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Io ho riposto le mie brame nel nulla. - Max Stirner

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<strong>Io</strong> <strong>ho</strong> <strong>riposto</strong> <strong>le</strong> <strong>mie</strong> <strong>brame</strong> <strong>nel</strong> <strong>nulla</strong>.<br />

<strong>Io</strong> <strong>Io</strong> <strong>Io</strong> <strong>ho</strong> <strong>ho</strong> <strong>riposto</strong> <strong>riposto</strong> la la mia mia causa causa <strong>nel</strong> <strong>nel</strong> <strong>nulla</strong>. <strong>nulla</strong>.<br />

<strong>nulla</strong>.<br />

* * *<br />

A chi non appartiene la causa ch'io debbo difendere? Essa è, innanzitutto,<br />

la causa buona in se stessa, poi la causa di Dio, della verità, della libertà,<br />

della giustizia; poi la causa del mio popolo, del mio principe, della mia<br />

patria; infine la causa dello spirito, e mil<strong>le</strong> altre ancora. Soltanto, essa non<br />

dev'essere mai la mia causa! "Onta all'egoista che non pensa che a sé<br />

stesso!"<br />

Qual'è la causa che io sono chiamato a difendere? Innanzitutto essa è<br />

sempre la buona Causa; poi è la causa di Dio, della Verità, della Libertà,<br />

dell'Umanità, della Giustizia; sarà in seguito quella del mio Principe, del<br />

mio Popolo, della mia Patria; e infine quella dello Spirito, e mil<strong>le</strong> altre<br />

ancora. Ma che la causa che io difendo sia la mia mia mia mia causa — la mia propria<br />

causa — no. « Dalli all'egoista, il qua<strong>le</strong> non pensa che a sè stesso! »<br />

* * *<br />

Vediamo un po', più da vicino, che cosa pensino della propria causa<br />

coloro per gl'interessi dei quali noi dobbiamo lavorare, sacrificarci ed<br />

infervorarci.<br />

Come dunque intendono la loro causa coloro di cui dobbiamo prendere a<br />

cuore i loro interessi, e ai quali dobbiamo consacrarci ed entusiasmarci?<br />

Vediamo.<br />

* * *<br />

Voi che così profondamente conoscete <strong>le</strong> cose che concernono Dio, ed<br />

avete investigato per mil<strong>le</strong>nni gli abissi e scrutato il cuore della divinità,<br />

certo saprete dirci in qual modo Egli stesso tratti la causa alla qua<strong>le</strong> siamo<br />

chiamati a servire. Non tentate di nasconderci il modo di condursi del<br />

Signore. Ebbene, qual'è la sua causa? Ha egli forse — come da noi si<br />

richiede — abbracciato una causa a lui estranea, ha egli fatta sua la causa<br />

della verità o dell'amore? Voi vi sentite indignati in udir pronunciare un<br />

simi<strong>le</strong> assurdo e ci sapete insegnare che quella di Dio è bensì la causa della


verità e dell'amore, ma che essa non può esser detta a lui estranea, giacché<br />

Dio è per se stesso la verità e l'amore; e vi muove a sdegno il supporre che<br />

Dio possa assomigliarsi a noi poveri vermi col favorire la causa d'altri come<br />

se fosse la propria. "Dio dovrebbe occuparsi della causa della verità, se non<br />

fosse egli stesso la verità?".<br />

Egli non pensa che alla propria causa, ma egli è il tutto <strong>nel</strong> tutto, e così la<br />

sua causa abbraccia tutto; noi non siamo il tutto <strong>nel</strong> tutto e la nostra causa<br />

è oltre modo meschina e spregevo<strong>le</strong>, perciò noi dobbiamo servire ad "una<br />

causa più e<strong>le</strong>vata". — Ebbene, è chiaro che Dio non si occupa che del<strong>le</strong> cose<br />

sue, non pensa che a sé stesso e non vede che sé stesso; guai a tutto ciò che<br />

contrasta a' suoi disegni. Egli non serve ad uno più alto di lui e non cerca di<br />

soddisfare che sé stesso. La sua è una causa prettamente egoistica.<br />

Voi che conoscete di Dio tante e sì profonde cose; voi che per secoli e secoli<br />

avete «esplorato <strong>le</strong> altezze della Divinità» ed avete penetrato i vostri<br />

sguardi fino in fondo al suo cuore, sapreste dirci come Dio la pensa in<br />

riguardo alla «causa divina» che siamo chiamati a servire? Non<br />

nascondeteci, dunque, i disegni del Signore. Diteci: che cosa vuo<strong>le</strong>? Che<br />

cosa pensa? Qua<strong>le</strong> è la sua causa? Se, come a noi è prescritto, ha abbracciato<br />

una causa estranea a lui stesso e s'è fatto araldo della Verità e dell'Amore!<br />

Quest'assurdità vi muove a sdegno; e ci insegnate che essendo Dio stesso<br />

Amore e Verità, la causa della Verità e quella dell'Amore, sposandosi con la<br />

sua, non gli sono estranee. Vi sembra strano che Dio possa essere come noi,<br />

poveri vermi, e che faccia sua la causa di un altro: vi ripugna solo il supporlo.<br />

« Dio abbraccerebbe la causa della Verità se non fosse lui stesso la Verità »? Dio<br />

si occupa solo della sua sua sua sua causa: egli è tutto <strong>nel</strong> tutto, dimodochè tutto è la<br />

sua causa. Ma noi non siamo tutto <strong>nel</strong> tutto, perciò essendo la nostra causa<br />

troppo miserrima e disprezzabi<strong>le</strong>, noi dobbiamo «servire una causa superiore».<br />

Ecco ciò che è evidente: Dio non si cura che del<strong>le</strong> sue cose; si occupa di se<br />

stesso; non pensa che a se stesso; e la mèta di tutte <strong>le</strong> sue azioni è se stesso:<br />

anatema a chi contraria i suoi disegni. Egli non serve <strong>nulla</strong> di superiore e<br />

non cerca che di soddisfare se stesso. La causa che difende é puramente<br />

egoista egoista. egoista egoista<br />

* * *<br />

Osserviamo un po' la causa dell' umanità che si vorrebbe facessimo<br />

nostra. E forse quella d'alcuno a <strong>le</strong>i estraneo; l'umanità serve forse ad una<br />

causa superiore? No, l'umanità non vede che se stessa, essa non è ad altro<br />

intenta che a favorire se medesima, né ha, all'infuori della propria, causa


alcuna. Nell'intento di svilupparsi, essa fa che popoli ed individui si<br />

logorino, ed allorquando questi hanno compiuto il loro ufficio, essa per<br />

tutta riconoscenza li getta <strong>nel</strong> <strong>le</strong>tamaio della storia. Non è forse la causa<br />

dell'umanità una causa prettamente egoistica?<br />

E l'Umanità, di cui dobbiamo pure difendere gli interessi come nostri,<br />

qua<strong>le</strong> causa difende? Quella di un altro? Una causa superiore No. L'Umanità<br />

non vede che sè stessa; l'Umanità non ha altro scopo che l'Umanità; la sua<br />

causa è se stessa. Purchè essa si sviluppi, poco <strong>le</strong> importa che gli individui ed<br />

i popoli soccombano al suo servizio: essa trae da essi quello che ne può<br />

trarre, e allorchè questi hanno soddisfatto al còmpito che l'Umanità<br />

reclamava da loro, li getta, come ringraziamento, <strong>nel</strong> <strong>le</strong>tamaio della storia. La<br />

causa che difende l'Umanità non è puramente eg egoista eg egoista<br />

oista? oista<br />

* * *<br />

Non <strong>ho</strong> bisogno di dimostrare a coloro che ci vorrebbero imporre la<br />

propria causa, che col far ciò essi si dimostrano teneri della lor salute, non<br />

già della nostra. Osservate gli altri. Forse che la Verità, la Libertà, l'Umanità<br />

richiedono da voi altre cose se non che v'infervoriate per loro e serviate a'<br />

lor fini? In ciò essi trovano tutto il lor vantaggio.<br />

Sarebbe inuti<strong>le</strong> continuare ancora ad insistere <strong>nel</strong><strong>le</strong> dimostrazioni, a<br />

proposito di qualunque del<strong>le</strong> cause che ci chiamano in loro difesa, chè non si<br />

tratta per esse che di esse e non di noi, del loro bene e non del nostro.<br />

Rif<strong>le</strong>ttete da voi stessi, e dite se la Verità, la Libertà, la Giustizia. ecc., non<br />

si occupano di voi altro che quando reclamano il vostro entusiasmo e i vostri<br />

servigi. Tutto quello che vi domandano è che voi siate dei servitori zelanti<br />

e che rendiate loro so<strong>le</strong>nne omaggio.<br />

* * *<br />

Osservate un po' il popolo tutelato dai patrioti a tutta prova. I patrioti<br />

cadono <strong>nel</strong><strong>le</strong> battaglie cruente e <strong>nel</strong>la lotta colla fame e colla miseria; forse<br />

che il popolo si commuove perciò? Grazie al concime dei loro cadaveri esso<br />

diviene un popolo fiorente! Gli individui son morti per "la grande causa del<br />

popolo" che paga il suo debito con alcune paro<strong>le</strong> di ringraziamento, e ne<br />

trae tutto il profitto che può. Ecco un egoismo che frutta!


Osservate il Popolo tutelato dai patrioti infervorati: i patrioti cadono sul<br />

campo di battaglia o si battono tra gli stenti o muoiono di fame: che cosa fa<br />

il Popolo? Il Popolo! E' col concime dei loro cadaveri che esso diventa un<br />

«Popolo fiorente»! Gli individui sono morti « per la grande causa dei<br />

Popolo» che li retribuisce con qualche frase di tardiva riconoscenza,<br />

conservando per sè tutto il profitto. Questo mi sembra un egoismo alquanto<br />

lucroso.<br />

* * *<br />

Ma osservate un po' quel sultano, che provvede con tanto affetto ai "suoi".<br />

Non è egli forse l'immagine più schietta del disinteresse? non sacrifica egli<br />

forse incessantemente sé stesso al bene dei suoi? Si, proprio dei suoi! Prova<br />

un po' a fargli capire che non sei suo bensì tuo: in premio dell'esserti<br />

sottratto al suo egoismo, tu sarai gettato in una carcere. Il sultano non<br />

conosce altra causa che la propria: egli è per sé il tutto <strong>nel</strong> tutto, è l'unico, e<br />

non consente ad alcuno di non essere dei "suoi".<br />

Ma contemplate ora quel Sultano che dedica <strong>le</strong> sue tenere cura ai «suoi».<br />

Non è l'immagine del più puro sacrificio; e la sua vita non è forse una perpetua<br />

dedizione di sè stesso per i «suoi»? Eh, sì: per i « suoi »! Vuoi pero metterlo a<br />

prova? Tenta di dimostrargli che non sei «il suo», ma che sei «il tuo»: rifiutati<br />

al suo egoismo: sarai all'istante gettato in ga<strong>le</strong>ra. Il Sultano ha basato la sua<br />

causa su se stesso: egli è tutto <strong>nel</strong> tutto — è l'Unico — e non permette ad alcuno<br />

di non essere dei «suoi».<br />

* * *<br />

E da tutti questi esempi illustri non vo<strong>le</strong>te apprendere che il miglior<br />

partito è quello dell'egoista? <strong>Io</strong> per mio conto faccio tesoro di queste <strong>le</strong>zioni<br />

e piuttosto che servire disinteressatamente a quei grandi egoisti, voglio<br />

essere l'egoista io stesso.<br />

Questi esempi illustri non v'insegnano <strong>nulla</strong>? Non vi invitano a pensare che<br />

l'Egoista potrebbe forse aver ragione? Da parte mia ne traggo una <strong>le</strong>zione:<br />

invece di continuare a servir disinteressatamente questi grandi egoisti, vorrei<br />

piuttosto essere io stesso l'Egoista.<br />

* * *


Dio e l'umanità non hanno risposto la loro causa che in sé stessi. Perciò voglio<br />

riporre anch'io in me stesso la mia causa, io, che, al pari di Dio, sono <strong>nulla</strong> per<br />

ogni altra cosa, e per me sono il mio tutto, l'unico.<br />

Dio e l'Umanità hanno <strong>riposto</strong> la loro causa <strong>nel</strong> <strong>nulla</strong> — in se stessi. <strong>Io</strong><br />

riporrò dunque la mia causa in me stesso: come Dio, io sono la negazione di<br />

tutto il resto; io sono per me tutto — sono l'Unico. Se, come voi l'assicurate,<br />

Dio e l'Umanità sono ricchi al punto d'essere per se stessi tutto <strong>nel</strong> tutto, per<br />

conto mio m'avvedo che mi manca molto meno ancora e che non <strong>ho</strong> da<br />

lagnarmi della mia «vanità». lo non sono già il <strong>nulla</strong> <strong>nel</strong> senso di «vano » ; ma<br />

sono il Nulla da cui derivo tutto.<br />

* * *<br />

Se Dio e l'umanità son ricchi abbastanza per esser tutto a sé stessi, io<br />

sento che a me manca ancor meno e che non potrò lagnarmi della mia<br />

"vanità". <strong>Io</strong> non sono già il <strong>nulla</strong> del vacuo, bensì il <strong>nulla</strong> creatore, il <strong>nulla</strong><br />

dal qua<strong>le</strong> io stesso creo ogni cosa.<br />

Dio e l'Umanità hanno <strong>riposto</strong> la loro causa <strong>nel</strong> <strong>nulla</strong> — in se stessi. <strong>Io</strong><br />

riporrò dunque la mia causa in me stesso: come Dio, io sono la negazione di<br />

tutto il resto; io sono per me tutto — sono l'Unico. Se, come voi l'assicurate,<br />

Dio e l'Umanità sono ricchi al punto d'essere per se stessi tutto <strong>nel</strong> tutto, per<br />

conto mio m'avvedo che mi manca molto meno ancora e che non <strong>ho</strong> da<br />

lagnarmi della mia «vanità». lo non sono già il <strong>nulla</strong> <strong>nel</strong> senso di «vano » ;<br />

ma sono il Nulla da cui derivo tutto.<br />

* * *<br />

Lungi dunque da me ogni causa, che non sia propriamente e interamente<br />

la mia! Voi pensate che la mia causa debba essere per lo meno la "buona<br />

causa"? Ma che buono, ma che cattivo ! <strong>Io</strong> sono per me stesso la mia causa,<br />

ed io non sono né buono né cattivo. Tutto ciò per me non ha senso alcuno.<br />

Lungi da me dunque qualunque causa che non sia interamente ed<br />

esclusivamente la Mia Mia. Mia Mia La mia causa — dite voi — dovrebbe almeno essere la<br />

«buona causa»? Che cos'è buono? Che cos'è cattivo: queste per me non sono che<br />

vane paro<strong>le</strong>!


* * *<br />

Il divino è cosa di Dio, l'umano dell' "uomo". La mia causa non è divina né<br />

umana, non è la verità, non è la bontà, né la giustizia, né la libertà, bensì<br />

unicamente ciò che è mio; e non è una causa universa<strong>le</strong>, bensì unica, come<br />

unico sono io.<br />

Il divino concerne Dio; l'umano concerne l'Uomo. La mia causa non è nè<br />

divina nè umana; non è nè il vero, nè il buono, nè il giusto, nè il libero: è ciò<br />

che è mio mio: mio mio essa non è genera<strong>le</strong>, ma unica unica, unica unica come io sono unico,<br />

* * *<br />

Nessuna cosa mi sta a cuore più di me stesso.<br />

Nulla Nulla v'è v'è v'è al al al disopra disopra di di me.<br />

me. me. me.

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