1924-2004: gli ottanta anni del Ginnasio-Liceo di Brunico - EmScuola

ESPERIENZE
36 storiae
1924-2004: gli ottanta anni
del Ginnasio-Liceo
di Brunico
Il liceo classico
in Italia
53
Ricordando la
propria adolescenza,
Aristide Gabelli
– illustre pedagogista,
deputato del
Regno d’Italia e prima
ancora patriota
combattente in difesa
della libertà di
Venezia - riandava
con la memoria e
con composta nostalgia
alla “atmosfera
morale della
vecchia scuola classica, pretina e retorica, dove
la prima giovinezza di quei ragazzi che, come lui
erano nati attorno al 1830, si era svolta fresca e
appassionata alla vigilia dell’insorgere in armi
contro lo straniero”. Gabelli criticava insoddisfatto
lo stato dell’istruzione secondaria nell’Italia
dopo l’unificazione e richiamava nel 1888 “la
figura di un adolescente che, quarant’anni prima,
la quotidiana frequentazione dei classici greci
e latini, tradotti e mandati a memoria in un costante
esercizio dell’intelletto e del cuore, aveva
tenuto immerso in un mondo poetico vago ed
impreciso, troppo soddisfatto dei suoni e di quell’indeterminato
di cui campano in gran parte
l’immaginazione, gli affetti e la poesia e che pure
larga parte aveva avuto nel gettare le fondamenta
dell’educazione morale e sentimentale degli italiani
nuovi”. 1
Scrive ancora Aristide Gabelli: “Poiché le lezioni
non erano molte, restava un po’ di tempo
per leggere e pensare da sé. Ai sentimenti di libertà,
di patria, di generoso sacrificio, che spirano
dai classici, si dava sfogo in componimenti di
soggetto per lo più eroico e retorico, che si facevano
una o due volte alla settimana e i migliori si
leggevano in classe, in mezzo al silenzio dei compagni,
il premio più ambito. Non si saranno acquistate
molte cognizioni, anzi addirittura se ne
di Milena Cossetto
acquistavano poche
[…]. Ma infine si adoperava
bene o male la
propria testa, si pretendeva
amore al bello,
si formava il cuore
ed era pur qualche
cosa”. 2
Era stato l’arrivo
delle truppe napoleoniche
in Italia a
trasformare la struttura
stessa della scuola:
la distinzione tra primaria
e secondaria, la
generale sostituzione
delle materie e i nuovi
significati di cui vennero investiti gli insegnamenti
tradizionali fecero entrare le novità dell’epoca
nella antica scuola di latinità. Divenne
fondamentale l’insegnamento della lingua nazionale,
la storia “massimamente delle Repubbliche
antiche e moderne”, i diritti e i doveri dell’uomo
e del cittadino. Accanto ai più tradizionali
Cicerone, Sallustio, Virgilio, Orazio, Curzio
Rufo, si introduceva Tito Livio, “massimamente
dove si parla del focoso genio dei romani per la
acquistata libertà”, come affermava la legge della
Consulta del Piemonte del 14 settembre 1800. 3
“Il quotidiano esercizio oratorio, l’apprendimento
scrupolosamente propiziato, attraverso un
addestramento continuo e pluriennale sui testi
classici, delle formule retoriche antiche metteva
a disposizione degli studenti uno straordinario
patrimonio di modelli, stilemi, figure retoriche
con il quale dare forma e magniloquenza
alla piena sentimentale di un mondo interiore
ricco ed urgente, le cui tracce sarebbero state
raccolte dalla successiva sistemazione memorialistica
sotto il segno prevalente di un incipiente
patriottismo. Ad alimentarlo era un modello formativo
incentrato sul culto esclusivo degli antichi;
un’educazione che “ci fa vivere sin dall’infanzia
in mezzo ai Greci e ai Romani e ci abitua
a confrontarli continuamente con noi”. 4

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56
53. Le educande delle Orsoline nell’anno
scolastico 1911-1912.
54. Anni ‘20-30: attività in cucina.
55. Anni ‘30: attività di cucito e ricamo.
56. Anni ‘30: attività di falegnameria.
57. Copertina del libro di Adolfo Scotto
di Luzio, Il liceo classico.
Qui metteva radici il sogno
di una applicabilità immediata
dell’esperienza degli antichi all’epoca
moderna.
La situazione dell’istruzione
secondaria nell’Ottocento è
complessa e variegata: nella
Lombardia austriaca i recenti
studi storiografici sulla storia
della scuola hanno messo in
luce l’esistenza nel 1825 tra
ginnasi imperiali, comunali e
privati di ben 29 istituti, contro
i 25 boemi e i 20 veneti: alla
vigilia del 1848 erano frequentati
da 9.000 studenti, pari circa
ad un ginnasiale ogni 296 abitanti.
I figli del patriziato urbano,
soprattutto in Lomabardia,
frequentavano gli istituti privati,
la maggior parte dei frequentanti
i ginnasi imperiali invece
apparteneva ad un ceto medio
borghese ed ai possidenti.
Le Legge Casati (1859), che
fornisce il quadro normativo
dell’istruzione pubblica nel nascente
Regno d’Italia, articola
l’istruzione classica in due gradi:
il ginnasio, di 5 anni, in prevalenza
a carico dei Comuni, e
il liceo, di 3 anni, con carico parziale
dello Stato; il modello di
Casati rappresenta – secondo la
storiografia più recente – la rottura
con quello gesuitico.
“La burocratizzazione degli
uffici pubblici e la formalizzazione
dell’accesso al servizio
delo Stato che con la costituzione
dell’apparato amministrativo
dell’Italia unita impone, spezza
il legame tra élite sociali tradizionali
e studi classici, portando
a definitivo compimento un
processo che si è svolto in tutta
la prima metà dell’Ottocento. Il
latino, fondamento dei curricola
formativi delle nuove burocrazie,
diventa un patrimonio
culturale condiviso e condivisibile
da un destinatario sociale
più ampio e soprattutto selezionato
sulla base di principi che
esulano totalmente dal diritto
ereditario del sangue. La soluzione
di continuità che la scuola
dell’Italia liberale segna rispetto
alla tradizione pedagogica
di antico regime è dunque da
questo punto di vista netta. Non
solo l’introduzione del greco
propiziata dalla legge Casati ed
57
in generale il rinnovamento degli
studi classici sulla base delle
acquisizioni della filologia
germanica ne impone una generale
rifondazione, ma il destinatario
sociale dell’istruzione,
quella classe media cui aspira il
gruppo dirigente liberale, ne
modifica profondamente significati
e funzioni.” 5
Latino e greco diventano i
contenuti irrinunciabili dell’educazione
morale e intellettuale
del cittadino del nuovo
Stato unitario.
Tra il 1861 e il 1924 i programmi
di insegnamento subirono
ben pochi mutamenti: italiano,
latino, greco impegnavano
l’attività scolastica degli studenti
del ginnasio, sull’intero
ciclo, con 75 ore settimanali su
un totale di 100. Se inizialmente
il greco impegnava 9 ore settimanali,
l’italiano 28, contro le
37 del latino, nel corso degli
anni Ottanta ad italiano e latino
vennero assegnate 32 ore settimanali.
Solo la riforma Gentile
(1923-24) modificò l’assetto
complessivo della scuola: cinque
anni di scuola elementare,
poi le opzioni per l’avviamento
professionale (che avrebbe avuto
come sbocchi il lavoro) o il
ginnasio che avrebbe consentito
poi l’accesso ai licei e all’università.
Già nel 1918 Gentile
aveva scritto: “Lo Stato deve
bensì aprire una porta verso l’al-
storiae37

ta cultura, ma piuttosto stretta che larga”. La scuola
non poteva sopportare troppi studenti, troppo
dissimili rispetto al rigore degli studi le “condizioni
d’animo e di mente” che “il loro ingresso
portava nella scuola italiana”: la scuola secondaria
doveva essere riportata entro i giusti confini:
una scuola elitaria quella dei licei, una scuola per
il ceto medio, quello impiegatizio, le scuole tecniche,
una scuola per i nuovi operai specializzati
la scuola industriale, quella per i lavoratori la
scuola professionale. La riforma era stata concepita
per ridurre la popolazione scolastica: dai dati
forniti da Jürgen Charnitzky emerge che nei due
anni successivi alla entrata in vigore della riforma
gli studenti diminuirono di più del 30 %. Dei
163.719 studenti iscritti alle scuole e agli istituti
tecnici nel 1922-23, solo 43.432 passarono l’anno
successivo al nuovo Istituto Tecnico creato
dalla riforma, gli altri finirono alla scuola complementare,
un corso post-elementare di durata
triennale e senza sbocchi; ben diversa la situazione
del ginnasio-liceo, che passò da78.959 studenti
a 63.736 con un tasso di abbandono intorno
al 19%. 6
“L’edificio della scuola media si innalzava
nella riforma Gentile intorno al principio dell’autocoscienza.
La cultura umanistica era cultura
formale in quanto lo studio serio e rigoroso delle
materie letterarie e filosofiche consentiva all’adolescente
la conquista lucida e consapevole della
propria personalità spirituale. Il lavoro intellettuale
risiedeva in altri termini all’interno di un
movimento autoriflessivo per il quale il soggetto
prendeva coscienza di sé nell’atto stesso del conoscere.
Non dunque alla semplice acquisizione
di una serie determinata di contenuti, alla presa
di possesso di un territorio più o meno vasto dell’enciclopedia
del sapere mirava lo studio, bensì
alla consapevolezza del travaglio del proprio pensiero
nel processo di conoscenza. Risiedeva qui
la centralità della filosofia nella scuola media gentiliana.
Vertice dell’insegnamento liceale, luogo
della ricomposizione del sapere trasmesso dalla
scuola. [...] Deriva da qui la fondazione del liceo
come spazio specifico dell’esperienza spirituale
dell’adolescente e degli studi classici come luogo
fondamentale della definizione dell’identità
borghese nella prima metà del Novecento. Se il
ginnasio era il tempo dell’apprendistato gram-
38 storiae
58
maticale, della faticosa appropriazione degli strumenti
del leggere, il liceo, in corrispondenza della
stagione gentiliana dei dubbi sistematici dell’adolescenza,
assolveva ad una più alta funzione di
nutrimento spirituale, avviava i giovani alla lettura
cursoria dei poeti e degli autori classici, alla
loro scoperta personale, integri, liberi dal compito
scolastico della traduzione, non sminuzzati
in frasi e brani d’antologia, ma letti in opera intera.
Compito del liceo era sollecitare problemi e
bisogni, addestrare i giovani al lavoro intellettuale
autonomo.” 7
Centrale dell’impianto culturale del ginnasioliceo
è l’educazione linguistica: “E’ qui, lungo il
filo che si svolge ininterrotto nella vicenda della
scuola classica tra Ottocento e Novecento che la
storia di un’istituzione come il liceo-ginnasio
diviene impercettibilmente quella di una tradizione
di cultura che si fa viva e concreta, prende
corpo forma e consistenza nella pratica didattica
della trasmissione del sapere attraverso la sequenza
delle generazioni. Era sul piano specificatamente
verbale, dell’analisi delle parole, della
valutazione attenta del lessico di un autore, della
scoperta della sua necessità intrinseca come
espressione esatta, unica ed incomparabile di un
universo sentimentale ed intellettuale che la centralità
letteraria dei programmi ginnasiali e liceali
realizzava il suo pieno valore pedagogico.” 8
Negli anni Trenta il ginnasio-liceo subisce una
grande espansione nelle frequenze, ma un progressivo
indebolimento del nesso con la società
italiana. “Uno scollamento tra i contenuti culturali
del suo percorso formativo e il progetto politico
e sociale ad esso soggiacente nel quale il liceo
classico smarrisce la chiave di quel rapporto
fecondo tra rigore degli studi disinteressati e
meritocrazia borghese al cui interno ha preso
storicamente forma l’esercizio della sua funzione
culturale e civile.” 9
Nei registri dei ginnasi e dei licei pubblici del
Regno d’Italia nell’anno scolastico 1939-40 gli
iscritti sono più di 200.000, il 40% degli studenti;
128.386 frequentano gli Istituti Tecnici,
137.600 l’Istituto Magistrale. Gli alunni delle
scuole secondarie di avviamento professionale,
sorte nel 1929 dall’accorpamento della scuola
complementare e del triennio integrativo di avviamento
professionale con le scuole di avviamento
al lavoro, sono già 150.000.
Trent’anni più tardi, la riforma della scuola
media unica (1962) e la liberalizzazione degli
accessi universitari (1969) avrebbero sancito il
tramonto del liceo-ginnasio, già “messo ai margini
dal movimento di sviluppo dell’istruzione
secondaria nella metà degli anni Sessanta ed ora
non più indispensabile al conseguimento del grado
accademico”. Il liceo scientifico – nella riforma
Gentile “copia sbiadita” del liceo classico -
nel 1973 raggiunge i 300.000 iscritti (con un incremento
di 205.906 unità negli anni Sessanta
rispetto all’aumento di 15.750 nel liceo classico)

e gli istituti professionali passarono dai 169.975
iscritti nel 1965-66 ai 297.008 del 1972-73, con
un tasso di incremento pari al 75%, mentre gli
Istituti Tecnici nello stesso periodo passarono da
560.000 iscritti a 763.517.
“La modernizzazione del paese esigeva un
adeguamento delle sue istituzioni formative, che
passava inevitabilmente attraverso una revisione
[...] delle riforma Gentile, il cui fondamento
umanistico, si diceva, non solo aveva interrotto
il processo evolutivo della scuola italiana iniziato
nei decenni precedenti, ma l’aveva ricondotta
nel solco di una tradizione, certo illustre, ma forse
non più rispondente alla realtà economica e sociale
del mondo in cui doveva operare. [...] Il
liceo classico non ha conosciuto un migliore destino
nell’Italia repubblicana. Il suo urticante
esclusivismo sociale ha scontato in questi ultimi
decenni un approccio fortemente ideologizzato
alle questioni della formazione e ha finito per
accantonare il problema stesso della selezione dei
quadri superiori della società, delegata ancora una
volta all’intraprfendenza e alle disponibilità delle
famiglie dabbene.” 10
Breve storia del Gymnasium nell’Impero
austro-ungarico 1869-1918
La Riforma della Scuola elementare di Maria
Teresa d’Austria fin dal 1774 aveva garantito il
processo di alfabetizzazione in ogni villaggio
della grande Stato plurinazionale, introducendo
nel contempo il principio del diritto all’insegnamento
nella propria lingua madre, ratificato poi
dalla Riforma Scolastica del 1869. L’anello debole
della politica scolastica austriaca rimane,
però, la scuola secondaria, prevalentemente delegata
alle confraternite religiose.
Anche nell’Austria-Ungheria il Gymnasium,
sia privato che statale, era un luogo di elite: frequentavano
la scuola destinata alla formazione
della classe dirigente solo i figli delle famiglie
altolocate; qui, come nel Regno d’Italia, il selettivo
e durissimo esame di maturità e la presenza
del greco e del latino come discipline curricolari
fondamentali accanto alla lingua tedesca rappresentavano
i cardini dello studio ginnasiale. Nel
59
1908 nasce il Realgymnasium, articolato in otto
anni di corso, dove a partire dalla terza classe il
greco antico veniva sostituito da una lingua moderna
e dove maggiore spazio era attribuito alle
materie scientifiche. Nell’autunno venne approvata
la riforma dei piani di studio e dei programmi
per il Gymnasium e la Realschule, caratterizzati
da una riduzione delle ore destinate al latino
nelle prime due classi e da un aumento delle discipline
scientifiche. La prima guerra mondiale
interrompe il complesso processo di riforma della
scuola secondaria austriaca.
Con l’annessione del Tirolo del sud al Regno
d’Italia il quadro delle scuole secondarie esistenti
nel territorio era il seguente:
A Bolzano:
Il Gymnasium privato dei Francescani.
Il K. K. Relagymnasium riformato.
La Städtische (4 classi) Höhere Töchterschule.
A Bressanone:
Il K. K. Stiftsgymnasium der Augustiner-Chorenherren
von Neustift.
Il fürstbischöpfliche Privatgymnasium mit Öffentlichkeitsrecht
Vicentinum.
A Merano:
Il K.K. Gymnasium der Benedektiner von Marienberg.
La Städtische Privat-Realschule mit Öffentlichkeitsrecht.
A Trento:
Una sezione tedesca del Ginnasio statale.
La scuola professionale era così distribuita sul
territorio:
a Bolzano la Bau- ubd Kunsthandwerkerschule,
che a partire dal 1918 è stata trasformata in K.
K. Staats-Gewerbeschule; a Merano la Pensionats-Handelsakademie
für Knaben mit Öffentlichkreisrecht,
gestita da religiosi; a St. Ulrich in
val Gardena la K. K. Fachschule für Zeichnen
und Modellieren. 11
A Brunico non esistevano scuole secondarie e
anche il Convento delle Suore Orsoline, sorto nel
1741, educava le bambine nel leggere, scrivere e
far di conto e nell’economia domestica. A partire
dalla istituzione del Ginnasio (1923-24), molte
studentesse dei paesi vicini, soggiornarono nel
Collegio e frequentarono le scuole secondarie
presso il Ginnasio “Gen. Antonio Cantore”.
58. Il convento delle Orsoline a Brunico.
59. Esercizi ginnici maschili e femminili nei primi anni del ‘900.
storiae39

1923-24: nasce a Brunico il Ginnasio
“Generale Antonio Cantore”.
Il lavoro di ricostruzione della storia del Ginnasio-liceo
di Brunico è stato possibile grazie all’archivio
della scuola (ora Istituto Pluricomprensivo),
in cui si conservano gran parte dei registri,
delle relazioni finali e della corrispondenza intercorsa
tra la Presidenza e i diversi uffici interessati
tra il 1923/24 e oggi. Una parte della documentazione
è stata ritrovata negli archivi della Sovrintendenza
Scolastica di Bolzano. Un particolare
ringraziamento va al preside prof. Tullio Lott e a
tutto il personale di segreteria dell’Istituto Pluricomprensivo
di Brunico, oltre che agli addetti agli
archivi della Sovrintendenza Scolastica. Un ringraziamento
ad memoriam va a tutti i presidi e le
presidi che si sono succeduti in questi 80 anni e
che hanno reso possibile la “memoria” per le generazioni
future, trasformando la routine di relazioni
burocratiche in autentici frammenti di “vita
quotidiana nella scuola”. In queste pagine – per
motivi di spazio - cercheremo di ricostruire gli
avvenimenti, la quotidianità della scuola, le sensibilità,
i problemi e i sogni più lontani nel tempo,
lasciando la ricostruzione e l’interpretazione delle
vicende più recenti alle generazioni future.
Nel primo ed unico Annuario pubblicato dalla
scuola, il preside prof. Luigi Valandro nel 1928
ricostruisce le vicende che hanno portato alla istituzione
del Ginnasio di Brunico e scrive:
“Per impulso del senatore Ettore Tolomei e per efficace
interessamento del R. Provveditore agli studi comm. L.
Molina il Governo nazionale con R. D. del 27 settembre
1923 n. 2211 decise di dar vita nel centro della Pusteria, a
Brunico, ad un Ginnasio italiano, aprendovi subito la prima
classe.
La Pusteria, valle importantissima dell’Alto Adige, posta
tutta lungo il confine austriaco tra gli storici passi (percorsi
3. Gli scolari inscritti furono:
1. Bacher Ermano
2. Ellecosta Luigi
3. Gottardi Laura
4. Harpf Rosa
5. Horak Anna
40 storiae
60
6. Klammer Rodolfo
7. Lüfter Carolina
8. Madile Pia
9. Maioni Serafino
10. Manaigo Giuseppe
11. Mlaker Giuseppe
12. Pasquazzi Ginevra
13. Ruepp Bruno
14. Schönhuber Carlo
15. Tausch Eriberta
16. Trappmann Adriana
17. Vram Mario
18. Wojta Antonio
dei quali erano
alloglotti . . . . . . . . 11
italiani della Venezia Tridentina 4
italiani delle vecchie province 3
Totale 18
4. L’esito della classificazione finale fu molto
favorevole:
ebbero media 8 nel profitto: 5 scolari
ebbero voti non inferiori al 6: 12 scolari
non furono classificati 1 scolaro
18 scolari
dalla strada erariale di prima classe e dalla ferrovia
internazionale) di Dobbiaco e del Brennero, sente
maggiormente gl’influssi del settentrione, mentre le
comunicazioni verso il mezzogiorno non sono, finora, tanto
facili, come potrebbero e dovrebbero essere. A San Candido
s’apre la valle di Sesto, da Dobbiaco partono la strada e la
ferrovia, a scartamento ridotto, che conducono alla
meravigliosa conca di Ampezzo e nel regno delle Dolomiti,
mentre a Brunico convergono la Valle Aurina, che termina
nella Vetta d’Italia ( la cima più settentrionale del Regno)
e la valle di Badia, abitata da antichissime genti italiche.
Compito del nostro istituto doveva essere ed è guadagnare
alla nuova patria gli animi dei giovanetti di queste valli
estreme, e, per essi, ridare a queste popolazioni la coscienza
italiana interamente perduta od offuscata da secoli di
dominio straniero.
Il prof. Cav. G. Roberti, allora addetto al R. Provveditorato
agli studi, ora preside della R. Scuola complementare di
Trento, venne ai primi di ottobre 1923 a Brunico per
iniziarvi le pratiche necessarie per l’apertura del nuovo
Istituto, che nel dettaglio vennero poi curate dal direttore
della scuola elementare italiana cav. G. B. Speri-Trombón
(fino ad allora la scuola elementare di Brunico era divisa
nelle due sezioni: tedesca e italiana).
Il dr. A. Zancanella, incaricato dal R. Provveditore, esaminò
insieme al predetto direttore 17 candidati alla classe prima,
che venne poi subito aperta iniziandovi le lezioni.
Il 15 novembre il Ministero nominava preside incaricato il
Dr. Guido Fogolari che assunse l’ufficio il 17 novembre e
l’insegnamento delle materie letterarie nell’unica classe
prima aperta, mentre la matematica era insegnata dal Dott.
A. Zancanella, direttore didattico incaricato del Circolo di
Brunico. Il 18 novembre, con speciale cerimonia, avvenne
l’inaugurazione ufficiale dell’Istituto dedicato al nome
dell’eroico generale Antonio Cantore, caduto nei primi mesi
della guerra sulle Tofane quasi in cospetto della Pusteria.
Alla festa erano presenti il prefetto della Venezia Tridentina
G. Guadagnini, il R. Provveditore agli studi comm. L.
Molina, il sindaco Dr. R. Hibler ed altre personalità. Il Dr.
Guido Fogolari, anima aperta ad ogni buona iniziativa,
consacrò tutto se stesso al nuovo Istituto e visse la vita
dei propri scolari, dai quali fu, a vicenda, molto amato e
stimato. Diede inizio alle due Biblioteche (degli insegnanti
e degli scolari) ed alla Collezione didattica. Gli scolari
ebbero borse di studio e mezzi pecuniari per intraprendere
numerose gite: memorabile tra queste la gita a Venezia
(28 maggio – 4 giugno 1924) durante la quale gli scolari,
vestiti da alpini, furono accolti con grande entusiasmo
dalla popolazione e fraternamente trattati dai loro
compagni di Verona e di Venezia, dove per la prima volta
in vita loro poterono ammirare le bellezze d’arte della nuova
Patria.” 12
L’Annuario prosegue descrivendo gli esami
d’ammissione per l’anno successivo (26 iscritti
e 26 promossi alla classe I Ginnasio) e l’istitu-

zione dal 1 dicembre
1923 al maggio
1924 di un corso
di italiano serale
per adulti.
L’anno successivo
la direzione
della scuola cambia
e a Guido Fogolari
subentra il
prof. Luigi Valandro,
preside del R.
Liceo Femminile
di Rovereto. “Le
lezioni, per mancanza
di insegnanti
vennero continuate
a mezze
giornate sino al 7 novembre, dal qual giorno ebbero
principio le lezioni regolari”.
Le materie insegnate erano: religione, italiano,
latino, storia, geografia, matematica, educazione
fisica. Il tedesco era insegnato solo in seconda.
“L’inconsueta distribuzione della materia, specialmente
nella classe prima, fu dovuta a questo che gli alunni della
classe prima, quasi tutti alloglotti (28 alloglotti su 32
scolari) non avevano, al principio dell’anno scolastico che
scarsissime nozioni di italiano. All’ottimo metodo del Dr.
A. Zancanella, che conoscendo bene il tedesco, sapeva
valutare le difficoltà che i suoi alunni avrebbero incontrrato
nell’apprendimento della lingua italiana, ed in genere alla
costanza ed alla pazienza degli insegnanti, nonché alla
buona volontà degli alunni, si deve se questi alla fine
dell’anno scolastico, arrivarono ad esprimersi a a scrivere
sufficientemente in italiano.”
L’istituto disponeva solo di due locali per le
due classi e “di una ex cucina semiaperta per le
collezioni didattiche e d’uno sgabuzzino, in dipendenza
del locale d’ufficio della R. Direzione
didattica, per il preside e gl’insegnanti. Sul medesimo
piano era insediata una famiglia ed erano
collocate due classi della scuola elementare.
Un’inserviente provvisoria si vedeva un po’ nelle
primissime ore del mattino e poi spariva. La
pulizia lasciava molto a desiderare.
Non potendo in questa maniera andare avanti
decentemente il R. Provveditore agli studi ufficiò
il Comune a provvedere, il quale promise di
mettere a disposizione del Ginnasio tutto il primo
piano dell’edificio e di cominciare i lavori di
restauro necessari subito finite le lezioni, al più
tardi ai primi di agosto.”
“Durante l’anno scolastico vennero fatte diverse
passeggiate di mezza giornata. Nella gita scolastica annuale
gli scolari accompagnati dal Dr. Covi, dal maestro di
ginnastica E. Ude, ed in parte dal preside incaricato, per
60. L’antica sede del Ginnasio “Cantore” a Brunico.
61.-62. Le copertine dell’Annuario ‘23-28 del Ginnasio.
61
la pittoresca val di Marebbe ascesero il Pian di Corones
(m. 2272) donde la vista spazia verso sud sulle meravigliose
Dolomiti e verso nord sulla Vetta d’Italia e sui ghiacciai
del gran Campanaro; le scolare accompagnate
dall’insegnante di ginnastica maestra L. Lezuo e dal
direttore didattico G. B. Speri-Trombón si portarono per
Campo Tures alle imponenti cascate di Riva.
La scuola fu, come sempre, presente alle diverse
celebrazioni patriottiche [...]. Nel periodo novembremaggio
venne aperto il Corso serale per adulti alloglotti
frequentato da molti e con molta diligenza.”
Negli esami di ammissione alla classe prima
su 35 candidati vennero ammessi 32.
L’anno scolastico 1925-26 si apre in ritardo,
perché i lavori di “restauro dei nuovi locali” non
erano stati completati: le lezioni dovevano iniziare
regolarmente il 15 ottobre, invece vennero
rinviate al 26 ottobre.
“L’Istituto si trovò ora collocato in locali abbastanza decenti
nel primo piano del palazzo comunale. Rimase però il grave
inconveniente della servitù di passaggio che sarebbe stata
tolta, se il Ginnasio fosse stato addirittura messo al secondo
piano, giacché così si sarebbe evitato il molesto passaggio
attraverso il corridoio dell’Istituto e, non rare volte,
l’entrata nelle stesse aule scolastiche, delle persone che,
per i loro affari, devono portarsi al secondo piano, dove
hanno sede gli uffici del Comune, delle Assicurazioni
provinciali ed, in allora, quelli pure delle Imposte dirette.
Anche la pulizia dei locali poté ora essere meglio curata
con una brava bidella in servizio permanente. Per riflesso,
le migliori condizioni di ambiente e di pulizia influirono
favorevolmente sull’animo dei giovinetti che sentirono
meglio la scuola e con essa l’amore alla disciplina e alla
volontà allo studio. In quest’anno vennero aperte le tre
prime classi del Ginnasio”
62
storiae41

63
Complessivamente gli alunni furono 52 (32
maschi e 20 femmine), di cui 35 di lingua tedesca
e 17 di lingua italiana.
Nel 1926 il dott. Ladislao Mittner venne incaricato
per l’insegnamento della lingua tedesca.
L’Annuario del 1923-28 si apre proprio con un
dotto saggio di Mittner sulla Classificazione semasiologica
degli ausiliari, un saggio di psicologia
linguistica “che si propone di studiare gli
ausiliari nel loro significato e nella loro storia”,
spaziando attraverso tutte le lingue europee, ma
soffermandosi soprattutto sulla relazione tra italiano
e tedesco. Mittner rimase a lungo docente
presso il Ginnasio di Brunico. Successivamente
fu docente di letteratura tedesca all’Università di
Venezia, Ca’ Foscari; autore di numerosi libri scolastici
su lingua e letteratura tedesca, sua è la Storia
della letteratura tedesca in 4 volumi, pubblicata
negli anni Sessanta presso Einaudi di Torino.
Nel 1926-27 il Ginnasio completa il corso con
tutte 5 le classi: viene organizzata una grande
festa di inaugurazione dell’anno scolastico. Si
apre il corso serale di lingua tedesca e di lingua
francese. Il 15 febbraio
“Il Gr. Uff. Gaetano Cogo, Ispettore centrale, visita,
all’improvviso l’Istituto assistendo alle lezioni in tutte le
classi, ispezionando le biblioteche e le collezioni didattiche.
Trovò non solo conveniente ma necessario il trasloco del
Ginnasio dal primo al secondo piano del palazzo Comunale.”
42 storiae
Il 15 maggio si celebra la Festa del Libro, “i
docenti spiegano il significato della festa e l’alta
importanza del libro”. 18 maggio:
“Festa degli alberi. Gli alunni sono condotti sulla collina a
sud di Brunico, dov’è loro spiegata l’importanza del bosco
quale coefficiente dell’economia nazionale e della bellezza
del paesaggio.
20-26 maggio. – 17 alunni dei più meritevoli per studio e
condotta visitano coi prof. Armando, Mittner e Monteverde
i campi di battaglia del Grappa e sull’Altipiano di Asiago,
prendendo parte il 24 maggio ad Asiago alla cerimonia in
onore dei caduti. [...] Gli alunni rimasti a Brunico
partecipano, coi professori Covi e Petrolli, alla cerimonia
commemorativa del nostro intervento in guerra.
Gli alunni furono in totale 50 (37 maschi e 13
femmine), di cui 31 di lingua tedesca e 19 di lingua
italiana. Promossi 23, rimandati a settembre
9, bocciati 7.
“Dall’On. Ministero l’Istituto ebbe in dono un
apparecchio radio.”
L’anno scolastico 1927-28 si apre all’insegna
dei problemi logistici:
“Contro il parere delle Autorità scolastiche superiori
favorevoli al trasloco del Ginnasio dal primo al secondo
piano del palazzo Comunale, il Ginnasio rimase nell’antico
posto col gravissimo inconveniente già ripetutamente
lamentato di restare aperto a moltissime persone estranee
affatto alla scuola [...]. Per la prima volta il Ginnasio ebbe
a sua disposizione tutti i locali del primo piano. Il più
grande di questi, adornato dell’immagine del sommo Poeta
[...] servirà come una modesta Aula Magna del nostro
Ginnasio e si chiamerà Sala Dante Alighieri. Qui si
compiranno le diverse cerimonie scolastiche collettive, qui
si terranno pratiche conferenze per gli scolari e le famiglie
di questi, rese più interessanti e più intuitive da eventuali
proiezioni fisse e mobili e così il Ginnasio potrà essere in
questa remotissima valle, un centro, sia pure modestissimo,
di cultura e di vita italiana.”
Il Ginnasio partecipa alla inaugurazione a
Bolzano del monumento della Vittoria, il 12 luglio.
“Le lezioni nella classe quinta ebbero termine il 5 giugno
e nelle altre classi il 12 giugno. Per la prima volta si credette
opportuno chiudere il ciclo delle lezioni con una certa
solennità. Nelle parole di saluto il preside disse del
sentimento di gratitudine che gli alunni devono nutrire e
dimostrare per i loro professori che con affetto di padre
più che con autorità di superiore hanno cercato il loro
miglior bene sforzandosi di educarli buoni e bravi cittadini
della nuova Italia. Brunico e, in genere, la Pusteria possono
essere molto grati al Governo Nazionale per il dono proprio
gratuito di un Ginnasio che è la scuola per eccellenza aperta
ad ogni carriera, dove i figli di questa valle lontana dai
centri di cultura vengono, finora pure gratuitamente,
educati ed istruiti. Ripensando ai primi anni dall’erezione
del Ginnasio, che sembrano, per il rapido succedersi degli
avvenimenti, così remoti, nei quali per farsi capire dagli
alunni bisognava parlar loro un misto di italiano e di
tedesco non si può non godere del grande progresso fatto
nell’apprendimento della lingua italiana che viene ormai
così ben usata da tutti gli alunni anche da quelli della
classe prima. Raccomanda a tutti gli alunni di continuare
lo studio dlela lingua italiana anche durante le vacanze
estive approfittando dei libri della biblioteca, che rimarrà
per loro aperta anche in seguito. [...]
Questi miglioramenti devono continuare perché il nostro
Ginnasio, superate le difficoltà dell’ambiente e del

momento, possa in seguito gareggiare con gli altri del
Regno, in modo speciale per la buona educazione impartita
ai suoi alunni e per lo studio serio e coscienzioso, che
dovrà in esso essere sempre meglio coltivato. Solo così
sarà raggiunto lo scopo per il quale il Ginnasio venne
fondato e la nuova generazione crescerà, quale il Governo
Nazionale desidera, forte e colta, speranza sicura della
Patria nostra.”
Nel 1927 iniziarono il corso serale di tedesco,
quello di italiano per progrediti e quello di francese.
I prof. Mittner e Petrolli insegnarono nel
corso di italiano per adulti di lingua tedesca, aperto
dall’ONAIR (Opera Nazionale per l’Italia redenta).
Inoltre vennero tenute numerose conferenze
su tematiche diverse (dalla geografia all’apologia
delle azioni del regime fascista) per
gli scolari e le famiglie. Frequentarono il Ginnasio:
39 studenti, di cui 12 femmine e 27 maschi,
18 di lingua tedesca e 21 di lingua italiana.
63. L’articolo scientifico del prof. Ladislao Mittner, pubblicato
sull’Annuario del Ginnasio.
64. Copertine di quaderni degli anni ‘30 che propagandano il
fascismo e i calamai in bachelite.
64
Note
1 Cfr. SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999.
2 Cfr. BERTONI JOVINE D., Positivismo pedagogico italiano,
vol. I, De Sanctis, Villari, Gabelli, Torino 1973, pp. 679-680.
3 Cfr. BRAMBILLA E., L’istruzione pubblica dalla repubblica
Cisalpina al Regno italico, in “Quaderno Storici”, VIII
(1973), 23, pp. 491-526;
Cfr. BUCCI S., La scuola italiana nell’età napoleonica. Il sistema
educativo e scolastico francese nel Regno d’Italia,
Roma 1976.
4 Cfr. SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999.
5
SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999, p. 35.
6
SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999, p. 146;
cfr. anche CHARNITZKY J., Fascismo e scuola. La politica scolastica
del regime (1922-1943), Firenze 1996.
7
SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999, p. 152.
8
SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999, p. 153.
9
SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999, p. 162.
10 Cfr. SCOTTO DI LUZIO A., Il liceo classico, Bologna 1999,
pp. 170-171.
Cfr. anche CANESTRI G., RICUPERATI G., La scuola in Italia,
Torino 1976.
11 Cfr. SEBERICH R., Südtiroler Schulgeschichte, Bozen 2000.
12
VALANDRO L., Attività didattico-culturale dell’Istituto. A.
Cronistoria. I. Anno scolastico 1923-1924, in Annuario del
Regio Ginnasio Gen. Antonio Cantore di Brunico. Anni scolastici
193-24, 1924-25, 1925-26, 1926-27, 1927-28, Rovereto
1928, pp. 35-37.
storiae43

44 storiae
GLI ANNI VENTI
di Pietro Fogale
Il “Regio Ginnasio Generale A. Cantore” di
Brunico è nato nell’ottobre del 1923.
Nelle relazioni trimestrali del Preside degli
anni ’20 e ’30 il taglio è decisamente politico,
secondo uno schema ben preciso articolato in
nove punti.
La prima relazione che abbiamo a disposizione
è datata 1° dicembre 1926, e contiene una serie
di osservazioni che verranno confermate anche
nelle relazioni successive.
Va naturalmente letto consapevoli del clima
dell’epoca.
I La funzione nazionalizzatrice della scuola e la collaborazione o
l’ostruzione delle famiglie: influenza degli alunni sulle famiglie in
senso nazionale.
Il preside afferma che l’azione nazionalizzatrice del Ginnasio si potrà
sviluppare quando verranno aperte nuove classi, aumenteranno gli scolari,
e la scuola potrà riavere tutti i suoi locali. „Perchè l’azione nazionale del
Ginnasio venga resa meno difficile e sia duratura è necessario che nei diversi
centri dell’Alto Adige e principalmente in Brunico- centro imporante per le
valli confinanti coll’Austria che vi affluiscono e per le resistenze tedescoasburgiche
– venga al più presto possibile aperto un convitto per maschi
[...]Per mezzo di tale convitto [...] la penetrazione nazionale si affermerà
con sicurezza in queste estreme vallate della patria e porterà pure la sua
influenza oltre i confini politici di questa.
65
II La scuola nei rapporti con le autorità ecclesistiche locali: se e da
parte di chi sia impartito l’insegnamento religioso, opportunità di
istituirlo dove manchi.
Le relazioni con le autorità scolastiche sono indicate come ottime, il preside
rileva però che il clero sia regolare che secolare parla tedescoe quindi nuoce
alla questione nazionale.
Solo un sacerdote ha imparato l’italiano e si occupa dell’istruzione religiosa.
III La scuola e le organizzazioni fasciste (avanguardie-balilla)
Partecipazione della scuola alle solennità patriottiche.
A scuola viene sempre raccomandata l’iscrizione nei Balilla e alle “giovani
italiane” e un insegnante del Ginnasio si occupa tutte le domeniche della
loro istruzione .
IV La scuola e la stampa locale
La stampa locale è costituita da un unico settimanale il “Pusterer Bote” in
lingua tedesca, che inizialmente ignorava la scuola o ne parlava in maniera
negativa. Ora, osserva il preside, ne parla “a volte anche con benevolenza”.
“certo - continua il preside - sarebbe meglio se il giornale diventasse almeno
bilingue“.
V Conferenze e lezioni per gli alloglotti anche non alunni organizzate
dai singoli istituti, risultato nello studio della lingua italiana difficoltà
ed ostacoli.
66
Vi sono corsi serali per adulti tenuti da insegnanti del ginnasio che dipendono
dall’“Opera Nazionale Italia Redenta”.
Vi sono altresì corsi semestrali di lingua tedesca e francese.
Quando il Ginnasio disporrà di tutti i suoi locali si terranno lezioni con
indirizzo “pratico” nei quali alcuni insegnati faranno conoscere “le bellezze
d’Italia, i suoi tesori artistici ma soprattutto faranno conoscere la grande
Italia d’oggi nei suoi commerci e nelle sue industrie”
VI Letture di giornali, riviste e libri italiani da parte degli alunni
alloglotti, in particolare dei libri della biblioteca scolastica.
Si osserva che vengono distribuiti alla biblioteca scolastica libri per la lettura
privata.
VII Eventuali tendenze irredentistiche degli alunni: loro natura, come
e da chi siano alimentate.
Secondo il preside c’è nostalgia del passato, diffidenza “qui si guarda, con
qualche speranza nel passato e si teme per l’avvenire”. La scuola - continua -
“facendo conoscere l’Italia quale veramente è, e non quale venne loro con
tinte fosche dipinta giorno per giorno per dissipare gli equivoci per distaccare
gli animi dal passato e avvincerli alla nuova patria bella e grande con
argomenti adatti alla capacità e alle condizioni degli scolari. [...]“
VIII L’insegnamento dell’italiano e della storia e la formazione delle
nuove generazioni.
“Il libro di testo, e molto di più, la viva voce del professore, [...] trasformerà
questa popolazione ora alloglotta in una popolazione italiana fedelissima
alla nuova patria“.
IX Proposte.
Il preside infine riassume quanto è andato descrivendo nella relazione con
la seguente sintesi:
“Scegliere per l’Alto Adige insegnanti consci della propria missione, che in
caso di buona prova dovrebbero rimanere sul posto per qualche anno: perciò
favorire tali insegnanti o nella carriera o nello stipendio.
Aiutare il Comune di Brunico nell’erezione di un convitto comunale, che
dovrebbe aprirsi non più tardi del pincipio del nuovo anno scolastico 1927/
28.
Affrettare la soluzione, in senso nazionale della questione nazionale.
L’ambiente scolastico (locali, polizia degli ambienti stessi, biblioteche,
mezzi didattici) sia tale da dare agli alloglotti il miglior concetto della
nuova Italia”.
65. Pagelle degli anni Venti-Trenta con la propaganda del fascismo.
66. Cartolina postale inviata da Brunico a Bolzano.
67. Copertina della Grammatica tedesca scritta da Ladislao
Mittner.

GLI ANNI TRENTA
di Milena Cossetto
Gli anni Trenta sono caratterizzati dal consolidamento
del regime fascista e dalla completa
fascistizzazione della scuola in Alto Adige, operazione
realizzata attraverso le discipline scolastiche,
l’introduzione della propaganda nazionale
e culturale, le conferenze pubbliche su
tematiche legate alla politica coloniale, all’Impero,
alle realizzazioni del fascismo.
Il Regio Ginnasio “Generale Antonio Cantore”
di Brunico non si sottrae a questa situazione:
nei verbali del Collegio dei Professori e nelle relazioni
finali del Preside Giuseppe Fornari (dal
1930 al 1932), del Preside Giovanni Zanetti (dal
1932 al 1936), del professor Luigi Pecoraro (dal
1936 al 1938), del prof. Sergio Cammelli (per
l’anno scolastico 1938-39), del Preside Domenico
Pandini (dal 1939 al 1964) emergono alcuni dati
interessanti.
Davanti al Collegio dei professori nel 1933 il
Preside Giovanni Zanetti annuncia:
“per intensificare l’attività didattica, la propaganda
nazionale e culturale dell’istituto si bandiscano
periodicamente temi di italiano con premi e in generale
concorsi e premi di diverse specie ai più meritevoli. Sarà
pubblicato periodicamente un giornalino poligrafato
redatto dagli alunni del Ginnasio; questo giornalino verrà
diffuso anche fuori della scuola. Si istituiranno anche
quest’anno corsi serali, gratuiti e a pagamento, di lingua
italiana e di lingue straniere, come pure un corso
pomeridiano per i candidati che si presenteranno alla
ammissione della prima ginansiale, dato il risultato
veramente lusinghiero che si è ottenuto l’anno scorso.”
(Verbale del Collegio dei professori del 16 ottobre 1933)
Nel 1935 il Preside Zanetti legge ai professori
il messaggio del Regio Provveditore agli studi
“riguardante i Doveri della scuola nell’ora presente. I sigg
Professori, attraverso la parola dell’autorità superiore,
hanno così avuto modo di ricordare come, allo scopo di
giungere ad una più intima fusione della scuola con
l’odierna vita, a ritmo accelerato, della Nazione, si debbano
illustrare ai discepoli le ragioni, soprattutto civili ed
umane, dell’arduo conflitto e come con letture di giornali
quotidiani, unite al sussidio di tutto il materiale didattico
opportuno, si faccia in modo che ognuno possa seguire
le vicende della guerra e valutarne la gravità e
l’importanza”
Nel 1937 si legge nel Registro dei Verbali del
Collegio dei Professori:
“Lo scolaro della IV. Classe, O.B., l’insegnante di religione
non voleva classificarlo, perché durante le lezioni mostra
in presenza della classe di non interessarsi e di non
ammettere gran parte dei dogmi; lo scolaro lo mostra non
come chi cerca la verità, ma piuttosto in modo dispettoso,
che disturba anche l’attenzione dei compagni di classe. Il
consiglio dei professori preferiva che gli fosse dato un
voto, perché frequenta regolarmente le lezioni. Fu deciso
di classificarlo con un sufficiente”.
67
Ladislao Mittner nasce a Fiume nel 1902, da padre
ungherese, fortemente legato al mondo multiculturale e
plurilinguistico dell’impero asburgico, ebbe una formazione
mitteleuropea. A Brunico dall’anno scolastico 1925-26 al
1934-35 insegna quale docente ordinario nel Regio
Ginnasio “Generale Antonio Cantore” lingua e letteratura
tedesca, partecipa attivamente alla vita scolastica ed
extrascolastica della cittadina della Pusteria e tiene i primi
corsi serali di tedesco. Viene chiamato a Roma a far parte
della Commissione d’esame per l’abilitazione
all’insegnamento del tedesco nelle scuole secondarie.
Docente di letteratura tedesca e filologia germanica
all’Istituto di economia e Lingue straniere di Venezia, fu
tra i primi fautori della critica stilistica e fece conoscere
in Italia l’opera di Leo Spitzer. Utilizzò nei suoi studi anche
metodi derivati dalla psicologia e dalla sociologia,
riuscendo a collocare il discorso letterario all’interno di
un ampio panorama storico, politico e sociale, che
comprendeva anche la musica e le arti figurative. Ha
formato decine di giovani, oggi affermati studiosi della
cultura e letteratura tedesca quali il filosofo Vittorio
Mathieu, Giuliano Baioni, Claudio Magris e altri ancora.
Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei dal luglio 1968,
fu autore di numerosi libri scolastici, saggi e studi sulla
cultura e la letteratura tedesca. La sua opera maggiore è
comunque la vasta Storia della letteratura tedesca,
pubblicata in più volumi (il primo nel 1964 e l’ultimo
postumo nel 1977) ed edita da Einaudi.
Muore a Venezia il 5 maggio 1975.
1938-39: entrano in vigore le leggi razziali.
Dal verbale del Collegio dei Professori del 19
ottobre 1938
“Attenendosi alle recenti norme impartite dal Ministero si
sono accuratamente esaminati gli autori per vedere se
fossero ebrei e per qualche nome sospetto si è deciso di
chiedere ulteriori informazioni.”
Scrive il Preside Pandini nella sua relazione
finale del giugno 1939:
“Variazione ai libri di testo. Si sono conservati per la
massima parte i libri di testo dell’anno avanti. Gli unici
mutamenti riguardano i testi di geografia e di matematica
che si sono dovuti eliminare, perché compilati da autori
ebraici. Pertanto ai testi di geografia dell’Almagià sono
stati sostituiti quelli di P. Gribaudi per il Corso Inferiore e
quello del Giannitrapani per il Corso Superiore; ai manuali
di matematica di Enriquez-Amaldi sono stati sostituiti
quelli di F. Severi e di P. Scirè per il Ginnasio Inferiore e di
S. Cherubino per il superiore”.
storiae45

68
Poi prosegue lamentando le condizioni di vita
e di lavoro: la sua abitazione distava due chilometri
dalla scuola e doveva percorrerla con ogni
tempo e stagione a piedi 4 volte per un totale di 8
chilometri al giorno.
“Ora non per me, che in fondo sono abbastanza allenato
ad un tenore di vita rude e scomoda, ma in generale io
sostengo che è anche una questione di decoro. Un Preside,
sia pure di seconda categoria, riveste, specialmente in un
piccolo centro una posizione sociale abbastanza
ragguardevole; questa, anche per la dignità della scuola,
non deve essere per nulla menomata, e un Preside, costretto
con la sua famiglia a simili condizioni di vita, finisce per
scapitare agli occhi dell’opinione pubblica, la quale non
trova difficoltà a paragonarlo a un portalettere di campagna
continuamente in moto da un casolare all’altro”.
Nel 1938 gli iscritti sono complessivamente
74, di cui 47 di lingua italiana e 27 di lingua tedesca.
La guerra è alle porte: il 15 novembre 1939 il
Preside Pandini annuncia al collegio dei Professori:
“Giusta la disposizione del Superiore Ministero anche durante
il corrente anno scolastico, ciascun insegnante di
materie letterarie dovrà impartire nella propria classe
l’insegnamento della protezione antiaerea”.
Vengono anche introdotti vari esperimenti di lavoro
manuale, per un massimo di due ore settimanali:
“rilegatura di libri della biblioteca degli alunni e
riparazione delle carte geografiche e di cartelloni murali;
piccoli lavori di falegnameria; trasporto dei rottami di ferro
dalla Scuola alla Sede del Fascio; lavori di cucito, maglieria
e ricamo; esperimenti ed esercitazioni di economia
domestica presso l’Educandato delle Orsoline; giardinaggio,
da praticarsi naturalmente nella buona stagione, in un
piccolo appezzamento gentilmente messo a disposizione
del Ginnasio dall’Educandato delle Orsoline”
46 storiae
69
68. Le razze umane, tabellone didattico, anni Quaranta.
69. Atlante geografico, anni Trenta-Quaranta.
70. Brunico, anni Quaranta.
GLI ANNI QUARANTA
di Milena Cossetto
Gli anni Quaranta sono segnati
dalla entrata in guerra dell’Italia a
fianco della Germania nazista, dall’armistizio
e dall’occupazione nazista e
l’annessione dell’Alto Adige alla
Zona di Operazioni Prealpi (Alpenvorland),
alla liberazione e fine della
seconda guerra mondiale, dal referendum
per la Repubblica, dai trattati di
pace e dall’Accordo De Gasperi -
Gruber, dalla nascita del Primo Statuto
di Autonomia. Tutti questi avvenimenti
che rendono densa e complessa
la storia di quel decennio, nei documenti
ufficiali sembrano solo scalfire
la vita del Ginnasio di Brunico.
Il Preside Domenico Pandini nella relazione finale del 1939-
40 parla dell’avvio dell’anno scolastico “regolarmente il
16 ottobre”, descrive “per sommi capi quella che dovrà
essere la nuova scuola italiana, alla quale la ‘Carta della
Scuola’ dischiude nuovi orizzonti ed imprime un indirizzo
più conforme alle mutate esigenze sociali e politiche”. La
sede della scuola, a decorrere dall’ottobre 1938, è posta
“in un corpo di edificio ceduto in affitto dall’educandato
delle Orsoline. Si tratta di una sistemazione provvisoria,
giacché da molto tempo è sentito il desiderio di una
costruzione nuova, destinata appositamente ed
esclusivamente per l’Istituto d’istruzione media”. Ricca è
la dotazione di materiale scientifico e didattico, anche se
talvolta “le carte geografiche sono logore e andrebbero
sostituite”, le biblioteche dei Professori e degli alunni
contano “di pregevoli opere di argomento vario”, compresa
l’Enciclopedia Italiana Treccani “completa anche nei volumi
di Appendice; né va dimenticata l’enciclopedia francese
Larousse”. La biblioteca professori conta 1865 volumi,
quella degli alunni 640. La relazione prosegue descrivendo
il buon funzionamento della scuola, sia sul piano didattico
che su quella disciplinare: “quanto alla disciplina, tutti
gli insegnanti hanno saputo tenerla ottimamente; pur
trattando gli alunni in modo affabile e confidenziale, hanno
sempre mantenuto le distanze; gli allievi dal canto loro si
sono sempre mostrati docili e rispettosi e hanno sempre
conservato una forma di correttezza lodevole, né si sono
mai abbandonati a manifestazioni incomposte o ad atti di
ribellione; non ci fu quindi mai bisogno di ricorrere a mezzi
coercitivi; qualche richiamo, qualche ammonizione del
Preside furono più che sufficienti per ridurre all’osservanza
delle norme disciplinari questo o quell’elemento più vivace
degli altri”.
“In conformità delle disposizioni ministeriali, – scrive il
Preside Pandini – si sono fatti durante l’anno alcuni
esperimenti di lavoro, sotto la direzione del Preside e con
l’assistenza dei Professori. Si sono attuate le seguenti forme
di lavoro: lavori di traforo, ai quali dopo il primo mese
si sono sostituiti piccoli lavori di falegnameria”, a cui
hanno partecipato 12 alunni, per un’ora e mezza alla
settimana; rilegatura dei libri della Biblioteca degli alunni
(7 alunni), sempre per un’ora e mezza alla settimana; cucito
e ricamo (6 alunne), per due ore settimanali; economia
domestica, in collaborazione con l’Educandato delle
Orsoline (16 alunne), per 2 ore settimanali.
Nel corso dell’anno scolastico “si è tenuto un corso di
protezione antiaerea. L’insegnamento è stato impartito
dagli insegnanti di materie letterarie [...] (circa un quarto
d’ora alla settimana in ciascuna classe). Sono stati fatti
esperimenti di sfollamento dalle aule”. L’edificio ha a
disposizione dei locali sotterranei molto spaziosi “che
possono contenere comodamente una scolaresca anche
numerosa e costituiscono un sicuro ricovero in caso di
allarme”.

Prosegue poi la relazione del Preside Pandini,
datata 28 novembre 1940:
“In base agli accordi italo-germanici per l’emigrazione delle
genti altoatesine, quasi tutti gli alunni allogeni hanno
optato per la cittadinanza tedesca, pur continuando,
pressoché nella totalità, a frequentare le lezioni fino al
termine dell’anno scolastico; ma anche se si fossero ritirati
durante l’anno, l’Istituto non si sarebbe eccessivamente
spopolato, perché essi non costituivano nemmeno un terzo
della scolaresca. A questo proposito giova osservare che
l’elemento italiano è venuto progressivamente aumentando
in questi ultimi anni, mentre l’elemento allogeno è rimasto
stazionario, se pure non è diminuito, quantunque la città
e la regione siano tuttora abitate in grandissima prevalenza
da gente alloglotta. E’ agevole quindi pensare che dall’esodo
di questa nessun pregiudizio deriverà all’Istituto; anzi, a
mano a mano che agli emigrati si sostituiranno cittadini
delle vecchie province, la frequenza della scuola risulterà
anche maggiore di quella che fu e che è attualmente.
Pertanto la Scuola Media, che prenderà il posto del
Ginnasio, avrà con tutta probabilità una considerevole
popolazione scolastica, che sarà anche maggiore se in
continuazione ad essa si vorrà istituire a Brunico una scuola
dell’Ordine Superiore. L’idea non è nuova; or non sono molti
anni furono avviate pratiche per l’istituzione di un Liceo
Classico; le difficoltà sopra tutto di carattere finanziario,
che vi si opponevano, per quanto grandi non erano
insormontabili; [...]l’istituzione della Scuola Media viene
ad aggravare la situazione; vi sarà un corso di studi che
durerà tre anni invece che cinque; da ciò l’inconveniente,
non certo trascurabile, di dover abbandonare la città due
anni prima”.
Poi alcune considerazioni di carattere personali:
“Brunico è una residenza disagiata; è un piccolo centro,
ma ha tutti gli inconvenienti delle grandi città, senza
averne i vantaggi. [...] il costo della vita è molto elevato e
c’è grande penuria di alloggi; valga il mio esempio; dopo
due anni che risiedo qui, ancora non mi è stato possibile
trovare un quartiere in città; sono costretto ad abitare in
una frazione abbastanza distante dalla città e non sto a
dire i molteplici disagi che ne derivano per me e per la
mia famiglia. Brunico poi è famosa per i suoi rigidi e lunghi
inverni, per cui quello che si deve spendere in combustibile
e in vestiario incide fortemente sul bilancio di un
funzionario che non ha altri cespiti all’infuori dello
stipendio [...]. I Professori quindi non sono molto entusiasti
di questa sede, che fra l’altro ha anche lo svantaggio di
essere in una posizione eccentrica; perciò appena possono,
si fanno trasferire; si assiste così ad un continuo succedersi
di insegnanti nuovi, con evidente pregiudizio al profitto
degli alunni e al prestigio stesso della scuola.”
Nel 1940-41, in seguito alla progressiva attuazione
della “Carta della Scuola”, sono state soppresse
le classi prima e seconda. “Malgrado il
perdurare dello stato di guerra, l’attività scolastica
si è svolta regolarmente”, scrive il Preside nella
sua relazione finale.
L’8 settembre 1943, con l’armistizio e l’occupazione
nazista del territorio, divenuto parte integrante
della cosiddetta “Zona di Operazione
Prealpi – Alpenvorland”: la scuola vive un forte
travaglio. Nel verbale del Collegio dei Professori
del 4 Ottobre 1943 si legge:
“Dapprima il Preside legge la lettera con la quale il R.
Provveditore, d’intesa coll’autorità germanica, dispone che
gli esami della sessione autunnale si svolgano soltanto
oralmente nei giorni 4, 5 e 6 Ottobre. Successivamente
ricorda le disposizioni generali relativamente agli esami”.
Sono presenti solo 3 insegnanti.
Il 7 Ottobre si annota “si è però d’accordo nel riconoscere
le eccezionali condizioni belliche, politiche ed economiche
che sono venute determinandosi negli ultimi mesi,
creando gravi e serie preoccupazioni nell’animo di tutti
gli Italiani, non hanno permesso ai giovani di attendere
colla dovuta serietà agli studi. Pertanto la Commissione
è concorde nel concedere la promozione anche a quei
candidati che, pur non essendo risultati del tutto negativi,
avrebbero tuttavia dovuto curare maggiormente la loro
preparazione”.
La scuola rimane chiusa dal 1943-44 al 1944-
45 per ordine del commissario supremo germanico
per la Zona d’operazioni delle Prealpi.
Riapre alla fine della guerra, nel settembre
1945, con 10 alunni iscritti Riprende un ritmo di
vita quasi normale: si tratta di ricostruire materialmente
e culturalmente tutta la scuola, per renderla
davvero strumento di formazione della nuova
coscienza democratica, capace di fare della
pace una reale opportunità per valorizzare la ricchezza
che proviene dall’incontro e dalla convivenza
tra i diversi gruppi linguistici.
Sono gli anni dell’Accordo Degasperi – Gruber,
della tutela internazionale della minoranza
linguistica, del lungo cammino verso l’autonomia.
1940-41: Alunni ripartiti secondo il loro anno di nascita
Classe Iscritti 1924 1925 1926 1927 1928 1929
M F M F M F M F M F M F
terza 9 5 - - 1 - - - 2 2 5 3 1 -
quarta 7 7 - 1 - 2 2 1 5 2 - 1 - -
quinta 1 4 - - - 1 - 1 1 1 - 1 - -
70
storiae47

48 storiae
GLI ANNI CINQUANTA
E GLI ANNI SESSANTA
di Pietro Fogale
La cronaca scolastica sia del Ginnasio che
della Scuola Media degli anni ’50 e ’60 si presenta
abbastanza monocorde, ma sempre attenta
alle esigenze degli studenti, dopo gli anni della
scuola militante, come abbiamo visto dalle pagine
scritte dai presidi degli anni ’20 e ’30, la scuola,
come la società si spogliano dell’ideologia che
le caratterizzava negli anni precedenti.
Nei verbali e nelle relazioni finali del preside,
si parla solo di problemi scolastici: distribuzione
degli incarichi tra gli insegnanti all’inizio dell’anno
scolastico, assegnazione dei voti alla fine del
trimestre, ammissione agli esami, esami di ammissione,
esami di riparazione. Il ritmo della
scuola è scandito dai suoi riti, e nulla sembra turbare
la serenità di questa piccola scuola di periferia,
nessun accenno a quello che succede nel
mondo, stando ai verbali sembrerebbe che persino
il movimento del ’68 con tutte le implicazioni
che ha per e nella scuola a Brunico sembra non
esistere.
Un accenno a “ciò che succede nel mondo” lo
si ha solo in una relazione del 1964 dove il preside
accenna alla sua partecipazione assieme agli
insegnanti della scuola ai funerali di alcun militari
morti durante il periodo degli attentati.
Verbale della seduta del 15 gennaio 1951 (Ginnasio)
Il giorno 15 gennaio 1951 alle 18.15 ha avuto luogo nell’aula della classe
una riunione dei consigli di classe per l’assegnazione dei voti del primo
trimestre....
...il profitto generale è stato piuttosto scarso; ciò naturalmente dipende
in parte dal fatto che gli alunni risentono delle lunghe vacanze estive,
durante le quali notoriomante ben pochi si tengono esercitati nello studio,
e in parte dalle poco spiccate attitudini di parecchi elemnti agli studi
classici.
Esprime ad ogni modo l’augurio che la votazione bassa del primo trimestre
sia d’incitamento, se non a tutti, almeno alla maggioranza, ad una
applicazione più seria e più redditizia nei rimanenti due trimestri.
71
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Verbale della seduta del 25 giugno 1952 (Ginnasio)
Il giorno 25 giugno 1952 alle ore 9 si è riunita la commissione per gli
esami di ammissione al Liceo Classico....
Verificato che le buste, in cui sono stati chiusi i compiti, non sono state
manomesse, si procede all’apertura di queste e si inizia la correzione
collegiale delle prove scritte. [...] Relativamente ai compiti di italiano, i
convenuti riconoscono concordemente che nessuna prova è tanto scadente
da far escludere il rispettivo autore dall’esame di Italiano. Si prendono gli
accordi per le prove orali [....] e si stabilisce che per non affaticare troppo
i candidati, le prove vengano distribuite in due giorni. [...]
Verbale della seduta del 29 ottobre 1953 (scuola Media)
Il giorno 29 ottobre 1953 alle ore 18 ha avuto luogo nella stanza della
Presidenza la prima seduta ordinaria dell’anno scolastico 1953-54. [...]
Il Preside notifica quindi che il provveditore agli Studi ha autorizzato lo
sdoppiamento della classe seconda, per cui nell’anno in corso le classi
doppie saranno due; la prima e la seconda. Le sezioni parallele saranno
promiscue e avranno ugual numero tanto di maschi che di femmine. Per
mancanza di locali si dovranno seguire due turni, l’antimeridiano e il
pomeridiano. Per alleviare il disagio agli allievi non residenti a Brunico, i
quali costituiscono una considerevole percentuale della scolaresca, si è
ritenuto opportuno assegnare questi nella quasi totalità alle sezioni aventi
lezione in mattinata, cioè alla prima A e alla seconda A
Verbale della seduta del 27 novembre 1952 (Ginnasio)
Il giorno 27 novembre 1952 alle ore 18 ha avuto luogo nella stanza del
Preside la prima seduta ordinaria del Consiglio Scolastico 1952-53 [...]
Il preside quindi, ricordando la circolare ministeriale dell’anno precedente
riguardo al coordinamento degli insegnamenti, raccomanda ai convenuti
di non eccedere nell’assegnazione del lavoro di preparazione domestica,
giacché il costringere gli alunni ad attendere per molte ore alle
esercitaziuoni scritte e allo studio genera stanchezza ed è controproducente
ai fini del profitto.
Relazione finale. Anno scolastico 1952-53 (Ginnasio)
Circa i programmi d’insegnamento, il Collegio dei Professori ha riscontrato
che essi nel complesso sono buoni e formativi. Il guaio è che tranne forse
quello di Matematica, sono di mole troppo vasta rispetto alla brevità
dell’anno scolastico. Nei pochi mesi che questo dura, gli alunni sono
sottoposti a un lavoro, che non è esagerato definire massacrante e che non
è a credere che il conseguente logorio trovi compenso nel riposo delle
lunghe vacanze estive; per una buona percentuale di alunni poi, queste
poco si differenziano dal tempo di scuola, costretti come sono a prepararsi
in una o, non di rado, in più materie agli esami autunnali.
[...]
L’ideale sarebbe che che gli alunni avessero al massimo quattro ore di
lezione al giorno, comprese quelle di educazione fisica; meglio ancora se
in uno o due giorni della settimana ne avessero solo tre. [...]
La riduzione dei programmi [...] costituirebbe un notevole vantaggio; gli
allievi, non più costretti ad assimilare pagine su pagine di notizie, che
purtroppo spesso vengono spesso dimenticate, potrebbero attendere con
serenità a una preparazione moderata. E’ presumibile che anche il profitto
generale ne guadagnerebbe; forse molti giovani non sarebbero più obbligati
a ricorrere all’aiuto delle lezioni private per poter conseguire la promozione
allo scrutinio finale e si vedrebbe anche diminuire il numero di quelli che
devono sostenere prove di riparazione nella sessione autunnale. Tali

considerazioni sono anche suggerite dal fatto che
la gioventù odierna trova nel mondo esteriore
maggiori distrazioni che quella dei tempi andati,
distrazioni d’altronde che, non di rado forniscono
utili esperienze e allargano la cerchia delle
cognizioni dei giovani e che d’altra parte
sottraggono tempo utile alle occupazioni
scolastiche.
Verbale della seduta del 24 novembre 1954
(Ginnasio)
Il giorno 24 marzo 1954 alle ore 17.45 ha avuto
luogo nella stanza della Presidenza la terza seduta
ordinaria del Consiglio Scolastico 1953-54 [...]
Il preside dichiara che dall’esame dei voti proposti
di profitto e condotta ha dovuto riscontrare non
esservi stato, salvo qualche raro caso, notevoli
miglioramenti rispetto al primo trimestre. Riconosce
che tale condizione pressoché stazionaria di cose
dipende unicamente da indolenza da parte di una
buona percentuale di alunni; tuttavia ritiene che
tali elementi non siano del tutto insensibili a
richiami e ad esortazioni, per cui invita gli
insegnanti ad adoperarsi in questo senso cercando per ciascuno allievo le
forme di incitamento più adatte a scuotere l’apatia, in modo che allo
scrutinio finale si possano registrare risultati se non prevalentemente
positivi, almeno tali da dare fondate speranze in un buon esito agli esami
della sessione autunnale per coloro che al termine dell’anno scolastico e
agli esami di prima sessione non avranno potuto conseguire rispettivamente
la promozione e l’ammissione al Liceo Classico.
Verbale del 7-8 gennaio 1954 (scuola media)
Il giorno 7 e 8 gennaio 1954 alle ore 14 ha avuto inizio nell’ufficio della
presidenza la seconda seduta ordinaria dell’anno scolastico 1953-54 per
l’assegnazione dei voti del primo trimestre.[...]
Circa il risulatato compessivo il preside osserva che esso non è stato molto
lusinghiero. [...]
Spera che i bassi voti distribuiti con una certa larghezza siano di stimolo
a una più seria applicazione da parte degli alunni nei due trimestri
successivi.
Relazione finale anno scolastico 1953-54 (Ginnasio)
Osservazioni relative al personale insegnante, amministrativo e subalterno.
[...] Le assenze del personale insegnante sono state determinate da giusti
motivi. Da rilevare la forte prevalenza del sesso femminile. Per quanto non
sia il caso di fare illazioni basandosi sul piccolo esempio del Ginnasio di
Brunico, vien fatto tuttavia di pensare che gli elementi maschili vanno
sempre più diradandosi nel campo dell’Istruzione Media. Scarsa retribuzione
o diminuita attrattiva dell’insegnamento sugli uomini?
Verbale del 10 gennaio 1956 (Ginnasio)
Il giorno 29 novembre 1955 ha avuto luogo la prima seduta ordinaria
dell’anno 1955-56 per la trattazione di oggetti vari inerenti al
funzionamento della Scuola. [...]
...da ultimo dichiara che, come è d’uso quasi generale in tutti gli uffici
pubblici dove prestano servizio donne, desidera che le Insegnanti indossino
durante le lezioni un grembiule nero.
Verbale del 11 gennaio 1956 (ScuolaMedia)
Il giorno 11 gennaio 1956 ha avuto luogo la seconda seduta ordinaria
dell’anno scolastico 1955-56 per l’assegnazione dei voti del primo trimestre.
[...]
Il Preside dichiara di aver preso visione dei prospetti delle medie proposte
da ciascun insegnante e di aver riscontrato che specialmente dagli
insegnanti di materie letterarie sono stati assegnati in larga misura voti
molto bassi, dimostrando in tal modo di aver usato un criterio forse di
eccessivo rigore; anche volendo mettere in rilievo le insufficienze di buona
parte della scolaresca, queste si sarebbero potute classificare con minor
severità, (anche ) per non togliere agli alunni la fiducia di poter far meglio
nei sucessivi trimestri
Verbale del 21 settembre 1957 (Scuola Media)
Il giorno 21 settembre 1957 alle ore 9 ha avuto luogo nell’ufficio di
Presidenza la dodicesima seduta ordinaria dell’anno scolastico 1956-57
per l’assegnazione definitiva dei voti ai candidati che nella sessione
autunnale hanno sostenuto prove di riparazione alla classe terza e per la
licenza. [...]
Il preside [...] ringrazia poi tutti i presenti per aver consentito che venisse
prolungato di qualche giorno la sessione d’esame, affinchè venisse dato
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modo a tutti i candidati che erano rimasti assenti perchè colpiti da febbre
influenzale.
Verbale del 16 dicembre 1957 (Ginnasio)
Il giorno 16 dicembre 1957 alle ore 18.30 ha avuto luogo nell’ufficio di
Presidenza la prima seduta ordinaria del Consiglio Scolastico 1957-58
[...]
Contrariamente agli anni passati, la chiusura del primo trimestre verrà
posticipata al 20 gennaio 1958 in considerazione che le scuole poco dopo
l’inizio dell’anno scolastico sono rimaste chiuse una decina di giorni (dal
17 al 26 ottobre) per misure igieniche determinate dalla vasta diffusione
dell’influenza “asiatica” e che a causa del ritardo nella nomina di professori
incaricati e supplenti, per un lungo periodo di tempo l’insegnamento si è
dovuto svolgere con orario ridotto.
Verbale del 18 giugno 1957 (Ginnasio)
Il giorno 18 giugno 1957 alle ore 10 ha avuto luogo nell’ufficio di Presidenza
la settima seduta ordinaria del Consiglio Scolastico 1956-57 per
l’assegnazione dei voti ai candidati agli esami di ammissione al liceo Classico
[...]
Durante le operazioni di scrutinio vien fatto rilevare che la alunna XXXXX,
che in parecchie prove è rimasta inferiore alla sufficienza, ha dimostrato
buona volontà e diligente prepararzione, per cui le si potrebbe ridurre un
po’ il lavoro che dovrebbe svolgere per potersi presentare con buona
probabilità di riuscita agli esami della sessione autunnale. Pertanto le
viene elevata da cinque a sei, per voto di Commissione, la classificazione
in Tedesco.
Verbale del 7 novembre 1958
Il giorno 7 novembre 1958 alle ore 17 si è riunito nella stanza della
Presidenza in seduta straordinaria il Collegio dei Professori per la trattazione
del seguente oggetto: Adozione per l’anno scolastico in corso del testo per
l’insegnamento dell’Educazione civica”. [...]
Legge e illustra la circolare del Provveditore [...] la quale, fra l’altro,
stabilisce che la nuova materia deve essere parte integrante dei programmi
di storia di tutti gli istituti d’Istruzione Media e che l’insegnamento di
essa dovrà pertanto essere di competenza del docente di storia. [...]
Circa il libro da assumere in adozione [...] vien fatto rilevare che i vari
testi [...] espongono i diversi argomenti della nuova disciplina press’a
poco secondo un medesimo schema e senza sostanziale differenza di
contenuto e ripartizione per cui si ritiene che nella scelta deva prevalere il
criterio del prezzo.
Relazione finale Anno Scolastico 1959-60 (Ginnasio)
Attività parascolastiche
27 gennaio 1960- In ottemperanza alla circolare ministeriale del 15/1/
60, vengono messi in evidenza i gravi pericoli in cui si può incorrere
raccogliendo o toccando ordigni bellici tutt’ora sparsi nelle campagne o
nei boschi, a motivo della loro facilità di deflagrazione.
71. Diario scolastico della Mondadori.
72. Classe III del liceo classico “Gen. A. Cantore” di Brunico,
anno scolastico 1973-74.
73. Carte assorbenti.
storiae49

Verbale del 16 dicembre 1960 (Ginnasio)
Il giorno 16 dicembre 1960 alle ore 16 ha avuto luogo nell’ufficio di
Presidenza la prima seduta ordinaria del Consiglio Scolastico 1952-53
[...]
A ciascun Insegnante spetta l’obbligo di adoperarsi per una costante
osservanza delle norme disciplinari da parte degli alunni; verso questi
è bene usare affabilità di maniere; sono tuttavia deprecabili le forme di
eccessiva confidenza: nelle riprensioni e nei rimproveri deve sempre
essere usato un linguaggio corretto e scevro d’offesa, le sanzioni
disciplinari devono essere soltanto quelle consentite delle vigenti
disposizioni in materia di disciplina scolastica, nessun alunno deve
essere allontanato dalla classe per insubordinazione; se del caso; si
chiede l’immediato intervento del preside, o si faccia un’annotazione
sul registro di classe. [...]
Alle alunne è fatto obbligo presentarsi a Scuola con un grembiule nero;
tale indumento si consiglia anche alle Insegnanti durante la loro permanenza
in classe.
Relazione finale Anno Scolastico 1963-64 (Ginnasio)
Attività parascolastiche
12 settembre Presidi e professori intervengono ai funerali di 2 soldati del
6° Alpini periti nell’adempimento del loro dovere durante le operazioni di
repressione del terrorismo.
Verbale del 25 novembre 1966 (Ginnasio)
Il giorno 25 gennaio 1966 alle ore 16 ha avuto luogo nell’ufficio della
Presidenza la prima seduta ordinaria dell’anno Scolastico 1966-67 [...]
La preside [...] legge la lettera del Provveditorato agli Studi di Bolzano
[...] nella quale è contenuta la seguente comunicazione: “Il ministero
della Pubblica istruzione, con telegramma n. 3222 del 9/9/1966 comunica
che con provvedimento in corso è istituito in codesta città, con decorezzenza
dal 1 ottobre 1966 un liceo classico in lingua italiana con sviluppo graduale
iniziando dalla 1 classe.”
Verbale del 13 giugno 1969 (Ginnasio)
Il giorno 113 giugno 1969 alle ore 16 ha avuto luogo nell’ufficio della
Presidenza la sesta seduta ordinaria dell’anno Scolastico 1968-69 [...]
Il preside [...] notifica che, giusta le nuove disposizioni,, sono aboliti gli
esami di ammissione al liceo classico e che pertanto gli alunni della classe
quinta potranno accedere alla classe prima liceale semplicemente per effetto
dei voti riportati allo scrutinio finale.
50 storiae
I Presidi del Ginnasio Liceo di Brunico
1923-24: dr. Guido Fogolari
1924-25: prof. Luigi Valandro
1925-26: prof. Luigi Valandro
1926-27: prof. Luigi Valandro
1927-28: prof. Luigi Valandro sostituito dal prof. Giuseppe Fornari
1928-29: prof. Luigi Valandro
1929-30: prof. Luigi Valandro
1930-31: dott. Giuseppe Fornari, preside dal 25 gennaio 1931, sostituisce il
preside Valandro, deceduto nel dicembre 1930.
1931-32: dott. prof. Giuseppe Fornari
1932-33: prof. Giovanni Zanetti
1936-37: prof. Giovanni Zanetti / prof. Pecoraro (insegnante di matematica)
Zanetti è trasferito al Liceo ginnasio di Gorizia
1937-38: prof. Luigi Pecoraro
1938-39: prof. Sergio Cammelli, insegnante di materie letterarie
1939-40: prof. Domenico Pandini (già incaricato dal 1937-38, prende servizio
effettivo nel gennaio 1939) fino al 30/9/1964
1964-65: prof.ssa Giovanna Pandini fino al 31/8/1996
1996-97: prof. Carlo Gallesi fino al 31/8/1997
1997-98: prof.ssa Caterina Sommella fino al 31/8/1998
1998-99: prof. Renzo Roncat fino al 31/8/1999
1999-2001: prof. Roberto Chistè fino al 31/8/2001
Dal 2001-2002: Dirigente scolastico, prof. Tullio Lott
Gli ultimi decenni del Novecento sono segnati da mutamenti
profondi nell’assetto della scuola superiore: gli organi
collegiali, la partecipazione studentesca, le riforme dei
programmi, l’autonomia scolastica e – per concludere – la
razionalizzazione che porta alla nascita degli Istituti
Pluricomprensivi. Il Liceo di Brunico prende parte attiva a
queste trasformazioni, magari anche soffrendone un po’.
Ottanta anni sono molti: ci consentono uno sguardo di lunga
durata e ci conducono nel nuovo millennio; ci fanno cogliere
Verbale del 6 settembre 1969 (Ginnasio)
Il giorno 6 settembre 1969 alle ore 10 ha avuto luogo nell’ufficio di
Presidenza l’ottava seduta ordinaria dell’anno scolastico 1968-69 per
l’assegnazione definitiva dei voti agli alunni che nella sessione autunnale
hanno sostenuto prove di riparazione alla classe successiva. [...]
La preside informa che tutti e cinque alunni componenti laq scolaresca
della classe terza liceale hanno sostenuto nella scorsa sessione estiva gli
esami di maturità classica e che tutti cinque sono stati dichiarati maturi;
aggiunge che ciò è motivo di legittima soddisfazione, perchè trattasi dei
primi allievi che hanno compiuto l’intero ciclo di studi classici nel Ginnasio
e successivamente nel Liceo di Brunico di recentissima istituzione.
Verbale del 26 Novembre 1972 (Ginnasio)
Il giorno 26 novembre 1972 alle ore 15 ha avuto luogo nell’ufficio di
Presidenza la prima seduta ordinaria dell’anno scolastico 1971-
72.Argomento in oggetto: funzionamento della Scuola. [...]
La preside raccomanda agli insegnanti di collaborare al mantenimento della
disciplina: i ragazzi devono essere abituati al rispetto dell’autorità, anche
senza che questa venga fatta pesare; ribadisce il divieto per i professori di
fumare in classe e fa appello al loro senso di responsabilità perchè ognuno
faccia opera di persuasione tra i giovani onde distoglierli dal desiderio, se
non già dall’abitudine di fumare.
Verbale del 14 Novembre 1972 (Ginnasio)
Il giorno 14 novembre 1972 con inizio alle ore 15 ha avuto luogo nell’ufficio
di Presidenza la prima seduta ordinaria dell’anno scolastico 1972-73, per
la trattazione del seguente oggetto funzionamento della Scuola [...]
Il prof. Cattani si fa portavoce di due richieste: lo spostamento della
ricreazione dalle ore 10 alle 11 e il permesso per gli alunni della classe
terza liceo di uscire dall’edificio scolastico durante il predetto intervallo
di ricreazione. [...] Alla seconda richiesta la risposta è senz’altro e
concordemente negativa, in quanto la responsabilità dell’integrità fisica e
morale degli alunni grava sulla Scuola per tutta la durata delle lezioni;
permettendo ai ragazzi di uscire senza possibilità di un controllo, si verrebbe
meno ad uno dei principali doveri del personale insegnante.
1974-75
anche quegli impercettibili cambiamenti che hanno
permesso alla scuola di sopravvivere a guerre e conflitti. Le
immagini degli studenti delle classi di maturità degli ultimi
trent’anni danno il senso profondo del lavoro di generazioni
di presidi, insegnanti, personale amministrativo, funzionari
che hanno promosso la formazione culturale e umana anche
a Brunico, che un tempo era un piccolo centro e oggi è una
cittadina ricca e vivace culturalmente.
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