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Gennaio - Parrocchia San Giovanni Bosco - Ceredo

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Le prime impressioni del sacerdote presente da qualche mese in città<br />

Don Alessandro Chiesa: un nuovo Pastore a <strong>San</strong> Carlo<br />

Qualche consiglio per ripartire tutti insieme, sentendosi accolti e indispensabili nella comunità<br />

Don Alessandro Chiesa<br />

Durante le scorse settimane di Avvento<br />

ho avuto modo di visitare parecchie<br />

famiglie di diverse parrocchie<br />

della nostra città in occasione della<br />

consueta benedizione natalizia.<br />

Quando di fronte alla domanda di rito:<br />

«Ma lei a che parrocchia è stato assegnato?»,<br />

rispondevo di essere stato inviato<br />

come sacerdote di riferimento<br />

nella parrocchia <strong>San</strong> Carlo, ho trovato<br />

nello sguardo e sulle labbra di molti un<br />

certo stupore misto a smarrimento,<br />

tanto che l’ augurio al commiato per il<br />

nuovo ministero affidatomi sembrava<br />

piuttosto un triste cordoglio nei mie<br />

confronti.<br />

Stupito e forse un po’ spaventato da<br />

tali reazioni istintive, ho iniziato il mio<br />

cammino nella comunità di <strong>San</strong> Carlo<br />

e, sinceramente, la realtà che ho trovato<br />

e che giorno dopo giorno sto scoprendo,<br />

è piacevolmente diversa da<br />

come mi era stata dipinta.<br />

Certamente, in questi ultimi anni, questa<br />

comunità cristiana ha vissuto, sul<br />

piano pastorale, una sorta di abbandono<br />

dovuto a molteplici e concomitanti<br />

fattori; ma se da un lato è vero<br />

che molte sono le iniziative e le proposte<br />

da far ripartire, è altrettanto vero<br />

<strong>Parrocchia</strong> S. Carlo<br />

che ho trovato in molti (giovani,<br />

adulti… e anche anziani) la voglia, la<br />

disponibilità e il desiderio di mettersi<br />

in gioco in prima persona per rilanciare<br />

la vitalità cristiana di questa parrocchia.<br />

Forse la radice più profonda<br />

ed autentica di tale desidero nasce dal<br />

paziente e instancabile lavoro svolto<br />

dai miei predecessori: don Giuseppe,<br />

innanzitutto (che proprio quest’anno<br />

festeggerà il cinquantesimo anniversario<br />

di permanenza a <strong>San</strong> Carlo), con la<br />

sua ininterrotta presenza e con la sua<br />

testimonianza di una vita spesa per le<br />

persone a lui affidate, e don <strong>Giovanni</strong><br />

che ha dovuto affrontare la gravosa<br />

sfida dell’unificazione di tre parrocchie<br />

nell’unica comunità <strong>San</strong> Luca con<br />

le inevitabili fatiche, critiche e sofferenze<br />

che ogni passaggio importante<br />

suscita nel popolo di Dio e nei suoi pastori.<br />

Proprio questa voglia di ricominciare,<br />

trovata nelle persone incontrate in<br />

queste prime settimane, mi permette<br />

di rendere grazie per essere approdato<br />

a san Carlo: possono infatti esserci iniziative<br />

molteplici, cose bellissime, serate<br />

e feste… ma se poi mancano<br />

persone che ci credono veramente<br />

mettendo a disposizione della comunità<br />

il tempo e la passione educativa,<br />

sono convinto che tutte queste belle<br />

cose valgano ben poco.<br />

Una famosa canzone di qualche anno<br />

fa, diceva che una formica è solo una<br />

formica… ma se a questa si affiancano<br />

due, tre, dieci, cento formiche, tutte insieme<br />

sono in grado di fare cose<br />

grandi, straordinarie e impensabili!<br />

A ciascuno di voi, fratelli e sorelle della<br />

parrocchia <strong>San</strong> Carlo, rivolgo il mio invito<br />

a sentirvi accolti e indispensabili<br />

per tutta la nostra comunità: nessuno<br />

si senta escluso, emarginato o in secondo<br />

piano. La parrocchia e l’oratorio<br />

diventino la vostra “seconda casa”,<br />

il luogo nel quale sentirsi a proprio<br />

agio e dove condividere il cammino di<br />

ognuno e la crescita dei propri figli.<br />

Certo, molto c’è da fare! Ben sapete<br />

che per fare cose grandi è necessario<br />

che tutti si rimbocchino le mani! Ma,<br />

ne sono certo, la disponibilità e la passione<br />

di molti sarà la carta vincente<br />

per ripartire tutti quanti insieme!<br />

A tutta la comunità cristiana che è in<br />

Seregno rivolgo infine un appello fraterno<br />

e caloroso: non abbandonate la<br />

parrocchia di <strong>San</strong> Carlo. Se mi è permessa<br />

una metafora, quando in un<br />

corpo c’è un organo che fatica più<br />

degli altri, esso non è abbandonato a<br />

se stesso poiché un corpo non può vivere<br />

senza un organo. Anzi, proprio in<br />

questo momento tutti gli altri organi<br />

del medesimo corpo si adoperano per<br />

la sua crescita e la sua guarigione.<br />

L’unificazione delle sei parrocchie, in<br />

un’unica comunità pastorale, è indice<br />

del fatto che tutta la nostra Chiesa di<br />

Seregno costituisce un unico corpo;<br />

non è pertanto pensabile che un<br />

corpo possa sopportare che uno dei<br />

suoi membri subisca la fatica o l’esclusione<br />

da parte delle altre membra.<br />

L’affetto, la stima e soprattutto la preghiera<br />

di ogni cristiano della nostra<br />

città saranno la medicina attraverso la<br />

quale una delle membra del corpo ecclesiale<br />

di Seregno che forse, in questi<br />

anni, è rimasta un po’ trascurata, potrà<br />

così riprendersi e funzionare a pieno<br />

regime. Non è forse questa la testimonianza<br />

più eloquente richiestaci<br />

dall’Evangelo? «Da Questo riconosceranno<br />

tutti che siete miei discepoli, se<br />

avete amore gli uni per gli altri» (Gv<br />

13,35).<br />

Don Alessandro Chiesa<br />

Vicario C.P.<br />

GENNAIO<br />

duemilatredici<br />

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