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Villaggio della Speranza - Gruppo Missionario Muratello

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Giovedì 30 giugno 2005 BAGNOLO<br />

Suor Rosaria è Commendatore, padre Vincenzo Grand’ufficiale<br />

Onorificenze ai missionari<br />

Quella suor Rosaria dal ciuffo ribelle, del «<strong>Villaggio</strong> <strong>della</strong> speranza» a Dodoma,<br />

Tanzania, è Commendatore. E padre Vincenzo BOSELLI, bagnolese, pure lui<br />

missionario con suor Rosaria, è Grande ufficiale. Lo sono dal 2 di giugno per<br />

volere di Carlo Azeglio Ciampi che, nell’occasione <strong>della</strong> Festa <strong>della</strong> Repubblica,<br />

ha conferito trecento onorificenze dell’Ordine <strong>della</strong> Stella <strong>della</strong> Solidarietà. Così<br />

tra i nomi di diplomatici, economisti, arcivescovi, musicisti, professori<br />

universitari di tutto il mondo, dagli Emirati Arabi Uniti alla Cina sono comparsi<br />

su internet anche i nomi dei «nostri», due missionari. Se la cosa coinvolge<br />

parecchio il gruppo bagnolese degli «Amici delle missioni» guidato da Gigi<br />

Marini, ciò dipende dal fatto che suor Rosaria Gargiuolo e don Vincenzo sono<br />

responsabili di quel «<strong>Villaggio</strong> <strong>della</strong> speranza» per il quale il gruppo di volontari<br />

sta spendendo anima e corpo dal 2000: e non è finita, naturalmente. D’altronde<br />

l’impresa non è assolutamente da poco se dapprima Giovanni Paolo II diede, un<br />

suo contributo finanziando una delle sei casette del <strong>Villaggio</strong>, ed ora Carlo<br />

Azeglio Ciampi nomina Grande ufficiale e Commendatore un prete e una suora.<br />

Il motivo di gratificazioni di così alto livello sta proprio nella natura del sogno<br />

dei due missionari di costruire un <strong>Villaggio</strong> in grado di ospitare oltre cento<br />

bambini orfani malati di Aids offrendo loro una famiglia, insieme ad assistenza<br />

medica ed educazione scolastica. Il sogno poco alla volta ha preso forma e con il<br />

determinante contributo degli «Amici» di Gigi Marini, per mille volte in Africa,<br />

e con il sostegno di un’ampia rete di solidarietà, quei 50mila metri quadrati di<br />

savana, donati nel 2000 dal Governo tanzaniano, sono diventati le sei casette, il<br />

day hospital, la scuola, i servizi centralizzati, la stalla e l’orto, la casa delle suore<br />

e quella dei volontari. Ma a dare veramente corpo al sogno sono stati i bambini<br />

sempre più numerosi ospitati nel <strong>Villaggio</strong>. Ora sono 111, prossimi al tetto<br />

massimo di 120. E poiché un progetto come quello del «<strong>Villaggio</strong> <strong>della</strong><br />

speranza» per espansione naturale è andato ad occupare altri “spazi di sogno”,<br />

oltre ai 111 piccoli ospiti, il <strong>Villaggio</strong> si prende cura, a domicilio, di circa 400<br />

bimbi che, pure malati, hanno la fortuna di avere ancora qualche familiare; e<br />

insieme agli adulti che, colpiti da Aids si servono delle strutture sanitarie del<br />

<strong>Villaggio</strong>, entro l’anno si pensa di raggiungere i 750 assistiti. Dati<br />

impressionanti e, per dare un’ulteriore idea dell’importanza del progetto, basta<br />

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