invecchiamento fisiologico invecchiamento patologico - Unisi.it
INVECCHIAMENTO
FISIOLOGICO
INVECCHIAMENTO
PATOLOGICO
Ipotesi patogenetiche dell’
invecchiamento
IPOTESI IMMUNOLOGICA
MUTAZIONI SPONTANEE
TEORIA DEI RADICALI LIBERI
DEGENERAZIONE PROGRESSIVA CELLULARE
TEORIA DELL’ERRORE CATASTROFICO
MORTE CELLULARE
Ipotesi immunologica
• Immunocompetenza
• Suscettibilità alle infezioni
- Il meccanismo di immunocompetenza, se
alterato, può generare processi di
autoimmunità.
- L’organismo non riconoscerebbe i propri
tessuti invecchiati.
• La mortalità aumenta nella vecchiaia per
cause infettive.
• E’difficile sperimentalmente immunizzare
animali vecchi.
Ipotesi immunologica
• Aumento della malignità, con l’età in relazione
a cellule antigenica-mente aberranti.
- Anticorpi specifici contro proteine del sistema
nervoso sono stati trovati nel siero di
animali o uomini invecchiati.
- Alterazioni della barriera ematoencefalica
metterebbero in contatto l’anticorpo con
l’antigene determinando un danno cerebrale:
degenerazione amiloidea.
Teoria dei radicali liberi
• Sono prodotti nel corso della
ossigenazione di molte sostanze
organiche attraverso scambi elettronici.
• Sono sfavorevolmente implicati nella
degradazione delle membrane biologiche,
dei mucopolisaccaridi, del collagene, ecc.
Teoria dei radicali liberi
• Hanno effetti sul DNA cellulare, formando
sostanze intermedie instabili che alterano la
struttura primaria del DNA. In tal modo
vengono trasmesse informazioni errate al RNA,
con conseguente sintesi di proteine mutate e
alterazioni del metabolismo cellulare.
• Alterano la struttura della parete arteriosa,
interagendo con gli acidi grassi polinsaturi.
• La vitamina E antagonizza gli effetti ossidativi
dei radicali liberi
Alterazioni endocrine
• GH =
• Gonadotropine ↓
• TSH =
• PTH ↓
• Androgeni ↓
• Aldosterone ↓
nell’invecchiamento
• Insulina ↓
• Testosterone ↓
• Estrogeni ↓
• Prolattina ↑
• Endorfine ↓
Basi biochimiche dell’invecchiamento
cerebrale
• Riduzione delle concentrazioni di:
- DOPAMINA
- NORADRENALINA
- SEROTONINA
- GABA
- ACETILCOLINA
• Riduzione dell’attività di colina-acetiltransferasi
• Aumento dell’attività di acetilcolinesterasi
↓ DNA, RNA, sintesi proteica
↑ Proteine con alterazioni qualitative
• Variazioni molecolari a carico delle membrane
cellulari:
- gangliosidi
- glicoproteine
- fosfolipidi (fosfatidilcolina, fosfatidiletanolamina)
↓ Enzimi preposti alla sintesi di tale molecole
↑ Enzimi catabolici
• Accumulo di lipofuscina
Basi biochimiche
dell’invecchiamento cerebrale
Invecchiamento
e
Memoria
Sindrome amnesica
• Disturbo delle funzioni cognitive,
in cui la memoria è colpita in
modo particolare rispetto a tutte
le altre componenti della vita
mentale e del comportamento
Sindrome amnesica
• Amnesia retrograda (difficoltà nel ricordare
gli avvenimenti ben fissati in precedenza)
• Amnesia anterograda (difficoltà
nell’acquisizione di nuove informazioni)
• Confabulazione (falsi ricordi che riempiono
lacune mnesiche e possono essere anche
immaginari come nella s.Korsakoff)
• In relazione alla sede delle lesioni del SNC si
distinguono amnesie assiali, corticali e globali
Amnesie assiali
• Disturbi mnesici legati a danni delle
aree indispensabili alla registrazione
delle informazioni che coinvolgono le
strutture del sistema reticolare
ascendente, del sistema limbico e dei
gangli della base
• Sono caratterizzate da disturbi della
registrazione e del consolidamento della
traccia
Amnesie corticali
• Sono legate a lesioni della corteccia cerebrale, in
particolare delle aree temporali e frontali.
• SAT (Sindrome Amnesica Temporale) con disturbi
della memoria più lievi rispetti alle Amnesie assiali. I
deficit riguardano la memoria verbale (aree
temporali dell’emisfero sin), la memoria visuo
spaziale (aree temporali dell’emisfero dx), la
memoria a lungo termine e memoria anteriograda,
memoria a breve termine e memoria retrograda, la
capacità di apprendimento.
Amnesie corticali
• Amnesia frontale:
deficit nell’organizzazione sequenziale
delle informazioni da memorizzare, da
alta distraibilità, da una bassa capacità di
apprendimento, da disfunzioni verbali e
motorie, da incapacità di correggere i
propri errori, da una difficoltà ad una
strategia appropriata e da maggiore
sensibilità alle interferenze
Amnesia Globale Transitoria
• Deficit transitorio della memoria di
fissazione, disorientamento temporospaziale,
confusione, amnesia
retrograda, deficit della memoria a
lungo termine, della durata da alcuni
minuti a qualche ora
• Patogenesi: attacchi ischemici
transitori o epilessia del lobo
temporale
Cause di amnesie
• Vascolari
• Iatrogene (soprattutto da psicofarmaci)
• Epilettiche
• Post-traumatiche
• Metaboliche (diabete, alcoolismo, etc)
• Infettivo (encefalite herpetica, da HIV, etc)
• Depressione pseudodemenziale
Mild Cognitive Impairment
• Il concetto di Mild Cognitive Impairment è stato
introdotto proprio per definire la fase di transizione tra
l’invecchiamento normale e la demenza.
• Si riferisce ad una popolazione di soggetti anziani che
non sono compromessi nel loro funzionamento
quotidiano ma che hanno un subclinico ed isolato deficit
cognitivo e sono potenzialmente a rischio di sviluppare
la Malattia di Alzheimer (Petersen et al., 1999; Petersen
et al., 2001).
• È importante sottolineare però che non tutti i soggetti
con compromissione cognitiva lieve svilupperanno
necessariamente demenza
Mild cognitive impairment
• L'ipotesi generale alla base di tale concetto è che i soggetti che stanno evolvendo
verso una demenza attraversano una fase di lieve deficit cognitivo caratterizzata
da disfunzione di una singola area cognitiva che nella maggior parte dei casi è la
memoria, sintomo cardine della AD (Petersen et al. 1995).
• La diagnosi di MCI viene stabilita, secondo Petersen e collaboratori (1995) in
presenza di a) disturbi soggettivi di memoria, b) rendimento patologico per età e
scolarità in prove di memoria, c) non interferenza del disturbo sulle attività della
vita lavorativa, sociale e quotidiana del soggetto, d) normalità delle altre funzioni
cognitive e) assenza di demenza e f) assenza di altre condizioni morbose che
possano spiegare il disturbo di memoria (ad es. depressione, malattie endocrine
ecc.).
• Tali criteri selezionano una categoria di persone le cui funzioni cognitive generali
sono simili a quelle di soggetti normali di controllo, mentre le funzioni mnesiche
sono simili a quelle di pazienti affetti da AD lieve (Petersen et al. 1999; 2000).
• Altri studi hanno mostrato che questi pazienti presentano alterazioni del
metabolismo della proteina precursore dell'amiloide simili a quelle di soggetti
affetti da AD (Padovani et al. 2001) e atrofia delle strutture mediali dei lobi
temporali sovrapponibile a quella di pazienti affetti da AD lieve (Visser et al.
1999).
MCI: criteri diagnostici
(Petersen et al, 1999)
• disturbo cognitivo (memoria) soggettivo
(possibilmente confermato da famigliari)
• prestazione deficitaria in test cognitivi (in
rapporto a eta’ e scolarita’)
• normale funzionamento intellettivo generale
• conservata funzionalita’ nella vita quotidiana
• assenza di demenza e di patologie organiche
potenzialmente dementigene
Mild cognitive impairment
• Prevalenza stimata nella popolazione
ultrasessantenne: 1-15%
• Progressione verso la demenza
- 10-15% per anno
- 20-50% in due anni
- 60-100% (stima) in 10 anni (?)
Mild cognitive impairment
• Fattori predittivi di una più rapida
progressione da MCI a AD sarebbero
alcune caratteristiche del disturbo di
memoria, lo stato di portatore
dell'apolipoproteina E4 e la presenza di
atrofia dell'ippocampo (vedi per una recente
revisione Geda e Petersen 2001).
Mild cognitive impairment
• Le neuroimmagini possono essere particolarmente
utili nella diagnosi di MCI e per predire la
seguente evoluzione del disturbo in AD. Le
misurazioni volumetriche dell'ippocampo di
soggetti affetti da MCI infatti si pongono a metà
strada fra quelle di soggetti normali e pazienti con
AD molto lieve. Questi dati implicano che il
processo degenerativo è iniziato in questi soggetti
e che l'ippocampo è uno dei siti di più precoce
coinvolgimento (Jack et al. 1997).
Markers di progressione MCI-
demenza
neuroimaging
• – ridotta attivazione temporo-mesiale in compiti di
memoria alla fMRI
• – uptake F-18FDDNP (lega beta-amiloide) alla
PET
neurobiologici
• – genotipo apolipoproteina E-epsilon4 in soggetti
giovani
• – aumento proteina tau liquor
Fattori di rischio nella progressione
MCI-demenze
neuropsicologici
• – interessamento di piu’ domini cognitivi
• – depressione, apatia, irritabilita’
neurologici
• – fattori di rischio cerebrovascolare
• – segni extrapiramidali
Protocollo neuropsicologico
Gruppo di Studio
“Diagnosi Precoce della Malattia di Alzheimer” –
IT.I.N.A.D.
• • MMSE
• • Rievocazione immediata e differita delle 15 parole di
Rey
• e Breve racconto
• • Digit span e Test di Corsi
• • Fluenza fonemica e semantica
• • Token test e Test di denominazione di stimoli visivi
• • Matrici Progressive Colorate di Raven
• • Matrici attentive
• • Copie di disegni
• • IADL
• • Beck Depression Inventory e Scala Hamilton-Ansia
La demenza senile è ormai una nuova
forma di epidemia
6,342
7,74
Malati di Alzheimer in Italia
Popolazione 1991 Popolazione 2038
3,667
6,88
1,877
3,67
60-69 anni 70-79 anni + 80 anni
1991-2038
19,02 23,22
Casi Prevalenti 1991 Casi Prevalenti 2038
117,3
220,1
202,8
396,3
60-69 anni 70-79 anni + 80 anni
Elaborato dalla Federazione Alzheimer Italia sulla base dello studio
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
66-
70
71-
75
76-
80
81-
85
86-
90
91-
95
96-
98
S. di Down
Demenze
Oligofrenia
Schizofrenia
Ritardo
mentale di
vario grado
DEMENZA
Stabile Reversibile Progressiva
PSEUDODEMENZA
Demenza
• Deterioramento diffuso delle
funzioni corticali superiori che si
manifesta prima nelle funzioni
intelletive per poi estendersi a
tutto il comportamento
Demenza
• Deficit della memoria di fissazione
• Indebolimento del pensiero concettuale, del
ragionamento e del giudizio
• Aumento della irritabilità. Comportamenti
sociali inadeguati
• Automatismi motori (riflesso della suzione e
della prensione)
• Riduzione del comportamento ad automatismi
stereotipati. Impossibilità nella autogestione.
ICD-10 Criteri per la diagnosi della
demenza
• Indebolimento della memoria a lungo e a
breve termine (più intenso per la memoria
anterograda
• Almeno uno dei seguenti:
-Indebolimento del pensiero astratto
-Alterazione del giudizio
-Altri disturbi delle superiori funzioni
corticali
-Cambiamento di personalità
ICD-10 Criteri per la diagnosi della
demenza
• Disturbi intellettivi e della memoria che
causano un significativo indebolimento in
campo sociale e occupazionale
• Non deve manifestarsi esclusivamente nel
corso di eventi delirati
• Ambedue i seguenti:
- Evidenza di un fattore organico causante la
riduzione della memoria
- Il deficit intellettivo e della memoria non può
essere causato da nessun disordine non
organico mentale
Frequenza relativa delle cause di
demenza
Molto cumune (circa il 50% dei casi)
- Morbo di Alzheimer
Comune (10-20% dei casi)
- Demenza vascolare o demenza mista
Alzheimer-vascolare
Poco comune (circa il 10% dei casi)
- Condizioni psichiatriche o mediche trattabili
- Malattia cortico/sottocorticale con corpi di
Lewy
Frequenza relativa delle cause di
demenza
Rare (meno del 5% dei casi)
- Altre demenze primarie degenerative (Morbo
di Pick ed altre)
- Demenza idrocefalica
- Encefalopatia spongiforme
- Demenze che mancano di istologia distintiva e
molte altre
CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA DELLE
DEMENZE
Demenze primarie o degenerative
A) Demenze corticali
1) demenza di Alzheimer
2) demenze fronto-temporali e malattia di
Pick
B) Demenze sottocorticali
1) Parkinson-demenza
2) Demenza con corpi di Lewy
2) Atrofia multisistemica
4) Paralisi sopranucleare progressiva
5) Degenerazione cortico-basale
5) Malattia di Huntington
6) Idrocefalo normoteso
38
CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA DELLE
DEMENZE
Demenze secondarie
A) demenza vascolare ischemica
(demenza multinfartuale, m. Biswanger)
B) disturbi endocrini e metabolici
( ipo e iper-tiroidismo, ipo e iper-paratiroidismo, malattie dell’ asse
ipofisi-surrene -s. di Cushing, m. di Addison-, encefalopatia portosistemica
in corso di epatopatia, insufficienza renale cronica,
ipoglicemia, disidratazione)
C) malattie metaboliche ereditarie
D) malattie infettive ed infiammatorie del SNC
(meningiti ed encefaliti - batterica, neurosifilitica, micotica, virale -
sclerosi multipla e m. demielinizzanti, connettiviti, m. di Creutzfeld-Jakob,
AIDS dementia complex)
39
Cause secondarie della demenza
• Pseudodemenza da
depressione
• Encefalopatia da
farmaci
• Ipotiroidismo
• Ipovitaminosi B12
• Disordini metabolici
• Tumore intracranico
• Ematoma subdurale
• Idrocefalo
normoteso
• Meningite cronica
• Alcolismo
• Apnea ostruttiva del
sonno
Patologie intracraniche
•Meningiomi
Meningiomi
•Ematomi Ematomi subdurali
•Idrocefalo Idrocefalo normoteso
•Epilessia Epilessia
•Sclerosi Sclerosi multipla
•M. M. di Wilson
Malattie sistemiche
•Insufficienza
Insufficienza
respiratoria
•Aritmie Aritmie cardiache
•Anemia Anemia severa
•Policitemia Policitemia vera
•Uremia Uremia
•Encefalopatia Encefalopatia epatica
•Porfiria Porfiria
Patologie psichiatriche
•Depressione
Depressione
CAUSE REVERSIBILI DI DEMENZA
Stati deficitari
•Carenza Carenza vit. B12
•Pellagra Pellagra
•Carenza Carenza ac. folico
Malattie endocrinologiche
•M. M. di addison
•Panipopituitarismo
Panipopituitarismo
•Mixedema Mixedema
•Ipertiroidismo
Ipertiroidismo
•Ipoparatiroidismo
Ipoparatiroidismo
•Iperparatiroidismo
Iperparatiroidismo
•M. M. di Cushing
Intossicazioni da farmaci
•Metildopa Metildopa
•Aloperidolo
Aloperidolo
•Clonidina Clonidina
•Barbiturici
Barbiturici
•Litio Litio
•Atropina Atropina
Intossicazione da metalli
pesanti
•Mercurio Mercurio
•Arsenico Arsenico
•Tallio Tallio
Infezioni
•Meningiti Meningiti croniche
•Ascessi Ascessi cerebrali
•M. M. di Whipple
•Lue Lue (paralisi progressiva)
•AIDS AIDS dementia complex
41
Demenza senile
• Malattia propria della senilità,
caratterizzata da decadimento mentale
graduale e progressivo (deficit della
memoria e della critica, dell’ideazione,
confabulazioni)
• Periodo iniziale
Demenza senile
- manifestazioni caratteristiche
(diffidenza, avarizia,irritabilità)
- sintomi neuroasteniformi (riduzione del
rendimento intellettuale, affaticabilità)
- disturbi mnesici
• Periodo di stato
Demenza senile
- lentezza nelle operazioni mentali
- carenza nel giudizio, nell’associazione e nella
critica, deficit attentivo
- amnesie di fissazione, impoverimento dei
ricordi, confabulazioni
- affettività con umore indifferente
- mimica spenta
- non cura della propria persona
- irrequietezza psicomotoria
• Atrofia corticale
Demenza senile
• Rarefazione cellulare
• Placche senili
• Degenerazione neurofibrillare
• Degenerazione granulo-vacuolare
Demenza senile
Forma presbiofrenica (con grave
disorientamento)
Forma psicotica
- melanconica
- delirante
Demenza senile
Forma con segni neurologici (con presenza di
sintomi a focolaio)
- s. afasico-agnosico-aprassica
- frontale
- piramidale
- coreica
- parkinsoniana
Sono tutte forme miste senili vascolari
Malattia di Alzheimer
Demenza pre-senile con un quadro di deterioramento
mentale progressivo, sindrome afasico-aprassoagnosica
e quadro anatomo-patologico caratteristico.
• Forma sporadica
• Forma ereditaria a trasmissione dominante
• Forma ereditaria a trasmissione recessiva
• Ipotesi virale (esprimenti di inoculazione)
• Ruolo dell’alluminio
• Ipotesi autoimmunitaria
• Periodo iniziale
-Modificazione della personalità. Alterazioni della
memoria e dell’orientamento temporo-spaziale.
• Periodo di stato (dopo 1-2 anni)
-Sindrome alogica (S. afasico-aprasso-agnosica)
-Afasia sensoriale con alessia, agrafia, literazioni
verbali
-Aprassia ideatoria con aprassia nell’
abbigliamento ed aprassia costruttiva
-Agnosie
Malattia di Alzheimer
-Affaccendamento iterativo
• Periodo terminale
Malattia di Alzheimer
- Sfacelo mentale. Vita vegetativa
- Manifestazioni motorie primordiali
(succhiamento, masticazione,
prensione) e movimenti stereotipati
elementari
- Contrattura in flessione degli arti
inferiori
Malattia di Alzheimer
• Atrofia cerebrale con rarefazione neuronale
• Placche senili
• Degenerazione granulo-vacuolare
• Degenerazione neurofibrillare di Alzheimer,
con accumulo di grovigli di filamenti elicoidali
accoppiati, con periodicità caratteristica, derivati
da proteine dei normali neurofilamenti, precipitati
in una forma relativamente insolubile.
• Riduzione di neuroni nel nucleo basale di
Maynert e deficit del sistema colinergico
Donna di 51 anni
Deterioramento progressivo della memoria
Deterioramento progressivo del linguaggio
Alterazione delle capacità cognitive
Alterazioni del comportamento
Istopatologia: depositi intracellulari ed extracellulari di materiale argirofilo.
G. Perusini
(Udine, 1879 – 8 dicembre 1915)
After MD, he moved to Munich where he
worked in the Kraeplin’s Clinic.
He was involved by A. Alzheimer to study
the brain of the case Augusta D,
describing the neuropathology in several
drawings, published by Alzheimer.
He described after other 4 cases.
Back to Italy, he was recuited in the Army
for the war during which he dead.
Drawings by Gaetano
Perusini, a student of
Alzheimer, of neurons in
various stages of
neurofibrillar alteration ,
increasing in severity from left
to right. The farthest right
image shows a glia cell
impinging on the neurofibrillar
remains of a neuron.
Tappe importante nella comprensione
della malattia di Alzheimer (AD)
1907 Alzheimer descrive degenerazioni neurofibrillari e placche neuritiche
senili in un paziente di 51 anni
1910 Kraepelin usa l’eponimo di “Malattia di Alzheimer” (AD)
1962 Corsellis riconosce l’identità della “Malattia di Alzheimer” nella
“demenza senile e presenile”
1963 Kidd descrive l’ultrastruttura delle degenerazioni neurofibrillari tramite
microscopia elettronica
1976 Davies e Maloney individuano nell’AD una perdita selettiva di
neuroni colinergici centrali
1983 Coyle, Price e DeLong suggeriscono che l’AD possa essere un
disordine di innervazione colinergica corticale
1984 Hyman, van Hoesen e Damasio propongono una ipotesi di
disconnessione dell’amnesia nell’AD
1985 Criteri del National Institute of Aging (Khachaturian) per la diagnosi
patologica di AD
1993 Strittmater, Roses e collaboratori descrivono l’associazione della
apolipoproteina E4 con l’AD familiare ad insorgenza tardiva
1995 Vengono identificati i geni presenilina 1 e presenilin 2
Campione patologico macroscopico di un
cervello con malattia di Alzheimer (AD)
Caratteristiche patologiche della
malattia di Alzheimer (AD)
Aspetto
istopatologico
della malattia di
Alzheimer (AD)
Quattro differenti cromosomi contenenti
geni che influenzano lo sviluppo della
malattia di Alzheimer
La proteina
precursore
dell’amiloide (PPA)
è codificata da un
gene localizzato sul
cromosoma 21
Esempi di siti diversi di mutazione sul
cromosoma 1 (STM 2) e sul cromosoma
14 (S182)
Diagram of how microtubules desintegrate with Alzheimer's
disease
Geni che causano la M. Alzheimer
• Cromosoma 1, Mutazioni Presenilina 2,
Famiglie del Volga Tedesche, 1 famiglia
italiana. Età di esordio 42-80 anni. Iperproduzione
Abeta- amiloide 1-42
• Cromosoma 14, Mutazioni presenilina 1. Età di
esordio 28-60 anni. Iper-produzione Abeta 1-42
• Cromosoma 21, Mutazioni APP, età di esordio
40-55. Iperproduzione Abeta-amiloide 1-42
Fattori genetici che aumentano la
suscettibilità
• Polimorfismo Apolipoproteina E
• Interleukina 2
• Interferone alfa
β amiloide
Peptidi di 40 o 42 aminoacidi, derivanti
dalla proteolisi della proteina AβPP (Aβ
Precursor Protein), che si aggregano e
formano oligomeri, protofibrille e
fibrille.
AβPP
Proteina transmembrana altamente conservata nella
filogenesi.
Il frammento secretorio ha proprietà neuroprotettive,
neurotrofiche (forse) e favorisce l’adesione cellulare.
Processazione dell’ AβPP
• Due sequenze proteolitiche
– alfa-secretasi
• grosso frammento solubile
• membrana plasmatica
• inibisce l’amiloidogenesi
– beta secretasi + gamma secretasi
• frammento beta amiloide
• comparto endocellulare
Schema dell’AβPP e dei suoi
principali metaboliti
DJ Selkoe, Physiol Rev 2001
I peptidi amiloidei tendono ad
acquisire una struttura secondaria
modificata
(formazione di β sheet )
• induce l’aggregazione della proteina
• aumenta la liposolubiltà (esponendo regioni idrofobiche)
• determina la formazione di canali ionici, Ca ++ -permeabili
(forse)
=
neurotossicità
Ruolo delle preseniline
• Funzionalità di meccanismi di trasduzione
del segnale (Notch)
• Mantenimento della omeostasi del calcio
• Sopravvivenza e funzionalità neuronale
•
•
•
•
•
Ruolo delle preseniline nell’AD
Indispensabili nella processazione dell’AβPP mediata dalla γ-secretasi;
– Partecipano all’azione enzimatica come unità catalitica
– Regolano il traffico proteico, contribuendo all’interazione dei componenti del complesso
secretasico.
Mutazione: acquisizione di funzione
Iperfosforilazione di tau
Ruolo nell’apoptosi
Alterata omeostasi del calcio
Alzheimer’s disease: a partner for
presenilin
D.Schenk, Nature 407:34-55,2000
Aß
Tau protein
ROS
Paired Helical
Filaments (PHFs)
Fig.2
Protein Kinases
GSK3, Cdk5/p25
Microtubule
P
P
P
Oxidative stress
P
P
Hyperphosphorylated Tau
P
P
P
P
P
P
P
Hyperphosphorylated Tau
P
P
NTF
P
P
P
Destabilized microtubule
Impaired axonal
trasport
Neuronal
Death
ROS
Fig.1
Senile Plaque
Microglial activation
Citokine release
ß-secretase
APP
sAPPß C99
Aß 40/42
γ-secretase
Ca 2+ flux
Membrane Damage
Neuronal Death
mitochondria
ROS
GSK 3 ß
Cdk5/p21
Hyperphosphorylated
Tau protein
Paired helical filaments
NEUROFIBRILLARY
TANGLES
Impaired axonal transport
Danno neuronale da Aβ
•Alterazione di un “signal transduction
pathway” (attivazione di kinasi ecc)
•Produzione di specie reattive
dell’ossigeno e dell’azoto (apoptosi?)
•Alterazione dell’omeostasi del calcio
•Aumentata suscettibilità
all’eccitotossicità
Oligomeri fibrille
• Nel processo di aggregazione, le specie realmente
dannose sarebbero gli oligomeri, mente le fibre
avrebbero un ruolo protettivo
• La placca amiloide: epifenomeno
Fattori di rischio riconosciuti Fattori di rischio controversi
Età
avanzata
Genotipo
ApoE
Storia
familiare
Malattia di Alzheimer
Sesso
femminile
Grave trauma
cranico
Mancanza di
educazione
AD: altri fattori di rilevanza
patogenetica
• Colesterolo
• Metalli
• Estrogeni
• Ciclo cellulare
• Infiammazione (microglia, astrociti)
Colesterolo
• Studi epidemiologici dimostrano
un’associazione tra ipercolesterolemia ed
AD
• Le statine, farmaci che inibiscono enzimi
coinvolti nella sintesi del colesterolo,
riducono il rischio di AD
• Il colesterolo modula la processazione
dell’AβPP
Estrogeni
• Le donne in terapia sostitutiva postmenopausale
presentano un rischio
minore di AD
• I trials terapeutici con estrogeni non
hanno però dati risultati conclusivi
Criteri per la diagnosi di malattia di
Alzheimer (NINCDS-ADRDA)
• Elementi che confermano la diagnosi di malattia di Alzheimer
- Deterioramento progressivo delle funzioni cognitive specifiche come
il linguaggio (afasia), l’abilità motoria (aprassia) e la percezione
(agnosia)
- Difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane ed alterati
modelli di comportamento
- Storia familiare di una malattia simile, specialmente se confermato
dalla neuropatologia
- Normale esame del liquor cefalorachidiano
- Risultato normale od alterazioni aspecifiche
all’elettroencefalogramma
- Evidenza di atrofia cerebrale alla tomografia computerizzata, con
aggravamento nelle osservazioni successive
Criteri per la diagnosi di malattia di
Alzheimer (NINCDS-ADRDA)
- Demenza riconosciuta tramite indagine clinica ed
un breve esame dello stato mentale, confermata da
test neuropsicologici.
- Deficit in due o più aree cognitive.
- Nessun disturbo dello stato di coscienza.
- Esordio fra i 40 ed i 90 anni.
- Assenza di altri disordini sistemici o neurologici in
grado di determinare deficit cognitivi progressi.
Criteri per la diagnosi di malattia di
Alzheimer (NINCDS-ADRDA)
• Elementi contro la diagnosi di malattia di Alzheimer
- Esordio improvviso.
- Segni neurologici focali precoci nel corso della malattia,
come l’emiparesi, la perdita della sensibilità, deficit del
campo visivo e mancanza di coordinazione.
- Attacchi epilettici o disturbi nella deambulazione
all’esordio oppure molto presto nel corso della
malattia .
BIOMARKERS: CSF-TAU e CSF-Aβ CSF-A 42 (1)
Nella pratica clinica la valutazione dei livelli di
TAU e di proteina β-amiloide -amiloide 42 come
biomarkers per la malattia di Alzheimer è molto
utile.
In un recente studio si è osservato che il livello
di proteina TAU nel CSF sia suggestivo di
degenerazione assonale e neuronale o di
formazione di ammassi neurofibrillari, mentre il
livello nel liquor di Aβ A 42 potrebbe riflettere la
deposizione di amiloide nelle placche senili, con
più bassi livelli rimanenti nel liquor.
86
Cause degenerative di tipo
non-Alzheimer
• Sindromi degenerative corticali asimmetriche
- Malattia di Pick
- Malattia del neurone di moto
- Demenza senza alcun segno istopatologico
distintivo
• Sindromi degenerative sottocorticali
- Morbo di Parkinson idiopatico
- Demenza con corpi di Lewy
- Paralisi sopranucleare progressiva
- Degenerazione corticobasale
• Encefalopatie spongiformi
- Malattia di Creutzfeldt-Jacob
Malattia di Pick
• Esordio
- Alterazioni nel comportamento. Decadimento del
senso etico e della critica. Apatia.
• Periodo di stato
- Quadro demenziale frontale, con scarsa capacità di
concentrazione; deficit della memoria; mutacismo.
- Stereotipie mimiche, gestuali e verbali. Aprassia.
- Presenza di sintomi neurologici extrapiramidali
lievi.
• Periodo finale
- Sfacelo mentale. Automatismi primitivi.
• Esordio a 45-50 anni
• Casi ereditari (a trasmissione recessiva o
dominante) e casi sporadici
• Possibile associazione con Sclerosi laterale
amiotrofica, M. Parkinson, atassie, ecc.
• Atrofia lobare (fronto-temporale)
• Corpi argirofili di Pick
Malattia di Pick
Caratteristiche cliniche della FTD
Le caratteristiche fondamentali iniziali e nel corso di
tutta la malattia sono modificazioni del carattere e
condotta sociale disordinata. Le funzioni strumentali
della percezione, le abilità spaziali, la prassia e la
memoria sono intatte o relativamente ben preservate
Caratteristiche diagnostiche fondamentali
• Esordio insidioso e progressione graduale
• Precoce comportamento della regolazione della condotta
personale
• Precoce declino della condotta sociale interpersonale
• Precoce appiattimento emotivo
• Precoce perdita di insight
Caratteristiche cliniche della FTD
Caratteristiche diagnostiche di sostegno
• Disturbi comportamentali
- Declino dell’igiene personale
- Rigidità e inflessibilità mentale
- Distraibilità e impersistenza
- Iperoralità e modificazioni della dieta
- Comportamento perseverativo e stereotipato
- Comportamento di utlizzazione
•
Caratteristiche cliniche della FTD
Caratteristiche diagnostiche di sostegno
• Linguaggio ed eloquio
• Alterazione dell’emissione linguistica
-Ridotta spontaneità ed economia del
linguaggio
-Pressione del linguaggio
-Stereotipie del linguaggio
-Ecolalia
-Perseverazione
-Mutismo
Caratteristiche cliniche della FTD
• Segni obbiettivi
- Riflessi primitivi
- Incontinenza
- Acinesia, rigidità e tremore
• Studi diagnostici
- Neuropsicologici: significativa compromissione
dai test per i lobi frontali in assenza di grave
amnesia, afasia o disturbi percettivo-spaziali
- Elettroencefalografia: normale, malgrado una
demenza clinicamente evidente
- Neuroradiologici (strutturali e funzionali):
anomalie predominanti a livello frontale e/o
temporale anteriore
Aspetto macroscopico del cervello nella
malattia di Pick
Campioni istopatologici della malattia
di Pick
MUTAZIONI TAU
Caratteristiche di esclusione diagnostica
che rendono la FTD improbabile
Anamnesi e clinica
• Esordio improvviso con eventi ictali
• Trauma cranio correlato all’esordio
• Amnesia precoce e grave
• Disorientamento spaziale
• Linguaggio logoclonico e festinante con perdita del corso del
pensiero *
• Mioclonie
• Ipostenia
• Atassia cerebellare
• Coreoatetosi
* Logoclonico e festinante= ripetizione della sillaba finale di una
parola o di un suono
Caratteristiche di esclusione diagnostica
che rendono la FTD improbabile
Esami diagnositici
• Neuroradiologici: deficit funzionali o strutturale
prevalentemente postcentrale; lesioni multifocali
alla TC o alla RM
• Esami di laboratorio che indicano il coinvolgimento c
cerebrale da parte di disturbi metabolici o
infiammatori, come SM, sifilide, AIDS,
encefalite da herpes simplex, tumori o vasculopatie
Manifestazione cliniche della demenza
frontotemporale
Malattia di Creutzfeldt-Jacob
• Encefalopatia presenile, caratterizzata da un
quadro progressivo di deterioramento
psichico, astenia, mioclonie diffuse,
sintomatologia piramidale, extrapiramidale e
cerebellare.
• EEG caratteristica pseudoperiodico.
• Anatomopatologicamente: perdita neuronale,
gliosi reattiva, stato spongioso
Malattia di Creutzfeldt-Jacob
• Eziologia
– Prioni: proteine “infettive”, unici agenti infettivi
conosciuti privi di acidi nucleici
• Patogenesi
– Modificazione conformazionale della PrP c (ricca di
α eliche) in PrP sc (ricca in β sheets): è in grado di
indurre la stessa conformazione nelle proteine
omologhe.
• Istopatologia
– Alterazione spongiforme della corteccia
– Astrocitosi
– Occasionale deposizione di placche amiloidi, specie
nella nuova variante
Encefalopatia
spongiforme
subacuta
Modelli attuali per
spiegare la patogenesi
delle encefalopatie
spongiformi
– Sporadica: modificazione della PrP apparentemente spontanea
Malattia di Creutzfeldt-Jacob , classica
•
– Genetica: si eredita un gene mutato della PrP, che si modifica si modifica più rapidamente
Malattia di Creutzfeldt-Jacob
Epidemiologia
Malattia di Creutzfeldt-Jacob classica (15%)
•
Sindrome di Gerstmann-Straussler-Scheinker
•
Insonnia familiare fatale
•
Scrapie della pecora, della capra e del muflone
•
Patogenesi infettiva della CJ
Jatrogena, dopo uso di ferri chirurgici non sterili,
trapianti di cornea, di dura madre, etc
Per ingestione di materiale infetto
Malattia di Creutzfeldt-Jacob, nuova variante
Encefalopatia spongiforme bovina
Kuru (Papua-Nuova Guinea)
Per trasmissione materno fetale
Scrapie della pecora, della capra e del muflone
Caratteristiche della demenza
vascolare
Anamnesi
• Inizio associato a stroke
• Possibile miglioramento sintomatico
• Decorso a ‘scalini’
Esame neurologico
• Segni neurologici focali
Imaging
• Infarto sopratentoriale
Concordanza anamnesi/obiettività/imaging
• Coincidenza temporale
• Coincidenza di sede lesionale
107
Criteri Ninds-Airen per la
diagnosi della demenza vascolare
• Probabile demenza vascolare
- Demenza
- Arteriosclerosi cerebrale (ATS): segni neurologici ed
evidenza di importante ATS cerebrale tramite imaging
- Correlazione fra demenza ed ATS cerebrale
- Esordio della demenza dopo tre mesi da un ictus
• Segni che confermano una diagnosi di demenza vascolare
- Disturbi precoci della deambulazione
- Equilibrio instabile, o frequenti cadute non provocate
- Precoce incontinenza urinaria of altri sintomi urinari
- Paralisi pseudobulbare
- Encefalo sottocorticale: cambiamento nella personalità,
abulia, depressione, sintomi pseudobulbari.
Criteri Ninds-Airen per la
diagnosi della demenza vascolare
• Segni contrari ad una diagnosi di demenza vascolare
- Precoce/prevalente insorgenza di amnesia, afasia, aprassia od
agnosia senza imaging focale correlato
- Assenza di lesioni cerebrovascolari alle immagini di
tomografia computerizzata o di risonanza magnetica
• Demenza vascolare definita
- Presenza dei criteri clinici della probabile demenza vascolare
- Evidenza istopatologica di malattia cerebrovascolare dalla
biopsia o dall’autopsia
- Presenza di degenerazioni neurofibrillari e placche neuritiche
non in eccesso rispetto all’età
- Assenza di altri disturbi clinici o patologici in grado di
produrre demenza
La scala ischemica di Hachinski
Esordio acuto 2
Deterioramento a gradini 1
Evoluzione fluttuante 2
Confusione notturna 1
Preservazione della personalità 1
Depressione 1
Alterazioni somatiche 1
Incontinenza emotiva 1
Storia/Presenza di ipertensione 1
Storia di ictus 1
Evidenza di arteriosclerosi 1
Sintomi neurologici focali 2
Segni neurologici focali 2
Afasia progressiva
Lento e progressivo deterioramento delle
funzioni linguistiche con relativa
conservazione delle altre funzioni cognitive
(Mesulam, 1987)
Descritte varianti, fluenti e non fluenti (Papagno,
2001; Radanovic, 2001)
Descritti pochi casi con associazione di
anartria e parkinsonismo (Broussolle, 1996)
Afasia non fluente progressiva
criteri diagnostici 1
Caratteristiche diagnostiche
A. Insorgenza insidiosa e progressione graduale
B. Eloquio spontaneo non fluente con almeno uno dei seguenti
disordini:
agrammatismo
parafasie fonemiche
anomia
Caratteristiche diagnostiche di supporto
A. Eloquio e linguaggio
“stuttering” o aprassia orale
Ripetizione compromessa
Alessia e/o agrafia
All’inizio è preservato il significato delle parole
Mutismo
Afasia progressiva non fluente
criteri diagnostici 2
B. Comportamento
All’inizio preservate le abilità sociali
Eventuale sviluppo in fase avanzata di anomalie comportamentali
simili a quelle della demenza fronto-temporale
C. Segni neurologici
Acinesia
Rigidità
Tremore
Neuropsicologia: afasia non fluente senza gravi deficit di memoria e
di percezione visuo-spaziale
Neary, 1998
Encefalopatia da farmaci
• Antagonisti colinergici
• Sedativi ipnotici (benzodiazepine,
barbiturici)
• Narcotici
• Antagonisti dell’istamina
• Digossina
• Antagonisti dopaminergici (neurolettici)
Studi ausiliari per la valutazione della
demenza
• A tutti i pazienti:
- Valutazione generale medica
- CBS esame metabolico generale, CXR, UA,
ECG, TSH, vitamina B12, folato,
sierologia della sifilide
- Neuroimaging cerebrale (TC o RMI)
- Test neuropsicologici (ripetuti 9-12 mesi più
tardi)
Mini-Mental State Examination (MMSE)
Test a 30 punti per
valutare
la funzione cognitiva
Orientamento nel
tempo e nello spazio
Memoria
(registrazione e
ricordo)
Attenzione e
capacità di calcolo
Linguaggio
Funzione
visuospaziale
Punteggio: Punteggio
Normale > 26
Lieve 20-25
Moderata 10-
19
Grave < 10
Estratto da Folstein © 1975, 1998 Mini-Mental LLC
116
Test del disegno dell’orologio
Alcuni esempi (11:10):
Punteggio:
4
2
2 2 1
Definizione del punteggio:
1 = Disegna un
cerchio chiuso
2 = Disegna
tutti i numeri
3 = Inserisce i numeri
nella posizione corretta
4 = Inserisce le lancette
nella posizione corretta
117
Studi ausiliari per la valutazione della demenza
Studi ausiliari per la valutazione della demenza
• Soltanto ai pazienti scelti:
- EEG (complesso periodico, rallentamento asimmetrico,
encefalopatia metabolica)
- Immagini funzionali (SPECT, PET)
- Fibrinogeno, viscosità del plasma (demenza vascolare)
- Livello di farmaci, esami dei metalli pesanti, esame
sierologico HIV, livelli di ceruloplasmina, altri test
secondo le necessità
- Biopsia del muscolo e del nervo (encefalopatia
mitocondriale, leucodistrofia)
- Biopsia cerebrale e leptomeningea (vasculite cerebrale)
- Esame oftalmico (anello di Kaiser-Fleisher, alterazioni
pigmentarie)
PAZIENTI n° M F età
* Media ± deviazione standard (SD); n.d. non dosato
t-tau *
pg/ml
Aß42 *
pg/ml
p-tau *
pg/ml
Paz. Alzheimer 20 5 15 64,3 ± 9,8 1011,0 ± 472,7 277,5 ± 103,8 85,8 ± 49,1
Paz. Creutzfeldt-Jacob (CJD) 6 1 5 52,7 ± 8,2 > 9000 418,7 ± 129,5 n.d.
Paz. Parkinson 4 4 0 48,8 ± 11,4 260,0 ± 170,1 785,2 ± 111,3 48,0 ± 23,2
Paz. CADASIL 10 7 3 54,5 ±8,2 217,6 ± 99,2 489,5 ± 230,3 33,6± 10,2
Paz. con valori normali 36 17 19 56,8 ± 12,0 200,5 ± 92,5 788,3 ± 220,7 31,0 ± 9,0
Asymptomatic
(32 y.o.)
Advanced
stage
(58 y.o.)
Immagini tomografiche PET (metabolismo di glucosio) e
SPECT (perfusione) a due diversi livelli in un paziente affetto
da malattia di Alzheimer (sinistra) e in un paziente con demenza
frontotemporale (destra)
Terapia Farmacologica
• Farmaci ad azione colinergica (inibitori della
colinesterasi: donepezil, memantina, etc)
• Farmaci neurotrofici
• Anti-infiammatori
• Nuovi farmaci: inibitori delle secretasi, delle
proteasi, NGF, etc.
• Nuove prospettive: cellule staminali
• Farmaci ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici,
etc (terapia sintomatica)
• Terapia medica generale
Terapia Riabilitativa
• Riabilitazione cognitiva
• Socioterapia
• Musicoterapia
• La famiglia e la società
Alimentazione
Tea Verde e Malattia
di Alzheimer
• In vitro anti-beta-secretase
and dual anticholinesterase
activity of Camellia sinensis L
(thea) relevant to treatment of
dementia. Okello et al,
Phytother Res 18: 624-7, 2004
• Suppressive effect of green
tea catechins on morphologic
and functional regression of
the brain in aged mice with
accelerated senescence. Unno
et al. Exp Gerontol 39: 1027-
34, 2004
Tea Verde e Malattia di
• Neurological
mechanisms of green
tea polyphenols in
Alzheimer and
Parkinson’s diseases.
Weinreb et al.
J Nutr. Biochem 15:
506-16, 2004
Alzheimer
Red wine consumption and brain aging
Nutrition 18: 432, 2002
• Bevitori (200-500 ml/die) di vino rosso hanno un
diminuito rischio di degenerazione maculare senile,
di M. Alzheimer, di deficit cognitivi, di lesioni
vascolari ischemiche alla RM
• L’attività antiossidante del vino
rosso è stata collegata al
resveratrolo, un costituente
polifenolico
Garlic and aging: new insight
into an old remedy
Rahman K
Ageing Res Rev. 2: 39-56, 2003
L’aglio ha grossi effetti
antiossidanti ed è stato
suggerito che possa prevenire
malattie cardiovascolari,
inibire l’aggregazione
piastrinica e la formazione dei
trombi, ringiovanire la pelle e
migliorare la circolazione a
tutti i livelli
Effetti della restrizione dietetica
sui meccanismi degenerativi
• La vita media di molti organismi viventi (lievito,
invertebrati, roditori, scimmie) aumenta fino al 50%
riducendo l’apporto nutritivo.
• Una dieta ipocalorica diminuisce il rischio delle
principali malattie dell’invecchiamento : malattie
cardiovascolari, diabete e cancro (Brochu et al, 2000).
• Dati recenti indicano che essa può ritardare deficit
funzionali cerebrali e ridurre il rischio delle maggiori
malattie neurodegenerative come AD, PD, etc (Matson
et al, 2002)
• La dieta ipocalorica può aumentare la resistenza dei
neuroni ad insulti acuti come lo stroke o l’epilessia
Dieta ipocalorica e
neurodegenerazione
• Analisi biochimiche e molecolari dei cervelli di
ratti vecchi mantenuti in una dieta ipocalorica
mostrano un ritardo nella comparsa delle
modificazioni tipiche dell’invecchiamento inclusi i
livelli di GFAP e danni alle proteine ossidative ed
al DNA.
• Le modifiche legate all’età nella espressione di
geni che codificano per proteine coinvolte nei
processi immunitari, nello stress ossidativo e nel
metabolismo energetico sono ridotti negli animali
in dieta ipocalorica
Dieta ipocalorica e
neurodegenerazione
• La restrizione dietetica riduce i deficit di
apprendimento e di memoria e le
funzioni motorie nei ratti (Stewart et al,
1989)
• Studi su popolazioni umane hanno
mostrato che il rischio di sviluppare AD,
PD e stroke è più basso in soggetti con un
basso apporto calorico
Food restriction reduces brain
damage and improve behavioural
outcome following exitotoxic and
metabolic insults
Bruce-Keller et al
Ann Neurol 45: 8-15, 1999
Meccanismi con cui la restrizione dietetica,
l’attività intellettuale e l’esercizio
promuovono la plasticità neuronale
Attività intellettuale Restrizione dietetica Esercizio
Risposta di stress di livello medio
Produzione di proteine dello stress
Produzione di fattori neurotrofici
Diminuzione dello stress ossidativo
Omeostasi del Ca
Sopravvivenza neuronale, Neuronogenesi
Plasticità sinaptica, Apprendimento e Memoria
Il malato , la Famiglia, la Società
• Problemi del Caregiver
• Problemi economici e la gestione
del paziente domiciliare
• Le strutture residenziali di
accoglienza
Anno per anno gioventu’ sfiorisce;
I giorni di primavera sono fuggitivi;
I fragili fiori muoiono per nulla,
E il saggio m’avverte che la vita
Non è che una goccia di rugiada
Sopra una foglia di loto
Tagore, Poesie
A forza di salire
Per quanti mesi ed anni
Le scale della vita,
Si va imparando con l’esperienza
Il rito del cordoglio
E l’arte di morire:
Coltivando gli ultimi
Istinti, al capezzale,
Celebrando l’atto
Finale d’uscita e
Cercando di restituire
Con l’argomento
Dell’intelligenza
Senza orgoglio
Dignità all’insufficienza
Degli organi, al danno
Della funzione cerebrale
E alla distruzione
Progressiva
di ogni centro vitale
P.Ruffilli, La Gioia e il lutto
C’è molto da fare. Un corpo nel letto sente le carezze.
Anche se è l’ultima alba, orfana di un tramonto.
Come nel Malato di Alzheimer.
Persona, prima di tutto. Il suo è un viaggio senza
ritorno. Il lungo addio. Un biglietto di sola andata.
Occorre allora immergerci nell’intelligenza di un
rapporto, per “fare qualcosa”. Non è difficile scoprire
che lo spazio c’è. Esiste. Si può e si deve credere che
un demente può danzare alla vita. E sorridere. Si può
e si deve credere che i capelli bianchi abbiano una
loro bellezza.
Letterio Scopelliti
La ricerca scientifica e la
collaborazione tra
ricercatori, pazienti,
familiari ed associazioni
CENTRO DI RICERCHE PER LA DIAGNOSI,
TERAPIA E PREVENZIONE DEL
NEUROHANDICAP
(DIRETTORE PROF. ANTONIO FEDERICO)
UNITA’ OPERATIVA DI MALATTIE NEUROMETABOLICHE
SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER LE
MALATTIE NEUROLOGICHE RARE
Prof. Maria Teresa DOTTI
Prof. Nicola DE STEFANO
Dr.ssa Carla BATTISTI
Dr. Francesco SICURELLI
Tel. Segr. 0577/585763
Tel. Dir. 0577/233355
Dr.ssa Alessandra RUFA
Dr.ssa Patrizia FORMICHI
Dr.ssa Elena CARDAIOLI
Dr.ssa Silvia BIANCHI
Dr.ssa Paola DA POZZO
segreteria: Sara FALERI
Fax: 0577/40327
e-mail:federico@unisi.it
Criteri per la diagnosi di malattia di
Alzheimer (NINCDS-ADRDA)
• Elementi che confermano la diagnosi di malattia di Alzheimer
- Deterioramento progressivo delle funzioni cognitive specifiche come
il linguaggio (afasia), l’abilità motoria (aprassia) e la percezione
(agnosia)
- Difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane ed alterati
modelli di comportamento
- Storia familiare di una malattia simile, specialmente se confermato
dalla neuropatologia
- Normale esame del liquor cefalorachidiano
- Risultato normale od alterazioni aspecifiche
all’elettroencefalogramma
- Evidenza di atrofia cerebrale alla tomografia computerizzata, con
aggravamento nelle osservazioni successive
Imaging
funzionale per
la valutazione
della demenza
Sclerosi Multipla
Paresi
Cecità e mutismo
Poliomielite
Epilessia
Malformazioni
Disordini mentali
SLA
Tumori cerebrali
Disordini del
movimento
Neuropatie
periferiche
160
140
120
100
80
60
40
20
0
66-
70
71-
75
76-
80
81-
85
86-
90
91-
95
96-
98
Disturbi del
movimento
Poliomielite
Paresi da diversa
causa
Epilessia
Malformazioni
Tumori cerebrali
SLA
Sclerosi Multipla
Neuropatie
Periferiche
Studi ausiliari per la valutazione della
• A tutti i pazienti:
demenza
-Valutazione generale medica
-CBS esame metabolico generale, CXR, UA,
ECG, TSH, vitamina B12, folato, sierologia
della sifilide
-Neuroimaging cerebrale (TC o RMI)
-Test neuropsicologici (ripetuti 9-12 mesi più
tardi)