Atti Diversity Management - Università degli Studi di Torino
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Nelle aziende italiane, che operano in campo internazionale, è molto sentito il fatto <strong>di</strong> dover preparare un<br />
management multiculturale: non basta sapere l’inglese, per relazionarsi in maniera efficace con i clienti e<br />
con i collaboratori <strong>di</strong> altre culture. Il brand è importante, dal settore della moda a quello dei prodotti<br />
alimentari, ma non basta; oggi <strong>di</strong>venta fondamentale una competenza “glocal”, che sappia coniugare il<br />
meglio della “cultura” locale (intesa in senso ampio, antropologico) con i fenomeni <strong>di</strong> globalizzazione.<br />
Quin<strong>di</strong> la preparazione interculturale dei manager, e più in generale delle proprie persone, <strong>di</strong>venta una<br />
competenza chiave per gestire team virtuali o lavorare con persone <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza culturale, in<br />
Paesi <strong>di</strong>versi e culturalmente lontani. Non basta parlare una lingua comune (International English) per riconoscere<br />
e poter superare le eventuali barriere culturali, evitare i possibili frainten<strong>di</strong>menti dovuti al fatto<br />
che si dà per scontato la cornice <strong>di</strong> riferimento. Come scrive Gregory Bateson “ un buon osservatore deve<br />
saper riconoscere la <strong>di</strong>fferenza tra cambiare punto <strong>di</strong> vista entro un contesto dato per scontato e<br />
cambiare quel contesto”.<br />
Un altro tema presente, più in aziende private che pubbliche, è quello <strong>di</strong> far crescere la quota delle donne<br />
manager al loro interno, coniugando modelli <strong>di</strong> riferimento anche “al femminile”; in effetti le culture<br />
predominanti, e i conseguenti modelli <strong>di</strong> riferimento, sono maschili con la conseguenza che le donne<br />
tendono a omologarsi al modello culturale esistente.<br />
Questi sono i temi che più mi appassionano ultimamente. Le esperienze più interessanti che stiamo<br />
realizzando in questo periodo riguardano appunto per-corsi <strong>di</strong> formazione sui temi del self-empowerment<br />
e della leadership al femminile, che abbiamo chiamato “I viaggi <strong>di</strong> Penelope”, in ricordo dell’eroina<br />
omerica, meglio nota per la sua fedeltà maritale che per la sua astuzia, che le permise <strong>di</strong> governare Itaca<br />
per vent’anni, tenendo in scacco turbolenti giovani aspiranti. Il filo rosso del percorso è il seguente:<br />
• che cosa so fare, a partire da come sono e come posso utilizzare queste mie abilità nei <strong>di</strong>versi<br />
contesti, oggi;<br />
• c’ è qualcosa che posso potenziare? Ci sono dei permessi che posso darmi come donna ?<br />
• La letteratura <strong>di</strong> genere invita le donne “ a salire sul palcoscenico”, a farsi vedere, ad essere<br />
maggiormente assertive: quali le mie risorse?<br />
Un’altra esperienza, altrettanto ricca, e ritengo nuova, riguarda i componenti dei CPO <strong>di</strong> un grande<br />
gruppo bancario italiano, alla scoperta del “Maschile” e del “Femminile” che c’è in ognuno <strong>di</strong> noi;<br />
naturalmente è molto facile, ma non necessariamente vero, che le donne siano più vicine al Femminile e<br />
gli uomini al Maschile. Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni teoria sui cervelli <strong>di</strong>versi, il genere si costruisce innanzitutto<br />
culturalmente e <strong>di</strong> conseguenza le caratteristiche dell’ essere uomo/donna si costruiscono a partire dai<br />
messaggi culturali e familiari che riceviamo fin dai primissimi anni. La filosofia dell’ intervento formativo<br />
s’ispira alla convinzione che oggi sia tempo <strong>di</strong> costruire una nuova alleanza uomo-donna, proprio a partire<br />
dalla consapevolezza dell’ inter<strong>di</strong>pendenza. Gli uomini e le donne hanno bisogno l’ uno <strong>degli</strong> altri perché è<br />
nel contatto e nel <strong>di</strong>alogo con la <strong>di</strong>fferenza che si genera energia. Uomini e donne possono “godere” l’ uno<br />
dell’altro nella misura in cui sono coscienti, consapevoli <strong>di</strong> sé e valorizzano le loro specificità. Solo<br />
quando hanno fatto pace con se stessi e hanno ritrovato la loro “ base sicura”, possono aprirsi all’ altro,<br />
esplorarlo e con<strong>di</strong>videre saperi ed esperienze.<br />
SAA - Scuola <strong>di</strong> Amministrazione Aziendale - Via Ventimiglia, 115 - 10126 <strong>Torino</strong> - Tel. +39-011-63991<br />
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