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Etna Il Vulcano - Liceo Scientifico Galilei

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La classe 5 H presenta …<br />

<strong>Etna</strong> <strong>Il</strong> <strong>Vulcano</strong><br />

Itinerari naturalistici “E’ veramente<br />

spettacolo orrendo<br />

e che suscita non<br />

poca meraviglia<br />

vedere l’<strong>Etna</strong><br />

bianca bianca per per le le nevi nevi<br />

emettere globi di<br />

fiamme e<br />

vomitare fiumi<br />

di fuoco”.<br />

Filoteo degli<br />

Omodei.<br />

Un altro tipo di attività da parte dell’<strong>Etna</strong> è stata l’attività fissurale che ha<br />

caratterizzato i primi 400.000 anni della sua formazione e che ha dato vita ai<br />

famosi Faraglioni di Acitrezza , costituiti da basalti colonnari e alla struttura<br />

sottostante il castello di Aci costituita da lave a pillow o a cuscino. I primi si<br />

sono formati attraverso un raffreddamento molto lento della lava e di<br />

conseguenza hanno una struttura molto odierna, da cui deriva la loro<br />

denominazione a “canne d’organo”. La seconda struttura, invece, si è formata<br />

attraverso delle colate laviche sottomarine, chiamate “ialoclastidi”; inoltre<br />

presentano una struttura vetrosa caratteristica di un raffreddamento molto<br />

veloce e di una pressione da parte dell’acqua molto elevata.<br />

Genesi dell’<strong>Etna</strong><br />

• L’ <strong>Etna</strong>,attualmente,è il vulcano attivo<br />

più alto d’Europa con i suoi 3342 mt<br />

d’altezza. Questo edificio vulcanico è<br />

abbastanza “recente” infatti, secondo gli<br />

studiosi, risale al Quaternario, quindi<br />

circa 600000 anni fa. La struttura<br />

vulcanica che oggi noi conosciamo nel<br />

corso del tempo ha subito moltissime<br />

modifiche, a causa delle attività di tipo<br />

effusivo ff ed d esplosivo l che h si sono<br />

susseguite. La fase iniziale della<br />

formazione ha inizio con un’attività<br />

sottomarina, in un golfo che<br />

geograficamente si trovava dove adesso<br />

è collocato l’<strong>Etna</strong>. Le successive attività<br />

hanno dato vita al <strong>Vulcano</strong> di Calanna, al<br />

Trifoglietto I e al Trifoglietto II: tutti<br />

edifici vulcanici che sono andati distrutti<br />

a seguito di un’attività di tipo esplosiva<br />

che ha dato vita ad un enorme caldera,<br />

la Valle del Bove, ancora oggi visibile sul<br />

fianco orientale del vulcano.<br />

La Valle del Bove<br />

La valle del Bove è una vastissima conca (37km di superficie) che si apre sul versante<br />

orientale della montagna interrompendone la forma pressoché conica.<br />

<strong>Il</strong> nome “valle” non le si addice; sembra piuttosto un acrocoro, chiuso per tre lati ed<br />

avente pareti ripide o ripidissime, che, in alcuni punti, toccano l’altezza di 1200m.<br />

L’origine della valle è controversa. Secondo alcuni studiosi essa sarebbe una<br />

caldera derivata dallo sprofondamento del Trifoglietto. Secondo altri la sua<br />

nascita dovrebbe essere stata prodotta dalla tettonica gravitazionale<br />

collegata alla presenza della Scarpata Ibleo‐Maltese Ibleo Maltese che interessa tutta la<br />

costa orientale della Sicilia.<br />

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1


Come si formano le grotte di<br />

scorrimento lavico?<br />

• Le grotte di scorrimento lavico si formano quando la lava, a contatto con<br />

l’atmosfera, costituisce una pellicola plastica esterna che viene trascinata<br />

dalla massa fluida sottostante. Procedendo, il processo di raffreddamento,<br />

la pellicola si inspessisce fino a formare dei lastroni disgiunti gli uni dagli<br />

altri altri. <strong>Il</strong> processo continua fino a quando i lastroni vanno a formare delle<br />

volte all’interno delle quali continua a fluire la lava. Quando termina<br />

l’alimentazione a monte, sotto l’azione della forza di gravità, i tunnel si<br />

svuotano e rimane soltanto la galleria vuota. A causa del lento<br />

raffreddamento , la parte interna di questi tunnel è costituita da diversi<br />

piani di stazionamento che sono tanto più spessi tanto più tempo la massa<br />

impiega a stazionare in un determinato livello.<br />

All’interno della grotta è possibile osservare diversi speleotemi:<br />

• STALATTITI DA RIFUSIONE si formano a causa dell’azione dei gas che,<br />

trovandosi nella parte sommitale della grotta, una volta raggiunte le alte temperature ,<br />

si incendiano e rifondono la volta formatasi precedentemente, portando alla<br />

formazione di strutture simili a stalattiti.<br />

• BLISTER ( bolle di gas) e CANNULE.<br />

Dalla “Montagnola”…<br />

• Nella zona di arrivo della funivia, a circa 2500m,<br />

si trova la montagnola. Da qui possiamo vedere<br />

diverse bocche eruttive che hanno dato vita a<br />

alcune delle più importanti eruzioni etnee. I coni<br />

più evidenti sono i crateri silvestri<br />

superiori,facilmente visitabili insieme agli<br />

inferiori,a circa 1900m, che hanno eruttato nel<br />

1892.<br />

Grotta Cassone<br />

Una particolarità del monte <strong>Etna</strong> è<br />

quella della presenza di grotte di<br />

scorrimento lavico, quali la grotta<br />

Cassone, che si trova lungo la<br />

strada per Zafferana, lunga 270m.<br />

Oltre a questi notiamo la bocca<br />

eruttiva del 2001‐2002, il monte<br />

Escrivà, in onore del fondatore<br />

dell’Opus Dei Josemaria Escrivà.<br />

Da lì sono ben visibili anche il cratere<br />

sud est, che è spesso protagonista di<br />

eruzioni, e il cratere centrale.<br />

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Monte Nero degli Zappini<br />

• Localizzato nel versante sud dell’<strong>Etna</strong>, a pochi chilometri dai<br />

crateri sommitali, è il primo sentiero‐natura realizzato nel<br />

Parco. Esso prende il nome da un particolare tipo di pino, il<br />

PINO LARICIO o zappino, specie endemica caratterizzata da<br />

pigne molto piccole e pinoli altrettanto piccoli e velenosi.<br />

• <strong>Il</strong> sentiero è caratterizzato dalla presenza di una particolare<br />

tipologia di pino chiamato “pino laricio” o “zappino”. E’<br />

una pianta , quasi endemica, che troviamo sull’<strong>Etna</strong> ma<br />

anche in altre due regioni: Corsica e Calabria. E‘ una specie<br />

che produce pigne molto piccole e pinoli anch anch’essi essi piccoli e<br />

non commestibili.<br />

La Flora dell’<strong>Etna</strong><br />

• Frumento selvatico: genere festuga e boa che sono delle granaglie.<br />

Danno nutrimento a molti animali presenti in quest’area.<br />

• Carlina: la parte verde veniva utilizzata x combattere la peste. Da<br />

Carlo magno.<br />

• Betulla Aetnensis: tronco chiaro. Specie endemica dell’<strong>Etna</strong> perché<br />

è diversa da quella delle altre zone. Vive in una nicchia a nord di<br />

rifugio if i citelli it lli piano i PProvenzano. È un relitto litt dell’ultima d ll’ lti era glaciale. l i l<br />

• Romice: molto ricca di acqua veniva utilizzata per produrre il vino<br />

attraverso una miscela con il miele.<br />

• Spino santo: specie endemica. Tipico basso cespuglio che vive nella<br />

fascia di vegetazione alto‐montana e oro‐mediterranea dell’<strong>Etna</strong>,<br />

dove assume una forma a cuscino.<br />

• Salacinto: deriva dal termine “salaceto” “vita eterna”.<br />

F<br />

L<br />

O<br />

R<br />

A<br />

04/07/2012<br />

Accedendo dal pianoro ad ovest di Monte Vetore nei<br />

Pressi del Grande Albergo dell’<strong>Etna</strong>, <strong>Il</strong> sentiero si<br />

sviluppa per intero all’interno del demanio forestale e<br />

offre una sintesi di alcuni dei più interessanti ambienti<br />

naturali della zona: campi lavici antichi e recenti,<br />

hornitos, formazioni boschive naturali e artificiali, pini<br />

isolati di eccezionale imponenza e bellezza; raggiunge il<br />

Giardino botanico “Nuova Gussonea”, fra i più estesi e<br />

importanti che si conoscano. Da qui, percorrendo una<br />

strada asfaltata, si ritorna al punto di partenza. Invece<br />

che proseguire per la strada asfaltata si può percorrere la<br />

pista che conduce al vivaio e, camminando all’ombra, si<br />

può osservare il cambio di vegetazione dal Pino al<br />

Castagno e alla Rovella.<br />

Lungo il sentiero dei pilieri in pietra lavica con<br />

sovrimpressi i numeri da 1 a 11 segnalano i Punti di<br />

Osservazione con caratteristiche particolari particolari.<br />

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La Fauna dell’<strong>Etna</strong><br />

Animale Gestazione Prole<br />

Coniglio selvatico 90 giorni Da 3 a 5<br />

Lepre 44/45 giorni Da 1 a 2<br />

Volpe 46/47 giorni Da 2 a 4<br />

Gatto selvatico 60 giorni Da 2 a 3<br />

• Inoltre …<br />

UCCELLI<br />

•Falco<br />

•Aquila reale<br />

•Allocco<br />

•Assiolo o Chiù<br />

•Civetta<br />

•Gufo comune<br />

MAMMIFERI<br />

•Gatto selvatico<br />

•Donnola<br />

•Furetto<br />

•Martora<br />

•Volpe<br />

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F<br />

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N<br />

A<br />

4


Visita d’istruzione sull’<strong>Etna</strong><br />

3 Novembre 2011<br />

Armando Mingiardi<br />

Cristina Di Pasquale<br />

Evelina Moliteo<br />

Giorgio Iuculano<br />

Martina Mastroeni<br />

classe 5H<br />

04/07/2012<br />

5

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