16.06.2013 Views

intervista Roberto Serragli - Ecomuseo Val di Merse

intervista Roberto Serragli - Ecomuseo Val di Merse

intervista Roberto Serragli - Ecomuseo Val di Merse

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Roberto</strong> <strong>Serragli</strong>, falegname, abita e lavora a Scalvaia.<br />

In questa <strong>intervista</strong>, realizzata da Irene Raspollini a Scalvaia il 17 marzo 2012, racconta<br />

come viene effettuata l'essiccazione delle castagne con il metodo tra<strong>di</strong>zionale nei seccatoi.<br />

Domanda: Come vengono essiccate le castagne con il metodo tra<strong>di</strong>zionale?<br />

Risposta: L'essiccazione tra<strong>di</strong>zionale prevede trenta, quaranta giorni <strong>di</strong> fuoco continuo. Le<br />

castagne venivano sistemate sopra la grata e non tutte insieme: ne veniva messa una prima<br />

parte per ricoprire la grata, in modo che non passasse troppa aria, poi veniva acceso il<br />

fuoco e via via ci venivano aggiunte sopra altre castagne. Dal momento in cui le ultime<br />

castagne erano state messe, ci voleva ancora un'altra trentacinquina <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong> fuoco<br />

continuo giorno e notte. Una volta i seccatoi venivano riempiti fino quasi alla bocca, con<br />

anche vento o trenta quintali <strong>di</strong> castagne, ovviamente anche a seconda del castagneto che<br />

ognuno aveva.<br />

D: A questo punto le castagne come venivano trattate?<br />

R: Durante l'essiccazione, le castagne venivano un po' spostate con la rasatoia, una tavola<br />

verticale con un manico: tipo un rastrello, ma senza denti. Era giusto per mischiarle e fargli<br />

perdere la condensa che avevano, anche perché un po' avevano umi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> suo, ma poi<br />

venivano raccolte anche nei giorni umi<strong>di</strong> o piovosi. Le castagne andrebbero messe asciutte,<br />

ma la raccolta non si fermava con la pioggia. Con la rasatoia si “grufolavano” sopra sopra,<br />

per far evaporare la condensa, poi venivano mischiate per bene una volta sola.<br />

A due terzi dell'essiccazione, dopo venti giorni circa, venivano rigirate così: lo strato<br />

superiore veniva messo in un angolo, quello inferiore era ammontinato nell'angolo<br />

opposto. Nel vuoto che si veniva a creare in mezzo si mettevano quelle che prima stavano<br />

sopra, poi quelle più secche venivano messe sopra a tutto, così quelle un po' più umide<br />

venivano più a contatto col fuoco.<br />

D: La grata viene fatta ogni anno o no?<br />

R: No, la grata una volta fatta quella restava, solo che ogni anno andava riaggiustata: era<br />

costituita dai due o tre travi a seconda della grandezza del seccatoio, e poi c'erano dei pali,<br />

le scandole, una accostata all'altra, leggermente squadrate col pennato un po' alla buona in<br />

modo che fossero abbastanza vicine da non far cascare le castagne <strong>di</strong> sotto, però allo stesso<br />

tempo <strong>di</strong>stanti abbastanza da far passare il calore. Queste scandole <strong>di</strong> legno proteggevano<br />

le castagne dal calore, altrimenti quelle sotto a tutto venivano troppo tostate.<br />

Il fuoco era soffuso, quasi morto, fatto esclusivamente con legna <strong>di</strong> castagno ben secca,<br />

perché l'umi<strong>di</strong>tà fa sì che il tannino della buccia della castagna penetri nella polpa e le fa<br />

<strong>di</strong>ventare scure. Era importante mettere legna e castagne più asciutte possibile. La legna<br />

usata era grossa, altrimenti avrebbe fatto la fiamma troppo alta; il fuoco veniva poi<br />

soffocato con la cenere e soprattutto con la pula, cioè la buccia delle castagne trebbiate<br />

l'anno prima. Il fuoco veniva acceso <strong>di</strong>verse volte al giorno: il primo che arrivava al<br />

castagneto se ne occupava.<br />

D: Il fuoco veniva riacceso ogni volta, o si cercava <strong>di</strong> mantenere quello che c'era?<br />

R: No, non veniva riacceso ogni volta; cioè, a volte si spegneva, ma il calore della brace era<br />

talmente tanto che con nuova legna ripartiva. Poi il giorno a mezzogiorno si tornava a


vedere il fuoco e così la sera prima <strong>di</strong> andare a casa, perché <strong>di</strong> solito il seccatoio è nel<br />

castagneto, anche se c'era chi aveva i castagni vicino casa e il seccatoio lo aveva in paese.<br />

Finita la raccolta delle castagne, si continuava tutti i giorni ad andare a vedere il fuoco. In<br />

quel periodo fa buio presto, quin<strong>di</strong> l'ultima visita si faceva verso le sei <strong>di</strong> sera. Poi molti, la<br />

sera, facevano un giro insieme dopo cena, verso le otto o le nove, e rabboccavano il fuoco a<br />

tre o quattro seccatoi. Noi ci s'aveva il seccatoio nel fosso della Làccera, poi chi ce l'aveva<br />

nelle Canneta, chi nelle Fosse... Quelli che ce l'avevano più lontano, la notte facevano il giro<br />

assieme ad altri a ravvivare il fuoco, a mettere sopra altra pula se era troppo forte e così<br />

via, poi ci si ritornava la mattina presto, prima che facesse giorno.<br />

Alcuni avevano il castagneto lontano, per cui ci dormivano; ad esempio il nonno <strong>di</strong> Rolando<br />

ci ha dormito, a Lusi, e anche Rolando: <strong>di</strong> solito il seccatoio ha una specie <strong>di</strong> casettina<br />

accanto, così che si potesse assistere il fuoco. Prima si viaggiava solo a pie<strong>di</strong>, sicché i tempi<br />

erano lunghi e bisognava pernottare là. La mattina, chi dormiva al seccatoio tornava a casa<br />

per fare qualche lavoro, poi rientravano al seccatoio la sera e così via.<br />

Era impegnativo, ma importante, perché la farina doveva venire bene: se le castagne erano<br />

scure, la farina era amara. Era una bella risorsa: una parte <strong>di</strong> farina veniva venduta e<br />

l'introito permetteva alla famiglia <strong>di</strong> comprare altre cose, e il restante era un alimento che<br />

allora era <strong>di</strong> base. Infine, un pochina veniva serbata anche per finire <strong>di</strong> ingrassare il maiale,<br />

assieme a un po' <strong>di</strong> castagne fresche e secche.<br />

D: Come veniva conservata la farina <strong>di</strong> castagne?<br />

R: La farina veniva conservata nel cassone <strong>di</strong> legno della ma<strong>di</strong>a, chiuso per bene per non<br />

farci entrare i topi, e veniva pressata con cura per fare in modo che non facesse quella<br />

specie <strong>di</strong> ragnatela dentro, che non andasse a male. Per prenderla avevano una specie <strong>di</strong><br />

vanghino: veniva via a scaglie. Poi veniva rotta e setacciata per fare la farina della polenta,<br />

sennò sarebbe venuta piena <strong>di</strong> grumi.<br />

D: A Scalvaia è stato rimesso in funzione, per uso privato, un seccatoio proprio in paese.<br />

Viene seguita la stessa procedura <strong>di</strong> essiccazione <strong>di</strong> un tempo?<br />

R: La procedura è la stessa; l'unica cosa è che è stata rifatta la grata, si sono messe le<br />

scandole <strong>di</strong>stanti e ci si è messa sopra una rete per evitare che le castagne cadessero <strong>di</strong><br />

sotto, ma più o meno il metodo è lo stesso. Quest'anno (nel 2011), invece <strong>di</strong> quaranta<br />

giorni ne sono serviti meno, perché le castagne erano talmente asciutte... Non pioveva mai,<br />

erano già quasi riarse, per cui anche l'essiccazione è stata più breve <strong>di</strong> una settimana.<br />

Anche se sono state essiccate una <strong>di</strong>screta quantità, comunque, non erano <strong>di</strong> certo tante<br />

come quando la gente campava a polenta dolce, per cui c'e voluto meno tempo per<br />

seccarle.<br />

D: I seccatoi venivano costruiti secondo certe regole, in posti precisi o no?<br />

R: Quelli in paese venivano fatti ciascuno nel terreno <strong>di</strong> proprietà, invece quelli nei<br />

castagneti erano costruiti in una posizione un po' strategica, all'incirca a metà del<br />

castagneto, ma soprattutto nei pressi <strong>di</strong> una strada che permettesse <strong>di</strong> trasportare la<br />

macchina trebbiatrice, allora trainata con le vacche.<br />

D: Da dove veniva la macchina trebbiatrice?


R: La macchina era in paese. Il proprietario era il Cangiotti (Arcangelo Neri), che aveva la<br />

macchina per trebbiare il grano e anche quella per le castagne.<br />

D: Come si pagava questa prestazione?<br />

R: A seconda dei quintali trebbiati veniva pagato un tot in sol<strong>di</strong>, però non ricordo <strong>di</strong> preciso<br />

qual'era la somma.<br />

D: Hai avuto occasione <strong>di</strong> vedere la vecchia trebbiatura col manfano e la bigoncia?<br />

R: No, io non l'ho vista, già quando ero ragazzino veniva usata la macchina del Neri.<br />

D: Delle casagne ne veniva trattenuta una parte per lasciarle essiccate, così com'erano,<br />

senza macinarle. Come venivano usate?<br />

R: Sì, un poche venivano date al maiale, poche per volta perché troppe gli avrebbero fatto<br />

male, e poi venivano mangiate: si facevano i famosi biscottini, ovvero castagne messe a<br />

bagno per una notte e cotte con molta acqua; dopo il primo bollore si spenge il fuoco, si fa<br />

freddare, e si fa ricuocere almeno un paio <strong>di</strong> volte. Alla fine le castagne rimanevano<br />

morbide, con un liqui<strong>di</strong>no un po' denso leggermente salato. A molti non piacciono perché<br />

le hanno mangiate tante volte e gli sono venute a noia, oppure il gusto un po' particolare<br />

non era apprezzato, ma a me mia mamma le ha sempre fatte, anche poco prima <strong>di</strong> morire,<br />

perché ci piacevano tanto. Fred<strong>di</strong> specialmente sono una cosa squisita! Era anche un primo<br />

piatto, una minestra. Un tempo si faceva spesso.<br />

D: Tornando ai seccatoi, per la costruzione venivano rispettate <strong>di</strong>mensioni canoniche,<br />

oppure la loro grandezza variava a seconda del castagneto?<br />

R: In genere variava a seconda del castagneto.<br />

D: Ogni famiglia aveva il suo, oppure venivano con<strong>di</strong>visi?<br />

R: Di solito ogni famiglia aveva il castagneto e quin<strong>di</strong> il suo seccatoio, anche se a volte un<br />

paio <strong>di</strong> famiglie potevano mettere le castagne nello stesso, mettendosi d'accordo.<br />

Misuravano le castagne fresche con lo staio e, a seconda <strong>di</strong> quante staia ci avevano portato,<br />

ne portavano via un terzo <strong>di</strong> essiccate, perché seccate pesano un terzo rispetto all'inizio.<br />

D: Che misura è lo staio?<br />

R: Ha una misura precisa ma non la ricordo; con tre staia <strong>di</strong> castagne mi sembra che venisse<br />

un sacco <strong>di</strong> castagne da una cinquantina <strong>di</strong> chili, quin<strong>di</strong> sarà più o meno corrispondente a<br />

<strong>di</strong>ciotto chili. Lo staio era una specie <strong>di</strong> cilindro <strong>di</strong> metallo chiuso sotto con un'asta in mezzo<br />

e un traverso sopra. Serviva per schiccare il granturco, comunque oltre a questa funzione<br />

era una misura precisa ed era molto usata, soprattutto per le granaglie.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!