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Storia, teatro, metafora: il ritratto di Catilina - Liceo magistrale

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Ma quel che conta è che entrambi, tanto Sallustio quanto Cicerone, parlando <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina<br />

finiscano in qualche maniera per mostrare un interesse nei confronti <strong>di</strong> un’analisi/revisione<br />

del modello antropologico <strong>di</strong> riferimento. Sia Sallustio sia, più volte, Cicerone (anche nelle<br />

Cat<strong>il</strong>inarie e nella Pro Murena) sottolineano come, al <strong>di</strong> là degli strati sociali inferiori,<br />

soprattutto i giovani siano stati affascinati da Cat<strong>il</strong>ina. Nel congiurato si sostanzia un nuovo<br />

modo con cui guardare alla civitas e situarsi al suo interno, un modo lontano per certi versi<br />

dagli schemi aristocratici.<br />

Quando si parla <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina, dunque, si finisce per parlare <strong>di</strong> formazione culturale; e<br />

quando si tratta <strong>di</strong> formazione allora al centro degli interessi ci sono i giovani, c’è<br />

l’adulescentia. Cat<strong>il</strong>ina, quin<strong>di</strong>, può essere inquadrato anche come una <strong>metafora</strong> efficace della<br />

gioventù romana del suo tempo? Cat<strong>il</strong>ina è la <strong>metafora</strong> <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sagio sociale e culturale che<br />

attraversa la repubblica romana morente e che trova nei giovani (nelle loro adesioni alle<br />

nuove idee, talora rivoluzionarie, e negli slanci eroici con cui molti <strong>di</strong> loro vissero quegli<br />

ideali) l’espressione più autentica, ma fors’anche più dolorosa e inadeguata? Questi<br />

interrogativi sono soltanto delle rischiose provocazioni, ma consentono al lettore moderno <strong>di</strong><br />

potere r<strong>il</strong>eggere la storia, <strong>di</strong> piegarla e farne una <strong>metafora</strong>. In maniera più cauta possiamo<br />

invece <strong>di</strong>re che con Cat<strong>il</strong>ina la gioventù romana ha un’ulteriore opportunità per riven<strong>di</strong>care a<br />

se stessa un ruolo da protagonista nelle vicende storiche. Ne viene conferma, del resto, dalla<br />

paura straor<strong>di</strong>naria della classe senatoria, che si adoperò con tutte le forze per impe<strong>di</strong>re<br />

l’accesso regolare e irregolare <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina al potere e che, come chiarisce Cicerone in cat<strong>il</strong>. 2,<br />

temeva proprio i pueri lepi<strong>di</strong> ac delicati che avevano abbracciato la cospirazione cat<strong>il</strong>inaria.<br />

Elencando quanti avevano abbracciato la causa cat<strong>il</strong>inaria, Cicerone (cat<strong>il</strong>. 2, 22) chiarisce<br />

che fra questi si <strong>di</strong>stinguono anche quos pexo cap<strong>il</strong>lo, nitidos, aut imberbis aut bene barbatos<br />

videtis, manicatis et talaribus tunicis, velis amictos, non toga; quorum omnis industria vitae<br />

et vig<strong>il</strong>an<strong>di</strong> labor in antelucanis cenis expromitur. In his gregibus omnes aleatores, omnes<br />

adulteri, omnes inpuri inpu<strong>di</strong>cique versantur 34 .<br />

Al seguito <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina c’è dunque tutta la jeunesse dorée <strong>di</strong> Roma 35 – <strong>di</strong>remmo noi – o,<br />

come ancora una volta precisa Cicerone con sott<strong>il</strong>e cattiveria, i giovani alla moda, un gruppo<br />

piuttosto ‘intimo’ <strong>di</strong> Cat<strong>il</strong>ina, una congrega <strong>di</strong> “adulteri, scostumati e depravati”.<br />

34<br />

Anche nel <strong>di</strong>scorso che Sallustio fa pronunciare a Catone si sottolinea la presenza <strong>di</strong> adulescentes nella schiera<br />

cat<strong>il</strong>inaria. Catone con forte sarcasmo, rivolgendosi ai senatori, afferma (56, 26): misereamini, censo. Deliquere<br />

homines adulescentuli per ambitionem; atque etiam armatos <strong>di</strong>mittatis.<br />

35<br />

Una bella definizione <strong>di</strong> NARDUCCI, Cicerone e i suoi interpreti… cit., p. 81.<br />

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