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Al Rotary di Caserta: Perconte ricorda il prof. E ... - Albertoperconte.it

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Dall’episo<strong>di</strong>o, in<strong>di</strong>cativo dello stato della cultura in quegli anni, nacquero due accese<br />

polemiche: una tra Della Valle e Pasquali, contenuta nell’originale e pungente pamphlet<br />

“Via dell’univers<strong>it</strong>à, vietato <strong>il</strong> trans<strong>it</strong>o”, contro l’ottus<strong>it</strong>à e gli abusi del mondo<br />

accademico, non <strong>di</strong>sposto ad accogliere avversari del sistema e troppo legato a schemi<br />

culturali formalistici; l’altra tra Croce e Pasquali sulla valutazione della poesia<br />

terenziana, alla quale la scuola f<strong>il</strong>ologica continuava a negare original<strong>it</strong>à, in quegli anni<br />

riscoperta dal pensatore abruzzese. Questi fatti scavarono un solco ormai invalicab<strong>il</strong>e tra<br />

Della Valle e le ist<strong>it</strong>uzioni accademiche, tuttavia l’amara delusione lo spinse a<br />

raddoppiare l’impegno nello stu<strong>di</strong>o e nella produzione <strong>di</strong> altre opere. Anzi, allo scoppio<br />

della guerra, richiamato alle armi in Calabria, dove affascinato dalle incantevoli marine,<br />

compose un’allegorica rielaborazione della leggenda <strong>di</strong> “Arione”, che perisce nei flutti<br />

nella ricerca dell’amata Cinzia, simboleggiante le sorti dell’Italia sconvolta dalle<br />

<strong>di</strong>struzioni e dalla barbarie.<br />

Eugenio della Valle e l’Univers<strong>it</strong>à (1948-52). <strong>Al</strong>la caduta del fascismo, Eugenio<br />

seguendo Croce entrò in “pol<strong>it</strong>ica” e si adoperò per la <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e ricostruzione della<br />

nazione, ma sub<strong>it</strong>o si r<strong>it</strong>rasse deluso ed amareggiato per <strong>il</strong> fatto che molti personaggi<br />

squalli<strong>di</strong> si riciclavano e rimanevano sulla scena, avendo cambiato solo le casacche. In<br />

quegli anni (1945-47) gli fu confer<strong>it</strong>o un incarico nell’Univers<strong>it</strong>à per l’insegnamento <strong>di</strong><br />

estetica classica, avendo come alunni Marcello Gigante, Li<strong>di</strong>a Massa, Luigi d’Ardes,<br />

infine Clara Sborselli, della quale egli s’innamorò e la sposò, devota consorte fino<br />

all’ultimo momento. Da tali corsi univers<strong>it</strong>ari vennero fuori due volumi sulla poetica<br />

classica, forse la prima concep<strong>it</strong>a in Italia; purtroppo incompleta in quanto l’incarico, per<br />

la ressa degli aspiranti a cattedre univers<strong>it</strong>arie ed a libere docenze, non fu confermato<br />

per le sol<strong>it</strong>e addotte cause finanziarie. Insomma, egli fu prima osteggiato dal fascismo, al<br />

quale non volle piegarsi; poi emarginato dall’antifascismo degli intellettuali, che<br />

preferirono cavalcare la tigre trionfante del materialismo e dalla cr<strong>it</strong>ica marxista, <strong>di</strong> voga<br />

negli anni Sessanta. Non si arrese. R<strong>it</strong>ornò ai suoi stu<strong>di</strong> con un nuovo genere <strong>di</strong> lavori, le<br />

traduzioni, prescelte dall’Ist<strong>it</strong>uto Nazionale Dramma, e la rappresentazione <strong>di</strong> drammi in<br />

teatri greci e romani da Pompei a Taormina ad Ostia (Antigone, <strong>Al</strong>cesti, Ifigenia,<br />

Uccelli, ecc.), con la partecipazione <strong>di</strong> registi ed attori <strong>di</strong> fama.<br />

L’estrema delusione, l’Inda. Nel 1974, gli fu assegnato l’Esch<strong>il</strong>o d’Oro, <strong>il</strong> più alto<br />

riconoscimento da parte dell’Ist<strong>it</strong>uto, per <strong>il</strong> quale lavorò per 40 anni. Gli fu offerta la<br />

presidenza dell’Inda, ma Della Valle, per eccessiva onestà, rifiutò, pensando che,<br />

ricoprendo quella carica, gli sarebbe stato un ostacolo per continuare a rappresentare<br />

drammi, configurandosi per così <strong>di</strong>re un confl<strong>it</strong>to d’interesse. <strong>Al</strong>lora, si premurò <strong>di</strong><br />

favorire, in quella nomina, <strong>il</strong> caro amico, grecista come lui, <strong>il</strong> <strong>prof</strong>. Giusto Monaco.<br />

L’amico grecista fu nominato presidente e, per grat<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ne, da allora non furono più

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