2° parte - Udine Cultura
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che a questo proposito sono le “impronte” della sua brucatura sull’apice delle<br />
foglie più vecchie. Infine è frequente incontrare, posati sulle foglie, esemplari di<br />
crinoidi (gigli di mare), Antedon mediterranea, che presentano una notevole<br />
varietà cromatica e che sono forme anche queste che incubano le uova.<br />
La fauna vagile associata al manto fogliare dei prati formati dalle piccole fanerogame<br />
marine (Zostera marina, Cymodocea nodosa, Nanozostera noltii) è stata<br />
nel complesso meno studiata in Mediterraneo; informazioni maggiori sono<br />
disponibili per Cymodocea nodosa che dopo posidonia è la pianta marina più<br />
ampiamente distribuita anche lungo il gradiente di profondità, potendo raggiungere<br />
i 30 metri.<br />
La fauna mobile delle foglie di Cymodocea non differisce da quella rilevata in<br />
posidonia, se non per il numero inferiore di specie che si riscontra a livello di<br />
tutti i gruppi più caratteristici (anfipodi, isopodi, molluschi, policheti), cioè una<br />
comunità impoverita rispetto a quella di posidonia. È il caso degli echinodermi<br />
che sono quasi assenti nei sistemi a piccole fanerogame ad eccezione del<br />
minuto riccio Psammechinus microtuberculatus che proprio per le dimensioni<br />
ridotte può brucare sulle foglie di Cymodocea mentre è assente su posidonia. A<br />
fronte tuttavia di una minore biodiversità complessiva, alcune specie possono<br />
mostrare abbondanze maggiori. È il caso di alcuni policheti sillidi interstiziali dei<br />
generi Sphaerosyllis spp. ed Exogone spp., del mollusco Bittium reticulatum o<br />
di Jujubinus gravinae che sembra un vicariante ecologico di J. exasperatus e<br />
J. striatus tipici di posidonia, nonché di alcuni peracaridi (come il tanaidaceo<br />
Asterina pancerii, la stella marina tipica del posidonieto Il riccio di mare Psammechinus microtuberculatus<br />
Leptochelia savignyi, gli anfipodi Synchelidium haplocheles e Pariambus typicus).<br />
In generale, la minore complessità del manto fogliare di questa pianta,<br />
dovuta alle ridotte dimensioni delle foglie e alla dinamica temporale più accentuata,<br />
sembrano favorire specie di dimensioni inferiori e ad habitus interstiziale.<br />
La fauna vagile in Cymodocea presenta variazioni stagionali di abbondanza<br />
molto più evidenti e marcate rispetto a Posidonia, in relazione alle maggiori<br />
variazioni della densità dei fasci nei prati e della morfologia del manto fogliare<br />
durante l’anno. L’entità della colonizzazione della fauna dipendono quindi<br />
in larga misura dalla densità del prato e dalle condizioni ambientali complessive.<br />
In condizioni idrodinamiche di forte esposizione, ad esempio, i prati di<br />
Cymodocea scompaiono in inverno poiché i fasci vengono scalzati e rimossi<br />
dal moto ondoso: si può quindi immaginare la dinamica estrema di questi<br />
sistemi e le implicazioni per le comunità associate.<br />
In uno dei pochi studi sperimentali manipolativi disponibili in Mediterraneo,<br />
la riduzione e la rimozione progressiva e completa del manto fogliare in<br />
Cymodocea provocano effetti drammatici sulla struttura della fauna, con il<br />
crollo dell’abbondanza e della presenza stessa di alcuni gruppi. In condizione<br />
di forte idrodinamismo o con densità ridotte dei fasci, come nei prati più<br />
profondi (15-20 m) o in inverno, i sistemi a Cymodocea non differiscono da<br />
un fondo molle nudo; è coerente quindi che nell’ambito della bionomia bentonica<br />
della scuola francese, questi sistemi siano definiti come “facies ad<br />
epiflora” delle sabbie fini.<br />
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