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editoriale - Guardia Costiera

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della trovata risolutiva e della battuta appropriata,<br />

la signorilità del comportamento e la salda dignità<br />

della persona e del ruolo chiamato a svolgere.<br />

Soprattutto aveva un cuore grande, per sensibilità<br />

e capacità di comprensione umana, nonché una<br />

bontà fuori dal comune ed un’accattivante maniera<br />

di ottenere collaborazione piena e costruttiva.<br />

Aperto al colloquio con tutti ed alle idee dei collaboratori,<br />

gli bastava interloquire con un: “che ne<br />

pensate del tale problema?” o “Professò guardate<br />

questa cosa…”, e l’uomo del suo staff si fiondava<br />

letteralmente sulla…cosa/problema oppure “Quella<br />

vostra idea per la tale faccenda mi piace, la<br />

prepariamo insieme”. Una volta con un: “Padrone<br />

mio, per il serio problema del personale e dei<br />

mezzi indispensabili ci servirebbe una…mappatella<br />

‘e soldi” strappò il primo sorriso benevolo e promettente<br />

al Ragioniere Generale dello Stato. Ed<br />

ancora: ”Questa brutta faccenda deve<br />

finire…deve!!” e guardava negli occhi colui che<br />

doveva finirla…e la finiva.<br />

Era, nella pacatezza coraggiosissimo, come<br />

vedremo dai fatti.Ovviamente non tutto era facile.<br />

Le difficoltà incontrate erano crescenti col l’aumento<br />

delle responsabilità e le cose più ostiche erano<br />

connesse alle innovazioni. Da Capo dell’allora<br />

Reparto 3° di Marispegecap (Mezzi Navali ed<br />

Amministrazione) e con il consenso dell’Ispettore<br />

Generale, per la prima volta nella nostra storia<br />

convocò dalla periferia 4 Ufficiali superiori tra i<br />

maggiori esperti del Corpo; illustrò loro la pianificazione<br />

pluriennale ed il programma annuale di<br />

acquisto di mezzi navali per i servizi d’istituto e ne<br />

richiese il parere costruttivo al fine di poter prendere<br />

una decisione partecipata e possibilmente condivisa.<br />

La stessa cosa fece da Ispettore Generale,<br />

per ben 2 volte con tutti i Direttori Marittimi, a proposito<br />

del futuro e delle competenze delle Capitanerie.<br />

A quell’epoca, ogni 3 - 4 anni sorgeva una iniziativa<br />

altrui di spoliazione o confluenza o spartizione<br />

o sparizione del Corpo delle Capitanerie di<br />

porto. Lo spunto delle drastiche ipotesi di ridimensionamenti<br />

e, quindi, di cessioni di competenze a<br />

famelici attaccanti, era costituito dal fatto che a<br />

fronte della enorme dilatazione dei servizi d’istituto<br />

delle Capitanerie non si riusciva ad espletarli<br />

senza l’adeguato aumento del personale, per il<br />

quale ostava l’insormontabile incapienza del<br />

bilancio della Difesa (c.d. “forza bilanciata”).<br />

Ebbene, in tutti i tre confronti i convocati espressero<br />

linee diversissime e contrastanti tra loro, moltissime<br />

critiche, nessun apprezzamento e neanche<br />

una proposta costruttiva, praticabile nelle contingenze<br />

a breve termine. L’Ammiraglio ne rimase<br />

amareggiato e tra sé dovette concludere che se il<br />

R.D. 19.2.1940 n°194 e le leggi di bilancio<br />

annuali assegnavano all’Ispettore Generale, e solo<br />

a lui, taluni compiti e responsabilità, allora la<br />

“croce” doveva portarla da solo, mentre la “democratica”<br />

partecipazione della periferia alla condivisione<br />

delle decisioni, vitali per il Corpo e le Capitanerie,<br />

poteva aspettare la pienezza dei tempi<br />

del futuro legislatore.<br />

L’Ammiraglio Cerenza in visita presso la base aerea della<br />

<strong>Guardia</strong> <strong>Costiera</strong> americana. (Gennaio 1988.)<br />

Fatto sta che dopo qualche giorno dall’ultima riunione<br />

l’Ispettore, con un ristretto staff, decise di<br />

impegnare tutto se stesso e le risorse umane centrali<br />

ad escogitare soluzioni che, adottate in seguito,<br />

avrebbero cambiato in meglio il modo di essere e<br />

l’immagine pubblica della insostituibile organizzazione<br />

delle Capitanerie.<br />

Dopo una cauta apertura del suo predecessore,<br />

l’Ammiraglio Cerenza una prima rivoluzione di<br />

capitale importanza l’aveva già messa in pratica.<br />

Marispegecap era la “madre” di tutta la periferia,<br />

dalle Delemari alle Direzioni Marittime: la prospettazione<br />

delle varie e numerose problematiche periferiche<br />

poteva essere indirizzata a, od anche, all’Ispettorato<br />

Generale per una realistica valutazione,<br />

senza timore di essere “arronzati” o “giudicati”;<br />

Marispegecap non era più “un nemico” e non veniva<br />

più definita negli uffici dipendenti “Ente inutile e<br />

vessatorio”. Questa rivoluzione a costo zero fece<br />

NOTIZIARIO DELLA<br />

GUARDIA COSTIERA<br />

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