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Edizione 17 - Giugno 2009 - Nobile Collegio Mondragone

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A Associazione ex Alunni <strong>Nobile</strong> <strong>Collegio</strong> <strong>Mondragone</strong><br />

Fondata il 2 febbraio 1922<br />

_______________________________________________________________________________________________________________________<br />

N° <strong>17</strong> GIUGNO <strong>2009</strong><br />

Il M.Rev. Padre Adolfo Nicolàs S.J., nuovo Padre Generale della<br />

Compagnia di Gesù, con il nostro Presidente Ferdinando Massimo<br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

Primo numero redatto il 14 luglio 1866 - Nuova edizione semestrale dal 2001<br />

On-line, a colori, sul sito www.collegiomondragone.com


Il <strong>Mondragone</strong><br />

________________________________________________________________________________________________<br />

Indice degli articoli<br />

La nevicata – di Roberto Nobiloni……………………………………………………….….…..……pag. 3<br />

L’antica Cappella Borghese – a cura di Rodolfo Maria Strollo……….…………………………pagg.4÷ 5<br />

Padre Lorenzo Rocci S.J.- a cura di Vittorio Spadorcia..……………….………………….……..pagg.6÷12<br />

Padre Rocci: come l’ho visti io. – di Padre Max Taggi S.I….………………………………...….pagg. 13 ÷15<br />

A proposito del “Risorgimento visto dal Vesuvio –di Claudio Sabatini….……………..…….....pagg. 16÷ <strong>17</strong><br />

Padre Raffaele De Ghantuz Cubbe e i Giusti d’Italia- a cura di Mario Sonnino……….......….pagg.18÷21<br />

Ricordi di Catechesi e di Ri-Conversione- di Giuseppe Munno..………..…...…………….….…pag. 22÷24<br />

La Storia siamo noi- di Claudio Sabatini………………………………………..……………...……pag.25÷27<br />

Colazione di Primavera a Casal Romito – 18aprile <strong>2009</strong>…………………………..……………..pag..28<br />

Posta ricevuta……….……………………………………………………………………..…...…..…..pag. 29÷30<br />

Dal nostro archivio: Inno a <strong>Mondragone</strong> – a cura di Anna Pia Sciolari…………..………..…..pag.31<br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno’09 pag.2 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

______________________________________________________________________________________________<br />

Era forse il mese di gennaio o febbraio. L’anno<br />

era certamente il 1951, poiché il Prefetto della<br />

nostra Camerata "Piccolissimi" era Padre J.<br />

Caneparo (negli anni successivi i nostri Prefetti<br />

furono Padre Trento e Padre Parisi). Durante le<br />

ore di scuola, sulla collina di <strong>Mondragone</strong> v’era<br />

stata un’abbondante nevicata, cui aveva fatto<br />

seguito una mattinata di sole che scioglieva la<br />

neve appena caduta. Terminate le lezioni,<br />

andammo come sempre a pranzo e, finito di<br />

mangiare, invece della solita ricreazione sotto i<br />

portici del cortile, Padre Caneparo portò noi<br />

"piccolissimi" fuori del <strong>Collegio</strong>, a giocare con la<br />

neve sulle collinette circostanti. Si può<br />

immaginare la nostra gioia, tanto che i primi venti<br />

minuti furono dedicati a corse sulla neve e pallate.<br />

Ricordo come se fosse ora i nostri visi arrossati<br />

per il correre, per il freddo e per l’entusiasmo.<br />

Il piazzale con la neve<br />

Passata la prima mezz’ora, il sole fu coperto da<br />

qualche nuvola, la temperatura si abbassò ed i<br />

nostri piedi, per via delle scarpe bagnate,<br />

cominciarono a gelarsi. Io, in particolare, ero<br />

caduto in terra ed avevo il fondo schiena bagnato,<br />

i piedi ghiacciati e le mani gelide. Probabilmente<br />

ci eravamo allontanati di qualche centinaio di<br />

metri dal <strong>Collegio</strong>, ma a me sembrava di aver<br />

percorso vari chilometri. Quando fu l’ora di<br />

rientrare cominciai a restare indietro, non<br />

riuscendo a muovere i piedi gelati. Restarono<br />

vicino a me Giancarlo Carlizzi e Carlo De Donato<br />

che mi incitavano a camminare più svelto per non<br />

perdere contatto con gli altri. Nonostante i miei<br />

sforzi, proprio non ce la facevo e dopo poco mi<br />

fermai esausto. Oramai sconfortato, mi sedetti a<br />

terra rifiutando di proseguire. Carlizzi e De<br />

Donato, vedendomi seduto in terra, scapparono<br />

via per raggiungere gli altri ed io, rimasto solo,<br />

LA NEVICATA<br />

Anno scolastico 1950 /1951<br />

iniziai a piangere, pensando che sarei morto<br />

congelato all’età di otto anni.<br />

Il Ninfeo innevato<br />

In realtà i miei compagni erano andati a chiamare<br />

Padre Caneparo che, dopo qualche minuto,<br />

comparve assieme a tutti gli altri, portando a<br />

cavalluccio sulle spalle il piccolo Peter<br />

Francovich. Mai visione mi fu più gradita. Padre<br />

John mi tolse le scarpe e mi frizionò i piedi gelati<br />

e con i suoi modi affabili non solo mi confortò,<br />

ma prendendomi scherzosamente in giro, mi fece<br />

sorridere assieme a tutti i compagni che mi erano<br />

intorno.<br />

La fontana dei draghi sotto la neve<br />

Quindi, aggrappato alla sua tonaca, che mi dava<br />

un impagabile senso di sicurezza, feci ritorno al<br />

<strong>Collegio</strong> dove trovai calore e generi di conforto.<br />

La vita mi sorrise di nuovo ed andai così contento<br />

a studio che persino il lugubre verso dei pavoni,<br />

che accompagnava le nostre serate, mi sembrò<br />

melodioso e l’austero suono dell’oro1ogio<br />

"westminster", che puntualmente scandiva ogni<br />

ora, mi parve allegro. Giunti oramai alle otto di<br />

sera, mancava soltanto di attraversare il corridoio<br />

degli studi passando indenni sotto il condor e la<br />

grande tigre imbalsamata, che mi incutevano un<br />

sacro terrore, e poi la giornata si sarebbe conclusa<br />

nel migliore dei modi.<br />

Roberto Nobiloni<br />

(in <strong>Collegio</strong> dal 1950 al 1953)<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno’09 pag.3 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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L’ANTICA CAPPELLA BORGHESE<br />

La finestra “ellittica” di Villa <strong>Mondragone</strong> di Rodolfo Maria Strollo<br />

Estratto dall’articolo pibblicato su IL MONDRAGONE n° 13 giugno 2007<br />

Su questo fronte, a causa del nuovo<br />

volume affiancato alla Manica Lunga,<br />

nell’angolo a ovest scomparve un peculiare<br />

dettaglio, unico nell’architettura dell’intera<br />

Villa: la finestra dalla sagoma curvilinea posta<br />

superiormente alla finta finestra<br />

corrispondente alla parete dell’altare della<br />

Cappella Borghese o del SS. Sacramento<br />

(fatta realizzare dal cardinal Scipione per<br />

svolgere il suo personale ministero<br />

sacerdotale).<br />

Una soluzione, questa della finestra dalla<br />

sagoma ovale o ellittica, che aveva apportato<br />

alla Villa una nota "dissonante", tipica delle<br />

coraggiose scelte funzionali del Vasanzio,<br />

definibile - come tutto l’intervento<br />

dell’architetto fiammingo su <strong>Mondragone</strong> —<br />

“fuori del Classicismo” e da lui riproposta, in<br />

zona, nel coevo Palazzo Borghese di Monte<br />

Porzio.<br />

La presenza della finestra, coerente con le<br />

considerazioni metriche scaturite dai rilievi<br />

effettuati, è stata confermata dall’attenta<br />

lettura di varia documentazione d’archivio,<br />

principalmente di natura<br />

fotografica — come nel corredo illustrativo di<br />

vari articoli pubblicati su Il <strong>Mondragone</strong> o in<br />

alcune cartoline illustrate — ma anche<br />

semplicemente descrittiva, com’é, ad<br />

esempio, il caso di una copia della<br />

minuziosissima "Descrizione di consegna"<br />

della Villa, redatta verosimilmente nell’arco<br />

di due anni: dal 1886 al 1888.<br />

Qui la finestra é descritta, anche nel<br />

meccanismo d’apertura, entro una specifica<br />

voce, che per ben tre pagina, é dedicata alla<br />

sola descrizione della parete di fondo della<br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno’09 pag.4 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

______________________________________________________________________________________________<br />

Cappella ed é ancor valida per gli elementi<br />

superstiti.<br />

"437. Incontro l’ingresso evvi l’altare con<br />

mensa di muro...superiore trabeazione con<br />

fregio intagliato e cornicione risaltato sopra i<br />

pilastri sopra indicati e timpano centinato<br />

spezzato nel mezzo tutto intagliato e<br />

lumeggiato ad oro, e nel mezzo la cornice del<br />

quadro con orecchiature dai lati, e mensoletta<br />

sotto e il frontone sopra circoscritto dalla<br />

stessa cornice intagliata sotto posta, entro la<br />

quale altra cornice ellittica rilevata, sorretta da<br />

due putti vi é la raggiera collo Spirito Santo<br />

tutto in rilievo e dorato, come sono dorati gli<br />

ornati laterali con sfingi. Sopra il cornicione e<br />

in mezzo al timpano spezzato evvi altro<br />

frontone centinato dai lati, con sovrapposta<br />

cimasa scorniciata che giunge alla volta con<br />

entro un vano ellittico circoscritto da cornice<br />

rilevata, intagliata o lumeggiata ad oro,<br />

munita di telaro e sportello con bacchetta<br />

verticale nel mezzo e due lastre a mastice<br />

poste nel battente; ferrato a studio con due<br />

paia di cerniere, saliscendino composto sulla<br />

piastra con rispettive staffette ribadite a<br />

monachetto, cassa di ferro con carrucola<br />

murata nel sotto arco e cordino per aprirlo,<br />

tutto in ottimo stato e senza mancanze.<br />

Con l’intervento allora attuato, fu stravolto<br />

uno degli ambienti di maggior qualità artistica<br />

tra quelli realizzati nell’ambito dell’ingente<br />

ampliamento riferibile al pontificato di Paolo<br />

V (Camillo Borghese 1605-1621): appunto la<br />

Cappella Borghese. Nell’operazione, che<br />

ridusse questo spazio (di cui restano soltanto<br />

pregevoli stucchi della volta a botte<br />

cassettonata opera certa di Annibale Durante)<br />

a un locale di passaggio, fu altresi eliminata,<br />

murando il vano ellittico (o forse ovale), una<br />

significativa possibilità di lettura storicocritica<br />

dell’intera fabbrica (oltre che una sua<br />

significativa peculiarità architettonica). Fu<br />

cosi cancellata una specificità rappresentativa<br />

dalla doppia valenza: quella legata alla mano<br />

di un grande artista come il Vasanzio che<br />

sulla fabbrica si era cimentato (ma con<br />

maggior rispetto per le preesistenze del suo<br />

moderno "collega") e quella connessa alla<br />

volontà di un proprietario che ne aveva<br />

ispirato a sua immagine, probabilmente, una<br />

particolarità estetico-funzionale.<br />

Con il generoso intervento economico del nostro Massimo Scaramella abbiamo restaurato la statua<br />

dell’Immacolata in cima al Viale degli Elci che potremo ammirare quando ci vedremo domenica 7<br />

giugno per la Giornata degli Ex a <strong>Mondragone</strong>.<br />

Adesso ci sono altri due appelli:<br />

- Il restauro dell’orologio che si trova nella vetrata del piazzale principale, fermo da tanti anni. (vedi<br />

articolo ne IL MONDRAGONE n° 16 di dicembre 2008).<br />

-<br />

- La sostituzione dei pannelli di legno, che impediscono di vedere la Cappella Borghese, con delle<br />

vetrate di cristallo (vede articolo precedente del Prof. Rodolfo Maria Strollo).<br />

-<br />

Chi di voi fosse disposto ad intervenire materialmente deve al più presto mettersi in contatto con la<br />

segreteria della nostra Associazione e daremo maggiori dettagli di quanto richiesto.<br />

Tel.: +39.06.3214480<br />

e-mail: collegiomondragone@yahoo.com<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno’09 pag.5 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

P. Lorenzo Rocci S.J.<br />

Nato a Fara Sabina (Prov. di Roma) il 11<br />

settembre 1864 da Domenico ed Eustochio<br />

Corradini<br />

Morto a Roma <strong>Collegio</strong> San Francesco Saverio<br />

il 14 agosto 1950.<br />

Entrato nella Compagnia di Gesù il 18 ottobre<br />

1880.<br />

Dal 1891 al 1901 a <strong>Mondragone</strong> come Prefetto<br />

di camerata.<br />

Dal 1903 al 1920 a <strong>Mondragone</strong> come<br />

insegnante di latino e greco.<br />

Dal 1939 al 1946 a <strong>Mondragone</strong> come Preside.<br />

(ricerca di Vittorio Spadorcia)<br />

***<br />

Lorenzo Rocci (1864 – 1950) è stato un<br />

grecista, latinista, storico e poeta italiano.<br />

È noto per aver firmato il Vocabolario Greco-<br />

Italiano edito dalla Società editrice Dante<br />

Alighieri, che fino alla comparsa del GI<br />

curato da Franco Montanari e pubblicato da<br />

Loescher, nel 1995, è stato l'unico dizionario<br />

di questo tipo redatto in Italia. Gesuita, si<br />

laureò in Lettere presso la Regia università di<br />

Roma nel 1890 - della commissione<br />

esaminatrice faceva parte anche il poeta<br />

Giosuè Carducci -, per dedicarsi poi<br />

all'insegnamento liceale presso il <strong>Nobile</strong><br />

<strong>Collegio</strong> <strong>Mondragone</strong> di Roma);<br />

Padre Lorenzo Rocci Prefetto di camerata nel 1891<br />

al 1939 risale la prima pubblicazione del suo<br />

Vocabolario Greco-Italiano, poi pubblicato in<br />

edizione definitiva nel 1943, per la stesura del<br />

quale (2.074 pagine) ha impiegato oltre<br />

venticinque anni di lavoro, con il solo ausilio<br />

di schede dattiloscritte e appunti.<br />

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera<br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.6 di 32<br />

***<br />

Filippo Rizzi ricostruisce la vita del<br />

prezioso compilatore in un articolo<br />

dell'"Avvenire":<br />

E’ ricomparsa, dopo anni di assenza, tra i<br />

banchi di scuola per la maturità classica la<br />

prova scritta di greco...<br />

Una sparuta ma consistente minoranza<br />

affiderà il buon esito del suo scritto a un


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

volume, riconoscibile ancora oggi per la sua<br />

copertina in pelle blu, che per più di<br />

cinquant'anni, dal 1943 al 1995, è stato l'unico<br />

mezzo incontrastato per entrare nel vivo di<br />

una lingua morta e complessa come il greco:<br />

il Rocci.<br />

Solo poco più di dieci anni fa, nel 1995,<br />

questo dizionario, oggetto di culto ma anche<br />

di odio di tante generazioni di maturandi,<br />

andato alle stampe per la prima volta nel<br />

lontano 1939 e frutto delle fatiche e<br />

dell'acribia intellettuale di un solo uomo,<br />

unius viri, un gesuita di origini nobili e<br />

sconosciuto professore di liceo, Lorenzo<br />

Rocci (1864-1950), ha ceduto il passo al più<br />

aggiornato e moderno vocabolario di lingua<br />

greca, il GI, conosciuto ai più con il nome del<br />

suo autore.principale.Il.Montanari.<br />

«Il debito verso Rocci - sottolinea l'autore<br />

del vocabolario e docente di Letteratura greca<br />

all'università di Genova, Franco Montanari –<br />

è indiscutibile perché è stato il frutto del<br />

lavoro di un uomo che armato solo di<br />

schedine e appunti e privo di un computer è<br />

riuscito a creare in 25 anni un'opera di 2074<br />

pagine, suddivisa in 4148.colonne.<br />

Un opus magnum incredibile. Si pensi che per<br />

realizzare il mio dizionario, con l'uso delle più<br />

moderne tecnologie, hanno collaborato circa<br />

30 ricercatori. L'opera di Rocci è stato un<br />

modello, da cui siamo partiti per realizzare un<br />

manuale più maneggevole e adatto alle<br />

esigenze didattiche della scuola di oggi. Ma il<br />

debito verso questo infaticabile gesuita<br />

rimane intatto».<br />

Ma chi era veramente Lorenzo Rocci? Fu<br />

soprattutto un formidabile intreccio di saperi,<br />

un grecista e latinista, poeta e grammatico,<br />

metricista, storico (molte saranno le sue opere<br />

dedicate ai santi gesuiti) e memorialista,<br />

agiografo e confessore della Compagnia di<br />

Gesù, in cui trascorse ben settant'anni della<br />

sua lunga e intensa vita. Un ritratto felice e<br />

inedito sulla figura di Rocci lo consegna,<br />

nelle sue memorie, il suo discepolo e noto<br />

latinista, il gesuita Emilio Springhetti,<br />

descrivendolo come un «venerando vecchio di<br />

alta statura» e con «una bella testa da antico<br />

romano».<br />

Nel 1890 il Rocci conseguirà la laurea in<br />

Lettere presso la Regia università di Roma. Il<br />

grande poeta Giosuè Carducci, noto per il suo<br />

anticlericalismo e le sue posizioni<br />

filomassoniche, che farà parte della<br />

commissione esaminatrice, si complimenterà<br />

con lui con queste parole: «Lei - disse - non<br />

solo ha fatto bene, ma.molto.bene».<br />

Da quegli anni incomincerà il suo faticoso<br />

impegno nelle lingue morte e a far nascere<br />

come un antico socratico maieuta il suo<br />

vocabolario, che lo consegnerà in un certo<br />

senso alla fama e all'immortalità dei suoi<br />

contemporanei. Nel 1939 copie rilegate in<br />

pelle bianca del suo dizionario verranno<br />

consegnate al Papa Pio XII, al re Vittorio<br />

Emanuele III e al duce Benito Mussolini. Di<br />

suo pugno, proprio in quell'anno, Papa Pacelli<br />

vergherà una lettera per ricordare i meriti di<br />

quest'opera. «E veramente il tuo lavoro,<br />

diletto figlio - si legge nel messaggio<br />

autografo - benché altissimo per gli scolari,<br />

non è un semplice manuale scolastico, ma si<br />

presenta con tali caratteri di ampiezza e di<br />

dottrina, anche nuova e recondita, da<br />

spiccare tra quanti simili si son pubblicati<br />

finora in Italia, anzi da vincerli facilmente».<br />

Ma un segno della ribalta e della notorietà di<br />

padre Rocci nella difficile temperie culturale<br />

di quel tempo sarà il suo incontro, che ha<br />

quasi il sapore della leggenda, proprio in<br />

quell'anno, il 1939, a Palazzo Venezia con il<br />

duce e capo del Governo, il cavaliere Benito<br />

Mussolini. «Rivelò in quel frangente tutta<br />

l'arte diplomatica dei gesuiti - annota con una<br />

punta di emozione il suo discepolo quasi<br />

novantenne, il gesuita Franco Rozzi, (il<br />

preside e professore dell'Istituto Massimo di<br />

Roma che annovererà tra i suoi allievi nella<br />

maturità classica del 1965 il giovane e<br />

imberbe Mario Draghi, il futuro governatore<br />

di Bankitalia) - perché esordì con queste<br />

parole: "Eccellenza, finalmente oggi questo<br />

vocabolario di greco potrà degnamente<br />

sostituire quelli pubblicati in inglese e in<br />

tedesco. Secca e fulminea fu la replica del<br />

duce. Batté i pugni sul tavolo e rispose: "Bene<br />

domani tutta l'Italia saprà dai giornali il valore<br />

di.quest'opera"».<br />

Gli anni successivi di padre Rocci, quasi<br />

coetaneo del tessitore nascosto dei Patti<br />

Lateranensi del 1929, il gesuita Pietro Tacchi<br />

Venturi (1861-1956) saranno spesi a<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.7 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

perfezionare il suo vocabolario<br />

fino all'edizione definitiva del 1943 e a<br />

rivestire il ruolo di confessore nella Chiesa<br />

del Gesù di Roma. «L'ho conosciuto proprio<br />

in quegli anni, ero un giovane novizio -<br />

rammenta il gesuita Giuseppe Peri, classe<br />

1913 - e me lo ricordo durante una<br />

caldissima estate romana nella sua stanza,<br />

piena di libri con in mano quelle schedine<br />

che servivano al suo vocabolario. Faceva<br />

impressione perché da quanto era preso<br />

dal suo lavoro per non perdere la<br />

concentrazione si dimenticava di togliersi il<br />

soprabito. Ed eravamo in pieno agosto!».<br />

Ma di Rocci uomo di scienza emerge anche il<br />

tratto di apostolo di anime. «Mi viene in<br />

mente la sua accuratezza nell'aiutarci a<br />

tradurre dal greco – rivela l'allora giovane<br />

studente di Lettere classiche, il gesuita Paolo<br />

Bachelet - ma anche la sua attenzione negli<br />

ultimi anni a ricordarci il bene fatto a tante<br />

anime dentro il confessionale della Chiesa del<br />

Gesù». Rocci morirà quasi a 86 anni il 14<br />

agosto 1950 nella Casa Professa del Gesù a<br />

Roma. «Il debito della Compagnia di Gesù<br />

verso di lui è enorme confida infine padre<br />

Rozzi; grazie ai diritti d'autore del suo<br />

vocabolario per più di cinquant'anni<br />

l'Ordine ha sostenuto finanziariamente le<br />

attività missionarie e gli.studenti poveri. Si<br />

racconta che prima di morire, dopo l'estrema<br />

unzione, espresse un piccolo desiderio:<br />

fumarsi l'ultimo sigaro. Il suo desiderio fu<br />

esaudito. Ed è spirato con la semplicità e la<br />

bonarietà non artefatta che ha contraddistinto<br />

tutta la sua intensa vita di sacerdote e di<br />

studioso».<br />

Da internet a cura di Benedetta Colella<br />

***<br />

Bibliografia di Lorenzo Rocci<br />

( a cura di Vittorio Spadorcia ) :<br />

- Al cav. Luigi Alberto Trotta dopo la morte<br />

del figlio Pio Telemaco (entrato nel <strong>Nobile</strong><br />

<strong>Collegio</strong> di <strong>Mondragone</strong> come convittore nel<br />

1897). Parole di un amico.<br />

- L’Antigone di Sofocle. Traduzione<br />

letterale, prospetto sinottico, breve commiato<br />

del prof. Rocci Lorenzo S.I. Milano, Dante<br />

Alighieri, 1935. Carmina varia. Milano, Dante<br />

Alighieri, 1926.<br />

- Esercizi greci con vocabolario. Milano,<br />

Dante Alighieri, 5 edizioni al 1963.<br />

- La fiducia in Cristo. Ode saffica letta sul<br />

bosco Parresio nella tornada degli Arcadi per<br />

l’ottava si S.Pietro: 6 luglio 1924. Milano,<br />

Dante Alighieri 1925.<br />

- Giovanni de’C.ti Galeotti Ottieri della Ciaja<br />

(entrato in collegio nel 1904), sottotenente dei<br />

cavalleggeri d’Alessandria, perito<br />

combattendo gloriosamente. Memorie<br />

biografiche. Roma, Paravia e Dante Alighieri,<br />

19<strong>17</strong>.<br />

- Grammatica greca, Morfologia, sintassi e<br />

dialetti. 37 edizioni al 1964. Milano, Dante<br />

Alighieri.<br />

- Luigi Rizzo, tenente di vascello. Partecipò<br />

all’affondamento della corazzata guardiacoste<br />

austriaca Wien, avvenuto al largo di Trieste il<br />

10 dicembre 19<strong>17</strong>, e, nello stesso mese, per le<br />

missioni compiute nella difesa delle foci del<br />

Piave, venne decorato di una terza Medaglia<br />

d'Argento al Valore Militare, ed ebbe la<br />

promozione a Tenente di Vascello per meriti<br />

di guerra e il passaggio in s.p.e. Carme latino.<br />

Milano, Dante Alighieri, 1918.<br />

- Il Mare nostrum e le imprese dei prodi<br />

italiani nell’Adriatico. Secondo carme latino.<br />

Milano, dante Alighieri, 1918.<br />

- Memorie biografiche del P. Giovanni<br />

Nobili Vitelleschi d.C.d.G. (Rettore nel<br />

<strong>Nobile</strong> <strong>Collegio</strong> <strong>Mondragone</strong> 1908. Notizie<br />

più approfondite le troverete nel sito:<br />

www.collegiomondragone.com nella<br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.8 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

pubblicazione “Uomini per gli altri”di Padre<br />

Vito Bondani che si trova nei documenti).<br />

Roma, Manuzio, 1908.<br />

- La metrica di Orazio e trenta<br />

odi secondo i vari metri. Torino, Paravia,<br />

1938. 37 ristampe della 2ª ed.<br />

- <strong>Mondragone</strong>. Cenni storici e due carmi<br />

latini. 1916<br />

Roma, Tip. Pio IX, 1916. (Li troverete nel<br />

sito: www.collegiomondragone.com tra i<br />

documenti nei “Cenni storici”).<br />

- Nuove favole latine in versi secondo la<br />

maniera di Fedro. Milano, Dante Alighieri,<br />

1927.<br />

- Nuovi esercizi greci per la 4ª e 5ª ginnasiale<br />

con vocabolario e copiosa antologia. Milano,<br />

Dante Alighieri, al 1946 oltre 25 ed.<br />

- I primi sei libri dell’Odissea. Traduzione<br />

letterale con ampio commento morfologico,<br />

sintattico e dialettale. Milano, Dante<br />

Alighieri, 1928.<br />

- Il P. Giuseppe Sceberras Strickland S.I.<br />

(entrato in collegio nel 1875)<br />

fondatore del ricreatorio di s. Giuseppe in<br />

Firenze, cappellano delle milizie inglesi.<br />

Morto a Malta il 15 luglio 19<strong>17</strong>. Memorie<br />

biografiche. Roma, Ist. Pio IX, 19<strong>17</strong>. (vedi su:<br />

www.collegiomondragone.com tra i<br />

documenti il libro “Uomini per gli altri” di<br />

P. Vito Bondani S.J.)<br />

- Piccola antologia poetica preceduta dal<br />

trattato di metrica latina. Torino, Paravia,<br />

1909.<br />

- La repubblica romana nel possesso delle<br />

sue conquiste. Discorso tenuto… per la<br />

solenne distribuzione dei premi agli alunni<br />

dell’Istituto Massimo il 12 dicembre 1901.<br />

Roma, Unicae cooperativa editrice, 1902.<br />

Estratto dalla Rivista Internazionale di scienze<br />

sociali e discipline ausiliari.<br />

- S. Andrea Bobòla S.I., martire polacco.Sui<br />

recenti lavori critici del P. Martino Czeraiaski<br />

e su un nuovo studio dei processi. Roma,<br />

Università gregoriana, 1938<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.9 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

S.Andrea Bobola S.J.<br />

- I sei martiri del Libano g.C.d.G. uccisi nel<br />

1860. Isola Liri, Macioce e Pisani, 1927.<br />

- La sintassi latina. Lavori di retroversione<br />

desunti dai classici latini con note dichiarative<br />

e con richiamo alle grammatiche dei proff.<br />

Schultz, Tiscani, Zenoni. Segue un prospetto<br />

della coordinazione e subordinazione. Milano,<br />

Dante Alighieri, 1934.<br />

- Trattato di metrica latina. Torino, Paravia,<br />

1938.<br />

- Trenta odi di Orazio secondo i vari metri,<br />

preceduto dal trattato di metrica. Torino,<br />

Paravia, 1909.<br />

Vocabolario greco-latino. Milano, Dante<br />

Alighieri, 1939.<br />

- CEPARI Virgilio: Vita di s. Luigi Gonzaga<br />

d.C.d.G.. Nuova edizione completamente<br />

annotata dal P. Lorenzo Rocci S.I.. Roma,<br />

Università Gregoriana, 1926<br />

Vittorio Spadorcia<br />

(in collegio dal 1946 al 1953)<br />

***<br />

EVENTI:<br />

Sabato 28 marzo <strong>2009</strong><br />

Scoprimento di una lapide per l’intestazione<br />

della scuola Lorenzo Rocci.<br />

Liceo Statale Classico Scientifico di Passo<br />

Corese<br />

Saluti:<br />

Rev.mo Priore Conventuale dell’Abbazia di<br />

Farfa<br />

Padre Dom Eugenio Gargiulo O.S.B<br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.10 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

Prof. Michele Lamura, Dirigente<br />

scolastico del Liceo “Rocci”<br />

Dott. Stefano Ciavatti, Presidente del<br />

Rotary Club Farfa-Cures<br />

Relatori:<br />

P. Max Taggi S.J. Prefetto a <strong>Mondragone</strong> nel<br />

1946<br />

Prof. Remo Bracchi, Ordinario di Glottologia<br />

presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma<br />

Interventi Programmati:<br />

Prof.ssa Daniela Simonetti, Assessore alla<br />

cultura del Comune di Fara in Sabina<br />

Amm. Fabio Valerj, Consigliere Assoc. Ex<br />

Alunni <strong>Nobile</strong> <strong>Collegio</strong> <strong>Mondragone</strong><br />

Avv. Giuseppe Rinaldi, Assessore alla Cultura e<br />

Turismo della Provincia di Rieti<br />

Moderatore:<br />

Francesco Vergovich, giornalista<br />

Abbazia Benedettina S.Maria di<br />

Farfa<br />

PROFILO STORICO<br />

Agli inizi del quattrocento l’abate<br />

commendatario Giovanbattista Orsini, visto<br />

probabilmente lo stato di grave degrado in<br />

cui si trovava la vecchia basilica decise di<br />

costruire una nuova chiesa abbaziale.<br />

L’impresa non fu facile se si protrasse per<br />

circa 70 anni ma alla fine, nel 1496, la nuova<br />

basilica fu consacrata. A tre navate con il<br />

coro pronunciato secondo le esigenze<br />

benedettine la chiesa, nella sua forma attuale,<br />

fu completata solo nel corso dei sec. XVI e<br />

XVII con la costruzione delle cappelle delle<br />

navate laterali e del nuovo reliquiario. Di<br />

particolare interesse è il soffitto a cassettoni<br />

della navata centrale sul quale è posta in<br />

bella mostra l’effige del committente, il<br />

cardinale Orsini appunto. Le finiture in oro<br />

arricchiscono la già pregevole orditura. Gli<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.11 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

affreschi della basilica non sono tutti<br />

sicuramente attribuibili, però sappiamo con<br />

certezza, per il rinvenimento di una ricevuta<br />

di pagamento, che le tele delle cappelle dei<br />

S.S. Pietro e Paolo, del SS.mo Sacramento e<br />

di S. Orsola sono di Orazio Gentileschi,<br />

mentre i lunettoni delle navate laterali<br />

possono essere attribuiti alla scuola dello<br />

stesso. Anche le pareti della navata centrale<br />

sono interamente dipinte, su vari livelli si<br />

incontrano le figure di papi benedettini e dei<br />

dottori della chiesa all’interno di una serie di<br />

decorazioni del tipo a finto marmo. Una<br />

particolarità originale della basilica Farfense<br />

è certamente la decorazione delle volte delle<br />

navate laterali del transetto e del coro con dei<br />

motivi del tipo a ‘’Grottesche’’ del tutto<br />

insoliti per una chiesa più consoni alla<br />

decorazione di palazzi. Queste come anche gli<br />

affreschi del coro sono attribuiti ai fratelli<br />

Zuccari per il loro rapporto con la<br />

committenza Farnese. Alla fine del ‘500 è<br />

infatti un Farnese l’abate commendatario di<br />

Farfa: il Card. Alessandro. E’ molto<br />

probabile che mentre i maestri erano<br />

occupati in opere più impegnative, come le<br />

decorazioni del palazzo di Caprarola, la<br />

bottega si occupò del lavoro di Farfa. Gli<br />

stalli del coro sono seicenteschi, furono<br />

realizzati al posto di quelli, splendidi,<br />

quattrocenteschi spostati al I piano nel nuovo<br />

coretto nel seicento. Di notevole effetto è il<br />

grande giudizio universale posto sopra la<br />

porta d’ingresso, notevoli le dimensioni per<br />

essere dipinto con la tecnica dell’olio su<br />

muro. E’ attribuito ad un artista fiammingo,<br />

forse H. Van den Broek, ed è datato 1561. Da<br />

ricordare per il grande valore artistico e<br />

religioso la madonna bizantina di Farfa posta<br />

nella cappella di centro della navatella<br />

destra. L’immagine risale all’XI sec. ed è<br />

stata oggetto di grande venerazione<br />

soprattutto nel basso medioevo. A queste<br />

opere rinascimentali si aggiungono una serie<br />

di elementi emersi alla fine degli anni ’50 dai<br />

lavori di ristrutturazione della chiesa. In<br />

questa occasione emerse il pavimento<br />

carolingio della chiesa medievale risalente al<br />

IX sec., un altarino ed un frammento del muro<br />

perimetrale della medesima chiesa. La prima<br />

scoperta portò a privilegiare la ricerca di<br />

altre preesistenze medievali con la<br />

conseguente demolizione dell’altare barocco<br />

e della sistemazione seicentesca del<br />

presbiterio. Al posto dell’altare fu realizzato<br />

un baldacchino con le colonne superstiti così<br />

come lo si può vedere oggi. Nella parte destra<br />

del coro fu realizzato nel 1622 il nuovo<br />

reliquiario nel quale oggi, non avendo piu’ la<br />

funzione originaria, si possono ammirare il<br />

grande crocifisso e le tre statuette lignee<br />

policrome del XVI sec.. Nella basilica di<br />

Farfa si trova anche il corpo del beato<br />

Placido Riccardi, monaco farfense e padre<br />

spirituale del card. I. Shuster, il corpo ha<br />

subito un processo di mummificazione<br />

naturale ed è esposto al culto con il solo<br />

ritocco del volto e delle mani con la cera.<br />

http://www.abbaziadifarfa.it/<br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.12 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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Padre Rocci come l’ho visto io<br />

Cerimonia commemorativa di P. Lorenzo Rocci S.J. all’Abbazia di Farfa<br />

Relazione di Padre Max Taggi S.J. Abbazia di Farfa (Rieti), 28/03/<strong>2009</strong><br />

Dopo l'inaugurazione stamani a Passo Corese<br />

nella sede del vostro liceo, della lapide allo<br />

studioso sabino P. Lorenzo Rocci, siamo qui<br />

per celebrare questo evento, per coglierne<br />

meglio il significato e approfondire la<br />

conoscenza con questo personaggio, gia noto<br />

a molte generazioni di docenti e di<br />

studenti, se non altro come autore di un<br />

Vocabolario greco molto apprezzato. Sulla<br />

sua figura di letterato il professore Don Remo<br />

Bracchi ci parlerà fra poco con la sua alta<br />

competenza specifica. Il mio compito ora e<br />

semplicemente di presentarvi qualche tratto<br />

della personalità del Rocci, sia sul piano<br />

umano che su quello religioso, dato che il<br />

Padre Rocci era un sacerdote gesuita. Non si<br />

tratterà di una biografia, né di mezza<br />

biografia, ma solo di qualche flash, di una<br />

condivisione amichevole.<br />

Vi propongo quattro sguardi ed una<br />

conclusione.<br />

Il primo sguardo fu, diremmo oggi,<br />

virtuale. Avvenne a Livorno, la città dove<br />

sono nato, all’istituto S. Francesco Saverio,<br />

un liceo classico diretto dai padri gesuiti.<br />

Avevo 14-15 anni ed ero approdato in quarta<br />

ginnasio. Ero incuriosito da questo nuovo<br />

livello scolastico: nuove materie, nuovi<br />

professori, nuovi libri di testo. Proprio fra i<br />

libri di testo, mi colpi particolarmente la<br />

Grammatica greca del Rocci, soprattutto per<br />

la chiarezza con cui erano presentati i suoi<br />

contenuti.<br />

Una sensazione simile, cosi netta, l’ho avuta<br />

solamente un’altra volta in vita mia, studiando<br />

Filosofia alla Gregoriana, con il Manuale di<br />

Metafisica del P. Dezza e ascoltando le sue<br />

lezioni. Fu quello il mio primo incontro col<br />

Rocci.<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.13 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

Il secondo sguardo, invece, fu diretto, di<br />

persona, una diecina di anni piu tardi. Nel<br />

frattempo, avevo scelto di entrare nella<br />

Compagnia di Gesù. Dopo il Noviziato e un<br />

periodo di Magistero (tirocinio), mi trovavo a<br />

frequentare i corsi di Filosofia all’Università<br />

Gregoriana a Roma. Con i miei compagni<br />

abitavamo al Gesù, al centro di Roma, dove,<br />

allora come ora, coesistevano due comunità,<br />

quella degli studenti e quella dei padri e<br />

fratelli addetti alla chiesa e ad altre opere. In<br />

tale Residenza c’erano anche due padri<br />

anziani, già abbastanza noti: il P. Pietro<br />

Tacchi Venturi, storico, ed il p. Lorenzo<br />

Rocci. Noi studenti andavamo volentieri a<br />

trovare questi padri, sia per aiutarli a celebrare<br />

la messa, sia per parlare con loro. Fu cosi che<br />

conobbi il P. Rocci. Ricordo benissimo il<br />

primo incontro. Mi chiese: - Come ti chiami?<br />

E quando sentì il mio cognome, Taggi,<br />

esclamo: Persone intelligenti, i Taggi!<br />

(Conosceva mio cugino Arturo, insegnante di<br />

Latino e Greco, e un mio fratello maggiore,<br />

Gianfranco, che allora frequentava Lettere<br />

alla Sapienza). Mi resi conto, naturalmente,<br />

che parlava di loro, ma presi la sua battuta<br />

come un incoraggiamento.<br />

Quello che mi conquistò subito fu la sua<br />

personalità. Già la sua presenza: era alto,<br />

rnassiccio, con dei bei capelli bianchi, un viso<br />

aperto, bonario, uno sguardo profondo e<br />

calmo. Era autorevole ma accogliente;<br />

s’indovinava in lui una persona serena,<br />

equilibrata. di grande cultura, ma semplice in<br />

senso positivo, ”uncomplicated” si direbbe in<br />

inglese.<br />

Il terzo sguardo si potrebbe definire<br />

”professionale". Erano passati un’altra<br />

diecina di anni, più o meno, e mi trovavo di<br />

nuovo a Livorno, al Saverio, non più come<br />

alunno, ma come rettore del collegio.<br />

Provenivo da Bruxelles, dovetti ambientarmi.<br />

Naturalmente, dovevo occuparmi sia della<br />

comunità religiosa che di quella educativa,<br />

della scuola.<br />

Ricordo che nell’adozione dei libri di testo ci<br />

fu consenso unanime per adottare i testi del<br />

Rocci. Nel frattempo era stato pubblicato<br />

anche il suo famoso vocabolario. Nelle<br />

verifiche nel corso dell’anno scolastico<br />

constatavamo che i ragazzi rispondevano<br />

bene, e questo, oltre che all’impegno dei<br />

professori, era dovuto anche ai libri di testo.<br />

C’era dunque una presenza e un contributo<br />

del Rocci.<br />

Il quarto sguardo, si basa su alcuni<br />

documenti storici. Siamo di nuovo a Roma,<br />

al Gesù, in questo mese. Grazie a voi, in vista<br />

di questo incontro, ho cercato nella nostra<br />

biblioteca e nell’archivio di Provincia un po'<br />

di documentazione. Vediamo qualche cosa<br />

insieme.<br />

In un Dizionario di gesuiti illustri (Ctr. il<br />

"Diccionario historico de la Compañia de<br />

Jesus", Roma-Comillas, 2002, Vol.IV) ho<br />

trovato una scheda biografica del P. Rocci. Ve<br />

ne leggo qualche passaggio:<br />

a) Dati biografici. Lorenzo Rocci,<br />

ellenista, scrittore. Nato a Fara Sabina l’11<br />

settembre del 1864, morto a Roma il 14<br />

agosto del 1950. Entra nella Compagnia di<br />

Gesù a Napoli nel 1880, e ordinato sacerdote<br />

a Cortona (Arezzo) nel 1892. Ha studiato alla<br />

Gregoriana e in un solo anno si laureò in<br />

Lettere a Roma, alla Sapienza, dove della<br />

Commissione esaminatrice faceva parte il<br />

Carducci, che, dopo averlo ascoltato gli disse:<br />

”Lei non solo ha fatto bene, ma molto<br />

bene".Fece 1’ultimo anno di formazione in<br />

Francia, ad Angers. Dopodiché, insegno greco<br />

e latino al <strong>Collegio</strong> <strong>Mondragone</strong> (Frascati)<br />

per 21 anni, durante i quali per una diecina di<br />

anni fu anche preside. Successivamente si<br />

dedicò prevalentemente allo studio, abitando<br />

alla Gregoriana e collaborando con la<br />

cappellania della Sapienza. Lavorava fino a<br />

tardi la sera. Il suo volto ingenuo (candoroso)<br />

dietro dei lineamenti rozzi (?) rivelava una<br />

persona molto umana e simpatica.<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.14 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

Il suo nome resta legato al Vocabolario greco,<br />

al quale lavorò per 25 anni, che critici italiani<br />

e stranieri hanno riconosciuto particolarmente<br />

autorevole.<br />

b) Ha pubblicato anche altre cose: oltre<br />

alla Grammatica greca, che ha avuto trenta<br />

edizioni, la traduzione italiana dei primi sei<br />

libri della Odissea di Omero e l’Antigone di<br />

Sofocle. Ha scritto varie biografie di gesuiti<br />

edelle poesie in latino. Era membro<br />

del1'Accademia dell’Arcadia.<br />

Il religioso e il sacerdote (impressioni<br />

mie, sulla base di documenti di archivio e di<br />

colloqui con persone che lo hanno<br />

conosciuto)<br />

Come sacerdote, aveva sempre avuto<br />

una dimensione pastorale ed una evidente vita<br />

spirituale. Era un piacere servirgli la messa.<br />

Celebrava con calma, non aveva nulla di<br />

sentimentale o di bigotto, ma era raccolto,<br />

era lì, ben presente al mistero che si<br />

celebrava.<br />

Come religioso, era quanto mai<br />

”ignaziano", probabilmente senza rendersene<br />

troppo conto!<br />

Tutta la sua opera ne da testimonianza. Di<br />

Ignazio di Loyola aveva i valori e le passioni:<br />

il tendere alla eccellenza, a fare bene quello<br />

che si fa; la ricerca costante, istintiva, d'<br />

integrazione fra spiritualità (vita di fede) e<br />

serietà professionale; l’assillo del "magis",<br />

dell’andare oltre; il senso della frontiera (nel<br />

suo campo ed al suo livello il Rocci e stato<br />

senza dubbio un pioniere, come S. Francesco<br />

Saverio e il P. Matteo Ricci); il tendere ad<br />

innovare, a fare qualcosa in più del banale,<br />

dell’esistente; e questo, non per capriccio, ma<br />

per due scopi ben precisi: per essere di aiuto<br />

al prossimo, alla gente, e per dare gloria a<br />

Dio, in armonia col celebre motto ignaziano<br />

"ad maiorem Dei gloriam" (AMDG).<br />

Una conferma di questo suo identificarsi con<br />

la spiritualità e la pedagogia ignaziane la<br />

troviamo nella sua aderenza concreta alla<br />

Ratio studiorum, cosa peraltro abbastanza<br />

naturale per un umanista come lui.<br />

Conclusione<br />

Chi era dunque, chi e stato, Lorenzo Rocci?<br />

- Uno studioso ed un educatore, al tempo<br />

stesso serio, solido e molto umano<br />

- Molto presente ai suoi interlocutori:<br />

guardando lui mi tornano alla mente<br />

pensatori, come Lévinas con la sua "Etica del<br />

volto" e Buber, il filosofo ebreo della alterità<br />

con il suo ”Io, tu";<br />

- Un uomo di fede, una fede limpida, quasi da<br />

fanciullo, la ”foi du charbonnier" , cara a<br />

Pascal;<br />

- E, finalmente, era un sabino! Vedendo la<br />

vostra regione, ho capito meglio il Rocci,<br />

nella sua solidità e finezza, nella sua<br />

genuinità, nella sua concretezza<br />

Ho letto recentemente un bel libro intitolato:<br />

"Dall’autorità all’autorevolezza - Per una<br />

leadership in tempo di crisi".<br />

Nell’introduzione, gli Autori citano un<br />

esperto che in un Convegno sulla scuola ha<br />

detto: "Alla scuola italiana servono memo<br />

professori e più maestri perché, per quanto<br />

necessaria, l’istruzione non basta ad educare.<br />

Il giovane deve anche essere provocato da chi<br />

è in grado di avanzare una proposta credibile<br />

e suscitare nel suo cuore una risposta".<br />

Facendo l’affermazione di quell’esperto,<br />

penso che noi tutti, oggi,<br />

abbiamo bisogno di<br />

professori, di docenti - senza<br />

di loro resteremmo ignoranti -<br />

e di docenti che siano al<br />

tempo stesso maestri, ossia<br />

educatori. ~<br />

Credo che il P. Rocci sia stato<br />

proprio uno così.<br />

(Prefetto a <strong>Mondragone</strong> nel 1946)<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.15 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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A proposito del ”Risorgimento visto dal Vesuvio”<br />

Poiché nel lungo articolo del nostro caro<br />

ex Franco Puca sono stato citato nel contesto<br />

di una ironica e dissacrante rivisitazione<br />

pseudo-storica dei fatti e dei….misfatti<br />

dell’arduo e spesso contestato Risorgimento<br />

Italiano, sento la necessità di un sereno<br />

commento al parto letterario del nostro EX.<br />

La descrizione degli episodi<br />

Risorgimentali Italiani ricostruita in modo<br />

assai sommario ed in chiave burlesca di<br />

commedia ”pulcinellesca” può anche essere,<br />

forse, divertente e contenere, purtroppo,<br />

qualche verità ma quale altra Nazione nel<br />

corso dei secoli non ha accumulato almeno<br />

altrettanti avvenimenti scomodi e poco seri?<br />

Comunque si tratta della nostra storia fatta di<br />

luci ed ombre permeata di episodi gloriosi o<br />

meno gloriosi, ma è pur sempre la storia della<br />

nostra Patria Italiana la cui unità nel bene e<br />

nel male è costata tanti sacrifici e tanto<br />

sangue.<br />

Molto dipende dal colore della lente con<br />

cui si analizza la successione degli<br />

avvenimenti storici e dalla interpretazione che<br />

se ne ricava particolarmente se esiste un<br />

atteggiamento di parte, ossia se l’analisi è<br />

viziata da sentimenti preconcetti e rancorosi o<br />

se chi analizza è uno studioso serio e sereno.<br />

Grandi scrittori come Dante o Balzac hanno<br />

intitolato le loro opere che descrivono le<br />

storie degli uomini come Commedie, ma<br />

Commedie Umane e non pulcinellesche.<br />

La storia Italiana, dopo la caduta dell’Impero<br />

Romano, è una successione di lotte contro le<br />

invasioni e, purtroppo, anche di conflitti<br />

interni, di guerre fratricide, ma tralasciando il<br />

medio evo, che pure sarebbe molto<br />

interessante esaminare, ma non è argomento<br />

della dissacrazione pseudo-storica del nostro<br />

Puca, vorrei spendere due parole a favore del<br />

“gatto-sardo” (Garibaldi) e del “aripipino il<br />

breve” (Vittorio Emanuele III°).<br />

Basterebbero le giornate gloriose della<br />

Repubblica Romana, della quale ricorre il<br />

160°, le campagne del ’59 e del ’66, senza<br />

contare l’intervento nel ’70 durante la quale<br />

fu conquistata l’unica bandiera tolta ai<br />

Prussiani in quella guerra sfortunata per i<br />

Francesi, per immortalare nella storia la figura<br />

leggendaria dell’Eroe dei Due Mondi, studiata<br />

e descritta con simpatia ed ammirazione da<br />

storici di ogni paese.<br />

Nella Prima Guerra Mondiale, nella quale<br />

l’Italia perse più di 650.000 caduti ed oltre un<br />

milione tra mutilati e feriti non è certo motivo<br />

di derisione il fatto che la Vittoria conquistata<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.16 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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a così caro prezzo fu chiamata la “Vittoria<br />

Mutilata”. La battuta di arresto, con<br />

conseguente sconfitta di Caporetto, fu dovuta<br />

alla resa agli Imperi Centrali da parte della<br />

Russia nel 19<strong>17</strong> che rese possibile a quelle<br />

potenze di concentrare sul nostro fronte tutta<br />

la forza liberata con conseguenze disastrose.<br />

Ebbene fu il nostro Re, che Franco Puca<br />

chiama irriverentemente: Aripipino il Breve,<br />

contrariamente a quanto pretendevano i nostri<br />

Alleati di allora nel convegno di Peschiera<br />

che si impose affinché la difesa fosse stabilita<br />

non con l’arretramento sul fiume Po, ma sul<br />

Piave. E fu da questo fiume, con un minimo<br />

aiuto degli alleati,che partì la riscossa che<br />

portò a Vittorio Veneto.<br />

In questo modo si conclusero, al di fuori di<br />

qualsiasi furberia diplomatica, le guerre per<br />

l’Unità d’Italia,anche se alcune terre Italiane<br />

erano ancora irredente.<br />

Nella seconda guerra mondiale dopo oltre<br />

tre anni di lotta durissima su molti fronti<br />

fummo costretti a chiedere un armistizio alle<br />

potenze alleate in quanto ci eravamo<br />

avventurati in una impresa superiore alle<br />

nostre forze con una alleanza voluta e non<br />

sentita. Altre Nazioni, di cui almeno una,<br />

assai superiore alle nostre potenzialità, si<br />

erano arrese dopo pochi mesi di lotta, ma<br />

nonostante tutto le nostre forze armate<br />

combatterono con tenacia ed eroismo una<br />

guerra certamente non voluta come la<br />

precedente del ’15-’18.<br />

Come si può non ricordare l’eroismo dei<br />

nostri incursori della marina, il coraggio dei<br />

nostri piloti che combatterono quasi sempre<br />

uno contro dieci, i militari di tutte le armi che<br />

s’immolarono in Etiopia, in Libia, in Albania<br />

ed in Russia?<br />

E’purtroppo vero che dopo la sconfitta, per<br />

ragioni ideologiche, ci siamo ancora divisi,<br />

ma ognuno che era in buona fede ha seguito la<br />

sua scelta pagando di persona con dignità a<br />

qualunque prezzo.<br />

Nel cuore di chi scrive restano impresse le<br />

parole incise sul cippo collocato sulla strada<br />

di Alessandria d’Egitto dal quale dista circa<br />

100 Kilometri:<br />

7°Reggimento Bersaglieri<br />

MANCO’<br />

LA FORTUNA<br />

NON IL VALORE<br />

1°-7-1942<br />

a questo dolorosamente aggiungo mancarono<br />

anche i mezzi!<br />

P:S. Un paterno consiglio a Franco Puca da<br />

un vecchio ex Mondragoniano a un ex<br />

giovane (si fa per dire): meglio che si occupi<br />

di cucina piuttosto che di storia.<br />

CLAUDIO SABATINI<br />

(in collegio dal 1936 al 1946)<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.<strong>17</strong> di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_____________________________________________________________________________________________<br />

Padre Cubbe e I Giusti d’Italia<br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.18 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

Traduzione:<br />

1. Racconta la tua vita e quella della tua famiglia fino<br />

al momento del pericolo.<br />

2. Quando la tua famiglia e andata a Campanella?<br />

3. Fai presente nel tuo racconto che avevi dei<br />

documenti falsi, anche la tua famiglia ne<br />

aveva? Se ancora ne hai spedisci le copie.<br />

4. Sotto quale nome eri registrato in collegio?<br />

5. Dove stavano i tuoi genitori durante questo periodo?<br />

OGGETTO: Risposte di Marco Pavoncello (in<br />

collegio dal 1943 al 1948)<br />

1.-Mio padre Cesare e mia madre Celeste Sonnino<br />

si sposarono il 28 Marzo del 1920 presso il<br />

Tempio Maggiore di Roma e in questa città<br />

fissarono la loro dimora. Dall'unione nacquero<br />

oltre a me, che sono il figlio minore, altri cinque<br />

figli: Angelo, morto alla nascita, Amelia, morta<br />

all'età di due anni, Alberto, Fatina e Bettina (detta<br />

Nella). Al 16 Ottobre del 1943, la mia famiglia<br />

risultava residente in via San Bartolomeo de'<br />

Vaccinari n.16, un palazzo posto sul confine del<br />

ghetto, con ingresso anche al n° civico 4 di<br />

Lungotevere de’Cenci , ed abitato per la maggior<br />

parte da persone ebree. A quel tempo, l'unica dei<br />

figli ad aver lasciato la casa di famiglia era stata<br />

mia sorella Fatina, sposatasi con Vittorio<br />

Pavoncello,e dal quale aveva già avuto un<br />

bambino di nome Cesare.<br />

Sino al 1938, allorquando apparvero i primi<br />

provvedimenti legislativi ed amministrativi<br />

antiebraici, papa Cesare aveva condotto una<br />

florida ditta di costruzioni e un magazzino per la<br />

raccolta di rottami di ferro insieme al cugino di<br />

sua moglie, Samuele Sonnino. Tale azienda era<br />

ubicata in piazza Re di Roma, nel quartiere San<br />

Giovanni . Da quel momento in poi l'azienda di<br />

famiglia subì un progressivo ridimensionamento,<br />

che si concluse con la cessazione di ogni attività<br />

nel maggio del 1940.<br />

Prima dell'espulsione dei ragazzi ebrei dalle<br />

scuole pubbliche, mia sorella Bettina era stata<br />

allieva dell’istituto "Felice Veneziani" di Portico<br />

d'0ttavia ed io della scuola elementare "Trento e<br />

Trieste" di via dei Giubbonari.<br />

I nostri rapporti con la comunità nazionale non<br />

furono caratterizzati da alcuna forma di<br />

discriminazione sino al 1938. Da allora, e in<br />

maniera progressiva, iniziammo ad essere<br />

emarginati e guardati con sospetto dagli<br />

appartenenti alla razza ariana. Naturalmente,<br />

questa emarginazione perpetrata nei nostri<br />

confronti non riguardo tutti ma soltanto coloro che<br />

si erano lasciati fortemente condizionare dalla<br />

6. Chi sapeva nel collegio che voi eravate ebrei?<br />

7. Ci sono stati momenti di pericolo nel quale voi<br />

eravate preoccupati che la vostra<br />

identità ebraica fosse stata scoperta?<br />

8. Con l'eccezione del tempo in cui i tuoi parenti erano<br />

in collegio con te dopo le bombe,<br />

come eravate in contatto?<br />

9. Includi nel tuo racconto ogni particolare o aneddoto<br />

che tu ricordi di quando stavi in<br />

collegio.<br />

propaganda fascista e nazista. lnfatti, già nel<br />

maggio del 1943 mio padre, avendo avuto sentore<br />

dell’imminente pericolo, grazie proprio alla<br />

disponibilità di famiglie ariane, riuscì a metterci al<br />

sicuro lontani da quella che era la nostra residenza<br />

ufficiale.<br />

2.-Giungemmo a Campanella nel maggio del 1943<br />

insieme alla famiglia Sonnino, nostri parenti e<br />

nostri soci nella attività imprenditoriale.<br />

Restammo lì sino ad alcuni giorni dopo l'8<br />

settembre del 1943. Si dovette andare via poiché<br />

chi ci ospitava temeva possibili rappresaglie da<br />

parte nazista.<br />

3.-ll destino della mia famiglia, al tempo<br />

dell'occupazione nazista, é sempre stato legato a<br />

quello dei Sonnino. Tutti ci spacciammo per<br />

profughi di Cassino. Noi dicevamo di essere la<br />

famiglia Olivieri; loro dicevano di essere la<br />

famiglia Sbardella. Riuscimmo ad ottenere<br />

documenti falsi ma purtroppo sono andati smarriti<br />

nel corso del tempo.<br />

4.-Come ho già detto, dicevo di chiamarmi<br />

Olivieri, il nome marco invece mi era stato<br />

cambiato in Aldo.<br />

5.-Quando il collegio <strong>Mondragone</strong> accolse gli<br />

sfollati di Frascati, i miei genitori, confondendosi<br />

fra questi, si rifugiarono la insieme alla famiglia<br />

di mia sorella Fatina e ai Sonnino; mia sorella<br />

Bettina, insieme alle giovani cugine Sonnino,<br />

trovò ospitalità presso le Maestre Pie Filippine di<br />

Frascati e poi nell'omonimo convento di Roma.<br />

6.-Le persone a conoscenza della nostra<br />

condizione erano: innanzitutto padre Cubbe,<br />

poi padre Ranieri, padre Marsecano, padre<br />

Parisi, e padre Floridi.<br />

7.-Ricordo che, giunti a Roma presso il <strong>Collegio</strong><br />

Pio Latino Americano, durante una passeggiata<br />

organizzata con gli altri convittori e sotto la guida<br />

di alcuni padri gesuiti, passando nei pressi della<br />

Sinagoga volsi verso di essa lo sguardo e la salutai<br />

con la mano. Fui subito rimproverato aspramente<br />

dai miei cugini Sonnino, che erano con me, i quali<br />

mi spiegarono il serio pericolo corso.<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno ‘09 pag.19 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

8.-Si interruppero tutte le forme di contatto; seppi<br />

solo che i miei genitori erano riusciti a trovare<br />

rifugio nella città del Vaticano.<br />

9.-Ricordo che, mentre stavo in collegio, una seria<br />

difficoltà era quella dovuta al fatto che a volte<br />

veniva servita carne di maiale, che io e i miei<br />

cugini Sonnino rifiutavamo di mangiare, la quale,<br />

visti i tempi, veniva considerata da tutti un piatto<br />

raro. Per il resto, la mia vita era simile a quella di<br />

qualsiasi altro convittore.<br />

OGGETTO: Testimonianza di Mario Sonnino<br />

(in collegio dal 1943 al 1947)<br />

Il sottoscritto Mario Sonnino, avendo ricevuto una<br />

Vostra comunicazione che lo invitava a fornire<br />

ulteriori informazioni, risponde alle domande<br />

inviategli nel modo seguente:<br />

1) Samuele fu Mario, mio padre, e Bianca<br />

Piperno, mia madre, contrassero matrimonio il 2<br />

giugno 1929. Da loro sono nati, Virginia, lo<br />

scrivente, Graziano, Rosalba e Sergio (che venne<br />

alla luce il 2 giugno 1943).<br />

Al momento dell'occupazione tedesca di Roma si<br />

abitava tutti in via Arenula 41, cioè a pochi passi<br />

dal Tempio Maggiore di Roma.<br />

Mio padre aveva fondato nel 1920, insieme ad un<br />

nostro parente, Cesare Pavoncello, un'azienda che<br />

vendeva ferro nuovo ed usato, la quale, a causa<br />

delle leggi razziali, cesso di esistere nel maggio<br />

del 1940.<br />

Sino al momento dell'allontanamento dei ragazzi<br />

ebrei dalle scuole di Stato, con i miei fratelli<br />

frequentai l'istituto "Trento e Trieste" di via dei<br />

Giubbonari, mentre mia sorella Virginia era stata<br />

allieva dell'istituto "Felice Veneziani" presso il<br />

Portico d'Ottavia.<br />

Fu solo a partire dal 1938 che nacque e crebbe un<br />

sentimento di emarginazione nei nostri confronti<br />

provato dalla comunità "ariana". Sino ad allora,<br />

infatti, ci si era sentiti elemento integrante della<br />

più vasta comunità nazionale.<br />

2) Giungemmo a Campanella nel maggio del<br />

1943 insieme ai nostri parenti Pavoncello e vi<br />

rimanemmo sino alla fine ottobre di quello stesso<br />

anno. Fummo costretti a lasciare la tenuta<br />

"Campanella" per la diffusa presenza di reparti<br />

tedeschi nell'area di Frascati che rendeva insicura<br />

la condizione dei nostri ospiti.<br />

3) La nostra famiglia si procuro documenti falsi<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> –giugno ‘09 pag.20 di 32<br />

sotto il cognome di Sbardella e si diceva di essere<br />

profughi di Cassino rifugiatisi, a seguito dei<br />

bombardamenti, nell'area di Frascati. Oggi però<br />

non posseggo né l'originale né la copia di quel<br />

mio documento.<br />

4) Al collegio fui registrato sotto il nome di<br />

Mario Sbardella (come si evince dalle copie dei<br />

registri degli alunni del <strong>Collegio</strong> <strong>Mondragone</strong><br />

già a Voi inviate).<br />

5) I miei genitori, spacciandosi per sfollati,<br />

sono stati accolti in questa veste presso il<br />

collegio di <strong>Mondragone</strong>. Nel frattempo, le mie<br />

sorelle erano rifugiate presso le Maestre Pie di<br />

Frascati (passando poi alla sede romana). Dopo<br />

<strong>Mondragone</strong>, mio padre e mai madre sono riusciti<br />

ad accedere nella città del Vaticano, dove<br />

rimasero alla liberazione di Roma.<br />

6) A conoscenza della mia origine ebraica<br />

erano: Padre Cubbe, Padre Ranieri (padre<br />

ministro) e Padre Marsecano (economo); tutti<br />

del collegio di <strong>Mondragone</strong>.<br />

7) Alla fine di maggio del 1944, quando ero<br />

ospite del <strong>Collegio</strong> Pio Latino Americano di<br />

Roma, il professor Gianpietro, nostro insegnante,<br />

vedendo che né io, né mio fratello Graziano, né<br />

mio cugino Marco Pavoncello , a pranzo<br />

mangiammo carne di maiale, dinanzi agli altri<br />

convittori esordì dicendo che secondo lui noi<br />

eravamo tre ragazzi ebrei. Quella stessa notte,<br />

fummo caricati in un furgone con il quale,<br />

nascosti sotto sacchi, ci trasferirono presso al<br />

<strong>Collegio</strong> Santa Chiara di Roma (ubicato<br />

nell'omonima via).<br />

8) Fu padre Cubbe ad informarmi che i miei<br />

genitori erano riusciti a trovare scampo in<br />

Vaticano ma tra me e loro di fatto si interruppe<br />

ogni comunicazione.<br />

9) La mia vita in collegio si svolgeva in maniera<br />

perfettamente identica a quella di ogni altro<br />

convittore: momenti di studio, si alternavano allo<br />

sport, al teatro, alla musica e alle passeggiate;<br />

inoltre, per dare l’impressione appartenente alla<br />

razza ariana, imparai a recitare preghiere<br />

cattoliche e a servire messa in latino.<br />

Roma, 23 marzo <strong>2009</strong><br />

In fede<br />

Mario Sonnino


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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Oggetto: Testimonianza di Enrico<br />

Giacobazzi (in collegio dal 1940 al 1945)<br />

Io sottoscritto Enrico Giacobazzi Mazzari Fulcini,<br />

nato a Verona il 10 Febbraio 1927, residente in<br />

Roma dichiaro che il contenuto di questo scritto<br />

corrisponde alla più assoluta verità:<br />

- negli anni 1940–‘47 ho dimorato come studente<br />

presso il <strong>Nobile</strong> <strong>Collegio</strong> <strong>Mondragone</strong>, istituzione<br />

gesuitica, con sede in Frascati;<br />

- là mi trovavo all’indomani del terribile<br />

bombardamento che colpì quell’abitato l’ 8<br />

settembre 1943, ed ho potuto constatare di<br />

persona l’aiuto morale e materiale elargito dai<br />

padri gesuiti alla popolazione del luogo, che<br />

giunse numerosa alle porte del nostro istituto in<br />

cerca di cibo e di un tetto;<br />

- ricordo ancora che con l’occupazione militare<br />

tedesca, e sicuramente nei giorni immediatamente<br />

successivi al 16 ottobre 1943, furono accolti come<br />

nuovi allievi tre ragazzi che ci vennero presentati<br />

con i nomi di Sbardella Mario, Sbardella<br />

Graziano e Olivieri Aldo; i quali, data la loro<br />

giovane età, furono assegnati al gruppo dei<br />

“Piccoli”, al contrario di me che appartenevo al<br />

gruppo dei “Grandi”;<br />

- ricordo ancora che fra noi alunni circolava la<br />

voce che essi fossero ragazzi ebrei. Tuttavia, mai<br />

nei loro riguardi ho avuto modo di constatare un<br />

atteggiamento di ostilità o anche di diffidenza. I<br />

tre giovani Sbardella e Olivieri furono accettati<br />

con la stessa disponibilità e secondo la consueta<br />

maniera con cui si inseriva nel gruppo ogni nuovo<br />

arrivato. Infatti, grazie agli insegnamenti dei padri<br />

gesuiti, noi convittori eravamo stati educati alla<br />

cultura dell’accoglienza e dell’accettazione scevra<br />

da qualsiasi pregiudizio. Un atteggiamento, il<br />

nostro, frutto soprattutto dell’azione pedagogica<br />

svolta dal rettore dell’istituto, padre Raffaele De<br />

Gandutz-Cubbe, uomo di grande spiritualità e di<br />

grande umanità, nonché capace di grande<br />

altruismo;<br />

- ricordo, altresì, di aver capito già da allora che,<br />

sempre sotto falso nome, il <strong>Nobile</strong> <strong>Collegio</strong><br />

<strong>Mondragone</strong> dava rifugio anche ad altri giovani,<br />

così come ad adulti, di origine ebraica, fra cui<br />

Floriano Hettner; così come pure si dava asilo a<br />

giovani appartenenti a famiglie tedesche<br />

antinaziste, quali i tre fratelli Fredichstal.<br />

- ricordo ancora che i tre ragazzi Sardella e<br />

Olivieri hanno seguito tutti noi convittori, ormai<br />

in numero ridottissimo, presso il <strong>Collegio</strong> Pio<br />

Latino Americano di Roma, dove la piccola<br />

comunità mondragoniana si trasferì verso la fine<br />

di febbraio 1944, a seguito dei continui<br />

bombardamenti che tormentavano l’aerea di<br />

Frascati.<br />

Dichiaro, infine, di aver saputo solo a guerra<br />

conclusa che i nomi di Sbardella e Olivieri erano<br />

cognomi falsi e che i tre ragazzi erano<br />

effettivamente di religione ebraica, corrispondenti<br />

a Sonnino Mario, Sonnino Graziano e Pavoncello<br />

Marco.<br />

Dichiaro, poi, che mai, ed assolutamente mai, ho<br />

potuto notare in padre De Ghantuz-Cubbe,<br />

atteggiamenti volti a convertire i due fratelli<br />

Sonnino e il loro cugino Pavoncello. Infatti, ciò<br />

che posso oggi affermare, essendo a conoscenza<br />

della verità dei fatti, è che il rettore Cubbe aveva<br />

come suo unico obiettivo quello di proteggere i tre<br />

ragazzi, inermi e indifesi, dalla furia omicida<br />

nazista. E tutto questo con grande sprezzo della<br />

sua stessa vita, dato che il nostro <strong>Collegio</strong> era<br />

assiduamente frequentato da militari tedeschi<br />

stanziati in Frascati, i quali già il 9 settembre del<br />

1943 avevano occupato parte del parco di<br />

<strong>Mondragone</strong> per farne uno stanziamento per le<br />

loro truppe.<br />

Ribadisco e sottoscrivo che il contenuto di questo<br />

documento corrisponde al mio più assoluto libero<br />

pensiero e che è frutto di ricordi relativi ad<br />

esperienze direttamente vissute.<br />

Padre Raffaele De Ghantuz Cubbe<br />

10 ottobre 1904 – 12 agosto 1983<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno 09 pag.21 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> –giugno ‘09 pag.22 di 32<br />

RICORDI DI CATECHESI E DI<br />

RI..CONVERSIONE<br />

Caro.Vittorio,<br />

ti invio i miei "ricordi di catechesi" che, ove<br />

nulla osti, e senza obbligo da parte tua,<br />

potrebbe forse trovare uno spazio sul nostro<br />

periodico Il <strong>Mondragone</strong>. Se hai ricevuto il<br />

mio ultimo messaggio a dicembre, avrai<br />

avuto conferma di quanta sfortuna perseguita<br />

Adamo e la libertà.<br />

Adamo, il giorno della trasgressione fatale,<br />

si accorse con amarezza che il percorso<br />

intrapreso per soddisfare la sua autonoma<br />

ansia di sapere era errato e gli aveva oscurato<br />

il principio fondamentale della libertà che<br />

consiste nella regola di condotta di “ fare<br />

anche ciò che non piace”. Nel suo primitivo<br />

concetto di libertà aveva escluso la condizione<br />

di quell’unica norma (“dell’albero della<br />

conoscenza del bene e del male non devi<br />

mangiarne, perché, nel giorno in cui te ne<br />

cibassi, dovrai certamente morire. ”) che gli<br />

aveva consentito di abitare nel luogo dove è<br />

presenza di ogni bene e assenza di ogni male.<br />

E, dolorosamente, la sua discendenza da<br />

allora conosce male- il- bene- e- bene- il-<br />

male e, per conoscere ognuno dei “beni”,<br />

deve passare in rassegna ciascuno degli<br />

opposti. Maggior dolore si continua a provare<br />

per i segni evidenti di quella primitiva<br />

mancanza di fiducia nel Padre, il Signore<br />

Dio creatore di tutte le cose visibili e<br />

invisibili. Dunque, Adamo non sapeva che il<br />

Signore Dio, suggerendogli il rispetto di<br />

un’unica norma, aveva aggiunto allo<br />

splendore del creato, un dono che sebbene<br />

contenesse l’obbligo di non fare, era del tutto<br />

liberatorio. Se la libertà è bene supremo, il<br />

dominio della propria persona, santificato<br />

nell’amore di Dio, restituisce il diritto alla<br />

la mia salute da tre anni a questa parte. Non<br />

dirò più che verrò alla prossima riunione<br />

degli Ex.<br />

Ma continuo a sperare.<br />

Con simpatia. Giuseppe Munno<br />

*******<br />

proprietà piena di se stessi nella vita senza<br />

fine. E tale bene non sarebbe godibile<br />

interamente se non fosse apprezzato proprio<br />

in riferimento al suo opposto, l’immagine di<br />

tutti i mali, e del peggiore dei mali che è la<br />

morte, e la morte “segunda” come la definì<br />

San Francesco.<br />

Sappiamo, per dogma, che Iddio è<br />

onnipotente e onnisciente e infinitamente<br />

altro, in ogni bene. Sappiamo anche che Egli,<br />

infinitamente buono e misericordioso, non<br />

può volere il male. E non c’è contraddizione<br />

in queste sue proprie, infinite virtù, perché il<br />

Signore è anche il grande maestro della<br />

libertà. E, se per amore Egli aveva creato tutte<br />

le cose, per giustizia non ha consentito a<br />

Adamo e alla sua discendenza di permanere<br />

nel luogo dove è “presenza di ogni bene e<br />

assenza di ogni male”. Tuttavia, per la sua<br />

infinita bontà, il Signore Dio promise a<br />

Adamo che per lui sarebbe stato pagato, e<br />

sappiamo a quale costo, il riscatto della colpa<br />

per la sfiducia manifestatagli, dalla sua<br />

creatura prediletta, disprezzando proprio il<br />

dono della libertà.<br />

Lo scienziato.<br />

Nel suo saggio: Perché io credo in Colui che<br />

ha fatto il mondo (Mondadori), il prof.<br />

Antonino Zichichi, eminente scienziato,<br />

sostiene che la nostra realtà è costituita dal<br />

concorso di pochi elementi fondamentali, tutti


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

indispensabili alla nostra esistenza materiale:<br />

materia, energia, carica, spazio, tempo.<br />

Zichichi, concordando con gli scienziati più<br />

importanti: Galileo Galilei, Newton, Planck e<br />

molti altri (i più importanti sono stati e sono<br />

credenti), dice che le leggi che reggono il<br />

Cosmo sono in comunione, in armonia, con la<br />

parola di Dio manifestata nella Bibbia.<br />

Aggiunge anche che “tra le tante scelte,<br />

rigorosamente logiche, Chi ha fatto il mondo<br />

ne ha scelto una e una sola.” In altri termini,<br />

il Signore avrebbe potuto creare ogni cosa in<br />

modi infinitamente diversi; se ha fatto il<br />

creato così com’è, ha certamente scelto il<br />

meglio, e in assoluto. Dalla sua ridottissima<br />

prospettiva di conoscenza l’uomo, creatura<br />

prediletta di Dio, continua nell’affascinante,<br />

inesauribile ricerca dei princìpi che regolano<br />

l’immensità dello spazio abissale che separa<br />

lui, microscopico e ignaro pulviscolo,<br />

dall’enormità dell’invisibile e da tutto il resto<br />

di ciò che si vede e si tocca.<br />

Il tempo.<br />

In riferimento alla nozione di tempo, così<br />

accreditato come uno degli elementi<br />

fondamentali della nostra esistenza materiale,<br />

e alla sua relazione con il dogma<br />

dell’onniscienza di Dio, mi propongo ora il<br />

seguente motivo di meditazione.<br />

Gli uomini, accecati dalle tentazioni del<br />

potere, della ricchezza e della vanità, se<br />

fossero stati abbandonati a se stessi e al libero<br />

arbitrio, certamente si sarebbero eliminati a<br />

vicenda. Per questo motivo, allo scopo di<br />

salvare l’umanità, il Signore Dio conoscendo<br />

da sempre, come già compiuto, il tempo delle<br />

cose create che dalla Sua prospettiva di<br />

eternità hanno già esaurito la loro esistenza,<br />

promise la venuta del Messia: Cristo Signore!<br />

Gesù Cristo, per l'appunto, è venuto a salvarci<br />

e, quale testimone e esecutore della volontà<br />

del Padre, glorificato con il sacrificio della<br />

croce, ci ha indicato la sua stessa persona<br />

come via, verità e vita. Via, per ottenere,<br />

ormai fuori dal tempo della vita terrena, la<br />

libertà da tutti i mali, compreso il peggiore dei<br />

mali cioè la “ morte segunda”. Verità, perché<br />

la sua resurrezione ha dimostrato che il bene<br />

trionferà per sempre sul male. Vita, e vita<br />

senza fine, con il pieno diritto di tornare alla<br />

casa del Padre quali figli-eredi di Dio, diritto<br />

subordinato alla nostra libera scelta per la<br />

vittoria del bene sul male.<br />

Nel cosiddetto discorso della montagna e con<br />

l’unico suo precetto:” amatevi gli uni gli altri<br />

come io ho amato voi”, Gesù, vero Dio nel<br />

mistero della Santissima Trinità, e vero uomo<br />

in tutto tranne che nel peccato, ci ha suggerito<br />

regole di comportamento, universalmente<br />

valide, che consentono a ognuno di vivere la<br />

nostra realtà materiale, come se<br />

ripercorressimo un sentiero misteriosamente a<br />

noi ben noto, per rimediare, nell’unico modo<br />

possibile, agli errori della nostra vita terrena,<br />

agli occhi Suoi già conclusa nel tempo!<br />

La Fede.<br />

Alcuni non credenti non intendono la vita<br />

come dono, né alla sua infinità; altri dicono<br />

che se fosse dipeso da loro l’avrebbero<br />

rifiutata, altri si abbarbicano alla loro<br />

materialità, escludono la trascendenza e<br />

ridicolizzano l’idea del divenire. Altri vivono<br />

nel terrore della morte. A tutti gioverebbero<br />

forse le seguenti brevi letture:<br />

1) Vangelo di Matteo cap.11, 16-18: “A chi<br />

posso paragonare questa generazione? E’<br />

simile ai bambini che stanno seduti in piazza<br />

e, rivolti ai compagni, gridano:- vi abbiamo<br />

suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo<br />

cantato un lamento e non vi siete battuti il<br />

petto-.<br />

E’ venuto Giovanni, che non mangia e non<br />

beve, e dicono:- è indemoniato-. E’ venuto<br />

il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e<br />

dicono:- Ecco, è un mangione e un beone, un<br />

amico di pubblicani e peccatori-. Ma la<br />

sapienza è stata riconosciuta giusta per le<br />

opere che essa compie.”<br />

2) Vangelo di Luca cap.8, 49-52 “…arrivò<br />

uno della casa del capo (Giairo) della<br />

sinagoga e disse:- tua figlia è morta, non<br />

disturbare più il maestro-. ….Gesù disse:-<br />

non è morta, ma dorme-. Essi lo deridevano,<br />

sapendo bene che era morta.”<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno 09 pag.23 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

3) Seconda lettera di Pietro cap.3, 8-9: “Una<br />

cosa .. non dovete perdere di vista.. davanti al<br />

Signore un solo giorno è come mille anni e<br />

mille anni come un solo giorno.”<br />

La vita è un dono senza fine, e la scelta, tra<br />

il bene e il male, è libera, ma… prima che il<br />

“tempo” di ognuno si esaurisca, non si aspetti<br />

altro “tempo” per pensarci!<br />

Gesù e i profeti.<br />

Isaia 42: “Ecco il mio servo… ho posto il<br />

mio spirito sopra di lui; egli porterà il diritto<br />

alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non<br />

farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà<br />

una canna incrinata, non spegnerà uno<br />

stoppino dalla fiamma smorta…”<br />

Nella sua “ Storia di Gesù Cristo” il grande<br />

prof. Giuseppe Ricciotti, abate dei Canonici<br />

Regolari Lateranensi, professore universitario<br />

docente di lingue orientali e storia del<br />

cristianesimo, scrive quanto segue:”Certo è<br />

che Gesù, oggi, è più vivo che mai tra gli<br />

uomini. Tutti hanno bisogno di lui, o per<br />

amarlo o per bestemmiarlo: ma farne a meno<br />

non possono. Molti uomini furono amati<br />

intensissimamente nei tempi andati: Socrate<br />

dai suoi discepoli, Giulio Cesare dai suoi<br />

legionari, Napoleone dai suoi soldati: ma oggi<br />

questi uomini sono inesorabilmente trapassati,<br />

nessun cuore palpita più per le loro persone,<br />

nessun uomo darebbe la sua vita o anche solo<br />

le sue ricchezze per essi, anche se i loro ideali<br />

siano ancora propugnati da altri; se poi i loro<br />

ideali siano avversati, nessuno pensa a<br />

bestemmiare né Socrate né Giulio Cesare né<br />

Napoleone, perché le loro persone non hanno<br />

più efficacia e sono trapassate. Gesù no;<br />

Gesù è tuttora amato e tuttora bestemmiato; si<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> –giugno ‘09 pag.24 di 32<br />

rinunzia tuttora alle ricchezze, e perfino alla<br />

vita sia per suo amore sia anche per odio<br />

contro di lui. Nessun vivente è tanto vivo<br />

quanto Gesù.”<br />

Lui e io.<br />

Se Gesù mi chiedesse: “mi ami tu?” Come<br />

gli risponderei?<br />

So che sai tutto Signore, e che conosci ogni<br />

dettaglio del mio passato. Per la mia malizia,<br />

i fallimenti, la sofferenza e la vergogna degli<br />

errori della mia adolescenza e giovinezza<br />

senza freni ho imparato, da vecchio, a essere<br />

prudente perciò,valutando la bontà di qualche<br />

residua mia credenziale, è a voce sommessa<br />

che ti rispondo: sì, penso di amarti, Signore.<br />

Perdonami di non saperti offrire di più della<br />

mia malferma sicurezza.<br />

Il salmista dice: “ Il mio nome è scritto nel<br />

palmo della Tua mano.” Infatti so che agli<br />

occhi Tuoi la mia vita terrena è già conclusa,<br />

e che da sempre conosci anche il mio futuro,<br />

con il mio timore di errori ancora da<br />

compiere. Per la mia debolezza, perdonami<br />

se è nel silenzio e chinando il capo che ti<br />

rispondo: sì, penso di amarti, Signore.<br />

So che leggi nel mio cuore e, alla Tua<br />

misericordia in risposta ai miei tradimenti, al<br />

Tuo amore per me che non merito, alla Tua<br />

gratuita ricompensa per la mia inquietudine e<br />

i miei smarrimenti, alla libertà vera che mi<br />

dai, sento che dovrei rispondere a voce alta;<br />

vorrei gridare: sì Signore, ti amo con tutto il<br />

mio cuore, con tutta la mia mente, con<br />

tutte le mie forze!<br />

So che tu lo sai.<br />

Giuseppe Munno (in collegio49-52)


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

La mattina di giovedì 26 febbraio su RAI 3<br />

ho seguito la puntata della" Storia siamo noi"<br />

che verteva sulla battaglia di Monte Cassino<br />

Abbazia di Monte Cassino<br />

ed in particolare sul forzamento della linea<br />

fortificata Germanica denominata Gustav.<br />

Ebbene tutte le forze armate impiegate dagli<br />

alleati su quel fronte dai Marocchini ai<br />

Neozelandesi sono state citate, ma come al<br />

solito il Corpo Italiano di liberazione forte di<br />

oltre 25.000 militari di tutte le armi non è<br />

stato minimamente citato. E dire che nel<br />

Dicembre del '43 bersaglieri e fanti del<br />

Raggruppamento Italiano avevano espugnato,<br />

a prezzo del sacrificio di molte giovani vite, la<br />

montagna di Monte Lungo che sbarrava il<br />

passo della Via Casilina verso Cassino;<br />

L’Abbazia dopo i bombardamenti del 1944<br />

susseguentemente proprio il Corpo Italiano di<br />

Liberazione rinforzato con reparti Alpini e<br />

Paracadutisti sostituiva il Corpo di Spedizione<br />

francese a Nord Est di Cassino e nel Maggio<br />

del '44 contribuiva in misura notevole alla<br />

rottura del fronte dopo un inverno terribile<br />

La Storia siamo noi<br />

passato sulle montagne Abruzzesi dove si era<br />

fatto onore conquistando vette di oltre 2000<br />

metri.Purtroppo l'avanzata verso Roma a noi<br />

Italiani ci fu negata e fummo subito dopo<br />

inviati sul versante Adriatico dove dopo<br />

battaglie cruente si proseguì alla liberazione<br />

della nostro Paese fino a Bologna ed oltre.<br />

I caduti delle forze Armate regolari furono<br />

oltre 87.000 nella guerra di Liberazione, ma si<br />

preferisce ricordare solo i partigiani forse<br />

perché nel complesso di un certo colore<br />

politico o perché nella "vulgata resistenziale"<br />

non c'era posto per i combattenti animati solo<br />

dal senso del dovere verso la Patria.<br />

Mi dispiace elevare questa risentita critica<br />

verso Minoli al quale siamo debitori di molto<br />

impegno nelle sue trasmissioni di argomento<br />

storico, ma non si può perpetrare ancora<br />

questo falso storico che furono solo i<br />

partigiani a liberare l'Italia, offendendo in tal<br />

modo i reduci ed i caduti con le stellette.<br />

Claudio Sabatini<br />

***<br />

Vergogna! Questa mattina, 26.2.<strong>2009</strong>,<br />

Minoli della TV di Stato, nel trattare la<br />

Battaglia di Monte Cassino e la Linea Gustav,<br />

ha ignorato completamente la conquista di<br />

Monte Lungo da parte del nostro<br />

Raggruppamento Motorizzato.<br />

Attacco a Monte Lungo<br />

Agli smemorati rammentiamo che Monte<br />

Lungo era considerato, da Kesserling, il più<br />

saldo ed inespugnabile baluardo per sbarrare<br />

la piana di Cassino è stato conquistato, il 16<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno 09 pag.25 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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dicembre 1943 dal Raggruppamento<br />

Motorizzato e dalle Truppe Americane. Il<br />

generale Clark, il <strong>17</strong> dicembre 1943, nel<br />

telegramma inviato al generale Dapino,<br />

Comandante del raggruppamento<br />

motorizzato, scrive: ”Desidero congratularmi<br />

con gli ufficiali ed i soldati al vostro comando<br />

per il successo riportato nel loro attacco di ieri<br />

a Monte Lungo, su quota 353. Questa azione<br />

dimostra la determinazione dei soldati italiani<br />

di liberare il loro Paese dalla dominazione<br />

tedesca determinazione che può ben servire<br />

come esempio ai popoli oppressi<br />

dell’Europa”.<br />

All’illustre giornalista consiglio la lettura<br />

del libro “La riscossa dell’Esercito – Il Primo<br />

Raggruppamento Motorizzato – Monte<br />

Lungo”, dove troverà utili notizie ed i<br />

riconoscimenti anche al principe Umberto di<br />

Savoia (proposto per la Silver Star – non<br />

concessa per opportunismo politico) e gli<br />

apprezzamenti da parte da parte del<br />

Comandante del II° Corpo USA “agli effetti<br />

morali, la sua presenza fra le truppe, equivale<br />

ad uno squadrone di carri armati”. Noi<br />

Veterani della Guerra della Guerra di<br />

Liberazione chiediamo la fine della vulgata,<br />

che vuole l’Italia liberata dai Partigiani e<br />

condanna all’oblio il sacrificio delle nostre<br />

Forze Armate, con gli 87.000 Caduti, e degli<br />

Alleati, con i loro 320.000 Caduti nella<br />

Campagna d’Italia, ricordando che i<br />

Partigiani, secondo Longo (un Popolo alla<br />

Macchia) erano 130.000 e 150.000 secondo<br />

Togliatti (Consiglio dei Ministri <strong>Giugno</strong><br />

1946).<br />

MILITARI CADUTI nella Guerra di<br />

Liberazione<br />

Esercito: 76.000 (compresi 42.000 (morti<br />

nei campi)<br />

Marina: 9.000<br />

Aviazione: 2.000<br />

Totale: 87.000<br />

Con la Celebrazione in Quirinale della<br />

“Giornata del Ricordo”. Il Presidente Napolitano<br />

ha sigillato la fine della congiura del silenzio<br />

sulle Foibe. Con la Sua visita (25 aprile p.v.) al<br />

Sacrario di Monte Lungo, dove le nostre Truppe<br />

accesero la fiaccola della riscossa e fatto<br />

germogliare l’Albero della verità, dovrebbe<br />

sdoganare il contributo delle nostre Forze Armate<br />

e quelle Alleate per liberare l’Italia e l’Europa<br />

dal nazifascismo. Al Ministro della Pubblica<br />

Istruzione, al Sindaco Alemanno ed tutti i sindaci,<br />

la preghiera di far intervenire gli studenti alla<br />

Celebrazione di Monte Lungo perché, visitando i<br />

Cimiteri di tutte le Nazioni, si rendano conto<br />

dell’immenso numero di vite spente e di mezzi<br />

profusi per la conquista della libertà che hanno<br />

avuto in dono, che la realtà storica sul Secondo<br />

Risorgimento italiano è ben diversa da quella<br />

appresa nelle Scuole e soprattutto per<br />

ringraziare il Presidente Napolitano per la Sua<br />

iniziativa.<br />

Giuseppe Valencich<br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno 09 pag.26 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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Colazione di Primavera - 18 aprile <strong>2009</strong><br />

A Casal Romito<br />

Padre Tiziano Repetto S.J.<br />

Giuliano e Paola Mauro<br />

Felice e Daniela Cafiero<br />

Giuseppe e Maura Carafa Jacobini<br />

Massimo e Manuela Carafa Jacobini<br />

Carlo e Maria Conforti<br />

Enrico ed Isabella Corsetti Antonini<br />

Giuseppe e Gabriella de Carlo<br />

Vincenzo Falzacappa<br />

Lamberto Ferri Ricchi<br />

Maria Massimo Lancellotti e Gabriele Fiastri<br />

Mario Garofoli<br />

Hanno partecipato :<br />

Antonio e Franca Gnoni Mavarelli<br />

Piero ed Helene Marchetti<br />

Ferdinando e Maresti Massimo<br />

Giorgio e Augusto Melucco<br />

Giuseppe Moroni Fiori<br />

Roberto e Patrizia Nobiloni<br />

Franco Sanvoisin<br />

Tommaso ed Ada Sinibaldi<br />

Vittorio e Nilla Spadorcia<br />

Orazio e Giulia Tarantini Pastore<br />

Francesco ed Antonella Tarantini Pastore<br />

Fabio e Ludovico Valerj<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno 09 pag.27 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

Egregio.Signor.Spadorcia,<br />

per caso mi sono imbattuto nel sito del <strong>Collegio</strong><br />

<strong>Mondragone</strong>, sempre nominato dai componenti più<br />

anziani della mia famiglia, rendendolo quasi un<br />

baluardo e un simbolo di qualcosa che non c'è più.<br />

Non posso negarle che lo sfogliare le varie pagine<br />

non è stato per me privo di emozione ma, ritrovandomi<br />

vis à vis, davanti la foto di un parente il sentimento è<br />

sicuramente cresciuto. Ovviamente la mia già presente<br />

curiosità è stata fomentata da questa casuale scoperta<br />

portandomi a ricercare, con inaspettati risultati, altro<br />

ancora.<br />

Dopo questa lunga ma necessaria premessa<br />

vengo.subito.al.punto.<br />

Le scrivo per chiederle se fosse possibile ricevere<br />

via e-mail delle copie aventi una migliore risoluzione<br />

delle foto in cui figurano: Giovanni Gagliardi<br />

(Gagliardo) di Cottonaro (entrato in collegio nel 1881),<br />

Giovanni Gagliardi 1881<br />

Rodolfo Rampolla di Polizzello (in collegio nel 1882)<br />

e Vincenzo Sgadari (entrato nel 1880).<br />

Sarebbe per me una grandissima gioia avere un<br />

responso positivo ma, qualora non fosse, la prego<br />

comunque.di.informarmi.<br />

In attesa e fiducioso in una Sua pronta risposta colgo<br />

l'occasione per porgerle cordiali.saluti,<br />

Alessio Maria Camarda-Signorino<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> –giugno ‘09 pag.28 di 32<br />

POSTA RICEVUTA<br />

PS:<br />

Sono alla ricerca, da tempo, del collegio in cui<br />

studiò il mio bisnonno, ma non riesco non avendo<br />

notizie sul nome di detto istituto a trovare alcunché. Se<br />

lei potesse essermi d'aiuto in qualche modo le sarei<br />

molto grato.<br />

Il <strong>Collegio</strong> si trovava a Pisa e vi erano presenti<br />

anche il Ginnasio e il Liceo. Pensavo fosse il <strong>Collegio</strong><br />

Le Querce, in quanto abbastanza frequentato da altri<br />

componenti della famiglia, ma essendo in provincia di<br />

Firenze e non Pisa l'ho subito cestinato.<br />

***<br />

Salve,<br />

sono la figlia di uno dei vostri ex allievi, Antonio<br />

Sabatinelli, da voi nel 1945. Ho trovato per caso<br />

navigando su internet le foto degli alunni e così quella<br />

di mio padre, morto nel 2004. Mi piacerebbe sapere se<br />

siete in possesso di altre foto di mio padre, se sì vi<br />

pregherei di spedirmele per avere un ricordo di quando<br />

era studente, ho ben poche immagini di quel periodo.<br />

Vi ringrazio<br />

Francesca Sabatinelli<br />

Antonio Sabatinelli 1945<br />

Gent.ma D.ssa Francesca,<br />

le allego la prima foto che ho ricevuto da Alberto<br />

Solito compagno di scuola di papà Antonio<br />

Sabatinelli che dovrebbe essere il terzo in basso<br />

da sinistra.<br />

La foto è stata scattata il 15 giugno 1946 ed è la<br />

camerata dei mezzani.<br />

Distinti saluti<br />

V. S.<br />

***


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

Camerata dei Mezzani anno 1945-46<br />

Egregio Dott. Spadorcia<br />

davvero non so come ringraziarla per la sua<br />

gentilezza, proprio ieri ho ricevuto la vostra<br />

pubblicazione che, confesso, ancora non sono riuscita<br />

a sfogliare per mancanza di tempo. Adesso ho appena<br />

ricevuto la foto, la prego vivamente di ringraziare<br />

Alberto Solito per la sua gran cortesia. Spero di<br />

incontrarla presto, chissà magari anche prima del<br />

pranzo di giugno, al quale sin da ora le dico che non<br />

mancherò.<br />

Grazie ancora<br />

cari saluti<br />

Francesca<br />

***<br />

Caro Vittorio<br />

con immensa sorpresa e gioia - grazie a te - ho<br />

ricevuto stamane la grande busta del nostro<br />

indimenticabile <strong>Collegio</strong>. Ho passato la mattinata in tua<br />

compagnia insieme con tanti altri indimenticati,<br />

indimenticabili nomi e visi di carissimi compagni, di<br />

bellissimi anni !<br />

Ricordo <strong>Mondragone</strong> come qualcosa di unico, oggi<br />

inimmaginabile, inarrivabile....una palestra di sana<br />

educazione, una temperie di storia, classicità, serietà,<br />

onestà...una forgia di persona perbene e valide.<br />

Te ne ringrazio davvero sinceramente !<br />

Luigi Cafiero1935<br />

prossimo raduno degli EX. Chissà che davvero non<br />

possa parteciparvi...e grazie molto per il futuro invio di<br />

notizie.<br />

Approfitto per chiedere notizie di un mio compagno<br />

di classe Pietro Naitana, col quale ero molto amico.<br />

Spero non gli sia successo niente di male.<br />

Vorrei anche entrare nella Associazione Ex Alunni,<br />

e se vi sono spese o formalità da effettuare, ti prego di<br />

farmelo sapere.<br />

Ti ringrazio ancora, e augurandomi di poterti<br />

incontrare a Roma, ti invio i miei saluti più cordiali.<br />

19,1.<strong>2009</strong><br />

Dr Luigi Cafiero<br />

Benabbia Svizzera<br />

( in collegio dal 1935 al 1937)<br />

Per me, ormai felicemente ottantaquattrenne, sarebbe<br />

un po' un problema venire fino a Frascati, però ti sarei<br />

assai grato se mi facessi poi conoscere la data del<br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno 09 pag.29 di 32<br />

***<br />

Sono un ex-alunno "ritrovato" da Roberto<br />

Nobiloni, che mi ha segnalato il sito(bello e<br />

commovente, complimenti!) e mi ha suggerito di<br />

scriverLe.<br />

Sarei lieto di tenermi in contatto e partecipare alle<br />

attività della Associazione.<br />

Con i migliori saluti<br />

Tommaso Sinibaldi<br />

(in collegio dal 1952 al 1953)<br />

***<br />

Sono Roberto Nobiloni, in collegio<br />

(semiconvittore) dal 1950 al 1953 nella camerata<br />

"piccolissimi".<br />

Cosa debbo fare per iscrivermi all'Associazione ex<br />

alunni ?<br />

Grazie sin da ora.<br />

Roberto Nobiloni<br />

***


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

Ennio de Angelis<br />

(in collegio dal 1946 al 1950)<br />

***<br />

L'Ing. Gastone Fiorelli<br />

nato il 19 gennaio 1919<br />

è il nuovo decano della Associazione<br />

In collegio dal 1927 al 1936<br />

Rallegramenti a Gastone!<br />

Luciano Koch<br />

***<br />

Prego di porgere i più cari Auguri a Gastone<br />

anche da parte di mia moglie.<br />

Ho fatto in modo di poter essere presente il<br />

prossimo 7 giugno alla riunione degli Ex a presto<br />

Cari Saluti agli amici<br />

Giovanni Sambucci<br />

***<br />

<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> –giugno ‘09 pag.30 di 32<br />

Gentile Staff di COLLEGIOMONDRAGONE,<br />

Abbiamo visitato il Vs/ sito sul web<br />

http://www.collegiomondragone.com e dato che<br />

lo reputiamo molto interessante ed utile anche per<br />

i ns visitatori, saremo lieti di poter partecipare<br />

reciprocamente ad uno scambio link gratuito tra i<br />

ns siti web, preferibilmente nelle rispettive<br />

"home-page".<br />

Vogliamo presentarVi la ns realtà per questa<br />

eventuale collaborazione: la ns libreria è<br />

specializzata da oltre 30 anni nella vendita di<br />

pubblicazioni turistiche cartografiche e da 6 anni<br />

il ns portale www.maps-store.it conta più di 4000<br />

accessi unici ogni giorno (fonte Google<br />

Analytics). Siamo inoltre rivenditori autorizzati e<br />

web-partner di Michelin, Touring Club "homepage"<br />

di Maps-Store.it, Vi preghiamo di<br />

contattarci Italiano e dell'Istituto Geografico<br />

Militare.<br />

Vi ricordiamo che potete aggiungere<br />

gratuitamente un link al Vs sito web su Maps-<br />

Store.it collegandoVi a http://www.mapsstore.it/links.asp?cmd=form,<br />

mentre se desiderate aggiungere gratis un link al<br />

Vs sito web nella direttamente a help@mapsstore.com<br />

;<br />

Infine, al seguente indirizzo, potete trovare le<br />

informazioni ed il codice HTML necessario per<br />

aggiungere un link a Maps-Store.it sul Vs sito<br />

web: http://www.maps-store.it/links-mapsasp<br />

Rimaniamo in attesa di una Vs cortese risposta e<br />

ringraziandoVi per l'attenzione,<br />

Vi porgiamo cordiali saluti,<br />

Giovanni<br />

Maps-Store Staff<br />

***<br />

Caro Presidente,<br />

mi dispiace di non poter essere alla colazione con<br />

voi ma spero di vederci in un'altra occasione.<br />

Per l'Abruzzo, la nostra Fondazione di famiglia ha<br />

messo in palio 5 borse di studio da 2.000,00 Euro<br />

ciascuna per orfani del terremoto che hanno<br />

conseguito buoni risultati negli studi.<br />

Cordiali saluti.<br />

Francesco Zerbi<br />

(in collegio dal 1946 al 1947)


Il <strong>Mondragone</strong><br />

_______________________________________________________________________________________________<br />

“INNO A MONDRAGONE”<br />

Sulla Home page del nostro sito potrete ascoltare la registrazione sonora del 1937 dell’Inno eseguito dal<br />

coro dei convittori e all’organo Padre De Giudici Albergotti S.J.<br />

Ai lettori di questo giornale farà forse piacere la<br />

notizia che, tra i documenti dell’Archivio della<br />

Chiesa del Gesù (l’Archivio contiene i documenti<br />

della Curia Provincializia e relativi alle cose e ai<br />

collegi dell’Istituto Centrale - o Provincia<br />

Romana – dei sec. 19° e 20°, a partire dal 1830)<br />

si trova un manoscritto musicale autografo del P.<br />

Alessandro De Giudici Albergotti, contenente un<br />

“Inno a <strong>Mondragone</strong>”.<br />

Il testo, presumibilmente dello stesso autore,<br />

consiste in un poemetto di 8 versi; la musica è in<br />

tempo di marcia molto gioioso e si presenta nella<br />

versione di coro a una sola voce accompagnato<br />

dal solo organo, oppure da un organico composto<br />

da violino 1° e 2°, viola, violoncello, contrabasso,<br />

flicorno-tenore 1° e 2°.<br />

Questa notizia è stata fornita alla scrivente, sorella<br />

di due “ex” dal P. Vincenzo Pellicciotta, attuale<br />

Archivista, nella fase di ordinamento dei circa<br />

1.500 manoscritti musicali che si trovano nel<br />

suddetto Archivio, relativi all’attività liturgicomusicale<br />

della “Cappella Farnesiana”, istituzione<br />

adibita all’assistenza musicale del servizio<br />

liturgico (Messe, liturgia delle ore, funzioni varie)<br />

della stessa Chiesa del Gesù, che ha sempre<br />

dimostrato, nel corso della propria storia<br />

centenaria, una esplicita attenzione alla qualità<br />

Di <strong>Mondragone</strong> fervida noi siam la giovinezza,<br />

i nostri occhi brillano fulgenti di gaiezza.<br />

Un ideal ci guida, infiamma il nostro cuor:<br />

farsi ovunque onor con virtù e lavor.<br />

Di nuova luce splendono la nostra mente e il cuor,<br />

i verdi colli echeggiano di giovanil ardor.<br />

Noi siam di <strong>Mondragone</strong> la speme ed il decoro,<br />

orsù leviam con giubilo un cantico d’amor…<br />

della musica ivi eseguita, come risulta da<br />

importanti studi svolti sull’argomento, (tra i più<br />

importanti: T.D. Culley…Jesuits and music…;<br />

G.Gixon: Musical activity in the Churc of the<br />

Gesù; G. Pastina: Teatro dei Gesuiti; R.<br />

Casimiri: Maestri di Cappella e Disciplina<br />

musicale; G.Villoslada:.documento sopra la<br />

musica en el antiguo Seminario Romano etc.) e<br />

dalla scelta dei musicisti di volta in volta chiamati<br />

al compito di “Maestri di Cappella” della Chiesa<br />

stessa.<br />

Il lavoro di inventariazione, condotto da chi scrive<br />

insieme al P. Pellicciotta, è tuttora in corso e<br />

potrà, al suo completamento, contribuire a fornire<br />

una conoscenza sull’importanza musicale della<br />

Cappella Farnesiana e sul suo rapporto con le altre<br />

numerose e famose Cappelle Musicali Romane.<br />

Per tornare al nostro Inno, di cui trascrivo il<br />

nostalgico testo, mi auguro che, tra gli “ex” più<br />

sensibili, oltre che…più intonati, sorga il desiderio<br />

di farlo rivivere, in occasione di qualche<br />

ricorrenza sociale, mediante una sicuramente<br />

meritata e meritoria esecuzione.<br />

Anna Pia Sciolari<br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> – giugno 09 pag.31 di 32


Il <strong>Mondragone</strong><br />

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<strong>Edizione</strong> n° <strong>17</strong> –giugno ‘09 pag.32 di 32<br />

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