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pc - Associazione Mantovana Allevatori

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Trimestrale <strong>Associazione</strong> <strong>Mantovana</strong> <strong>Allevatori</strong>— Anno 9—Numero 1—Marzo 2013—Poste italiane S.p.a.—Spedizione in abbonamento postale—70% - NE/TN<br />

n. 1 MARZO 2013<br />

mantovalleva&produce<br />

Magazine<br />

In questo numero:<br />

• Bovimac<br />

• Open day e Confronto Europeo<br />

• Mais, irrigazioni a confronto


anni '80: Claudio Chiavelli durante un controllo mungitrice in azienda


a.gandolfi@apa.mn.it<br />

Presidente <strong>Associazione</strong> <strong>Mantovana</strong> <strong>Allevatori</strong><br />

EDITORIALE<br />

Un albero si giudica dai suoi frutti. Ed è da qui che vorrei cominciare, per cercare di addolcire una notizia,<br />

nota a tutti, che ci ha lasciato particolarmente tristi. Nelle scorse settimane se n’è andato Claudio Chiavelli,<br />

uno dei pilastri dell’<strong>Associazione</strong> mantovana allevatori.<br />

È stato una colonna della nostra organizzazione, nella quale ha lavorato per ben 46 anni. Se ci pensate,<br />

è una vita, spesa tutta per una missione, esattamente come se avesse una vocazione. La sua era quella di<br />

favorire il progresso della zootecnia mantovana. Ci è riuscito, entrando come controllore all’Ama quando<br />

alla presidenza c’era Gian Luigi Guerrieri Gonzaga. Davvero, una vita fa.<br />

Eppure Chiavelli, come lo chiamavamo tutti, entrato come controllore nelle aziende si era imposto con<br />

tenacia e competenza fino a diventare il coordinatore dei controllori dell’Ama. Un compito delicato, fatto<br />

di visione d’insieme, di capacità e di visione di gioco, per usare un termine calcistico. E in questo ha anche<br />

saputo farsi voler bene da tutti gli allevatori.<br />

Chiavelli ha interpretato appieno i valori della nostra <strong>Associazione</strong>: ha vissuto il lavoro con serietà,<br />

considerando l’APA come se fosse la sua casa oltre che quella degli allevatori.<br />

Con queste premesse e anche grazie al suo contributo abbiamo costruito un’organizzazione solida,<br />

poggiata su fondamenta solide, in cui sono gli stessi associati che percepiscono un affiatamento che<br />

è senza dubbio quell’ingrediente in più che dipinge un volto umano ad una realtà che negli anni ha<br />

costruito la propria autorevolezza. Anche a livello numerico, che è un po’ la rappresentazione fredda di<br />

quanto realmente accade, l’attaccamento verso l’<strong>Associazione</strong> mantovana allevatori è dato dai capi iscritti<br />

ai controlli funzionali.<br />

Continuiamo ancora oggi a crescere, offrendo servizi che le aziende ci riconoscono come valore aggiunto<br />

per l’attività zootecnica.<br />

Abbiamo così confermato di essere fra le prime Apa d’Italia e di questo dobbiamo essere sinceramente<br />

orgogliosi, a partire dalla struttura interna, che pur nelle difficoltà che hanno caratterizzato questa<br />

nuova rotta delle istituzioni pubbliche in termini di sostegno economico, si spende quotidianamente con<br />

passione e competenza. E un grazie lo dobbiamo a tutti gli allevatori che con la loro adesione rappresentano<br />

uno stimolo a fare sempre di più e sempre meglio.<br />

Il successo della squadra lo abbiamo visto anche in occasione del recente Confronto europeo della razza<br />

Holstein a Friburgo, in Svizzera. L’<strong>Associazione</strong> mantovana allevatori è stata ancora una volta<br />

confermata come stalla di sosta e punto di riferimento autorevole per la squadra della nazionale della<br />

Frisona. Questo conferma l’affidabilità della nostra struttura e la capacità di garantire servizi di elevato<br />

profilo, e, scusate se lo rimarco, l’attaccamento all’Ama da parte degli allevatori, che sono accorsi in gran<br />

numero in occasione dell’Open day organizzato per vedere da vicino gli animali pronti a partire per la<br />

missione elvetica. Poi la gara, che ha registrato non soltanto un piazzamento di tutti rispetto per l’Italia<br />

(che significa una medaglia per l’attività di ricerca dell’Anafi), ma anche un successo per il nostro<br />

associato e consigliere Davide Errera, proiettato ormai a far valere le proprie carte di allevatore esperto e<br />

attento alla qualità sempre di più in campo internazionale.<br />

Siamo certi che Davide, figlio di uno dei fondatori dell’Apa di Mantova, sarà orgoglioso di fare parte della<br />

nostra associazione, così come noi lo siamo dei riconoscimenti che miete in Italia e a livello europeo.<br />

E scusate se per questa volta ho dato la precedenza al cuore rispetto all’economia, ma lo meritate.<br />

Alber to Gandolfi


Direttore responsabile<br />

Matteo Bernardelli<br />

matteobernardelli@tin.it<br />

Comitato di Redazione<br />

Marco Bellini<br />

bellini@apa.mn.it<br />

Sebastiano Buffa<br />

buffa@apa.mn.it<br />

Stefano Garimberti<br />

garimberti@apa.mn.it<br />

Enea Guidorzi<br />

guidorzi@apa.mn.it<br />

Alberto Gandolfi<br />

a.gandolfi@apa.mn.it<br />

Gabriele Caleffi<br />

caleffi@apa.mn.it<br />

Collaboratori<br />

Lorenzo Leso<br />

Fabian Favalli<br />

Segretaria di Redazione<br />

Marzia Raschi<br />

ama.segre@apa.mn.it<br />

Editore:<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Mantovana</strong> <strong>Allevatori</strong><br />

Strada Ghisiolo, 57<br />

46030 Tripoli di S. Giorgio (MN)<br />

Tel. 0376 2471 / 247233<br />

Registrazione<br />

del Tribunale di Mantova<br />

N. 01 del 09-02-2005<br />

SOMMARIO<br />

SOMMARIO SOMMARIO<br />

TUTELA DATI PERSONALI: Ai sensi della legge 196/2003 recante disposizioni<br />

per la protezione dei dati personali, la direzione di “Mantova alleva e produce”<br />

garantisce che l’indirizzo usato per l’invio del periodico viene utilizzato esclusivamente<br />

ai fini della spedizione.<br />

Se non fosse gradito ricevere la pubblicazione, si prega di segnalarlo alla Segreteria<br />

di redazione ai numeri di telefono:<br />

0376 247233 oppure 0376/2471<br />

Pubblicità<br />

CMP Impianti (32)<br />

Comal (20)<br />

Consorzio Carni Bovine Documentate (46)<br />

IMB Bernareggi (34)<br />

Kws (30)<br />

Lely (26)<br />

Tecnolam (10)<br />

Trucioli&Trucioli (29)<br />

Composizione<br />

Gianluca Chiavelli<br />

gianluca@apa.mn.it<br />

Stampa<br />

Litotipografia Alcione SRL<br />

via Galilei, 47<br />

38015 Lavis (TN)


SOMMARIO<br />

SOMMARIO SOMMARIO<br />

02 Editoriale del presidente<br />

06 Marco Bellini<br />

Bosnia Erzegovina: l'ama è partner del progetto Caritas<br />

08 Fabian Favalli<br />

Bovimac: ventesima edizione<br />

11 Sebastiano Buffa<br />

Ridefinire le aree vulnerabili da nitrati<br />

13 Sebastiano Buffa<br />

Chetosi e steatosi epatica<br />

15 Annibale Pecchini<br />

Latte: le cariche leucocitarie<br />

18 Lorenzo Leso<br />

Visita alle Compost Barn olandesi<br />

22 Fabian Favalli<br />

Open day e Confronto europeo<br />

28 Informazioni anagrafe: ecco dove ci puoi trovare<br />

31 Emanuele Zanforlin<br />

Diabrotica: antagonisti naturali per il controllo delle principali<br />

avversità del mais<br />

37 Notizie dai soci<br />

38 G. Colombari, P. Preus, F. Negri, M. Marchesi<br />

Coltivazione mais granella ... andamento e stima dei costi<br />

47 Marzia Raschi<br />

La transumanza<br />

nella foto di copertina<br />

PESS FARM ALLIANCE ORIOLA dell'Azienda Beltramino F.lli e C. (TO)<br />

che ha partecipato a Fribrugo 2013


M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

6<br />

Col sindaco di Bosanski Petrovac<br />

di Marco Bellini<br />

agronomo SATA<br />

Unione europea approva progetto Caritas Italiana<br />

Bosnia Erzegovina<br />

L'AMA figura come importante partner<br />

Poco prima della fine dell’anno, è giunta la conferma<br />

dalla commissione della Unione europea che era<br />

stato approvato il progetto presentato da Caritas<br />

Italiana per la promozione sociale delle popolazioni<br />

rurali nell’area della Repubblica Srpska in Bosnia<br />

Erzegovina.<br />

In questo progetto L’<strong>Associazione</strong> <strong>Mantovana</strong><br />

<strong>Allevatori</strong>, in virtù delle caratteristiche descritte<br />

nell’atto costitutivo e per il suo pluriannuale<br />

operato a favore delle aziende iscritte, figura come<br />

importante partner.<br />

Il ruolo di External Expert affidatomi è sancito nel<br />

documento comunitario e prevede un impegno mio<br />

e di altri tecnici secondo le necessità ed i tempi che<br />

saranno di volta in volta valutati.<br />

Dal 10 al 15 Febbraio di quest’anno, mi sono<br />

recato a Banja Luka (Bosnia Erzegovina) per avere<br />

i primi contatti operativi con Caritas Banja Luka e le<br />

Associazioni degli allevatori che si sono nel tempo,<br />

là formate.<br />

La prima fase di questo progetto, ha portato alla<br />

proposizione di un questionario che, vagliato e<br />

condiviso con gli allevatori bosniaci, porterà ad una<br />

conoscenza delle aziende che aderiscono al progetto<br />

e quindi ad un quadro delle strutture zootecniche da<br />

latte del territorio.<br />

Per questo motivo, il progetto è stato illustrato anche<br />

alle autorità amministrative dei comuni interessati<br />

sindaci e assessori preposti (foto n.1).<br />

Dagli incontri avuti è emerso chiaramente come<br />

lo scopo di questa prima fase del progetto, sia<br />

assolutamente condiviso dalle autorità bosniache


per il beneficio di conoscenza del tessuto rurale<br />

che ne trarrebbero. La valenza Europea di questo<br />

lavoro ha portato al coinvolgimento dell’agenzia<br />

per la zootecnia del ministero dell’Agricoltura<br />

della Repubblica Srpska (foto n.2) e dell’Ufficio del<br />

Rappresentante della Comunità Europea in Banja<br />

Luka (foto n.3).<br />

La cordialità degli incontri, ma soprattutto il pieno<br />

appoggio in queste critiche fasi iniziali, ci ha confortati<br />

per il proseguo del nostro impegno in quella regione.<br />

Dopo questa prima fase di circa 2-3 mesi, ne seguirà<br />

un’altra di circa 18 mesi durante i quali, alla luce<br />

delle evidenze che emergeranno dal questionario,<br />

Apa metterà in campo delle iniziative concordate<br />

con le associazioni degli allevatori: momenti di<br />

formazione per gli allevatori, consulenza tecnica<br />

attraverso ERDO (un’agenzia di consulenza sotto<br />

l’egida Caritas di Banja Luka), progettazione di una<br />

struttura per la raccolta ordinata degli eventi nelle<br />

stalle delle associazioni aderenti a questo progetto<br />

(foto n.4). Questi dati raccolti da ERDO potranno<br />

essere elaborati per arrivare ad indici gestionali utili<br />

alla conduzione dell’allevamento. Non si esclude<br />

la possibilità di fornire qualche nostro supporto<br />

informatico in scenari aziendali più avanzati.<br />

Nell’autunno di quest’anno è anche prevista una<br />

visita nella nostra provincia di alcuni allevatori<br />

bosniaci accompagnati da rappresentanti della loro<br />

pubblica amministrazione e del mondo della scuola.<br />

Lo scopo vuole essere quello di sondare come i<br />

rapporti tra l’ente pubblico e le istanze del mondo<br />

rurale possa essere progettato e, speriamo anche per<br />

noi, nel tempo migliorato.<br />

foto n.2 - All'agenzia del ministero dell'Agricoltura foto n.4 - Lavori in corso nella sede di una associazione<br />

foto n.3 - Con il rappresentante dell'Unione europea a Banja Luka<br />

M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

7


8<br />

Venti volte Bovimac, vince Errera<br />

Come di consueto, l’evento inaugurale delle mostre<br />

zootecniche si tiene a Gonzaga, nell’ambito del Bovimac,<br />

giunto alla ventesima edizione della Mostra bovina<br />

provinciale d’inverno.<br />

Nei giorni 19 e 20 febbraio, nei padiglioni fieristici della<br />

Fiera Millenaria, allevatori e tecnici si sono dati appuntamento<br />

per un evento ormai irrinunciabile per la<br />

zootecnia mantovana.<br />

Si parte nella mattinata di sabato con l’esercitazione di<br />

valutazione morfologica agli alunni degli istituti agrari,<br />

magistralmente orchestrata da Piercarlo Ferrero,<br />

ispettore di razza Anafi, che cattura attenzione sugli<br />

spalti gremiti dalle nove classi intervenute.<br />

Dopo aver abbondantemente enunciato i tratti morfologici<br />

che caratterizzano la razza ed edotto i ragazzi ai<br />

rudimenti della valutazione morfologica segue la sempre<br />

temuta (dagli alunni) gara di giudizio fra gli Istituti,<br />

vinta dall’IPA di San Benedetto Po rappresentato dalla<br />

classe 5A.<br />

A breve distanza, al secondo posto, l’IPA di Gazoldo<br />

degli Ippoliti con la classe 5 AG, e sul terzo gradino del<br />

podio l’Istituto Zanelli di Reggio Emilia.<br />

Giusto menzionare anche l’Istituto Strozzi, intervenuto<br />

con gli alunni delle sedi di Palidano e di Mantova.<br />

Nel pomeriggio, agli ordini di un motivatissimo Davide<br />

Piola, partono le categorie degli animali giovani, che<br />

incoroneranno a fine pomeriggio come Campionessa<br />

di Fabian Favalli<br />

assoluta CME BB King Venice, di Errera e San Fermo in<br />

evidenza per il grande sviluppo coniugato però ad un<br />

estremo equilibrio tra capacità e qualità dell’ossatura.<br />

Sua Riserva è Zial Artes Ghiara et, di Zilocchi e loro<br />

menzione d’onore è Gold Amily dell’azienda Negro di<br />

Mantova.<br />

Domenica mattina, con una precisione elvetica, si iniziano<br />

le valutazioni delle categorie delle vacche in latte<br />

ed è ancora l’azienda Errera a proporsi come protagonista<br />

indiscussa.<br />

CME Goldwyn Vanity, splendido soggetto in comproprietà<br />

tra CME, Medal farm di Cremona ed Albero<br />

di Piacenza, dopo aver conquistato la vittoria nelle<br />

vacche giovani, riesce ad imporsi come Campionessa<br />

Assoluta. In lei il giudice evidenzia stile, lunghezza del<br />

tronco ed una mammella con un piano molto alto.<br />

E’ sua riserva assoluta CME Happy Jenny, che grazie ad<br />

una notevole solidità degli attacchi unita ad un grande<br />

equilibrio dell’apparato mammario si aggiudica anche<br />

il titolo di miglior mammella delle vacche giovani.<br />

Al terzo posto assoluto, ma campionessa e miglior<br />

mammella delle vacche adulte, Lavagna, dell’azienda<br />

agricola S.Antonio di Piva, specificatamente per la<br />

grande forza del treno anteriore e gli ottimi attacchi.<br />

Riportiamo doverosamente anche Villa Curta Goldwyn<br />

Carisma, riserva delle vacche adulte e Zial Champion<br />

Asia et, menzione d’onore della stessa sezione.


Resta il piacere di constatare che su sei campionesse,<br />

cinque siano figlie di tori italiani, con moltissimi animali<br />

ben piazzati nelle categorie<br />

Ultima, ma solo per collocazione temporale è la cronaca<br />

dell’assegnazione del premio intitolato a Guido<br />

Errera, grande pioniere della selezione mantovana.<br />

La particolarità di questi trofeo è il voler premiare il<br />

miglior gruppo di tre apparati mammari presentati<br />

dallo stesso allevatore. Per la cronaca ricordiamo che<br />

la prima edizione, fu vinta dall’azienda Sant’Antonio<br />

di Piva, di fatto esclusa dalla partecipazione come detentrice.<br />

Nel ring sfilano l’allevamento Margherita di<br />

Gandolfi, Quarantore di Belletti, Palazzina di Freretti<br />

e Zial di Zilocchi.<br />

Ed è proprio quest’ultimo gruppo ad aggiudicarsi il<br />

preziosissimo trofeo, rappresentato da una scultura in<br />

vetro soffiato a forma di toro, consegnato da Davide<br />

Errera, ideatore del premio.<br />

In ultima istanza, oltre a rendere merito a tutti coloro<br />

che si sono prodigati per la buona riuscita dell’evento,<br />

riteniamo doveroso ringraziare calorosamente tutti gli<br />

allevatori, vincitori e non, che con passione e dovizia<br />

hanno preparato ed esposto i frutti del loro lavoro.<br />

Sono loro i veri vincitori!<br />

Fasi delle premiazioni<br />

9


Via G. di Vittorio, 13/1/A<br />

42030 Vezzano S/C Reggio Emilia – ITALY<br />

Tel. +(39) 0522606232 Fax +(39) 0522601491<br />

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RICIRCOLO DELL’ARIA CALDA<br />

Con questo impianto puoi risparmiare sul costo di<br />

essiccazione del foraggio perché recupera l’aria<br />

calda e lavora in depressione. La ditta Tecnolam<br />

Italiana ha progettato, sperimentato, realizzato e<br />

brevettato un nuovo impianto di essiccazione dei<br />

foraggi, assolutamente più economico degli attuali<br />

esistenti. L’intero impianto BREVETTATO e a<br />

norma CE, non esige concessioni per<br />

l’installazione.<br />

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ALLEVAMENTI<br />

Il ventilatore modello SS è la soluzione perfetta<br />

per la ventilazione delle stalle per bovini o<br />

allevamenti avicoli, ma viene utilizzato anche nelle<br />

serre e nei grandi capannoni industriali. In ogni<br />

caso è ideale ovunque si voglia muovere grandi<br />

quantità d’aria con bassa velocità e basso<br />

consumo d’energia. Si caratterizza principalmente<br />

per il basso consumo energetico, con potenze<br />

comprese tra 0,5 e 2,2KW, fornendo alte portate<br />

(50.000 – 900.000 m³/h)<br />

1<br />

Gara tra istituti tecnici agrari<br />

ESSICCATOIO MODULARE A RICIRCOLO DELL’ARIA CALDA<br />

VENTILATORI GRANDI DIAMETRI PER ALLEVAMENTI


RIDEFINIRE LE AREE VULNERABILI DA NITRATI<br />

Fig. 1<br />

Fra i provvedimenti emanati dal governo a fine 2012<br />

è previsto l’aggiornamento delle zone vulnerabili da<br />

nitrati di origine agricola. La definizione delle are<br />

vulnerabili, secondo la parte AI dell’Allegato 7 alla<br />

parte terza del dlgs 152/2006, deve tener conto delle<br />

caratteristiche dei terreni.<br />

La provincia di Mantova è compresa quasi per intero<br />

in area vulnerabile (Fig. 1). Questa classificazione<br />

non dà il giusto risalto a quanto emerge dalla Carta<br />

dei Suoli che è stata redatta negli anni 80-90 dalla<br />

Provincia di Mantova e in seguito dalla Regione<br />

Lombardia attraverso l’ERSAL (ora ERSAF) su tutta la<br />

pianura regionale.<br />

Si è trattato di uno studio lungo ed impegnativo, in<br />

seguito al quale tutto il territorio della provincia e della<br />

pianura lombarda è stato dettagliatamente rilevato,<br />

descritto e classificato riguardo alle caratteristiche<br />

agricole (e non solo) dei suoli: morfologia, tessitura,<br />

profondità, reazione, capacità di drenaggio, ecc. Ne è<br />

risultata una Carta dei Suoli di elevato dettaglio (scala<br />

1:50.000) che riporta la distribuzione e le caratteristiche<br />

di Sebastiano Buffa<br />

agronomo SATA<br />

dei suoli della regione. A completamento di questo<br />

documento sono state redatte alcune carte derivate,<br />

fra cui la Carta dell’Attitudine allo spandimento dei<br />

liquami zootecnici, in cui il territorio, in base alle sue<br />

caratteristiche morfo-pedologiche (fra cui tessitura,<br />

profondità, drenaggio, profondità della falda e degli<br />

strati permeabili, pendenza, rischio di inondazione)<br />

è stato classificato in quattro classi: adatto,<br />

moderatamente adatto, poco adatto, non adatto. Le<br />

aree adatte o moderatamente adatte rappresentano<br />

la grande maggioranza dei terreni agricoli mantovani,<br />

mentre le zone poco adatte o non adatte sono poco<br />

rappresentate. Se si dovesse arrivare davvero ad<br />

una ridefinizione delle aree vulnerabili è auspicabile<br />

che questa cartografia sia tenuta nella dovuta<br />

considerazione; in altre parole ci si augura che le<br />

caratteristiche pedologiche dei suoli, che nella nostra<br />

provincia hanno quasi sempre un’elevata capacità di<br />

protezione nei confronti dell’inquinamento da nitrati,<br />

assumano un ruolo adeguato nella definizione delle<br />

aree vulnerabili.<br />

11


La “sovra mungitura” stressa le punte dei capezzoli<br />

danneggiandole a volte in modo irreparabile<br />

Il LACTOCORDER rileva durante la mungitura il flusso del latte<br />

I dati forniti consentono di<br />

regolare la routine di mungitura e lo stacco<br />

Il non corretto funzionamento del lavaggio<br />

dell’impianto di mungitura favorisce lo sviluppo della carica batterica.<br />

Installando due Lactocorder su qualsiasi impianto<br />

nella fase di lavaggio otteniamo informazioni utili per<br />

OTTIMIZZARE<br />

la corretta quantità e temperatura dell'acqua e<br />

l'impiego dei prodotti disinfettanti<br />

200 aziende nel corso del 2012<br />

hanno usufruito del servizio traendone reali benefici!!<br />

I TECNICI SCM e il VETERINARIO dell’APA<br />

sono disponibili per un controllo in tutte le aziende.<br />

Lactocorder<br />

service<br />

da oltre 60 anni a fianco dell'allevatore


Chetosi e steatosi epatica<br />

Fra le patologie che interessano la vacca nel periodo<br />

del puerperio e fino a 30 giorni dal parto la chetosi<br />

(o acetonemia) risulta una fra le più diffuse e<br />

subdole, in quanto si presenta spesso con sintomi<br />

clinici poco specifici (vacche apatiche, diminuzione<br />

dell’appetito, calo della produzione, dimagrimento);<br />

se questi sintomi non si manifestano, ma nel sangue<br />

si riscontrano livelli elevati di corpi chetonici, si parla<br />

di chetosi subclinica.<br />

Per comprendere meglio questa patologia è<br />

necessario accennare ai meccanismi che la<br />

determinano e ai processi metabolici che forniscono<br />

energia all’animale.<br />

I ruminanti ricavano l’energia essenzialmente dagli<br />

acidi grassi volatili (acido acetico, propionico e<br />

butirrico) attraverso una complessa serie di reazioni<br />

biochimiche, fra cui il ciclo di Krebs; in particolare<br />

l’acido acetico entra nel ciclo di Krebs attraverso<br />

l’acetil coenzima A (ACA).<br />

Nei momenti in cui la bovina non riesce a trarre<br />

dagli alimenti tutta l’energia che le è necessaria, essa<br />

cerca di sopperire a questo deficit mobilizzando i suoi<br />

grassi di riserva, che sono essenzialmente costituiti<br />

da trigliceridi. I trigliceridi vengono idrolizzati<br />

producendo i NEFA (acidi grassi non esterificati) che<br />

attraverso il sangue raggiungono il fegato e in questa<br />

sede vengono demoliti ad acido acetico.<br />

Ecco quindi che siamo arrivati al punto cruciale del<br />

problema: quando all’inizio della lattazione la bovina<br />

non ha ancora sviluppato la sua massima capacità di<br />

di Sebastiano Buffa<br />

agronomo SATA<br />

ingestione, ma ha già iniziato la produzione di notevoli<br />

quantità di latte, essa si trova a dover mobilizzare<br />

i grassi di riserva che via via vengono degradati<br />

ad acido acetico e ad ACA per entrare nel ciclo di<br />

Krebs; se il deficit energetico e la mobilizzazione<br />

dei grassi sono eccessivi si crea un “ingolfo” di ACA<br />

che non riesce ad entrare tutto nel ciclo di Krebs e<br />

viene perciò in parte trasformato nei corpi chetonici<br />

(aceto-acetato e betaidrossibutirrato) che vengono<br />

allontanati dal fegato entrando nella circolazione<br />

sanguigna.<br />

Inoltre prima ancora di arrivare all’eccesso di ACA,<br />

nel fegato si può verificare un accumulo di trigliceridi<br />

(formatisi dai NEFA in eccesso) che dovrebbero<br />

essere allontanati dal fegato attraverso la formazione<br />

di VLDL (lipoproteine a bassa densità). Se le VLDL<br />

non riescono ad allontanare con sufficiente rapidità<br />

i trigliceridi, questi si accumulano nel fegato<br />

provocando la steatosi epatica.<br />

Quali le conseguenze di questa situazione? La steatosi<br />

danneggia il fegato con tutto ciò che ne consegue (più<br />

lenta ripresa del ciclo ovarico, abbassamento delle<br />

difese immunitarie); la chetosi aumenta il rischio<br />

di altre patologie (es. dislocazione dell’abomaso)<br />

e deprime l’ingestione creando quindi una sorta di<br />

circolo vizioso da cui è difficile uscire.<br />

In ultima analisi ciò che innesca queste patologie<br />

è l’eccessiva concentrazione sanguigna di NEFA<br />

(conseguente al deficit energetico), che oltretutto<br />

aumenta il rischio di dislocazione dell’abomaso,<br />

M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

13


M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

14<br />

ritenzione di placenta, mastiti.<br />

Bisogna quindi che il dimagrimento che segue il<br />

deficit energetico di inizio lattazione sia il più ridotto<br />

ed il più breve possibile.<br />

In questo modo ridurremo il rischio delle patologie<br />

puerperali che provocano un aumento dei costi<br />

(trattamenti sanitari), una minor produzione ed un<br />

peggioramento della fertilità: mai come in questo<br />

caso è vero il detto: chi ben comincia è a metà<br />

dell’opera: se la lattazione inizia male, ne pagheremo<br />

a lungo le conseguenze.<br />

Perciò bisogna, a cominciare dall’asciutta, preparare<br />

una razione corretta ed appetibile e mettere in<br />

atto tutte le strategie possibili per incrementare<br />

l’ingestione.<br />

Una corretta razione da asciutta deve prevedere:<br />

un’elevata ingestione: solo così il rumine resta<br />

disteso e capiente riducendo il rischio di dislocazione<br />

e consentendo un’elevata ingestione post parto.<br />

un contenuto energetico limitato: se le vacche<br />

patiscono un po’ di fame durante l’asciutta è più<br />

facile che dopo il parto riprendano velocemente a<br />

mangiare.<br />

Un adeguato apporto proteico e di carboidrati<br />

fermentescibili: durante l’asciutta il rumine (o<br />

meglio la microflora e le papille ruminali) non deve<br />

“disabituarsi” del tutto a degradare una razione da<br />

lattazione e ad assorbirne i principi nutritivi.<br />

una corretta integrazione vitaminica e minerale.<br />

Formulazione una corretta razione è talvolta difficile,<br />

specie quando non si ha la possibilità di preparare<br />

una razione unifeed per le asciutte; bisogna<br />

comunque fare ogni sforzo in questa direzione<br />

perché si possono migliorare notevolmente le<br />

performances produttive e riproduttive dei nostri<br />

animali, aumentando in sostanza il reddito aziendale.<br />

Tuttavia questo non è l’unico obiettivo da<br />

raggiungere; infatti l’ingestione (pre e post parto)<br />

si mantiene elevata soprattutto se lo spazio in<br />

mangiatoia è sufficiente e se il bestiame non subisce<br />

stress, in particolare causati dal cambiamento di<br />

ambiente e di compagne.<br />

Su quest’ultimo punto può essere utile una<br />

considerazione: le vacche in asciutta non devono<br />

cambiare di gruppo nelle ultime 2, meglio 3,<br />

settimane prima del parto, in quanto il cambiamento<br />

di gruppo provoca quasi sempre uno stress che<br />

determina minor ingestione, cioè proprio quello che<br />

si deve assolutamente evitare.<br />

Ecco allora che ci si deve chiedere se è opportuno<br />

che le asciutte, per un determinato periodo prima<br />

del parto (close-up), vengano trasferite in un box o<br />

in un reparto diverso da quello che le ospitava prima<br />

del parto.<br />

Non esiste una risposta univoca a questo quesito;<br />

personalmente penso che se il close-up è gestito<br />

correttamente e soprattutto metodicamente per<br />

tutte le partorienti, sia dal punto di vista alimentare<br />

che degli spostamenti, può essere una buona<br />

soluzione; se invece per mancanza di spazio o<br />

per carenze nell’organizzazione del lavoro o per<br />

qualunque altro motivo non si riesce ad essere<br />

costanti e corretti, probabilmente è meglio non<br />

adottare questa strategia.<br />

In conclusione il benessere dei nostri animali risulta<br />

ancora una volta il fattore chiave del successo.<br />

I tecnici SATA potranno consigliarvi al meglio nella<br />

scelta della razione e della gestione più appropriata<br />

delle asciutte per la vostra azienda.<br />

Come accennato all’inizio, queste patologie sono<br />

spesso subcliniche e non si manifestano se non<br />

con valori analitici alterati. E’ quindi necessario un<br />

continuo monitoraggio della situazione aziendale,<br />

che consenta di cogliere tempestivamente i primi<br />

segnali di un peggioramento o che confermi la<br />

correttezza delle nostre scelte gestionali.<br />

Alcuni parametri possono già essere monitorati<br />

(ad esempio il titolo in grasso e proteine al primo<br />

controllo post parto); per altri invece si aprono<br />

prospettive interessanti.<br />

Il laboratorio dell’<strong>Associazione</strong> Regionale <strong>Allevatori</strong><br />

di Crema, che analizza tutti i campioni di latte dei<br />

controlli funzionali (e non solo), si è attrezzato per<br />

la ricerca dell’acetone e del betaidrossibutirrato<br />

nel latte; questo consentirà a breve di ottenere<br />

interessanti informazioni sulla chetosi sfruttando lo<br />

stesso campione eseguito per i controlli funzionali,<br />

con notevole tempestività ed efficacia nel controllo<br />

e nel contenimento di queste patologie.


Latte: le cellule somatiche<br />

COSA SONO<br />

Nel latte sono presenti due categorie di cellule: le<br />

cellule epiteliali che provengono dalla desquamazione<br />

della mucosa che riveste internamente la mammella<br />

e che rappresentano una piccola percentuale delle<br />

cellule (


la caseificazione, dovuti ad un aumento di enzimi<br />

proteolitici e lipolitici derivanti dai leucociti ed inoltre<br />

si può presentare un problema sanitario per l’uomo.<br />

Tra i parametri igienico sanitari del latte le cellule<br />

hanno quindi un ruolo di primo piano, infatti tutta<br />

la normativa degli ultimi venti anni, compresi i<br />

Regolamenti CE del Pacchetto igiene attualmente<br />

in vigore, prendono in considerazione il parametro<br />

cellule somatiche per valutare la conformità del latte<br />

alla stalla.<br />

SIGNIFICATO DEL CONTEGGIO CELLULARE<br />

La conta delle cellule somatiche:<br />

16<br />

• è un indicatore della sanità mammaria degli<br />

animali presenti in azienda;<br />

• è un importante indice di cambiamenti nella<br />

composizione del latte;<br />

• ha un impatto negativo sulla qualità dei<br />

prodotti derivati dalla lavorazione del latte;<br />

• può essere considerata un indicatore indiretto<br />

della sicurezza alimentare per la possibile<br />

presenza di microrganismi patogeni o delle loro<br />

tossine (es. tossine da staphilococcus aureus)<br />

nonchè per la possibile presenza di residui di<br />

antibiotici con implicazioni importanti sulla<br />

sicurezza del consumatore.<br />

Il numero di cellule somatiche può essere valutato<br />

sul latte individuale delle singole bovine, con<br />

cadenza mensile, con l’obiettivo di individuare i capi<br />

persistentemente infetti e sul latte di massa per avere<br />

una indicazione sia sulla qualità del latte che del<br />

management aziendale.<br />

ASPETTI NORMATIVI<br />

Esistono limiti diversi del valore delle cellule sul latte<br />

di massa in funzione del suo utilizzo .<br />

Per il latte crudo di vacca destinato all’alimentazione<br />

umana il limite del tenore in cellule è ≤400.000/ml.<br />

inteso come media geometrica mobile calcolata su<br />

un periodo di tre mesi consecutivi con almeno un<br />

prelievo al mese.<br />

Ci sono limiti più restrittivi se il latte è destinato alla<br />

produzione di LATTE FRESCO PASTORIZZATO DI ALTA<br />

QUALITA’ o alla VENDITA DIRETTA AL CONSUMATORE<br />

FINALE ( es. tramite distributori ), in questi casi il limite<br />

di cellule è ≤ 300.000/ml.<br />

Si utilizza il calcolo della media geometrica in quanto<br />

le cellule possono avere una certa variabilità nel<br />

tempo e per questo motivo è opportuno non utilizzare<br />

il singolo valore ma valutare l’andamento nel tempo.<br />

In condizioni normali, con due prelievi mensili, nel<br />

calcolo della media si tiene conto di tutti i campioni<br />

effettuati nei 90 giorni precedenti all’ultimo prelievo.<br />

La media è dinamica nel senso che viene eliminato il<br />

dato più vecchio e inserito il più recente.<br />

SUPERAMENTO LIMITI<br />

Nel caso del superamento del limite l’azienda di<br />

produzione deve predisporre un piano per il rientro<br />

avvalendosi della consulenza di Associazioni e/o<br />

Veterinari libero professionisti e deve rientrare<br />

nel limite di cellule entro tre mesi, durante questo<br />

“periodo di osservazione” non ci sono limitazioni<br />

all’utilizzo del latte.<br />

È compito dell’acquirente (stabilimento di<br />

trasformazione o altro) notificare tempestivamente<br />

all’azienda il superamento del limite e<br />

contemporaneamente informare il Servizio<br />

Veterinario dell’ASL sia della non conformità che della<br />

sua risoluzione, tramite una apposita modulistica.<br />

LATTE NON CONFORME<br />

Trascorsi i tre mesi, se il valore di cellule non è<br />

rientrato nei limiti scatta, da parte del Dipartimento di<br />

Prevenzione Veterinaria, il divieto di conferimento del<br />

latte per l’alimentazione umana; in questo periodo il<br />

latte deve essere smaltito in azienda nell’ambito delle<br />

pratiche agronomiche o utilizzato per l’alimentazione<br />

dei vitelli o destinato agli impieghi previsti per i<br />

sottoprodotti di origine animale.<br />

Il provvedimento di divieto di conferimento viene<br />

revocato quando la media geometrica rientra nei<br />

limiti; le analisi sono effettuate dall’allevatore in<br />

autocontrollo presso i laboratori iscritti al Registro<br />

Regionale utilizzando prove accreditate.<br />

In base all’Accordo Stato Regioni del 23 settembre<br />

2010 è in atto fino al 30/06/2013 una deroga sul limite<br />

delle cellule: il valore può essere ≤ 500.000 se il latte è<br />

utilizzato per la produzione di formaggi a più di 60gg di<br />

stagionatura , in questo caso il siero e le creme ottenuti<br />

dalla lavorazione di questo latte non conforme devono<br />

essere sottoposti a trattamento termico con un effetto<br />

almeno equivalente alla pastorizzazione .


Dal 01 luglio 2013, al termine del periodo di<br />

osservazione di tre mesi, il latte deve avere un valore<br />

≤ 400.000 cellule .<br />

E’ molto importante ribadire che presso gli<br />

allevamenti il latte non può essere sottoposto a<br />

trattamenti che possono diminuire il valore di cellule,<br />

come ad esempio la “filtrazione” ; per legge, in stalla è<br />

possibile solo filtrare il latte dalle impurità grossolane<br />

e refrigerare .<br />

IMPORTANZA DEL MANAGEMENT AZIENDALE<br />

Da quanto detto risulta fondamentale per l’allevatore<br />

impostare la sua produzione con un corretto<br />

programma di management aziendale che sia in grado<br />

di risolvere i problemi alla radice. Per questo difficile<br />

compito, l’<strong>Associazione</strong> <strong>Mantovana</strong> <strong>Allevatori</strong> mette a<br />

disposizione un servizio di assistenza tecnica (fornito<br />

da agronomi, tecnici del servizio controllo mungitrici<br />

e veterinario) per supportare l’allevatore nella<br />

gestione degli aspetti più importanti della conduzione<br />

aziendale quali: controllo dell’alimentazione,<br />

gestione delle strutture aziendali, controllo della<br />

macchina mungitrice (statico e dinamico), prelievi<br />

sterili di latte dei singoli animali per la ricerca degli<br />

agenti mastitogeni, stesura di programmi di controllo<br />

della mastite, gestione dei dati aziendali e controllo<br />

della routine di mungitura con il “lactocorder”.<br />

LACTOCORDER ®<br />

E’ uno strumento, precisamente un lattoflussometro<br />

elettronico portatile, estremamente sofisticato in<br />

grado di rilevare e di trasformare in curve di flusso<br />

un elevato numero d’informazioni che costituiscono<br />

parametri importanti per valutare la routine di<br />

mungitura, il funzionamento della macchina<br />

mungitrice e la mungibilità della singola bovina.<br />

I principali elementi che possono essere monitorati<br />

sono la fase della preparazione della mammella, il<br />

livello e la durata del flusso di picco , la distribuzione<br />

del latte nei quarti, la fase della sgocciolatura, la<br />

durata della mungitura e la conducibilità elettrica del<br />

latte (parametro importante per la diagnosi precoce<br />

di mastite).<br />

17


18<br />

Visita alle Compost Barn olandesi<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel settore della zootecnia da latte i Paesi Bassi<br />

rappresentano un punto di riferimento per quanto<br />

riguarda il processo di innovazione tecnica. Negli ultimi<br />

anni l’interesse di allevatori e ricercatori olandesi si è<br />

focalizzato su un sistema di stabulazione innovativo<br />

conosciuto con il nome americano “compost bedded<br />

pack”, i cui vantaggi riguardano principalmente il livello<br />

di benessere delle bovine, ma anche le caratteristiche<br />

degli effluenti prodotti.<br />

Durante la prima settimana di febbraio, ho avuto<br />

il piacere di partecipare, insieme ad un gruppo di<br />

allevatori e tecnici della provincia di Mantova, ad<br />

un viaggio nei Paesi Bassi che ha avuto come tappe<br />

principali due allevamenti dove tale sistema è ormai<br />

applicato con successo.<br />

Il ritrovo per la partenza era fissato al Lely Center di<br />

Ceresara (organizzatore del viaggio) alle ore 3:30<br />

della mattina. Questo orario, per me quantomeno<br />

insolito, non ha minimamente impensierito i miei<br />

arzilli compagni di viaggio, abituati ad orari più<br />

“zootecnici”, e ci ha consentito di atterrare in Olanda<br />

di Lorenzo Leso<br />

Università di Firenze - GESAAF - Sezione di Ingegneria Agraria<br />

lorenzo.leso@unifi.it<br />

già in prima mattinata. Dopo aver preso a noleggio<br />

alcune auto ci siamo messi in viaggio attraverso<br />

l’elegante campagna olandese che da subito ha messo<br />

in risalto l’eccezionale abilità del popolo nord europeo<br />

nella gestione del territorio. Altro elemento degno di<br />

nota è il clima, ovviamente molto umido ed in grado<br />

di passare in pochissimi minuti dal sole alla pioggia<br />

battente o addirittura alla neve.<br />

La prima visita tecnica prevista per la mattina è<br />

stata dedicata al robot di mungitura, tecnologia già<br />

ampiamente affermata in Olanda, mentre per la<br />

prima “vrijloopstal”, equivalente olandese del più<br />

noto termine “compost barn”, si è dovuto attendere il<br />

primo pomeriggio.<br />

AZ. HAVERMANS<br />

Poco prima delle 14:00, il convoglio di auto<br />

mantovane si trovava a Moerdijk, una cittadina a sud<br />

di Rotterdam, dove era prevista una visita all’ormai<br />

celebre azienda Klaverhof (www.idv-stal.nl). Il titolare<br />

Mark Havermans, oltre ad essere un allevatore, è un<br />

ingegnere consulente di Lely ed è stato uno dei primi<br />

in Olanda ad aver applicato e sviluppato il sistema


di stabulazione su lettiera compost. L’allevamento<br />

che gestisce conta circa 200 vacche in lattazione<br />

più rimonta e può essere considerato come uno dei<br />

più innovativi sul territorio europeo. La stalla che<br />

ospita i capi in lattazione è in realtà una serra con<br />

copertura in film plastico trasparente. L’area interna<br />

è completamente destinata a lettiera che, nel caso<br />

specifico, è composta da deiezioni animali e compost<br />

proveniente da un vicino impianto di compostaggio<br />

(per approfondimenti sulla lettiera compost rimando<br />

al numero di “Mantova alleva e produce” di Dicembre<br />

2012). Al fine di migliorare il benessere delle bovine e<br />

limitare la produzione di effluenti liquidi, le superfici<br />

in cemento (in questo caso fessurato) sono state<br />

limitate alla sola zona adiacente ai quattro robot di<br />

mungitura. Anche la corsia di alimentazione è stata<br />

eliminata ed il foraggio viene distribuito in particolari<br />

carri mobili solitamente utilizzati per l’alimentazione<br />

delle mandrie al pascolo. L’obiettivo principale della<br />

progettazione di questa struttura, infatti, è stato quello<br />

di ricreare una sorta di pascolo protetto dove le bovine<br />

potessero esprimere liberamente i comportamenti<br />

tipici della specie. La copertura trasparente, inoltre,<br />

consente un notevole livello di illuminamento interno<br />

con numerosi effetti positivi sulla salute delle vacche.<br />

Il benessere animale, spiega Havermans, è l’aspetto<br />

centrale nella gestione di questo allevamento il cui<br />

obiettivo è la limitazione dei costi di produzione.<br />

La stabulazione su lettiera compost ha consentito di<br />

eliminare pressoché totalmente le patologie podali<br />

e di limitare la proliferazione dei microrganismi<br />

responsabili delle mastiti. Durante tutto l’anno<br />

2012, all’azienda Klaverhof, sono state trattate con<br />

antibiotico solamente due vacche e la media del<br />

conteggio di cellule somatiche è rimasta compresa<br />

entro le 120.000 cell/ml. L’elevato livello di benessere,<br />

inoltre, si è tradotto in un incremento sostanziale della<br />

longevità delle bovine che arrivano frequentemente a<br />

superare le sette lattazioni. Altro elemento distintivo<br />

di questo allevamento è il sistema di alimentazione<br />

che è stato sviluppato specificatamente per la<br />

mungitura robotizzata. Nei già citati carri mobili<br />

per l’alimentazione viene distribuito solamente<br />

fieno proveniente dai prati di proprietà aziendale,<br />

mentre all’interno delle stazioni di mungitura viene<br />

somministrato il mangime concentrato. In questo<br />

modo si ottengono, in media, dieci visite giornaliere<br />

al robot (tre delle quali sono utilizzate per la<br />

mungitura) e si elimina del tutto la necessità di avviare<br />

manualmente alla mungitura le bovine “ritardatarie”.<br />

Questo particolare sistema di alimentazione, basato<br />

in larga parte sul foraggio, consente di ottenere<br />

produzioni di latte piuttosto modeste, pari a circa 24<br />

litri/capo*giorno. L’elevata longevità della mandria,<br />

tuttavia, consente di integrare in modo apprezzabile<br />

il reddito aziendale attraverso la vendita degli animali<br />

che, in questo allevamento, incide per circa 10 €<br />

su ogni quintale di latte munto. Si devono inoltre<br />

19


M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

20<br />

Commercializzazione:<br />

animali da vita<br />

vacche e vitelloni da macello<br />

vitelli baliotti<br />

paglia<br />

erba medica disidratata<br />

polpe esauste di barbabietole<br />

telefona:<br />

per animali da vita allo 0376 340168/340169<br />

per vacche vitelloni allo 0376 340168/340169<br />

per vitelli baliotti 0376 340168/340169<br />

per paglia, erba medica, e polpe allo 0376 247231


considerare i costi di produzione molto limitati, in<br />

particolare per quanto riguarda l’alimentazione e la<br />

manodopera. Basti pensare che l’intero allevamento<br />

viene gestito senza problemi da un solo operaio.<br />

Anche il costo della stalla è ridotto rispetto a soluzioni<br />

più convenzionali e contribuisce a limitare le spese<br />

per l’ammortamento dei fabbricati. Infatti, sebbene<br />

per ogni bovina siano messi a disposizione ben 30 m 2 ,<br />

il costo della struttura rapportato al numero di capi<br />

è risultato pari a circa 3500 €/capo contro gli oltre<br />

5000 €/capo che sarebbero stati necessari, nella<br />

stessa regione, per realizzare una stalla su cuccette<br />

(entrambi i dati si riferiscono alle sole spese edilizie,<br />

sono esclusi i sistemi di mungitura).<br />

La visita all’azienda Klaverhof e, forse in misura ancora<br />

maggiore, le concrete argomentazioni del titolare<br />

Marc Havermans ci hanno offerto un punto di vista<br />

alternativo sulla zootecnia, spingendoci a rivalutare<br />

con senso critico l’approccio, ormai largamente<br />

diffuso in Italia, che vede la produzione di latte come<br />

unico strumento per massimizzare la redditività di un<br />

allevamento.<br />

AZ. LUBBERSEN<br />

La mattina seguente la delegazione mantovana è<br />

approdata a Holten, nella provincia di Overijssel, per<br />

l’ultima visita in programma, quella all’allevamento<br />

della famiglia Lubbersen (wim.en.els.lubbersen@<br />

online.nl). La prima cosa che ci ha colpito, oltre<br />

alla disponibilità dei proprietari (marito e moglie),<br />

sono stati la pulizia e l’ordine dell’azienda. La<br />

mandria di vacche in produzione conta circa 180<br />

capi che dispongono di tre robot di mungitura<br />

mentre la rimonta è esterna. In questo allevamento<br />

l’alimentazione è basata sull’unifeed a cui si aggiunge<br />

un’integrazione di mangime concentrato all’interno<br />

delle stazioni di mungitura. La produzione di latte<br />

media è pari a 30 litri/capo*giorno.<br />

Fino a qualche anno fa, la stabulazione era<br />

interamente su cuccetta, ma la stalla è stata ampliata<br />

recentemente per fare spazio ad un box su lettiera<br />

compost che, come vedremo, ha alcune interessanti<br />

peculiarità. In questo caso la corsia di alimentazione,<br />

realizzata in cemento fessurato, è presente e distinta<br />

dall’area di riposo che si sviluppa parallelamente.<br />

Nella pavimentazione, al di sotto dell’area destinata<br />

alla lettiera, è integrato un sistema di sub-aerazione<br />

in grado di garantire un costante apporto di ossigeno<br />

al substrato. Il materiale da lettiera utilizzato è<br />

cippato di legno che viene aggiunto settimanalmente.<br />

Come in tutte le compost barn, lo strato superficiale<br />

della lettiera deve essere lavorato ogni giorno per<br />

garantire alle bovine adeguate condizioni igieniche.<br />

Considerando la sola area di riposo, per ogni capo<br />

sono messi a disposizione 12 m 2 . Tale superficie è ben<br />

inferiore a quella considerata ottimale per questo tipo<br />

di stabulazione (15-20 m 2 /capo in presenza di corsia<br />

di alimentazione). Tuttavia, ci spiega Lubbersen, il<br />

particolare impianto di aerazione forzata consente di<br />

ottenere risultati adeguati con superfici relativamente<br />

modeste. Anche in questo allevamento, la<br />

stabulazione su lettiera compost ha consentito di<br />

migliorare sensibilmente la salute degli animali e di<br />

conseguenza di incrementarne la longevità. Secondo<br />

dati aziendali, dopo la realizzazione del nuovo box su<br />

lettiera, l’età media delle bovine è aumentata di circa<br />

2 mesi ogni anno, rendendo i titolari assolutamente<br />

soddisfatti di questa scelta.<br />

CONCLUSIONI<br />

Questa escursione nei Paesi Bassi è stata<br />

estremamente soddisfacente per tutti: tecnici,<br />

veterinari o allevatori. Questo tipo di esperienza<br />

è un'importante opportunità di confronto e, in<br />

pochissimi giorni, consente di ottenere una visione<br />

più ampia di un settore in continua evoluzione come<br />

quello della zootecnia da latte.<br />

M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

21


22<br />

Open Day<br />

e<br />

Confronto Europeo<br />

Nella nostra bella penisola, gli eventi legati allo sport,<br />

ed in particolare al mondo del pallone, si rivestono da<br />

sempre di un’aura fatta di attesa e di speranza per i<br />

risultati.<br />

Sono in particolar modo le competizioni a cadenza<br />

pluriennale a generare forti aspettative, specialmente<br />

in chi può vantare una forte tradizione, che però<br />

non esonerano da un intenso e minuzioso lavoro di<br />

preparazione.<br />

Sembra davvero irreale che il Confronto Europeo della<br />

Holstein abbia così tanti punti in contatto con il calcio.<br />

Un lungo lavoro di preparazione, con uno screening<br />

massiccio effettuato su 150 candidate, a cura di<br />

Corrado Zilocchi, responsabile dell’ufficio Valutazioni<br />

e Mostre di ANAFI, coadiuvato da Massimo Capra<br />

e Giovanni Cerri, volti noti nei ring Italiani grazie<br />

all’attività pluriennale di giudici, ha portato a stilare<br />

una lista di 30 animali iscrivibili.<br />

Dopo un ulteriore giro di ricognizione, si è scremato<br />

ulteriormente il gruppo fino a definire un elenco di 23<br />

soggetti arrivati, per così dire, in ritiro precampionato<br />

all’APA di Mantova, dotata di una struttura eccellente<br />

per questo genere di necessità.<br />

Animali provenienti da varie regioni Italiane hanno<br />

fatto tappa a Tripoli per poter permettere sia la scelta<br />

finale che l’espletamento di molte pratiche sanitarie.<br />

Logico, quindi, che si approfittasse di questa occasione<br />

di Fabian Favalli<br />

per consentire a tutti di vedere l’elevato livello delle<br />

nostre rappresentanti in partenza per Friburgo,<br />

località svizzera designata per ospitare l’edizione 2013<br />

del Confronto Europeo. Nella mattinata di Sabato 23<br />

si è così realizzato un open day, che ha attirato molti<br />

allevatori e tecnici.<br />

Dopo un breve saluto a cura del nostro presidente<br />

Alberto Gandolfi, la parola è passata agli sponsor<br />

tecnici della giornata.<br />

Ultimi due interventi sono stati quello del direttore<br />

Anafi, Giorgio Burchiellaro, che ha illustrato con<br />

dovizia tutte le specifiche tecniche dello show di<br />

Friburgo, e quello di Corrado Zilocchi, che ha reso<br />

conto delle modalità di scelta degli animali.<br />

Momento clou della giornata è stata la visita delle<br />

stalle, davvero gremite di occhi attenti ad ogni minimo<br />

particolare.<br />

Un successo, indubbiamente, come il fantastico risotto<br />

servito a conclusione della mattinata, comunque<br />

preludio di un’intensa settimana.<br />

Il giorno successivo ed il lunedì sono stati dedicati<br />

all’ulteriore limatura del gruppo, definendo le 15<br />

holstein e le 4 red holstein in partenza per la Svizzera,<br />

sommandosi a tutto il lavoro di preparazione di<br />

alimenti e strumenti per lo show.<br />

Partenza che avviene nella notte di martedì 26 per<br />

consentire l’arrivo in giornata e la sistemazione degli


da sinistra Alberto Gandolfi, Giorgio Burchiellaro e Corrado Zilocchi<br />

animali. Il primo evento ufficiale del Confronto<br />

Europeo si tiene Venerdi 1 ed è la gara di conduzione,<br />

con ragazzi partecipanti da 15 paesi, suddivisi in<br />

junior e senior. Da subito i colori Italiani spiccano con<br />

il successo nella categoria senior di Davide Corsini.<br />

L’indomani, in un forum esaurito in ogni ordine di<br />

posto già prestissimo, inizia il programma con le<br />

categorie Red, seguite a ruota dal confronto tra<br />

i gruppi. Appare chiaro lo strabordante dominio<br />

degli Svizzeri, storicamente grandi estimatori delle<br />

rosse, che catturano tutte le categorie, portando al<br />

successo finale Suard-Red Jordan IRENE tra le adulte<br />

e Yerly Ralstorm GÉMINA tra le giovani. E la musica<br />

non cambia nei gruppi, dove è largo il vantaggio<br />

dei rossocrociati sugli altri competitori, così come<br />

accaduto a Cremona tre anni fa.<br />

Resta la soddisfazione di aver mantenuto la posizione<br />

conquistata nel 2010, collocandoci al terzo posto.<br />

Dopo un brevissimo intervallo inizia il lungo<br />

pomeriggio che porterà alla proclamazione della<br />

campionessa europea e del miglior gruppo.<br />

Nella classe delle primipare arriva quella che sarà la<br />

gioia più grande dei colori italiani. Parla mantovano,<br />

infatti, la campionessa assoluta della vacche giovani:<br />

CME Goldwyn Vanity, allevata da Davide Errera,<br />

dopo aver dominato la propria categoria, ottenendo<br />

anche la miglior mammella, viene scelta dal giudice<br />

irlandese David Boyd come miglior primipara<br />

europea. Le categorie si susseguono con ordine e<br />

celerità, con un livello veramente stratosferico.<br />

Da rilevare l’ottima doppietta ottenuta nella quinta<br />

categoria ,riservata alle vacche con 2 parti, da TOC-<br />

FARM PAGEWIRE PAMY ET e da GOLDWYN SUBLIME,<br />

nostre portacolori.<br />

La sezione delle vacche intermedie sarà poi vinta<br />

da HUDDLESFORD DUPLEX MEDORA, presentata<br />

dal team spagnolo mentre nelle vacche adulte<br />

sarà la stratosferica Decrausaz Iron O’KALIBRA a<br />

catturare gli sguardi e l’ammirazione degli oltre 5000<br />

spettatori, consenzienti nel vederla proclamata come<br />

Campionessa Europea Assoluta.<br />

Ultimo atto e sempre altamente scenografico, è il<br />

confronto tra gruppi.<br />

Sono gli spagnoli ad ottenere la vittoria grazie ad un<br />

gruppo fortissimo, surclassando gli svizzeri.<br />

Sul podio va la Germania, Italia quarta e Francia a<br />

chiudere il quintetto di testa.<br />

Per quanto ci concerne, ci presentiamo con un<br />

gruppo forte ed omogeneo, destinato però a pagare<br />

dazio data la giovane età dei soggetti.<br />

Ci consoliamo pensando al fatto che da questo<br />

confronto la genetica Italiana esce con grandi<br />

risultati, con la paternità della miglior red holstein<br />

junior e della campionessa assoluta holstein, e con<br />

la certezza di avere un gruppo di giovani talenti<br />

destinati a ben figurare.<br />

Arrivederci a Colmar 2016<br />

23


M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

24


CME Goldwyn Vanity<br />

campionessa assoluta della vacche giovani<br />

Allevamento Errera Davide<br />

M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

25


26<br />

LELY ASTRONAUT A4 E’ LA SOLUZIONE<br />

L’invenzione più importante del 20° secolo per i produttori di latte<br />

MUNGITURA ROBOTIZZATA<br />

La ditta Lely ha ideato la mungitura robotizzata e dal 1992<br />

il sistema Astronaut ha fornito agli allevatori benefici<br />

finanziari e di stile di vita. Il sistema Lely Astronaut ha<br />

ormai soppiantato i sistemi tradizionali di mungitura in<br />

diversi paesi del nord Europa. Nella nostra provincia sono<br />

presenti 51 Lely Astronaut, 32 di questi sono costituiti<br />

dall’ultimo modello LELY ASTRONAUT A4. Questo nuovo<br />

e rivoluzionario sistema di mungitura robotizzata<br />

permette un adattamento in qualsiasi struttura esistente,<br />

un rapidissimo addestramento della mandria, una grande<br />

facilità di gestione da parte dell’allevatore e considerata<br />

la velocità di mungitura, la possibilità di servire<br />

allevamenti con un elevato numero di capi.<br />

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aumenta la produzione di latte fino al 15%, il tutto realizzabile con un rapido, facile<br />

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28<br />

Sede Legale Tripoli di San Giorgio<br />

strada Ghisiolo, 57<br />

46030 Tripoli di San Giorgio di Mantova (MN)<br />

T: (+39) 0376 2471<br />

F: (+39) 0376 247416<br />

E: anagrafe@apa.mn.it<br />

Uffici aperti tutti i giorni dal Lunedi al Venerdi<br />

dalle ore 08.00 alle ore 13.00<br />

Sede Anagrafe Asola<br />

Via Cremona<br />

46041 Asola (MN)<br />

T: (+39) 0376 712534<br />

F: (+39) 0376 712263<br />

E:bruno.chiocchi@apa.mn.it<br />

Operatore: Bruno Chiocchi<br />

Uffici aperti il Martedi e il Giovedi<br />

dalle 08.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.30<br />

Sede Anagrafe Guidizzolo<br />

Via Filzi, 9<br />

46040 Guidizzolo (MN)<br />

T: (+39) 0376 818471<br />

F: (+39) 0376 848931<br />

E: claudio.lanfranchi@apa.mn.it<br />

Operatore: Claudio Lanfranchi<br />

Uffici aperti il Lunedi, Mercoledi e Venerdi<br />

dalle ore 08.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00<br />

Informazioni Anagrafe<br />

ecco dove ci puoi trovare<br />

Sede Anagrafe Mantova - Viale dei Toscani<br />

Viale dei Toscani, 1<br />

46100 Mantova<br />

T: (+39) 0376 381133<br />

F: (+39) 0376 263397<br />

E: paolo.azzolini@apa.mn.it<br />

Operatore: Paolo Azzolini<br />

Uffici aperti il Martedi e il Giovedi<br />

dalle 08.00 alle 13.00<br />

Sede Anagrafe Campitello<br />

Via G. Rossini, 1<br />

46100 Mantova<br />

T: (+39) 0376 926034 (interno 2)<br />

E: paolo.azzolini@apa.mn.it<br />

Operatore: Paolo Azzolini<br />

Ufficio aperto il Mercoledi<br />

dalle ore 07.30 alle 12.30<br />

Sede Anagrafe Ostiglia (ex Quistello)<br />

Via Belfante, 1<br />

46035 Ostiglia (MN)<br />

T: (+39) 0386 803098<br />

F: (+39) 0386 804537<br />

E: giulio.schiavi@apa.mn.it<br />

Operatore: Giulio Schiavi<br />

Uffici aperti Lunedi, Mercoledi e Venerdi<br />

dalle ore 08.30 alle ore 12.30


Sede Anagrafe San Benedetto Po<br />

Via Monsignor Augusto Bertazzoni 1<br />

46027 San Benedetto Po (MN)<br />

T: (+39) 0376 622175<br />

F: (+39) 0376 621737<br />

E: giulio.schiavi@apa.mn.it<br />

Operatore: Giulio Schiavi<br />

Uffici aperti Martedi e Giovedi<br />

dalle ore 08.30 alle ore 12.30<br />

Sede Anagrafe Suzzara<br />

Via Cadorna, 2<br />

46029 Suzzara (MN)<br />

T: (+39) 0376 508275<br />

F: (+39) 0376 509035<br />

E: marina.tagliati@apa.mn.it<br />

Operatore: Marina Tagliati<br />

Uffici aperti dal Lunedi al Venerdi<br />

dalle 08.00 alle 13.00.<br />

Giovedi pomeriggio dalle 14.00 alle 16.00<br />

Sede Anagrafe Viadana<br />

Via Largo De Gasperi, 7<br />

46019 Viadana (MN)<br />

T: (+39) 0375 780017<br />

F: (+39) 0375 784707<br />

E:paolo.azzolini@apa.mn.it<br />

Operatore: Paolo Azzolini<br />

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29


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Diabrotica<br />

antagonisti naturali per il controllo delle<br />

principali avversità del mais<br />

nella foto: Heterorhabditis bacteriophora<br />

Negli ultimi anni si è verificata una sempre maggiore<br />

richiesta di riduzione dell’impatto ambientale<br />

delle pratiche agricole e si è quindi focalizzata<br />

l’attenzione sull’utilizzo di antagonisti naturali per<br />

ridurre/eliminare i principali fitofagi anche colture<br />

cerealicole. Nel caso del mais, ci si è concentrati<br />

sull’ottimizzazione di tecniche alternative per il<br />

controllo di piralide, diabrotica e Fusarium spp. Questi<br />

nuovi metodi di controllo delle avversità, permettono<br />

di utilizzare prodotti più sicuri sia per l’ambiente che<br />

per gli operatori ed hanno ormai costi paragonabili ai<br />

trattamenti chimici tradizionali.<br />

di Emanuele Zanforlin<br />

PIRALIDE<br />

Anche nell’annata 2012 l’attacco di larve di piralide<br />

ha rappresentato un grave problema alle produzioni<br />

maidicole, sia dal punto di vista quantitativo sia per<br />

l’eccesiva presenza di micotossine sulla granella.<br />

Nei nostri areali, la piralide compie mediamente 3<br />

generazioni e, in genere, la seconda generazione<br />

è quella che crea i maggiori danni; solitamente, si<br />

interviene quindi in questa fase per ridurre la presenza<br />

di larve di piralide sulle piante.<br />

A questo scopo si possono utilizzare insetti<br />

parassitoidi appartenenti alla specie Trichogramma<br />

foto 2: Trichogramma brassicae<br />

M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

31


assicae (foto 2) che agiscono sulle ovature dei<br />

lepidotteri utilizzandole come sito di riproduzione, essi<br />

impediscono così la nascita del fitofago e danno invece<br />

origine a nuovi insetti utili.<br />

Gli ausiliari vengono commercializzati allo stadio<br />

di uova incollate su dei cartoncini o inserite dentro<br />

piccole sfere per facilitarne la distribuzione.<br />

Da ogni cartoncino o sfera nascono insetti per una<br />

durata di 4 settimane garantendo così la presenza degli<br />

insetti utili in campo per un ampio periodo di tempo.<br />

Si possono perciò distribuire poco prima che si verifichi<br />

il picco di sfarfallamento della piralide della seconda<br />

generazione per poter colpirne la riproduzioni fin dalle<br />

prime ovoposizioni.<br />

Le ovature di piralide parassitizzate, comunemente<br />

presenti sulla pagine inferiore delle foglie di mais,<br />

cambiano colore e, da bianche, diventano nere;<br />

risulta quindi molto semplice monitorare l’efficacia del<br />

trattamento.<br />

DIABROTICA<br />

La diabrotica (Diabrotica virgifera) è un coleottero<br />

crisomelide di origine americana che è ormai endemica<br />

32<br />

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anche in Italia in particolare negli areali dove il mais è<br />

la coltura preponderante.<br />

Questo insetto sverna come uovo nel terreno, mentre<br />

le larve iniziano a nascere dal mese di maggio fino a<br />

tutto luglio colpendo gravemente l’apparato radicale<br />

del mais e provocandone una crescita stentata e/o<br />

l’allettamento. Le larve vengono comunemente<br />

controllate con l’applicazione di geodisinfestanti<br />

al momento della semina del mais. Un metodo<br />

alternativo per il controllo delle larve è rappresentato<br />

dall’utilizzo di Heterorhabditis bacteriophora, nemato<br />

di entomopatogeni che sono in grado di uccidere le<br />

larve di coleotteri entrando all’interno della larva<br />

tramite l’apparato boccale o le aperture respiratorie<br />

ed iniziando a nutrirsi; ciò provoca la fuoriuscita di<br />

batteri specifici che si diffondono all’interno della<br />

larva di diabrotica liquefacendo i tessuti dell’ospite in<br />

sostanze facilmente assimilabili dal nematode. La larva<br />

di diabrotica smette di alimentarsi subito e muore<br />

entro 2-5 giorni, cambiando colore dal bianco (colore<br />

della larva sana) al rosso mattone (colore della larva<br />

infettata) foto 1.<br />

Il periodo migliore per l’applicazione dei nematodi va<br />

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dalla seconda metà di maggio ad inizio giugno, quando<br />

la temperatura del terreno non supera i 27°C.<br />

Il prodotto a base di nematodi si presenta come<br />

polvere bagnabile, l’applicazione può essere facilmente<br />

eseguita sciogliendo il prodotto in acqua e distribuendo<br />

la soluzione ottenuta con la barra per il diserbo ed<br />

effettuando, subito dopo l’applicazione, un’irrigazione<br />

a pioggia per far scendere nel terreno i nematodi<br />

rimasti sulle foglie ed aumentare l’umidità del terreno.<br />

Questo crea le condizioni ottimali per il funzionamento<br />

di questi antagonisti naturali, che possono ridurre dal<br />

71% al 93% le nascite di adulti di diabrotica.<br />

I nematodi possono essere applicati anche con l’utilizzo<br />

di manichette o ali gocciolanti per l’irrigazione purché i<br />

fori di uscita siano superiori a ½ mm (500 micron).<br />

Questo metodo di lotta è completamente rispettoso<br />

dell’ambiente e sicuro per l’operatore e la fauna<br />

spontanea; eventuali sovradosaggi non arrecano alcun<br />

danno alle piante.<br />

MICOTOSSINE<br />

Per contenere Fusarium spp. e le micotossine da<br />

esso prodotte, risulta essere molto utile l’utilizzo<br />

del biofungicida Trianum G, a base di Trichoderma<br />

harzianum ceppo ibrido T-22, noto anche come<br />

KRL-AG2. Dopo l’applicazione, questo fungo utile<br />

si sviluppa attivamente in prossimità dell’apparato<br />

radicale proteggendo la pianta con quattro modalità<br />

di azione:<br />

1. Competizione per lo spazio, formando rapidamente<br />

una barriera fisica sulla superficie delle radici senza<br />

lasciare spazio allo sviluppo dei funghi patogeni.<br />

2. Competizione per i nutrienti, cibandosi delle<br />

sostanze secrete dalle radici del mais durante la<br />

crescita e sottraendole così ai funghi dannosi.<br />

3. Micoparassitismo, crescendo attorno al micelio di<br />

Fusarium spp. (e di molti altri parassiti funginei) ed<br />

uccidendolo tramite la produzione di enzimi che<br />

rompono le sue pareti cellulari.<br />

4. Stimolazione dell’accrescimento, inducendo la<br />

pianta a sviluppare maggiormente l’apparato<br />

radicale, che risulta così più sano e con un maggior<br />

numero di peli radicali: questo permette alle radici<br />

un migliore assorbimento di acqua ed elementi<br />

nutritivi, ottenendo così piante più forti ed<br />

uniformi, specialmente quando le piante crescono<br />

in condizioni sub ottimali o di stress.<br />

T. harzianum ceppo ibrido T-22 è un fungo prettamente<br />

preventivo poiché svolge la propria funzione all’esterno<br />

della pianta, si consiglia perciò di applicarlo prima<br />

possibile come ad esempio al momento della semina,<br />

utilizzando i microgranulatori che permettono una<br />

applicazione mirata vicino al seme senza disperdere il<br />

prodotto.<br />

Foto 3-4-5 mostrano la velocità di sviluppo del micelio di T-22 (T) che è circa il doppio di quella del Fusarium spp,(F)<br />

33


L’identificazione elettronica<br />

degli animali<br />

Che cosa si intende con<br />

“Identificazione elettronica”?<br />

L’identificazione elettronica degli animali<br />

si basa sull’impiego di tecniche di<br />

radiofrequenza che prevedono l’uso di<br />

un transponder (dalle parole transmitter<br />

e responder) e un lettore o transceiver<br />

(dalle parole trasmitter e receiver).<br />

Si tratta di un processo che consente di<br />

identificare un animale tramite trasferimento<br />

automatico di dati ad un mezzo<br />

di lettura.<br />

Che dispositivi utilizza?<br />

TranSponder:<br />

elemento di identificazione che caratterizza<br />

l’animale.<br />

LeTTore:<br />

elemento in grado<br />

di rilevare le informazioni<br />

contenute<br />

nel transponder.<br />

SiSTema<br />

inTeLLigenTe:<br />

elemento in grado<br />

di raccogliere ed<br />

elaborare i dati raccolti dal lettore.<br />

Che cos’è un Transponder?<br />

in generale, esistono due tipologie di<br />

transponder: Attivi e Passivi<br />

ai fini dell’identificazione animale ministeriale<br />

è attualmente ammesso il solo<br />

utilizzo di Transponder Passivi.<br />

il Transponder passivo è un dispositivo<br />

di radio frequenza miniaturizzato costituito<br />

da un circuito integrato “microchip”<br />

e da una antenna.<br />

Come funziona un Transponder<br />

Passivo?<br />

il Transponder passivo viene attivato ed<br />

alimentato da un impulso energetico<br />

trasmesso dal “Transceiver”; rifornito di<br />

energia, reagisce allo stimolo emettendo<br />

un segnale di informazione che racchiude,<br />

per esempio, il codice identificativo<br />

dell’animale.<br />

dopo la trasmissione del dato, il Transponder<br />

ritorna in una stato passivo di<br />

completa inattività sino alla successiva<br />

attivazione.<br />

Che caratteristiche deve avere il<br />

Transponder Passivo per poter essere<br />

ammesso in qualità di identificativo<br />

ufficiale degli animali?<br />

il Transponder passivo<br />

deve essere totalmente<br />

conforme<br />

agli Standard iSO<br />

11784 e 11785 ed<br />

alle normative vigenti.<br />

ISO 11784:<br />

definisce la struttura del codice identificativo<br />

ISO 11785:<br />

definisce le caratteristiche tecniche dei<br />

Transponders e dei Transceivers con lo<br />

scopo di garantire la loro compatibilità.<br />

La frequenza riservata a questo tipo di<br />

applicazione è pari a 134.2 kHz.<br />

Le comunicazioni tra Transponders e<br />

Transceivers sono garantite da due alternativi<br />

protocolli di comunicazione:<br />

HDX - Half-Duplex<br />

FDX - Full-Duplex<br />

Quali sono i mezzi passivi di<br />

identificazione elettronica disponibili?<br />

TranSponder inieTTabiLe:<br />

Transponder di piccole dimensioni da<br />

impiantare nel corpo dell’animale tramite<br />

iniezione. incapsulato in materiale<br />

biocompatibile e non poroso.<br />

Attualmente non consentito ai fini<br />

dell’identificazione ufficiale.<br />

marca auricoLare<br />

eLeTTronica:<br />

Transponder alloggiato all’interno della<br />

marca auricolare e fissato all’orecchio<br />

dell’animale tramite un meccanismo di<br />

chiusura inviolabile e irreversibile.<br />

boLo ruminaLe:<br />

Transponder inserito in un elemento ad<br />

elevato peso specifico e caratterizzato da<br />

precisi valori ponderali, dimensionali e<br />

di forma. Somministrato per via orale,<br />

alloggia stabilmente nel reticolo.


Che vantaggi consente<br />

l’identificazione elettronica?<br />

• Sviluppo e progresso del sistema Anagrafe<br />

Zootecnica.<br />

• Identificazione sicura, inequivocabile<br />

e univoca.<br />

• Individuazione certa della proprietà<br />

degli animali.<br />

• Automatizzazione della gestione della<br />

mandria; possibilità di connettere l’identificativo<br />

elettronico a:<br />

- Autoalimentatori e Sale di mungitura<br />

La chiave dell’automazione è proprio<br />

l’identificazione elettronica dei singoli<br />

capi, che consente di monitorare i dati<br />

Azienda Certificata<br />

ISO 9001:2008<br />

relativi alla alimentazione ed alla produzione<br />

giornaliera di latte. Specifici<br />

programmi raccolgono le informazioni<br />

derivanti dalla sala di mungitura o dalla<br />

corsia di alimentazione e li organizzano<br />

in apposite liste di attenzione.<br />

attraverso l’analisi dei dati l’allevatore<br />

potrà facilmente esaminare la produttività<br />

e lo stato di salute dei suoi animali<br />

ed essere prontamente avvisato in caso<br />

dovessero presentarsi dei problemi.<br />

- Bilance e Pese<br />

- Cancelli separatori<br />

- Tracciabilità<br />

• Rapidità della gestione della mandria,<br />

dei controlli sanitari e funzionali.<br />

Dal 1921 strumenti per veterinaria e zootecnica<br />

L’identificazione elettronica degli animali<br />

facilita la gestione dei dati tramite<br />

pocket <strong>pc</strong>, soluzione tascabile per<br />

avere sempre a portata di mano tutte<br />

le informazioni dei propri animali anche<br />

fuori ufficio. La combinazione tra<br />

computer tascabile di tipo pocket <strong>pc</strong> e<br />

di un programma di gestione permette<br />

la registrazione dei dati riproduttivi,<br />

gli eventi sanitari, la consultazione delle<br />

schede animali e dei programmi di<br />

lavoro in allevamento e la registrazione<br />

dei movimenti di entrata e uscita.<br />

• Maggiore velocità di gestione degli<br />

animali nei macelli, nelle stalle di sosta,<br />

nelle movimentazioni e nelle operazioni<br />

di carico e scarico.<br />

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NOTIZIE<br />

DAI<br />

SOCI<br />

28 gennaio 2013<br />

Parto RECORD:<br />

presso l'azienda del nostro associato<br />

Soc.Agr. Al Monte di Bustaffa Angelo e C.<br />

San Cassiano di Cavriana<br />

è nato un vitello di razza<br />

pezzata rossa del peso di 92 Kg.<br />

Ecco il nuovo nato<br />

nel suo primo giorno di vita !<br />

Fieracavalli 2012:<br />

Nazionale allevamento cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido<br />

L'allevamento Giordani G&M di San Martino dell'Argine<br />

ha vinto il premio speciale "TROFEO GRUPPO DI REGIONI"<br />

37


38<br />

Confronto tra irrigazione a goccia con manichette e a<br />

pioggia con rotoala nella coltivazione del mais granella:<br />

andamento delle produzioni e stima dei costi<br />

G. Colombari, P. Preus, F. Negri, M. Marchesi – ERSAF - Struttura “Gestione dei Centri Agricoli”- Az. Carpaneta<br />

Introduzione<br />

Portare l’acqua degli invasi di superficie: laghi, fiumi, torrenti, alle colture agrarie è compito, per la parte di<br />

derivazione delle acque e di canalizzazione fino all’azienda agricola, di enti pubblici economici a carattere<br />

associativo, mentre per la parte di distribuzione sui terreni coltivati aziendali è compito degli imprenditori<br />

agricoli privati.<br />

La distribuzione dell’acqua irrigua all’interno della azienda agricola può avvenire per scorrimento naturale<br />

sulla superficie del terreno o con tubazione in pressione generalmente realizzata con l’ausilio di rotoala o<br />

sistema pivot.<br />

Recentemente, con lo scopo: a) di razionalizzare l’impiego dell’acqua anche negli appezzamenti di medie<br />

dimensioni comunque troppo piccoli per un impianto pivot; b) di diminuire il dilavamento del suolo nei<br />

terreni bagnati a scorrimento; c) di contenere gli stress idrici estivi delle colture soprattutto nei suoli molto<br />

sciolti o con scheletro; d) aumentare le produzioni agrarie, è stata proposta la tecnica della irrigazione a<br />

goccia anche per le grandi colture agrarie tradizionali: mais e soia.<br />

La tecnica, già ampiamente applicata in molte coltivazioni ortofrutticole è assolutamente sconosciuta<br />

nell’ambito delle commodities tradizionali.<br />

In questa nota, nella quale si riporta una esperienza realizzata presso ERSAF – Az. Carpaneta nel 2009,<br />

dopo 2 anni di confronti analoghi tra irrigazione a goccia e a pioggia con rotoala, si cercherà di individuare<br />

le principali problematiche ed i rispettivi costi irrigui dei due sistemi con riferimento ad una coltura di mais<br />

granella.


Materiali e metodi<br />

La prova si è svolta su due appezzamenti omogenei di terreno caratterizzati da 191 – 465 - 344 g/kg,<br />

rispettivamente di Sabbia-Limo-Argilla, ognuno della superficie di 4,2 ha, l’uno irrigato a goccia e l’altro<br />

con rotoala, ed entrambi seminati con mais ibrido PR32F73.<br />

L’area irrigata a goccia è stata seminata a bine con interfila a 45 cm e interbina a 135 e lo schema<br />

sperimentale ha previsto la distribuzione di 3 dosi d’acqua irrigua:<br />

1) A1= 75% dell’acqua evaporata, misurata da evaporimetro classe “A”;<br />

2) A2 = 50% dell’acqua evaporata;<br />

3) A3= 25% dell’acqua evaporata.<br />

Complessivamente sono state fatte n. 14 irrigazioni, 7 delle quali hanno comportato distribuzione di<br />

concime liquido azotato, 12-36 kg/ha per intervento, nelle prime 1,0 – 3,0 h d’irrigazione.<br />

Complessivamente l’azoto distribuito è stato pari a 250 kg/ha, come nell’appezzamento attiguo irrigato a<br />

pioggia con rotoala. Per contrastare i danni da piralide sono stati fatti due trattamenti in manichetta il 2<br />

luglio ed il 12 agosto.<br />

Le portate delle manichette sono state verificate per due volte su 12 fori dislocati in zona prossimale,<br />

centrale e distale del campo. Ogni settimana, prima dell’inizio dell’irrigazione a goccia, l’ultimo filtro<br />

cilindrico in gomma è stato smontato e accuratamente pulito e ciò a causa della scarsa qualità dell’acqua<br />

d’irrigazione caratterizzata dalla presenza in sospensione di numerosissime e piccolissime particelle di<br />

limo.<br />

Nell’irrigazione a pioggia il mais è stato seminato in pieno campo con interfila a 75 cm ed irrigato n. 5<br />

volte con volumi idrici medi di 44 mm e di 25 mm nell’ultima irrigazione d’agosto, leggermente ritardata<br />

rispetto alle esigenze della pianta.<br />

Il 18 agosto l’irrigazione a goccia e a pioggia sono state campionate in triplo per la stima della produzione<br />

di mais trinciato integrale. La trebbiatura complessiva del campo con pesatura della granella è avvenuta<br />

il 23 settembre 2009.<br />

M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

39


M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

40<br />

Discussione e conclusioni<br />

La produzione di granella nelle colture primaverili-estive ed in particolare nel mais in aree a scarsa piovosità<br />

estiva, su suoli sciolti o di medio impasto è fortemente dipendente dall’acqua, e le modalità di apporto<br />

idrico ed il numero di interventi ne condizionano fortemente la sostenibilità.<br />

In relazione a queste variabili la prova ha consentito l’acquisizione delle seguenti osservazioni, dati e<br />

misure:<br />

• l’irrigazione a goccia ha mostrato in questo 3° anno di prova una maggiore produzione di granella<br />

rispetto all’irrigazione a pioggia (13,0±1,0 vs 11,1±1,4 t/ha 13% U), un maggiore stay green della<br />

pianta e una umidità percentuale superiore dei semi, tutte espressioni queste di pianta più attive<br />

nel sequestro dell’energia luminosa;<br />

• tuttavia la tabella 1, in termini di trinciato integrale evidenzia una risposta produttiva<br />

tendenzialmente contraria (21,3±1,6 vs 22,9±1,5 t/ha ss), e ciò è ragionevolmente attribuibile<br />

ad un parziale incompleto soddisfacimento dei fabbisogni idrici nella tesi a pioggia con rotoala,<br />

nella fase finale di riempimento del seme, oppure, più probabilmente, ad un leggero ritardo<br />

nell’effettuazione dell’ultimo intervento irriguo;<br />

• una conferma di ciò deriva dai risultati acquisiti nella prova del 2008, condotta sempre su mais, ma<br />

in assenza di stress idrico nella tesi irrigata a pioggia con rotoala, nella quale non è stata rilevata<br />

alcuna differenza tra i due sistemi irrigui;<br />

• il mais irrigato a pioggia quest’anno, aveva peraltro investimenti leggermente più elevati rispetto<br />

al mais a goccia, ed aveva ricevuto tutta la concimazione azotata in pre-emergenza; in fase di<br />

riempimento del seme le piante erano più sviluppate (dati non riportati) e ciò avrebbe dovuto<br />

comportare un maggiore apporto idrico in fase finale del ciclo, anziché una tendenziale riduzione;<br />

• la risposta produttiva di ogni singola tesi irrigua a goccia (tab. 2) è, ragionevolmente, da correlare<br />

anche alla modalità di distribuzione della concimazione azotata che è stata somministrata nelle<br />

tesi a goccia fino ai primi giorni di agosto e nella prima ora circa di ognuna delle n. 7 distribuzioni<br />

irrigue, con apporti idrici in luglio per ogni intervento in A1 che sono arrivati fino a 15,8 litri per<br />

ogni microirrigatore distanziato di 30 cm l’uno dall’altro sulla manichetta; calati a 10,4 litri per<br />

microirrigatore in A2 e a 5,2 litri in A3;<br />

• è molto probabile che in A1 e in A2 vi sia stato dilavamento dell’azoto apportato con il concime<br />

liquido, con riferimento soprattutto, alla componente nitrica che era pari a ¼ dell’azoto totale del<br />

concime liquido 28-0-0;<br />

• non è escluso che a questo probabile effetto di dilavamento si sia aggiunto il danno da crepacciatura<br />

del terreno, sebbene non particolarmente evidente alla dose A1;


• l’intervento irriguo con la dose più bassa d’acqua è stato effettuato invece a fine maggio con 8,3 -<br />

5,5 e 2,7 litri ogni 30 cm di manichetta rispettivamente per A1-A2-A3;<br />

• a parità di produzione di granella l’irrigazione a goccia in questa prova ha consumato solo circa il<br />

60% dell’acqua sollevata per l’irrigazione a pioggia (tab. 2);<br />

• lo stress idrico nella tesi a goccia è stato creato solo dalle dosi decrescenti d’acqua, infatti la cadenza<br />

di somministrazione dell’acqua è stata regolare (cfr scheda agronomica), soprattutto con riferimento<br />

a salti di turno irriguo o ritardi rispetto alla programmazione temporale o irrigazioni disomogenee<br />

come è accaduto, ad esempio, in pieno campo a fine ciclo con rotoala; questa regolarità negli<br />

apporti idrici, sebbene complessivamente anche molto ridotti come in A3, ha permesso alle piante<br />

di “tararsi”, sin dalle prime irrigazioni, sui diversi apporti;<br />

• con riferimento ai risultati ottenuti in questi suoli, sembrerebbe conveniente “chiudere” la<br />

concimazione azotata al mais entro la fioritura, per affidarci, nelle ultime settimane di vegetazione,<br />

alle riserve azotate della pianta e ciò per evitare di stimolare eccessivamente lo sviluppo vegetativo<br />

a svantaggio di quello riproduttivo, analogamente a quanto è accaduto in passato per i cereali<br />

vernini, con “l’intensificazione colturale”;<br />

• i costi (IVA compresa), riferiti al 2009, dell’irrigazione a pioggia e a goccia e della relativa<br />

concimazione azotata, escluse la fosfatica e la potassica, sono stimati rispettivamente pari a 783 e<br />

1.513 €/ha IVA compresa;<br />

• il solo costo irriguo con rotoala rispetto a quello a goccia comporta per entrambi la estrapolazione<br />

del costo del fertilizzante, ma quest’ultimo è strettamente collegato al sistema a goccia ed il suo<br />

costo è quasi doppio riferito all’unità fertilizzante azotata; dunque il solo confronto dei costi irrigui<br />

porterebbe a delle conclusioni parziali;<br />

• volendo tuttavia indagare sul solo piano irriguo, è stato stimato un costo pari a circa 590 e 1160 €/<br />

ha per stagione, IVA compresa, con apporti di 240-250 mm d’acqua;<br />

• in bibliografia sono riportati vari tipi di costi con rotoala alcuni anche molto inferiori a quelli stimati<br />

in questa nota, tuttavia, pur non escludendo una possibile sovrastima del 5-10% soprattutto nella<br />

irrigazione con rotoala, appare difficile scendere sotto i 550 €/ha, IVA compresa di costo totale<br />

riferito al 2009, con n. 5 irrigazioni che apportano complessivamente circa 240 mm di acqua irrigua.<br />

• nell’irrigazione a goccia i costi di manodopera, concime azotato liquido e materiale plastico sono le<br />

maggiori componenti del costo stagionale (76%), mentre carburanti e ammortamenti rappresentano<br />

solo l’altro 24%; Nell’irrigazione a pioggia con rotoala le stesse percentuali scendono e salgono<br />

rispettivamente al 38% e al 62%.<br />

M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

41


42<br />

SCHEDA AGRONOMICA<br />

Ente ERSAF<br />

Azienda “Carpaneta”<br />

Appezzamento Auricchio A1 e A2<br />

S-L-A (g/kg) 191-465-344<br />

pH 8,3<br />

Calcare totale (g/kg) 200<br />

S.O. (g/kg) 18,3<br />

Pass. Olsen (g/kg) 12<br />

Kass. (g/kg) 200<br />

Mg ass. (g/kg) 492<br />

Precessione colturale 2° prova mais irrigato a goccia e a pioggia con rotoala<br />

Aratura ed erpicatura ottobre 2008 ed aprile 2009<br />

Tesi principale Goccia vs Pioggia<br />

Tesi secondarie A1= 75% dell’acqua evaporata da evaporimetro classe “A”; A2=50%; A3= 25%<br />

Modalità di semina<br />

Goccia interbina = 135 cm; interfila della bina = 45cm e seme a 20 cm sulla bina<br />

Pioggia file semplici (interfila = 75 cm e seme a 17,9 cm sulla interfila da 75 cm)<br />

Data di semina 16 aprile 2009<br />

Investimento e ibrido 7,4 semi/m 2 - PR 32F73 (Pioneer)<br />

Diserbo Pre-em. Fulcrum 1,5 kg/ha<br />

Post-em. (4°-6° f.) Equip 2,5 litri/ha contro sorghetta<br />

Emergenza 1-5 maggio<br />

Stesura e coll. ali goccia 18-19 maggio<br />

Concimazione copertura<br />

Goccia 250 kg/ha N in n. 7 interventi<br />

Pioggia tutto in premergenza, 250 kg/ha N, prima dell’arrivo di un temporale<br />

Modalità di distrib<br />

Goccia concime liquido 28-0-0 (50% Ureico; 25% Amm.; 25% Nitrico) veicolato con l’acqua<br />

Pioggia urea a spaglio<br />

Irrigazione (data)<br />

Goccia 1° interv. 28 mag. + concime N<br />

2° interv. 04 giu.<br />

3° interv. 11 giu + concime N<br />

4° interv. 18 giu<br />

5° interv. 25 giu + concime N<br />

6° interv. 02 lug + insetticida + concime N<br />

7° interv. 09 lug. + concime N<br />

8° interv. 17 lug.<br />

9° interv. 23 lug.<br />

10° interv. 29 lug. + concime N<br />

11° interv. 06 ago. + concime N<br />

12° interv. 12 ago. + insetticida<br />

13° interv. 20 ago.<br />

14° interv. 27 ago.<br />

Pioggia n. 4 irrigazioni di 44 mm ciascuna + 1 irrigazione, al 21 agosto, con 25 mm<br />

Controllo portate manichette 28 maggio e 22 luglio<br />

Raccolta trinciato integrale 18 agosto<br />

Trebbiatura 23 settembre 2009


Tab.1. Produzione di granella (t/ha 13% U), di trinciato integrale (t/ha ss),<br />

umidità della granella (% U) e sostanza secca del trinciato integrale (%) nei due<br />

sistemi irrigui<br />

Variabili Goccia (a) Pioggia<br />

Granella (t/ha 13% U) 13,0 ± 1,0 11,1 ± 1,4<br />

Trinciato integrale (t/ha ss) 21,3 ± 1,6 22,9 ± 1,5<br />

Granella (% U) 20,5 ± 0,7 18,7 ± 0,2<br />

Trinciato integrale (% ss) 42,4 ± 1,4 44,2 ± 0,9<br />

Valori (n) 6 6<br />

(a) Valori medi delle tesi (A1-A2).<br />

L’ultima irrigazione a pioggia è stata leggermente ritardata e ciò ha favorito una<br />

anticipata chiusura del ciclo come mostra la minore umidità della granella; la pianta era<br />

ben impostata come evidenzia il dato di produzione del trinciato integrale e ciò avrebbe<br />

richiesto una maggiore tempestività nell’ultimo intervento irriguo. La prova del 2008<br />

infatti, condotta senza evidenti stress idrici (dati non riportati) non ha offerto differenze<br />

produttive tra i due sistemi irrigui.<br />

Tab. 2. Irrigazione a goccia: produzione di granella (t/ha 13% U), di trinciato<br />

integrale (t/ha ss), umidità della granella (% U) e sostanza secca del trinciato<br />

integrale (% ss). Valori distinti per dose d’acqua irrigua.<br />

Variabili A1 A2 A3<br />

Granella (t/ha 13% U) 13,0 ± 1,0 12,9 ± 1,0 11,4 ± 0,8<br />

Trinciato int. (t/ha ss) 20,6 ± 2,2 22,0 ± 0,3 19,4 ± 1,5<br />

Granella (% U) 20,5 ± 0,8 20,4 ± 0,7 20,8 ± 0,8<br />

Trinciato int. (% ss) 42,0 ± 0,8 42,8 ± 1,9 41,9 ± 1,7<br />

Valori (n) 4 4 4<br />

Tab. 3. Stima della quantità di acqua disponibile nel terreno, precipitazioni e volumi di acqua irrigua a<br />

pioggia e a goccia.<br />

Tecnica<br />

irrigua<br />

Tesi<br />

Interventi<br />

irrigui<br />

(n)<br />

Suolo (1)<br />

(m 3 /ha)<br />

Precipitazioni (2)<br />

(m 3 /ha)<br />

Totale<br />

(m 3 /ha) (3)<br />

Volumi irrigui<br />

mm per ogni<br />

intervento<br />

(media ± d.s.)<br />

(1+2+3 )<br />

Totale<br />

(m 3 /ha)<br />

Pioggia Coltivazione<br />

standard<br />

5 400 840 1710 34,2 ± 7,2 2950<br />

A1 14 400 840 3820 (a) 27,3 ± 5,9 5060<br />

Goccia<br />

A2 14 400 840 2521 (a) 18,0 ± 3,9 3761<br />

A3 14 400 840 1261 (a) 9,0 ± 1,9 2501<br />

(1) 3 (2)<br />

Si è ipotizzata una disponibilità idrica iniziale nel terreno pari al 10% in volume = 0,40 x 10.000 x 0,01 = 400 m ;<br />

Precipitazioni nel periodo colturale; (3) le n. 5 irrigazioni a pioggia hanno comportato un sollevamento di circa 2010 m 3<br />

di acqua, ma se consideriamo un 15% di perdite per evaporazioni, sovrapposizioni, fossi e capezzagne (valore stimato<br />

considerando anche le ore di irrigazione notturna), il quantitativo d’acqua effettivo giunto al terreno è stato di circa<br />

1710 m 3 ; con la irrigazione a goccia tutta l’acqua irrigua è stata considerata acqua giunta al terreno anche se si sono<br />

ragionevolmente verificati dei percolamenti in profondità e le poche forature generate dalla piralide nel 2009, al<br />

contrario del 2008, hanno comportato leggere sovrastime dei reali volumi idrici utili per la pianta; (a) m 3 /ha d'acqua<br />

distribuiti sul 50% circa della superficie di terreno in n. 14 interventi.<br />

43


44<br />

Tab. 4. Costo (IVA compresa) dell’irrigazione a goccia e della nutrizione azotata liquida veicolata con l’acqua<br />

irrigua. Valori riferiti a 4,20 ha di mais in 1° raccolto (anno 2009).<br />

Descrizione delle operazioni e dei relativi costi<br />

Costo manodopera e concime azotato<br />

Dettaglio dei costi € / 4,2 ha<br />

Ricevimento delle ali gocciolanti, trasporto in campo e stesura delle stesse<br />

su due aree da 230 m x 85 m (Nord e Sud)<br />

Trasporto e\ predisposizione di filtro, motopompa e pescante in campo,<br />

12 h x 3 uomini x 15 €/h 540<br />

collegamento alle ali gocciolanti fisse con raccorderia varia (120<br />

collegamenti) + collaudo impianto<br />

7 h x 2 uomini x 15€/h 210<br />

Interventi occasionali di riparazione delle perdite in pieno campo<br />

Trasporto di n. 2 fusti di concime liquido 28-0-0 collegamenti vari.<br />

2 interv. x2 h/int.x15 €/h 60<br />

Rifornimento di gasolio e ritorno per “chiusura” concime e insetticidi<br />

escluso costo insetticida, ON/OFF impianto per 14 irrigazioni<br />

14 volte x 1 h x15 €/h 210<br />

Costo per apportare 250 kg/ha N con concime liquido 28-0-0 (costo unità<br />

fertilizzante nel 2009 = 1,4 €/kg N; quasi il doppio del costo dell’unità<br />

fertilizzante dell’urea granulare standard – Escluso il maggiore costo per<br />

P2O5 e K2O solubili in acqua -<br />

Spesa annua per la raccolta meccanica del materiale plastico a fine<br />

stagione e di indispensabili interventi manuali di completamento della<br />

raccolta dopo l’intervento meccanico<br />

Trasporto e collocazione in azienda a fine stagione del sistema di<br />

filtrazione, motopompa e gommone di aspirazione, ali principali, raccordi<br />

zincati e plastici, deviatori idraulici, manutenzione generale dei filtri e<br />

ricarica batteria timer<br />

Smaltimento del materiale plastico (165 €/t), costo trasporto e carico (178<br />

€/viaggio); costo per sosta superiore all’ora (62 €/h).<br />

1,4 €/kg N x 250 kg/ha N<br />

x 4,2 ha<br />

Trattrici e potenze medie impiegate nei trasporti, lavori, controlli 30 h x 0,20 €/kw x 39 kw 234<br />

Sbobinatore e riavvolgitore ali gocciolanti (1500 + 2800 € + IVA; durata<br />

economica= 20anni; superficie dominata=70 ha<br />

(4.300) x 1,2/20/70 x 4,2 15<br />

Saracinesche n. 2; raccorderie zincate e fascette (ammort. =12 anni);<br />

(70 € x n. 2 + 100 €) x 1,2<br />

/12 x 4,2<br />

100<br />

Totale costo di amm. motopompa, sist. di filtrazione e altro 649<br />

COSTO TOTALE (riferito ai 4,2 ha) 6.354<br />

NB: Costo totale stimato di irrigazione a goccia e di concimazione liquida in manichetta (€/ha, IVA compresa) = 6.354/4,2 = 1.513;<br />

arrotondato a circa 1500 €/ha IVA compresa, alla data del 2009. Il costo irriguo e di concimazione azotata sono strettamente legati<br />

nella irrigazione a goccia e dunque il confronto con l’irrigazione a pioggia con rotoala va fatto tenendo conto della concimazione N-<br />

P-K. In questa nota è stato considerato solo l’azoto, ossia l’elemento nutrizionale dominante.<br />

1.470<br />

a forfait 300<br />

n. 4 h x n. 2 uomini 120<br />

a forfait 200<br />

Totale costo manodopera e concime azotato<br />

Costo del materiale vario impiegato<br />

3.110<br />

Gasolio agricolo consumato dalla motopompa + olio (forfait)<br />

considerando una dose d’acqua irrigua intermedia tra A1e A2<br />

650 l x 0,7 €/l 455<br />

Ali gocciolanti (ammortamento annuale) 1.700<br />

Ali principali ø 100 mm, n. 2 x 95 m; collegamenti in plastica tra ala<br />

principale e gocciolante n. 120 (ammortamento biennale)<br />

{[3,1€/m x (92+92) +<br />

120x 0,9 €/cadauno] x<br />

1,2}/2<br />

Spese varie di manutenzione dell’impianto (forfait) 40<br />

Totale costo del materiale vario impiegato 2.595<br />

Costo di ammortamento della motopompa, del sistema di filtraggio della<br />

pompa idraulica per la fertilizzazione e di altra attrezzatura<br />

Motopompa, sistema di filtraggio acqua irrigua, pompa idraulica per la<br />

fertilizzazione (ipotesi di copertura irrigua di 13 ha (2,1 ha/d x 6 d); durata<br />

15 anni)<br />

(6240 + 6500+1100)/13 x<br />

4,2<br />

400<br />

300


Tab. 5. Costo (IVA compresa) dell’irrigazione a pioggia con rotoala e della nutrizione azotata ureica<br />

granulare su 4,2 ha di mais in 1° semina (2009).<br />

Descrizione delle operazioni o dei costi di riferimento<br />

Costo manodopera e concime azotato<br />

Dettaglio dei costi €/4,2 ha<br />

Trasporto in campo della rotoala con motopompa incorporata<br />

srotolamento della tubazione e regolazione dell’irrigatore<br />

1 h x 2 uomini x 5<br />

irrigazioni x 15 €/h<br />

150<br />

Rifornimenti di gasolio, olio e controllo motopompa e rotoala<br />

1,0 h x 1 uomo x 5<br />

irrigazioni 15€/h<br />

75<br />

Cura e presenza nella fase di rientro e aggancio del carrello alla rotoala<br />

0,5 h x 1 uomo x 5 volte<br />

x 15 €/h<br />

38<br />

Trasporto al centro aziendale della rotoala e relativa attrezzatura<br />

1 h x 2 uomini x 1 volta<br />

x 15 €/h<br />

30<br />

Costo per apportare 250 kg/ha N con concime granulare ureico 46% N<br />

(costo unità fertilizzante = 0,78 €/kg N, quasi la metà del costo dell’unità<br />

fertilizzante del concime liquido 28-0-0 nella annata 2009) – Escluso il<br />

costo del concime granulare a base di P2O5 e K2O da distribuire<br />

direttamente al terreno ed il cui costo è inferiore al costo dei concimi<br />

solubili in acqua -<br />

NB: Costo totale stimato di irrigazione a pioggia e di concimazione azotata ureica tradizionale (€/ha) = 3.288/4,2 = 783 IVA<br />

compresa, alla data del 2009.<br />

Tab. 6. Stima della ripartizione dei costi irrigui e di concimazione azotata al mais (IVA compresa), nel<br />

sistema a pioggia con rotoala e nel sistema a goccia per volumi idrici al suolo rispettivamente di 240-<br />

250 mm e con rispettivamente n. 5 e 14 interventi irrigui.<br />

Sistema<br />

irriguo<br />

Costo<br />

stimato (a)<br />

(€/ha)<br />

Manodopera<br />

Carburanti e<br />

lubrificanti<br />

Concime azotato e<br />

materiali plastici<br />

0,78 €/kgN x 250 kg/haN<br />

x 4,2 ha<br />

Manodopera per concimazione azotata in pre e post emergenza n. 1 uomo x 5 h x 15 €/h 75<br />

Manodopera per manutenzione ordinaria in campagna agraria n. 1 uomo x 4 h x 15 € 60<br />

Totale costo manodopera e concime azotato<br />

Costo carburanti e lubrificanti<br />

1.247<br />

Gasolio agricolo consumato dalla motopompa + altro gasolio consumato<br />

dalle trattrici compresa distribuzione dei concimi<br />

1.800 litri x 0,70 €/l 1.260<br />

Olio, grasso, filtri (a forfait) 100<br />

Totale costo carburanti e lubrificanti<br />

Costo di ammortamento e manutenzione della rotoala con motopompa<br />

incorporata + costi trattrici<br />

1.430<br />

Costo rotoala = 50.000 €; valore recupero= 5.000 €; Durata economica=<br />

=12 anni; superficie dominabile= 30 ha;<br />

(50.000-5.000)/12/30 x<br />

x 4,2<br />

525<br />

Costo delle trattrici impiegate nei trasporti, lavori, controlli, 10h x 0,20 €/kw x 60 kw 120<br />

Manutenzione a fine stagione con svuotamento dell’acqua irrigua, pulizia<br />

rotoala, manutenzione impianto idraulico e irrigatore<br />

n. 2 uomini x 2 h x 15€/h<br />

/30 x 4,2<br />

8<br />

Manutenzione straordinaria rotoala e motopompa (200 €/anno)<br />

200 €/anno/30 ha x 4.2<br />

ha<br />

28<br />

Totale costi ammortamento e manutenzione rotoala<br />

motopompa e trattrici<br />

681<br />

COSTO TOTALE (riferito ai 4,2 ha) 3.288<br />

Ammortamento<br />

Manutenzione<br />

(€/ha) (%) (€/ha) (%) (€/ha) (%) (€/ha) (%)<br />

Pioggia 783 102 13 324 41 195 25 162 21<br />

Goccia 1.513 343 23 108 7 802 53 259 17<br />

(a) Non sono stati considerati i costi della nutrizione con P2O 5 e K 2O che, per altro, tendono leggermente ad<br />

ampliare ulteriormente il divario dei costi tra i due sistemi irrigui.<br />

819<br />

M A N T O V A A L L E V A & P R O D U C E - W W W . A P A . M N . I T<br />

45


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Segue dal numero di settembre 2012<br />

da «Archeologia», agosto/settembre 1999<br />

In quegli anni, un italiano – un certo Giovanni da<br />

Castro, figlio di una tarquiniese – venne catturato<br />

dai Turchi e messo a lavorare nelle cave di allume in<br />

Tracia [Giovanni, figlio del giurista Paolo serangeli di<br />

Castro e di Piera Cesarini di Corneto, legata da parentela<br />

alla famiglia Farnese. Dovette lasciare l’Oriente<br />

dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi<br />

(1453). Suo padrino fu Enea Piccolomini che, diventato<br />

papa lo nominò commissario delle terre del<br />

Patrimonio, tra cui Tolfa]. Riuscì a fuggire e tornato in<br />

Italia si ricordò che sui Monti della Tolfa aveva visto<br />

un minerale identico. Lo trovò, infatti, ad Al lumiere,<br />

lo fece analizzare e si scoprì che era addirittura migliore<br />

di quello turco e in quantità enorme. Corse<br />

dal papa, che scrisse a tutti i principi della cristianità<br />

che cominciarono a rifornirsi da lui [Papa Alessandro<br />

VI (Rodrigo Borgia), 1492-1503]. È qui la causa<br />

della battaglia di Lepanto [1571, battaglia navale<br />

tra la flotta cristiana e gli Ottomani che segnò il tramonto<br />

della potenza turca per mare], e dopo la vittoria<br />

il trionfo a Roma con un tolfetano che portava<br />

lo stendardo strappato all’ammiraglia turca (lo stesso<br />

che qualche anno fa il pontefice ha restituito ai turchi<br />

in segno di pace).<br />

L’allume di Tolfa bloccò la potenza turca [Le miniere<br />

giunsero a dare 100.000 scudi l’anno] che prima ne<br />

aveva il monopolio e che anche per questo era diventata<br />

inarrestabile sia economicamente che militarmente.<br />

Quando Napoleone giunse in Italia, e vide tutte<br />

quelle pianure a pascolo mentre aveva bisogno di<br />

grano per gli eserciti, obbligò a seminarlo. Fu nel regno<br />

del Sud, come in Spagna, che trovò l’unica ribellione<br />

armata da parte dei pastori sotto la guida del<br />

principe Ruffo [Nel 1799 Fabrizio Ruffo, cardinale del<br />

Regno di Napoli, organizzò un’armata con gli insorti<br />

antifrancesi riportando tutto il Sud sotto i Borboni].<br />

La ribellione antifrancese sui Monti della Tolfa alla<br />

fine del ’700, a Terni e nel Viterbese, derivò proprio<br />

dal fatto che i francesi volevano far coltivare a grano<br />

i pascoli. I problemi che ancora oggi sopporta il Sud<br />

hanno come origine anche la scelta fatta dai piemontesi<br />

nel 1860, che trasformarono delle aree pastorali<br />

della Campania e della Sicilia in aree agricole: sia i<br />

banditi che gli emigranti erano i vecchi pastori.<br />

Marzia Raschi<br />

Abbiamo legato questo nostro discorso archeologico<br />

alla pastorizia; importante soprattutto nella nostra<br />

zona di Roma, con le sue saline. Il Lazio era uno degli<br />

sbocchi delle transumanze dagli Abruzzi, dal Piceno e<br />

dall’Umbria, in età preistorica, sannitica, romana; era<br />

uno dei punti di coagulo di genti diverse ed ecco che<br />

dalla pastorizia ha origine un fenomeno culturale.<br />

Ogni pastore porta le sue esperienze: andava in Etruria,<br />

dove esisteva un certo tipo di cultura e ne riportava<br />

esperienze e ricchezza, tanto che noi troviamo<br />

in zone lontane come Ascoli Piceno o in Abruzzo tumuli<br />

orientalizzante, con vasi ed ori.<br />

Se non conoscessimo il fenomeno pastorale del VII e<br />

VI secolo a.C. non sapremmo spiegarcelo. Sappiamo<br />

invece che vi era tutta una rete capillare di tratturi che<br />

si dipartivano dalle grosse arterie, lo dice anche Marrone,<br />

proprietario di una grossa azienda nell’Aretino.<br />

Quando vennero poi le invasioni dei barbari, si vedrà<br />

che in effetti questi erano pochi, il grosso erano i pastori<br />

che nel caos della caduta dell’impero romano si<br />

armarono contro le città che ritenevano responsabili<br />

della propria miseria.<br />

Il nostro compito è quello di trovare queste piccole<br />

strade di transumanza, cercar di capire dove era lo<br />

stazzo, la villa romana e, se guardiamo bene, le troveremo<br />

tutte in fila legate da un tratturo.<br />

Pensate ai nomi come Pescara, Peschiera, Pescanzo,<br />

Pescia, Ischia; c’è una mare di «pesc», che indicano<br />

zone dove si passa. La cosa interessante è che non ci<br />

sono in Corsica, Sardegna, Sicilia, Piemonte e Liguria:<br />

evidentemente in queste zone vi erano genti che<br />

usavano altri termini per dire la medesima cosa. Si<br />

trattava infatti di popolazioni indoeuropee, che non<br />

avevano niente a che fare con le popolazioni italiche.<br />

Tutto questo noi, quando siamo sul terreno dobbiamo<br />

tenerlo a mente, perché trovare una località<br />

chiamata Pisciarello può significare che c’era un fontanile<br />

ma doveva essere anche un punto di passaggio<br />

di greggi, un «pesc». Vuol dire che siamo in area<br />

di percorrenza pastorale e che potremmo trovare un<br />

insediamento preistorico, arcaico, classico o medievale.<br />

Trovare un tratturo e seguirlo vuol dire andare<br />

da un’area di insediamento ad un’altra: quello basato<br />

sulla pastorizia è il tema più completo e coinvolgente<br />

su cui si deve basare la nostra ricerca sul territorio.<br />

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