4 Lucrezio La teoria del clinamen di Epicuro - Aula Digitale
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unità 5 Filosofia e cultura nell’età ellenistico-romana<br />
Le filosofie ellenistiche letture<br />
4 <strong>Lucrezio</strong> <strong>La</strong> <strong>teoria</strong> <strong>del</strong> <strong>clinamen</strong> <strong>di</strong> <strong>Epicuro</strong><br />
1. <strong>Lucrezio</strong> sembra rendersi conto <strong>del</strong><br />
fatto che la “deviazione” degli atomi<br />
dalla verticale è contraria all’esperien-<br />
Guida alla lettura<br />
Riportiamo qui un celebre passo dal poema <strong>di</strong> <strong>Lucrezio</strong>, De rerum natura, che è la nostra fonte<br />
principale riguardo alla <strong>teoria</strong> <strong>del</strong> <strong>clinamen</strong>. <strong>Lucrezio</strong> mostra che questa deviazione, per quanto<br />
leggera al punto da essere impercettibile, è resa necessaria dal fatto che gli atomi cadono<br />
nel vuoto alla stessa velocità; per cui, se non deviassero, non si incontrerebbero mai.<br />
Ma nel tema ch’io tratto desidero che tu sappia anche questo: i corpi primi, quando<br />
in linea retta per il vuoto sono trascinati in basso dal proprio peso, in un momento<br />
<strong>del</strong> tutto indefinito e in un punto incerto deviano un po’ dal percorso quel tanto che<br />
basta per <strong>di</strong>re che è mutato il movimento. Se non solessero così declinare, tutti verso il<br />
basso come gocce <strong>di</strong> pioggia cadrebbero per il vuoto profondo, né sarebbe nato uno<br />
scontro né un urto si sarebbe prodotto fra i princìpi: così la natura non avrebbe creato<br />
mai nulla.<br />
Ma se per sorte alcuno crede che i corpi più pesanti, perché più velocemente si muovono<br />
in linea verticale nel vuoto, cadano dall’alto sui più leggeri e così producano urti<br />
capaci <strong>di</strong> suscitare moti generatori, si svia molto lontano dalla retta ragione. Certo le<br />
cose che cadono attraverso l’acqua e l’aria sottile è forza che accelerino la caduta in proporzione<br />
<strong>del</strong> peso, perché la sostanza <strong>del</strong>l’acqua e la natura tenue <strong>del</strong>l’aria non possono<br />
in eguale misura ritardare ogni oggetto, ma più in fretta cedono sopraffatte dai corpi più<br />
gravi. Al contrario il libero vuoto non può da nessuna parte e in nessun tempo sostenere<br />
alcuna cosa, senza affrettarsi a dar luogo come esige la sua natura; perciò tutte le<br />
cose per l’immobile vuoto devono esser trascinate con eguale rapi<strong>di</strong>tà da pesi ineguali.<br />
Non potranno dunque gli atomi più pesanti cadere mai dall’alto sui più leggeri, né da<br />
sé generare urti che varino i moti, per mezzo dei quali la natura attua ogni cosa. Perciò<br />
– ancora insisto – è necessario che i corpi primi declinino un poco: ma non più <strong>del</strong> minimo,<br />
perché non sembri che immaginiamo moti obliqui, e la realtà ci smentisca. Infatti<br />
ve<strong>di</strong>amo chiaro e evidente che i corpi non possono per se stessi muoversi obliquamente<br />
precipitando dall’alto, per quanto è dato <strong>di</strong>scernere. Ma che nulla affatto si scostino dalla<br />
linea retta nella loro caduta, chi c’è che possa scorgere1 ?<br />
1 Sottolinea le parole chiave <strong>del</strong> brano.<br />
[Tito <strong>Lucrezio</strong> Caro, De rerum natura, II, 216-250, trad it. <strong>di</strong> A. Fellin, <strong>La</strong> Natura, Torino, Utet, 1976]<br />
za, perché noi ve<strong>di</strong>amo i corpi cadere<br />
dall’alto in basso in modo rettilineo.<br />
Perciò spiega che la deviazione è mini-<br />
2 Che legame c’è tra il poeta latino <strong>Lucrezio</strong> Caro ed <strong>Epicuro</strong>?<br />
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3 Che cos’è il <strong>clinamen</strong> e perché <strong>Epicuro</strong> lo ha introdotto nella sua fisica atomistica?<br />
ma, fino a essere impercettibile, ma<br />
comunque sufficiente a permettere che<br />
gli atomi si incontrino tra <strong>di</strong> loro.<br />
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© 2011 RCS Libri S.p.A./<strong>La</strong> Nuova Italia – A. <strong>La</strong> Vergata, F. Trabattoni, Filosofia, cultura, citta<strong>di</strong>nanza<br />
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unità 5 Filosofia e cultura nell’età ellenistico-romana<br />
Le filosofie ellenistiche letture<br />
4 Diogene <strong>La</strong>erzio, nelle Vite dei filosofi, scrive: «<strong>Epicuro</strong> era scrittore chiarissimo [...]. Nelle sue lettere, ad esempio,<br />
sostituiva a espressioni come “salute”, le formule “stai bene”, “vivi saggiamente”» (X, 14). Concor<strong>di</strong> con questo<br />
giu<strong>di</strong>zio? Anche per te <strong>Epicuro</strong> è chiarissimo?<br />
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© 2011 RCS Libri S.p.A./<strong>La</strong> Nuova Italia – A. <strong>La</strong> Vergata, F. Trabattoni, Filosofia, cultura, citta<strong>di</strong>nanza<br />
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