La strada del formaggio - Gustolocale
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FINALMENTE DOP<br />
4<br />
Per fare chiarezza arriva<br />
l’Asparago di Bassano Dop.<br />
Perché 7 asparagi su 10 venduti per bassanesi sono coltivati lontano dal Grappa<br />
Quello che arriverà sui mercati tra qualche settimana sarà il primo<br />
Asparago Bianco di Bassano DOP. “Ci sono voluti sei anni per avere<br />
questo riconoscimento – spiega l’assessore all’agricoltura <strong>del</strong><br />
comune di Bassano, Ampelio Pizzato – ottenuto grazie all’interessamento<br />
in sede europea dei politici bassanesi”. In realtà, per<br />
questioni burocratiche, l’etichetta posta sui mazzi quest’anno<br />
riporterà ancora il riferimento ad una Dop provvisoria, ma tanto<br />
basta a garantire l’origine <strong>del</strong> prodotto.<br />
Lo produrranno solo le 60 aziende che hanno aderito al Consorzio<br />
<strong>del</strong>l’Asparago Bianco di Bassano, che rappresentano circa l’80%<br />
<strong>del</strong>la produzione locale. “Gli asparagicoltori – spiega Carlo<br />
Grandesso, agronomo <strong>del</strong> Consorzio – in questi mesi si stanno<br />
certificando presso il CSQA di Thiene. Solo chi aderisce al Consorzio<br />
potrà identificare con la Dop il proprio asparago, gli altri anche se<br />
prodotti a Bassano, non lo potranno fare”. Questo è ciò che<br />
prescrive il disciplinare, che detta una serie regole alle quali i<br />
produttori devono attenersi: riguardano la varietà da piantare, la<br />
concimazione, la tecnica di coltura, la levatura, le dimensioni degli<br />
asparagi. Così per essere Dop un Asparago di Bassano dovrà<br />
misurare tra i 18 e i 22 centimetri e avere un calibro di almeno 11<br />
millimetri.<br />
“Anche i produttori consorziati –<br />
prosegue Grandesso – avranno la<br />
possibilità di produrre asparagi non<br />
dop, se lo riterranno opportuno”.<br />
Da quest’anno, ci saranno quindi tre varietà e di conseguenza tre<br />
diversi prezzi: l’asparago Bassano Dop, l’asparago di Bassano nondop,<br />
ma comunque di prima scelta, l’asparago di Bassano non-dop<br />
di seconda scelta. Troppo complicato? “Anzi, l’arrivo <strong>del</strong>la Dop<br />
dovrebbe semplificare le cose e schiarire le idee al consumatore”<br />
incalza Piergiorgio Bizzotto, presidente <strong>del</strong> Consorzio <strong>del</strong>l’Asparago<br />
Bianco di Bassano. Dato il clima mite <strong>del</strong>l’ultimo inverno si attende<br />
una buona stagione per l’asparago, ma soprattutto spera in un<br />
mercato più limpido. “Fino ad oggi c’è stata grande confusione: la<br />
nostra produzione non copre neppure il fabbisogno locale e finiscono<br />
per essere venduti come bassanesi asparagi che non lo sono affatto.<br />
C’è chi viene a Bassano per acquistare i nostri asparagi – prosegue<br />
Bizzotto – e se ne torna a casa con un mazzo di Asparagi di Badoer,<br />
Cimadolmo o Verona, comperati in qualche bancarella lungo la<br />
<strong>strada</strong>. Non abbiamo dati certi, ma crediamo che tra il 70 e l’80%<br />
degli asparagi venduti a Bassano non siano stati prodotti qui”.<br />
I 15 quintali al giorno prodotti in stagione non sono infatti<br />
sufficienti a soddisfare le richieste di privati e ristoratori <strong>del</strong>la<br />
zona, “ma il consumatore ha il diritto di riconoscere l’originale<br />
dall’imitazione – spiega ancora Bizzotto – e un prodotto<br />
agricolo è lo specchio <strong>del</strong> territorio che lo ha<br />
generato: nel nostro asparago c’è la terra,<br />
l’acqua, il clima, la sapienza degli<br />
agricoltori e dei ristoratori. <strong>La</strong> gente<br />
deve sapere cosa sta mangiando.<br />
Speriamo che con la Dop si faccia<br />
chiarezza, una volta per tutte”.