Istituto Comprensivo Siliqua - istituto comprensivo statale di siliqua

I riti della Settimana Santa iniziano il giovedì, Giobia santa con la
preparazione del sepolcro. durante la funzione serale si trasporta l'ostia
consacrata e si fa l'adorazione. L'altare maggiore viene spogliato di
qualunque ornamento, comprese le candele e le tovaglie, e il tabernacolo,
ormai vuoto, è lasciato aperto. A partire da questo giorno, le campane
cessano di suonare, in segno di lutto. Anticamente, per annunciare le
funzioni al posto delle campane, i chierichetti giravano per le strade cun su
scrocciarrà, un antico strumento musicale sardo il cui suono ricorda il
gracidare delle grane, e i matraccasa, delle tavolette di legno con maniglie di
ferro che quando vengono scosse producono un suono particolare.
Matraccas scrocciarrà
Sa Cenabara santa, il Venerdì santo, è il giorno in cui si depone Gesù dalla
croce, il cui corpo, riposto in sa latera, una lettiga ricoperta con un velo di
tulle trasparente
Il rito tradizionale della deposizione di Cristo dalla croce veniva detto de su
scravamentu, poi c’era la processione del Cristo morto con la Madonna
addolorata.
Su Sabudu santu , il Sabato santo, si celebra alla notte la messa di
resurrezione, annunciata dalle campane che suonano “ a gloria ”. Non
appena le campane iniziavano a suonare, nelle case, le donne e i bambini
battevano sulle porte e sui muri con il bastone della scopa per scacciare il
demonio.
Su Domigu ‘e Pasca, la Domenica di Pasqua, si svolge s'incontru , cioè
l'incontro di Gesù risorto e la Madonna. Dalla chiesa partono due gruppi in
processione. Il primo accompagna la Madonna ed è composto per lo più da
donne, da sa priorissa e dai bambini vestiti da Maddalena e san Giovanni
apostolo; il secondo, guidato dal prete e formato da uomini, accompagna
Gesù risorto. Quando Madre e Figlio si incontrano, si inginocchiano e la
prioressa toglie il velo nero con cui era stata precedentemente ricoperta la
Madonna. Subito dopo viene celebrata la Messa
La festa prosegue con il pranzo pasquale il cui menù, un tempo, non
cambiava di molto rispetto a quello natalizio e dei giorni di festa, se non per