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scarica il pdf - Carlo Pozzi architetture

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per Piranesi, sia per la tecnica<br />

che per la composizione” (J. W<strong>il</strong>ton-Ely,<br />

“Piranesi”, Electa, M<strong>il</strong>ano, 1997)<br />

Proprio in questa interpretazione scenografica<br />

è paradossalmente la forza propositiva<br />

che proietta le “Carceri” verso <strong>il</strong> futuro:<br />

dai bozzetti di spazi effimeri per allestimenti<br />

teatrali ut<strong>il</strong>izzati subito dopo Piranesi<br />

direttamente per l’opera lirica, ai potenti scenari<br />

delle sperimentazioni cinematografiche<br />

su caratteri metropolitani di città sempre<br />

più complicate che fanno comprendere cosa<br />

intravedesse quando si diceva disposto<br />

alla creazione di nuovi universi (J. W<strong>il</strong>ton-Ely).<br />

Dalla naïveté (come appare a noi oggi)<br />

della “Metropolis” di Fritz Lang, alla città<br />

disperata e futura di un “Blade Runner” - mix<br />

della visionarietà di Ph<strong>il</strong>ip K. Dick e del talento<br />

f<strong>il</strong>mico di Ridley Scott -, alla città “dopo<br />

<strong>il</strong> futuro”, distrutta e ri-colonizzata dall’invasione<br />

di una natura non più controllata tra i ruderi<br />

di “Stalker” di Tarkosky, vero trattato<br />

di archeologia industriale<br />

e di alterazioni della coscienza.<br />

Architettura<br />

L’ombra di Piranesi si allunga su alcune<br />

esperienze dell’Illuminismo. Pensiamo<br />

al grandioso progetto di C-N.Ledoux delle Saline<br />

di Chaux, un vero e proprio campo archeologico,<br />

bacino di prelievi e di citazioni, con <strong>architetture</strong><br />

simboliche e “parlanti”, oppure alcuni edifici<br />

monumentali di E-L. Boullée (biblioteca, museo),<br />

fino a Soane e a Schinkel. Ma l’aggettivo<br />

“piranesiano” viene ancora oggi applicato<br />

disinvoltamente alla complessità delle nuove<br />

spazialità dell’architettura contemporanea<br />

che nasce <strong>il</strong> più delle volte nel software<br />

di un potente computer. Complessità che, fatte<br />

le debite proporzioni, rimanda agli spazi<br />

labirintici delle rovine della città romana.<br />

Le teorie del caos, Prigogine contro la geometria<br />

euclidea, motivano f<strong>il</strong>osoficamente molte<br />

ricerche contemporanee. La ricerca di Eisenman<br />

si sposta dalla reinterpretazione delle opere<br />

di Terragni alla spazialità complessa e rotta<br />

degli edifici in disequ<strong>il</strong>ibrio della fase<br />

de-costruttivista, agli scavi ipogei e “piranesiani”<br />

della Città della Cultura di Santiago<br />

de Compostela, dove l’intero paesaggio è rimesso<br />

in opera a partire da una metafora.<br />

C’è poi l’approccio dell’iper-sperimentalismo<br />

progettuale di Frank O. Gehry, in edifici-landmark<br />

come <strong>il</strong> Museo Guggenheim di B<strong>il</strong>bao o la Disney<br />

Concert Hall di Los Angeles. Complicati grovigli<br />

strutturali, quasi una “ground zero” di gabbie<br />

metalliche, su cui plana una copertura a mosaico<br />

di lastre di zinco al titanio, pelle di molteplici<br />

squame su dinosauri che presentano la potenza<br />

rigeneratrice dei fotogrammi di Spielberg,<br />

se applicati a città senza identità,<br />

dal ruolo industriale dismesso.<br />

Oppure <strong>il</strong> programma del progetto newyorkese<br />

di MVRDV per <strong>il</strong> Media Galaxy (Istituto Eyebeam)<br />

del 2001: <strong>il</strong> tentativo di fare reagire l’istituzione<br />

museale con i nuovi mezzi di comunicazione,<br />

di “mediatizzare” l’architettura, attraverso<br />

la proposta di un grande involucro variamente<br />

bucato, con all’interno un vuoto cavernoso<br />

la cui monomatericità metallica bucherellata<br />

stordisce e confonde.<br />

E, al negativo, perché tutto lavorato<br />

su una complessità esterna di enormi volumi alti<br />

solcati da boulevards inclinati contenenti<br />

funicolari, <strong>il</strong> progetto visionario di Rem Koolhaas<br />

per una città verticale di 120 m<strong>il</strong>a abitanti<br />

da realizzare a Bangkok all’interno e a cavallo<br />

di un’ansa fluviale, rieditando in termini<br />

contemporanei le immagini futuriste<br />

di Sant’Elia e le più recenti ipotesi<br />

new-bab<strong>il</strong>oniche di Constant.<br />

nuovi appetiti, numero zero Art|App 27

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