Eresie del Cammino Neocatecumenale - InternEtica
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iguardo si è venuta accumulando da millenni, dovuta alla<br />
sapienza dei Padri <strong>del</strong>la Chiesa, di teologi insigni, di grandi<br />
Santi...;<br />
- quel che soprattutto preoccupa è che non si parla <strong>del</strong>le virtù<br />
(teologali e morali), non si ragiona di vita interiore, non si<br />
ammira la vita contemplativa, non si compiono degli sforzi per<br />
dominare le tendenze istintive <strong>del</strong>la natura, non si tende alla<br />
santità …<br />
In conclusione, tutto il buono osservato nel M.N. è dovuto<br />
all'influenza che la Chiesa esercita ancora in alcuni; mentre il<br />
M.N. è stato provvidenziale solo per un primissimo approdo alla<br />
fede, a causa <strong>del</strong>la potente scossa data a fe<strong>del</strong>i ignari,<br />
apatici, mediocri, scandalosi, per i quali occorreva la geniale<br />
strategia di Kiko; rimasto però anche lui appena all'abbiccì <strong>del</strong><br />
Cristianesimo con la presunzione di esserne diventato<br />
«maestro».<br />
* * *<br />
Dunque, considerato il «cammino» nel reale contesto <strong>del</strong>le<br />
premesse dottrinali <strong>del</strong> M.N., ritengo che esso non conduce a<br />
nessuna «mèta».<br />
a) Si «cammina» progredendo verso il bene. Ma Kiko non<br />
cessa di ripetere che l'uomo non può compiere il bene e<br />
che il peccato è inevitabile... Dunque, dove si può arrivare?...<br />
perché muoversi?... come muoversi?<br />
b) unica mèta <strong>del</strong> credente è l'imitazione di Cristo; imitazione<br />
però che Kiko non ritiene possibile, perché Egli non si sarebbe<br />
proposto come Mo<strong>del</strong>lo di vita e nessuno può pretendere di<br />
seguirlo...;<br />
c) per giungere a dei risultati positivi, al riguardo, è indispensabile<br />
far violenza a se stessi, disporre di una volontà<br />
libera, autonoma. Ma Kiko non vuole sentir parlare di «sforzi»,<br />
ne crede nella libertà umana. Un neocatecumeno che mi ha<br />
scritto, parla <strong>del</strong>la «presunta ineluttabilità <strong>del</strong> peccato<br />
nell'uomo, che però - aggiunge con fine senso critico -<br />
porterebbe dritti in braccio a Lutero...”;<br />
d) la santità, unica possibile mèta <strong>del</strong> cammino spirituale per<br />
un credente, è possibile, quanto alla sua fase definitiva e<br />
perfetta, soltanto all'anima separata dal corpo, nella visione<br />
beatifica, ossia nel possesso pieno ed eterno <strong>del</strong>la vita, l'unica<br />
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vera, quale partecipazione dei processi trinitari... Ma Kiko<br />
sembra che ignori tutto questo, per pensare solo alla<br />
risurrezione <strong>del</strong> corpo, non riflettendo che la più vera - quella<br />
<strong>del</strong>lo spirito - è la causa <strong>del</strong>la partecipazione alla gloria <strong>del</strong><br />
Cristo risorto... Insomma, al “cammino» manca la mèta<br />
soprannaturale a cui, in virtù <strong>del</strong>la grazia, mira l'intera<br />
esistenza umana e che di fatto è possibile solo a condizione<br />
che il battesimo, per l'uomo, abbia l'unico senso <strong>del</strong>la morte<br />
<strong>del</strong>l'«uomo vecchio» «coi suoi vizi e le concupiscenze», e<br />
<strong>del</strong>la conseguente rinascita quale esclusivo trionfo <strong>del</strong>la grazia<br />
<strong>del</strong> Cristo Capo, Mediatore, Tipo esemplare di santità e di<br />
vita.<br />
Questa la fede cattolica a cui il messaggio di Kiko deve<br />
conformarsi perché sia realmente salutare per tutti;<br />
e) mèta — quella di un sicuro “cammino» — già raggiunta dai<br />
Santi canonizzati dalla Chiesa, che ne propone gli esempi<br />
all'imitazione e per il conforto dei fe<strong>del</strong>i. Ma Kiko sembra che<br />
ignori la venerazione dovuta ai Santi; e persino quella di cui è<br />
degna la Madre e Regina dei Santi, Maria SS.ma: Egli, coi<br />
suoi catechisti, non tollera la recita <strong>del</strong> Rosario e le tante altre<br />
pratiche pie con le quali la Chiesa l’ha sempre onorata nel<br />
corso dei secoli. È quanto mi e stato riferito da persone<br />
degnissime...;<br />
f) mèta di un cammino che, per concludersi felicemente,<br />
esige un «viatico», ch'è appunto il Cristo Eucaristico a cui Kiko<br />
nega il culto secondo le forme tradizionali e collaudate<br />
dall'esperienza di innumerevoli anime. In questi ultimi decenni<br />
egli è tra i maggiori responsabili <strong>del</strong>la estinzione quasi totale<br />
<strong>del</strong>la fede nella presenza reale; quindi, <strong>del</strong>la pratica<br />
<strong>del</strong>l'adorazione riparatrice, <strong>del</strong>la visita personale al Santissimo,<br />
e <strong>del</strong> fervore che un tempo accendeva intere parrocchie,<br />
suggerendo le iniziative più sapienti, feconde e benedette...;<br />
g) mèta, infine che, secondo il programma kikiano, è raggiunta<br />
fin dalla prima fase <strong>del</strong> «cammino», perché l'Eucaristia —<br />
culmine <strong>del</strong>la vita cristiana e preludio di vita eterna — è<br />
concessa a tutti coloro che lo iniziano, spesso non esclusi<br />
quanti sono in peccato mortale...<br />
Quindi: «cammino» che non è «progresso», perché tende a<br />
raggiungere una mèta che, per un «catecumeno», dovrebbe<br />
essere il battesimo, non già l'Eucaristia... C'e da restare<br />
indignati...