LATINITA' O EUROPA: - Latinitas or Europa
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LATINITA’ O <strong>EUROPA</strong>:<br />
dal presente al passato, dal passato al presente<br />
Liceo Scientifico Statale “Ugo M<strong>or</strong>in” Classe IA<br />
Gruppo n° 8 : la religione dei Celti.<br />
Alda Di Bernardo<br />
Claudia Gasparrini<br />
Alessio Crepaldi<br />
Enrico Col<strong>or</strong>io<br />
LATINITA’ O <strong>EUROPA</strong>:<br />
dal presente al passato, dal passato al presente<br />
I DRUIDI<br />
la religione dei Celti.<br />
•Quali analogie con le religioni greca , romana e cristiana?<br />
•La tradizione narra che Eracle, eroe ellenico, giunto in Gallia, fondò Alesia.<br />
Dall’unione con una principessa locale, nacque Galates, che salito al trono
diede il nome al suo popolo: Galati o Galli. Questo dimostra il f<strong>or</strong>te legame tra<br />
Oriente e Occidente(Gallia e India).<br />
PRINCIPI DELLA RELIGIONE<br />
•La religione celtica si basa su concetti molto semplici: la reincarnazione della<br />
vita, la resurrezione, la rigenerazione, l’am<strong>or</strong>e per la natura e la sacralità di<br />
alcune piante. Gli alberi erano il tramite con il firmamento, att<strong>or</strong>no ad ogni<br />
villaggio c’erano dei boschi sacri (drynemeton) dove si eseguivano i riti dai<br />
druidi. Il santuario Celtico, afferma la tradizione, può essere dappertutto e in<br />
nessun luogo, perché il centro del mondo è ovunque l'uomo sappia entrare in<br />
relazione con il tutto.<br />
•REINCARNAZIONE per questo si amava la natura, perché si poteva<br />
rinascere in altre f<strong>or</strong>me di vita<br />
•RESURREZIONE indica una continuità della vita ai danni della limitatezza<br />
della m<strong>or</strong>te<br />
•RIGENERAZIONE il celtico non si preoccupava di m<strong>or</strong>ire in battaglia, tanto<br />
poi ris<strong>or</strong>geva. A simboleggiare questo concetto c’era la Croce Celtica.<br />
SIMBOLI<br />
•Di croci Celtiche ne esistono diverse<br />
varianti, ma tutte simboleggiano il<br />
mistero del centro, sono costituite da<br />
un cerchio e da una croce. Il cerchio<br />
contiene, non ha inizio né una fine e<br />
non ha direzione, mentre la croce ha un<br />
moto che si espande verso l'esterno a<br />
partire da un singolo punto centrale.<br />
Essa è diffusione, emanazione, ma<br />
anche riunione e sintesi, è f<strong>or</strong>se il più<br />
completo simbolo, il più universale, che<br />
praticamente tutte le civiltà hanno<br />
adottato nel proprio patrimonio<br />
simbolico. Una leggenda narra di come<br />
San Patrizio creò la prima Croce Celtica.<br />
•Egli stava predicando di Fronte ad una<br />
Pietra Sacra delimitata da un cerchio,<br />
durante la sua opera di conversione,<br />
quando tracciò all'interno del cerchio<br />
sacro una croce latina e benedì la<br />
pietra, creando così la prima Croce<br />
celtica. Ovviamente questa leggenda<br />
non deve essere interpretata<br />
letteralmente ma piuttosto va inserita<br />
nell'opera del Cristianesimo celtico di<br />
utilizzare simboli e idee già presenti
nella cultura locale. Tuttavia va<br />
ric<strong>or</strong>dato che la Croce Celtica non<br />
divenne un simbolo comunemente<br />
usato da cristiani fino almeno al IV<br />
secolo.<br />
Esistono dei simboli che possono essere considerati i predecess<strong>or</strong>i di questo<br />
tipo di croce. Uno di questi è il "Chi-Rho" (così chiamato perché f<strong>or</strong>mato dalle<br />
due lettere dell'alfabeto greco che compongono il monogramma del nome di<br />
Cristo), un simbolo comune nella cristianità dell'Impero Romano del IV secolo.<br />
•Il crisma fu utilizzato anche come emblema da Costantino, oltre che come<br />
insegna militare e simbolo di vitt<strong>or</strong>ia (di conseguenza interpretato come<br />
vitt<strong>or</strong>ia di Cristo). La croce latina compare in senso al crisma stesso ma<br />
conserva in alto l'anello che ric<strong>or</strong>da la P (rho) e costringe a rilevare nell'incrocio<br />
l'antica X (chi) raddrizzata.<br />
•Att<strong>or</strong>no ad ogni villaggio c’erano zone ritenute sacre per svolgere cerimonie,<br />
presiedute da druidi, e sacrificare alberi e animali: agli dei si sacrificava tutto,<br />
sia il simbolo della fertilità che la vita stessa.<br />
•I Celti non credevano nel peccato, quindi la l<strong>or</strong>o m<strong>or</strong>ale era molto semplice.<br />
•Collezionavano le teste dei nemici e il l<strong>or</strong>o cervello per accrescere la l<strong>or</strong>o<br />
fama, sia perché quando il nemico fosse rinato lo avrebbe fatto senza testa,<br />
quindi più debole.<br />
•La donna rappresentava il c<strong>or</strong>aggio e la<br />
fertilità che si ricollega alla rigenerazione
della vita: esisteva una f<strong>or</strong>te venerazione<br />
per la madre. Non è escluso che esistessero<br />
druidesse. Ci è tramandato dalle fonti<br />
classiche che nell’Isola di Môn (Anglesey) si<br />
sono trovati resti di druidi anche di sesso<br />
femminile.<br />
•E’ molto difficile al gi<strong>or</strong>no d'oggi ricostruire<br />
con un certo rig<strong>or</strong>e scientifico il c<strong>or</strong>pus<br />
dottrinale, mistico, magico e l'insieme di<br />
conoscenze scientifiche e tradizionali<br />
possedute dagli antichi Druidi.<br />
•Essi, infatti, non ci hanno trasmesso nulla di codificato, e la quasi totalità della<br />
l<strong>or</strong>o dottrina è andata perduta con la m<strong>or</strong>te dell'ultimo di essi. Tuttavia,<br />
attraverso una cauta analisi di un certo numero di fonti indirette (romane e<br />
greche) o tardive (che si riducono a qualche cenno nei manoscritti di età<br />
cristiana), aiutandosi anche con elementi del folkl<strong>or</strong>e n<strong>or</strong>deuropeo<br />
sopravvissuti nei secoli, si è riusciti, negli ultimi due secoli, a dipingere un<br />
quadro generale, a dire il vero piuttosto vago, ma comunque estremamente<br />
interessante. Quello che la maggi<strong>or</strong> parte delle persone conoscono sui druidi si<br />
ricava dalle fonti degli st<strong>or</strong>ici greci, latini o da Giulio Cesare. Esistono però<br />
degli scritti gallesi come il Brut, scritto in gaelo antico che f<strong>or</strong>niscono<br />
inf<strong>or</strong>mazioni preziose. Le altre varie fonti che trattano l'antica religione celtica<br />
sono a volte imprecise, questo è dovuto al fatto che per molti secoli gli stessi<br />
Druidi non hanno lasciato nulla di scritto per un divieto religioso assoluto di<br />
farlo.<br />
SOCIETA’<br />
Nella società celtica il potere politico, detenuto saldamente dal Re, aveva<br />
<strong>or</strong>igine sacrale: il sovrano era anche l’incarnazione di un simbolo solare, la cui<br />
f<strong>or</strong>za e virtù dovevano procurare alla Tuath il fav<strong>or</strong>e degli dei, la vitt<strong>or</strong>ia in<br />
battaglia e l’abbondanza dei raccolti. Proprio per questo motivo era compito<br />
della classe druidica insignire il nuovo Re, all<strong>or</strong>ché il precedente m<strong>or</strong>iva o non<br />
poteva più guidare la tribù (si noti che questo avveniva anche in seguito ad<br />
una mutilazione o menomazione di qualsiasi tipo: il Re, in quanto simbolo<br />
vivente del suo popolo, doveva essere perfetto nel c<strong>or</strong>po e nello spirito, in caso<br />
contrario avrebbe attirato sul suo popolo lo sfav<strong>or</strong>e dell’Annwyn).
•Oltre a questa determinante funzione di nomina del Re, la classe druidica<br />
esercitava un controllo politico f<strong>or</strong>te, benché velato: in primo luogo deteneva il<br />
potere legislativo e giudiziario; in secondo luogo era la depositaria ufficiale di<br />
tutto il sapere e provvedeva essa stessa all’educazione dei giovani e di quanti<br />
volessero entrare nel sacerdozio; ma soprattutto aveva (nella persona del<br />
Capo Druido) fondamentali funzioni consultive.<br />
•Riassumendo, si potrebbe schematicamente dire che il Druido era tenuto a<br />
consigliare il Re per il meglio (aveva la prerogativa di parlare prima del Re), ed<br />
il Sovrano aveva il dovere di tenerne in grande considerazione i<br />
pronunciamenti, onde non perdere il fav<strong>or</strong>e dell’Annwyn (parola che designa<br />
genericamente l’Aldilà, includendo gli spiriti, le anime dei defunti, le f<strong>or</strong>ze<br />
magiche e naturali, le entità divine o semidivine...in poche parole, l’Occulto).<br />
Tale fav<strong>or</strong>e sussisteva proprio in virtù di un giusto equilibrio fra l’uomo e la<br />
natura, fra la Terra e l’Aldilà, che era compito dei druidi mantenere, anche<br />
attraverso l’esercizio di rituali e cerimonie particolari.<br />
CHI ERANO I DRUIDI ALL’INTERNO DELLA SOCIETA’ CELTICA?<br />
•Essi erano sacerdoti, guarit<strong>or</strong>i, veggenti, giudici, consiglieri del re, medici e<br />
molto altro anc<strong>or</strong>a. Un re non dichiarava mai guerra ad un altro re se non dopo<br />
il beneplacito del Druida anziano. Officianti, sacrificat<strong>or</strong>i, e aruspici durante le<br />
cerimonie sacre, maghi, poeti, rappresentando la vera mem<strong>or</strong>ia st<strong>or</strong>ica di un<br />
popolo che non utilizzava di fatto la scrittura. I Druidi erano un'espressione<br />
viva e vitale della società celtica primitiva, legati a filo doppio con quella<br />
particolare struttura sociale, e con lo spegnersi degli stati celtici indipendenti<br />
furono condannati a scomparire.<br />
•La parola celtica era probabilmente dru-vis (dru=molto e wis=sapiente).I<br />
druidi erano perciò i custodi del sapere, e att<strong>or</strong>no a l<strong>or</strong>o ruotava l’intera vita<br />
del popolo. Esistevano vari tipi di druidi specializzati:<br />
•FILIDH: si occupava di profezie e riti divinat<strong>or</strong>i<br />
•BRITHEM: spettava a l<strong>or</strong>o il potere giuridico, erano cioè magistrati che<br />
interpretano e applicano la complessa legislatura trasmessa <strong>or</strong>almente.<br />
•SENCHA: druido specializzato che svolge la funzione di st<strong>or</strong>ico ed è incaricato<br />
a tramandare la mem<strong>or</strong>ia collettiva di una società che si basava sull’<strong>or</strong>alità.<br />
•GUTUATER: l’invocat<strong>or</strong>e, colui al quale spettava il compito di lanciare<br />
maledizioni e benedizioni e di evocare gli spiriti attraverso il canto magico.<br />
•SCELAIGE: esperto matematico<br />
•DOGBAIRE: grande conoscit<strong>or</strong>e di erbe inebrianti e allucinogene.<br />
•LIAIG: preparato medico in grado di combinare i rimedi magici a quelli<br />
scientifici, come la chirurgia e alle piante curative.<br />
•ATHEBERT: si occupava dei sacrifici e delle divinazioni ad essi connessi
•Diversi druidi avevano anche doti di VATI, come dimostrano anche molti testi<br />
mitologici in cui essi compiono predizioni a volte ottenute con il sacrificio<br />
rituale degli animali e a volte derivate da una s<strong>or</strong>ta di conoscenza “superi<strong>or</strong>e”.<br />
•Così come il Druido era il depositario della Sapienza, della Legge e della<br />
Magia, il Bardo era il custode delle Tradizioni, della St<strong>or</strong>ia, delle Leggende, in<br />
una parola dell'identità culturale del suo popolo; tutto ciò veniva affidato alla<br />
sua mem<strong>or</strong>ia attraverso canti e ballate in metrica e in rima, che nel complesso<br />
f<strong>or</strong>mavano un c<strong>or</strong>pus poetico di dimensioni impressionanti, monumentali; oltre<br />
a ciò il Bardo era l'aut<strong>or</strong>ità inappellabile nel risolvere le questioni dinastiche, e<br />
si ritiene che fosse in grado di recitare l'intera genealogia di qualunque<br />
guerriero fino almeno alla nona generazione.<br />
•I druidi spesso si recavano in guerra di l<strong>or</strong>o volontà. Durante uno scontro,<br />
ogni druida e bardo (cant<strong>or</strong>e di gesta) godeva di totale immunità, tanto da<br />
potersi aggirare per il campo di battaglia liberamente senza che nessuno<br />
potesse fargli del male, in parte anche per il suo compito di st<strong>or</strong>ico. Questo<br />
speciale salvacondotto non veniva a cadere nemmeno nel caso che un druida<br />
decidesse di schierarsi con una delle sue parti, o esasperasse un guerriero in<br />
modo eccessivo: Cu Chulainn trova la m<strong>or</strong>te per aver ucciso un druido,<br />
infrangendo così un divieto. Cu Culainn era figlio di una fanciulla m<strong>or</strong>tale,<br />
Dectera, scomparsa nel nulla per 3 anni insieme con le sue 50 ancelle, e del<br />
dio del cielo Lugh.<br />
LUOGHI SACRI<br />
" C'era un bosco sacro, mai profanato da tempo immem<strong>or</strong>abile, che sotto la<br />
volta dei suoi rami racchiudeva un'aria tenebrosa e gelide ombre, facendo<br />
schermo in alto ai raggi del sole. Non Pani agresti e Silvani, sign<strong>or</strong>i delle selve,<br />
e Ninfe lo abitavano, ma vi erano celebrate cerimonie di barbari riti: vi si<br />
ergevano sinistri altari e durante i sacrifici il sangue umano sprizzava su ogni<br />
pianta.<br />
Se un po' di fede merita l'antichità, che ha provato lo stup<strong>or</strong>e per il divino,<br />
persino gli uccelli avevano paura di posarsi su quei rami e le fiere di sdraiarsi in<br />
quella selva; neppure il vento o la folg<strong>or</strong>e che piombava dalle fosche nubi si<br />
abbattevano su di essa e le fronde degli alberi avevano un brivido tutto l<strong>or</strong>o,<br />
senza che il vento le scuotesse. Acque abbondanti cadevano da cupe s<strong>or</strong>genti e<br />
le lugubri statue degli dèi erano prive d'arte, ricavate rozzamente da tronchi<br />
intagliati .<br />
E si narrava che spesso muggivano per i terremoti le profondità delle caverne,<br />
si<br />
risollevavano i tassi abbattuti e si vedevano bagli<strong>or</strong>i nelle selve, senza che vi<br />
fossero incendi, e che draghi striscianti si avviticchiavano ai tronchi. Le genti<br />
non si radunavano in quel luogo per celebrarvi il culto, ma lo avevano lasciato<br />
agli dèi. Quando Febo è a metà del suo c<strong>or</strong>so o in cielo si stendono le tenebre
della notte, neppure il sacerdote osa addentrarvisi per paura di vedersi<br />
improvvisamente davanti il sign<strong>or</strong>e del bosco." (III, 400-425).<br />
Questo è quanto scrisse Lucano a proposito dei luoghi sacri. I Celti avevano<br />
dei santuari, chiamati “nemeton” (indica il “sacro” derivante dal nome di un<br />
personaggio epico: Nemed) ed erano radure nelle f<strong>or</strong>este, spiazzi di erba nei<br />
querceti sacri ma mai templi o statue come Lucano ci descrisse; probabilmente<br />
si trattava solo ceppi lignei. In genere, però, i druidi potevano officiare<br />
ovunque, non solo nei santuari, poiché la l<strong>or</strong>o magia era quella della terra e si<br />
trovava in qualsiasi luogo.<br />
E’ imp<strong>or</strong>tante specificare che i dolmen, i menhir non furono opera dei celti.<br />
Infatti le imponenti strutture sono state attribuite alla precedente società<br />
megalitica, che si sviluppò circa 3000 anni prima dei Gaeli. Vennero adottati<br />
dai celti come luoghi di culto, per rappresentare la continuità tra l’uomo ed il<br />
firmamento.<br />
MITOLOGIA<br />
Nella mitologia celtica non vi è una netta distinzione tra divinità ed esseri<br />
umani infatti molti eroi hanno caratteristiche umane e spesso alcuni dei sono<br />
trasf<strong>or</strong>mazioni di figure umane. Il processo di divinizzazione degli eroi è molto<br />
comune, basti pensare al mito dei Tuathà De Danànn, abitanti dell’isola che,<br />
con l’arrivo dei Gaeli,, “scomparirono”, diventando un popolo fatato e<br />
semidivino. Naturalmente l’ipotesi che siano svaniti non è da scartare, ma<br />
esistono molte altre credenze. Secondo alcuni i Tuathà De Danànn indicano in<br />
realtà un unico dio dalle mille caratteristiche , che presiedeva ogni aspetto<br />
della vita,altri insistono sulle l<strong>or</strong>o <strong>or</strong>igini umane e sulla l<strong>or</strong>o trasf<strong>or</strong>mazioni in<br />
esseri appartenenti ad un livello superi<strong>or</strong>e, aventi quindi privilegi maggi<strong>or</strong>i dei<br />
nostri.
Le divinità principali sono:<br />
Arawn: Re dell'Annwn (il mondo inferi<strong>or</strong>e) e guardiano dei luoghi pericolosi.<br />
Tramite questo dio potrete avere accesso alla saggezza degli antenati.<br />
Arianrhod: Per i celti il Caer Arianrhod (castello di Arianrhod) era la C<strong>or</strong>ona<br />
B<strong>or</strong>ealis, e il suo nome significa ruota d'argento. E' connessa al cielo, al mondo<br />
superi<strong>or</strong>e dove vive nel suo castello a spirale. Maga, iniziatrice e sign<strong>or</strong>a del<br />
destino. Dea della luna piena, e' la potente figlia della Dea Madre Danu.<br />
Simbolo di ispirazione e divinazione.<br />
Badb: C<strong>or</strong>nacchia. In questa f<strong>or</strong>ma appare durante le battaglie. Con Macha e<br />
Nemain f<strong>or</strong>ma la triade chiamata M<strong>or</strong>rigan. Simbolo di m<strong>or</strong>te e rinascita.<br />
Bal<strong>or</strong>: Figura mitologica Irlandese, veniva usato come spauracchio per i<br />
bambini ed era raffigurato con un occhio sulla fronte ed uno sulla nuca.<br />
Belatucadro: Antica divinità della Gran Bretagna.<br />
Belatucadro: Antica divinità della Gran Bretagna.<br />
Belenos: Splendente, luminoso. Dio della medicina. La festa di Beltane (primo<br />
maggio) si teneva in suo on<strong>or</strong>e.<br />
Blodeuwedd: Nata dai fi<strong>or</strong>i. Fu creata da Gwyddyon e Math per essere la sposa<br />
di Llew Llaw Gyffes. Nel suo aspetto di gufo protegge il mondo naturale.<br />
Bran: C<strong>or</strong>vo. Dio dell'ispirazione e protett<strong>or</strong>e dei bardi. Possiede la saggezza<br />
ancestrale<br />
Brighid: Più alta. Dea della cultura, dell'inspirazione e della guarigione. Imbolc<br />
(primo febbraio) era la sua festa.<br />
Cerridwen: P<strong>or</strong>ta divina, il passaggio attraverso il quale raggiungere l'OIW (o il<br />
Dio supremo). E' la Dea del calderone della saggezza da cui lo sciamano dovrà<br />
bere. Simbolo della natura, vita, m<strong>or</strong>te, energia, iniziazione e ispirazione.<br />
Cernunnos: Il dio c<strong>or</strong>nuto, sign<strong>or</strong>e degli animali. Simbolo di f<strong>or</strong>za, potere e<br />
trasf<strong>or</strong>mazione. Viene rappresentato seduto a gambe incrociate con una<br />
serpente nella mano sinistra (la terra) e un t<strong>or</strong>que in quella destra (il cielo, lo<br />
spirito). Indossa anche c<strong>or</strong>na di cervo (l'illuminazione). Si pensa che<br />
rappresenti lo sciamano al lav<strong>or</strong>o.<br />
Dagda: detto anche Eochaid Ollathir o grande padre, padre di tutti. E' il Dio<br />
druido dell'abbondanza, della scienza. della guerra, dell'eternita', del tempo<br />
cronologico e atmosferico, della magia e dei quattro elementi. Possiede il<br />
calderone dell'abbondanza, che può nutrire chiunque senza mai esaurirsi.<br />
Danu: Madre dei Tuatha de Danaan. Il suo nome significa conoscenza, acqua<br />
dei cieli.<br />
Fom<strong>or</strong>i: Divinità Celtiche dell'Irlanda, le principali sono Bal<strong>or</strong>, Elatha, Indech<br />
e Net. Venivano considerati come i primi abitat<strong>or</strong>i dell'Irlanda.<br />
Glain: Con questo nome i Celti chiamavano un uovo vermiglio, frutto di un<br />
serpente marino divino. Ogni primavera si celebrava un rito consistente nella<br />
ricerca dell'uovo sulla spiaggia.<br />
Gwyddyon: Saggezza divina. Dio della magia.
Hesus: Dio della guerra Celtico/Britannico, conosciuto anche dai Germani.<br />
Aveva la f<strong>or</strong>ma di cane.<br />
Lugh :Anche detto Salmidanach o dalle molte arti. Dio della luce e del cielo,<br />
della conoscenza e dell'ispirazione, protegge i poeti e le persone di talento.<br />
Macha: Dea della guerra, trasp<strong>or</strong>ta le anime dei m<strong>or</strong>ti. Con Nemain e Badb<br />
f<strong>or</strong>ma la triade M<strong>or</strong>rigan.<br />
Manannan : Dio del mare. Simbolo di saggezza, rinascita, e visione interi<strong>or</strong>e.<br />
Ha il potere di creare illusioni ed e' collegato al mondo inferi<strong>or</strong>e.<br />
Nuada: Re dei Tuatha de Danaan e possess<strong>or</strong>e della spada di Nuada. Perse una<br />
mano durante una battaglia, ma il Dio artigiano gliene costruì una in argento.<br />
Per<br />
questo e' anche conosciuto come mano d'argento.<br />
Ogma: Invent<strong>or</strong>e dell'alfabeto Ogham. Simbolo di saggezza, conoscenza e<br />
della scrittura.<br />
Fu l'eroe che lottò contro i Fom<strong>or</strong>i e veniva spesso identificato ad Ercole in<br />
quanto munito di clava e vestito di pelle di fiera.<br />
Rhiannon: E' la regina del mondo inferi<strong>or</strong>e, ma viaggia anche sulla terra in<br />
groppa al suo cavallo. Il suo nome più antico, Rigantona, significa grande<br />
regina. E' la Dea della terra sacra, dei cavalli e degli uccelli (messaggeri degli<br />
altri mondi).<br />
Tigernonos: E' il Dio celtico <strong>or</strong>iginario. Il suo nome significa Grande Re. E'<br />
un'ottima guida nei mondi ultraterreni.<br />
Molto imp<strong>or</strong>tante era anche la Dea Madre, simbolo della fecondità e<br />
dell’abbondanza, che occupa un ruolo centrale nella società antica. L’idea della<br />
figura madre-provvidenza è espressa in frequenti miti e leggende; la dea è<br />
spesso raffigurata in gruppi di tre circondati da frutta, pane o grano e una delle<br />
figure ha in braccio un bambino.<br />
DIVINITA’ GALLO-ROMANE<br />
Mercurius<br />
Il dio che i Galli venerano sopra ogni altro è Mercurius. Questa notizia potrà<br />
apparire strana a un cittadino romano, il quale ben sa che è a Iuppiter, il re<br />
degli dèi, che va tributato il culto supremo. Evidentemente non la pensano così<br />
i Galli, come testimoniò Cesare nei commentari delle sue campagne .<br />
L'immagine che questi barbari si fanno di Mercurius non differisce molto dalla<br />
nostra.
Anche in Gallia, Mercurius è il dio che indica il cammino ai viandanti, che li<br />
guida e li protegge lungo le strade, che si occupa dei commerci e delle attività<br />
finanziarie, il più abile ad assicurare buoni guadagni. Inoltre, è a Mercurius che<br />
i Galli attribuiscono l'invenzione di tutte le arti e le tecniche.<br />
A Mercurius i Galli innalzano il maggi<strong>or</strong> numero di monumenti, tale è la<br />
devozione che gli p<strong>or</strong>tano. Questo fatto fu notato da Cesare ai tempi delle sue<br />
campagne, ma anc<strong>or</strong>a ai nostri gi<strong>or</strong>ni, il viaggiat<strong>or</strong>e che attraversa la Gallia<br />
può vedere, lungo le strade, le molte statue e iscrizioni dedicate al dio dei<br />
viandanti e degli artigiani. Da quando furono romanizzati, i Galli hanno preso a<br />
rappresentare Mercuris secondo l'immagine classica: un giovane nudo e<br />
sbarbato, con il caduceo in pugno e in mano la b<strong>or</strong>sa per il denaro.<br />
Ma all'occ<strong>or</strong>renza si possono incontrare le immagini, assai diverse, di un<br />
Mercurius vestito secondo la foggia gallica, dal mento barbuto. Talvolta lo<br />
accompagnano degli animali: un gallo, una capra, una lucertola o una<br />
testuggine. Un greco potrà f<strong>or</strong>se riconoscere nella testuggine quella da cui il<br />
giovanissimo Hermes ricavò la prima lira, ma il gallo e la capra rimangono<br />
simboli del tutto estranei alle figurazioni classiche del dio.<br />
Altre volte accanto a Mercurius troviamo un Serpente Criocefalo, dalle c<strong>or</strong>na<br />
d'ariete.<br />
Iuppiter<br />
Non conosciamo con esattezza il nome dello Iuppiter gallico, ma molti pensano<br />
che sia Taranis, il Tonante.Taranis è il sign<strong>or</strong>e del tuono, il cui rimbombo è<br />
evocato dal suo stesso nome, e come tale gli ha potere tra le potenze del cielo.<br />
Da lui derivano le tempeste e il maltempo. Da lui viene la pioggia,app<strong>or</strong>tatrice<br />
di fertilità e di abbondanza.I Galli considerano Taranis un dio simile a Iuppiter,<br />
sign<strong>or</strong>e delle guerre e massimo degli dèi, ma pure simile ad un dio dell'oscurità<br />
e della m<strong>or</strong>te. Quando Taranis ha l'aspetto di Iuppiter, viene placato<br />
sacrificandogli vite umane con riti sanguinosi. Quando invece ha il secondo<br />
aspetto , le sue vittime sono bruciate vive dentro grandi tini di legno. Ma con la<br />
cristianizzazione delle Gallie, questi usi barbari sono in parte cessati, e i Galli<br />
hanno cominciato a sostituire, nei sacrifici, gli uomini con gli animali. Mars<br />
Col nome di Mars, dio classico della guerra, vennero identificate numerose<br />
divinità galliche, legate alla guerra, alla protezione delle tribù e dei singoli<br />
uomini, ma anche deputate alla guarigione e alle acque termali. Le più note<br />
delle divinità celtiche assimilate ad Mars furono Esus, Toutanis, Medros,<br />
Nodons.<br />
Apollo<br />
Le fonti letterarie, prima di tutte Cesare, trattano di un'imp<strong>or</strong>tante divinità<br />
gallica,che identificano con Apollo. Il suo compito è di cacciare la malattie.<br />
Ma anche qui, come nel caso di Mars, le fonti epigrafiche ed iconografiche non<br />
sembrano c<strong>or</strong>rispondere a una grande divinità specifica, bensì con una serie di
dèi min<strong>or</strong>i, legati alla luce e alle acque termali, e identificati via via con Apollo.<br />
Cesare fu colpito dal vasto culto che i Galli avevano di questo dio, che invece<br />
non spicca particolarmente tra le divinità romane Apollo infatti non è un dio<br />
che non appartiene al pantheon romano <strong>or</strong>iginario: i Romani lo avevano<br />
desunto dall'Aplu etrusco, e solo dall'epoca di Augusto il dio romano aveva<br />
assunto l'aspetto dell'Apollōn greco: una figura legata alla luce e alle arti,<br />
soprattutto musicali, ma allo stesso tempo un dio armato di frecce, feroce<br />
app<strong>or</strong>tat<strong>or</strong>e di pestilenze ed epidemie.<br />
L'Apollo che in Gallia i Romani identificarono in varie figure divine locali è<br />
quindi un personaggio quanto mai ambiguo. Esisteva infatti un ampio spettro<br />
di divinità diffuse in tutta la Gallia che gli aut<strong>or</strong>i classici non esitarono ad<br />
associare ad Apollo. Figure legate da un lato alla luce solare e al fuoco, e<br />
dall'altro alla cura delle malattie, soprattutto a opera delle acque delle s<strong>or</strong>genti<br />
termali.<br />
In Germania sono state rinvenute le fondamenta di un tempio dedicato ad<br />
Apollo e risalente al II sec. . Il tempio consisteva in un ambulacro quasi<br />
quadrato con una fonte in una cella. Int<strong>or</strong>no sono state trovate iscrizioni votive<br />
ad Apollo e Sirona.In questo tempio c'è anche una figura di Apollo,<br />
rappresentato però secondo lo schema classico, con la lira ed i grifoni.