 

Le aree esterne oltre ai parcheggi ed alle strutture di servizio dovranno prevedere 

una adeguata sistemazione alberata. 

A carico dell’intervento sono anche gli oneri e le opere per la realizzazione degli 

spazi di verde pubblico compresi nel perimetro individuato nella tavola di 

P.R.G. con particolare riferimento a quanto previsto al successivo articolo 49. 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

Art. 40 - Verde di rispetto e di arretramento 

Le zone di rispetto e di arretramento stradale contigue alle zone urbanizzate e 

urbanizzabili a varia destinazione d’uso costituiscono aree di servizio dei 

fabbricati da destinare di norma a verde privato, cortili, parcheggi all’aperto e 

campi da gioco e sportivi privati direttamente connessi alle costruzioni esistenti 

o in progetto. 

In questo caso, fermo restando il rispetto delle distanze dalle strade, è consentita 

la realizzazione degli impianti tecnologici e dei servizi igienici e di deposito 

strettamente indispensabili a corredo delle attività sportive private purchè i 

volumi siano interrati o seminterrati, abbiano una altezza libera interna non 

superiore a m. 2,40 e siano architettonicamente coerenti con il contesto 

circostante. 

Salvo quanto previsto dalle presenti Norme per l’edificazione delle autorimesse 

interrate ad esclusivo servizio degli edifici adiacenti esistenti privi di parcheggio, 

per gli ampliamenti di cui al precedente art. 33 e gli adeguamenti di cui al 

terz’ultimo comma dell’art. 12, nonché per gli interventi di cui al precedente 

comma, essi sono inedificabili sia in soprassuolo che in sottosuolo, e non sono 

computabili ai fini del calcolo dei volumi realizzabili nelle zone edificabili 

contigue, salvo quando trattasi di edificazione nelle zone agricole ai sensi della 

L.R. n. 12/2005 e s.m.i. (titolo III); sono contrassegnate con apposito segno 

grafico le aree di rispetto nelle quali è ammessa l’edificazione a servizio 

dell’agricoltura ai sensi della L.R. n. 12/2005 e s.m.i. (titolo III). 

Nelle fasce di rispetto adiacenti le strade carrabili aperte al pubblico transito 

sono ammesse anche le attrezzature connesse con il servizio automobilistico e 

per l’uso pedonale (parcheggi, edicole, chioschi ecc.), sempre che ciò non 

costituisca impedimento o pericolo per il traffico e risulti rispettoso del decoro 

urbano. 

Per gli edifici esistenti sono ammessi tutti gli interventi di recupero ivi compresa 

la ristrutturazione edilizia con divieto di traslazione dei volumi esistenti. 

Previa stipulazione di convenzione con il Comune, gli edifici esistenti non 

connessi all’agricoltura in via Cà Castello, op. 200, possono essere oggetto di 

ristrutturazione con demolizione e ricostruzione anche con traslazione del 

volume nell’area di proprietà peraltro all’interno del perimetro indicato sulla 

tavola di azzonamento. 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

Art. 41 – Zona ferroviaria 

Il Piano individua il sedime ferroviario e le aree delle infrastrutture connesse. 

Per le edificazioni e gli interventi in fregio alla sede ferroviaria, si applicano le 

disposizioni di cui al D.P.R. 11/07/80 n. 753 e successive modifiche e 

integrazioni. 

Nei comparti individuati con apposito segno grafico sulla tavola di azzonamento, 

è consentita la realizzazione della copertura della trincea ferroviaria, con 

destinazione del soprassuolo a spazi di uso pubblico, parcheggi e aree verdi. 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

Art. 42 - Cimiteri e Zone di rispetto cimiteriale 

In dette zone, destinate ai cimiteri ed alle relative aree di rispetto, sono 

consentite soltanto costruzioni provvisorie e a titolo precario di piccole 

dimensioni per la vendita di prodotti ed articoli floreali nonché di oggetti per il 

culto. 

Ogni altra costruzione entro e fuori terra è vietata. 

______________________________________________________________ 



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_________________________________________________________________________ 

______________________________________________________________ 


PARTE SESTA 

TERRITORIO NON URBANIZZATO E TUTELA DEL PAESAGGIO 

Art. 43 – Piano Territoriale Paesistico Regionale – Aree ad elevata naturalità 

(E.N.) ed elementi percettivi del paesaggio 

Il presente P.R.G. costituisce ai sensi dell’art. 24 comma 5 del P.T.P.R. 

approvato con D.C.R. n. VII/197 in data 06/03/2001 atto di specifica valenza 

paesistica e di maggiore definizione paesistica ai sensi dell’art. 3 comma 3 e 

dell’art. 6 delle Norme di Attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale. 

Tutti i Piani Urbanistici Attuativi e i progetti di intervento comportanti 

modifiche alla morfologia del territorio, nuove edificazioni nonché la 

realizzazione dei servizi a rete e di opere pubbliche e di uso pubblico sono 

soggetti all’esame paesistico con le modalità e secondo i criteri stabiliti dal 

P.T.P.R. e successivi provvedimenti attuativi. 

Il P.R.G., strumento di specifica valenza paesistica a maggiore definizione, 

individua il nuovo perimetro delle aree di Elevata Naturalità nell’ambito delle 

quali valgono le disposizioni dell’art. 17 delle Norme Tecniche di Attuazione del 

P.T.P.R. del territorio lombardo, con le prescrizioni normative integrative dettate 

dal presente P.R.G. 

Fino all’approvazione del P.R.G., in tutto il territorio comunale a quota pari e 

superiore a 400 m. s.l.m. si applicano le norme di salvaguardia previste nelle 

Norme di Attuazione del P.T.P.R. lombardo. 

Nella tavola di P.R.G. A.3.2, tavola di Piano Regolatore Generale degli elementi 

di degrado percettivo e delle visuali importanti di percezione del paesaggio, sono 

individuati: 

− i manufatti quali le teleferiche attiva e dismessa di trasporto del materiale di 

cava di cui è prescritta l’eliminazione contestualmente alla realizzazione 

della linea di trasporto interrata del materiale stesso; 

− la Cava attiva del Polo estrattivo previsto dal Piano Cave Provinciale 

approvato ai sensi della L.R. 14/98 che rappresenta un rilevante impatto 

percettivo ed un elemento di grave degrado ambientale del piede del versante 

di Cà Crotti e Cà de Rizzi, che deve essere eliminato con il recupero e 

ripristino ambientale dell’area secondo le indicazioni del successivo art. 50; 

− i percorsi stradali identificati nella tav. A.3.2 da segmenti colorati e frecce 

direzionali lungo i quali si aprono visuali panoramiche importanti sul 

paesaggio collinare e di fondo valle che devono essere tutelate. Qualsiasi 

intervento di edificazione, di modifica e nuovo impianto di manufatti, siepi, 

alberature che può compromettere la conservazione del quadro percettivo. 

Ogni intervento è subordinato al rilascio di un titolo abilitativo da parte del 

Comune sulla scorta di un progetto che deve essere corredato da una 

adeguata documentazione grafica, fotografica e di simulazione dell’impatto 


71

_________________________________________________________________________ 

nonché alla sottoscrizione di un atto d’obbligo unilaterale registrato e 

trascritto con il quale il richiedente si obbliga alla conservazione nel tempo 

della visuale panoramica. 

______________________________________________________________ 



72

_________________________________________________________________________ 

Art. 44 – Zone boschive e di tutela del paesaggio agrario collinare – Obiettivi e 

criteri 

Tutto il territorio non urbanizzato individuato nelle tavole di P.R.G. come zona 

boschiva e di tutela del paesaggio agrario collinare con le relative fasce di 

rispetto contigue e le edificazioni esistenti di rilevanza storica, architettonica e 

ambientale costituisce il quadro ambientale che connota il paesaggio collinare 

meritevole di conservazione e valorizzazione. 

Obiettivo prioritario del P.R.G. è quello di salvaguardare il paesaggio rurale 

promuovendo azioni di manutenzione e conservazione delle risorse naturali e di 

valorizzazione delle strutture storiche, l’attività agricola e silvicola in qualsiasi 

forma esercitata, il recupero degli edifici esistenti e della rete di viabilità storica, 

l’eliminazione di strutture a forte intrusione ambientale ed il contenimento 

dell’urbanizzazione del territorio e della nuova edificazione anche di tipo rurale. 

In particolare il P.R.G. prevede la rimozione delle teleferiche dismessa e attiva 

ricadenti nel territorio comunale e utilizzate per il trasporto di materiali di cava 

provenienti da altri territori. 

______________________________________________________________ 



73

_________________________________________________________________________ 

Art. 45 - Zona di tutela del paesaggio agrario collinare 

Il P.R.G. individua le aree che per caratteristiche morfologiche, percettive, 

ecologiche ed ambientali costituiscono un patrimonio naturale da conservare e 

valorizzare. 

In tali zone sono ammessi l’esercizio della attività agricola, silvicola e di turismo 

rurale compatibili con la tutela dei valori ambientali e paesistici. 

L’esercizio dell’attività agricola sotto ogni forma deve garantire l’assoluto 

rispetto della morfologia del territorio e delle condizioni di sicurezza 

idrogeologica essendo vietato alterare i terrazzamenti e i ciglionamenti originari, 

gli scoli, le vallette ed ogni altro elemento morfologico naturale e antropico di 

caratterizzazione del paesaggio agrario. 

La recinzione a carattere permanente delle aree agricole è vietata, salvo quando 

trattasi di aree di stretta pertinenza degli edifici o di aree destinate a colture 

specializzate in quest’ultimo caso con staccionate in legno con eventuale rete di 

protezione occultata da siepi di essenze locali. 

Dette recinzioni dovranno comunque essere rimosse quando non sussistano più 

le motivazioni che ne hanno consentito la costruzione. 

In sede di rilascio della autorizzazione edilizia le nuove recinzioni e quelle 

preesistenti dovranno comunque sottostare alle prescrizioni dettate dal Comune 

per la tutela dei caratteri paesistico-ambientali della zona con la preferenza alla 

riproposizione delle tipologie tradizionali costituite da siepi anche a sviluppo 

libero e muri in pietra a secco. 

Le disposizioni dettate in materia di recinzioni si applicano anche alle aree 

edificate ricadenti nelle fasce di rispetto contigue alle zone agricole e alle aree 

boschive. 

Nelle zone di tutela del paesaggio agrario collinare è vietata la realizzazione di 

nuove strade fatta eccezione per i tratturi a stretto servizio della attività agricola 

previste nel Piano di sviluppo di cui al presente articolo o da programmi di 

iniziativa pubblica anche per la difesa idrogeologica e dagli incendi. 

E’ infine vietata l’attivazione di allevamenti zootecnici intensivi “senza terra”. 

La realizzazione di autorimesse interrate di cui alla L.R. n. 12/2005 e s.m.i. 

(titolo IV capo I) per gli edifici preesistenti alla data di entrata in vigore della 

Legge 122/89 potrà avvenire solo se sarà dimostrata l’impossibilità di ospitare le 

autorimesse all’interno dell’edificio. 

Le autorimesse interrate dovranno in ogni caso essere realizzate in diretta 

prossimità delle costruzioni servite seguendo le indicazioni del precedente art. 

20. 

Per l’esercizio della attività agricola con modalità compatibili con gli obiettivi di 

salvaguardia del territorio e del paesaggio sono definite le seguenti disposizioni: 

A) Esercizio della attività agricola in forma professionale 

______________________________________________________________ 



74

_________________________________________________________________________ 

Nella zona di tutela del paesaggio agrario collinare sono consentiti i nuovi 

interventi edilizi previsti dalla L.R. n. 12/2005 e s.m.i. (titolo III) così 

come disciplinati dalla presente Normativa. 

Ogni nuova edificazione, ampliamento e ristrutturazione delle attrezzature 

produttive agricole e per le residenze connesse, sono subordinati alla 

presentazione di un Piano di sviluppo/adeguamento aziendale esteso 

all’intera azienda. 

Il Piano di sviluppo/adeguamento dovrà precisare: 

a) l’appartenenza del richiedente ai soggetti legittimati di cui alla L.R. n. 

12/2005 e s.m.i. (titolo III); 

b) il titolo di godimento dei fondi e degli edifici impiegati nel processo 

produttivo; 

c) la forma di conduzione aziendale; 

d) la forza lavoro occupata nell’azienda, con indicazione degli occupati a 

tempo pieno e a tempo parziale; 

e) la distribuzione delle qualità colturali e gli indirizzi produttivi riferiti 

all’intera azienda con quantificazione del connesso fabbisogno lavorativo 

ai sensi dell’art. 3 del Regolamento di attuazione della L.R. n. 3/92 e 

s.m.i.; 

f) gli interventi previsti, i tempi di attuazione e le previsioni di sviluppo, o 

di nuovo assetto, conseguenti alle opere che si intendono realizzare; 

g) la localizzazione e dimensione degli edifici a destinazione residenziale 

e produttiva esistenti nell’azienda ed il loro grado di conservazione ed uso; 

h) il tipo di sistemazione idraulica e agraria necessarie a garantire il 

corretto svolgimento dell’attività produttiva, lo smaltimento dei rifiuti di 

produzione, il collettamento e il recapito delle acque reflue sia nere che 

meteoriche, nonché una relazione tecnica concernente i piani di 

utilizzazione agronomica delle deiezioni animali se ed in quanto dovuta a 

sensi di legge o di Regolamento di igiene. 

Il rilascio della concessione edilizia per nuove costruzioni residenziali 

potrà avvenire solo previo accertamento dell’esistenza e del 

funzionamento della Impresa agraria con le connesse strutture produttive e 

la dimostrata mancanza di alloggio per gli addetti. La quantificazione dei 

nuovi volumi da edificare dovrà tenere conto della edificazione esistente 

nonché della congruità dimensionale e qualitativa delle opere esistenti e 

progettate rispetto alle oggettive capacità produttive dell’azienda 

dimostrate dal Piano di sviluppo/adeguamento. 

Per quanto riguarda il carico di bestiame massimo ammesso per azienda 

non si potrà superare il rapporto di 4 U.B.A per Ha di superficie agricola 

______________________________________________________________ 



75

_________________________________________________________________________ 

utilizzata (S.A.U) secondo i parametri di equivalenza contenuti nella 

tabella riportata in calce al presente articolo. 

Nel computo della superficie ai fini dell’edificazione e del carico massimo 

ammissibile di bestiame rientrano le zone e fasce di rispetto sulle quali è 

peraltro vietata ogni edificazione fatte salve specifiche diverse indicazioni 

del P.R.G. 

La realizzazione di edifici per nuove unità abitative è comunque 

subordinato alla dimostrazione che per la conduzione del fondo risultano 

necessarie non meno di 200 giornate lavorative/anno computate secondo i 

criteri e le modalità stabilite dal Regolamento di attuazione della L.R. n. 

3/92 e s.m.i. . 

A prescindere dal Piano di sviluppo/adeguamento, per i soli soggetti di cui 

alla L.R. n. 12/2005 e s.m.i. (titolo III) è consentito l’ampliamento degli 

edifici esistenti a prevalente destinazione residenziale non soggetti a 

conservazione ai sensi del precedente art. 19, fino ad un massimo del 20% 

della volumetria preesistente 

Tutti i progetti di intervento sia sugli edifici produttivi che residenziali, 

dovranno contemplare anche la contestuale obbligatoria sistemazione delle 

aree di diretta pertinenza degli edifici stessi, nonché gli interventi di 

manutenzione e riqualificazione delle alberature ripariali e delle siepi. 

L’altezza massima dei nuovi edifici residenziali non potrà superare i due 

piani fuori terra, mentre per gli edifici produttivi l’altezza massima non 

potrà superare m. 7.00. 

______________________________________________________________ 


Indici di conversione capi animali U.B.A. 

Per la conversione dei capi allevati a U.B.A. funzionale al 

dimensionamento delle strutture di ricovero che sono riportate a un livello 

massimo di U.B.A. x ha., si adottano i seguenti indici di conversione: 

a) Equini di età superiore a 6 mesi 1.00 

b) Tori 1.00 

c) Vacche 1.00 

d) Altri bovini di età superiore a 2 anni 1.00 

e) Bovini di età compresa fra 6 mesi e 2 anni 0.60 

f) Ovini e Caprini 0.15 

B) Conservazione del territorio attraverso l’esercizio dell’attività agricola in 

forma non professionale 


76

_________________________________________________________________________ 

Il P.R.G. favorisce e valorizza le azioni e gli interventi per la 

manutenzione e la conservazione del territorio e dei caratteri peculiari del 

paesaggio, attraverso il presidio del territorio con particolare riguardo alla 

gestione e cura dei fondi ricadenti in zona di tutela del paesaggio agrario 

collinare che risultano abbandonati e comunque non appartenenti ad 

aziende agricole in attività. 

Qualora detti fondi non dispongano di strutture edilizie preesistenti e 

sempreché dopo la data di adozione del PRG le strutture edilizie non siano 

state stralciate dai rispettivi fondi appartenenti a partite catastali unitarie 

per effetto di trasferimenti di proprietà a qualunque titolo, è consentita la 

realizzazione di fabbricati accessori di superficie utile di norma non 

superiore a 30 mq. e di altezza di m. 2,40 per il ricovero di macchinari e 

attrezzi d’uso agricolo, preferibilmente seminterrati. L’altezza potrà essere 

elevata fino a m.3,50 in caso di accessori utilizzati per macchinari agricoli 

di altezza superiore e per il deposito di prodotti foraggieri del fondo. 

L’intervento è comunque subordinato alla disponibilità di una Superficie 

Agricola Utilizzata (SAU) non inferiore a mq. 2.000, alla approvazione del 

Piano di utilizzo di cui al successivo art. 47 nonché al rispetto delle 

prescrizioni di carattere estetico ed edilizio che saranno impartite dal 

Comune per la tutela dei caratteri ambientali e paesistici della zona. 

Quando la S.A.U. risulti superiore a 2 Ha, i fabbricati accessori potranno 

avere una superficie utile fino a 50 mq. 

______________________________________________________________ 



77

_________________________________________________________________________ 

Art. 46 - Zona boschiva 

Nei boschi esistenti e nelle aree a vocazione forestale individuati con appositi 

simboli nella cartografia di PRG sono esclusivamente consentiti gli interventi di 

cui alla L.R.n. 27/2004 e del Regolamento Regionale n. 5/2007 e loro successive 


In dette aree, confermate nella loro preminente destinazione d’uso forestale, 

sono vietate le nuove costruzioni e la realizzazione di nuove strade ed accessi 

salvo quelli strettamente connessi all’uso forestale e per la protezione dagli 

incendi. 

Le zone boschive distrutte o danneggiate dal fuoco o da altri eventi calamitosi, 

rimangono destinate alla funzione loro assegnata dal P.R.G. essendo consentita 

solo in via temporanea la recinzione provvisoria, di norma vietata, al fine di 

tutelare nuovi impianti arborei e la pubblica incolumità. 

Sono individuate con lo stesso simbolo grafico anche le aree interessate da 

formazioni arboree ed arbustive di tipo ripariale, cortine arboree e gruppi arborei 

per i quali non si applicano le disposizioni dei commi precedenti se non ricadenti 

nella casistica di “bosco” prevista dalla normativa vigente in materia. 

Ogni intervento su questi elementi come sulle alberature d’alto fusto dei giardini 

e parchi privati che costituiscono un significativo carattere ambientale ed 

ecologico, deve essere improntato alla valorizzazione del loro ruolo nel 

paesaggio urbano ed in quello agrario-montano, anche attraverso interventi 

sostitutivi e integrativi che saranno disciplinati dal Regolamento Edilizio. 

______________________________________________________________ 



78

_________________________________________________________________________ 

Art. 47 - Edifici esistenti nelle zone di tutela del paesaggio agrario collinare e 

boschive 

Il P.R.G. individua con apposito simbolo grafico gli edifici esistenti non 

connessi all’esercizio della agricoltura per i quali sono consentiti tutti gli 

interventi di cui all’art. 31 della legge 05/08/78 n 457 lettere a, b, c, d nonché 

l’ampliamento in misura non superiore al 10% del volume esistente alla data di 

adozione del P.R.G. 

Per gli edifici soggetti a conservazione ai sensi del precedente art. 19, 

l’ampliamento dovrà essere realizzato con un corpo di fabbrica distaccato da 

quello esistente in modo da garantire un corretto inserimento nel contesto 

ambientale. 

Nel caso di edifici in condizioni di degrado irreversibile il Comune potrà 

consentire anche la demolizione e fedele ricostruzione purché nel rispetto dei 

profili e volumi preesistenti. 

Le destinazioni d’uso ammesse sono quelle residenziali private e di residenza 

collettiva e comunque tutte quelle connesse all’uso agricolo. 

Per gli edifici esistenti appartenenti ad aziende agricole in attività ancorché non 

utilizzati sono consentiti tutti gli interventi funzionali all’esercizio della 

agricoltura nei limiti e con le modalità stabiliti nel precedente articolo 45. 

Gli edifici contrassegnati dai numeri di operazione 8 – 8/a - 181 – 182 - 183 

possono essere ampliati fino a raggiungere la slp massima di mq. 90 destinata a 

residenza. 

Nella slp massima di cui sopra sono da computarsi anche gli spazi accessori 

all’abitazione sia fuori che entro terra, mentre sono escluse le superfici delle 

eventuali autorimesse di pertinenza realizzabili in misura non superiore a 1 

mq/10 mc. di costruzione. 

Gli edifici contrassegnati con il n. 184 debbono essere demoliti e possono essere 

ricostruiti con pari volume a destinazione residenziale di altezza massima di m. 

6. 

Possono essere demoliti e ricostruiti i volumi esistenti a servizio del fondo, 

anche non appartenenti ad aziende agricole in attività, qualora sia constatata 

l’impossibilità di un loro recupero conservativo. Per la ricostruzione dovranno 

essere riutilizzati i materiali lapidei originari e rispettata la tipologia 

architettonica tradizionale. 

Zona di tutela del paesaggio agrario collinare e delle limitrofe aree di 

rispetto 

Per i rimanenti edifici gli interventi conservativi atti ad evitare il 

deperimento del bene ed a consentirne l’uso sono subordinati alla 

approvazione di un Piano di Utilizzo e Conservazione delle aree facenti 

parte del fondo che deve considerare prioritariamente le esigenze di tutela 

______________________________________________________________ 



79

_________________________________________________________________________ 

dell’ambiente e del paesaggio e contenere almeno i seguenti elaborati e 

documenti: 

a) il titolo di godimento dei fondi e degli edifici con la consegna di un 

certificato catastale storico dal quale risulti che dopo la data di adozione 

del PRG nessuna area appartenente a partite catastali unitarie è stata 

stralciata dagli edifici preesistenti; 

b) la distribuzione delle qualità colturali e gli indirizzi per la conversione 

ad usi agricoli diversi; 

c) gli interventi previsti, i tempi di attuazione e le previsioni di sviluppo o 

di nuovo assetto conseguenti alle opere che si intendono realizzare per la 

manutenzione del fondo annesso all’edificio; 

d) la localizzazione e dimensione degli edifici a destinazione residenziale 

e produttiva esistenti sull’intero fondo ed il loro grado di conservazione ed 

uso; 

e) la convenzione da stipulare con il Comune anche sotto forma di atto 

unilaterale d’obbligo registrato e trascritto con la quale siano assunti, a 

fronte di congrue garanzie, gli obblighi di ripristino degli edifici e di 

mantenimento degli usi agrario-forestali dei fondi. 

In tale caso le porzioni residenziali, anche abbandonate, potranno essere 

ripristinate sotto il profilo tecnologico e igienico sanitario. E’ consentito 

ridestinare le porzioni già produttive-agricole (stalle, fienili, depositi ecc) 

dismesse alla data di adozione del P.R.G., a funzioni compatibili con la 

residenza in coerenza con quanto previsto dal Piano di Utilizzo e 

Conservazione, in misura comunque non superiore al 60% in termini di 

superficie lorda di pavimento. 

Qualora sui fondi agricoli di superficie non inferiori a mq. 3.500, 

appartenenti ad una partita catastale unitaria oggetto del Piano di Utilizzo e 

Conservazione, esista un solo edificio di superficie utile di pavimento 

inferiore a 80 mq., il Piano stesso ne potrà prevedere l’ampliamento fino a 

raggiungere la predetta superficie, consentendo, nel contempo, la 

realizzazione delle porzioni produttive agricole nei limiti consentiti dal 

comma precedente. 

Zone boschive 

Gli edifici esistenti nelle zone boschive sono consolidati alla loro 

destinazione d’uso. 

Per essi sono consentiti gli interventi previsti nel precedente comma per gli 

edifici non appartenenti ad aziende agricole in attività. 

Sono vietati gli interventi di demolizione e ricostruzione anche se motivati 

da condizioni di degrado o deperimento dell’edificio o anche derivanti da 

eventi fortuiti o calamitosi. 

______________________________________________________________ 



80

_________________________________________________________________________ 

Agli effetti del presente articolo non si considerano i frazionamenti dei fondi 

intervenuti dopo la adozione del P.R.G. Il Piano di Utilizzo e Conservazione 

dovrà in questo caso contemplare tutte le aree appartenenti alle partite catastali 

unitarie nelle quali erano inclusi gli edifici oggetto di intervento al momento 

della adozione del PRG. 

Gli interventi sugli edifici esistenti quando caratterizzati da valori storicoarchitettonici 

e ambientali potranno essere autorizzati solo se risulteranno 

rispettosi dei criteri di intervento stabiliti nell’art. 20, mentre la destinazione a 

residenza permanente potrà essere ripristinata solo nel caso in cui sussistano le 

condizioni minime di abitabilità. 

Sono sempre consentiti, a prescindere dal rispetto delle prescrizioni dei commi 

precedenti, gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento 

degli edifici o parti di essi purché ciò non comporti alcuna modifica delle 

destinazioni d’uso preesistenti. 

Sono in ogni caso ammessi tutti gli interventi edilizi e di sistemazione delle aree 

esterne consentiti dalle vigenti disposizioni di legge nazionale e regionale in 

materia di agriturismo. 

Le norme del presente articolo si applicano anche agli edifici compresi in fasce 

di rispetto ricadenti in zona non urbanizzata. 

______________________________________________________________ 



81

_________________________________________________________________________ 

Art. 48 – Aree libere 

______________________________________________________________ 


PARTE SETTIMA 

NORME FINALI 

Ad ogni effetto si considerano aree libere quelle di proprietà del richiedente che 

non risultino stralciate, dopo la data di adozione del P.R.G. né dalla sua stessa 

proprietà se già edificata, né da aree contigue edificate, né da altre aree tra loro 

contigue appartenenti a partite catastali unitarie e già edificate ancorché su un 

solo mappale. 


82

_________________________________________________________________________ 

Art. 49 – Dotazione di aree a standard nei nuovi insediamenti 

Il P.R.G. individua nelle tavole di Azzonamento e nelle presenti Norme le 

attrezzature di pertinenza delle singole operazioni di P.R.G. 

In tutti gli interventi riguardanti nuove costruzioni e la ristrutturazione 

urbanistica a qualunque destinazione d’uso autorizzabili con concessione edilizia 

diretta o a seguito di approvazione di Piano Attuativo o concessione 

convenzionata, è obbligatoria la realizzazione delle quantità minime di 

infrastrutture e attrezzature individuate ai sensi del primo comma con l’obbligo 

di contestuale cessione gratuita o asservimento all’uso pubblico delle relative 

aree. 

Ogni intervento di nuova costruzione e ristrutturazione urbanistica ivi compresi 

gli ampliamenti di attività esistenti in misura superiore al 20%, deve comunque 

rispettare l’obbligo di dotazione delle attrezzature secondo le quantità minime 

indicate nell’art. 22 comma 6 della L.R. 51/75 così come modificato dalla L.R. 

1/2001 ed in particolare: 

− Attrezzature pubbliche e di uso pubblico funzionali ai nuovi insediamenti 

produttivi industriali e artigianali in ragione di 1 mq ogni 10 mq di superficie 

lorda di pavimento; 

− Attrezzature pubbliche e di uso pubblico funzionali ai nuovi insediamenti 

commerciali, direzionali, alberghieri e terziari nella misura di 1 mq per ogni 

metro quadrato di superficie lorda di pavimento. 

Nelle zone A e B la quantità minima di aree a standard è ridotta a 0.75 mq 

per ogni metro quadrato di Slp; 

Le aree a parcheggio pubblico e di uso pubblico devono rappresentare 

almeno il 50% della superficie; 

− Nei Piani Attuativi inclusi nelle zone omogenee A e B deve essere prevista 

una dotazione minima di spazi per attrezzature pubbliche e di uso pubblico 

non inferiore a 0.75 mq per ogni metro quadrato di superficie lorda di 

pavimento destinata a funzioni terziarie, commerciali e ricettive. 

Nelle zone A e nelle zone di recupero può essere consentita dal Comune 

l’integrale monetizzazione delle aree a standard. In tutte le altre zone, solo in 

casi singolarmente motivati da difficoltà di reperimento delle aree nell’ambito 

dell’intervento e nella zona circostante, il Comune potrà concedere la 

monetizzazione sostitutiva parziale. 

______________________________________________________________ 



83

_________________________________________________________________________ 

Art. 50 - Polo estrattivo – Cava di argilla 

Il P.R.G. individua il polo estrattivo di argilla in attività compreso nel Piano 

Cave Provinciale normato ai sensi della L.R. 14/98. 

Il recupero dell’area di cava dovrà avvenire contestualmente alla coltivazione 

salvando prioritariamente le esigenze di stabilità dei versanti soprastanti secondo 

quanto previsto nel Piano di cui alla L.R. 14/98 ed alle convenzioni stipulate con 

il Comune di Pontida. 

La destinazione d’uso prevista dal P.R.G. per le aree di risulta della cava cessata 

è quella di zona di tutela del paesaggio agrario collinare e per essa valgono le 

disposizioni di cui all’art. 45 e 47. 

Tutti gli edifici, i manufatti e le attrezzature utilizzate per la coltivazione della 

cava dovranno essere demoliti entro il termine previsto dalla convenzione e 

comunque non oltre tre mesi dalla data di cessazione dell’attività. 

Gli edifici, i manufatti e le attrezzature presenti all’interno del polo estrattivo 

potranno essere utilizzati esclusivamente per la coltivazione del materiale di 

cava e per il recupero e ripristino ambientale. 

Le previsioni del Piano Cave in materia di coltivazione delle sostanze minerali 

di cava, prevalgono su eventuali previsioni difformi del P.R.G. 

______________________________________________________________ 



84

_________________________________________________________________________ 

Art. 51 – Riferimenti normativi 

La realizzazione degli interventi edilizi e di trasformazione del territorio nonché 

l’esercizio delle attività produttive sono soggetti alle presenti norme, alle 

disposizioni di legge in materia urbanistico-ediliza ed alle norme specifiche che 

regolano le diverse attività. 

Si richiamano in particolare: 

− Cimiteri e relative fasce di rispetto (TU 1265/34 e DPR 285/90) 

− Pozzi e sorgenti (DPR 236/88 e successive disposizioni applicative) 

− Elettrodotti (DPCM 24/04/92 e D.M. 16/01/91) 

− Depuratori (DPR. 315/87, L. 366/91, L.R. 2/82) 

− Corsi d’acqua (L. 431/85) 

− Zone urbane particolarmente vulnerabili (D.M. 12/11/91) 

− Zone a traffico limitato (DLgs 285/92) 

− Zone servite e non servite da fognatura (L.R. 62/85) 

− Piano Territoriale di Coordinamento del parco regionale Adda Nord 

− Piano Territoriale Paesistico regionale (P.T.P.R.) 

− Zonizzazione acustica (DPCM 01/03/91 e L. 447/85, L.R. 13/2001) 

− Disciplina delle radiofrequenze 

______________________________________________________________ 



85

_________________________________________________________________________ 

______________________________________________________________ 


PARTE OTTAVA 

INDIRIZZI DI TUTELA E CLASSI DI FATTIBILITÀ IDROGEOLOGICA 

Art. 52 - Indirizzi generali idrogeologici 

1. - Corsi d’acqua 

Su tutto il territorio è vietata la realizzazione di interventi di qualsiasi tipo 

sul reticolo idrografico ( compresi i canali per lo scorrimento temporaneo 

delle acque superficiali ) che comportino riduzioni delle effettive sezioni di 

deflusso. 

Sul reticolo idrografico possono essere realizzate solo opere di sistemazione 

idraulica finalizzate al miglioramento delle caratteristiche idrauliche del 

corso d’acqua interessato. 

Eventuali attraversamenti di corsi d’acqua, anche di ordine inferiore, 

possono essere effettuati solo con strutture a ponte ( è escluso l’utilizzo di 

tubazioni in cui convogliare l’acqua anche per corsi minori o temporanei ). 

Qualsiasi opera da eseguire sui corsi d’acqua deve essere corredata da 

indagine specifica che evidenzi il regime idraulico e da specifiche 

valutazioni sulle modifiche che vengono indotte nel deflusso sia nel tratto a 

monte che in quello a valle rispetto al punto di intervento. 

Qualsiasi intervento che interessi il Reticolo Idrico Minore R.I.M. dovrà 

essere eseguito in conformità con quanto previsto nel Regolamento 

Comunale di Polizia Idraulica a corredo del R.I.M. . Le previsioni delle 

presenti Norme Tecniche di Attuazione risultano superate nel caso di 

contrasto con il contenuto del suddetto Regolamento Comunale di Polizia 

Idraulica. 

2. - Nuove edificazioni 

Tutti i progetti che prevedono la realizzazione di nuove edificazioni in 

aderenza ad edifici esistenti devono essere accompagnati da indagini 

geotecniche quando si prevede di effettuare scavi spinti a profondità 

superiori a quelle delle fondazioni esistenti; devono essere specificate le 

tecniche utilizzate per garantire la stabilità delle pareti di scavo sia nelle 

modalità di scavo che nelle opere di sostegno, provvisorie e definitive, della 

scarpata di sbancamento. 

3. - Scavi con sbancamento in ambito collinare 

Qualsiasi scavo che comporti sbancamento di versante con arretramento 

dovrà essere documentato da una verifica di stabilità del profilo originario e 

finale. Dovrà essere specificata l’area di collocazione del materiale di 

risulta, documentata l’idoneità del luogo di conferimento e le modalità 

esecutive dell’intervento. 

4. - Rimodellamenti del terreno 


86

_________________________________________________________________________ 

Interventi in zona collinare che prevedano rimodellamenti del terreno (anche 

senza riporto o asportazione di materiale) devono essere supportati da 

relazione geologica. 

5. - Smaltimento reflui domestici 

I progetti di nuovi insediamenti in area sprovvista di collettamento e/o in 

attesa che si realizzino idonee infrastrutture, dovranno essere accompagnati 

da relazione che attesti l’idoneità dei luoghi alla dispersione nel primo 

sottosuolo. 

______________________________________________________________ 



87

_________________________________________________________________________ 

Art. 53 - Classi di fattibilità geologica 

Classe 1 – Fattibilità senza particolari limitazioni 

Non vi sono particolari controindicazioni di carattere geologico alla modifica di 

destinazione d’uso delle aree ricadenti entro le perimetrazioni di tale classe, 

salvo gli indirizzi di carattere generale. 

Per gli interventi di nuova costruzione è comunque obbligatoria la effettuazione 

delle indagini di cui al D.M. 11/03/1088. 

Classe 2 – Fattibilità con modeste limitazioni 

Non sono state rilevate condizioni limitative nei confronti di interventi di 

ristrutturazione urbanistica e di manutenzione, risanamento conservativo, 

ristrutturazione edilizia per il recupero del patrimonio edilizio esistente. 

Le nuove costruzioni, invece, dovranno essere valutate attraverso un’indagine 

geologica finalizzata alla definizione delle possibili interferenze del progetto con 

le caratteristiche geologiche,geomorfologiche,idrografiche, di stabilità esistenti 

al contorno. La relazione dovrà indicare gli eventuali interventi di mitigazione 

da adottare per ridurre gli impatti del progetto sul territorio ed i criteri 

progettuali a difesa di pericolosità naturali esistenti. 

Eventuali indagini di carattere geotecnico dovranno essere valutate da un tecnico 

abilitato in base alle caratteristiche del progetto e del terreno, queste ultime 

definite anche con semplici scavi di ispezione preventiva; tale valutazione, in 

forma di perizia, costituisce parte integrante del progetto. 

Sottoclasse 2 a 

Per l’area perimetrata come sottoclasse 2 a vale quanto indicato per la classe 2 

con l’obbligatorietà dell’indagine geotecnica con prove in situ (sondaggi, prove 

penetrometriche, etc.). 

Classe 3 – Fattibilità con consistenti limitazioni 

Sono consentiti interventi di manutenzione, risanamento conservativo e restauro; 

i singoli progetti dovranno essere supportati da documentazione che accerti le 

condizioni di stabilità al contorno dell’area di progetto. 

Progetti di nuove costruzioni e di ristrutturazione edilizia che comporti la 

sostituzione di elementi costitutivi dell’edificio e di ristrutturazione urbanistica 

devono essere accompagnati da indagine geologica e geotecnica che evidenzi le 

problematiche geologiche del contesto in cui si inserisce il nuovo progetto, le 

caratteristiche geotecniche del terreno di fondazione e dell’area circostante e gli 

accorgimenti da assumere nell’esecuzione delle opere in condizioni di sicurezza. 

Le indagini di carattere geomorfologico e idrogeologico dovranno rilevare i 

processi in atto e prefigurare la possibile evoluzione degli stessi; in particolare si 

dovranno valutare le possibili interferenze dell’intervento sul regolare deflusso 

delle acque superficiali e prevedere gli interventi di mitigazione per ridurre gli 

impatti sul territorio. 

______________________________________________________________ 



88

_________________________________________________________________________ 

Sottoclasse 3 a 

L’utilizzazione di tali aree per destinazioni diverse da quelle in atto dovrà essere 

subordinata alla esecuzione di indagini specifiche di carattere idrogeologico , 

idraulico e pedologico che dovranno quantificare : 

− per le aree site nel conoide del T. Sonna la consistenza delle falde 

temporanee, le loro oscillazioni in relazione ad eventi meteorici di forte 

intensità, la eventuale relazione con le oscillazioni idrometriche del T.Sonna 

e del F.Adda; 

− per le aree di Odiago e di Val di Gerra l’idoneità allo smaltimento delle 

acque di scorrimento superficiale e non della rete di drenaggio in atto; 

− le eventuali tipologie di sistemazione idraulica e di bonifica dei terreni. 

Sottoclasse 3 b 

Qualsiasi intervento che modifichi l’assetto in essere dell’area dovrà essere 

preceduto da un’indagine geotecnica specifica che stabilisca le caratteristiche di 

portanza del terreno, la stabilità complessiva del deposito, la funzionalità del 

sistema di drenaggio a suo tempo predisposto. 

Sottoclasse 3 c 

Modifiche della destinazione d’uso dei terreni sono condizionate dalla instabilità 

generale dei depositi superficiali e dal movimento franoso in atto nell’immediato 

intorno della strada nel tratto Santuario – Cà de Crotti. L’utilizzo di tale area, 

pertanto, è subordinato alle risultanze dell’indagine geotecnica e di monitoraggio 

geologico in atto, nonché al piano progettuale di recupero alla stabilità dei fronti 

di cava. 

Sottoclasse 3 d 

Qualsiasi intervento dovrà essere supportato da indagine geognostica 

comprensiva di : 

− almeno due sezioni geolitologiche nella direzione di massima pendenza 

estese adeguatamente a monte ed a valle dell’opera per una corretta 

valutazione della stabilità globale del pendio; 

− dei risultati di sondaggi, prove penetrometriche, eventuali indagini 

geofisiche; 

− di relazione geologico-tecnica che dovrà prevedere la ricostruzione del 

modello geotecnico del sottosuolo con valutazione del grado di stabilità del 

pendio e dei principali parametri meccanici dei litotipi interessati. Dovrà 

essere rispettato il regolare deflusso delle acque superficiali ripristinando i 

tratti di canale occlusi e rimosso il rischio di ristagno attraverso idonee opere 

di canalizzazione e di scolo. 

______________________________________________________________ 



89

_________________________________________________________________________ 

Classe 4 – Fattibilità con gravi limitazioni 

E’ esclusa la realizzazione di nuove edificazioni ad eccezione di quelle 

finalizzate alla messa in sicura dei siti. 

Per l’edificato esistente sono consentiti esclusivamente interventi di 

manutenzione, di restauro e risanamento conservativo. 

La realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche e reti tecnologiche dovrà 

essere attentamente valutata; l’approvazione da parte dell’autorità comunale 

dovrà essere supportata da apposita relazione idraulica che dimostri la 

compatibilità degli interventi previsti con la situazione di rischio di esondazione. 

Le opere pubbliche potranno essere realizzate solo se non siano altrimenti 

localizzabili. 

______________________________________________________________ 



90

_________________________________________________________________________ 

INDICE 

PARTE PRIMA 

DISPOSIZIONI GENERALI 

Art. 1 - Contenuto del P.R.G. pag. 1 

Art. 2 - Elementi costitutivi del Piano Regolatore Generale “ 2 

Art. 3 - Attuazione del P.R.G. “ 4 

Art. 4 - Ammissibilità di deroghe “ 5 

Art. 5 - Infrastrutture viarie di P.R.G. “ 6 

Art. 6 - Pianificazione attuativa previgente “ 8 

Art. 7 - Prescrizioni di intervento “ 9 

Art. 8 - Densità edilizia e calcolo del volume ammesso dal 

P.R.G. “ 10 

Art. 9 - Superficie coperta e rapporto di copertura “ 11 

Art. 10 - Altezza degli edifici e coperture “ 12 

Art. 11 - Distacchi dalle costruzioni, dai confini e dalle 

strade “ 14 

Art. 12 - Volume degli edifici e superficie lorda di 

pavimento “ 16 

Art. 13 - Sistemazione delle aree scoperte – volumi 

interrati “ 17 

Art. 14 - Impegnativa volumetrica “ 19 

Art. 15 - Tipologia degli edifici – Progettazione degli 

edifici e degli spazi aperti “ 20 

PARTE SECONDA 

ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE RESIDENZIALE 

Art. 16 - Destinazioni d’uso “ 21 

Art. 17 - Zone “A” - Centri Storici “ 23 

Art. 18 - Zone di recupero del patrimonio edilizio esistente 

(Zone B) “ 27 

Art. 19 - Edifici soggetti a conservazione “ 28 

Art. 20 - Metodologia degli interventi sugli edifici e spazi 

urbani soggetti a conservazione o compresi nei 

Centri Storici e in Zona di Recupero, nelle aree 

boschive e di tutela del paesaggio agrario 

collinare “ 29 

______________________________________________________________ 



91

_________________________________________________________________________ 

Art. 21 - Computo della volumetria e dell’altezza degli 

edifici compresi nei Centri Storici, nelle zone di 

Recupero soggetti a conservazione e di 

contenimento allo stato di fatto “ 34 

Art. 22 - Osservanza del Regolamento di Igiene negli 

interventi di recupero del patrimonio edilizio 

esistente “ 35 

Art. 23 - Zone di completamento residenziale (Zone B) “ 36 

Art. 24 - Zone di contenimento allo stato di fatto (CT) “ 40 

Art. 25 - Programmi integrati di intervento (P.I.I.) (Zone 

B) “ 41 

Art. 26 - Zone di espansione residenziale (Zone C) “ 43 

PARTE TERZA 

ZONE TURISTICO RICETTIVE 

Art. 27 - Attrezzature ricettive “ 45 

Art. 28 - Zone per attività di turismo-rurale della “FAIDA” “ 46 

PARTE QUARTA 

ZONE PRODUTTIVE E AREE DI LAVORO 

Art. 29 - Zone produttive e di deposito (Zone D) “ 49 

Art. 30 - Zona produttiva di completamento (PC) “ 50 

Art.30bis – Zona produttiva di espansione (PC E) “ 52 

Art. 31 - Attività ammesse nelle Zone Produttive “ 53 

Art. 32 - Attrezzature tecnologiche “ 56 

Art. 33 - Attività produttive esistenti non confermate o con 

parametri urbanistici eccedenti gli indici di P.R.G. “ 57 

Art. 34 - Zona terziario-commerciale di contenimento (TC- 

CT) “ 58 

Art. 34bis - Zona terziario-commerciale di espansione 

(TC-E) “ 60 

PARTE QUINTA 

TUTELA DELLE RISORSE NATURALI – ATTREZZATURE E 

INFRASTRUTTURE 

Art. 35 - Tutela delle risorse naturali e dell’equilibrio 

idrogeologico “ 61 

Art. 36 - Attrezzature pubbliche e servizi di interesse 

pubblico e generale “ 63 

______________________________________________________________ 



92

_________________________________________________________________________ 

Art. 37 - Edificabilità nelle aree destinate ad attrezzature 

pubbliche – Impianti fissi di telecomunicazione e 

per la radiotelevisione “ 65 

Art. 38 - Attrezzature esistenti di proprietà privata “ 66 

Art. 39 - Aree attrezzate a servizio della viabilità e dei 

trasporti (TR) “ 67 

Art. 40 - Verde di rispetto, e di arretramento “ 68 

Art. 41 - Zona ferroviaria “ 69 

Art. 42 - Cimiteri e Zone di rispetto cimiteriale “ 70 

PARTE SESTA 

TERRITORIO NON URBANIZZATO E TUTELA DEL PAESAGGIO 

Art. 43 - Piano Territoriale Paesistico Regionale – Aree ad 

elevata naturalità (E.N.) ed elementi percettivi del 

paesaggio “ 71 

Art. 44 - Zone boschive e di tutela del paesaggio agrario 

collinare – Obiettivi e criteri “ 73 

Art. 45 - Zona di tutela del paesaggio agrario collinare “ 74 

Art. 46 - Zona boschiva “ 78 

Art. 47 - Edifici esistenti nelle zone di tutela del paesaggio 

agrario collinare e boschive “ 79 

PARTE SETTIMA 

NORME FINALI 

Art. 48 - Aree libere “ 82 

Art. 49 - Dotazione di aree a standard nei nuovi 

insediamenti “ 83 

Art. 50 - Polo estrattivo – cava di argilla “ 84 

Art. 51 - Riferimenti normativi “ 85 

PARTE OTTAVA 

INDIRIZZI DI TUTELA E CLASSI DI FATTIBILITÀ 

IDROGEOLOGICA 

Art. 52 - Indirizzi generali idrogeologici “ 86 

Art. 53 - Classi di fattibilità geologica “ 88 

______________________________________________________________ 



93

NTA VARIANTE 3 comprensiva controdeduzione1 - Comune di ...

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