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Numero 45<br />

23 Gennaio 2012<br />

171 Pagine<br />

All’Interno<br />

Speciale Dakar 2012<br />

il racconto della<br />

33esima edizione<br />

tappa per tappa<br />

Honda<br />

CBR<br />

1000RR<br />

Fireblade<br />

2012<br />

da Pag. 2 a Pag. 13<br />

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PRoVE nEWS <strong>Moto</strong>GP DAKAR SPoRt<br />

Speciale<br />

Wrooom 2012<br />

La 22esima edizione a<br />

Madonna di Campiglio<br />

Mercato<br />

Rivale, Strada, mini<br />

Panigale… | BMW R<br />

1200 GS 2013, nuove<br />

foto spia<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

PROVE<br />

Yamaha<br />

WR 450 F 2012<br />

BEntoRnAtA<br />

tRA noi!<br />

NEWS: Triumph: i prezzi delle nov<strong>it</strong>à 2012 | Listino Suzuki: GSX-R1000 al prezzo di 13.500 Euro | Tutto sull’Area C<br />

SBK: Marco Melandri: “Amo il cross. Ci si può far male, ma non giochiamo a biliardo!” | SPORT: E’ morto Mika Ahola<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45


honda CBR1000RR FiREBLADE 2012 PREGI Guidabil<strong>it</strong>à dIFETTI Elettronica lim<strong>it</strong>ata<br />

PRova SUPERSPoRTIva<br />

Equilibrio e potenza<br />

di Francesco Paolillo | 20 anni di onorata carriera per il fiore all’occhiello<br />

della gamma sportiva honda, la CBR1000RR si rifà il trucco<br />

e riceve una serie di migliorie ciclistiche per il 2012<br />

PREZZo € 14.500<br />

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venti anni di storia<br />

Era il 1992 quando la presentazione della CBR 900RR FireBlade<br />

creò scompiglio nel mondo delle supersportive del tempo. Leggera,<br />

aggressiva e rabbiosa, la Cibierre novecento si può e si deve<br />

considerare come una pietra miliare nel mondo delle due ruote.<br />

Sono passati venti anni, e la CBR ha visto crescere la cilindrata<br />

dagli originari 983 cc agli attuali 999 cc. nel mezzo troviamo<br />

ben 6 modelli, con cilindrate crescenti (919 cc– 929 cc – 954 cc<br />

– 998 cc – 999 cc) tutti caratterizzati da prestazioni al top della<br />

categoria e dalla tipica guidabil<strong>it</strong>à Honda. Ed eccoci al 2012, con<br />

l’ennesima versione pronta ad affrontare il mercato e la<br />

4<br />

concorrenza delle sportive, in particolar modo quelle europee, che<br />

si è fatta sempre più agguerr<strong>it</strong>a.<br />

il momento poco felice e la crisi che attanaglia il mondo delle due<br />

ruote non giustifica ingenti investimenti in particolare nel settore<br />

delle moto sportive, e questo in parte ha influ<strong>it</strong>o sulla dotazione<br />

tecnica della rinnovata Cibierre.<br />

niente controllo di trazione, niente selezioni delle mappature o<br />

quick shift per il cambio, in compenso è disponibile l’ottimo, ma<br />

anche troppo pesante (circa 10 kg) e ingombrante sistema C-ABS<br />

con un sovrapprezzo di 1.000 € rispetto ai 14.500 € richiesti per<br />

la versione base.<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

»»<br />

» Prove<br />

Look dinamico<br />

L’estetica della CBR1000RR 2012 è stata modificata, senza stravolgimenti,<br />

con piccoli tocchi che hanno reso la linea più dinamica<br />

rispetto al modello precedente. La vista laterale mostra un maggior<br />

slancio rispetto alla “vertical<strong>it</strong>à” che mostrava la progen<strong>it</strong>rice.<br />

Anche il cupolino appare più tagliente e mostra un maggior family<br />

feeling con le altre CBR, è anche vero che il naso della vecchia era<br />

più personale e la distingueva dalla massa. Era un naso alla Barbara<br />

Streisand... L’evoluzione ha riguardato anche il codino, sapientemente<br />

rimodellato, e le carene laterali. tre le colorazioni disponibili,<br />

Graph<strong>it</strong>e Black, Pearl Sunbeam Wh<strong>it</strong>e e Victory Red. Quello<br />

che non è cambiato, crisi o non crisi, tagli e costi di produzione<br />

vari, sono le fin<strong>it</strong>ure, sempre ottime. Plastiche di qual<strong>it</strong>à, assemblaggi<br />

fatti a regola d’arte, materiali nobili almeno per i particolari<br />

in vista, sono una certezza su questa Honda.<br />

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nulla è più analogico<br />

Strumentazione totalmente nuova, e totalmente dig<strong>it</strong>ale, tutto è<br />

racchiuso in un display leggibile e con l’aggiunta del cronometro,<br />

dell’indicatore del rapporto inser<strong>it</strong>o e di quattro differenti visualizzazioni<br />

del contagiri.<br />

motore e ciclistica<br />

nessun stravolgimento, diciamolo, ma un lavoro di affinamento<br />

e tante modifiche, più o meno profonde, che rendono ancora<br />

più piacevole e performante questa moto. iniziamo dalla ciclistica,<br />

dove r<strong>it</strong>roviamo il telaio a doppio trave in alluminio, nel quale<br />

viene incastonato il quattro cilindri in linea 16 valvole DoHC. Le<br />

sospensioni prevedono due nov<strong>it</strong>à importanti, la prima è la forcella<br />

Showa BPF da 43 mm di diametro, già apprezzata in precedenza<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

»»<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

» Prove News<br />

su alcune sportive Suzuki e Kawasaki per la grande sensibil<strong>it</strong>à che<br />

consente un maggior controlo dell’avantreno, mentre la seconda<br />

riguarda l’ammortizzatore posteriore Showa BFRC (Balance Free<br />

Rear Cushion) dotato doppia camera, particolare che garantisce<br />

un passaggio più fluido e lineare dalla fase di compressione<br />

a quella di estensione, con miglioramenti sia della trazione che<br />

dello smorzamento. Anche i cerchi sono stati oggetto di studio, le<br />

razze ora sono dodici e non più tre, e la rigid<strong>it</strong>à delle ruote in alluminio<br />

pressofuso è incrementata (maggiore è la rigid<strong>it</strong>à, migliore<br />

è la precisione). L’impianto frenante prevede una terna di dischi,<br />

due da 320 mm anteriori con pinze radiali a 4 pistoncini, singolo<br />

posteriore da 220 mm con pinza a singolo pistoncino, e come<br />

precedentemente scr<strong>it</strong>to, la possibil<strong>it</strong>à di acquistare la versione<br />

dotata di C-ABS. Confermata la presenza dell’ammortizzatore di<br />

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sterzo HESD (Honda electronic steering Damper), qui in versione<br />

seconda generazione, che garantisce lo smorzamento ottimale<br />

alle alte veloc<strong>it</strong>à, senza compromettere la maneggevolezza e la<br />

manovrabil<strong>it</strong>à alle basse veloc<strong>it</strong>à. il quattro cilindri non è stato oggetto<br />

di particolari modifiche, mentre è la sua gestione elettronica<br />

che è stata rivista con una diversa taratura dell’iniezione elttronica<br />

PGM-DSFi (Programmed Dual Sequential fuel injection), per<br />

migliorare ulteriormente le caratteristiche di erogazione soprattutto<br />

nei trans<strong>it</strong>ori (chiudi/apri) e durante le piccole aperture del<br />

gas. tutto questo per rendere ancora più sfruttabile e piacevole la<br />

CBR1000RR, oltre che più parsimoniosa quando si va dal benzinaio<br />

(-10% di consumo benzina). i cavalli sono sempre tanti, 178<br />

quelli dichiarati ad un regime di 12.000 giri, mentre la coppia raggiunge<br />

i 112 nm a 8.500 giri, numeri non da record, ma sempre di<br />

grande effetto.<br />

La prova a Portimao<br />

E di grande effetto è anche il contesto in cui abbiamo provato<br />

questa Honda, il Circu<strong>it</strong>o internazionale dell’Algarve a Portimao in<br />

Portogallo. Una pista che mette a dura prova moto e piloti, perfetta<br />

per saggiare le doti della CBR1000RR Fireblade 2012...e la nostra<br />

resistenza, non solo fisica ma anche psicologica. La mattina<br />

ci aspetta una serie di turni in sella alla Fireblade così come esce<br />

dal concessionario. Sospensioni standard, pneumatici di serie (le<br />

nuovissime Bridgestone S20) e pressioni stradali (i sol<strong>it</strong>i 2,5/2,9<br />

bar). La posizione di guida per i canoni attuali, e soprattutto per<br />

quel che offre la concorrenza, è da considerarsi ergonomicamente<br />

perfetta, e soprattutto poco costr<strong>it</strong>tiva, particolare che sottolinea<br />

la propensione all’utilizzo stradale di questa sportiva. Certo è che<br />

i parametri di valutazione sono cambiati parecchio, e quello che<br />

una volta poteva sembrarci estremo e al lim<strong>it</strong>e della sopportabil<strong>it</strong>à,<br />

ora ci sembra tutta un’altra cosa. Cosa intendo dire? Semplicemente<br />

è la constatazione, dopo esser montato in sella ad una<br />

Fireblade prima serie parcheggiata in uno dei box dell’autodromo,<br />

che oggi i motociclisti che guidano le sportive sono dei fachiri<br />

pronti al sacrificio. La prima CBR 900RR che per i tempi era considerata<br />

piccola, scomoda e sacrificata, oggi sarebbe paragonabile<br />

per confort ed ab<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à ad una gran turismo! Bando alle ciance,<br />

entriamo in pista e via. Assetto e pneumatici standard non sono<br />

certamente la configurazione ideale per affrontare il circu<strong>it</strong>o di<br />

Portimao, un ottovolante sarebbe più adatto.Certo è che la facil<strong>it</strong>à<br />

ed il comportamento della Fireblade danno una bella mano. il motore<br />

dalla coppia esagerata ma erogata in maniera tanto lineare<br />

da non mettere mai in difficoltà il pilota, la ciclistica equilibrata, e<br />

Costantino Paolacci<br />

(Honda Italia):<br />

“La CBR 1000 RR è la<br />

nostra sportiva stradale,<br />

che si rinnova profondamente”<br />

““<br />

8 9<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

»» » Prove<br />

“<br />

Il motore dalla coppia esagerata ma erogata in<br />

maniera tanto lineare da non mettere mai in difficoltà<br />

il pilota, la ciclistica equilibrata, e gli ottimi freni,<br />

sono un mix perfetto per “scaldarsi” e riprendere<br />

confidenza con il saliscendi portoghese<br />


Zoom<br />

Zoom<br />

10 11


1 il cupolino appare più tagliente e<br />

mostra un maggior family feeling con<br />

le altre CBR.<br />

2 Strumentazione totalmente nuova,<br />

e totalmente dig<strong>it</strong>ale, tutto è<br />

racchiuso in un display leggibile.<br />

3 L’impianto frenante prevede due da<br />

320 mm anteriori con pinze radiali a<br />

4 pistoncini.<br />

12<br />

1<br />

2<br />

3<br />

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gli ottimi freni, sono un mix perfetto<br />

per “scaldarsi” e riprendere<br />

confidenza con il saliscendi<br />

portoghese.Passano i giri,<br />

scendono i tempi, aumentano<br />

gli “ondeggiamenti”. inizio a ricordarmi<br />

meglio pista, curve e<br />

traiettorie, di conseguenza inizio<br />

a trattare male la CBR, che<br />

non si scompone più di tanto,<br />

ma quel tanto che basta a farmi<br />

attendere trepidante i turni con<br />

la versione gommata in mescola<br />

e con l’assetto specifico. Frenando<br />

forte e inserendo di cattiveria<br />

in curva la CBR1000RR<br />

2012, l’assetto che fino a questo<br />

momento era stato perfetto,<br />

diventa perfettibile, con<br />

l’avantreno che affonda e perde precisione, e il posteriore che si<br />

alleggerisce troppo chiamando a un superlavoro l’antisaltellamento<br />

(peraltro encomiabile nell’intervento). in usc<strong>it</strong>a di curva, a gas<br />

spalancato, le ottime Bridgestone iniziano a faticare e le perd<strong>it</strong>e di<br />

trazione, seppur telefonate, iniziano a far suonare il campanello<br />

d’allarme nel casco. Meno male che adesso ci sono le Bridgestone<br />

R10 in mescola.<br />

Gomme in mescola. Un’altra storia<br />

Punto e a capo, ecco cosa succede con l’assetto pistaiolo, e le<br />

nuove scarpette (con la posteriore che abbandona il 190/50 per<br />

un panciuto 190/55). Così agghindata la CBR1000RR 2012 è davvero<br />

un piacere da guidare anche in pista, e il fatto che si senta a<br />

suo agio tra i cordoli, mette di conseguenza a suo agio anche il<br />

pilota. Lineare nelle reazioni, con una trazione in usc<strong>it</strong>a di curva<br />

ed in percorrenza davvero ottima, ed un impegno fisico richiesto<br />

al pilota, lim<strong>it</strong>ato (sempre tenendo ben presente dove siamo ed in<br />

sella a quasi 180 cavalli di moto...). i freni, C-ABS compreso, sono<br />

perfettamente modulabili, e difficilmente richiamano all’ordine<br />

l’antibloccaggio (lo si deve cercare<br />

con il lanternino) che in<br />

questa versione ha visto modificare<br />

l’interazione tra la pinza<br />

posteriore e quelle anteriori.<br />

Cambio e trasmissione sono<br />

eccellenti, ma più di una volta<br />

mi sono trovato a desiderare<br />

ardentemente un quickshift<br />

che permetta di inserire i rapporti<br />

senza chiudere il gas, e<br />

soprattutto senza scomporre<br />

l’assetto, nel caso in cui<br />

ci si trovi a cambiare marcia<br />

nel bel mezzo di una curva.<br />

il divertimento aumenta, e di<br />

conseguenza i tempi calano,<br />

si frena dopo e si apre il gas in<br />

anticipo rispetto al giro precedente,<br />

mentre le gomme iniziano,<br />

anzi terminano la loro<br />

v<strong>it</strong>a utile. Ecco che in questi<br />

momenti sarebbe utile un bel<br />

traction control, che continui<br />

a farci divertire mettendo una<br />

pezza dove, e quando, serve.<br />

inoltre renderebbe davvero<br />

perfetta la Fireblade anche<br />

nell’utilizzo quotidiano, su strade<br />

che sono ben lontane dalla<br />

perfezione della pista. Fine<br />

della giostra, fine della fiera, è<br />

tempo di tirare due somme. La<br />

rinnovata CBR1000RR 2012 si<br />

è dimostrata all’altezza delle<br />

precedenti versioni, guidabil<strong>it</strong>à<br />

Honda, e qual<strong>it</strong>à del prodotto<br />

non si discutono, ma la dotazione<br />

tecnica appare sottotono<br />

rispetto a una concorrenza<br />

davvero esagerata (anche nel<br />

prezzo però...) in una categoria<br />

che rappresenta la “vetrina tecnologica”<br />

di ogni costruttore.<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

Anno<br />

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numero<br />

45<br />

»» » Prove<br />

Spetacolo puro<br />

Mamma Honda non delude<br />

mai... facile e alla portata “ quasi “<br />

di tutti i manici grande moto<br />

gigass - 27/12/2011<br />

Honda cbr 2012 ottimo<br />

compresso<br />

Ottima cresc<strong>it</strong>a, ottimo lavoro<br />

honda per questa cbr 2012.<br />

Ottimo compresso moto che si<br />

adatta a tutto, g<strong>it</strong>e weekend e<br />

pista (con qualche modifica) a un<br />

prezzo abbordabile per una mille<br />

da quasi 180cv.<br />

luker4985 - 28/12/2011<br />

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13


Yamaha WR 450 F 2012 PREGI Fruibil<strong>it</strong>à del motore dIFETTI Setting sospensioni standard<br />

PRova EndURo<br />

PREZZo € 9050<br />

Bentornata tra noi!<br />

di Aimone Dal Pozzo | Torna finalmente sul mercato la WR 450 F.<br />

arriva direttamente dal Giappone la nuova enduro<br />

della massima cilindrata, completamente ridisegnata.<br />

moto.<strong>it</strong> la prova in esclusiva europea a Francavilla di Sicilia<br />

14 15


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Ci siamo, i giornali ne parlano e le nuvole in cielo lo confermano.<br />

Dopo un autunno da incorniciare siamo arrivati<br />

all’inverno vero, dove il gelo si fa sentire e la moto da enduro,<br />

purtroppo, è pronta per essere messa sotto una coperta.<br />

tutt’altra storia a 1.000 chilometri di distanza, nei pressi di Francavilla<br />

di Sicilia, dove hanno smesso di fare il bagno in mare da<br />

pochi giorni e gli unici indicatori di freddo sono le creste innevate<br />

dell’Etna. Ed eccoci proprio qui, a tre settimane dal natale, a due<br />

passi da dove si sono svolte pochi mesi fa alcune delle giornate<br />

più impegnative dell’enduro Mondiale, all’anteprima europea della<br />

nuovissima WR450F, in maglietta e pantaloncini, ad accogliere<br />

con entusiasmo e grande interesse l’ultima nata in casa Yamaha.A<br />

presentarci il nuovo modello é Guglielmo Fontana-Rava direttamente<br />

da Yamaha Europe, con la supervisione del Project Leader,<br />

Masaki Kamimura, volato espressamente dal Giappone per stare<br />

vicino al debutto in società del “suo” gioiellino e sottolineare l’importanza<br />

di questo nuovo progetto e quanto loro stessi lo r<strong>it</strong>engono<br />

essenziale per il rilancio del mercato enduro vest<strong>it</strong>o in blu.<br />

il nuovo progetto si evolve profondamente rimanendo allo stesso<br />

tempo fedele alle doti dei passati modelli WR, da tempo ormai<br />

16<br />

conosciute e apprezzate. Da quelle stesse basi viene sviluppato<br />

e affinato ogni aspetto della moto, al fine di ottenere una Enduro<br />

da gara aggiornata e di alto livello, ma soprattutto che abbia elementi<br />

distintivi molto chiari. i grandi lavori portati avanti sul nuovo<br />

modello hanno visto come cardine la ricerca e la realizzazione di<br />

alcuni elementi chiave, come un motore facile da gestire, un telaio<br />

maneggevole e un’affidabil<strong>it</strong>à e costanza di rendimento da riferimento.<br />

E come ci sono riusc<strong>it</strong>i.<br />

motore<br />

nonostante Yamaha abbia in casa un motore già collaudato e<br />

vincente nel segmento cross, ha prefer<strong>it</strong>o dopo numerosi test<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

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»» » Prove<br />

confermare il propulsore a cinque valvole DoHC della WR 2011, in<br />

quanto le caratteristiche di erogazione, un<strong>it</strong>amente all’affidabil<strong>it</strong>à<br />

confermata da anni di gare, hanno dato ragione a quest ultimo.<br />

inoltre sul cinque valvole era già presente l’avviamento elettrico<br />

e, le dimensioni ridotte di questa meccanica hanno consent<strong>it</strong>o<br />

un impiego anche su un telaio differente. Sulla medesima base,<br />

sono poi stati inser<strong>it</strong>i importanti elementi di nov<strong>it</strong>à, come l’iniezione<br />

elettronica, alimentata da un nuovo statore Denso e controllata<br />

da un corpo farfallato Keihin che, interloquendo con una<br />

serie di sensori miniaturizzati che rilevano informazioni su posizione<br />

dell’acceleratore, pressione dell’aria in aspirazione, pressione<br />

dell’aria, numero di giri dell’albero motore e temperatura di<br />

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raffreddamento, permettono alla centralina di adattare in tempo<br />

reale il volume ottimale dell’iniezione e l’anticipo d’accensione,<br />

alle specifiche necess<strong>it</strong>à, al fine di garantire la perfetta efficienza<br />

nella combustione e le massime prestazioni del motore.<br />

Cambiano di conseguenza le misure del magnete di produzione<br />

dell’energia elettrica, dovendo ora alimentare tali funzioni, così<br />

come la pompa della benzina e viene introdotta una nuova ECU<br />

completamente configurabile tram<strong>it</strong>e il Power tuner, di grande<br />

rilevanza.<br />

18<br />

Telaio<br />

Ecco la grande nov<strong>it</strong>à. Viene infatti preso quello delle WR 250F<br />

2012, dal quale ered<strong>it</strong>a le ergonomie, decisamente migliori ed<br />

attuali. La sella é diminu<strong>it</strong>a drasticamente in larghezza ed ora<br />

vanta un piano d’appoggio molto piatto e lineare, che semplifica<br />

notevolmente gli spostamenti in azione. Anche la scelta del serbatoio<br />

é stata esegu<strong>it</strong>a privilegiando la posizione in sella piuttosto<br />

che l’autonomia, montando un serbatoio da 7,2 l<strong>it</strong>ri snello e sottile,<br />

leggermente più grande della versione cross per migliorarne<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

»»<br />

Anno<br />

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numero<br />

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» Prove News<br />

l’autonomia, ma decisamente meno ingombrante e spigoloso della<br />

passata edizione. Rimane il vantaggio della spia della riserva,<br />

che avvisa della necess<strong>it</strong>à di rifornimento poco sotto i due l<strong>it</strong>ri di<br />

rimanenza.<br />

Sospensioni<br />

Anche il comparto sospensioni viene ered<strong>it</strong>ato dalla 250. Arriva<br />

finalmente sulla WR l’ottima Kayaba a cartuccia separata con 20<br />

click di regolazione in compressione e r<strong>it</strong>orno e 300mm di corsa<br />

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“<br />

Il nuovo progetto<br />

si evolve profondamente<br />

rimanendo allo stesso<br />

tempo fedele alle doti<br />

dei passati modelli WR,<br />

da tempo ormai<br />

conosciute e<br />

apprezzate<br />

“<br />

con molle interne specifiche per l’enduro, al fine di garantire un’ottima<br />

capac<strong>it</strong>à di assorbimento e un’eccellente reattiv<strong>it</strong>à a bassa<br />

veloc<strong>it</strong>à, combinate con una buona stabil<strong>it</strong>à alle alte veloc<strong>it</strong>à. Anche<br />

il mono viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con il nuovo Kayaba a tre regolazioni e<br />

299 mm di corsa, con un’impostazione standard più morbida per<br />

un maggiore controllo alle basse veloc<strong>it</strong>à.<br />

design<br />

Partendo dal presupposto che per questo segmento di moto ciò<br />

che conta è l’efficienza e l’efficacia del prodotto piuttosto che l’aspetto<br />

estetico, Yamaha ha comunque voluto rinnovarsi anche<br />

sotto questo profilo, portando la nuova 450 in linea con le altre<br />

della gamma. Con il colore racing blu, i cerchi neri Excel e il paramotore<br />

in plastica nera, oltre che a implementare le dotazioni di<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

Anno<br />

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numero<br />

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»» » Prove<br />

serie ha donato un nuovo look alla moto. inoltre le nuove plastiche<br />

regalano un profilo più affilato e più adatto a rappresentare le<br />

sue caratteristiche oltre che ad essere una migliore presa per le<br />

ginocchia nella guida in piedi sulle pedane. i fianchetti dal nuovo<br />

design infatti, accentuano la sensazione di agil<strong>it</strong>à della 450 mentre<br />

la nuova mascherina portafaro e il codino portatarga completano<br />

lo slancio stilistico del nuovo modello. Peccato per la mancanza<br />

di paramani di serie, che per una vera enduro come questa potrebbero<br />

già essere montati come prima forn<strong>it</strong>ura. La nuova WR<br />

offre un’ulteriore grande particolar<strong>it</strong>à nella versione 2012: arriverà<br />

infatti dal concessionario completamente omologata e il cliente<br />

potrà decidere se prendere la moto in tale configurazione o con<br />

il k<strong>it</strong> Compet<strong>it</strong>ion (optional, ma compreso nel prezzo) che consente<br />

di portare la moto pronto gara in sole due ore di montaggio.<br />

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il pacchetto è composto da 30 pezzi che comprendono, tra le altre<br />

cose, una nuova marm<strong>it</strong>ta, il risuonatore e la corona con rapporto<br />

maggiorato. in più, sulle moto equipaggiate con il k<strong>it</strong> Compet<strong>it</strong>ion<br />

il pilota potrà utilizzare il Power tuner (optional con pagamento a<br />

parte), un semplice strumento elettronico portatile, per regolare<br />

con precisione il volume dell’iniezione e l’anticipo, al fine di modificare<br />

a piacimento, ed in modo millimetrico, l’erogazione del motore.<br />

Con il Power tuner si possono impostare diverse mappature,<br />

dove ogni “step” rappresenta una variazione del 3% nel volume<br />

dell’iniezione, con un range che va dal -21% al +21% rispetto alla<br />

mappatura di serie. Allo stesso modo, con Power tuner si possono<br />

selezionare 14 “step” diversi dell’anticipo, e ognuno di essi<br />

rappresenta una variazione dell’1%. in totale, il pilota ha a propria<br />

disposizione un range di variazione dell’anticipo da -9° a +4° rispetto<br />

alle impostazioni di serie. ogni utente può quindi plasmare<br />

l’erogazione del motore in base alle proprie esigenze ed a quelle<br />

del terreno di quel determinato percorso. Un altro vantaggio del<br />

Power tuner è la funzione mon<strong>it</strong>or, che permette all’utente di visualizzare<br />

i dati provenienti dai diversi sensori così come le ore<br />

di funzionamento del motore. Un sistema di autodiagnosi segnala<br />

22<br />

infine le eventuali anomalie, facil<strong>it</strong>ando la manutenzione.<br />

La prova<br />

Al primo impatto ho percep<strong>it</strong>o la posizione in sella abbastanza<br />

contratta con pedane più alte da terra rispetto allo standard e il<br />

manubrio Pro taper leggermente più basso, ma con una buona<br />

area di movimento e un’ottima ergonomia. Si percepisce in maniera<br />

evidente la differenza di ingombri rispetto alla precedente WR,<br />

a partire dalle dimensioni del serbatoio, che sebbene sia di buona<br />

capac<strong>it</strong>à, non domina totalmente l’anteriore della moto, ma è sottile<br />

e sinuoso. i cambi di posizione in sella sono veramente semplici<br />

e rapidi, allo stesso modo lo sono le posizioni in piedi dove il grip<br />

con le nuove fiancatine termoformate e ricoperte di uno speciale<br />

materiale gommoso, è davvero ottimale. La plancia di comando è<br />

semplice ed essenziale, con un contachilometri/trip posizionato<br />

davanti al manubrio e la strumentazione ridotta all’osso. Rimane<br />

anche sulla 2012 il cavo contachilometri sul lato destro (opposto<br />

al tubo del freno) che è sempre un po’ delicato e pericoloso in<br />

caso di un utilizzo prettamente enduristico. tutti i comandi sono<br />

ben posizionati e facili da gestire, anche se la frizione è sempre da<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

»»<br />

» Prove<br />

registrare, in quanto le diverse<br />

sollec<strong>it</strong>azioni le fanno cambiare<br />

continuamente il punto di<br />

stacco.<br />

Stabile e più maneggevole<br />

in ordine di marcia, già dai primi<br />

metri si percepisce la maggiore<br />

facil<strong>it</strong>à di inserimento in curva e<br />

di agil<strong>it</strong>à nelle zone strette, senza<br />

che questo però sia andato<br />

a compromettere la rinomata<br />

stabil<strong>it</strong>à sul veloce che la 450<br />

ha sempre avuto come punto<br />

di mer<strong>it</strong>o. La guida ora è molto<br />

più rapida e soprattutto richiede<br />

meno impegno da parte del<br />

pilota. Una volta impostata una<br />

curva, la moto segue con naturalezza<br />

la traiettoria defin<strong>it</strong>a ed<br />

23


24<br />

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PRoVE nEWS <strong>Moto</strong>GP DAKAR SPoRt<br />

eventuali cambi improvvisi non sono certo un problema.<br />

Un motore eccellente<br />

Quanto al motore, i grandi cambiamenti sono l’avvento dell’iniezione<br />

che non risente più in alcun modo delle condizioni metereologiche<br />

o di alt<strong>it</strong>udine, trasformando l’erogazione del classico<br />

cinque valvole in una curva lineare, diretta e assolutamente costante.<br />

Anche l’es<strong>it</strong>azione in atterraggio dai salti è spar<strong>it</strong>a, così<br />

come la prima parte di schiena a volte “sporca”. ne deriva una<br />

grande adattabil<strong>it</strong>à alle condizioni meteo e di alt<strong>it</strong>udine e laddove<br />

il setting di base non fosse sufficientemente apprezzabile (quasi<br />

impossibile) con il power tuner è possibile fare il resto, senza sporcarsi<br />

le mani ed in breve tempo. Avendo l’opportun<strong>it</strong>à di interfacciarmi<br />

con i tecnici Yamaha, ho voluto provare diverse soluzioni<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

»»<br />

» Prove<br />

elettroniche durante la giornata di test e, con i dovuti aggiustamenti,<br />

ho trovato una soluzione davvero azzeccata per la mia guida<br />

ed il terreno di prova, con l’importante conferma che è possibile<br />

cambiare radicalmente il carattere di questa modo agendo sulla<br />

sola centralina.<br />

Sospensioni morbide ma con buone possibil<strong>it</strong>à di setting<br />

Per quanto concerne il pacchetto sospensioni, sebbene abbia<br />

trovato un notevole upgrade in termini di prodotto, ho potuto<br />

percepire un discreto sbilanciamento dei pesi sull’anteriore, in<br />

configurazione standard. La moto utilizzata per i test infatti, inizialmente<br />

era molto carica davanti, con poco neutro ed una forcella<br />

molto morbida, portando l’assetto decisamente in sottosterzo,<br />

già dall’ingresso curva. A segu<strong>it</strong>o di due modifiche l’impostazione<br />

25


Zoom<br />

Zoom<br />

26 27


1 Yamaha ha prefer<strong>it</strong>o confermare<br />

il propulsore a cinque valvole DoHC<br />

della WR 2011.<br />

2 Arriva finalmente sulla WR l’ottima<br />

Kayaba a cartuccia separata con 20<br />

click di regolazione in compressione<br />

e r<strong>it</strong>orno.<br />

3 Le nuove plastiche regalano un<br />

profilo più affilato.<br />

28<br />

1<br />

2<br />

3<br />

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è tornata molto più neutra ed<br />

è stato possibile apprezzarne<br />

le ottime qual<strong>it</strong>à. La nuova<br />

Kayaba da 48mm a cartuccia<br />

sigillata, lavora molto bene ed<br />

in modo progressivo, mantenendo<br />

queste doti, per tutto<br />

l’arco di utilizzo. il mono, allo<br />

stesso tempo, forse per me un<br />

filo troppo morbido, copia bene<br />

tutte le asper<strong>it</strong>à, garantendo<br />

una buona trazione anche sui<br />

terreni più accidentati.<br />

Cavalli e silenzio vanno a<br />

braccetto!<br />

Argomento importante è il rumore<br />

che, sulla nuova WR è<br />

pressoché impercettibile (rispetto alle concorrenti). Yamaha infatti,<br />

ha voluto già mettersi in pari con i nuovo regolamenti e modal<strong>it</strong>à<br />

di fonometrica (2 metre max) sviluppando di conseguenza<br />

un motore ed un’erogazione che sia idoneo ed in grado di sopportare<br />

la strozzatura di uno scarico molto chiuso come quello di<br />

serie (K<strong>it</strong> compet<strong>it</strong>ion). il risultato è un propulsore davvero silenzioso,<br />

ma altrettanto performante, dove l’unico neo è la mancanza<br />

di un considerevole allungo nel fuorigiri. il pacchetto freni si conferma<br />

di ottima qual<strong>it</strong>à con l’aggiunta di nuovi dischi a margher<strong>it</strong>a<br />

sia all’anteriore che al posteriore e di una pompa anteriore maggiorata<br />

per questioni di omologazione. Entrambi sono molto ben<br />

gestibili e modulari, consentendo al pilota di azionarli senza paure<br />

di reazioni strane.<br />

Ad accompagnare la presentazione stampa della nuova Yamaha<br />

era presente anche Paolo Brivio, off-road Manager per la Metzeler,<br />

che ha presentato in maniera dettagliata il grande lavoro svolto<br />

dalla d<strong>it</strong>ta, in termini di sviluppo, negli ultimi anni. tutte le WR<br />

del test infatti erano dotate del Metzeler 6 Days Extreme, nato nel<br />

2005 e già ricco di successi in<br />

diversi amb<strong>it</strong>i e competizioni<br />

internazionali. L’ultimo modello<br />

si conferma un ottimo alleato<br />

per la guida in fuoristrada, dove<br />

è sempre più indispensabile<br />

una grande versatil<strong>it</strong>à e durata<br />

di prestazioni.<br />

Le nuove WR 450 F saranno<br />

disponibili a partire da gennaio<br />

2012, al prezzo di Euro 9.050,<br />

franco concessionario, K<strong>it</strong> Racing<br />

incluso (aliquota iva 21%)<br />

presso tutta la rete dei concessionari<br />

Yamaha. Grazie a<br />

Belgarda, al momento dell’acquisto<br />

sarà inoltre possibile<br />

ricevere la Blu Card 2012 che<br />

darà dir<strong>it</strong>to ad uno sconto del<br />

25% su ricambi ed accessori<br />

dedicati alle famiglie di prodotto<br />

YZ e WR acquistati presso<br />

uno dei 41 Concessionari Ufficiali<br />

Yamaha off-road sino al<br />

31 luglio 2012, quando partirà<br />

il nuovo anno commerciale e<br />

la nuova campagna Yamaha<br />

BlueCard.<br />

tutti i possessori di Yamaha,<br />

indipendentemente da modello,<br />

anno o numero di telaio,<br />

potranno anche accedere ai<br />

Challenge enduro e motocross<br />

in programma per la stafione<br />

agonistica 2012. Con un particolare<br />

algor<strong>it</strong>mo infatti, verranno<br />

estrapolati i primi venti piloti<br />

blu che parteciperanno, nelle<br />

varie zone d’<strong>it</strong>alia, alle gare regionali<br />

del calendario FMi, ed<br />

avranno accesso ad un ricco<br />

montepremi a fine anno che<br />

vede come primo premio addir<strong>it</strong>tura<br />

una Yamaha 450.<br />

SCHEDA TECNICA<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

»» » Prove<br />

YAMAHA<br />

WR 450 F<br />

Tempi: 4<br />

€ 9.050<br />

Cilindri: 1<br />

Cilindrata: 449 cc<br />

Raffreddamento: a liquido<br />

Avviamento: E/P<br />

Marce: 5<br />

Freni: D-D<br />

Misure freni: 250-245 mm<br />

Misure cerchi (ant./post.): 21’’ / 18’’<br />

Peso: 129 kg<br />

Lunghezza: 2315 mm<br />

Larghezza: 825 mm<br />

Altezza: 960 mm<br />

Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 7.2 l<br />

Segmento: Enduro<br />

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RiValE, StRaDa, Mini-PanigalE…<br />

di Maurizio Tanca | indiscrezioni fluttuano nell’aria, sull’arrivo di nuovi<br />

modelli Made in <strong>it</strong>aly che potremmo vedere magari al prossimo Eicma<br />

Ai musicofili incall<strong>it</strong>i,<br />

la parola inglese “rumours”<br />

farà sub<strong>it</strong>o<br />

pensare a un celebre album<br />

dei Fleetwood Mac, usc<strong>it</strong>o nel<br />

febbraio del 1977. Parola traducibile<br />

in “voci, bisbigli”. Voci<br />

che aleggiano nell’aria e si diffondono<br />

fino a creare quelle<br />

che sol<strong>it</strong>amente chiamiamo<br />

30<br />

“indiscrezioni”. tipo il fatto<br />

che MV Agusta avrebbe brevettato<br />

il nome “Rivale”, mentre<br />

il gruppo Piaggio avrebbe<br />

scelto il nome “Strada” (come<br />

del resto la stessa Husqvarna,<br />

per una sua nuova monocilindrica<br />

che però è stata presentata<br />

come “Concept Strada”)<br />

per un futuro modello <strong>Moto</strong><br />

Guzzi. Ma il sempre vivace e<br />

carezzevole vento del gossip<br />

parla anche di una versione in<br />

minor della Ducati Panigale…<br />

Ma procediamo con ordine. Attorno<br />

al suo nuovo, formidabile<br />

motore tricilindrico da 675 cc,<br />

come sappiamo, MV ha già realizzato<br />

due notevoli prodotti:<br />

la supersportiva F3 e la naked<br />

Brutale 675, che molti amano<br />

definire affettuosamente “Brutalina”.<br />

ovvio che costruire un<br />

motore rappresenti un investimento<br />

importante per un costruttore,<br />

in particolare in un<br />

periodo nefasto come questo<br />

che sembra non finire mai, e a<br />

maggior ragione se parliamo di<br />

MV Agusta, il cui blasone è arcinoto<br />

ma che certamente non<br />

è ancora in grado, purtroppo, di<br />

vantare numeri di produzione<br />

altisonanti. Ma con le due nov<strong>it</strong>à<br />

c<strong>it</strong>ate, proposte a prezzi decisamente<br />

compet<strong>it</strong>ivi a Schiranna<br />

sono certi di aver colp<strong>it</strong>o<br />

nel segno, in particolare con<br />

la piccola Brutale. Ma quando<br />

si costruisce un motore nuovo,<br />

è logico che un costruttore<br />

pensi a piazzarlo su una gamma<br />

abbastanza allargata. E se<br />

le supersportive attualmente<br />

non sono più moto da grandi<br />

numeri (anzi, il mercato è un<br />

vero disastro per le velocissime<br />

carenate coi mezzi manubri), e<br />

le case le costruiscono ancora<br />

principalmente per motivi di<br />

prestigio, è logicamente con<br />

le moto più versatili – e meno<br />

costose - che si cerca di recuperare<br />

in fatturato. Come ci<br />

era stato fatto intendere in una<br />

intervista di qualche mese fa a<br />

Giovanni Castiglioni e Massimo<br />

Bordi (rispettivamente AD e<br />

vice-Presidente di MV Agusta),<br />

è dunque ovvio che il nuovo<br />

tricilindrico “piccolo” sarebbe<br />

andato a finire anche su altri<br />

modello che possano attirare<br />

un’utenza allargata. Che dire,<br />

per esempio, di una motard<br />

tricilindrica, rivale (appunto:<br />

Rivale…) di Aprilia Dorsoduro<br />

750 e Ducati Hypermotad 796<br />

e 1100, ma con una buona manciata<br />

di cavalli in più?<br />

moto Guzzi Strada: che moto<br />

potrebbe essere mai? Può<br />

venire in mente un ulteriore<br />

modello della gamma piccola,<br />

quella col V2 da 750 cc recentemente<br />

aggiornato, che abbiamo<br />

visto allo scorso Eicma,<br />

magari in configurazione Gt,<br />

tipo una piccola norge. oppure<br />

i boss di Piaggio si son decisi a<br />

metter finalmente mano a uno<br />

dei tre gagliardissimi prototipi<br />

che Pierre terblanche e Miguel<br />

Galluzzi hanno realizzato per<br />

il salone milanese del 2009?<br />

Ricordate? Erano la V12 LM<br />

(iniziali di LeMans), la “motardona”<br />

V12 X, ma, soprattutto,<br />

la bellissima naked V12 Strada,<br />

appunto, forse la più verosimile<br />

delle tre, anche perché dotata<br />

di sella biposto e, diciamolo,<br />

più vicina alla realtà. Sarebbe<br />

bello vederla prodotta, possibilmente<br />

il più fedele possibile<br />

alla concept originaria. Magari<br />

con il nuovo V2 1400 visto sul<br />

prototipo della futura California…Sarebbe<br />

bello, ma a che<br />

prezzo, coi tempi che corrono?<br />

Però <strong>Moto</strong> Guzzi dispone anche<br />

di una versione da 850 cc<br />

del suo tetragono V2: perché<br />

non usarlo anche qui? Ma non<br />

corriamo troppo, vedremo se e<br />

quando il prodotto verrà finalizzato.<br />

E passiamo a Ducati, che<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

»»<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

» Prove News<br />

ha creato un capolavoro assoluto<br />

come la Panigale 1199.<br />

Presentando, quasi contemporaneamente,<br />

la versione Evo<br />

della 848, il che farebbe leg<strong>it</strong>timamente<br />

presumere che questo<br />

modello sia in via di pensionamento.<br />

Conoscendo gli amici<br />

bolognesi, è dunque logico<br />

pensare a una prossima versione<br />

in minor della nuova superbike<br />

Ducati, che potrebbe essere….una<br />

899? o magari, come<br />

sostengono gli inglesi di Visordown,<br />

un 799, con cilindrata<br />

effettiva di 750 cc, più appetibile<br />

come prezzo e attraente<br />

per chi volesse magari correrci<br />

nel mondiale Supersport, dove<br />

anche la stessa MV dovrebbe<br />

entrare proprio quest’anno affidando<br />

la nuova F3 al team Alstare<br />

di Francesco Batta, pilota<br />

Luca Scassa. Sarebbe davvero<br />

bello riv<strong>it</strong>alizzare una classe<br />

un tempo appet<strong>it</strong>osissima e<br />

oggi davvero sottotono come<br />

la Supersport, con l’ingresso di<br />

due marchi <strong>it</strong>aliani di prestigio,<br />

che magari stuzzicherebbero<br />

anche la stessa triumph a r<strong>it</strong>ornare<br />

in pista… Dai, abbiamo<br />

fantasticato un po’ perché tutti<br />

noi siamo innamorati di moto, e<br />

anche in un periodo così grigio<br />

come quello che tutti stiamo vivendo,<br />

la possibil<strong>it</strong>à di sognare<br />

non ce la può comunque togliere<br />

nessuno. Compreso il fatto di<br />

sognare che il mondo si riprenda<br />

da questa tremenda stasi, e<br />

che, di conseguenza, anche il<br />

motociclismo in generale torni<br />

a rivivere tempi migliori.<br />

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BMW R 1200 gS 2013, nuove foto spia<br />

Sono state pubblicate nuove foto spia della BMW R1200GS 2013 su cui<br />

debutterà il primo motore boxer raffreddato a liquido! Ma non è l’unica<br />

nov<strong>it</strong>à<br />

Il s<strong>it</strong>o asphaltandrubber ha<br />

pubblicato nuove foto spia<br />

dell’erede di quella che oggi<br />

è una delle regine del mercato<br />

motociclistico mondiale, la<br />

BMW R1200 GS. nei dintorni<br />

dello stabilimento di Monaco di<br />

Baviera è stata infatti avvistata<br />

una GS boxer che attira immediatamente<br />

l’attenzione per un<br />

dettaglio su tutti: i cilindri non<br />

presentano le marcate alette di<br />

raffreddamento necessarie su<br />

un motore raffreddato ad aria.<br />

il nuovo boxer bicilindrico sarà infatti raffreddato a liquido e avrà<br />

uno schema assai diverso dall’attuale. Manterrà la distribuzione<br />

bialbero introdotta sul modello 2010, ma l’iniettore sarà posto sopra<br />

il cilindro (ora è dietro), mentre lo scarico sarà sotto (ora è<br />

davanti al cilindro). il monobraccio del cardano passa da destra<br />

a sinistra, esattamente come visto oggi sulla serie K. La potenza<br />

dovrebbe restare nell’ordine dei 110 cavalli, mentre dovrebbero<br />

calare le emissioni e i consumi di carburante in virtù della migliore<br />

efficienza garant<strong>it</strong>a dal raffreddamento a liquido. il telaio resta<br />

a traliccio in tubi di acciaio, così come l’estetica non pare subire<br />

grossi cambiamenti. ovviamente la moto oggetto dello scoop è<br />

un prototipo, il modello defin<strong>it</strong>ivo dovrebbe essere presentato al<br />

pubblico verso la fine del 2012 per essere poi commercializzato<br />

nel 2013.<br />

Tiger Explorer<br />

La tiger Explorer è il<br />

primo modello triumph<br />

che si affaccia nel settore delle<br />

Adventure Bikes di grossa cilindrata.<br />

È equipaggiata con un<br />

nuovissimo tre cilindri 1.215cc<br />

con prestazioni al top della<br />

categoria ed è dotata di ABS<br />

(disinseribile nella guida offroad),<br />

cruise control e traction<br />

control tutto di serie. La tiger<br />

Explorer sarà venduta a partire<br />

da fine febbraio 2012 al prezzo<br />

di 15.290 Euro C.i.M.<br />

Speed Triple R<br />

La Speed triple R rappresenta<br />

la quadratura del cerchio<br />

32 33<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

» Prove News<br />

tRiuMPh: i PREzzi DEllE nOV<strong>it</strong>à 2012<br />

triumph rende noti i prezzi delle principali nov<strong>it</strong>à presentate in<br />

occasione di Eicma 2011: la tiger Explorer, la Speed triple R e la<br />

Steve McQueen Ed<strong>it</strong>ion<br />

per uno dei modelli più rappresentativi nella storia di triumph. È<br />

equipaggiata con un pacchetto che va ad esaltare le caratteristiche<br />

tecniche ed estetiche della Speed: sospensioni Öhlins completamente<br />

regolabili, pinze radiali monoblocco Brembo e leggeri<br />

cerchi in alluminio forgiato.<br />

Si vanno poi ad aggiungere numerosi dettagli in carbonio e verniciature<br />

esclusive di alcuni particolari, come il telaietto reggisella<br />

verniciato di rosso. La Speed triple R sarà venduta a partire da<br />

metà febbraio 2012 al prezzo di 14.495 Euro C.i.M. (15.095 Euro<br />

per la versione con ABS disinseribile).<br />

Steve mcQueen Ed<strong>it</strong>ion<br />

La Steve McQueen Ed<strong>it</strong>ion è realizzata su base Bonneville t100,<br />

produzione lim<strong>it</strong>ata in 1100 esemplari, ricchezza di dettagli (come<br />

la sella rigorosamente monoposto, o l’autografo dell’attore sulla<br />

fiancatina) e fin<strong>it</strong>ure di pregio. Gli acquirenti riceveranno un certificato<br />

di autentic<strong>it</strong>à che attesta l’unic<strong>it</strong>à di questo modello. La<br />

McQueen Ed<strong>it</strong>ion sarà venduta a partire da fine maggio al prezzo<br />

di 9.990 Euro C.i.M.


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listino Suzuki: arriva la gSX-R1000<br />

al prezzo lancio di 13.500 Euro<br />

il nuovo listino in vigore dal 1° gennaio prevede la riduzione del prezzo<br />

del Sixteen 150 e del Burgman 200 G. È stata introdotta, inoltre,<br />

la nuova GSX-R1000 al prezzo di lancio di € 13.500<br />

Il nuovo listino in vigore dal 1° gennaio 2012, prevede la<br />

riduzione del prezzo dello scooter a ruota alta Sixteen 150cc<br />

posizionandolo allo stesso livello del 125cc oltre che e una<br />

diminuzione del prezzo del Burgman 200 “G”, versione<br />

conparabrezza maggiorato.<br />

· Sixteen 125 e 150 € 3.070<br />

· Burgman 200 “G” € 3.990<br />

È stata introdotta, inoltre, la nuova GSX-R1000 al prezzo di lancio<br />

di € 13.500, offerta valida sino a fine marzo. Dal 1° aprile2012 il<br />

prezzo di listino sarà di € 15.100. tutti i prezzi si intendono Franco<br />

Concessionario e iVA compresa.<br />

34 35<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

»»<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

» Prove News


33ESIma EdIZIonE<br />

SPECialE<br />

DaKaR 2012<br />

36 37


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Dakar 2012, 1a tappa: lopez (aprilia)<br />

primo a Santa Rosa de la Pampa<br />

di Piero Batini | Dakar 2012, 1a tappa: Via da Mar Del Plata. Rumbo<br />

al oeste. Francisco Lopez (Aprilia) è primo a Santa Rosa de la Pampa.<br />

Muore il pilota argentino Jorge Martinez Boero<br />

Santa Rosa de la Pampa,<br />

1 gennaio 2012<br />

Si comincia male, con<br />

un episodio funesto che taglia<br />

le gambe alla Dakar appena<br />

part<strong>it</strong>a. il Pilota argentino Jorge<br />

Martinez Boero è morto durante<br />

l’effettuazione dell’unica, corta<br />

speciale della prima giornata<br />

di gara, a due chilometri dal traguardo.<br />

Jorge Andrés Martinez<br />

Boero, figlio dell’omonimo ex<br />

campione argentino turismo<br />

Strada del 1982, alla sua seconda<br />

partecipazione alla Dakar ed<br />

in sella ad una Beta 450, è deceduto<br />

per un arresto cardiaco,<br />

fatale, conseguenza di un forte<br />

traumatismo toracico. inutile il<br />

seppur rapidissimo intervento<br />

dei medici dell’organizzazione<br />

ed trasporto in elicottero verso<br />

38<br />

il vicino ospedale di Mar Del Plata. Jorge Martinez Boero, sposato<br />

e padre di una bambina di due anni, è il secondo pilota che perde<br />

la v<strong>it</strong>a durante una delle edizioni della Dakar Sudamericana. nel<br />

2009 scomparve Pascal terry, e nel 2010 e 2011 altri due tragici<br />

eventi segnarono la corsa organizzata da ASo: la morte di natalia<br />

Sonia Gallardo e di Marcelo Reales, civili invest<strong>it</strong>i durante una prova<br />

speciale e nel corso di un trasferimento. La Dakar riprende e,<br />

naturalmente, andrà avanti. non si è mai fermata, neanche quando<br />

il 14 gennaio 1986 morì il suo inventore, thierry Sabine, caduto<br />

con il suo elicottero insieme a Daniel Balavoine, François-Xavier<br />

Bagnoud, nathalie odent e Jean-Paul Lefur. E così via da Mar del<br />

Plata, in fretta, con una mèta lontana, Santa Rosa della Pampa.<br />

Dopo lunghi giorni di compressione, 178 motociclisti hanno scaricato<br />

fiumi di adrenalina sulla pista e sui lunghi, primi chilometri di<br />

trasferimento.<br />

La dakar 2012 è part<strong>it</strong>a, e con essa l’avventura<br />

della 33ma edizione<br />

La prima tappa è, sulla carta, facile. Un primo trasferimento da Mar<br />

del Plata a necochea, da dove prende il via la prima prova speciale<br />

fino a Energia, cortissima per gli “standard” del Raid per definizione,<br />

quindi un interminabile collegamento finale alla volta di Santa<br />

Rosa de la Pampa. 800 chilometri di trasferimenti, meno di 60 per<br />

il primo test cronometrato, facili. Ma la Dakar non è mai facile, e<br />

bisogna impararlo (o ricordarlo) sub<strong>it</strong>o. Le prime tappe devono<br />

essere obbligatoriamente prese “con mucha calma”. Quello che<br />

è facile può esserlo solo apparentemente, ed il fiume di adrenalina<br />

che scorre nelle vene dei partecipanti deve essere rilasciato<br />

lentamente, perchè non si trasformi in una trappola. Cento chilometri<br />

da Mar del Plata, ed ecco necochea. Da qui parte la prima<br />

Speciale, solo 57 chilometri. Pista di terra, un passaggio centrale di<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

una quindicina di chilometri di<br />

terreno sabbioso, sullo sfondo<br />

l’Atlantico, e ancora terra fino al<br />

traguardo. Francisco “Chaleco”<br />

Lopez è part<strong>it</strong>o per la sua sesta<br />

Dakar con qualche apprensione.<br />

non ha avuto molto tempo<br />

per verificare le sue reali condizioni<br />

di forma dopo l’incidente<br />

39


del tunisia, che lo ha tenuto<br />

per molti mesi lontano dalle<br />

piste, fino al Pharaons Rally,<br />

ed alla vigilia della partenza il<br />

cileno aveva prefer<strong>it</strong>o mantenere<br />

un profillo piuttosto basso<br />

sul suo potenziale. Ma poi,<br />

evidentemente, lo “spir<strong>it</strong>u” del<br />

combattente ha ripreso il sopravvento<br />

e, complice l’impegno<br />

moderato imposto dallo<br />

sviluppo della prima Speciale,<br />

Lopez ha rotto gli indugi ed è andato<br />

a vincere con la sua Aprilia<br />

40<br />

CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 LoPEZ (CHL) APRiLiA<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

3 PiZZoL<strong>it</strong>o (ARG) HonDA<br />

4 CoDY (USA) HonDA<br />

5 PRZYGonSKi (PoL) KtM<br />

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6 BARREDA BoRt (ESP) HUSQVARnA<br />

7 SUnDERLAnD (GBR) HonDA<br />

8 FARiA (PRt) KtM<br />

9 CAStEU (FRA) YAMAHA<br />

10 StREEt (USA) YAMAHA<br />

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PRoVE nEWS <strong>Moto</strong>GP DAKAR SPoRt<br />

RXV 4.5 davanti a Marc Coma (KtM) e Javier Pizzol<strong>it</strong>o (Honda).<br />

Pochi secondi di vantaggio sugli insegu<strong>it</strong>ori, ma questa è già una<br />

prima, confortante indicazione dell’impegno a cui il fortissimo<br />

pilota cileno non si sottrae. non fa ancora molto caldo, quando i<br />

Piloti passano lungo la Speciale, ma il terreno è secco, e la polvere<br />

nasconde le insidie, tipicamente un percorso disseminato di avvallamenti<br />

e buche. Meglio prendersela con calma, è la considerazione<br />

di molti, ed è anche quella di Cyril Despres, uno dei principali<br />

favor<strong>it</strong>i per la v<strong>it</strong>toria finale, che termina la Speciale al tredicesimo<br />

posto, a quasi due minuti dal vinc<strong>it</strong>ore. Più decisa l’azione di Marc<br />

Coma, Campione in carica della Dakar, che chiude 14 secondi alle<br />

spalle di Lopez Migliore degli <strong>it</strong>aliani al termine della prima tappa<br />

e Alessandro Botturi, al debutto tra le file del neonato Bordone-<br />

Ferrari Racing team.<br />

Il “Giallo” dei Quad esclusi dalla classifica<br />

Una prima polemica ha imperversato sul “Villaggio della Dakar” di<br />

Mar Del Plata. 9 Quad, degli oltre trenta iscr<strong>it</strong>ti, sono stati “ricusati”<br />

alle verifiiche, perchè non r<strong>it</strong>enuti configurati nel rispetto del nuovo<br />

regolamento tecnico della Dakar.<br />

in particolare sono state messe in discussione la cilindrata (900cc<br />

invece degli ammessi 750cc) e gli allestimenti, che non amettono<br />

mezzi ibrii costru<strong>it</strong>i con telaio e motore di diversa provenienza, e<br />

che devono potersi riferire ad un veicolo di serie omologato, con<br />

esclusione, quindi, dei prototipi.<br />

nell’insieme ai Quad di Josef Machacek, Lukasz Laskawiec, Christophe<br />

Declerck, Rafal Sonik, Antoine Lecomte, norberto Cangani<br />

e Maciej Albinowski è stato concesso di accedere alla classifica dei<br />

veicoli t3, i leggeri UtV per intendersi.<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

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la Dakar e la parte oscura<br />

della nostra passione<br />

di Piero Batini | negli ultimi anni mi è parso di assistere ad una<br />

crescente consapevolezza, da parte dei partecipanti alla Dakar, della<br />

presenza del rischio in questa corsa appassionante da cui mi sono<br />

allontanato per poi riavvicinarmi<br />

Non è mai facile affrontare<br />

la parte oscura<br />

della nostra passione.<br />

troppo spesso questa è dipinta<br />

dei colori dell’entusiasmo, con<br />

quella pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à intransigente<br />

che accende i toni più vividi e<br />

tende a cancellare le tonal<strong>it</strong>à<br />

meno avvincenti. La Dakar è<br />

una lunga storia di passione e<br />

di entusiasmi, ma è anche la<br />

storia triste di decine di tristissime<br />

vicende. La morte è l’altra<br />

facciata di uno sport rischioso,<br />

è l’emblema del rischio nella<br />

sua forma più acuta ed esemplare,<br />

ed anche, spesso, la più<br />

trascurata poichè non valutata,<br />

sottovalutata o r<strong>it</strong>enuta un<br />

evento del tutto fortu<strong>it</strong>o, quindi<br />

ingestibile. Dalla sua prima<br />

edizione la Dakar ha iniziato a<br />

contare i suoi morti. nel 1979 fu<br />

Patrick Dodin, caduto mentre<br />

tentava di allacciarsi il casco<br />

per prendere il via della tappa<br />

Agadez - tahoua. il 1° gennaio<br />

2012 è la volta di Jorge Andrés<br />

Martinez Boero, padre di una<br />

bambina di due anni, e figlio<br />

d’arte, del Campione nazionale<br />

1982 turismo-Strada. Per una<br />

42<br />

Dakar sono morti piloti, copiloti, meccanici, giornalisti, cantanti,<br />

spettatori. M<strong>it</strong>i, personaggi indimenticabili o ai quali si era legati<br />

da un affetto al di là della relazione di ruolo, come Fabrizio Meoni.<br />

Sono morti mentre pilotavano, colp<strong>it</strong>i dalla pallottola di una disputa<br />

dissennata, come Charles Cabanne, o saltati in aria, come Laurent<br />

Gueguén, su una vecchia mina depos<strong>it</strong>ata per uccidere, ma<br />

in un’altra epoca non potuta cancellare completamente, travolti<br />

da un auto o da una moto in corsa. Quando un fatto luttuoso colpisce<br />

un evento sportivo, e non solo sportivo, certo, il mondo pare<br />

dividersi in più fazioni. C’è chi aggiorna il triste record, chi si sente<br />

immediatamente in dovere di condannare, chi chiama in causa il<br />

destino, chi si riferisce a circostanze del tutto fortu<strong>it</strong>e, quasi estranee<br />

all’evento, chi si preoccupa di ammantare quest’ultimo di fatalismo<br />

e chi di enfatizzarne luoghi ormai divenuti comuni, come<br />

il lapidario “lo spettacolo va avanti”. il Sud America è più sicuro<br />

dell’Africa, si diceva e si dice, ma nel 2009 Pascal terry fu trovato<br />

privo di v<strong>it</strong>a tre giorni dopo essere scomparso, in Argentina. Una<br />

mostruos<strong>it</strong>à incredibile, somma di circostanze paradossali, ma<br />

che ha prodotto lo stesso, infausto es<strong>it</strong>o di un incidente di guida,<br />

di corsa. Ho dovuto passare in rassegna parecchi di questi eventi,<br />

sempre troppi quando sono più di zero, ed ogni volta ho reag<strong>it</strong>o<br />

allo stesso modo, incapace di reagire, inebet<strong>it</strong>o dalla mostruos<strong>it</strong>à<br />

del contrasto passione-morte. incapace anche di assumere una<br />

posizione al riguardo, di intraprendere un’azione diretta tesa a lenire<br />

la tristezza. negli ultimi anni mi è parso di assistere ad una<br />

crescente consapevolezza, da parte dei partecipanti alla Dakar,<br />

della presenza del rischio in questa corsa appassionante. Prima<br />

cap<strong>it</strong>ava anche di pensare che ci fosse una sorta di rifiuto, soprattutto<br />

da parte dei piloti, di r<strong>it</strong>enere la disgrazia un fatto possibile,<br />

o una possibil<strong>it</strong>à che diventasse un destino proprio. E d’altro canto<br />

non mi sono mai sent<strong>it</strong>o di accusare nessuno, in nessun modo,<br />

di leggerezza o di abuso di coraggio. non per superficial<strong>it</strong>à, ma<br />

semplicemente perchè emettere un verdetto così grave è di per sè<br />

un abuso, per gli uomini di questa terra. Dalla Dakar mi sono allontanato,<br />

per poi tornarvi, spinto, respinto e di nuovo attratto dalla<br />

passione per questa avventura per molti versi straordinaria, e non<br />

solo perchè fuori dall’ordinario. Quando morì Richard Sainct, Fabrizio<br />

Meoni disse che il suo amico era morto mentre faceva quello<br />

che gli piaceva. Mi ci è voluto del tempo per pensare che non era<br />

una ragione, una spiegazione, ma semplicemente la definizione<br />

di una circostanza. Da allora continuo a farmi la stessa domanda,<br />

ogni volta che cap<strong>it</strong>a, e mi rispondo che, tra le mille ragioni che<br />

determinano un fatto come quello del 1° gennaio 2012, del quale<br />

si è riluttanti a parlare, l’unica vera è proprio quella circostanza,<br />

che non modifica la grav<strong>it</strong>à dell’evento e non lo posiziona in altro<br />

luogo che in un’atmosfera di indesiderata ed insopportabile tragedia.<br />

La Dakar è ed è stata una corsa con un alto potenziale di<br />

rischio. oggi lo è meno perchè si è cercato in tutti i modi di correre<br />

verso una sempre maggiore, seppure irraggiungibile sicurezza<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

assoluta. Deve essere accettata,<br />

da parte di chi la vive, anche<br />

a queste condizioni, purchè se<br />

ne sia consapevoli e non si r<strong>it</strong>enga<br />

il pericolo una cosa che<br />

non ci riguarda. o rifiutata, se<br />

non c’è ragione al mondo per<br />

accettare il fatto che porti in sé<br />

la possibil<strong>it</strong>à di un rischio fatale.<br />

non c’è ricerca di morale,<br />

in quello che scrivo, è solo un<br />

pensiero che non mi lascia da<br />

quando ho saputo, e che è rivolto<br />

a tutti i cari di Jorge André<br />

Martinez Boero, che non ho mai<br />

conosciuto ma che condivideva<br />

la nostra stessa passione.<br />

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Dakar 2012, 2a tappa. Vince Coma (KtM),<br />

Despres e Barreda ai posti d’onore<br />

di Piero Batini | Ancora 800 chilometri, pochi meno, per la seconda<br />

tappa della Dakar 2012. Partenza da Santa Rosa de la Pampa ed arrivo<br />

a San Rafael<br />

San Rafael, 2 gennaio<br />

2012<br />

i contrafforti delle Ande<br />

si ergono vertiginosi in lontananza,<br />

ad ovest. Partenza<br />

della speciale non lontano da<br />

Algarrobo del Aguila, ed arrivo<br />

sulle sabbie vulcaniche grigiocenere<br />

di nihuil. Ma prima, per<br />

cominciare, un lunghissimo<br />

trasferimento di 400 Km, con<br />

partenza da Santa Rosa che è<br />

ancora notte. Quindi i 295 chilometri<br />

cronometrati. Fondo<br />

duro e sassoso, veloce, nella<br />

prima parte, duro e rapidissimo<br />

nella parte finale prima di<br />

affontare il teatro delle dune di<br />

nihuil, decisamente più lento<br />

e guidato. La prima parte della<br />

PS registra sub<strong>it</strong>o il r<strong>it</strong>orno,<br />

prevedibile, di Cyril Despres,<br />

44<br />

che si porta al comando sfruttando l’ordine di partenza (13° al via<br />

questa mattina da Santa Rosa de la Pampa). Una tattica “normale”,<br />

che impone al francese di sostenere un r<strong>it</strong>mo elevato, pur con una<br />

minore necess<strong>it</strong>à di dedicare troppa attenzione alla navigazione,<br />

e di effettuare un buon numero di sorpassi per portarsi a ridosso<br />

di Lopez e Coma, apripista della seconda PS. nella seconda parte<br />

della Speciale Marc Coma riprende il sopravvento (ma stiamo<br />

parlando di qualche manciata di secondi, in più o in meno), con un<br />

r<strong>it</strong>mo infernale a veloc<strong>it</strong>à molto elevate (dell’ordine dei 160 KM/h).<br />

Lopez resta al terzo posto, con un r<strong>it</strong>ardo che varia tra i trenta secondi<br />

ed il minuto. Scende Javier Pizzol<strong>it</strong>o e salgono Quinn Cody<br />

(Honda) e Joan Barreda, alla guida di una delle cinque Husqvarna<br />

del team tedesco SpeedBrain. Al passaggio all’ultimo waypoint<br />

della Speciale (meno di cinquanta KM dalla partenza) torna per<br />

un momento in testa Cyril Despres, davanti a Marc Coma e Francisco<br />

Lopez. L’ordine d’arrivo della seconda tappa diventa defin<strong>it</strong>ivo<br />

solo quando Marc Coma taglia il traguardo finale e vince davanti a<br />

Cyril Despres e Joan Barreda. Lopez scende al quarto posto, ma è<br />

un arrivo “logico”, che tiene conto del gran lavoro svolto dal cileno<br />

che si è incaricato del maggior impegno di navigazione. L’arrivo<br />

di San Rafael conferma anche l’autor<strong>it</strong>à con cui i principali favor<strong>it</strong>i<br />

al successo finale interpretano la loro parte in queste primissime<br />

fasi della corsa. Per buona pace di quegli incontentabili denigratori<br />

che volevano farci credere Coma e Despres al capolinea del loro<br />

epico ciclo di supremazia. Ancora una grande tappa di Alessandro<br />

Botturi, primo degli <strong>it</strong>aliani nella Dakar dell’esordio del gigante di<br />

Lumezzane.<br />

Le prime dichiarazioni<br />

“Sta andando benino, dai - ha dichiarato Alessandro Botturi-.<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

Gara difficile, fa caldo e la pista<br />

era piuttosto bruttina.<br />

Ma la corsa è bella, la Dakar è<br />

la Dakar.<br />

Bisogna fare molta attenzione<br />

alla navigazione, ma mi aspetto<br />

maggiori difficoltà nella tappa<br />

di Fiambala”.<br />

45


CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 CoMA (ESP) KtM<br />

2 DESPRES (FRA) KtM<br />

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3 BARREDA BoRt (ESP) HUSQVARnA<br />

4 LoPEZ (CHL) APRiLiA<br />

5 PRZYGonSKi (PoL) KtM<br />

6 CAStEU (FRA) YAMAHA<br />

7 ULLEVALSEtER (noR) KtM<br />

8 PiZZoL<strong>it</strong>o (ARG) HonDA<br />

9 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

10 FARiA (PRt) KtM<br />

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46 47<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

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Dakar 2012, 2a tappa. “animali” da Corsa.<br />

lopez, Botturi e aubert<br />

di Piero Batini | Ancora 800 chilometri, pochi meno, per la seconda<br />

tappa della Dakar 2012. Partenza da Santa Rosa de la Pampa ed arrivo<br />

a San Rafael<br />

San Rafael, 2 gennaio<br />

2012<br />

Se fa male svegliarsi e<br />

scoprire dentro la Dakar il germe<br />

della tragedia (non è fin<strong>it</strong>a<br />

lì, ieri, per il capodanno della<br />

33ma edizione: Luis Soldavini,<br />

37 anni, ed il figlio thomas, di<br />

11, che sorvolavalano la corsa<br />

con un ultraleggero sono precip<strong>it</strong>ati<br />

ed hanno perso la v<strong>it</strong>a) fa,<br />

48<br />

invece, veramente bene r<strong>it</strong>rovare una Dakar intatta sotto il profilo<br />

delle aspettative agonistiche che si sono formate nei lunghi mesi<br />

della sua infin<strong>it</strong>a istruttoria. A differenza di ogni altra corsa, la Dakar<br />

è un obiettivo singolo, unico. Di una stagione intera, a volte di<br />

una v<strong>it</strong>a, e per questo i moventi che ispira sono tremendamente<br />

importanti. Chiaro: il propos<strong>it</strong>o di tutti è centrare quell’obiettivo,<br />

sia esso uno qualsiasi, ma non è mai di bassa lega, o uno commisurato<br />

con il proprio potenziale umano e sportivo, già precedentemente<br />

espresso, ed in questo caso l’asticella viene posizionata un<br />

po’ più in alto, o in attesa di divenire manifesto. i Piloti della Dakar<br />

sono “animali da corsa”, gente con una marcia in più sotto molti<br />

aspetti. Sono caratterizzati da una resistenza fisica ed un potere<br />

di concentrazione fuori dal comune, hanno coraggio e quel livello<br />

di determinazione che vorremmo avere tutti. Credete, il tempo<br />

degli inscoscienti, estrosi ed un po’ fuori di testa, che si lanciavano<br />

allo sbaraglio, è fin<strong>it</strong>o. oggi il Pilota che parte per una Dakar porta<br />

sulle spalle un bagaglio di doti umane, di talento e, naturalmente,<br />

psico-fisiche fuori dall’ordinario. Un bagaglio pesante ed esplosivo,<br />

la cui miccia è comune, per tutti: la passione per questo genere<br />

di corse, per questo Rally.<br />

Francisco Lopez<br />

Francisco Lopez, 36 anni, ha davvero rischiato la v<strong>it</strong>a in tunisia,<br />

neanche un anno fa, ed avrebbe potuto smettere di correre e dedicarsi<br />

a qualcos’altro o, in modo meno traumatico, “riciclarsi”<br />

come pilota di auto o di Camion. no. La sua passione è correre in<br />

moto alla Dakar. Sospeso per mesi tra il poter continuare a correre<br />

in moto ed essere obbligato a smettere, “Chaleco” ha perseverato<br />

nella preparazione per la Dakar, impegnandosi e sacrificandosi<br />

per un obiettivo tutt’altro che certo: riuscire a partire per la sesta<br />

volta. non più obiettivi di gloria ma, semplicemente, come per<br />

molti amatori, riuscire ad essere al via. Pochi giorni prima della<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

partenza Francisco ha convocato<br />

una conferenza stampa,<br />

ed io ho temuto che in quell’occasione<br />

avrebbe dato l’annuncio<br />

della sua resa. invece non è<br />

stato così. Lopez ha riassunto<br />

freddamente la sua s<strong>it</strong>uazione,<br />

definendola non ottimale. il recupero<br />

non è completo, la preparazione<br />

fisica non sufficiente<br />

per “reggere” un’intera Dakar.<br />

Ma la decisione è stata ugualmente<br />

ferma: partire, e mon<strong>it</strong>orare<br />

giorno per giorno le sue<br />

condizioni. il primo giorno non<br />

contava molto, ma ha fin<strong>it</strong>o per<br />

essere fondamentale. tornare<br />

a vincere, seppure in una corta<br />

speciale come quella della<br />

prima tappa, è il visto di r<strong>it</strong>orno<br />

del Pilota, la certificazione<br />

49


che tutto il suo talento è ancora<br />

a disposizione. La seconda<br />

tappa era, invece, “autentica”.<br />

Lunghissima, con una speciale<br />

velocissima e rischiosa, con<br />

un caldo asfissiante. Lopez ha<br />

aperto la pista per buona parte<br />

della giornata, ha concluso con<br />

un eccezionale quarto posto, è<br />

secondo in classifica generale.<br />

in tre parole: Lopez c’è.<br />

alessando Botturi<br />

Alessando Botturi, 36 anni.<br />

Campione di Rugby, Campione<br />

di Enduro. Un fisico colossale,<br />

la passione per le gare “dure”,<br />

estreme, un carattere calmo,<br />

semplice e determinato.<br />

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il nuovo team Bordone-Ferrari è nato anche, almeno un po’, attorno<br />

al Campione di Lumezzane, che non si capac<strong>it</strong>a ancora della<br />

fortuna che ha avuto, entrare alla Dakar... dalla porta principale.<br />

Dopo due giorni di gara Botturi è il migliore degli <strong>it</strong>aliani, sedicesimo<br />

assoluto, ed anche questo è un fatto a cui stenta a credere.<br />

Per due volte Alessandro ha dovuto imparare a fare qualcosa di<br />

importante, e per due volte è riusc<strong>it</strong>o a farlo bene. nessun dubbio<br />

che cercherà di fare altrettanto la terza volta che riparte da zero.<br />

Botturi è spinto da una passione spropos<strong>it</strong>ata per questa corsa,<br />

è ancora più sognante che “presente”, e si rammarica continuamente<br />

di non essere ancora pronto per questo genere di corse, di<br />

non essere ancora padrone delle necessarie tecniche di navigazione.<br />

Però è contento, attento, umile e determinato come non mai.<br />

Perchè la Dakar gli piace.<br />

Johny aubert<br />

Quello di Johnny Aubert, 31 anni, è il debutto di questa Dakar<br />

che preferisco. Posso avere simpatia per un pilota? Essere tifoso<br />

anche io? Bene: io tifo per Johnny Aubert. Aubert è stata una<br />

grandissim promessa, mancata, del <strong>Moto</strong>cross francese, ed ha<br />

buttato via una carriera, anche per colpa sua. nell’Enduro è arrivato<br />

grazie a Filippo “Pippo” Lamotte, che dice di averlo messo “in<br />

riga”. Ma Pippo scherza, perché non è vero. Johnny si è messo in<br />

riga da solo, è diventato due volte Campione del Mondo ed è uno<br />

dei più forti Piloti, in assoluto, oggi in circolazione. talento a parte,<br />

in Aubert confluiscono due caratteristiche difficili da miscelare:<br />

una calma prossima alla freddezza e l’entusiasmo travolgente. Riuscire<br />

a dare a questa miscela esplosiva un equilibrio controllato<br />

diventa una forza (talento a parte, ancora). Sin da bambino Aubert<br />

ha coltivato un sogno, messogli in testa dal padre: correre alla Dakar.<br />

Per oltre un anno si è avvicinato con circospezione al sogno,<br />

trasformandolo pian piano in una realtà praticabile. Finalmente,<br />

chiuso il Mondiale 2011, Johny è part<strong>it</strong>o per Mattighofem deciso: o<br />

lo lasciavano partecipare alla Dakar o smetteva. Ed eccolo, anche<br />

lui, “dentro” attraverso la porta principale, ufficiale KtM (anche se<br />

con un profilo più basso). nella prima tappa Aubert si è “incartato”<br />

un paio di volte con il trip che non funzionava, nella seconda è<br />

caduto, ha piegato il manubrio ed è rimasto fermo per aggiustare<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

la moto, perdendo una diecina<br />

di posizioni. All’inizio si è innervos<strong>it</strong>o,<br />

perchè sentiva addosso<br />

la pressione del tempo perso,<br />

come il Pilota di Enduro. Poi ci<br />

ha sorriso sù e, come un Campione<br />

consumato, ha imparato<br />

la lezione della pazienza, della<br />

calma necessaria per affrontare<br />

quindici giorni di inferno<br />

con i nervi saldi. Ha cap<strong>it</strong>o anche<br />

quanto sia diverso correre<br />

contro il tempo ad una veloc<strong>it</strong>à<br />

relativamente bassa e passare,<br />

invece, un’intera giornata sempre,<br />

o quasi, lanciato come un<br />

missile.<br />

La Dakar si vince prima di tutto<br />

dentro la testa.<br />

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Dakar 2012, 3a tappa.<br />

Vince Cyril Despres (KtM)<br />

di Piero Batini | Secondo posto all’olandese Frans Verhoeven (Sherco)<br />

e 3° Paulo Gonçalves (Husqvarna). Marc Coma (KtM) si perde e<br />

regala all’avversario “storico” la leadership. 10 minuti da recuperare<br />

per lo spagnolo<br />

San Juan, 3 gennaio<br />

2012<br />

Poco meno di 300 chilometri<br />

di trasferimento, e 270<br />

di Prova Speciale, con partenza<br />

dalla c<strong>it</strong>tadina di Uspallata. La<br />

terza tappa della Dakar 2012<br />

scorre l’allineamento della Cordillera<br />

verso nord e collega San<br />

Rafael a San Juan con sensibili<br />

escursioni altimetriche, tre volte<br />

ai tre mila metri s.l.m ed una<br />

“picchiata giù fino ai mille metri<br />

per il rifornimento di metà Speciale.<br />

La prova cronometrata è<br />

dura, su terreni pietrosi ed insidiosi,<br />

con passaggi molto tecnici<br />

e guidati in un contesto paesaggistico<br />

a tratti sontuoso, a<br />

tratti difficile tale da richiamare<br />

52<br />

il massimo impegno di concentrazione nella guida. il primo test<br />

espressamente “dedicato” alla robustezza della meccanica, della<br />

ciclistica e dell’allestimento delle macchine da “guerra” della<br />

Dakar. Cyril Despres deve andare all’attacco del “nemico”, sin dai<br />

primi chilometri della Speciale, se vuole erodere la distanza, quasi<br />

3 minuti nella generale a San Rafael, che lo separa dal leader della<br />

provvisoria, Marc Coma. il francese parte a testa bassa, sfruttando<br />

l’ordine di partenza, due minuti di intervallo tra un concorrente<br />

e l’altro. Al primo Controllo di Passaggio, attorno al 40° KM,<br />

Despres recupera una ventina di secondi. Cyril mette pressione<br />

a Coma, la sua strategia è chiara e senza alternative: sfruttare le<br />

partenze posticipate rispetto ai battistrada, ed ev<strong>it</strong>are di aprire la<br />

pista e di correre “navigando” per gli altri. niente di “moralmente”<br />

scorretto. Una volta che un concorrente passa a comando, gli altri<br />

possono “sfruttare” il suo lavoro. Al rifornento, però Marc Coma<br />

ha già reag<strong>it</strong>o all’attacco del “collega”, e torna in testa con 15 secondi<br />

di vantaggio su Despres. L’olandese Frans Verhoeven ed il<br />

portoghese Goncalves si lanciano alla conquista di un podio, e si<br />

contendono la terza piazza provvisoria, due minuti più in basso<br />

degli inarrivabili Coma e Despres. Ancor più indietro, a partire da<br />

tre minuti (e stiamo parlando dei primi cento Km della Speciale!)<br />

Lopez, che si è perso per alcuni chilometri, Rodrigues, i “portatori<br />

d’acqua” di Coma e Despres, Marc Pedrero e Ruben Faria. Si<br />

delinea abbastanza chiaramente, così, anche un altro spartiacque<br />

tattico, non nuovo alla Dakar da ormai diversi anni: se Coma e Despres<br />

hanno rotto gli indugi e lanciato la loro sfida personale uno<br />

contro l’altro e contro la Dakar, agli altri piloti non resta che optare<br />

per una tattica più attendista, quasi in un atto di sottomissione ai<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

due iper-Campioni. Lopez, Rodriguez,<br />

Pain, Casteu, tutti hanno<br />

scelto questa strada. Ed è a<br />

questo punto che si mettono in<br />

mostra quelli che vivono la Dakar<br />

giorno per giorno, andando<br />

alla ricerca di un momento<br />

di gloria, come Verhoeven,<br />

53


Goncalves, appunto, o<br />

Przygonski. A meno di 80 chilometri<br />

dal traguardo il colpo di<br />

scena che da una nuova forma<br />

alla tappa e alla corsa. Marc<br />

Coma, che è passato dal CP<br />

3 con soltanto due secondi di<br />

vantaggio, parte su una pista<br />

nella direzione sbagliata, e copre<br />

un “extra” percorso di una<br />

diecina di chilometri, perdendo<br />

il comando della tappa e la leadership<br />

della corsa. Un errore<br />

di navigazione, importante, che<br />

costa allo spagnolo un r<strong>it</strong>ardo<br />

54<br />

CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 DESPRES (FRA) KtM<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

3 CAStEU (FRA) YAMAHA<br />

4 LoPEZ (CHL) APRiLiA<br />

5 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

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6 GonCALVES (PRt) HUSQVARnA<br />

7 PiZZoL<strong>it</strong>o (ARG) HonDA<br />

8 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

9 GARCiA (ESP) KtM<br />

10 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

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vistoso. il momento è particolarmente proprizio per Cyril Despres,<br />

che può rallentare e controllare il finale della sua tappa, consapevole<br />

di aver ricevuto un regalo importante, e sinceramente “ined<strong>it</strong>o”<br />

ed insperabile, proprio dal suo avversario “storico”. Al traguardo<br />

Cyril è molto stanco, provato dalla durezza della tappa e<br />

dal caldo sofferto, ma la sua classifica diventa il miglior ristoro per<br />

il nuovo leader della generale, oltre dieci minuti davanti a Coma.<br />

Forti distacchi alle spalle del vinc<strong>it</strong>ore della terza tappa, Verhoeven<br />

e Goncalves e otto minuti, Helder Rodrigues a dieci, Alain Duclos<br />

e David Casteu a undici. Marc Coma taglia il traguardo in settima<br />

posizione, 13 minuti alle spalle di Despres. Cade ed è costretto<br />

al r<strong>it</strong>iro l’americano Quinn Cody, soccorso dall’ass<strong>it</strong>ente veloce di<br />

Marc Coma, Marc Pedrero. Dakar dura? Sì, Dakar durissima, sin<br />

dalle prime battute. nel corso della seconda tappa si è r<strong>it</strong>irato Alex<br />

Zanotti, fermato da un problema di mousse (i “salsicciotti” usati al<br />

posto delle camere d’aria) e di motore a causa di un rifornimento<br />

con carburante “sporco”. Alex è rimasto a lungo fermo nel deserto,<br />

sotto il sole, tentando di aggiustare, e non ha es<strong>it</strong>ato a chiamare<br />

i soccorsi quando ha avvert<strong>it</strong>o i primi sintomi di un colpo di calore.<br />

Fa molto caldo, oltre 40 gradi all’ombra al bivacco disposto<br />

nell’autodromo El Zonda di San Juan. Peggio è andata al francese<br />

Sebastien Coue, trovato privo di conoscenza nelle dune di nihuil<br />

per una crisi ipertermica, e trasportato all’ospedale di San Rafael<br />

ormai in coma.<br />

ora Sebastien sta meglio, la crisi è superata. Sta meglio anche<br />

Bruno da Costa, il simpatico francese che ha avuto un terrificante<br />

incidente andando a collidere con una... mucca (la sua moto è andata<br />

a fuoco) lungo il percorso della seconda Speciale, ed è ripart<strong>it</strong>o<br />

l’argentino Sergio Cerdera, che ha invest<strong>it</strong>o un cavallo durante<br />

il trasferimento.<br />

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Dakar 2012, 3a tappa.<br />

anche i campioni sbagliano<br />

di Piero Batini | Come è possibile che uno come Marc Coma sbagli<br />

strada? E quanto può contare un errore come questo? tipi di errore<br />

San Juan, 3 gennaio<br />

2012.<br />

La modal<strong>it</strong>à dell’errore<br />

di Coma è stata chiar<strong>it</strong>a. Marc<br />

ha sbagliato strada al chilometro<br />

162, là dove sulla pista<br />

si presentava un bivio di non<br />

secondaria importanza. il percorso<br />

della terza tappa, infatti,<br />

prevedeva due tracciati diversi<br />

per le moto e per le auto, con<br />

una prima parte, fino al KM<br />

162, appunto, in comune. Le<br />

piste prendevano direzioni diverse<br />

per poi ricongiungersi in<br />

prossim<strong>it</strong>à dell’arrivo di tappa a<br />

San Juan. Caldo infernale, piste<br />

dannate disseminate di sassi<br />

e trabocchetti, navigazione,<br />

guarda caso, “appunt<strong>it</strong>a”, andatura<br />

decisamente sostenuta,<br />

nessuna traccia sulla pista, poichè<br />

nessun altro pilota era passato<br />

prima di lui, ed il comp<strong>it</strong>o<br />

ingrato di decifrare in perfetta<br />

sol<strong>it</strong>udine le note del road book<br />

aprendo la strada ai piloti che lo<br />

seguivano, primo fra tutti Cyril<br />

Despres con “il dento avvelenato”.<br />

Questo è lo scenario in cui<br />

si è trovato Marc. La nota “incriminata”<br />

era stata evidenziata<br />

sul road book di Coma, come<br />

tutte quelle che rappresentano<br />

un potenziale di errore che può<br />

56<br />

essere determinante (o che riferiscono di una s<strong>it</strong>uazione potenzialmente<br />

pericolosa), ma in quel punto Marc, pensando ad un CP<br />

che gli organizzatori avevano inizialmente previsto, e che poi era<br />

stato cancellato, si è confuso, quel tanto che basta per sbagliare e<br />

lanciarsi ignaro sulla pista riservata alle auto. Sfortuna vuole che<br />

la nota successiva fosse posizionata sei chilometri più avanti, e<br />

così solo dopo aver percorso quel tratto Coma ha potuto rendersi<br />

conto che si trovava sulla pista sbagliata. Sei KM ad andare, sei<br />

a tornare per riprendere la direzione corretta, ed ecco che dieci<br />

minuti si erano aggiunti alle fatiche, non poche, della giornata, e<br />

venivano offerti su un vassoio d’argento al vinc<strong>it</strong>ore della terza<br />

tappa e nuovo leader della corsa, Cyril Despres. Coma ha provato<br />

a forzare l’andatura per lim<strong>it</strong>are i danni, ma la pista era in quel tratto<br />

particolarmente insidiosa, e prendere dei rischi per recuperare<br />

una piccola parte del tempo perduto avrebbe potuto rapresentare<br />

un errore ben più grave. Un “semplice” errore, dunque, un attimo<br />

di confusione, che molti hanno defin<strong>it</strong>o clamoroso, condannando<br />

allo stesso tempo la corsa di Coma. non è vera né l’una né l’altra<br />

cosa. innanz<strong>it</strong>utto di errori come questo i Piloti ne fanno più di uno<br />

durante una corsa lunga come la Dakar, quello che cambia è la<br />

“grav<strong>it</strong>à”, in termini di conseguenze, dell’errore, ed in questo caso<br />

è comprensibile che dieci minuti “regalati” all’avversario siano da<br />

considerare “clamorosi”. E non è vero che la corsa di Coma è condannata.<br />

non è certo come in quel venerdì nero del gennaio 2007<br />

quando Marc Coma, proprio lui, largarmente in testa alla corsa ad<br />

una tappa dalla fine, sbagliò strada e, preso dal panico, andò ad<br />

urtare il ramo di un albero, cadde e rimase per qualche attimo privo<br />

di conoscenza, a sei chilometri dalla pista giusta, e fu costretto<br />

al r<strong>it</strong>iro. Cyril Despres, fino a quel momento anni luce dietro al<br />

campione catalano, ebbe in “regalo”, come ieri la terza tappa della<br />

33ma edizione, la v<strong>it</strong>toria della Dakar.<br />

Gli errori di navigazione<br />

L’errore di navigazione è un elemento chiave nello svolgimento<br />

dei Rally, ed è la dimostrazione pratica di quanto sia importante la<br />

navigazione e complessa la disciplina, specialmente per i motociclisti<br />

che devono fare tutto da soli. L’errore di navigazione è fondamentalmente<br />

di tre tipi.<br />

C’è quello legato alla cattiva interpretazione della nota del road<br />

book, quando cioè in presenza di una cambio di direzione lo sbaglio<br />

è totale, quello dello scambio di note per il non perfetto allineamento<br />

delle note con il tripmaster (il conta chilometri delle “navi”<br />

del deserto della dakar), ed in questo caso succede che uno interpreta<br />

correttamente la nota del road book... salvo che la nota giusta<br />

non è quella, ma lo è quella sub<strong>it</strong>o prima o sub<strong>it</strong>o dopo, e quello<br />

derivante da una disattenzione, anche di un solo, brevissimo attimo,<br />

nel quale il pilota per un motivo o per un altro pensa ad altro<br />

o non presta sufficiente attenzione alla navigazione. Marc Coma<br />

ha commesso quest’ultimo tipo di errore, come detto abbastanza<br />

comune e solo più raro in un Campione come il catalano. Un errore<br />

che dovremmo considerare banale, non fosse che è stato pun<strong>it</strong>o<br />

con una “sanzione” rilevante, esemplare.<br />

Le conseguenze<br />

Lo scenario che si presenta adesso è tutt’altro che deludente.<br />

Mancano “solo” undici tappe alla fine. il che vuol dire che Marc<br />

Coma deve recuperare meno di un minuto al giorno, in media,<br />

all’avversario, per recuperare l’errore della terza tappa e ri-allinearsi<br />

al pronostico che lo vuole principale favor<strong>it</strong>o. Credo che Coma<br />

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tenterà di compiere “l’operazione”<br />

in un numero minore di<br />

tappe, diciamo tre non consecutive,<br />

scatenando un altro tipo<br />

di inferno di cui solo lui è capace,<br />

avendolo già dimostrato in<br />

passato. Questo non vuol dire<br />

fare i conti senza l’oste, ovvero<br />

considerare Despres alla stregua<br />

di uno sparring partner. A<br />

Despres è data l’occasione di<br />

amministrare la corsa con un<br />

vantaggio vistoso, e di gestirla<br />

rintuzzando gli attacchi del nemico<br />

utilizzando tutto il talento<br />

di cui il francese è depos<strong>it</strong>ario.<br />

Despres non ha ancora vinto, e<br />

Coma non ha ancora perso. La<br />

corsa si accenderà di un nuovo,<br />

stimolante interesse, ed a<br />

farne le spese, probabilmente,<br />

saranno “the others”, che si<br />

vedranno ulteriormente rubata<br />

un’altra fetta di scena.<br />

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Dakar 2012, 4a tappa. Bis di Coma, che<br />

vince e recupera su Despres, secondo<br />

di Piero Batini | Affare a due. Marc Coma (KtM) vince e recupera due<br />

minuti a Cyril Despres (KtM), secondo al traguardo di Chilec<strong>it</strong>o. Helder<br />

Rodrigues (Yamaha) è terzo<br />

Chilec<strong>it</strong>o, 4 gennaio<br />

2012<br />

La Prova Speciale della<br />

quarta tappa è lunga 326 chilometri<br />

e parte dalla c<strong>it</strong>tadina di<br />

Guandacol, ma prima e dopo la<br />

prova cronometrata i concorrenti<br />

devono “subire” ancora<br />

due lunghi trasferimenti, di<br />

270 KM prima della PS e di 150<br />

dopo, per un totale di oltre 400<br />

KM. Cresce la lunghezza delle<br />

prove e si mantiene elevato il<br />

chilometraggio dei trasferimenti.<br />

Grande fatica. Attraverso<br />

la provincia della Rioja i<br />

terreni sono ancora una volta<br />

“scassamacchine”, duri, con<br />

molti torrenti in secca, polvere<br />

e pietre ovunque. impossibile<br />

fissare un r<strong>it</strong>mo decente e<br />

“respirare”. Come nella tappa<br />

58<br />

precedente, la navigazione gioca un ruolo chiave, e siamo ancora<br />

ben lontani dalle lunghe tirate “al Cap” per diecine di chilometri.<br />

Molti bivi, cambi di direzione e piste che partono per le più disparate<br />

direzioni. neanche a dirlo, il caldo e la fatica accumulati nelle<br />

prime giornate di gara cominciano a lasciare il segno, e la “roulette”<br />

dei colpi di scena è sempre in agguato. i paesaggi maestosi<br />

della Cordillera scorrono ad ovest, quasi i piloti stessero cercando<br />

un varco per passare dall’altra parte, in Cile, dove la Dakar si distenderà<br />

nel deserto di Atacama. Giornata difficile per lanciare un<br />

attacco, più che mai opportuna per fare attenzione alle meccaniche<br />

e ridurre al minimo i rischi. navigazione e r<strong>it</strong>mo sono un incubo.<br />

Meno di cento chilometri e Paulo Goncalves, terzo a traguardo<br />

di San Juan, è già perso verso ovest mentre tutti gli altri seguono<br />

la pista giusta verso nord Est. La media generale della corsa cala,<br />

Despres, costretto ad aprire la strada, non ha nessun interesse<br />

a forzare l’andatura, e si lascia avvicinare da Frans Verhoeven, il<br />

funambolico olandese della Husqvarna. Marc Coma spinge più<br />

forte, è obbligato, ed anche se il terreno non è l’ideale il Campione<br />

in carica deve sfruttare il vantaggio di partire cinque posizioni alle<br />

spalle di Despres. il recupero inizia già nella parte più alta della Speciale,<br />

a più di 3.000 metri di alt<strong>it</strong>udine, quando lo spagnolo erode<br />

oltre due minuti al leader della corsa, conducendo davanti all’idolo<br />

sudamericano Francisco Lopez. Despres si riprende ed aumenta<br />

la propria andatura, e riduce a meno di due minuti lo svantaggio<br />

poco prima della sosta per il rifornimento, circa 140 KM dalla partenza.<br />

La distanza tra i due Super Campioni cresce progressivamente<br />

e si accorcia, un “elastico” riservato solo ai due Assi. Helder<br />

Rodrigues, il portoghese Campione del Mondo protagonista di una<br />

gara molto accorta, si unisce per la prima volta in questa Dakar<br />

ai “colleghi”, e ricompone il “tr<strong>it</strong>tico” che ha guidato la Dakar e<br />

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l’intera stagione 2011. Dopo<br />

il rifornimento Marc Coma,<br />

part<strong>it</strong>o in Speciale dieci minuti<br />

dopo Despres, decide che è arrivato<br />

il momento di provarci.<br />

Alza il r<strong>it</strong>mo ad un lim<strong>it</strong>e insostenibile<br />

per Despres, e recupera<br />

rapidamente, chilometro<br />

59


dopo chilometro, un minuto<br />

circa ogni 50, 60 chilometri. il<br />

suo vantaggio cresce di conseguenza<br />

e sale fino a toccare<br />

un massimo di quasi quattro<br />

minuti a circa cento chilometri<br />

dalla fine della Speciale. Helder<br />

Rodrigues, Joan Barreda, Paulo<br />

Goncalves, Francisco Lopez<br />

sono sempre più indietro, tra i<br />

sei ed i dieci minuti. nel finale<br />

Coma cala un poco, ed a Condado,<br />

dove è posizionato il traguardo,<br />

Cyril Despres, che si è<br />

incaricato di “navigare” per<br />

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6 GonCALVES (PRt) HUSQVARnA<br />

7 VERHoEVEn (nLD) SHERCo<br />

8 GARCiA (ESP) KtM<br />

9 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

10 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

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oltre 300 chilometri, trans<strong>it</strong>a per primo, quattro ore e diciotto minuti<br />

dopo essersi lanciato in Speciale. il francese si ferma e comincia<br />

contare.<br />

i minuti passano. Cyril ne conta otto prima che anche Coma passi<br />

sotto lo striscione. Lo spagnolo, che vince la tappa davanti a<br />

Despres, Verhoeven e Rodrigues, ha recuperato poco più di due<br />

minuti. La Dakar è solo iniziata! Una preoccupazione incombe da<br />

ieri sulla Dakar. Al Passo San Frasisco, trans<strong>it</strong>o verso la regione di<br />

Atacama, in Cile, della carovana della Dakar previsto per venerdì,<br />

intanto, imperversa una tempesta di neve, e l’accesso dalla parte<br />

argentina è bloccato. Le previsioni non sono rassicuranti, e stride<br />

un po’ pensare ai contrasti termici ai quali saranno sottoposti<br />

i partecipanti della Dakar 2012. La logistica dell’intera corsa è appesa<br />

al filo di decisioni da prendere all’ultimo momento in funzione<br />

dell’evoluzione del meteo.<br />

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Dakar 2012, 5a tappa: successo per<br />

Despres, che precede Coma e Barreda<br />

di Piero Batini | Secondo successo anche per Despres, che precede<br />

Coma sul traguardo di Fiambala. terzo Barreda. Rimaneggiata la tappa<br />

argentina più temibile: speciale ridotta a 186 km<br />

Fiambala, 5 gennaio 2012<br />

Per Marc Coma non è<br />

la tappa ideale per recuperare,<br />

non lo è affatto. Lo<br />

spagnolo deve aprire la pista,<br />

quindi correre i maggiori rischi<br />

legati alla navigazione, ed in<br />

ogni caso lascia sulla pista le<br />

chiare tracce del suo passaggio.<br />

Come dire: “Segu<strong>it</strong>emi!”<br />

agli altri. il chilometraggio totale<br />

della prova, inoltre, accorciata<br />

in conseguenza delle<br />

pessime condizioni atmosferiche<br />

che hanno devastato la<br />

parte finale della Speciale inizialmente<br />

prevista, è ridotto a<br />

186 chilometri, e non è su una<br />

distanza così corta che lo spagnolo<br />

può pensare di fare una<br />

differenza significativa. E così,<br />

al primo waypoint, Despres è in<br />

testa, poco meno di un minuto di vantaggio sullo spagnolo. intanto<br />

Frans Verhoeven, il Pilota Sherco terzo al traguardo della 4a tappa,<br />

si ferma ad una quindicina di chilometri dal via, riesce a ripartire<br />

dieci minuti dopo, ma l’olandese è costretto a nuove soste e quindi<br />

a rientrare al bivacco di partenza. Anche Francisco Lopez procede<br />

più lentamente nei primi chilometri della Speciale, e così Alain Duclos,<br />

il francese che presta i sui servizi al pilota cileno dell’Aprilia.<br />

Marc Coma gioca la carta di portare Despres fuori strada, e prende<br />

una direzione più a nord rispetto al road book, ma il francese<br />

non abbocca ed i “duellanti” rientrano presto sulla pista giusta. il<br />

vantaggio di Despres su Coma si mantiene perfettamente costante<br />

anche al primo controllo di passaggio, due terzi della Speciale.<br />

Al CP del KM 128 resta comunque inesorabile il “gap” imposto da<br />

Marc e Cyril ai Piloti insegu<strong>it</strong>ori, nell’ordine Helder Rodrigues, Joan<br />

Barreda, il 29enne slovacco Stefan Sv<strong>it</strong>ko ed il primo “ufficiale” Yamaha,<br />

David Casteu. L’Aprilia di Francisco Lopez è decima, dieci<br />

minuti di r<strong>it</strong>ardo dalla testa della corsa.<br />

L’ultimo terzo della Speciale è perfettamente ininfluente<br />

Despres, incollato alla ruota di Marc Coma, allunga ancora, leggermente,<br />

sullo spagnolo, e chiude con il secondo successo personale<br />

in questa Dakar, un minuto e quarantuno secondi di vantaggio<br />

su Coma. tutto da rifare per lo spagnolo, che torna a dieci minuti<br />

dal francese nella generale provvisoria. Al terzo posto chiude lo<br />

spagnolo Joan Barreda, con la Husqvarna-SpeedBrain, al quarto<br />

Stefan Sv<strong>it</strong>ko (KtM) ed al quinto Jordi Viladoms (KtM). Finale con<br />

piccolo colpo di scena, invece, per il portoghese Helder Rodrigues,<br />

terzo fino al Controllo di Passaggio, che si è perso nell’ultimo tratto<br />

della Speciale ed ha chiuso con oltre venti minuti di r<strong>it</strong>ardo.<br />

Alessandro Botturi, primo degli <strong>it</strong>aliani, è sedicesimo.<br />

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La tappa “riformattata”<br />

Una giornata relativamente<br />

corta, con un trasferimento iniziale<br />

di soli 150 chilometri, e la<br />

Prova Speciale di 265. Questo<br />

il programma originale, sulla<br />

carta, della 5a tappa della Dakar<br />

2012, per le moto. Le auto,


64<br />

CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 DESPRES (FRA) KtM<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 LoPEZ (CHL) APRiLiA<br />

infatti, sono inviate su un altro<br />

tracciato, più a ovest, e non<br />

interferiscono con la gara della<br />

moto. Quello che la “carta”<br />

non dice è che la Speciale delle<br />

dune di Fiambala, un “catino”<br />

di sabbia incastrato tra il Cierro<br />

Morado e le cordillere di San<br />

Buenaventura e della Ande,<br />

è un autentico inferno, ormai<br />

inser<strong>it</strong>o nell’antologia della<br />

Dakar sudamericana come un<br />

vero spauracchio, un passaggio<br />

cruciale sulla via di Lima.<br />

Dopo venti chilometri di pista,<br />

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6 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

7 CAStEU (FRA) YAMAHA<br />

8 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

9 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

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che diventa strettissima su uno strapiombo da paura, i concorrenti<br />

incontrano la sabbia, e lì la Dakar cambia totalmente faccia per<br />

circa 75, micidiali chilometri. Sabbia bianchissima, soffice ed impalpabile<br />

a causa del calore insopportabile che caratterizza questa<br />

fornace protetta dalle montagne, assenza quasi totale di piste e di<br />

riferimenti, fuoripista totale per chilometri e chilometri. La navigazione<br />

cambia fisionomia e diventa cruciale, perchè prendere una<br />

direzione sbagliata può voler dire andarsi ad infilare in un incubo,<br />

così come rimanere intrappolati nella sabbia e sputare sangue per<br />

tirare fuori la moto e farla ripartire.<br />

Quest’anno, però, qualcosa è cambiato. Ha piovuto molto, e le<br />

piste in terra della seconda parte della Speciale sono distrutte,<br />

troppo anche per la “cinica” mente dell’organizzatore di una Dakar.<br />

Così è stata eliminata la parte finale della PS, ed i concorrenti hanno<br />

fermato il cronometro al chilometro 186, in corrispondenza con<br />

la zona di rifornimento previsto<br />

inizialmente.<br />

La pioggia e l’abbassamento<br />

delle temperature, inoltre,<br />

hanno reso più “consistente”<br />

la sabbia, rendendo i passaggi<br />

meno cr<strong>it</strong>ici. la “riformattazione”<br />

ha reso l’inferno di Fiambala<br />

solo una tappa di avvicinamento<br />

all’insol<strong>it</strong>o inverno delle<br />

Ande che attende i concorrenti<br />

al confine con il Cile.<br />

Domani è Copiapo, Cile, Passo<br />

San Francisco, 4.748 m s.l.m,<br />

permettendo.<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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45<br />

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Dakar 2012. annullata la sesta tappa<br />

per il maltempo sulla Cordillera<br />

di Piero Batini | A causa del maltempo sulla Cordillera delle Ande, la<br />

sesta tappa della Dakar 2012 è stata annullata dall’organizzazione.<br />

La gara riprenderà sabato 7 con l’anello di Copiapo<br />

La sesta tappa della Dakar,<br />

programmata tra<br />

Fiambala e Copiapo era<br />

sospesa ad un filo... metereologico.<br />

Purtroppo il filo si è spezzato,<br />

e la tappa è annullata. i<br />

concorrenti avrebbero dovuto<br />

trans<strong>it</strong>are in trasferimento attraverso<br />

il Passo San Francisco,<br />

un luogo di una bellezza<br />

da capogiro, a 4.748 metri sul<br />

livello del mare, prima di affacciarsi<br />

sulla Laguna Verde e, da<br />

lì, scendere fino alla partenza<br />

della sesta Prova Speciale, su<br />

66<br />

un tracciato previsto di 247 chilometri fino alla c<strong>it</strong>tà di Copiapo.<br />

Un primo tratto di terreno duro e quattro sezioni di dune nel Deserto<br />

di Atacama, defin<strong>it</strong>o “il più arido del Mondo”. la tappa sarà<br />

completata, invece, in trasferimento, tutti i mezzi in convoglio.<br />

Ecco la traduzione del comunicato dell’organizzazione, diramato<br />

in serata: “tenuto conto del continuo aggravarsi delle condizioni<br />

meteo sulla Cordillera delle Ande (pioggia e neve), le autor<strong>it</strong>à<br />

cilene sono state costrette a chiudere per questa sera la frontiera<br />

al Passo San Francisco, che culmina a 4.700 metri. Per la settima<br />

volta la Dakar si appresta a passare la Cordillera delle Ande, e tenuto<br />

conto delle condizioni molto sfavorevoli, che si aggiungono<br />

al degrado del percorso battuto in queste ultime ore dalla pioggia<br />

e dalla neve, preoccupati di garantire la sicurezza dei concorrenti<br />

e degli accompagnatori, gli organizzatori hanno deciso di far<br />

passare in convoglio l’insieme dei veicoli domani.” il convoglio,<br />

dunque, percorrerà in trasferimento il tratto compreso tra Fiambala<br />

ed il Passo San Francisco e, dopo aver passato la frontiera<br />

cilena, proseguirà sulla strada in direzione della local<strong>it</strong>à Diego de<br />

Almagro, vicina alla c<strong>it</strong>tà di Copiapo.<br />

Tra i commenti circolati ce n’è uno che suona più o meno così:<br />

“Sospendere la Dakar per il maltempo è come uscire tutti dal cinema<br />

perchè il film horror fa paura!”. in realtà il Passo San Francisco<br />

era chiuso da due giorni, e la decisione degli organizzatori, seppure<br />

“tirata” è senza dubbio assennata e sostenuta da motivazioni<br />

responsabili. La Gara riprenderà sabato 7 con l’anello di Copiapo,<br />

un circu<strong>it</strong>o con partenza ed arrivo nella c<strong>it</strong>tà del nord del Cile. 154<br />

chilometri di trasferimento e ben 419 di Prova Speciale. Durante<br />

la Dakar del 2009 la tappa tra Copiapo e Fiambala, la stessa<br />

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<strong>Sport</strong><br />

prevista per oggi ma da disputarsi<br />

in senso inverso, fu<br />

ugualmente annullata poichè<br />

le previsioni meteo avevano<br />

annunciato nebbia al mattino<br />

sulla c<strong>it</strong>tà cilena.<br />

aggiornamento del bollettino<br />

della sfortuna degli <strong>it</strong>aliani.<br />

Dopo i r<strong>it</strong>iri di Alex Zanotti,<br />

Maurizio Frigerio e Franco<br />

Panigalli, sono fuori fuori gara<br />

anche Andrea Gallo (frattura<br />

dello sterno), Andrea Fesani e<br />

Federico Gh<strong>it</strong>ti.<br />

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Dakar 2012. V<strong>it</strong>a da ufficiali e<br />

v<strong>it</strong>a da soldati nelle retrovie<br />

di Piero Batini | La giornata di “riposo” obbligata determinata<br />

dall’annullamento della sesta tappa concede ai Piloti un’occasione<br />

insperata per tirare il fiato. Un break utile, forse antipatico al solo<br />

Coma...<br />

La giornata di “riposo”<br />

obbligata determinata<br />

dall’annullamento della<br />

sesta tappa concede ai Piloti<br />

un’occasione insperata per<br />

tirare il fiato. non è una vera<br />

e propria giornata di riposo,<br />

come lo sarà domenica 8 gennaio,<br />

ma è comunque un break<br />

utile, forse antipatico al solo<br />

Marc Coma che ha di fatto una<br />

68<br />

giornata di gara in meno per ristabilire l’equilibrio agonistico e rilanciare<br />

le proprie azioni per il successo finale. Ma questa è la v<strong>it</strong>a,<br />

sempre abbondantemente imprevedibile, alla Dakar. Una v<strong>it</strong>a che<br />

non è uguale per tutti, in pista come al bivacco. Per un pilota ufficiale<br />

che corre per vincere, o almeno per ottenere un buon piazzamento,<br />

la responsabil<strong>it</strong>à è notevole. Giocarsi tutto in una sola<br />

gara, e quindi centrare o mancare un obiettivo che si ripresenterà<br />

solo un anno dopo, è un bagaglio senz’altro pesante, ed è giusto<br />

che tutto attorno al pilota ruoti come un orologio perchè non gli<br />

resti che... dare il gas. Per il Coma o per il Despres, cosi come<br />

per un ridotto numero di concorrenti che si sono guadagnati una<br />

buona reputazione e sono sostenuti da investimenti adeguati, la<br />

v<strong>it</strong>a della Dakar è tutto sommato buona. innanz<strong>it</strong>utto, salvo imprevisti,<br />

essendo i più veloci e partendo sempre tra i primi, arrivano di<br />

buon’ora al bivacco di fine tappa. Diciamo, quando le tappe non<br />

sono eccezionalmente lunghe o difficili (o tutt’e due) nel primo pomeriggio,<br />

ad ora di pranzo come nel caso della accorciata tappa di<br />

Fiambala. Al bivacco trovano la propria organizzazione, il camion<br />

o il furgone ufficiale, i mezzi di assistenza (da quando le assistenze<br />

sono tutte “terrestri”, i più “ricchi” in Sud America possono permettersi<br />

anche un camper al segu<strong>it</strong>o, che diventa l’albergo quotidiano<br />

e che sost<strong>it</strong>uisce la tenda di africana memoria). Consegnano<br />

la moto al meccanico e non ci pensano più sino al mattino dopo,<br />

a meno che non sia richiesto loro di collaudare una regolazione o<br />

un’importante pezzo sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o.<br />

Si ripuliscono e si rifocillano (un team che si rispetti ha sempre<br />

un piatto di pasta pronto per il Pilota, e se non è questo la tavola è<br />

comunque imband<strong>it</strong>a) e possono passare in branda per il riposino<br />

pomeridiano, in attesa che il sole smetta di dardeggiare sul bivacco).<br />

Poi si passa alle operazioni di “routine”: la lettura cr<strong>it</strong>ica del<br />

roadbook della tappa successiva, un po’ di strategia con la Squadra<br />

e, prima di andare a cena, magari anche le cure del massaggatore<br />

o del fisioterapista.<br />

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<strong>Sport</strong><br />

v<strong>it</strong>a da ufficiali<br />

Per quelli che ufficiali non lo<br />

sono, quelli che hanno risparmiato<br />

sino all’ultimo euro per<br />

partecipare e che non hanno<br />

potuto permettersi nessun<br />

extra (ed a volte neanche certi<br />

“must” come un mecanico<br />

al segu<strong>it</strong>o) spesso la v<strong>it</strong>a al<br />

bivacco inizia proprio a questo<br />

punto, quando la giornata<br />

volge al termine, e c’è quella<br />

successiva da organizzare<br />

pensando all’obbligatorietà di<br />

concedersi almeno qualche ora<br />

di sonno. Per questi la v<strong>it</strong>a della<br />

Dakar è davvero dura. Bravi o<br />

no, spesso hanno trascorso in<br />

sella un tempo anche doppio<br />

rispetto ai “ViP”, la moto devono<br />

cercare di tenerla insieme<br />

facendo tutto da soli, e la<br />

69


pastasciutta, quando c’è perchè<br />

è stata preparata da un<br />

volontario gentile, è fredda ed<br />

incollata da ore. E talvolta può<br />

cap<strong>it</strong>are che rimarrà fredda per<br />

tutta la notte, aspettando invano<br />

il Pilota che è rimasto nel deserto<br />

accanto alla moto guasta,<br />

o è sul camion scopa che arriverà<br />

all’alba successiva. Al “Privatone”<br />

toccano tutte insieme<br />

anche quelle mansioni delegate,<br />

nei grandi team, a persone<br />

diverse. Preparare la moto per<br />

la giornata seguente è sempre<br />

una operazione lenta e lunga,<br />

perchè richiede meticolos<strong>it</strong>à<br />

doppia quando si è stanchi e<br />

doloranti. Andare a cercare un<br />

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pezzo o un ricambio, portare gomme e cerchi al camion del “gommista”<br />

per il cambio, ripristinare il pieno di carburante e la dotazione<br />

di acqua (obbligatoria), allestire il giaciglio per la notte (e<br />

re-impacchettarlo al buio prima dell’alba successiva), ricomporre<br />

il puzzle di ricambi ed attrezzi stipato nella cassa regolamentare,<br />

che poi dovrà essere riconsegnata al mezzo che la trasporta da<br />

un bivacco all’altro, anche andare a mangiare sotto il tendone del<br />

bivacco, sono tutte operazioni che portano via un sacco di tempo,<br />

quando si preferirebbe, perchè se ne ha bisogno, riposare, e<br />

le poche ore a disposizione prima della partenza si volatilizzano<br />

alla veloc<strong>it</strong>à della luce. Per tutto questo, responsabil<strong>it</strong>à agonistica<br />

a parte, come dicevamo all’inizio, i “privati” sono gli eroi della<br />

Dakar. Per “sopravvivere”, i privati si ingegnano, e spesso danno<br />

v<strong>it</strong>a a delle piccole alleanze, sodalizi cruciali per andare avanti e<br />

risparmiare un po’ di fatica (e di denaro). Spesso tali alleanze sono<br />

già state stabil<strong>it</strong>e a casa, prima di partire, ma molte volte nascono<br />

spontanee durante la corsa, sulla base della complemetarietà<br />

delle necess<strong>it</strong>à.<br />

Si può partire condividendo il meccanico prima della partenza,<br />

ma se ne possono anche “aff<strong>it</strong>tare” i servigi di quello rimasto improvvisamente<br />

disoccupato per il r<strong>it</strong>iro del Pilota assist<strong>it</strong>o. Si può<br />

partecipare alla spesa di un camion di assistenza, ma si può scambiare<br />

lo spazio disponibile su una vettura in gara con una qualsiasi<br />

forma di aiuto anche solo promesso, decidendo sulla banchina<br />

dell’imbarco o alle verifiche preliminari. Un Pilota può essere un<br />

bravo meccanico, e l’altro un esperto elettro... moto, uno bravo a<br />

navigare e l’altro disporre di un buon intu<strong>it</strong>o, uno avere più esperienza<br />

nello scovare i passaggi giusti e l’altro un fisico della madonna,<br />

utile a tirare su o far uscire una moto caduta o ficcata nella<br />

sabbia fino alle orecchie.<br />

o semplicemente due Piloti possomo decidere che l’uno andrà a<br />

fare la fila per prendere due vassoi con la cena mentre l’altro finisce<br />

di rimontare serbatoi e carene dele mot di entrambi. A volte<br />

per far brillare la scintilla della solidarietà lunga tutta una Dakar<br />

basta che uno abbia la leva del freno e l’altro quella della frizione<br />

nel marsupio. i motivi per darsi una mano non mancano alla Dakar,<br />

ed intendersi non è una questione di lingua, ma di disponibil<strong>it</strong>à. E<br />

intelligenza.<br />

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Dakar 2012 7a tappa.<br />

terzo successo per Marc Coma<br />

di Piero Batini | Despres, secondo “tiene” il comando della Generale.<br />

Gonçalves terzo, Helder Rodrigues è terzo. Salgono Gonçalves, Casteu e<br />

Viladoms, scende Francisco Lopez, cha all’arrivo annuncia il suo r<strong>it</strong>iro<br />

Il Gran premio di Copiapo<br />

Dopo l’annullamento della<br />

sesta tappa, la Dakar riprende<br />

con quello che molti<br />

hanno defin<strong>it</strong>o il “Gran Premio<br />

di Copiapo”, un circu<strong>it</strong>o ad anello<br />

con partenza ed arrivo nella<br />

cap<strong>it</strong>ale della Regione di Atacama.<br />

154 chilometri di trasferimento<br />

verso la c<strong>it</strong>tà di Vallenar,<br />

a Sud di Copiapo, ed una Prova<br />

Speciale di 419 chilometri con<br />

un settore neutralizzato di 68,<br />

prima del rifornimento del KM<br />

201. La prova, come è tradizione,<br />

è l’ultima fatica prima della<br />

giornata di riposo della Dakar,<br />

e per questo è la più dura della<br />

prima parte della corsa, con un<br />

crescendo di difficoltà il cui culmine<br />

è l’ultimo tratto di dune,<br />

le omonime dune di Copiapo,<br />

che hanno già reso famosa questa zona dove piove, in media, per<br />

12mm all’anno. Le difficoltà della tappa sono legate alla natura del<br />

terreno, alla navigazione (sebbene la presenza del pubblico facil<strong>it</strong>i<br />

molto le cose) ed allo stress a cui sono sottoposti i mezzi, certamente<br />

non ideali nell’ultima configurazione regolamentare della<br />

Dakar che impone un lim<strong>it</strong>e di cilindrata di 450cc. Per tutti questi<br />

motivi, e per tradizione, il Controllo di fine tappa di Copiapo resterà<br />

aperto fino alle ore 18 di domenica, giornata di riposo dell Dakar,<br />

per dare ai r<strong>it</strong>ardatari un’opportun<strong>it</strong>à in più per non uscire, eventualmente,<br />

di scena. Al via 128 delle 178 moto verificate ed autorizzate<br />

a prendere la partenza da Mar del Plata, il 1° gennaio. Una<br />

bella selezione!<br />

Gara d’attacco per marc Coma<br />

non c’è più scelta. L’annullamento della sesta speciale ha proporzialmente<br />

ridotto le chances del Pilota spagnolo, che è costretto<br />

dare l’assalto a Cyril Despres, primo con oltre nove minuti di vantaggio.<br />

La lunga e difficile Prova Speciale si presta perfettamente<br />

allo scopo, pur portando con sé qualche rischio, soprattutto per<br />

la meccanica. nella prima parte della speciale il “programma” è<br />

rispettato, ed il vantaggio di Coma sull’avversario cresce costantemente<br />

fino a raggiungere il suo massimo, un minuto e 46 secondi,<br />

in corrispondenza del CP dove ha inizio la neutralizzazione, al KM<br />

143. La volata di Coma trascina anche l’altro spagnolo, Joan Barreda,<br />

che ottiene un parziale migliore di quello di Despres. i concorrenti<br />

ripartono dopo la neutralizzazione ed il rifornimento. il cronometraggio<br />

è stato sospeso, ed è un po’ come ricominciare da capo.<br />

Messi in cascina i quasi due minuti accumulati nella prima parte,<br />

Marc Coma riparte con immutata motivazione all’attacco. Ma la s<strong>it</strong>uazione<br />

diventa decisamente cr<strong>it</strong>ica poichè Cyril Despres, fattosi<br />

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raggiungere, si incolla alla ruota<br />

del “nemico” e lo segue a vista,<br />

300 metri indietro per non essere<br />

danneggiato dalla polvere<br />

sollevata dalle ruote dello spagnolo.<br />

il vantaggio dello spagnolo sul<br />

francese si stabilizza, e cambia


74<br />

CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 DESPRES (FRA) KtM<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

solo il nome del terzo incomodo<br />

tra i due duellanti.<br />

La Speciale si appiattisce<br />

Joan Barreda, terzo nella Speciale<br />

di Fiambala, si perde e lascia<br />

sulla pista quasi otto minuti,<br />

ed al suo posto, si inserisce il<br />

“collega” di Marca (Husqvarna)<br />

Paulo Gonçalves. La gara, in un<br />

certo senso, si appiattisce, e gli<br />

attesi colpi di scena non arrivano.<br />

i concorrenti scendono<br />

dal Massicio del Melanoso, ed<br />

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3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 GonCALVES (PRt) HUSQVARnA<br />

5 CAStEU (FRA) YAMAHA<br />

6 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

7 FARRES GUELL (ESP) YAMAHA<br />

8 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

9 LoPEZ (CHL) APRiLiA<br />

10 GARCiA (ESP) KtM<br />

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affrontano la parte finale delle dune senza che sia successo niente<br />

di importante. La chiave tattica della corsa, impostata sul “catenaccio”<br />

di Despres, non lascia spazio ad ulteriori sorprese. Al traguardo<br />

lo spagnolo ed il francese trans<strong>it</strong>ano nell’ordine. Coma ha<br />

vinto la Speciale, Despres, secondo, ha contenuto i danni e resta<br />

saldamente in testa alla corsa. il suo vantaggio scende da dieci a<br />

otto minuti, ma con un’altra tappa in archivio sulla strada, ancora<br />

lunga certamente, di Lima.<br />

La crisi di Francisco Lopez<br />

nella tappa di casa era molto atteso, ovviamente, Francisco Lopez.<br />

L’eroe nazionale prende l’iniziativa nelle prime battute della Speciale<br />

e trans<strong>it</strong>a al secondo posto al primo waypoint di passaggio.<br />

Forse un po’ troppo veloce, “Chaleco” cade e, pur riprendendo la<br />

corsa immediatamente, deve calare vistosamente il r<strong>it</strong>mo a causa<br />

di una dolorosa contusione ad un piede. Dai pochi secondi alle<br />

spalle di Coma all’inizio, il suo svantaggio cresce inesorabilmente.<br />

nove minuti al passaggio successivo, tredici alla neutralizzazione,<br />

mezz’ora alla fine della Speciale. Per il beniamino dei cileni è la<br />

resa, almeno dal punto di vista agonistico. in fumo la quarta posizione<br />

nella generale provvisoria, Lopez scende fino al nono posto,<br />

alle spalle di Despres, Coma, Rodrigues, Gonçalves Casteu, Viladoms,<br />

Farres e Sv<strong>it</strong>ko. All’arrivo Cheleco” Lopez annuncia il proprio<br />

r<strong>it</strong>iro dalla Dakar. nello stesso annuncio il propos<strong>it</strong>o, fermo, di iniziare<br />

sub<strong>it</strong>o la preparazione per la prossima edizione. Grande cuore,<br />

comunque, considerate le condizioni generali nelle quali Lopez<br />

ha affrontato questa Dakar. Adesso si va alla giornata di riposo, si<br />

fa per dire.<br />

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R<strong>it</strong>iro di lopez: è proprio vero<br />

di Piero Batini | Per un attimo abbiamo pensato che la decisione di<br />

Lopez alla fine della settima Speciale fosse stata presa troppo a caldo,<br />

invece anche i medici dicono che non è il caso di continuare<br />

Per un attimo abbiamo<br />

pensato che la decisione<br />

annunciata da Francisco<br />

Lopez alla fine della settima<br />

Speciale fosse non vera, esagerata,<br />

presa troppo a caldo.<br />

Le notizie successive, forse alimentate<br />

dalle speranze dell’entourage<br />

del Campione cileno,<br />

parevano aprire uno spiraglio.<br />

invece i medici del Pilota cileno,<br />

chiamati a consulto, hanno<br />

messo in chiaro che non era<br />

il caso di continuare, che era<br />

76<br />

meglio che la Dakar di Francisco si chiudesse lì. Poi la conferma<br />

ufficiale, arrivata in tarda serata, del r<strong>it</strong>iro di “Chaleco”, per una<br />

distorsione di secondo grado del ginocchio destro. Un trauma che<br />

ricade su una vecchia lesione aggravando la s<strong>it</strong>uazione e non lasciando<br />

troppa scelta. in bocca al lupo Rey.<br />

La Speciale che doveva essere la più dura<br />

La Copiapo-Copiapo doveva essere la Speciale più dura della Dakar.<br />

Ma non è stato così. Molti fattori hanno influenzato questo<br />

es<strong>it</strong>o, per certi versi inaspettato. innanz<strong>it</strong>utto la Dakar è sempre<br />

sorprendente, nel bene e nel male. Basta ricordare che la prima<br />

Speciale, di soli 57 chilometri, ha certamente mietuto più v<strong>it</strong>time<br />

del previsto, e che quella demonizzata di Fiambala, al contrario,<br />

non è stata certo trascendentale. ora, se le cose fossero<br />

andate come si poteva ragionevolmente prevedere, i concorrenti<br />

sarebbero arrivati a Fiambala con la “lingua in terra”, avrebbero<br />

affrontato l’attraversamento della frontiera in trasferimento<br />

(prendendosi comunque il loro bel “sottozero”), e si sarebbero<br />

immersi nella prima Speciale in terr<strong>it</strong>orio dell’Atacama, con fatica,<br />

tensione e stress meccanico ragionevolmente più elevati. invece,<br />

spegni l’inferno di Fiambala, annulla la prima in Cile, ed ecco che<br />

il Gran Premio di Copiapo è diventato non dico una passeggiata,<br />

ma non certo quel mostro annunciato dagli organizzatori. <strong>Moto</strong>ri<br />

risparmiati, fatica risparmiata, un giorno in più, fuori programma<br />

e quindi di valore doppio, senza tensione agonistica. il resto è venuto<br />

per caso o per fortuna, e non c’è da recriminare. Altra cosa<br />

è pensare che gli organizzatori francesi l’abbiano fatto apposta,<br />

per proteggere la carovana già notevolmente decimata (restano in<br />

gara circa 110 dei 178 partenti), che ai giorni nostri non è una bella<br />

public<strong>it</strong>à o, peggio, per proteggere la gara del pilota connazionale,<br />

in vantaggio di dieci minuti sull’avverario storico. Ma questa,<br />

serpeggiata al bivacco, è un’illazione bella e buona, e non ci sono<br />

elementi sufficienti nemmemo per aprire un’inchiesta. La ragione<br />

dell’annullamento è matematicamente assennata. nel reale, di<br />

conseguenza, il Pilota maggiormente sacrificato è proprio Marc<br />

Coma, che si vede tolta la terra sotto i piedi e comincia a pensare<br />

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<strong>Sport</strong><br />

che recuperare i dieci minuti di<br />

quell’errore non sia una cosa<br />

proprio da ridere.<br />

Il valzer dei quindici minuti<br />

Sino all’anno scorso era consent<strong>it</strong>o<br />

cambiare un solo motore<br />

alla propria moto, dal secondo<br />

scattavano le penal<strong>it</strong>à.<br />

Quest’anno il regolamento è<br />

più semplice, e a mio avviso<br />

più corretto. il primo motore<br />

cambiato costa 15 minuti di<br />

penalizzazione, il secondo 45,<br />

il terzo ed i seguenti due ore.<br />

normalmente la giornata di riposo<br />

era anche la giornata dei<br />

cambi di motore, per tutti quelli<br />

che se lo potevano permettere.<br />

Quest’anno, sotto questo<br />

aspetto, la pausa assomiglierà<br />

un po’ di più al p<strong>it</strong> stop della<br />

77


formula uno, per il cambio gomme<br />

o il pieno. Qualcuno userà di<br />

certo una sua “strategia”. Prima<br />

della gara c’era chi diceva<br />

di voler fare tutta la gara con<br />

un solo propulsore, e tra questi<br />

anche Helder Rodrigues. il portoghese,<br />

che di sol<strong>it</strong>o è piuttosto<br />

irruento, quest’anno è stato<br />

particolarmente occulato, sin<br />

qui. La tesi quindi è plausibile.<br />

Detto anche che attualmente<br />

si trova in terza posizione nella<br />

generale, ma a una manciata<br />

di minuti dall’insegu<strong>it</strong>ore, se<br />

questi cambiasse il propulsore<br />

e lui no, Helder si troverebbe<br />

con un vantaggio accessorio di<br />

altri 15 minuti. Ma, certamente,<br />

andrebbe incontro a maggiori<br />

rischi (che poi non è detto: è già<br />

successo che un motore appena<br />

cambiato durasse appena<br />

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un giorno). Anche Coma potrebbe decidere di tenere il proprio<br />

“vecchio” motore, sperando che Despres lo cambi, e la part<strong>it</strong>a<br />

sarebbe matematicamente riaperta. Ma qui c’è da pensare che il<br />

cambio sia già stato deciso, a tavolino, da KtM prima della partenza.<br />

Per ora è impossibile dire come andranno le cose. Lo sapremo<br />

alla partenza della ottava tappa, tra Copiapo ed Antofagasta, con<br />

la Speciale più lunga), poichè per decidere c’è tempo sino al pomeriggio<br />

avanzato della giornata di riposo, poiché il controllo di<br />

arrivo della settima taopa chiude alle 18:00.<br />

“operazione Guillaumet”<br />

nell’edizione dell’anno 2000, la Dakar venne sospesa per cinque<br />

giorni, poichè si temeva che la Corsa potesse subire un attacco di<br />

matrice terroristica. Fermata a namey, in niger, l’azione riprese<br />

da Sabha, in Libia, e per trasportare tutti i mezzi, e gli uomini, venne<br />

allest<strong>it</strong>o un gigantesco ponte aereo che per cinque giorni, utilizzando<br />

i giganteschi cargo russi Antonov An-124, collegò via aerea<br />

le due local<strong>it</strong>à trasportando mezzi e uomini (compresi gli elicotteri).<br />

La Dakar si concluse felicemente alle piramidi di Giza, al Cairo,<br />

e vinse Richard Sainct, ma i media si scatenarono sull’”esodo”,<br />

che divenne la principale cassa di risonanza del Rally, quell’anno.<br />

Annunciata all’improvviso, al briefing serale da Hubert Auriol, in<br />

realtà l’operazione era stata preparata sin dall’inizio, non appena<br />

individuati gli estremi del pericolo potenziale, e la sorpresa non<br />

fece altro che gonfiare l’effetto mediatico dell’evento straordinario,<br />

spargendone le notizie anche al di fuori dei canali specializzati<br />

convenzionalmente coinvolti. L’emergenza neve che ha portato<br />

all’annullamento della sesta tappa della Dakar di quest’anno non<br />

ha niente a che vedere, per portata, con l’episodio ricordato, ma<br />

agli organizzatori della Dakar è sempre piaciuto dare un tono di<br />

epic<strong>it</strong>à alle loro scelte, soprattutto a quelle legate ad un problema<br />

globale. Così è stato lo stesso Etienne Lavigne, direttore della Dakar<br />

sul campo, a denominare “operazione Guillaumet” il convoglio<br />

che ha consent<strong>it</strong>o di trasferire, via strada, la carovana della corsa<br />

dall’Argentina al Cile attraverso il Passo San Francisco bloccato<br />

da una tempesta di neve dei giorni scorsi. Henri Guillaumet, un<br />

pioniere dell’aeropostale degli anni trenta, fu costretto ad un atterraggio<br />

di emergenza sulle Ande, e rimase disperso per cinque<br />

giorni e quattro notti, tanti gli furono necessari per raggiungere,<br />

vest<strong>it</strong>o del solo giubbotto da pilota e semiassiderato, il centro ab<strong>it</strong>ato<br />

della salvezza. L’operazione ha preso l’avvio alle sei di mattina<br />

da Fiambala, con il convoglio aperto da un camion 6x6 dell’organizzazione<br />

con a bordo medici e ossigeno, e due aerei che sorvolavano<br />

il Passo per garantire i collegamenti radio, e si è conclusa<br />

attorno alla mezzanotte a Copiapo, con l’arrivo dell’ultimo dei 750<br />

mezzi coinvolti.<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

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Dakar 2012, 8a tappa.<br />

Coma vince e torna al comando<br />

di Piero Batini | Colpo di scena. Marc Coma vince per la quarta volta e<br />

torna al comando. Despres intrappolato nel fango. Ruben Faria (KtM) e<br />

Joan Barreda (Husqvarna) sul podio di Antofagasta<br />

La Dakar riprende dopo la<br />

giornata di riposo e corre<br />

rapida nel nord del Cile<br />

verso il Perù. il chilometraggio<br />

delle Prove Speciali continua<br />

ad aumentare. nel menù di oggi<br />

137 KM di trasferimento iniziali,<br />

il settore cronometrato di 477,<br />

ed il collegamento finale con il<br />

bivacco di Antofagasta, poco<br />

più di cento. La Speciale, che è<br />

la più lunga no-stop del Rally, si<br />

sviluppa su terreni prevalentemente<br />

duri e veloci, con scorci<br />

panoramici notevoli e più di una<br />

insidia. Sono i terreni tipici del<br />

nord del Cile, e la tappa che<br />

porta la carovana nella regione<br />

di Antofagasta è verosimilmente<br />

ideale per un collaudo generale<br />

alla ripresa delle ostil<strong>it</strong>à.<br />

Ma... come sempre, i “se” ed i<br />

“ma” sono in agguato, e non è un fatto ined<strong>it</strong>o che le indicazioni<br />

preliminari “teoriche” risultino inifluenti o addir<strong>it</strong>tura fuorvianti.<br />

Una tappa veloce, dunque, e come tale sempre un po’ pericolosa,<br />

questo è certo, ma ben presto risvegliata dai colpi di scena.<br />

non era successo niente nella temuta settima tappa conclusa a<br />

Copiapo, e si apre con un clamoroso colpo di scena la “tranquilla”<br />

Copiapo-Antofagasta. Se era rimasto qualche dubbio, teorico,<br />

sulla possibil<strong>it</strong>à che Francisco Lopez potesse riprendere la gara (il<br />

cileno era ancora, per regolamento, nell’ordine di partenza), di fatto<br />

“Chaleco”, come aveva dichiarato, non prende il via del trasferimento.<br />

Discorso chiuso. Riprendono la corsa, invece, Alain Duclos<br />

e Manuel Lucchese, protagonisti tra gli altri di un rocambolesco,<br />

prolungato e sofferto finale a Copiapo. La tappa si “sveglia” poco<br />

dopo le otto, ora locale, con un sensazionale colpo di scena, e l’intera<br />

corsa è rilanciata su una nuova direttrice agonistica. Attorno al<br />

decimo chilometro Cyril Despres, part<strong>it</strong>o alle spalle di Coma e davanti<br />

a Paulo Gonçalves, si “impantana” in una fangaia, effetto fuori<br />

stagione del clima eccentrico di questa Dakar, ed insieme al portoghese<br />

resta invischiato per una diecina di minuti prima di riuscire<br />

a riprendersi, dallo shock e dall’imprevisto. Sensazionale, come<br />

dicevamo, questa Dakar “umanizza” i suoi Marziani. Marc Coma<br />

ha sbagliato, facendo una figura da “cadetto”, nella terza tappa, ed<br />

ora Cyril Despres rimane al palo nel primo passaggio “enduristico”<br />

della Speciale. Pari e patta. Al primo waypoint di controllo il francese<br />

accusa un r<strong>it</strong>ardo di quasi dodici minuti. il Rally si rovescia<br />

ancora una volta, e Coma è nuovamente leader, al momento con<br />

più di quattro minuti di vantaggio sull’avversario. il duro tratto iniziale<br />

della Prova esalta gli specialisti del “duro”, come Johnny Aubert,<br />

sinora nascosto da un profilo deliberatamente bassissimo, o<br />

come Alessandro Botturi, il Gigante <strong>it</strong>aliano che passa con il terzo<br />

80 81<br />

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tempo. Andiamo avanti, ormai<br />

con il cuore in gola. Al primo<br />

rifornimento previsto per oggi,<br />

attorno al KM 120, la s<strong>it</strong>uazione<br />

si stabilizza. Coma incrementa<br />

il proprio vantaggio di un altro<br />

prezioso minuto, lo seguono<br />

Joan Barreda (Husqvarna) e


CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 CoMA (ESP) KtM<br />

2 DESPRES (FRA) KtM<br />

3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 CAStEU (FRA) YAMAHA<br />

5 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

6 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

7 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

8 GARCiA (ESP) KtM<br />

9 ULLEVALSEtER (noR) APRiLiA<br />

10 PAin (FRA) YAMAHA<br />

Stefan Sv<strong>it</strong>ko (KtM), e Cyril Despres<br />

è lontano oltre la 30ma<br />

posizione insieme al compagno<br />

di sventura Paulo Gonçalves.<br />

Marc Coma varca il confine geografico<br />

ed entra nella regione<br />

di Antofagasta, largamente al<br />

comando, “tallonato” da Barreda<br />

e Sv<strong>it</strong>ko. il suo vantaggio<br />

su Despres sale e sfiora i<br />

15 minuti a metà, circa, della<br />

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Speciale, nella parte più alta lungo la Cordillera. La fuga sol<strong>it</strong>aria<br />

dello spagnolo non si ferma e non contempla particolari cali di r<strong>it</strong>mo.<br />

Gli avversari diretti di giornata, e tra questi Helder Rodrigues<br />

ed i “portatori d’acqua” ufficiali KtM Ruben Faria e Joan Pedrero<br />

sono 4, 5, sei minuti indietro, ed al secondo rifornimento, al KM 316,<br />

con il vantaggio sal<strong>it</strong>o a quasi sedici minuti, la s<strong>it</strong>uazione di classifica<br />

generale tra i due principali avversari delle ultime sette Dakar<br />

diventa speculare rispetto alla tappa precedente: Marc Coma era<br />

indietro di quasi otto minuti, ora è avanti di oltre otto. 150 chilometri<br />

all’arrivo, e la volata di Coma assume i toni del trionfo. La veloc<strong>it</strong>à<br />

resta elevata, la guida sulle piste sinuose più un espediente per<br />

contenere l’entusiasmo e rimanere concentrato che per imporre<br />

la propria supremazia sugli avversari. Marc taglia il traguardo di<br />

Antofagasta cinque ore dopo aver lasciato Copiapò e vince la sua<br />

quarta Speciale in questa Dakar. Cyril Despres arriva oltre diciassette<br />

minuti dopo. il francese è provato. Coma adesso torna al<br />

comando della corsa, con un margine importante: 9’ 32”. “Era lo<br />

scopo di questa mattina.<br />

Recuperare. non così tanto, ma questa è la Dakar, lo dicevo anche<br />

al termine della 3a tappa. Quando finisce così, certo, è meglio. Questa<br />

è una grande tappa, e questo è un Rally “tanto”!” - Conclude<br />

Marc.<br />

82 83<br />

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02<br />

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8a tappa: tempi rivisti e corretti.<br />

P<strong>it</strong>stop motori e incidente a Pizzol<strong>it</strong>o<br />

di Piero Batini | Una bella giornata di gara, imprevedibile,<br />

combattuta, avvincente e ricca di colpi di scena, è stata rovinata a<br />

tavolino. E dal brutto incidente di Pizzol<strong>it</strong>o, che si frattura femore<br />

sinistro e polso destro<br />

Questa è una di quelle<br />

storie che faccio fatica<br />

a digerire. ieri abbia<br />

mo segu<strong>it</strong>o una tappa<br />

straordinaria, da Dakar “autentica”,<br />

fatta di capac<strong>it</strong>à e di cuore,<br />

di forza ed intelligenza, di<br />

fortuna (e di sfortuna), di grinta<br />

e determinazione. Marc Coma<br />

è volato per 477 chilometri,<br />

Cyril Despres è rimasto per un<br />

po’ nel fango, come un albatros<br />

intrappolato nella marea nera,<br />

ed è ripart<strong>it</strong>o grazie all’aiuto di<br />

Paulo Gonçalves, “compagno<br />

di sventura” del francese, poi<br />

rimasto lì come un babbeo. tra<br />

Coma e Despres si è creato, e<br />

poi si è allargato man mano che<br />

i chilometri passavano, il grande<br />

fossato della circostanza<br />

casuale, ma non solo di quella.<br />

Marc ha spinto sull’acceleratore,<br />

ed ha raddoppiato sulla<br />

pista il regalo avuto da Cyril,<br />

rovesciando completamente la<br />

s<strong>it</strong>uazione da egli stesso creata<br />

con l’errore di navigazione,<br />

madornale, della terza tappa.<br />

Mezz’ora scarsa di felic<strong>it</strong>à, poi<br />

sono intervenuti i commissari<br />

sportivi a rimescolare le<br />

carte “naturali” della part<strong>it</strong>a.<br />

84<br />

C<strong>it</strong>a il comunicato ufficiale. “i tempi dei primi motociclisti in Speciale<br />

sono stati aggiustati dagli ufficiali: molti di loro sono stati fermati<br />

dal fango verso il chilometro 10 della Speciale. Essendo stato<br />

modificato il percorso del giorno dopo il passaggio della 7a moto,<br />

per non bloccare la carovana in quel fiume fangoso, la Direzione<br />

di Corsa ha deciso di scontare il tempo di fermata di Coma (che<br />

invece è passato, ndr), Despres, Gonçalves, Rodrigues, Farres, Ullevalseter<br />

e Casteu”. Despres è stato sfortunato, certo, e non mer<strong>it</strong>ava<br />

la “batosta” rimediata. Ma neanche Coma, allora, mer<strong>it</strong>ava<br />

tanta “punizione” per un errore di navigazione che non è certo<br />

nelle sue corde. nel punto dove Marc ha sbagliato doveva esserci<br />

un controllo, poi cancellato, e gli organizzatori avrebbero potuto<br />

“scontare” quei sei chilometri ad andare ed i sei a tornare dello<br />

spagnolo. Ma non l’hanno fatto. Magari lo faranno il giorno che un<br />

Pilota si lamenterà per essere rimasto insabbiato nelle dune. E comunque<br />

si vedano le cose il pilota che ha superato l’ostacolo non<br />

è stato premiato, e lo sono stati quelli che sono rimasti lì. oggi Despres<br />

sarebbe dovuto partire 15° con 9 minuti di r<strong>it</strong>ardo da recuperare,<br />

invece parte sesto con 1 minuto e mezzo, e l’operazione iniziata<br />

con il vizio di ieri, quindi, si conclude oggi. Un commentatore<br />

scrive: “Lavigne (Direttore della Prova) salva Despres”, facendosi<br />

interprete di un tipo di malumore non nuovo alla Dakar. io sento un<br />

profondo disagio. Una bella giornata di gara, imprevedibile, combattuta,<br />

avvincente e ricca di colpi di scena, è stata rovinata a tavolino.<br />

Sconti a parte, resta in ogni caso un grande risultato: in un<br />

solo giorno Coma ha recuperato tutto lo svantaggio e ci ha messo<br />

il carico da undici, rifilando all’avversario nove minuti ed una lezione<br />

memorabile. Partire o abbandonare per protesta? Sapremo<br />

se Marc è della part<strong>it</strong>a prima di pranzo. in ogni caso Coma ha già<br />

apposto la sua firma agonistica incontestabile a questa Dakar.<br />

P<strong>it</strong>stop motori rimandato<br />

il Valzer dei 15 minuti ha segnato il passo. in un certo senso ce lo<br />

potevamo aspettare. Con l’annullamento della sesta tappa, il giro<br />

di boa di metà Dakar si è spostato più avanti, a partire dalla fine<br />

della ottava tappa. Ma c’è anche un fatto di “marketing” che sicuramente<br />

ha influenzato le decisioni prese dai Piloti e dai team<br />

più in vista in occasiojne della giornata di riposo. Come si sa, la<br />

Dakar è sinonimo di durezza, e continuare con lo stesso propulsore<br />

da una mano all’immagine di affidabil<strong>it</strong>à e robustezza della<br />

Marca dei mezzi impegnati nella infernale maratona sudamericana.<br />

Ha cominiciato KtM, annunciando che nessun motore sarebbe<br />

stato cambiato durante la giornata di riposo, e di segu<strong>it</strong>o hanno<br />

risposto analogamente David Casteu e Husqvarna. il rischio in<br />

più può dirsi calcolato, ma non può tenere conto degli imprevisti,<br />

come per esempio lo stress accessorio imposto da Despres alla<br />

propria meccanica per uscire dalla trappola di fango dei primi KM<br />

della Speciale. E difatti Marc Coma, all’arrivo dell’ottava tappa, ha<br />

lamentato un rumore anomalo proveniente dal motore, il che cosiglierà<br />

la sua Squadra a correre ai ripari. in ogni caso l’affidabil<strong>it</strong>à<br />

dei propulsori ha fatto notevoli passi avanti. Basta considerare che<br />

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Anno<br />

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numero<br />

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<strong>Sport</strong><br />

lo scorso anno più di un motore<br />

era già andato arrosto prima<br />

ancora della giornata di riposo.<br />

Javier Pizzol<strong>it</strong>o<br />

Brutto incidente dopo il terzo<br />

controllo di passaggio dell’ottava<br />

tappa.<br />

ne ha fatte le spese l’argentino<br />

Pizzol<strong>it</strong>o, uno dei protagonisti<br />

della prima parte della Dakar,<br />

che è caduto in veloc<strong>it</strong>à riportando<br />

la frattura del femore<br />

sinistro e del polso destro. il<br />

Pilota è stato trasportato all’ospedale<br />

di Antofagasta, e sta<br />

bene (relativamente alle sue<br />

condizioni).<br />

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“la Dakar come il tt: rischio eccessivo?”<br />

di Nico Cereghini | La discussione è sempre aperta, ma partendo<br />

da una realtà indub<strong>it</strong>abile: chi ci corre con la moto è mosso solo dalla<br />

passione e sa che potrà pagare un prezzo alto. invece certi altri…<br />

Ciao a tutti! Guardo la<br />

Dakar, mi appassiono<br />

alla gara di Coma e<br />

Despres, tifo Peterhansel tra le<br />

auto perché quando Stephane<br />

era sulla moto dava spettacolo.<br />

E del resto mi viene in mente<br />

che quando seguivo il Rally in<br />

Africa ero sempre entusiasta<br />

dei motociclisti; ogni giorno<br />

c’erano bellissime pagine da<br />

raccontare: smanettate, faticacce, smarrimenti, piccoli e grandi<br />

eroismi. Sono passati circa vent’anni, ma l’immagine dei protagonisti<br />

di allora, da orioli a Picco a De Petri e tutti gli altri, sono<br />

ancora fotografate nella mia mente, con l’impronta bianca della<br />

mascherina sulle facce marroni per la polvere. Eravamo i primi ad<br />

intervistarli, noi di <strong>it</strong>alia 1, e la complic<strong>it</strong>à tra loro e noi è sempre<br />

stata grande. Ero invece deluso dagli automobilisti, e perplesso sulla<br />

formula della corsa. C’era pericolo, sulle piste, nei villaggi, tra le<br />

dune e persino sugli aerei che trasportavano stampa e assistenze.<br />

E sì, c’era anche chi con questo pericolo ci giocava troppo. Ma non<br />

era mai su una moto. il motociclista paga un prezzo molto alto, se<br />

le cose vanno male, e ne è consapevole. E se qualche volta esagera<br />

lo fa soltanto per passione, per l’intimo piacere della guida veloce;<br />

e anche per la sana competizione, naturalmente. invece alla Parigi-<br />

Dakar ho conosciuto gente -e parlo di francesi, che erano in grande<br />

maggioranza- che sulle quattro ruote (enormi) delle auto e dei camion<br />

si sentiva fortissimo, sicuro, indistruttibile. Gente che era in<br />

gara con lo spir<strong>it</strong>o del colonialista, del prevaricatore. Che trattava i<br />

locali con prepotenza, che attraversava i villaggi a grande veloc<strong>it</strong>à<br />

con il preciso intento di terrorizzare i neri; ho visto addir<strong>it</strong>tura chi<br />

lanciava gli adesivi ai bambini per guardarli azzuffarsi in mezzo alla<br />

pista, sfiorati dai concorrenti che seguivano. Qualcuno di questi<br />

concorrenti si è preso anche qualche fucilata; ma lasciamo perdere,<br />

che è meglio. Dico tutto questo per sottolineare che una corsa<br />

spettacolare come la Dakar attirava anche molti frustrati. non so<br />

se ancora ne attira, spero di no, ma nel caso sono sicuro che non<br />

guidano una moto. E’ un po’ lo stesso discorso del tourist trophy.<br />

Alla Dakar o al tt il rischio è alto, molto alto, più alto di quello che<br />

si corre in pista, nel CiV o in <strong>Moto</strong>GP. E penso che si possa anche<br />

discutere se sia accettabile, se sia etico quando potenzialmente<br />

mette a repentaglio anche la sicurezza degli altri, ci si può domandare<br />

persino –nel caso del tt- se la sopravvivenza della gara non<br />

sia il frutto di una cultura eroica che forse appartiene al passato.<br />

Ma non si può mai dub<strong>it</strong>are di una cosa: chi si getta in queste avventure<br />

con la moto non lo fa per calcolo o per scatenare istinti<br />

repressi. E’ profondamente innamorato del suo mezzo, è un appassionato<br />

autentico, alla fine è mosso dall’amore per la v<strong>it</strong>a. Discutiamone,<br />

se volete, ma partendo da qui.<br />

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Il motociclista paga un prezzo molto alto, se le<br />

cose vanno male, e ne è consapevole<br />

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Dakar 2012, 9a tappa.<br />

Despres vince e torna al comando<br />

di Piero Batini | il copione era già scr<strong>it</strong>to a Copiapo. Marc Coma<br />

secondo e Joan Barreda (Husqvarna) terzo al traguardo di iquique<br />

Nove chilometri di trasferimento<br />

dal bivacco di<br />

Antofagasta, e la Dakar<br />

entra nella Prova Speciale della<br />

nona tappa, 556 chilometri con<br />

una neutralizzazione di 126 tra i<br />

KM 340 e 466, e due soste, anche<br />

queste neutralizzate, per i<br />

rifornimenti. i terreni ricalcano<br />

quelli della tappa precedente,<br />

con una parte centrale più veloce<br />

ed il finale sabbioso che<br />

culmina con la ormai famosa<br />

“picchiata” sul Pacifico, giù verso<br />

iquique. Pericolo fesh-fesh<br />

(la sabbia-borotalco che, in<br />

presenza di pioggia può diventare<br />

fango-colla) nella prima<br />

parte in direzione della grande<br />

regione mineraria di Calama<br />

e Chuquicamata, e navigazione<br />

più delicata nella seconda<br />

parte della giornata, con piste difficili da individuare e pochi punti<br />

di riferimento. P<strong>it</strong>stop motori utilizzato solo da una parte dei concorrenti,<br />

una quarantina, e disertato dai “big”, se si fa eccezione per<br />

i nomi di Frans Verhoeven, Paolo Ceci, Felipe Zanol e Laia Sanz (e<br />

quello della Campionessa del Mondo Camelia Liparoti tra i Quad).<br />

Classifica della tappa precedente ancora rimaneggiata, con l’”aggiustamento”<br />

del tempo di Pal Anders Ullevalseter, il norvegese<br />

rimasto infangato insieme a Despres, Gonçalves e gli altri, e classificato<br />

“defin<strong>it</strong>ivamente” al secondo posto della ottava tappa. Marc<br />

Coma parte per primo, e difende un vantaggio di appena un minuto<br />

e ventisei secondi, tanto è rimasto tra le d<strong>it</strong>a dello spagnolo degli<br />

oltre diciassette minuti “sanzionati” dalla pista al termine della “revisione”<br />

della classifica di ieri. Dopo appena 2 KM dalla partenza<br />

si ferma e resta sulla pista per nove minuti Ruben Faria, assistente<br />

veloce di Cyril Despres. Forse un picolo problema, ma più verosimilmente<br />

il portoghese, part<strong>it</strong>o terzo, ha atteso il passaggio del suo<br />

“protetto”, al via con il settimo tempo, per proteggerne le spalle.<br />

“il figlio del vento”, così hanno ri-battezzato da ieri Marc Coma in<br />

Cile, ha ingoiato il rospo, e corre da solo contro il tempo aprendo<br />

la pista. Despres, part<strong>it</strong>o dodici minuti dopo, si lascia guidare dagli<br />

altri concorrenti part<strong>it</strong>i prima di lui, e non fa fatica a recuperare<br />

terreno e tempo. Sette secondi al primo CP, mezzo minuto al<br />

passaggio del secondo waypoint, un minuto e 12 al secondo Controllo<br />

di Passaggio, dove Despres passa davanti a Joan Barreda<br />

ed allo spagnolo. Quando i concorrenti trans<strong>it</strong>ano in prossim<strong>it</strong>à di<br />

Pedro de Valdivia, al passaggio dal terzo waypoint, il recupero di<br />

Despres si concretizza in un vantaggio di un minuto e mezzo sul<br />

rivale, ed a questo punto Coma e Despres sono di nuovo perfettamente<br />

appaiati sulla via di Lima. Ma naturalmente la strada è<br />

ancora lunga, ed al rifornimento la s<strong>it</strong>uazione, rispetto al mattino,<br />

88 89<br />

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è già messa sotto sopra. Despres,<br />

che passa davanti a Barreda<br />

e Coma, è avanti di quasi<br />

quattro minuti e torna in testa<br />

alla Generale. Storia tutt’altro<br />

che avvincente. Credo che neanche<br />

Despres, che pur ha “sub<strong>it</strong>o”<br />

un grande favore, possa


CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 DESPRES (FRA) KtM<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

5 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

6 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

7 GARCiA (ESP) KtM<br />

8 ULLEVALSEtER (noR) KtM<br />

9 PAin (FRA) YAMAHA<br />

10 BottURi (<strong>it</strong>A) KtM<br />

essere particolarmente felice.<br />

Coma corre a testa bassa, e<br />

riduce lo svantaggio di mezzo<br />

minuto alla fine della prima parte<br />

della Speciale, che riprende<br />

dopo il rifornimento ed il tratto<br />

neutralizzato che i concorrenti<br />

percorrono sulla nazionale 5.<br />

Si entra nella Pampa del tamarugal<br />

per l’ultima fatica di una<br />

giornata abbastanza frustrante.<br />

Marc Coma, che ha guidato<br />

la Speciale dal primo all’ultimo<br />

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chilometro per oltre cinque ore di gara, è il primo a scendere lungo<br />

lo “scivolo” di sabbia che si affaccia sull’oceano, ma i giochi sono<br />

ormai fatti.<br />

Cyril Despres, pago del lavoro di oggi, vince la sua terza Speciale di<br />

questa Dakar, recupera poco meno di 4 minuti all’avversario, e torna<br />

in testa alla corsa con un margine di due minuti e ventotto secondi.<br />

Helder Rodrigues (4° oggi e terzo in generale), si conferma<br />

tra i grandi se non per veloc<strong>it</strong>à almeno per rendimento ed affidabil<strong>it</strong>à,<br />

ancora un Rally semplicemente impeccabile per il portoghese<br />

Campione del Mondo, ma la grande sorpresa di questa Dakar,<br />

possiamo cominciare a dirlo, è Joan Barreda (3° a iquique), classe<br />

1983, che con la Husqvarna del team SpeedBrain è protagonista<br />

di una gara davvero stupefacente. Soltanto lo spagnolo, oggi, è<br />

riusc<strong>it</strong>o a mantenere in qualche modo aperto il “contatto” con gli<br />

inarrivabili fugg<strong>it</strong>ivi. tra gli <strong>it</strong>aliani, a parte Botturi e Ceci che, con<br />

il loro grande team, sono una solida certezza, più indietro in classifica<br />

ecco i veri eroi di questa Dakar: i “certosini” Filippo Ciotti e<br />

Claudio Pederzoli, l’”insospettabile”, giovanissimo nicola tonetti, il<br />

“preciso” GianErnesto Astori, ed il “dolorante” (ma gli fa un baffo),<br />

eterno Franco Picco.<br />

Ancora in gara (ha sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il motore) anche Manuel Lucchese, e<br />

Grande giornata di Roberto tonetti (il papà di nicola) e dell’inossidabile<br />

Camelia Liparotti, nella piccola carovana dei Quad guidata<br />

dai fratelli Alejandro e Marcos Patronelli, una v<strong>it</strong>toria alla Dakar ciascuno.<br />

intanto, mentre scriviamo, David Casteu è fermo in pista a<br />

60 KM dall’arrivo, apparentemente con un problema meccanico.<br />

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Dakar 2012, 9a tappa:<br />

Casteu. tre classifiche<br />

di Piero Batini | David Casteu alla fine giunge al traguardo dopo tre<br />

ore di “bricolage”. tanti i cambi di motore, anche tra i protagonisti che<br />

come gli altri vengono penalizzati da 15 minuti<br />

Iquique, 10 gennaio 2012<br />

Ci eravamo fermati, ieri, in<br />

apprensione per David Casteu,<br />

che era fermo sulla pista<br />

a cinquanta chilometri da iquique.<br />

L’ufficiale Yamaha stava<br />

facendo del “bricolage” per<br />

far ripartire la moto in panne.<br />

oggi possiamo dire che non è<br />

andata a finire malissimo, ma<br />

solo nel senso che poteva finire<br />

peggio, ovvero con l’abbandono.<br />

invece David è riusc<strong>it</strong>o a far<br />

ripartire la sua moto, dopo ben<br />

tre ore di lavoro, ed è arrivato<br />

al bivacco, visibilmente stanco<br />

e contrariato, tre ore e mezza<br />

dopo il passaggio del vinc<strong>it</strong>ore<br />

della Speciale, Cyril Despres.<br />

Casteu non aveva cambiato il<br />

suo motore prima, e lo ha fatto<br />

ieri sera, ma forse la panne<br />

è solo una circostanza casuale<br />

niente affatto legata alla strategia<br />

dei cambi. Per lo sfortunato,<br />

e simpaticissimo, francese,<br />

tutto questo vuol dire un salto<br />

indietro nella generale, dal<br />

quarto al 23° posto, e l’addio ad<br />

un podio che era ancora perfettamente<br />

alla sua portata.<br />

valzer dei 15 minuti - Bis<br />

Si gira più forte al valzer dei<br />

92<br />

motori, ad iquique. Qui Piloti e team hanno cominciato a fare sul<br />

serio, e le nuove un<strong>it</strong>à sono fin<strong>it</strong>e dentro i telai di Despres, Coma,<br />

Barreda, Gonçalves, Ullevalseter, Faria, Rodrigues Filho, Aubert,<br />

Gomez, Bianchi Prata e Lesely. Meno cambi rispetto alla giornata<br />

precedente, ma con una maggiore dens<strong>it</strong>à di nomi di prestigio.<br />

Restano con il propulsore “originale”, al momento, e sempre parlando<br />

di pezzi da 90, Helder Rodrigues, Sv<strong>it</strong>ko, Viladoms, Farres,<br />

Pedrero, Pain, Botturi e Duclos (che i suoi guai li ha già passati<br />

prima di arrivare al bivacco ed ha giurato di arrivare a Lima senza<br />

più toccare un bullone della sua Aprilia).<br />

Tre classifiche, un po’ di matematica<br />

Dicevamo del p<strong>it</strong>stop motori e lo facevamo somigliare a quella<br />

fase tattica introdotta nella Formula 1 con rifornimenti e cambio<br />

gomme. il soggetto ha preso proprio questa piega, e complica un<br />

tantino le cose quando si tratta di stilare le classifiche. il dovere di<br />

cronaca già salta lo “scratch”, vale a dire l’ordine di arrivo in tempo<br />

reale sotto lo striscione del traguardo, e si va direttamente ai tempi<br />

corretti in funzione dell’ordine di partenza. Sol<strong>it</strong>amente è “attendibile”.<br />

Volendo essere tempestivi ecco che le eventuali penal<strong>it</strong>à<br />

sfuggono obbligatoriamente al conteggio di classifica. il caso più<br />

eclatante, tanto per tornarci sopra, è quello del tempo rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />

a Despres & Co. l’altro giorno. La decisione è arrivata alla sera, a<br />

giornali chiusi, ed in quel caso è ben valsa la pena di un r<strong>it</strong>orno specifico<br />

sull’argomento, altrimenti sarebbe morta lì. Adesso entra in<br />

ballo la questione dei motori cambiati e delle conseguenti penal<strong>it</strong>à<br />

comminate. L’ esempio è a portata di mano. Leggiamo la classifica<br />

forn<strong>it</strong>a al termine della Speciale: Despres, Coma, Barreda, Rodrigues,<br />

Gonçalves, Ullevalseter. Ma, come abbiamo visto, Despres,<br />

Coma, Barreda, Gonçalves e Ullevalseter hanno cambiato motore,<br />

ed hanno ricevuto i 15 minuti. Morale: la classifica della nona<br />

tappa è la seguente: Rodrigues (che vince la tappa), Despres,<br />

Sv<strong>it</strong>ko, Viladoms, Verhoeven, Coma, Farres, Zanol e Barreda (con<br />

quest’ultimo che era terzo e piomba al decimo posto). La generale<br />

risente meno della prospettiva<br />

15 minuti perchè Despres e<br />

Coma mantengono la distanza<br />

di 2 minuti e mezzo, e Rodrigues<br />

guadagna un quarto d’ora<br />

ma gliene mancano sempre<br />

tre, di quarti, per raggiungere<br />

la testa della corsa. L’ordine di<br />

partenza della Speciale odierna,<br />

invece, fa riferimento alla<br />

classifica della Speciale di ieri,<br />

poichè la penal<strong>it</strong>à per il cambio<br />

del motore si applica alla<br />

tappa ma on può essere considerata<br />

acquis<strong>it</strong>a durante lo<br />

svolgomento della Speciale. Di<br />

fatto: Despres parte per primo,<br />

Coma per secondo, Barreda<br />

terzo,e così via...<br />

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Dakar 2012, 10a tappa: Primo successo<br />

per lo spagnolo Joan Barreda<br />

di Piero Batini | Marc Coma (2°) recupera due minuti a Despres (3°),<br />

primo nella generale con un margine di soli 21 secondi<br />

377 chilometri di Prova<br />

Speciale in programma<br />

per la decima tappa<br />

della Dakar 2012, l’ultima interamente<br />

in terr<strong>it</strong>orio cileno.<br />

Prima, un trasferimento iniziale<br />

di 68 KM verso Sud. Dopo, il trasferimento<br />

finale più lungo, 250<br />

KM, fino alla c<strong>it</strong>tà-porto più a<br />

nord del Cile. in Speciale, fino al<br />

rifornimento posizionato poco<br />

oltre il 200° KM, il terreno è prevalentemente<br />

duro e pietroso,<br />

sulla falsariga della tappa precedente<br />

disputata nella stessa<br />

area geografica. Solo l’inizio<br />

della Prova è più sinuoso su terreno<br />

misto. Dopo lo stop benzina<br />

i concorrenti affrontano un<br />

settore di cordoni di dune da<br />

superare, come gli organizzatori<br />

annunciano, “surfando tra le<br />

onde di sabbia”. Gli ultimi cento chilometri sono di nuovo più scorrevoli,<br />

ma attenzione alla presenza di tratti di fesh-fesh. i numerosi<br />

cambi di motore, operati alla vigilia, hanno modificato la classifica<br />

generale. Per Despres e Coma non cambia nulla, Paulo Gonçalves<br />

retrocede dalla 4a alla 7a posizione, Pal Anders Ullevalseter scende<br />

di una posizione. Rodrigues, Viladoms, Farres e Sv<strong>it</strong>ko, gli unici<br />

della top ten che non hanno cambiato, sono momentaneamente<br />

favor<strong>it</strong>i dalla circostanza. David Casteu, molto indietro per un problema<br />

meccanico ieri, è autorizzato dal regolamento a partire in<br />

dodicesima posizione, essendo inser<strong>it</strong>o nella lista él<strong>it</strong>e della Dakar,<br />

ovvero dei “big”. Ma per il francese non è una Dakar fortunata: dopo<br />

appena tre chilometri dalla partenza in Speciale, Casteu è di nuovo<br />

fermo in pista, ancora con un problema, questa volta di natura elettrica,<br />

che lo trattiene per una buona mezz’ora. <strong>Moto</strong>ri freschi da<br />

rodare (in ver<strong>it</strong>à anche i propulsori di ricambio sono stati fatti girare<br />

prima di essere riposti negli appos<strong>it</strong>i conten<strong>it</strong>ori “da viaggio” sul<br />

camion dell’assistenza ufficiale KtM), Cyril Despres e Marc Coma,<br />

distanziati di due minuti e mezzo scarsi nella classifica generale<br />

provvisoria, aprono la decima Speciale. obiettivo iniziale per lo<br />

spagnolo è colmare il gap dei due minuti e raggiungre l’avversario<br />

part<strong>it</strong>o per primo. A Despres, per contro, l’onere di aprire la pista e<br />

curare la navigazione anche per lo spagnolo, che può seguirne le<br />

tracce. Partono forte anche le due Husqvarna di Paulo Gonçalves,<br />

che passa per primo al primo waypoint di passaggio, e Joan Barreda.<br />

Marc Coma prende rapidamente il controllo della s<strong>it</strong>uazione<br />

ed inizia a recuperare il r<strong>it</strong>ardo. Un minuto dopo 50 chilometri, un<br />

minuto e mezzo dopo cento circa. Al passaggio del primo CP, poco<br />

prima del rifornimento, i più veloci in assoluto sono Gonçalves e<br />

Barreda, ma Coma ha ormai Despres nel mirino. Ha praticamente<br />

azzerato il margine di r<strong>it</strong>ardo della partenza e corre con il francese<br />

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a vista: un minuto e cinquanta<br />

il suo margine a metà tappa<br />

circa, uno e quaranta al rifornimento.<br />

tempi alla mano, il<br />

portoghese Paulo Gonçalves è<br />

semre il più veloce, venti secondi<br />

di vantaggio sul compagno di<br />

squadra Joan Barreda. Despres


CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 DESPRES (FRA) KtM<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

5 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

6 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

7 ULLEVALSEtER (noR) KtM<br />

8 BottURi (<strong>it</strong>A) KtM<br />

9 PAin (FRA) YAMAHA<br />

10 FARiA (PRt) KtM<br />

e Coma entrano nel tratto di<br />

dune, una cinquantina di chilometri,<br />

perfettamente appaiati.<br />

Lo spagnolo ha colmato il gap<br />

ed inizia una nuova, difficilissima<br />

fase tattica. La s<strong>it</strong>uazione<br />

migliore, a questo punto, è nella<br />

mani di Despres che, sacrificati<br />

i due minuti “logici”, non deve<br />

far altro che controllare l’avversario.<br />

il francese lascia andare<br />

avanti Coma e lo tallona “<br />

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discretamente” seguendone ogni cambio di direzione. i due entrano<br />

nel tratto finale più veloce, ed ormai resta solo una passeggiata<br />

fino all’arrivo. Si ferma Paulo Gonçalves, che riparte dopo 15 minuti<br />

ma perde il primato che il portoghese aveva mantenuto fino a metà<br />

tappa, e subentra al comando Joan Barreda, che si è attaccato al<br />

treno Marc Coma ed ottiene il primo successo personale alla Dakar.<br />

Coma, che ancora una volta è il primo a tagliare “fisicamente”<br />

il traguardo della Speciale, chiude al secondo posto, due minuti e<br />

sette secondi davati a Despres, terzo. Despres resta primo in classifica<br />

generale, con un margine incredibilmente sottile, appena 21<br />

secondi. Coma si complimenta con Barreda e con l’avversario, descrive<br />

il finale delle quattro tappe peruviane, con la tappa maraton,<br />

come molto difficile e delicato, ma promette di essere lì, per fare<br />

tutto il possibile per vincere. La strategia delle tappe chiave della<br />

Dakar è questa, e non è la prima volta che Coma e Despres corrono<br />

per migliaia di chilometri raccolti in un fazzoletto. non sempre è<br />

ecc<strong>it</strong>ante, ed inev<strong>it</strong>abilente la sfida istintiva si converte in una ragionata,<br />

ed a volte noiosa, gestione di ogni dettaglio di corsa che<br />

possa rappresentare anche solo una manciata di secondi. La tensione<br />

di ciascuno dei contendenti, per contro, sale alle stelle, l’uno<br />

alla ricerca del momento proprizio per sferrare l’attacco decisivo,<br />

l’altro concentrato a disinnescare ogni pur minimo segnale di sort<strong>it</strong>a.<br />

il gioco del gatto e del topo, insomma. Sinchè non succede<br />

qualcosa che rompe l’equilibrio del surplace. Ma non accade oggi.<br />

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Dakar 2012, 10a tappa: Peterhansel<br />

investe Ciotti, è polemica<br />

di Piero Batini | Le storie di Despres e di Peterhansel, entrambi con il<br />

successo di questa edizione della Dakar in gioco, hanno fatto un giro del<br />

mondo e mezzo, scatenando ondate di sdegno e crociate di assoluzione<br />

Cyril Despres si è fatto<br />

aiutare da Paulo<br />

Gonçalves per uscire<br />

dal fango, e una volta fuori,<br />

ciao! Stephane Peterhansel ha<br />

toccato Filippo Ciotti durante<br />

il contemporaneo attraversamento<br />

di un guado, e l’<strong>it</strong>aliano è<br />

rotolato nell’acqua insieme alla<br />

sua Rieju. Le storie di Cyril Despres<br />

e di Stephane Peterhansel,<br />

entrambi con il successo di<br />

questa edizione della Dakar in<br />

gioco, hanno fatto un giro del<br />

mondo e mezzo, scatenando<br />

ondate di sdegno e crociate di<br />

assoluzione. Questo dimostra,<br />

sul piano oggettivo, soltanto<br />

una cosa... che tra l’atto e la<br />

sua spiegazione può succedere<br />

di tutto. Questione di riflessi, di<br />

tempo e di spazio, e chiunque ci<br />

può mettere dentro la sua. i due<br />

episodi hanno in comune soltanto<br />

la loro fase reale, per così<br />

dire dimostrabile, filmati e foto,<br />

di gran lunga più “realistica” di<br />

qualsiasi interpretazione. Mi<br />

sono soffermato a lungo sulle<br />

dinamiche, molti hanno saltato<br />

analisi e retorica e sono andati<br />

direttamente al giudizio... universale,<br />

ed alla fine dico la mia.<br />

innanz<strong>it</strong>utto si tratta di due<br />

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episodi di natura profondamente diversa. L’affaire Despres matura<br />

dopo vari minuti di “azione”, mentre il fatto “Peter” è questione<br />

di un attimo. il primo è riconducibile ad una att<strong>it</strong>udine comportamentale,<br />

conseguenza di una s<strong>it</strong>uazione cr<strong>it</strong>ica, il secondo, seccamente,<br />

ad un’esecuzione sbagliata. il primo porta via tempo, da<br />

tempo, per riflettere, e lascia tutto il tempo che si vuole per offrire,<br />

se non una mano, almeno un segno di grat<strong>it</strong>udine. il secondo<br />

è come un’istantanea, si risolve maldestramente in un momento<br />

e, conoscendo bene Peterhansel, ci puoi mettere la mano sul fuoco<br />

che non ha pensato male neanche per un attimo. Condanna<br />

e assoluzione? non sta a me, non sono ne dio ne organizzatore.<br />

Però la storia di Despres mi lascia almeno perplesso, e quella di<br />

Peter-Ciotti riesce anche a farmi sorridere. Ma siccome tra piloti in<br />

corsa l’istinto può correre più veloce della razional<strong>it</strong>à, e correndo<br />

forte può anche sbagliare strada di tanto in tanto, tutto sommato<br />

tenderei a smorzare i toni. Sarei più intransigente, invece, con<br />

l’organizzazione, che pur con mezzi, esperienza e tempo ha gest<strong>it</strong>o<br />

la faccenda dei paperi nel fango con essenziale superficial<strong>it</strong>à,<br />

stravolgendo il concetto di base della corsa e prendendosi gioco<br />

dell’impegno di Coma che, passato indenne oltre la trappola e scatenato<br />

il suo inferno di tappa, ha infine visto vanificato il risultato<br />

dei propri sforzi, ered<strong>it</strong>andone il carico di tensioni. Gli organizzatori<br />

hanno strombazzato ai quattro venti la loro emozione il giorno<br />

che il brasiliano Guilherme Spinelli, le lacrime agli occhi, è andato<br />

dai commissari ed ha cofessato: “Scusate io mi r<strong>it</strong>iro. Ho usufru<strong>it</strong>o<br />

dell’assistenza illegale di uno spettatore, è vietato. non posso concepire<br />

di concludere la Dakar avendo imbrogliato, l’onestà è la mia<br />

prior<strong>it</strong>à e la mia motivazione!” E giù con lo spir<strong>it</strong>o della Dakar, della<br />

prima volta nella v<strong>it</strong>a di quel commissario, dei valori umani che la<br />

Dakar rappresenta in esclusiva. Via così. A quegli stessi commissari,<br />

ancora con la pelle d’oca per l’emozione di aver visto in faccia<br />

lo Spir<strong>it</strong>o della Dakar, dovevano prudere le d<strong>it</strong>a nell’impazienza di<br />

prendere per le orecchie Despres. Poi, preso in considerazione<br />

l’aspetto regolamentare, avrebbero potuto “graziarlo” per il fango<br />

in cui si è impastato e “punirlo” rigettandolo nel fango di cui si è<br />

macchiato. Avrebbero fatto giustizia e un figurone con il Mondo.<br />

Perchè Despres, tra tutte le cose che poteva fare si è dimenticato<br />

dell’unica che gli sarebbe costata zero: alzare una mano in segno<br />

di grat<strong>it</strong>udine ed una spalla per fare capire a Gonçalves che era<br />

meglio se ripartiva il più in fretta possibile. Anche se la sia testa,<br />

verisimilmente, si è immediatamente riemp<strong>it</strong>a dell’immagine<br />

dell’avversario in fuga. Così, invece, gli organizzatori hanno, in un<br />

colpo solo, rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o a Despres i termini quantificabili della sua<br />

sfortuna, preso a calci il talento di Coma, e perso un’occasione.<br />

il figurone l’ha fatto Paulo Gonçalves. Ha detto che sono cose che<br />

succedono a causa dell’adrenalina della gara, che per lui era tutto<br />

a posto e che sperava che lo fosse anche per tutti gli altri, inv<strong>it</strong>ando<br />

se stesso e gli altri a pensare ad altro e ad andare avanti. Per la<br />

ver<strong>it</strong>à, credo che Paulo abbia ragione, e capisco che, lim<strong>it</strong>atamente<br />

alle circostanze, il frangente era di quelli da far perdere la testa a<br />

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chiunque. La questione di<br />

Peterhansel, che ha mezzo<br />

“affogato” Filippo Ciotti, secondo<br />

me non è neanche paragonabile.<br />

Anche in questo<br />

caso “Peter” avrebbe potuto<br />

aprire uno sportello e tirare<br />

fuori una mano, ma per come<br />

ho visto che sono andate le<br />

cose la faccenda è molto meno<br />

drammatica e, come detto, è<br />

l’istantanea di un momento<br />

sfortunato, privo di qualsiasi<br />

“premed<strong>it</strong>azione”, non ce n’era<br />

il tempo, evoluzione indesiderata<br />

di un momento della<br />

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corsa. Peterhansel potrebbe anche non aver avuto modo di rendersi<br />

conto pienamente degli effetti del contatto. E bisogna aggiungere<br />

che Stefane si è precip<strong>it</strong>ato da Ciotti, al bivacco, per scusarsi.<br />

L’episodio di Spinelli mi ha fatto pensare anche a quelle circostanze,<br />

abbastanza comuni nella Dakar, in cui il sapersi arrangiare vola<br />

allo stato dell’arte. non me ne vogliano gli eroi della Dakar, quelli<br />

che hanno tentato con tutti i mezzi di non soccombere alla Dakar.<br />

La loro è la Storia stessa della Dakar, che non esisterebbe senza<br />

i loro episodi. Alex Zanotti, che ha lavorato come un cane sotto il<br />

sole per far ripartire la moto, Manuel Lucchese, che ha smontato<br />

e rimontato in mezzo alle dune, Alain Duclos che, in circostanze<br />

analoghe, si è r<strong>it</strong>rovato addir<strong>it</strong>tura senza sella e serbatoio. tutti<br />

loro, ma questo succede a quasi tutti quelli che hanno storie<br />

incredibili e simili da raccontare nella Dakar del Sud America, hanno<br />

accettato, o addir<strong>it</strong>tura richiesto, un aiuto da parte degli spettatori,<br />

cuore pulsante della Dakar risorta dopo l’Africa, finendo<br />

però per infrangere il regolamento. Beninteso, io farei lo stesso,<br />

e non come Spinelli, idolo di una Dakar un po’ troppo ideale. Ma,<br />

in fondo, queste sono quisquilie. Che dire, allora, di espir<strong>it</strong>u e di<br />

regolamenti, quando ci si sofferma sulla notizia del giorno e si scopre<br />

che l’Hummer di Robby Gordon, scatenato mostro a quattro<br />

ruote alla caccia del primato fino ad ora nella mani di Stephane<br />

Peterhansel, sarebbe tecnicamente non conforme, e quindi squalificato?<br />

Ma no, non ricominciamo a scandalizzarci. Diciamo che<br />

gli organizzatori farebbero meglio a curare con più attenzione una<br />

parte del loro lavoro.<br />

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Dakar 2012, 11a tappa:<br />

nuovo successo di Despres<br />

di Piero Batini | nuovo successo di Cyril Despres, che porta a due<br />

minuti e 22” il vantaggio su Coma, oggi terzo. Secondo posto per Gerard<br />

Farres al traguardo di Arequipa, prima tappa in Perù<br />

Prove Speciali (di fatto<br />

una, con due settori<br />

cronometrati intervallati<br />

da un tratto neutralizzato di<br />

circa 130 chilometri, sulla Panamericana)<br />

per ben 534 KM.<br />

Un trasferimento iniziale per<br />

prendere il via della PS ed uno<br />

finale fino al bivacco tendato di<br />

Camana. Questo il programma<br />

originale della 11ma tappa della<br />

dakar 2012. Ma abbiamo già<br />

visto che le condizioni meteo<br />

non sono particolarmente indulgenti<br />

con la carovana della<br />

corsa, quest’anno, cosicché in<br />

questo caso la tappa è stata<br />

abbondantemente rimaneggiata.<br />

in particolare i concorrenti<br />

moto sono stati inviati sul percorso<br />

inizialmente previsto per<br />

le auto (in origine diverso da<br />

quello delle moto), per tagliare fuori vasta zona di fiumi in secca<br />

che... asciutti non lo sono più, ed hanno la Speciale ridotta di una<br />

cinquantina di KM. Resta invariato l’aspetto più importante del<br />

programma originale che caratterizza la tappa odierna. Si tratta,<br />

in effetti, di una tappa Marathon, vale a dire collegata direttamente<br />

alla prossima, 12ma tappa, senza la possibil<strong>it</strong>à, per i concorrenti, di<br />

far ricorso alle assistenze. i veicoli e gli assistenti sono stati mandati<br />

direttamente al termine della tappa successiva, ed i concorrenti<br />

dovranno intervenire personalmente sulle proprie moto per il<br />

“tagliando”. Essendo di fatto escluse le riparazioni più importanti,<br />

come la sost<strong>it</strong>uzione del motore, i Piloti hanno l’obbligo di aministrare<br />

la meccanica per essere sicuri di affrontare anche la tappa<br />

successiva nelle migliori condizioni possibili. nei primi 170 chilometri<br />

di trasferimento, la carovana passa la frontiera ed entra, per<br />

la prima volta nella storia della Dakar, in Perù, dove verranno disputate<br />

le ultime quattro tappe dell’edizione 2012 (e da dove, si dice,<br />

potrebbe partire il Rally nel 2013), ed entra nella prima parte della<br />

Speciale, di 195 KM. Joan Barreda, Marc Coma e Cyril Despres, si<br />

perdono quasi sub<strong>it</strong>o, sbagliando una nota del road book e prendendo<br />

una pista sbagliata. ne traggono vantaggio quegli insegu<strong>it</strong>ori<br />

che non commettono l’errore e possono approf<strong>it</strong>tare dell’anomalia<br />

della s<strong>it</strong>uazione. Rallentamenti vistosi per olivier Pain, in difficoltà<br />

nella prima zona di dunette del KM 120, e per l’assistente di Despres<br />

Ruben Faria. Joan Pedrero, “portatore d’acqua” di Coma, intanto,<br />

si è r<strong>it</strong>irato ieri per un problema meccanico, ed è rimasto sette<br />

ore tra le dune in attesa di essere recuperato. Al primo waypoint<br />

della PS, circa 40 KM dalla partenza, è in testa Gerard Farres, che<br />

si è agganciato ai veloci battistrada nel momento in cui questi<br />

sono tornati sulla pista giusta, segu<strong>it</strong>o da Johnny Aubert, Pal Anders<br />

Ullevalseter ed il brasiliano Felipe Zanol. Lo spagnolo del team<br />

102 103<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

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<strong>Sport</strong><br />

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bbbbbbbbbbbbbbb<br />

Bordone-Ferrari tiene la testa<br />

del gruppo fino alla fine del primo<br />

settore cronometrato ed i<br />

leader, che accusano un r<strong>it</strong>ardo<br />

tra i due ed i cinque minuti, fanno<br />

fatica a recuperare il tempo<br />

perso. il più penalizzato è, manco<br />

a dirlo, Marc Coma, part<strong>it</strong>o


CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 DESPRES (FRA) KtM<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

5 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

6 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

7 ULLEVALSEtER (noR) KtM<br />

8 PAin (FRA) YAMAHA<br />

9 BottURi (<strong>it</strong>A) KtM<br />

10 ZAnoL (BRA) KtM<br />

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da Arica alle spalle di Barreda. Ad aprire la pista è, a questo punto,<br />

Cyril Despres, Coma accusa un r<strong>it</strong>ardo di 1’ e 47”. Ci vogliono oltre<br />

due ore per coprire il lungo trasferimento neutralizzato, e quasi<br />

altrettante ai concorrenti per completare la seconda parte cronometrata<br />

della Prova Speciale n° 11. Giornata lunghissima. Despres,<br />

che ha ripreso Coma nelle prime fasi della corsa quando il gruppetto<br />

dei battistrada ha sbagliato strada, ha preso la testa della PS e<br />

lo spagnolo lo tallona a vista, consapevole che non potrà cambiare<br />

la s<strong>it</strong>uazione. i due contendenti procedono appaiati e la part<strong>it</strong>a, per<br />

oggi, è chiusa. Vince Cyril Despres, e Coma perde i due minuti “stabil<strong>it</strong>i”<br />

dall’ordine di partenza. tra i due si inserisce, al traguardo di<br />

Arequipa, Gerard Farres, ed alle spalle di Coma ecco il suo nuovo<br />

“portatore d’acqua”, Johnny Aubert, che ha rotto gli indugi dopo<br />

aver condotto, sino ad oggi, in sordina la sua prima Dakar. Migliore<br />

degli <strong>it</strong>aliani, Alessandro Botturi entra stabilmente nella top ten.<br />

oggi ha chiuso al 12° posto, che vale al bresciano l’8° in generale.<br />

Ma questo accadeva già ieri sera, quando Paulo Gonçalves veniva<br />

penalizzato di sei ore per aver raggiunto il bivacco di Copiapo al<br />

traino di un’altro veicolo (che, solo in questo caso il regolamento<br />

o consente, non era quello di un Pilota in gara). il portoghese, due<br />

volte sul podio e protagonista dell’episodio del “Fango” insieme a<br />

Despres, aveva occupato la quarta posizione della Generale.<br />

104 105<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Dakar 2012. la v<strong>it</strong>a dei privati al bivacco<br />

di Piero Batini | La tappa marathon è una delle s<strong>it</strong>uazioni più<br />

affascinanti della Dakar. C’è un’atmosfera di maggiore intim<strong>it</strong>à,<br />

e ogni pilota tira fuori la lista delle operazioni per il tagliando,<br />

preparata dal meccanico che per un giorno non c’è<br />

Il bivacco della tappa marathon<br />

e le “Casse”<br />

La tappa marathon è una<br />

delle s<strong>it</strong>uazioni più affascinanti<br />

della Dakar. i piloti sono arrivati<br />

alla spicciolata, hanno preso<br />

possesso del loro fazzoletto<br />

di terra al bivacco, ed hanno<br />

cominciato a pensare alle loro<br />

106<br />

cose come accadeva una volta: da soli. non ci sono i mezzi di assistenza,<br />

gli assistenti, e i decibel di rumore generati dai gruppi<br />

elettrogeni sono crollati. C’è un’atmosfera di maggiore intim<strong>it</strong>à, e<br />

ciascuno dei piloti tira fuori dalla giacca la propria lista delle operazioni<br />

per il tagliando, preparata dal meccanico che per un giorno<br />

non c’è. Ma i “privati” il meccanico spesso non ce l’hanno neanche<br />

gli altri giorni, ed al bivacco della tappa marathon anche i più “privatoni”<br />

fanno un passo avanti, perchè gli ufficiali si rendono conto<br />

“da vicino” di che v<strong>it</strong>a fanno i “barboni”. Qualcuno, beninteso, è<br />

“clochard”, è “privato” per scelta e non per necess<strong>it</strong>à, ed intende<br />

la Dakar solo in questo modo: lui, la sua moto, il suo marsupio. E<br />

la sua Cassa. Da 17 anni, alla Dakar, gli organizzatori trasportano<br />

una “cassa”, dove il Pilota stipa un picolo campionario di essenzial<strong>it</strong>à:<br />

lo spazzolino da denti, la felpa, mutande, 100 grammi di<br />

piume dentro un sacco a pelo, un pistone, la centralina, la pomata<br />

di Fissan, le leve, fasci di fascette, lampadine, v<strong>it</strong>i e bulloni, 125cc<br />

di grappa o di olio degli ulivi di casa sua. All’esterno il numero di<br />

gara, all’interno del coperchio è incollata la lista delle centinaia di<br />

cose, scelte con cura e pensate, sopravissute tra mille all’esclusione<br />

perchè r<strong>it</strong>enute necessarie. il contenuto deve stare tutto in una<br />

cassa delle dimensioni di 80 per 40 centimetri, alte non ricordo<br />

più quanto, che i piloti privati senza assistenza trovano ogni sera<br />

insieme ad una coppia di ruote. Le casse sono trasportate da un<br />

camion, una volta addir<strong>it</strong>tura da un aereo, l’”aereo delle casse”,<br />

autentico epicentro della notte del bivacco. Attorno al camion della<br />

casse, o all’aereo della casse, sono state scr<strong>it</strong>te intere epopee<br />

della Dakar. Al culmine della sua parabola c’erano elettric<strong>it</strong>à, enormi<br />

punti luce, caffè, compressori ed utensili, bottiglie di Pastis, la<br />

pressa, sigarette, tecnici geniali capaci di tagliare, piegare, saldare,<br />

disponibili tutta la notte, perchè non si dormiva mai al camion<br />

(o l’aereo) della Casse. C’erano persino sponsor per quell’aereo,<br />

che vedevano lì l’anima della Dakar, quella vera. E naturalmente<br />

23 Gennaio<br />

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Anno<br />

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<strong>Sport</strong><br />

Piloti per tutta la notte, al lavoro<br />

fino all’alba, anche fino a cinque<br />

minuti prima di partire per<br />

la tappa.<br />

Qualche lustro fa dal ventre<br />

dell’aereo scendevano, per<br />

risalire al mattino dopo, miracolosamente<br />

richiuse e coscienziosamente<br />

radunate ai<br />

suoi piedi, centinaia di casse<br />

e di ruote. oggi i “privatoni”, e<br />

conseguentemente le Casse,<br />

sono sulla via dell’estinzione, si<br />

contano sulle d<strong>it</strong>a di un paio di<br />

mani, ed attorno a quelle Casse<br />

non c’è più la stessa atmosfera.Gli<br />

organizzatori pensano<br />

addr<strong>it</strong>tura di abolirle, perchè<br />

sono un costo e perchè, dicono,<br />

i privati ormai preferiscono<br />

spendere qualche soldo di più<br />

ed avere, o condividere, un’assistenza<br />

propriamente detta.<br />

107


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Dakar 2012, 12a tappa:<br />

Coma, un quinto successo che vale oro<br />

di Piero Batini | tocca a Despres, bravissimo fino a 3/4, seguire nella<br />

Generale a 1’ e 35”. Podio per Joan Barreda e Jordi Viladom<br />

Dodicesima tappa, tre<br />

alla fine. 196 chilometri<br />

(in origine dovevano<br />

essere 246) di Prova Speciale,<br />

con un trasferimento di circa<br />

300 KM per raggiungere la<br />

partenza. i 106 Piloti ancora in<br />

gara (erano 178 a Mar del Plata)<br />

affrontano una Speciale molto<br />

impegnativa, con tre settori di<br />

sabbia e dune, rispettivamente<br />

di 50 (che diventano 30), 25 e<br />

40 chilometri, i primi due nella<br />

prima parte, l’ultimo poco prima<br />

dell’arrivo posizionato nei<br />

pressi della c<strong>it</strong>tà di nazca. il<br />

tratto centrale, il più corto, è annunciato<br />

come una delle possibili<br />

“svolte” di questa Dakar. Ce<br />

n’è abbastanza per stressare a<br />

fondo le meccaniche e le doti<br />

di guida e di navigazione in<br />

fuoripista dei concorrenti, per “spremerne” tutte le migliori qual<strong>it</strong>à<br />

e metterne a nudo i lim<strong>it</strong>i. Dopo undici giorni di gara, poche cose<br />

possono dirsi acquis<strong>it</strong>e, ed è come se il Rally cominciasse di nuovo,<br />

per l’ennesima infernale quotidian<strong>it</strong>à nella quale talento e tenacia<br />

sono appesi al filo della fortuna. i concorrenti sono reduci dalla<br />

notte al bivacco senza assistenze di Camana, e la tappa odierna è<br />

l’ideale continuazione della precedente Arica-Arequipa. Solo il traguardo<br />

chiuderà la due giorni dell’unica tappa marathon di questa<br />

edizione. i concorrenti passano non lontano dalle Linee di nazca,<br />

uno dei più affascinanti misteri del Mondo attribu<strong>it</strong>i all’omonima<br />

civiltà ma, tranquilli, non c’è pericolo che le tracce delle ruote della<br />

Dakar vadano ad incrociare quelle della Storia dell’altipiano. Si è<br />

concluso il “valzer dei motori”. Quasi tutti i concorrenti hanno cambiato.<br />

Gli ultimi sono stati i Piloti del team Bordone-Ferrari, Viladoms,<br />

Farres e Botturi, e prima di loro è stata la volta di Helder<br />

Rodrigues e di olivier Pain. non si sa se era già nei loro piani, ma il<br />

grido di allarme di David Casteu deve aver sort<strong>it</strong>o l’effetto. Restano<br />

con gli “originali” lo slovacco Stefan Sv<strong>it</strong>ko ed il Polacco Jacek<br />

Czachor. Per effetto dell’applicazione delle relative penal<strong>it</strong>à, Sv<strong>it</strong>ko<br />

e Pain si sost<strong>it</strong>uiscono a Viladoms e Botturi al 4° ed 8° posto della<br />

classifica generale. Piccole scosse di assestamento alla verifica del<br />

12mo giorno della Dakar. Si va alla partenza della Speciale, nella<br />

Pampa Blanca, con una mezz’ora di r<strong>it</strong>ardo, poichè i primi 50 chilometri<br />

sono stati tolti, sempre per colpa del maltempo. Sparisce<br />

così anche la prima parte del primo tratto di dune, e Marc Coma<br />

è chiamato a “compattare” i tempi della sua missione, riacciuffare<br />

Cyril Despres part<strong>it</strong>o per primo. Venti minuti dopo, al primo<br />

waypoint di passaggio, Coma ha già ripreso Farres, che partiva due<br />

minuti prima di lui, ma ha guadagnato solo cinque secondi su Despres.<br />

Cyril “apre” la pista e mantiene un r<strong>it</strong>mo elevatissimo, e le<br />

108 109<br />

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prime dune sono superate in un<br />

soffio. nel successivo tratto più<br />

veloce Marc prende il sopravvento,<br />

ed al Controllo di Passaggio<br />

(circa 70 KM dal via) ha<br />

guadagnato 30 secondi. Farres<br />

non regge il r<strong>it</strong>mo e resta indietro,<br />

“tengono” Viladoms, che si


CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 CoMA (ESP) KtM<br />

2 DESPRES (FRA) KtM<br />

3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

5 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

6 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

7 ULLEVALSEtER (noR) KtM<br />

8 BottURi (<strong>it</strong>A) KtM<br />

9 PAin (FRA) YAMAHA<br />

10 ZAnoL (BRA) KtM<br />

inserisce tra Coma e Despres,<br />

Zanol, Barreda e Rodrigues, ma<br />

il più veloce di tutti, in questo<br />

primo tratto, è lo slovacco Stefan<br />

Sv<strong>it</strong>ko. Poco dopo si ferma<br />

olivier Pain. Cinque minuti e<br />

riparte. C’era da aspettarsi<br />

l’attacco di Coma, ma la ver<strong>it</strong>à<br />

è che i denti li ha tirati fuori<br />

Despres. La tappa è più corta,<br />

e non certo più difficile del previsto,<br />

ma in ogni caso Despres<br />

compie un piccolo capolavoro,<br />

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correndo contro il tempo ed il road book. Senza commettere il più<br />

piccolo errore riesce a mantenere a deb<strong>it</strong>a distanza l’avversario.<br />

La parte centrale della tappa è nettamente a suo favore, e quando<br />

mancano 70 chilometri all’arrivo Despres ha perso soltanto 40<br />

secondi. niente in considerazione della posta in palio. Despres ha<br />

fatto esattamente quello che ci si aspettava da Coma. Si fermano<br />

Johnny Aubert e Felipe Zanol, tra le dune della parte centrale della<br />

tappa. Poi ripartono anche loro. Ultima parte della PS, si entra nei<br />

40 chilometri di dune che preludono al finale. il tentativo di fuga<br />

di Coma è stato sin qui rintuzzato, adesso tocca alla navigazione<br />

ed alla concentrazione sulla scelta dei passaggi sulle onde di sabbia.<br />

Momento delicatissimo. D’improvviso lo scenario cambia totalmente,<br />

perchè Coma si è lanciato nell’ultimo, feroce tentativo:<br />

agganciare Despres nei pochi chilometri che restano. i metri scorrono<br />

più lentamente, ma molto di più per Despres. Coma divora<br />

la sabbia e si avvicina inesorabilmente, senza sbagliare una duna.<br />

La sua progressione è irresistibile, momento magico in cui l’esecuzione<br />

di ogni ogni passaggio riesce alla perfezione. Al traguardo di<br />

nazca, deserto “bruto” spazzato dal vento, Marc arriva per primo.<br />

Despres è lì poco dopo. Per Marc, missione compiuta. Lo spagnolo<br />

vince la tappa e tiene dietro Despres di 3 minuti e 57 secondi. non<br />

è ancora fin<strong>it</strong>a ma, oggettivamente, non ci si poteva aspettare di<br />

più. tappa bellissima. tra Coma e Despres, al traguardo finale di<br />

tappa, si interpongono Joan Barreda e Jordi Viladoms, nell’ordine<br />

alle spalle di Coma, che a nazca torna in testa la Dakar. Un solo<br />

minuto, e 35 secondi, di vantaggio, avvincente.<br />

110 111<br />

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Dakar 2012, 12a tappa:<br />

Fermi tutti, per un momento<br />

di Piero Batini | Quello che hanno fatto Cyril Despres e Marc Coma<br />

nella 12ma tappa è una di quelle cose che mer<strong>it</strong>ano un momento di<br />

riverente riflessione<br />

Il grande cinema della Dakar<br />

Quello che hanno fatto Cyril<br />

Despres e Marc Coma nella<br />

12ma tappa è una di quelle<br />

cose che mer<strong>it</strong>ano di essere<br />

riviste, registrate e messe in<br />

biblioteca per essere ammirate<br />

ancora, ogni volta che viene<br />

in mente di godersi un grande<br />

spettacolo. Una di quelle cose<br />

che mer<strong>it</strong>ano un momento<br />

di riverente riflessione. i due<br />

grandi Rivali avevano davanti<br />

a loro una tappa relativamente<br />

corta, con una parte tecnicamente<br />

davvero difficile, ed un<br />

carico di responsabil<strong>it</strong>à tattica<br />

insostenibile per qualsiasi comune...<br />

Pilota. Ma il difficile,<br />

per quei due, consiste nel fatto<br />

che ogni volta che abbassano<br />

la maschera sugli occhi, hanno<br />

già alzato l’asticella di un tanto.<br />

E che sia l’uno o l’altro ad avere<br />

avuto l’idea di alzarla, magari<br />

per fare un dispetto all’avversario,<br />

l’altro lo segue, e non ci<br />

inciampa. Despres è part<strong>it</strong>o davanti,<br />

l’ombra di Coma già nella<br />

testa prima che dietro le spalle.<br />

Doveva proteggere un vantaggio<br />

risicato, ed è andato avanti<br />

come una saetta. Coma, quattro<br />

minuti più indietro, aveva un<br />

112<br />

obiettivo intermedio, Farres, che avrebbe potuto aiutarlo a colmare<br />

il gap. Ma il collega spagnolo gli è stato di ben poco aiuto, ed in<br />

quattro e quattr’otto era già archiviato. A quel punto Despres e<br />

Coma hanno mandato in scena un “parallelo” da brivido. Ciascuno<br />

aveva la sua pista da scoprire davanti alle ruote, l’obbligo di forzare<br />

il r<strong>it</strong>mo ed il dovere di non sbagliare. Qui diventa difficile: riuscire<br />

a fare bene tutte le cose, e senza commette errori. te ne basta<br />

uno, e sei cotto, hai buttato una Dakar e undici giorni. Per cento<br />

chilometri è andata avanti così. Media elevatissima, e massimo<br />

rendimento. Senza errori. Dopo cento chilometri, trenta secondi<br />

ripresi da Coma. niente. Coma magnifico, Despres superlativo.<br />

Poi sono venuti i trenta-quaranta chilometri più difficili. Le dune,<br />

un serpente di curve disegnate sulla sabbia: Coma ha spinto forte,<br />

fortissimo, ed in quel relativamente breve tratto ha centrato il<br />

suo obiettivo, agganciando l’avversario per passarlo poco prima<br />

della linea d’arrivo. Sulle dune Despres era preda un po’ più facile,<br />

bisogna ammetterlo, specialmente con il sole alto che cancella i<br />

rilievi. oggi le parti sono invert<strong>it</strong>e. in tutti i sensi. Di classifica, di<br />

margine da recuperare, di ordine di partenza (Coma ha ancora più<br />

lavoro, secondo una logica elementare, di quello che ha avuto Despres<br />

ieri). Di certo l’asticella sarà posizionata ancora più in alto,<br />

e non vale la pena di pronosticare o di avventurarsi in una soluzione<br />

teorica. Ce lo faranno vedere loro, i due Super Campioni, come<br />

risolveranno una questione che è strettamente personale. Loro<br />

due. Ecco il momento di riflessione. Loro due sono la Dakar. La migliore<br />

espressione pubblic<strong>it</strong>aria della corsa di ASo, tanto certa che<br />

proprio gli organizzatori ci hanno prov(oc)ato, con una campagna<br />

che paventava la fine della loro era. immaginate per un attimo una<br />

Dakar senza uno dei due. Poca cosa, siamo d’accordo? Una passeggiata<br />

dell’unico presente, a fare il bello ed il brutto tempo tra gli<br />

aspiranti all’olimpo dei Rally, il risultato già inciso sulla targa del<br />

trofeo. Coma, o Despres, contro i pur bravi Rodrigues, Viladoms, i<br />

Barreda o gli Sv<strong>it</strong>ko, o i Botturi, speriamo, che verranno. Qualsiasi<br />

ambizione “dakariana”, così pure come ogni sogno, passa ancora<br />

attraverso quel Binomio, o vi si infrange. non c’è storia, oggi. Domani,<br />

forse, dopo domani, certamente, ma non oggi e finché i due<br />

Leoni restano in circolazione e seminano il panico nella foresta.<br />

Era bello quando Francisco Lopez era a posto, come due anni fa,<br />

o come l’anno scorso. il cileno è stato l’unico a mettere un po’ di<br />

sale nel dialogo a due che dura da sette Dakar, dicendo la sua. Si<br />

può avere simpatia per l’uno e non soffrire l’altro (anche tra di loro<br />

è corso sangue non troppo buono, del resto), r<strong>it</strong>enere alternativamente<br />

l’uno e l’altro più forte, più grintoso, più astuto. Sostenere<br />

da una parte l’estetica della guida o dall’altra la “sporca” brutal<strong>it</strong>à<br />

dell’efficienza. Si può forzare una “grading list”, corta, eh? e preferire<br />

l’uno o l’altro, ma questa è personalizzazione del giudizio,<br />

variabile retorica di opinione. Basta invert<strong>it</strong>e l’indirizzo del giudizio,<br />

e trovare che la “classifica” regge lo stesso. La ver<strong>it</strong>à è che<br />

entrambi sono in grado di fare cose grandi, come nessun altro. La<br />

Dakar di oggi è di quei due là, che si scannano per un minuto con<br />

un’ora di vantaggio sul resto del peloton, e che ogni volta che non<br />

vincono, perchè cap<strong>it</strong>a che commettano un errore e sbaglino strada,<br />

o che si tuffino inoportunamente in una piscina di fango, per<br />

qualcun altro è arrivata l’ora dell’explo<strong>it</strong>, dell’evento, del fatto ined<strong>it</strong>o,<br />

dell’eccezione. Dopodomani uno dei due passerà in vantaggio<br />

sull’avversario, per un anno. La Dakar viene una volta all’anno,<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

e questa che si chiude a Lima è<br />

la bella che si giocano Coma e<br />

Despres dopo aver ottenuto tre<br />

v<strong>it</strong>torie ciscuno ed aver chiuso<br />

ogni porta d’ingresso al regno<br />

della Dakar dal 2005. Domenica<br />

si romperà un equilibrio<br />

perfetto, ecco perchè è bello, a<br />

due giorni di distanza, fermarsi<br />

un attimo e riflettere sulla grandezza<br />

di quella coppia di Assi,<br />

presi nell’ultimo momento in<br />

cui sono ancora perfettamente<br />

alla pari. Un momento emblematico,<br />

perchè fissa il valore<br />

atletico di due individui sensazionali,<br />

e di un’epoca che, una<br />

volta che sarà fin<strong>it</strong>a, passerà<br />

direttamente alla leggenda.<br />

Domani sarà il giorno di Coma<br />

o di Despres, oggi è il giorno di<br />

Coma e Despres.<br />

113


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Dakar 2012, 13a tappa: Secondo posto<br />

per Despres, che prende il volo<br />

di Piero Batini | tappa Cruciale densa di colpi di scena. Coma avvicina<br />

l’avversario, poi deve cedere. A Pisco vince Helder Rodrigues, Viladoms<br />

terzo dietro a Despres<br />

Pisco, 14 gennaio 2012.<br />

Penultima Tappa della<br />

dakar 2012<br />

Cento partenti e cento chilometri<br />

scarsi di trasferimento<br />

dal bivacco di nazca, poi<br />

dentro nella Speciale, 275<br />

KM, tracciata tra la Pampa di<br />

Huayury e l’altopiano del Gran<br />

tablazo de ica, un “accidente”<br />

morfologico coperto di dune di<br />

sabbia. La Speciale costeggia<br />

l’oceano Pacifico, passa non<br />

lontano da Punta infiernillo (un<br />

altro nome evocativo della natura<br />

ambientale “sinistra” della<br />

Prova) e dalla c<strong>it</strong>ta di ica, e si<br />

conclude in prossim<strong>it</strong>à del bivacco<br />

posizionato poco a Sud<br />

di Pisco. Rifornimento e neutralizzazione<br />

al KM 120. Solo<br />

un terzo della Speciale corre su<br />

terreni più duri, il resto è sabbia, cordoni di dune isolati e in sequenza.<br />

oltre alla tecnica pura, necessaria per non soccombere<br />

tra le “pieghe” del mare di sabbia, sono ancora una volta chiamati<br />

in causa l’istinto e l’esperienza dei “navigatori”, che devono rispettare<br />

ben 35 waypoint sulla loro rotta. Come ieri, ma molto più difficile<br />

di ieri. Marc Coma ha vinto a nazca, e parte per primo, Cyril<br />

Despres, che ha chiuso alle spalle anche di Joan Barreda e Jordi<br />

Viladoms, sei minuti dopo. L’impostazione tattica della tappa è simile<br />

a quella della della giornata precedente, ma con ruoli invert<strong>it</strong>i<br />

per i due Piloti di testa, attesi ad un nuovo, avvincente duello, forse<br />

l’ultimo di questa Dakar. Coma fugg<strong>it</strong>ivo, con un comp<strong>it</strong>o difficilissimo<br />

davanti a sè, Despres insegu<strong>it</strong>ore, e ulteriormente favor<strong>it</strong>o<br />

dall’ordine di partenza. 50 chilometri di Speciale, ed ecco il primo<br />

waypoint di passaggio. Joan Barreda ha raggiunto Marc Coma,<br />

e lo segue da vicino, ma è Cyril Despres che prende l’iniziativa. il<br />

francese passa con il miglior tempo, davanti ai portoghesi Helder<br />

Rodrigues e Paulo Gonçalves. Marc Coma è staccato, oltre tre minuti<br />

e mezzo, indietro in decima posizione. Despres torna virtualmente<br />

in testa al Rally. La s<strong>it</strong>uazione diventa ancor più cruda al<br />

CP, al rifornimento, quando il r<strong>it</strong>ardo di Coma rispetto a Despres<br />

sale a più di cinque minuti. Despres è sempre il più veloce, e più<br />

rapido di Barreda, Rodrigues e Gonçalves. non fosse una tappa<br />

con moltissima e difficile navigazione, sarebbe da rimanere sconcertati.<br />

La ver<strong>it</strong>à è che Despres, che corre lungo i solchi delle ruote<br />

di Coma, sta sfruttando alla perfezione una s<strong>it</strong>uazione logica, ed<br />

il rebus della vigilia compone pian piano, ma sempre più chiaramente,<br />

il suo nome nella soluzione finale. Quando mancano 120<br />

chilometri circa all’arrivo, la pista piega ad Est. Sbaglia Barreda<br />

che prosegue verso nord, ma non Coma, né Despres, che restano<br />

sulla pista giusta, il francese navigando ormai a vista. Poi Despres<br />

114 115<br />

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numero<br />

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<strong>Sport</strong><br />

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bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />

bbbbbbbbbbbbbbb<br />

rallenta per un paio di piccoli<br />

errori di navigazione, Coma riparte<br />

istataneamente all’attacco,<br />

e la Dakar torna sul filo del<br />

rasoio dei secondi. Prima di entrare<br />

nell’ultimo, difficilissimo<br />

tratto di dune del “tablazo”, il<br />

suo r<strong>it</strong>ardo da Despres scende


CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 DESPRES (FRA) KtM<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

5 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

6 ULLEVALSEtER (noR) KtM<br />

7 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

8 BottURi (<strong>it</strong>A) KtM<br />

9 PAin (FRA) YAMAHA<br />

10 ZAnoL (BRA) KtM<br />

a poco più di due minuti. il miglior<br />

tempo parziale è quello di<br />

Helder Rodrigues. Le dune peruviane<br />

del gran finale, nessun<br />

rimpianto per quelle africane,<br />

ed ecco il colpo di scena, che<br />

arriva quando mancano 70<br />

chilometri al traguardo. Marc<br />

Coma parte su una direttrice<br />

sbagliata e si allontana dalla<br />

rotta ideale per un problema al<br />

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cambio, quindi rientra sul tracciato del road book, ma lascia sulla<br />

pista dieci minuti, fatali. Despres, a quel punto primo davanti a Rodrigues<br />

e Ullevalseter, ha la Dakar offerta su un vassoio d’argento:<br />

il suo vantaggio nella generale sale a più di undici minuti. Finale.<br />

Coma tira i remi in barca. Ci ha provato, ma non ci è riusc<strong>it</strong>o. Helder<br />

Rodrigues taglia per primo il traguardo di Pisco. Alle spalle del<br />

Campione del Mondo portoghese Cyril Despres, quindi Viladoms e<br />

Barreda, Alessandro Botturi stratosferico al 7° posto. Coma è molto<br />

indietro, 13 minuti e mezzo dal vinc<strong>it</strong>ore della penultima tappa.<br />

Di più, lo spagnolo è ora a undici minuti dal leader della Corsa, defin<strong>it</strong>ivamente<br />

(ora è possibile dirlo) Cyril Despres.<br />

116 117<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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02<br />

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Dakar 2012, 13a tappa: Verso la fine<br />

di Piero Batini | Gli ultimi 29 chilometri separano i cento concorrenti<br />

in moto dal poter accarezzare il sogno di concludere la Dakar<br />

D<strong>it</strong>a incrociate<br />

Pensare che gli ultimi<br />

29 chilometri (tanti ne<br />

restano di settore selettivo<br />

nell’ultima tappa della Dakar<br />

2012, dopo oltre 4.000 chilometri<br />

di prove speciali, ed il<br />

doppio in totale) possano essere<br />

fatali anche ad uno solo<br />

dei cento concorrenti in moto<br />

che stanno per accarezzare il<br />

sogno di concludere la Dakar,<br />

è un abbrutimento, e pertanto<br />

non bisogna neanche parlarne.<br />

Lasciamo che sia un colpo<br />

di scena malefico ad intervenire,<br />

eventualmente, come<br />

è successo lo scorso anno a<br />

Francisco Lopez (ne abbiamo<br />

già parlato, quindi resta quello<br />

il riferimento dell’incertezza<br />

per definizione che caratterizza<br />

la regina delle maratone),<br />

ma speriamo che non succeda<br />

ed incrociamo le d<strong>it</strong>a, un po’<br />

come fanno tutti da ieri sera al<br />

bivacco di Pisco. no, non succederà<br />

niente di anomalo, e<br />

per questo, poiché abbiamo le<br />

d<strong>it</strong>a incrociate anche noi, viene<br />

ben poco da scrivere. Un bilancio<br />

sarebbe prematuro, come<br />

uscire dal cinema prima della<br />

parola “fine”, e non c’è niente<br />

da ipotizzare su una tappa<br />

così corta. no, non resta che<br />

aspettare, un po’ a malincuore,<br />

118<br />

l’epilogo festoso e un po’ triste, sì perchè alla Dakar ci si sta attaccati<br />

quasi giorno e notte, e di chiudere a Plaza de Armas, centro<br />

storico di Lima, dove è tutto pronto.<br />

La chiave della 13ma<br />

torniamo sull’utima tappa, la sconvolgente penultima tra nazca<br />

e Pisco, solo per un attimo, per chiarire meglio la dinamica, abbastanza<br />

stridente, che ha frenato Marc Coma nella sua disperata<br />

rincorsa alla testa della corsa. Lo spagnolo non aveva niente da<br />

perdere, e tutto da guadagnare, e quindi non aveva scelta: attaccare,<br />

dal primo all’ultimo dei 275 chilometri della Speciale. non<br />

sarebbe stato comunque facile, anzi, ma se la ciambella fosse<br />

riusc<strong>it</strong>a con il buco la Dakar sarebbe stata incredibilmente avvincente<br />

anche oggi, con la passerella finale trasformata in una manche<br />

di motocross. Marc è part<strong>it</strong>o non troppo convinto di riuscire<br />

nell’impresa, ma non di meno ha messo in campo tutte le risorse<br />

che aveva a disposizione. All’inizio ha avuto un problema al cambio,<br />

che gli ha imped<strong>it</strong>o di inserire la seconda e la terza marcia, ed il<br />

fatto che sia riusc<strong>it</strong>o, nella parte centrale della tappa, a mantenere<br />

il contatto, dimostra che non si è mai dato per vinto. Poi è usc<strong>it</strong>o<br />

dalla pista principale, quella corretta, perchè aveva paura di non<br />

riuscire a superare una duna, che richiedeva un rapporto inferiore<br />

e probabilmente uno di quelli di cui non poteva disporre. invece di<br />

rischiare ha prefer<strong>it</strong>o deviare per contornare la duna malefica, ma<br />

così facendo si è infilato in una lunga, troppo lunga digressione,<br />

ed ha lasciato lì le ultime speranze di risolvere a suo favore la questione.<br />

Coma ha dichiarato che sono cose che possono succedere<br />

quando si stressa la meccanica oltre il lim<strong>it</strong>e, che sono cose della<br />

corsa, che la Dakar è anche questa. Sempre estremamente gentile<br />

con tutti, anche quando ha il magone, lo spagnolo!<br />

Tutta Francia<br />

Due francesi stanno per vincere la Dakar. Cyril Despres e Stephane<br />

Peterhansel. Due francesi, il Rally che è francese. non, non sto<br />

per fare polemica. niente fanghi, piloti che si perdono, assistenze<br />

selvagge. troppo tardi o inutile o, peggio, irrispettoso dopo 8.000<br />

chilometri e tredici giorni per quei cento che stanno per farcela.<br />

Volevo dire della Francia, dove è nata la special<strong>it</strong>à e dove l’interesse<br />

travolgente che ha animato quel popolo è scemato scendendo<br />

fino a livelli disarmanti. Ero in Francia nei giorni immediatamente<br />

precedenti la partenza, come altre volte, e come le altre volte sono<br />

andato a cercare notizie, giornali, riviste, libri, speciali. niente. Una<br />

pagina scarsa con una foto gigantesca e dieci righe, sull’Equipe,<br />

la “Gazzetta” di là dalle Alpi, di proprietà di ASo. Una volta, anche<br />

quando la Dakar non partiva già più da Parigi, la Francia intera<br />

si risvegliava e si preparava per seguire il “loro” Rally. Le strade<br />

erano tappezzate di cartelloni pubblic<strong>it</strong>ari. Francesi, anche sconosciuti,<br />

erano testomonial di benzine, supermercati, pneumatici.<br />

Scendevi nella metropol<strong>it</strong>ana e ci trovavi Despres grande come<br />

un treno associato ad una carta di cred<strong>it</strong>o. ogni concessionario<br />

di moto tirava fuori i cimeli delle edizioni precedenti ed allestiva<br />

la propria mostra-storia sui marciapiedi davanti alla vetrina. oggi<br />

non è più così: della Dakar, in Francia, quasi ci si vergogna. Eccessivo,<br />

lo so, ma è propio questa la sensazione che si ricava. Basta<br />

domandare, ed i più fanno finta di non ricordare, o alla fine ti dicono<br />

che è una cosa passata, c’era una volta. Della Dakar parla la<br />

“media borghesia culturale”, per c<strong>it</strong>are questa o quella disgrazia,<br />

per fare dell’ironia o per ricordare la v<strong>it</strong>toria ambientalista e l’ambiance<br />

intellettuale che ha avuto ragione di quella cosa. Forse la<br />

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Anno<br />

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numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

duplice v<strong>it</strong>toria francese farà<br />

bene alla Francia degli appassionati,<br />

e riporterà un po’ di popolar<strong>it</strong>à<br />

alla corsa a casa sua. o<br />

forse farà bene per portare un<br />

maggior numero di francesi a<br />

correre, così come fecero bene<br />

gli anni d’oro <strong>it</strong>aliani o i più recenti<br />

anni d’oro spagnoli. Far<br />

bene all’Europa fa bene ad una<br />

corsa che rischia, ogni anno di<br />

più, di diventare un fenomeno<br />

prettamente sudamericano.<br />

Che poi non ci sarebbe niente<br />

di male. in Sud America sta saltando<br />

fuori qualche archeologo<br />

indignato, qualche ambientalista<br />

come sempre contrario,<br />

ma l’entusiasmo per la Dakar,<br />

laggiù, è inimmaginabile. Pura<br />

passione popolare, cosa d’altri,<br />

ma altri davvero, tempi.<br />

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Cyril Despres vince la sua 4a Dakar<br />

di Piero Batini | A Lima, dopo 14 giorni di gara, il francese batte Marc<br />

Coma e Helder Rodrigues. Alessandro Botturi, ottavo, il migliore dei<br />

Piloti <strong>it</strong>aliani. KtM imbattibile dal 2001<br />

E<br />

finalmente è Lima,<br />

ultima tappa della Dakar,<br />

edizione 2012. L’atmosfera<br />

è quella della grande<br />

festa, ed anche la cortissima<br />

Prova Speciale è ormai, finalmente,<br />

soltanto una formal<strong>it</strong>à<br />

prima dell’apoteosi sul Podio<br />

della Plaza de Armas, nel centro<br />

storico di Lima. 8.000 chilonetri<br />

in totale, e di questi oltre<br />

4.000 di prove Speciali. 14<br />

tappe, una giornata di riposo a<br />

Copiapo, una tappa annullata<br />

all’ingresso della corsa in Cile,<br />

tre grandi Paesi attraversati,<br />

oltre al Cile l’Argentina, che ha<br />

osp<strong>it</strong>ato la partenza del Rally<br />

da Mar del Plata e, per la prima<br />

volta, il Perù con quattro tappe<br />

ined<strong>it</strong>e e sontuose e l’arrivo della<br />

corsa nella sua Cap<strong>it</strong>ale. Questa<br />

è la Dakar 2012 nella sua<br />

sintesi geografica. La corsa, la<br />

maratona per definizione, l’evento motoristico e sportivo più duro<br />

del Mondo è stato, invece, una montagna di emozioni. Come sempre,<br />

più di altre volte. Gli ultimi 29 chilometri dell’ultima Prova<br />

Speciale non cambiano la fisionomia agonistica della corsa, ed è<br />

arrivato il momento di tirare un profondo sospiro di sollievo e di<br />

incominciare a crederci, per i cento Piloti “sopravissuti” alla durezza<br />

della corsa, di essere consapevoli di essere riusc<strong>it</strong>i nell’impresa.<br />

Una di quelle che segnano la carriera sportiva di un atleta, non solo<br />

perchè è un paragrafo importante del suo curriuculum agonistico.<br />

Disputare, e finire una Dakar è un’esperienza di v<strong>it</strong>a. L’ultimo<br />

“strappo” cronometrato non dice nulla di nuovo, è una liberazione.<br />

E nonostante esista una tradizione di paura scaramantica nei<br />

confronti dell’ultima Prova, i Piloti non si risparmiano, scaricando<br />

l’adrenalina residua sulla pista dell’epilogo. il migior tempo lo<br />

“stacca” Pal Anders Ullevalseter (la prima Speciale, in Argentina,<br />

due settimane fa, la vinse, passato remoto, Francisco Lopez), Marc<br />

Coma è immediatamente alle spalle del norvegese, e terzo è il sorprendente<br />

slovacco Stefan Svirko. Cyril Despres se l’è presa un po’<br />

più comoda, solo il decimo tempo finale, distratto dall’evento che<br />

va pian piano mettendosi a fuoco, e di cui è egli stesso il protagonista.<br />

Dopo i successi del 2005, del 2007 e del 2010, Despres<br />

si aggiudica anche la trentatreesima edizione della Dakar. Cyril ha<br />

vinto tre tappe, è andato i testa alla corsa al temine della terza e<br />

ha ceduto la leadership in due sole occasioni, nella ottava e nella<br />

12ma, riprendendo il comando delle operazioni immediatamente,<br />

il giorno successivo. Despres ha firmato una superlativa 13a tappa,<br />

ed ha congelato il risultato nella penultima giornata di gara,<br />

quando il suo vantaggio sull’avversario “storico” è sal<strong>it</strong>o a oltre<br />

undici minuti. insieme a Despres ha vinto anche KtM. La Marca<br />

austriaca si è aggiudicata tutte le edizioni della Dakar a partire dal<br />

2001, anno del primo successo di Fabrizio Meoni. il secondo posto<br />

va a Marc Coma, co-protagonista eccezionale di un’avventura<br />

120 121<br />

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bbbbbbbbbbbbbbb<br />

agonistica impareggiabile, ed<br />

il terzo, così come era stato lo<br />

scorso anno, va al Campione<br />

del Mondo 2011 Cross Country<br />

Rally, il portoghese Helder<br />

Rodrigues. Alessandro Botturi,<br />

5° all’ultimo traguardo e debuttante<br />

in questa edizione, è


CLASSIFICA <strong>Moto</strong><br />

Pos. nome marca<br />

1 DESPRES (FRA) KtM<br />

2 CoMA (ESP) KtM<br />

3 RoDRiGUES (PRt) YAMAHA<br />

4 ViLADoMS (ESP) KtM<br />

5 SV<strong>it</strong>Ko (SVK) KtM<br />

6 ULLEVALSEtER (noR) KtM<br />

7 FARRES GUELL (ESP) KtM<br />

8 BottURi (<strong>it</strong>A) KtM<br />

9 PAin (FRA) YAMAHA<br />

10 ZAnoL (BRA) KtM<br />

il migliore degli <strong>it</strong>aliani. ottavo<br />

assoluto, il bresciano “strappato”<br />

all’Enduro, è ormai una<br />

autentica promessa, ed il primo<br />

<strong>it</strong>aliano a tornare nella top ten<br />

“dai tempi” di Giovanni Sala. oltre<br />

il traguardo finale anche Paolo<br />

Ceci, Franco Picco, Filippo<br />

Ciotti, Claudio Paderzoli, nicola<br />

tonetti e GianEernesto Astori.<br />

Questi i magnifici sette <strong>it</strong>aliani<br />

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all’arrivo di Lima. Alejandro Patronelli ha vinto il Rally dei Quad.<br />

L’argentino, Campione in carica, ha battuto il fratello Marcos, che<br />

si era aggiudicato l’edizione 2010, e tomas Maffei, per un podio totalmente<br />

argentino, ma tra i non molti che sono riusc<strong>it</strong>i ad avere<br />

ragione di questa difficilissima Dakar con l’impegnativo “4 ruote” ci<br />

sono anche Roberto “Checco” tonetti e la Campionessa del Mondo<br />

Camelia Liparoti. Un altro “motociclista”, infine, ha vinto la Dakar:<br />

Stephane Peterhansel si è imposto nella gara delle auto, regalando<br />

così il primo successo alla Mini. Peterhansel ha infranto il proprio<br />

record assoluto di nove v<strong>it</strong>torie alla Dakar, aggiungendo il suo quarto<br />

successo in auto ai sei ottenuti in sella ad una Yamaha.<br />

122 123<br />

23 Gennaio<br />

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Dakar 2012: le tante storie<br />

di questa fantastica edizione<br />

di Piero Batini | Cyril Despres ha vinto la sua quarta Dakar. 2005,<br />

bruttissima edizione, 2007, 2010, ed ora 2012. Marc Coma ha perso<br />

la sua<br />

Cyril Despres ha vinto<br />

la sua quarta Dakar.<br />

2005, bruttissima<br />

edizione, 2007, 2010, ed ora<br />

2012. Marc Coma ha perso la<br />

sua, combattuta contro più avversari,<br />

di natura diversa, e gli<br />

restano, per il momento quelle<br />

vinte nel 2006, 2009, e quella<br />

dello scorso anno. Ancora un<br />

bel duello. forte, tra i due migliori<br />

Piloti del Mondo. Rally<br />

perfettamente gest<strong>it</strong>o dal francese,<br />

in sal<strong>it</strong>a per lo spagnolo<br />

sin dalla terza tappa, quando<br />

Coma ha sbagliato strada ed<br />

ha percorso dodici chilometri<br />

più del necessario. Poi c’è stata<br />

la storia dell’ottava tappa,<br />

dei minuti persi da Despres nel<br />

fango e rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dagli organizzatori,<br />

due tappe bellissime, la<br />

11ma e la dodicesima, con un<br />

botta e risposta di grandissima<br />

classe, e la brutta tredicesima,<br />

viziata da un guaio di troppo,<br />

questa volta meccanico, che<br />

è costata a Coma la gara ed<br />

altri tre quarti d’ora per la nuova<br />

sost<strong>it</strong>uzione del motore. il<br />

problema del tempo rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />

a Despres non è andato giù<br />

a nessuno, e più si raffredda<br />

l’emotiv<strong>it</strong>à più la risoluzione<br />

124<br />

dell’organizzazione appare debole. Questo non vuol dire che Despres<br />

non abbia mer<strong>it</strong>ato la v<strong>it</strong>toria. L’organizzazione, sì, non ha<br />

mer<strong>it</strong>ato Despres, e nemmeno Coma la sconf<strong>it</strong>ta, se quella è la<br />

ragione. Ma quando la Dakar è chiusa l’archivio della sua storia fagoc<strong>it</strong>a<br />

voracemente le storie che hanno acceso gli animi durante i<br />

giorni della gara. La corsa va agli atti, giusta o no, e resta così. Fa<br />

parte della sua natura, a volte costru<strong>it</strong>a su decisioni sbagliate, anche<br />

deliberatamente. Chi ne ha tratto vantaggio gode del risultato<br />

e finirà per non ricordarsi delle ragioni, e chi le ha subìte finirà per<br />

metterle in un file da lasciare alla polvere.<br />

Robby Gordon in corsa sub judice<br />

Robby Gordon, per esempio, squalificato, è rimasto in corsa sub<br />

judice. il suo appello, e le sue eventuali ragioni, potranno richiedere<br />

anni di burocrazia. tutti, l’americano compreso, alla fine si<br />

ricorderanno delle sue tappe vinte, dei suoi salti e dei suoi cappottoni.<br />

E per le stesse ragioni Robby tornerà alla Dakar prima<br />

di averle risolte. Anche per questo Cyril ha mer<strong>it</strong>ato pienamente<br />

la v<strong>it</strong>toria, e per l’inutil<strong>it</strong>à di quella infin<strong>it</strong>à di sé e di ma che è impossibile<br />

mettere in colonna per cercare un risultato matematico.<br />

Despres si è preparato meticolosamente per questa Dakar, anche<br />

cambiando metodo di preparazione; è andato meno in moto e ha<br />

fatto gare diverse, visto terre e terreni diversi per tutta la stagione.<br />

Poi è arrivato alla Dakar in forma olimpica, fisicamente e, soprattutto,<br />

di testa. Ha sbagliato pochissimo, probabilmente meno di<br />

tutti gli altri, ad ha amministrato ogni sua più piccola risorsa senza<br />

rinunciare ad una sola di esse.<br />

Si può discutere sul fatto increscioso che è calato sulla Dakar<br />

come un bivio improvviso sul road book, e in questo caso bisogna<br />

chiamare in causa la saggezza degli organizzatori, ma non si<br />

può discutere il valore che un Campione come il francese ha dato<br />

alla sua performance globale. Le belle sorprese non sono mancate.<br />

Sono quelle che cost<strong>it</strong>uiscono, tutte insieme, la storia degli<br />

outsider. Bello vedere al traguardo “Checco” tonetti, classe ‘55,<br />

sesto nei quad, o suo figlio nicola, 22 anni, in moto. Bello r<strong>it</strong>rovare<br />

all’arrivo Camelia Liparoti o Claudio Pederzoli “inossidati” da una<br />

Dakar durissima, e bello contare fino a sette, tanti sono i magnifici<br />

magnifici <strong>it</strong>aliani al traguardo, e r<strong>it</strong>rovare un m<strong>it</strong>o senza età come<br />

Franco Picco o ossi davvero duri come Filippo Ciotti o Gianernesto<br />

Astori.<br />

alessandro Botturi, rookie of the year<br />

Ma la più bella sorpresa, e soddisfazione, per noi, è incontestabilmente<br />

la “scoperta” di Alessandro Botturi, ottavo assoluto e rookie<br />

of the year. Botturi è arrivato al Rally partendo da lontano,<br />

da un desiderio passionale coltivato per anni, ma poi si è fiondato<br />

dentro la “materia” in pochi mesi, ed ha letteralmente bruciato le<br />

tappe. Ha dalla sua un fisico indistruttibile, ma alla fine ha lamentato<br />

una stanchezza crescente, segno che non è il fisico l’”arma”<br />

del Pilota di Lumezzane ex campione di Rugby. Buon segno, un<br />

fisico si può sempre mettere in ordine ed allineare anche alle esigenze<br />

di una corsa massacrante come la Dakar, la testa no: ce l’hai<br />

23 Gennaio<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

o non ce l’hai. Botturi la testa<br />

ce l’ha. Così come ha la forza<br />

di tenere duro, di non cosiderarsi<br />

mai arrivato, altro difetto<br />

di mille rampanti alla Dakar,<br />

arrivati, esplosi in un giorno e<br />

spar<strong>it</strong>i, frantumati dall’insostenibile<br />

peso emotivo dell’evento.<br />

Essere nei primi dieci al debutto<br />

è un traguardo da sogno, la<br />

migliore promessa che un Pilota<br />

possa fare all’inizio della sua<br />

storia “dakariana”.<br />

Bordone-Ferrari, un team tutto<br />

<strong>it</strong>aliano<br />

La bella sorpresa Botturi è figlia<br />

dell’altra bella realtà scoperta<br />

alla Dakar di quest’anno:<br />

125


il suo team, il Bordone-Ferrari,<br />

tutto <strong>it</strong>aliano. La Squadra milanese<br />

è nata e cresciuta nello<br />

stesso, brevissimo tempo, ed<br />

ha centrato un obiettivo che,<br />

all’inizio, era qualcosa di più<br />

che ambizioso. Alla resa dei<br />

conti il team ha “piazzato” tre<br />

piloti nei primi dieci, quattro nei<br />

venti, e portato al traguardo il<br />

100% dei suoi Piloti. nell’ordine<br />

Jordi Viladoms, Gerard Farres,<br />

Alessandro Botturi e Paolo<br />

Ceci. insieme al rispetto sacro<br />

della promessa, proprio nei<br />

giorni della Dakar sono usc<strong>it</strong>e<br />

clamorosamente allo scoperto<br />

le altre ambizioni, non meno<br />

grandi, nate dalla stessa costola<br />

dell’appassionato progetto:<br />

la costruzione di una moto da<br />

Rally, una moto intera, con la<br />

quale riuscire a competere ad<br />

armi pari con i “mostri” che<br />

dettano legge da dodici anni, e<br />

quella di una moto da enduro<br />

da mettere nella mani di thomas<br />

oldrati, Edoardo D’Ambrosio<br />

e Jonathan Manzi. Ma<br />

non basta, il Progetto contempla<br />

anche la realizzazione, questa<br />

volta su scala industriale, di<br />

una moto <strong>it</strong>aliana, una “originale”<br />

che rappresenti l’ered<strong>it</strong>à<br />

di passione di nicolò Bordone,<br />

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industriale milanese che costruì una gran bella moto prima della<br />

seconda guerra mondiale, rianimata nel sogno della nipote nicoletta<br />

Altieri Bordone e di Renato Ferrari, ormai ex-arch<strong>it</strong>etto con<br />

un grande, non più contenibile amore per le moto. La moto Bordone-Ferrari<br />

sarà una moto con soluzioni costruttive e di design<br />

allo stato dell’arte, con interpretazioni tecniche ultra moderne ed<br />

una estetica evocativamente “vintage”, imprezios<strong>it</strong>a da particolari<br />

degni di una religiosa vocazione artigianale nell’uso dei materiali.<br />

d’un tratto è fin<strong>it</strong>a...<br />

non è vero, non pare possibile. il r<strong>it</strong>mo sostenuto per 14 giorni è<br />

“contagioso”, “autoreggente”. La Dakar è così, si parte stanchi,<br />

perchè le ultime settimane, gli ultimi giorni, fino alle ultimissime<br />

ore, sono senza tregua. Le cose da fare, invece di diminuire, sembrano<br />

aumentare, pare quasi che non ci sarà più il tempo di completarle<br />

tutte. Ma poi arriva il giorno, e si parte. La nave, l’aereo, le<br />

verifiche, il podio, la partenza. Part<strong>it</strong>i. Già stanchi morti. non sembra<br />

possibile poter reggere al r<strong>it</strong>mo delle cose che succedono ogni<br />

giorno durante la gara. La sveglia antelucana, chiudere il sacco a<br />

pelo e gli occhi, spesso, pochi quarti d’ora prima. Dormire vigilanti,<br />

con il generatore a pochi passi dalle orecchie. Per molti, la Dakar<br />

vuol dire dormire un’ora per notte, anche meno, e tutti i cinque, dieci<br />

minuti della giornata che passano a tiro. Dipende dalle mansioni,<br />

dai ruoli. i Piloti ufficiali hanno le loro ore di sonno prescr<strong>it</strong>te, sono<br />

ab<strong>it</strong>uati ad infilarsi nel sacco quando è il momento, ed a risvegliarsi<br />

quando è stato stabil<strong>it</strong>o. Per tutti gli altri quelle ore di sonno sacro<br />

tendono ad assottigilarsi inesorabilmente. E la fatica ad accumularsi.<br />

Quelli destinati al maggior sacrificio di sonno sono i meccanici,<br />

ancor più se lavorano ai mezzi da gara e poi, prima dell’alba del<br />

giorno dopo, ripartono guidando il camion, il furgone, il pickup. Per<br />

loro la fortuna è arrivare al bivacco successivo ad un’ora decente,<br />

piantare l’accampamento e fiondarsi all’ombra di un differenziale,<br />

chiudere gli occhi e aspettare i propri assist<strong>it</strong>i. La Dakar è interessante,<br />

curiosa, affascinante, e cap<strong>it</strong>a di rinunciare al proprio sonno<br />

per mille motivi. Perchè è una bella notte piena di stelle, perchè c’è<br />

da fare quattro chiacchiere, per dare una mano al meccanico amico<br />

sfortunatamente con più lavoro del normale (ma qual’è il carico<br />

di lavoro “normale”, alla Dakar?), per un bicchierino quando tutto<br />

è fin<strong>it</strong>o ed il telo è andato sulla moto, per aspettare un concorrente<br />

che tarda, per sapere da lui come sta andando all’altro Pilota che è<br />

ancora più indietro, per andare a scoprire le Storie della Dakar che<br />

fioriscono di notte, quando solo apparentemente, per quel giorno,<br />

tutto è fin<strong>it</strong>o. Man mano che i giorni passano, ci si fa l’ab<strong>it</strong>udine,<br />

ed è sorprendente scoprire come energie insospettabili vengono<br />

richiamate all’ordine. La mancanza di sonno diventa un’ab<strong>it</strong>udine<br />

alla quale si sopperisce approf<strong>it</strong>tamdo delle occasioni, anche quelle<br />

meno, normalmente, indicate. Una volta mi sono addormentato<br />

fuori dal portellone dell’elicottero, legato all’imbracatura mentre<br />

ci si accivinava in volo al concorrente da fotografare. Pochi attimi,<br />

un minuto, forse, ma è così. Un minuto, e via avanti per altre ore.<br />

Solo alla fine della Dakar, quando tutto è davvero fin<strong>it</strong>o, il sonno<br />

prende la sua rivinc<strong>it</strong>a, e può cap<strong>it</strong>are di dormire 24 ore di fila, alzarsi<br />

per fare colazione e tornare in branda, per altre dodici ore.<br />

Quando tutto finisce, dopo il podio, lì ci si accorge che ci mancherà<br />

qualcosa, che le giornate sono lunghe e, in rapporto con quelle,<br />

vuote. Anche per questo si resta attaccati alla Dakar per una v<strong>it</strong>a.<br />

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<strong>Sport</strong><br />

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2012<br />

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Rossi: “nel primo test difficilmente<br />

saremo già compet<strong>it</strong>ivi”<br />

di Giovanni Zamagni | C’è molta differenza tra il Valentino visto<br />

qui l’anno scorso e quello del 2012: il campione di tavullia è molto<br />

più sereno, fisicamente integro, ma anche perfettamente conscio<br />

delle difficoltà che lo aspettano<br />

Come ormai accade da<br />

22 anni, è il Wroom di<br />

Madonna di Campiglio<br />

ad aprire ufficialmente la stagione<br />

dei motori, con le conferenze<br />

stampa dei piloti Ducati<br />

e Ferrari, organizzate dallo<br />

sponsor tabaccaio. oggi è toccato<br />

a Valentino Rossi e nicky<br />

Hayden, domani ci saranno Filippo<br />

Preziosi, direttore tecnico<br />

di Ducati, e Stefano Domenicali,<br />

direttore sportivo Ferrari,<br />

mentre giovedì ci saranno Fernando<br />

Alonso e Felipe Massa, i<br />

due piloti della scuderia di Maranello.<br />

C’è molta differenza tra il Valentino<br />

visto qui l’anno scorso<br />

e quello del 2012: il campione<br />

di tavullia è molto più sereno,<br />

fisicamente integro, ma anche<br />

perfettamente conscio delle<br />

difficoltà che lo aspettano.<br />

Ecco la trascrizione integrale<br />

della conferenza stampa.<br />

nel 2011 sei venuto a Campiglio<br />

per la prima volta: cosa è<br />

cambiato da allora e come affronti<br />

il 2012?<br />

“nel 2011 ero arrivato qui in<br />

condizioni fisiche peggiori e<br />

l’umore era sicuramente meno<br />

pos<strong>it</strong>ivo. Adesso sono più in<br />

forma, pronto per il primo test<br />

di Sepang (31 gennaio, 1 e 2<br />

febbraio, nda). Essere qui è bello,<br />

così come lavorare in Ducati,<br />

anche se i risultati, purtroppo,<br />

sono stati al di sotto delle<br />

aspettative”.<br />

Si torna alle 1000: pensi che<br />

saranno più divertenti?<br />

“Sì, anche se non saranno<br />

come le 1000 del 2006, ma<br />

saranno più simili alle 800<br />

dell’anno scorso, perché ci<br />

sono molto più aiuti elettronici<br />

e anche le gomme sono cambiate<br />

parecchio. Sono però più<br />

potenti: sicuramente ci si può<br />

divertire di più”.<br />

La ducati ti potrà dare una<br />

moto compet<strong>it</strong>iva per Sepang?<br />

“il primo test sarà molto importante,<br />

con una moto completamente<br />

differente e riprogettata<br />

rispetto al 2011: difficilmente<br />

saremo già compet<strong>it</strong>ivi nel<br />

primo test, ma raccoglieremo<br />

informazioni importanti per la<br />

prima gara”.<br />

Ripercorriamo come avete<br />

lavorato quest’inverno e che<br />

moto ti aspetti di trovare in<br />

malesia?<br />

“tornando al 2011, abbiamo<br />

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<strong>Moto</strong>GP » Prove


cercato di accorciare i tempi<br />

usando la GP12 il prima possibile,<br />

perché con la vecchia<br />

facevamo troppa fatica. Purtroppo,<br />

abbiamo avuto tanti<br />

problemi anche con quella e<br />

alla fine della stagione la moto<br />

era un ibrido tra le due versioni,<br />

mentre per il 2012 Filippo<br />

(Preziosi, nda) ha progettato<br />

una moto completamente<br />

nuova, cercando ovviamente<br />

di risolvere i problemi che avevamo.<br />

in Ducati hanno lavorato<br />

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durissimo: sono stato al reparto<br />

corse e ho visto la nuova Desmosedici<br />

sul computer. Sembra<br />

molto bella, adesso sono<br />

curioso di provarla per vedere<br />

se abbiamo effettivamente fatto<br />

un passo in avanti”.<br />

Sei convinto di poter arrivare<br />

a 10 mondiali? In altre parole:<br />

hai ancora fame?<br />

“Dire che siamo pronti per vincere<br />

è difficile, perché nel 2011<br />

c’era una grande differenza:<br />

l’obiettivo principale è risolvere<br />

i problemi passo dopo passo<br />

e avvicinarsi a Yamaha e Honda.<br />

Poi, si potrà lavorare sui<br />

dettagli per provare a vincere.<br />

Comunque sì, ho ancora fame”.<br />

nel 2011 non eri in forma fisicamente,<br />

oggi come ti senti?<br />

“nel 2011 ho dovuto lottare con<br />

la mia spalla per la prima parte<br />

della stagione e solo da Barcellona<br />

in poi ero a posto. oggi sto<br />

molto meglio, non ho dolore<br />

e mi sono allenato: si può dire<br />

che sono al 100%”.<br />

hai detto di non puntare al t<strong>it</strong>olo<br />

ma di essere più vicino a<br />

honda e Yamaha, quasi a dire<br />

che sarai pronto per il 2013:<br />

questo accelererà la trattativa<br />

per il rinnovo del contratto?<br />

“Per la ver<strong>it</strong>à, non vorrei togliermi<br />

dai giochi prima di<br />

iniziare… Ma bisogna anche<br />

essere realisti: abbiamo fin<strong>it</strong>o<br />

la passata stagione con 1”5 da<br />

recuperare. Per quanto riguarda<br />

il contratto, ne parleremo<br />

durante l’anno, ma non vorrei<br />

farlo troppo presto, perché si<br />

rischia di perdere la concentrazione<br />

sul campionato in corso”.<br />

Le 1000 saranno un vantaggio<br />

per i piloti più alti come te?<br />

“i motori 1000 non saranno<br />

più facili, ma saranno probabilmente<br />

più divertenti e, effettivamente,<br />

spero che diano una<br />

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mano ai piloti più alti come me:<br />

con le 800, rispetto ai più piccoli,<br />

perdevamo tanto”.<br />

Paolo Simoncelli, papà del<br />

povero marco, avrebbe detto<br />

che non ti sente dal giorno del<br />

funerale: è vero?<br />

“Sono in buonissimi rapporti<br />

con il babbo del Sic, con la sua<br />

fidanzata, la Kate, che lavorerà<br />

per la VR46, con i suoi amici<br />

e insieme a Mauro Sanchini,<br />

amico mio e del Sic, stiamo


preparando un dvd con tutti i<br />

filmati ined<strong>it</strong>i di me e Marco alla<br />

cava. insomma, non è vero”.<br />

Pensiamo nuovamente al<br />

2013: se con la ducati andrà<br />

bene, è chiaro che non ci saranno<br />

problemi per il rinnovo<br />

del contratto. ma se i risultati<br />

non dovessero arrivare, come<br />

vedi il futuro? Credi ci sia la<br />

possibil<strong>it</strong>à di tornare su una<br />

moto giapponese o pensi a<br />

qualcosa di diverso, tipo i rally?<br />

“Sicuramente quest’anno, con<br />

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tutti i contratti in scadenza, si<br />

farà interessante. Per quanto<br />

mi riguarda, mi piacerebbe<br />

cercare di far andare forte la<br />

Ducati, vincere qualcosa, togliersi<br />

delle soddisfazioni e poi<br />

smettere. Diciamo che vorrei<br />

fare almeno un altro contratto<br />

(quindi altri due anni, fino al<br />

2014, nda), mentre non credo<br />

di poter mai tornare su una<br />

moto giapponese”.<br />

La prossima, sarà la prima desmosedici<br />

sviluppata seguendo<br />

le tue indicazioni e sarà<br />

molto differente dalla precedente:<br />

ti preoccupa ripartire<br />

da zero?<br />

“Per andare forte è fondamentale<br />

far lavorare le gomme<br />

Bridgestone: nel 2011 abbiamo<br />

sofferto per quello e assieme<br />

a Preziosi abbiamo pensato<br />

a come sfruttare al meglio gli<br />

pneumatici. Ho visto la moto,<br />

sembra bella, adesso aspettiamo<br />

di provarla. non sono preoccupato<br />

anche se so che al<br />

primo test non saremo troppo<br />

compet<strong>it</strong>ivi: nel 2011 abbiamo<br />

cambiato a stagione in corso,<br />

il 2012 è stato pianificato meglio”.<br />

al Rally di monza hai battuto<br />

due volte Sebestien Loeb:<br />

pensi a un futuro nei rally?<br />

“i rally sono la mia passione e<br />

la battaglia con Loeb è stata divertente<br />

ed ecc<strong>it</strong>ante. Quando<br />

smetterò con le moto mi piacerebbe<br />

partecipare a qualche<br />

gara, ma non a tutto il campionato”.<br />

Ti sei allenato con antonio<br />

Cairoli, ma anche andrea<br />

dovizioso recentemente si<br />

è fatto male facendo motocross:<br />

credi che non ci si potrà<br />

più allenare in fuoristrada?<br />

“Guidare una moto è fondamentale<br />

per capire lo stile di<br />

guida, per affinare la tecnica<br />

e qualsiasi moto è pericolosa.<br />

Sicuramente le moto da cross<br />

sono le più pericolose, ma per<br />

noi è importante allenarsi anche<br />

con quelle”.<br />

Cosa pensi delle CRT?<br />

“Sarà importante vederne il potenziale:<br />

spero che la differenza<br />

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sul giro non sia troppo elevata.<br />

Dall’altra parte, senza le CRt<br />

saremmo stati in 12 in pista e<br />

questo non è accettabile per un<br />

campionato del mondo”.<br />

nel 2011, molti si aspettavano<br />

che tu vincessi la prima<br />

gara, così come avevi fatto<br />

nel 2004 al debutto con la Yamaha,<br />

ma è andata male; per<br />

il 2012 senti più o meno pressione?<br />

“nel 2011 avevamo cap<strong>it</strong>o fin<br />

dai primi test che la stagione<br />

sarebbe stata difficile: dopo<br />

soli tre giri ci eravamo resi conto<br />

che non avremmo potuto<br />

ripetere l’impresa di Welkom.<br />

Quest’anno la s<strong>it</strong>uazione è migliore:<br />

è chiaro che sogno di<br />

vincere la prima gara, ma nella<br />

realtà siamo un po’ lontani. Ma<br />

forse la moto nuovo sarà un miracolo…”.<br />

Secondo Kevin Schwantz<br />

avresti detto che le gomme<br />

Bridgestone sono pericolose:<br />

lo hai effettivamente dichiarato?<br />

“Speravo che Kevin non lo dicesse<br />

alla stampa… E’ chiaro,<br />

comunque, che bisogna lavorare<br />

sulle gomme e serve l’aiuto<br />

della Bridgestone, che vuole<br />

135


costruire i migliori pneumatici<br />

del mondo, come faceva nel<br />

2007: deve venire incontro alle<br />

esigenze dei piloti, migliorando<br />

le prestazioni nei primi giri.<br />

Adesso c’è Loris Capirossi che<br />

lavora per la Dorna: lui è un pilota<br />

a tutti gli effetti, potrà dare<br />

una mano alla Bridgestone”.<br />

Con la Yamaha hai vinto 9, 10,<br />

perfino 11 gare in una stagione:<br />

si può fare lo stesso con la<br />

ducati?<br />

“Perché no? Se riusciremo<br />

a risolvere i problemi si può<br />

tornare a essere compet<strong>it</strong>ivi.<br />

Ma è chiaro che è anche un<br />

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problema mio, non solo della<br />

moto: i miei avversari adesso<br />

sono più forti, più giovani e diventa<br />

difficile oggi vincere 10<br />

gare in una stagione”.<br />

Si è detto e si è scr<strong>it</strong>to che<br />

l’incidente di Simoncelli abbia<br />

un<strong>it</strong>o i piloti: ne sei veramente<br />

convinto?<br />

“non credo. nel 2011 abbiamo<br />

avuto tante occasioni per parlare<br />

tutti insieme, ma non si<br />

è arrivati a granché. Secondo<br />

me i rapporti non sono cambiati<br />

tanto e, per quanto mi riguarda,<br />

avevo buone relazioni<br />

con alcuni anche prima della<br />

tragedia di Simoncelli. Sicuramente<br />

però il Sic era amico di<br />

tutti e la sua morte ha shokkato<br />

l’ambiente”.<br />

Ti senti ancora veloce?<br />

“Sì, anche se io appartengo a<br />

un’altra era rispetto ai piloti di<br />

oggi: per quanto mi riguarda mi<br />

sento compet<strong>it</strong>ivo”.<br />

Ti sei tolto dai giochi: sarà una<br />

sfida Stoner/Lorenzo o credi<br />

che la honda abbia posto le<br />

basi per un lungo dominio?<br />

“nel 2011 la Honda ha deciso<br />

di vincere e ha messo sul piatto<br />

una quant<strong>it</strong>à di soldi che gli<br />

altri non hanno, costruendo<br />

una moto incredibile, con una<br />

tecnologia che sarà sicuramente<br />

vincente anche con le 1000.<br />

Ma spero che la Yamaha e, soprattutto,<br />

la Ducati siano più<br />

compet<strong>it</strong>ivi per un campionato<br />

più equilibrato”.<br />

hai provato la mercedes amG:<br />

farai qualche gara?<br />

“L’avevo già provata nel 2006<br />

ed è una delle macchine più divertenti<br />

che abbia mai guidato,<br />

ma per il 2012 ho in programma<br />

solo il rally di Monza. Mi<br />

piacerebbe, però, fare un giro<br />

al vecchio nurburgring”.<br />

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hayden: “la mia v<strong>it</strong>a con Stoner e Rossi”<br />

di Giovanni Zamagni | il 2011, uno dei suoi anni peggiori, è fin<strong>it</strong>o con<br />

la frattura della scapola, conseguenza di una caduta mentre si allenava<br />

con la moto da Flat track: facile ipotizzare che nicky Hayden si aspetti<br />

un 2012 decisamente meno negativo<br />

Il 2011, uno dei suoi anni<br />

peggiori in <strong>Moto</strong>GP, è fin<strong>it</strong>o<br />

con la frattura della scapola<br />

sinistra e di tre costole, conseguenza<br />

di una caduta mentre<br />

si allenava con la moto da Flat<br />

track: facile ipotizzare che nicky<br />

Hayden si aspetti un 2012<br />

decisamente meno negativo.<br />

“Sto meglio – racconta il pilota<br />

americano della Ducati -.<br />

tutto è accaduto due settimane<br />

fa: adesso posso rimuovere<br />

il tutore e cominciare la riabil<strong>it</strong>azione.<br />

L’obiettivo, naturalmente, è<br />

quello di essere in Malesia, anche<br />

perché ho già perso i test<br />

a Valencia e non voglio saltare<br />

anche questo.<br />

nonostante la frattura, abbiamo<br />

deciso di non intervenire<br />

chirurgicamente, perché in<br />

quella zona ci sono tante fasce<br />

muscolari e tanti tessuti molli”.<br />

Quanto sarà differente la desmosedici<br />

rispetto a quella di<br />

valencia?<br />

“Ho parlato con Preziosi e sarà<br />

lui domani a spiegare nel dettaglio<br />

le caratteristiche tecniche.<br />

io faccio il pilota, lascio a lui il<br />

comp<strong>it</strong>o dello sviluppo”.<br />

hai fatto delle richieste specifiche?<br />

“Abbiamo isolato i problemi e<br />

abbiamo un’idea chiara che vogliamo<br />

seguire, ma non c’è un<br />

aspetto singolo sul quale lavorare.<br />

Sono curioso di provare il<br />

nuovo telaio e la moto ined<strong>it</strong>a”.<br />

Franco Battaini, dice che il<br />

suo stile di guida è più vicino a<br />

quello di valentino che al tuo;<br />

avendo anche saltato il test di<br />

valencia, temi di trovare una<br />

desmosedici sviluppata solo<br />

per Rossi?<br />

“naturalmente voglio essere<br />

coinvolto nello sviluppo, ma<br />

non sono per niente preoccupato:<br />

se la moto sarà migliorata<br />

per Vale, lo sarà anche per me.<br />

La Ducati sta facendo un grande<br />

sforzo, facendo girare anche<br />

Checa oltre che Battaini: con<br />

due squadre differenti, vengono<br />

raddoppiate le informazioni<br />

e la raccolta dati. L’obiettivo<br />

è chiaro per tutti: rendere la<br />

moto più facile”.<br />

Torniamo al 2011: perché<br />

tante volte le tue prestazioni<br />

sono state inferiori a quelle<br />

del 2010?<br />

“L’ultima stagione è stata difficile<br />

per me: sia io sia la squadra<br />

avevamo altre aspettative. Purtroppo<br />

abbiamo un po’ perso la<br />

strada, provando troppe cose:<br />

Stoner e la Honda hanno alzato<br />

l’asticella e abbiamo fatto di<br />

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Anno<br />

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<strong>Moto</strong>GP » Prove


tutto per ridurre il divario, decisamente<br />

più grande rispetto a<br />

quello del 2010. non è proprio<br />

vero che nel 2010 ero sempre<br />

andato più veloce e, comunque,<br />

è difficile fare paragoni tra<br />

un anno e l’altro”.<br />

Le aspettative della ducati e<br />

degli appassionati sono tutte<br />

per Rossi: accetti questo ruolo?<br />

“Abbiamo una squadra forte,<br />

l’unica con due campioni del<br />

mondo. Purtroppo nel 2011 i risultati<br />

non sono stati all’altezza<br />

delle aspettative, ma in Ducati<br />

hanno continuato a lavorare<br />

dandoci tutte le informazioni<br />

possibili. insomma, io qui sto<br />

benissimo: non ho nulla da recriminare<br />

per quanto riguarda<br />

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il mio ruolo all’interno della<br />

squadra”.<br />

Concordi che le prestazioni<br />

delle Bridgestone abbiano<br />

penalizzato lo spettacolo nel<br />

2011 e, in particolare, abbiano<br />

rappresentato un lim<strong>it</strong>e per la<br />

ducati?<br />

“E’ difficile rispondere a questa<br />

domanda. noi piloti vogliamo<br />

gomme con grandi prestazioni,<br />

ma è vero che, a volte, erano<br />

troppo dure e faticavano a entrare<br />

in temperatura. La Bridgestone<br />

ci ha ascoltato, ci ha<br />

dato pneumatici più morbidi,<br />

ma non è una cosa semplice<br />

da fare a stagione in corso, va<br />

pianificata con attenzione. Per<br />

quanto riguarda la Ducati, non<br />

credo sia giusto considerare<br />

responsabile la Bridgestone<br />

per le nostre prestazioni”.<br />

motoGP e CRT: cosa ne pensi,<br />

anche per la sicurezza?<br />

“Sono a favore delle CRt, è<br />

pos<strong>it</strong>ivo avere più moto sulla<br />

griglia di partenza, anche se<br />

io preferirei che fossero tutte<br />

moto ufficiali. Bisognerà vedere<br />

come sarà: mi auguro che<br />

il divario non sarà così elevato<br />

come è adesso e spero che ci<br />

siano piloti di livello per sfruttare<br />

l’occasione”<br />

Sai qualcosa della pista che<br />

stanno costruendo in Texas?<br />

“Ho solo visto i disegni su internet,<br />

ma non so esattamente<br />

cosa stia succedendo. Hanno<br />

avuto problemi di soldi che,<br />

forse, adesso hanno superato:<br />

sulla carta il circu<strong>it</strong>o sembra<br />

fantastico e sarebbe veramente<br />

bello avere tre GP negli<br />

USA”.<br />

Cosa ti aspetti dalla ducati<br />

per Sepang?<br />

“Sono molto ottimista, anche<br />

se non sarà facile raggiungere<br />

la Honda: mi auguro di essere<br />

più vicino rispetto a Valencia.<br />

Credo nella Ducati e in questo<br />

progetto, le mie aspettative<br />

sono alte”.<br />

hai vinto il t<strong>it</strong>olo nell’ultimo<br />

anno delle 1000: pensi che<br />

tornare a quella cilindrata ti<br />

possa favorire?<br />

“in questi anni non è cambiato<br />

solo il motore, ma c’è stata una<br />

evoluzione pazzesca di elettronica<br />

e gomme: non aspettatevi,<br />

quindi, di vedere le moto in derapata<br />

come nel 2006.<br />

Credo che le nuove 1000 saranno<br />

molto vicine alle 800<br />

come stile di guida, con traiettorie<br />

simili, ma con più coppia e<br />

più cavalli. L’importante, come<br />

sempre, sarà trovare il giusto<br />

bilanciamento tra prestazioni<br />

e guida”.<br />

nessuno meglio di te può dire<br />

chi è più forte tra Stoner e<br />

Rossi…<br />

“non si può rispondere a questa<br />

domanda. Stoner è talento<br />

puro, un pilota velocissimo,<br />

ma i numeri e i primati di Rossi<br />

sono impressionanti: sono due<br />

grandissimi piloti”.<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

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gabriele Del torchio:<br />

“anno da record”<br />

il presidente della <strong>Moto</strong>r Holding di<br />

Borgo Panigale, ha illustrato dati “molto buoni”<br />

a margine del Meeting Wrooom che insieme<br />

alla Ferrari apre a Madonna di Campiglio la<br />

stagione motoristica 2012<br />

La Ducati ha guardato al mondo in anni duri per il mercato<br />

interno e facendo così ha chiuso un 2011 da record e nel<br />

2012 conferma i risultati. Gabriele Del torchio, presidente<br />

della <strong>Moto</strong>r Holding di Borgo Panigale (Bologna), ha illustrato dati<br />

“molto buoni” a margine del Meeting Wrooom che insieme alla<br />

Ferrari apre a Madonna di Campiglio la stagione motoristica 2012.<br />

“Siamo cresciuti del 21,%, sono i dati consolidati di fine anno, essendo<br />

andati bene in tutto il mondo come fatturato e come vend<strong>it</strong>e<br />

- ha detto Del torchio - abbiamo immatricolato 42.200 moto,<br />

il migliore anno dela storia in cui siamo cresciuti molto, +80%,<br />

ovunque. il primo mercato sono gli Usa, seconda è l’<strong>it</strong>alia, il terzo<br />

è la Germania, con un +31%. in Francia abbiamo venduto 4.100<br />

moto, bel risultato, abbiamo registrato un +84% in estremo oriente,<br />

e non abbiamo fatto nemmeno un’ora di cassa integrazione.<br />

nel 2008 e nel 2009 abbiamo avuto il coraggio di non tagliare gli<br />

investimenti ma al contrario di investire di più su nuove moto, alleanze<br />

strategiche. Cap<strong>it</strong>o che in <strong>it</strong>alia le cose non andavano bene<br />

e che era meglio girare nel mondo. E’ ciò quello che fatto chiudere<br />

un 2011 molto buono e di avere grandi prospettive per il 2012”.<br />

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Filippo Preziosi: “Scelte coraggiose,<br />

ma non impossibili”<br />

di Giovanni Zamagni | “Visivamente non sarà molto differente da<br />

quella dei test di Valencia, anche se cambia radicalmente: rispetto alla<br />

precedente versione, di fatto, è rimasto invariato solo l’avantreno e il<br />

posteriore” afferma l’ingegnere<br />

La “giapponesizzazione”<br />

della Ducati, iniziata la<br />

scorsa estate con un<br />

lavoro incessante, sta per essere<br />

completata, ma solo il 31<br />

gennaio, nei test in Malesia,<br />

si potrà vedere la nuova Desmosedici.<br />

“Visivamente non<br />

sarà molto differente da quella<br />

dei test di Valencia, anche se<br />

cambia radicalmente: rispetto<br />

alla precedente versione, di<br />

fatto, è rimasto invariato solo<br />

l’avantreno e il posteriore” afferma<br />

l’ingegnere Filippo Preziosi,<br />

anche lui sotto l’effetto<br />

“giapponesizzazione”: molte<br />

meno informazioni rispetto al<br />

passato, massima attenzione<br />

a non svelare nessun segreto.<br />

“E’ stato un anno molto impegnativo,<br />

ma durante il 2011 abbiamo<br />

raccolto tante informazioni,<br />

seguendo un programma<br />

coerente di test conclusosi a<br />

Valencia con il debutto di quelli<br />

che molti hanno defin<strong>it</strong>o come<br />

GP0. Quelli in Spagna sono<br />

stati giorni molto importanti<br />

per definire la moto che, proprio<br />

in questi giorni, stiamo<br />

assemblando a Borgo Panigale:<br />

debutterà in Malesia, dove,<br />

naturalmente, ci sarà anche la<br />

Desmosedici di Valencia, che<br />

in questo momento è la nostra<br />

moto di riferimento e servirà ai<br />

piloti per fare dei paragoni. La<br />

nuova Ducati è stata defin<strong>it</strong>a<br />

per avere un range di regolazioni<br />

ciclistiche che pensiamo<br />

ideali, perché le prove fatte nel<br />

2011 ci hanno spinto verso regolazioni<br />

al lim<strong>it</strong>e ed eravamo<br />

arrivati a utilizzare la moto nella<br />

parte più estrema delle sue<br />

regolazioni, senza la possibil<strong>it</strong>à<br />

di soddisfare i piloti. i test di<br />

Valencia sono stati fondamentali:<br />

i piloti partiranno con regolazioni<br />

mediane rispetto alle<br />

possibil<strong>it</strong>à. Adesso, naturalmente,<br />

viene il difficile, perché<br />

una moto da corsa ha infin<strong>it</strong>e<br />

possibil<strong>it</strong>à di regolazioni, ma<br />

una sola è quella vincente. E’<br />

una sfida molto impegnativa:<br />

generalmente, da quando si<br />

comincia a progettare un prototipo,<br />

alla realizzazione per la<br />

prima gara, passano due anni.<br />

noi abbiamo forzato i tempi,<br />

percorrendo un percorso che<br />

si può svolgere con successo.<br />

Sono state fatte scelte coraggiose,<br />

ma non impossibili. La<br />

Ducati ha dimostrato con i fatti<br />

di vincere le sfide impossibili:<br />

abbiamo corso e vinto con i due<br />

cilindri, quando sembrava che<br />

i quattro cilindri fossero i motori<br />

ideali per le competizioni,<br />

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<strong>Moto</strong>GP » Prove


abbiamo sfidato i giapponesi<br />

in <strong>Moto</strong>GP, nonostante siamo<br />

una piccola Casa europea.<br />

Sappiamo benissimo che quello<br />

che stiamo per fare è difficile,<br />

ma abbiamo una squadra forte,<br />

con due campioni del mondo<br />

e siamo flessibili: arrivare in<br />

Malesia con una moto completamente<br />

nuova lo può fare<br />

solo un’azienda piccola e snella<br />

come la nostra. E’ chiaro che<br />

i giapponesi utilizzano da 30<br />

anni la tecnologia del telaio perimetrale<br />

e, quindi, è una sfida<br />

difficile. inoltre loro partono da<br />

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un buon vantaggio e stanno lavorando<br />

per aumentarlo: sono<br />

colossi, ma anche noi non ci<br />

fermiamo. i nostri progettisti<br />

hanno appena fin<strong>it</strong>o la nuova<br />

Desmosedici, ma stanno già<br />

pensando agli sviluppi futuri:<br />

i primi arriveranno nei test di<br />

Jerez di marzo, gli altri sub<strong>it</strong>o<br />

dopo. L’obiettivo è definire nei<br />

test una base solida per utilizzare<br />

le gare in modo appropriato,<br />

sfruttando anche il nuovo<br />

regolamento che ci consente di<br />

fare qualche test in più durante<br />

l’anno con i piloti ufficiali, senza<br />

dover sacrificare la domenica,<br />

come invece è accaduto nel<br />

2011. Personalmente sono ab<strong>it</strong>uato<br />

a vedere il lato bello delle<br />

cose: quello del 2011 è stata l’un<strong>it</strong>à<br />

del gruppo, pur con prestazioni<br />

agli antipodi da quelle che<br />

ci si aspettava”.<br />

La Ferrari ha ingaggiato un<br />

tecnico solo per interfacciarsi<br />

con il costruttore di gomme:<br />

sarebbe importante averlo<br />

anche in ducati?<br />

“in un campionato monomarca,<br />

la gomma diventa ancora<br />

più importante di prima e stravolge<br />

la progettazione: adesso<br />

bisogna costruire la moto<br />

attorno allo pneumatico. Le<br />

Bridgestone sono particolari,<br />

perché devono resistere a<br />

sollec<strong>it</strong>azioni mostruose, ma<br />

Carmelo Ezpeleta (numero<br />

uno della Dorna, nda) ha fatto<br />

una scelta corretta, ingaggiando<br />

un pilota come Capirossi<br />

che conosce perfettamente<br />

il comportamento di una <strong>Moto</strong>GP<br />

e delle Bridgestone. Già<br />

si vedono i primi effetti e Loris<br />

sta spingendo il costruttore<br />

giapponese verso una direzione<br />

consona, con una reazione<br />

da parte della Bridgestone<br />

nuova rispetto al passato: già in<br />

Malesia ci saranno delle nuove<br />

coperture”.<br />

a Sepang vedremo una moto<br />

laboratorio o la versione defin<strong>it</strong>iva?<br />

Che desmosedici<br />

avranno i team satell<strong>it</strong>i?<br />

“no, non sarà una moto laboratorio.<br />

Per svilupparla abbiamo<br />

analizzato i dati, i commenti dei<br />

piloti, i set up utilizzati durante<br />

l’anno per capire la migliore<br />

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<strong>Moto</strong>GP » Prove<br />

configurazione possibile da<br />

realizzare. Abbiamo fatto una<br />

serie di prove per capire i parametri<br />

medi: è cambiato il telaio,<br />

il serbatoio, il supporto, il motore,<br />

nel senso che abbiamo fatto<br />

degli adattamenti per poterlo<br />

sistemare all’interno del telaio<br />

nella posizione più opportuna.<br />

Su questa moto introdurremo<br />

delle nov<strong>it</strong>à, che però non<br />

stravolgeranno il concetto.<br />

Per quanto riguarda i team satell<strong>it</strong>i,<br />

la filosofia della Ducati è<br />

quella di fornire l’ultima moto<br />

provata, quindi quella dei test<br />

147


di Valencia, leggermente modificata”.<br />

Si è sempre detto che nelle<br />

moto è il pilota a far la differenza,<br />

quindi si poteva pensare<br />

che bastasse ingaggiare<br />

Rossi per vincere. Così non<br />

è stato: significa che, anche<br />

nelle moto, non è il pilota a<br />

fare la differenza?<br />

“Credo che il motociclismo sia<br />

lo sport motoristico dove il pilota<br />

ha l’impatto più grande:<br />

Stoner ed Elias guidavano più o<br />

meno la stessa moto, ma c’era<br />

una differenza di tre secondi al<br />

giro. il pilota fa la differenza a<br />

360°: noi non abbiamo fatto di<br />

tutto per ingaggiare Valentino<br />

perché pensavamo che salendo<br />

sulla moto avrebbe risolto<br />

tutti i problemi, ma, viceversa,<br />

perché eravamo convinti che<br />

con la sua esperienza, con le<br />

sue capac<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>toria, con il<br />

suo gruppo ci desse le informazioni<br />

per realizzare una moto<br />

più compet<strong>it</strong>iva e prestazionale.<br />

Comunque andrà a finire<br />

questa sfida, c’è già un aspetto<br />

pos<strong>it</strong>ivo: la Ducati partecipa<br />

alle gare per aumentare le sue<br />

conoscenze per la produzione<br />

e adesso ne abbiamo di più.<br />

i risultati purtroppo negativi<br />

del 2011 con un pilota di così<br />

grande talento ci hanno spinto<br />

a una serie di scelte coraggiose<br />

e interessanti tecnicamente:<br />

quindi oggi la Ducati vale più<br />

del 2011 e, paradossalmente,<br />

abbiamo conoscenze che le<br />

Case giapponesi non hanno”.<br />

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ma la famosa L a 90° ducati è<br />

cambiata?<br />

“Questa è una domanda ricorrente,<br />

alla quale risponderò<br />

solamente quando Shuhey<br />

nakamoto (vicepresidente di<br />

HRC, nda) dirà quanto è l’angolo<br />

del quattro cilindri Honda…<br />

La Ducati non ha punti tecnici<br />

di orgoglio e, di volta in volta,<br />

sceglie quella che è la soluzione<br />

migliore per essere compet<strong>it</strong>ivi”.<br />

La cilindrata sarà più vicina a<br />

900 o a 1000 cc?<br />

“Rispondo come facevano i<br />

tecnici della Rolls Royce quando<br />

veniva chiesta la potenza<br />

delle loro vetture: sarà sufficiente!<br />

in ogni caso, già la potenza<br />

delle 800 era elevata e in<br />

molti circu<strong>it</strong>i con le 1000 non si<br />

userà mai il gas completamente<br />

spalancato”.<br />

Come si prepara la ducati a<br />

convivere con l’idea che questa<br />

sarà la moto di Rossi?<br />

“io non credo che questa sarà<br />

la moto di Rossi: lui ha detto ai<br />

progettisti come si comportava<br />

la Desmosedici, non come costruire<br />

quella nuova. La moto<br />

che correrà nel 2012 sarà una<br />

Ducati a tutti gli effetti, quella<br />

che noi r<strong>it</strong>eniamo più giusta per<br />

provare a vincere, esattamente<br />

come accadeva in passato”.<br />

nel 2011 la differenza con<br />

honda e Yamaha era molto<br />

grande: quando pensi di riuscire<br />

a colmare il divario?<br />

“Sicuramente nel 2011 il gap<br />

era importante anche perché<br />

siamo stati costretti a utilizzare<br />

i week end di gare come test e<br />

non in funzione della prestazione.<br />

E’ però impossibile rispondere<br />

a questa domanda:<br />

noi abbiamo lavorato duro ma,<br />

sicuramente, lo hanno fatto anche<br />

gli altri e molto dipenderà<br />

dalla qual<strong>it</strong>à del lavoro svolto.<br />

Dare però per scontato che durante<br />

l’inverno siamo stati più<br />

bravi di Honda e Yamaha sarebbe<br />

da presuntuosi…”.<br />

da mesi in ducati lavorate<br />

giorno e notte, senza pausa,<br />

senza giorni di ferie: non c’è<br />

il rischio che la mancanza di<br />

risultati immediati porti a uno<br />

scoraggiamento generale?<br />

“Sicuramente i risultati sono<br />

un grande collante, ma non ci<br />

aspettiamo che i risultati siano<br />

sub<strong>it</strong>o buoni. Siamo ab<strong>it</strong>uati a<br />

soffrire, il 2011, sotto questo<br />

aspetto, ci ha temprato: l’esempio<br />

da seguire è quello di<br />

nicky Hayden, un campione del<br />

mondo che nonostante tante<br />

volte si sia r<strong>it</strong>rovate in posizioni<br />

che non gli competono, ha<br />

sempre continuato a lavorare<br />

con grande professional<strong>it</strong>à e<br />

dedizione”.<br />

Ezpeleta ha detto che vede un<br />

futuro con moto CRT al massimo<br />

da un milione di euro:<br />

cosa ne pensi?<br />

“Dipenderà dal regolamento. E’<br />

una sfida difficile: da una parte<br />

è indispensabile ridurre i costi,<br />

dall’altra le Case devono giustificare<br />

un investimento importante<br />

con un r<strong>it</strong>orno tecnico<br />

adeguato. Bisogna trovare un<br />

giusto compromesso”.<br />

dai Filippo. dicci che moto vedremo<br />

in malesia…<br />

“Visivamente non sarà molto<br />

diversa da quella dei test di Valencia:<br />

il telaio sarà perimetrale<br />

in alluminio, il forcellone in carbonio<br />

con capriata rovesciata,<br />

la carenatura del tutto simile.<br />

Ma, in realtà, è stato fatto un lavoro<br />

incredibile e si può parlare<br />

di una Desmosedici completamente<br />

differente: le sole componenti<br />

uguali a quelle della<br />

GP0 sono l’avantreno e il gruppo<br />

della ruota posteriore, tutto<br />

il resto è stato riprogettato. il<br />

telaio, come avveniva in passato,<br />

è stato completamente sviluppato<br />

e disegnato all’interno<br />

del reparto corse, poi realizzato<br />

da forn<strong>it</strong>ori esterni”.<br />

Settimana prossima la ducati<br />

proverà tre giorni a Jerez: con<br />

che moto? E con quali piloti?<br />

“Ci saranno Franco Battaini e<br />

Carlos Checa: proveranno la<br />

moto più interessante da provare”.<br />

“Domo arigato” nakamotosan,<br />

pardon: molte grazie, ingegner<br />

Preziosi!<br />

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Carmelo Ezpeleta: “il 2012 sarà<br />

un campionato di transizione”<br />

di Giovanni Zamagni | il numero uno della Dorna, ha le idee chiare<br />

sul futuro del motomondiale: bisogna lim<strong>it</strong>are i costi e, soprattutto, lo<br />

strapotere della Case, concesso loro negli anni dallo stesso Ezpeleta<br />

Adesso si cambia rotta<br />

e le tanto cr<strong>it</strong>icate<br />

CRt servono proprio a<br />

questo: avere una alternativa<br />

per combattere le moto super<br />

ufficiali. Come al sol<strong>it</strong>o presente<br />

a Madonna di Campiglio,<br />

Ezpeleta ha fatto il punto della<br />

s<strong>it</strong>uazione, dicendo parecchie<br />

cose interessanti. “il 2012 sarà<br />

un campionato di transizione,<br />

con 21 moto in pista: 12 ufficiali<br />

e 9 CRt, che potranno disporre<br />

di gomme sviluppate appos<strong>it</strong>amente<br />

dalla Bridgestone. Per<br />

quello che si è visto, le prestazioni<br />

delle CRt non sembrano<br />

troppo lontane da quelle delle<br />

ultime moto del 2011, ma è<br />

chiaro che bisogna cercare di<br />

avere il minor divario possibile<br />

con le ufficiali, che devono essere<br />

lim<strong>it</strong>ate nello sviluppo tecnologico<br />

e nei costi. Al momento<br />

ci sono tre Case costruttrici:<br />

sto parlando con loro e ho delle<br />

idee per allestire un campionato<br />

compet<strong>it</strong>ivo e spettacolare.<br />

in un momento di crisi come<br />

questo, bisogna tagliare la tecnologia: entro il mese di maggio<br />

bisogna trovare la soluzione per il regolamento del campionato<br />

2013”. insomma, saranno mesi di trattativa e discussioni. “Lo sviluppo<br />

tecnologico – continua Carmelo – porta due problemi: 1) il<br />

costo del leasing è diventato insostenibile; 2) le moto ufficiali sono<br />

troppo compet<strong>it</strong>ive e creano problemi per lo spettacolo. Possiamo<br />

risolverli entrambi, ma bisogna stabilire nuove regole: il mondiale<br />

2013 sarà completamente differente dall’attuale!”. Ezpeleta non<br />

ha dubbi, ma le Case non sembrano altrettanto propense. in ogni<br />

caso la strada è stata imboccata e secondo il capo del motomondiale<br />

nel 2012 non ci saranno problemi di sicurezza, come invece<br />

ipotizzato da molti a causa della grande differenza delle prestazioni<br />

delle moto in pista. “E’ chiaro che per arrivare a 21 moto, 4 dovevano<br />

essere completamente nuove, così come i piloti: ci sono però<br />

gli strumenti per intervenire e fermare chi rappresenta un problema<br />

per la sicurezza. in ogni caso, sono convinto che la differenza<br />

tra il primo e l’ultimo in <strong>Moto</strong>GP sarà inferiore a quella esistente<br />

tra il primo e l’ultimo in F1”. Ecco comunque come Ezpeleta pensa<br />

di intervenire per il futuro. “Le moto per i team non ufficiali non<br />

dovranno costare più di un milione di euro: questo è l’obiettivo. E’<br />

chiaro che le Case devono arrivare a costruire delle CRt da mettere<br />

in vend<strong>it</strong>a e per farlo ci sono diversi metodi. Per esempio, si<br />

può lim<strong>it</strong>are al massimo a due le moto ufficiali per ogni Casa e, soprattutto,<br />

si può vietare, per regolamento, il leasing (adesso i team<br />

che pagano una moto ufficiale la devono rest<strong>it</strong>uire a fine stagione,<br />

nda). Attualmente, un team di <strong>Moto</strong>GP riesce a raccogliere 2-2,5<br />

milioni di euro: se la moto costa un milione, ce la può fare, ma se ne<br />

costa 3, come adesso, è costretto a chiudere”. Ma riuscirà Ezpeleta<br />

a convincere i costruttori? “ne sono convinto”.<br />

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Wrooom 2012: vis à vis<br />

con Stefano Domenicali<br />

di Giovanni Zamagni | il Direttore <strong>Sport</strong>ivo della Ferrari ci parla della<br />

nuova macchina, della crisi economica e di alcune analogie tra <strong>Moto</strong>GP<br />

e F1<br />

E’ tutto più formale a<br />

Madonna di Campiglio<br />

quando le moto e la Ducati<br />

lasciano spazio alle auto<br />

e alla Ferrari, ma Stefano Domenicali,<br />

Direttore <strong>Sport</strong>ivo<br />

della squadra di Maranello, può<br />

tranquillamente essere defin<strong>it</strong>o<br />

“uno di noi”, un motociclista<br />

prestato all’automobilismo.<br />

insomma, è interessante sentirlo<br />

parlare, analizzare con<br />

precisione e chiarezza problematiche<br />

e speranze per il<br />

2012. «non ho nessuna ansia<br />

– premette - non serve per<br />

fare bene. E’ chiaro che siamo<br />

la Ferrari e ci sono aspettative<br />

che vanno gest<strong>it</strong>e nel miglior<br />

modo possibile e in una squadra<br />

come la nostra l’aspetto<br />

emotivo è importante. La nuova<br />

auto verrà presentata il 3<br />

febbraio a Maranello e, compatibilmente<br />

con le condizioni<br />

152<br />

meteo, scenderà sub<strong>it</strong>o in pista, per poi trasferirsi a Jerez per i<br />

primi test della stagione. Ma, come era già accaduto nel 2011, soltanto<br />

il sabato delle qualifiche del primo GP a Melbourne si scoprirà<br />

la reale compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à delle varie vetture.» «La nuova Ferrari<br />

sarà diversa, bruttina e speriamo veloce. Dal punto di vista meccanico<br />

rappresenta una rottura con il passato: dovremmo aver fatto<br />

passi in avanti importanti e con la nuova regola sugli scarichi ci<br />

dovrebbe essere un livellamento delle prestazioni. nel passato ci<br />

sono state delle soluzioni tecniche che hanno dato grandi vantaggi<br />

a un costruttore piuttosto che un altro: non dovrebbe accadere<br />

nel 2012.» Come è successo alla Ducati in <strong>Moto</strong>GP, anche la Ferrari<br />

ha particolarmente sofferto nel 2011 per le gomme, faticando<br />

a mandare in temperatura le Pirelli: per questo a Maranello è stato<br />

deciso di ingaggiare Hirohide Hamashima, 59 anni, ex responsabile<br />

dello sviluppo per la Bridgestone. «il suo ruolo sarà quello di<br />

far andare d’accordo lo sviluppo della macchina con quello delle<br />

gomme. Con lui, con Pat Fry (capo progettista, nda) Steve Clark e<br />

tutti gli altri tecnici non voglio dire che non ci sono più alibi, perché<br />

non bisogna mettere ulteriore pressione alla gente che lavora, ma<br />

è chiaro che adesso abbiamo le carte in regola per fare un ottimo<br />

lavoro.»<br />

PILoTI Domenicali elogia apertamente Fernando Alonso e sprona<br />

Felipe Massa. «E’ difficile fare più di quello che ha fatto Fernando<br />

nel 2011 con quella Ferrari: quest’anno mi basterebbe che<br />

ripetesse quelle prestazioni. E’ perfettamente integrato nella<br />

squadra e nel 2011 si è spinto oltre il lim<strong>it</strong>e e, come è giusto che sia,<br />

chiede sempre di più. Sono a Maranello da 20 anni, ma non avevo<br />

mai visto uno così ded<strong>it</strong>o alla causa: lui crede in noi e faremo di<br />

tutto per metterlo nelle condizioni di vincere. Per quanto riguarda<br />

Felipe il 2012 sarà un anno cruciale per il suo futuro e noi faremo di<br />

tutto per metterlo a suo agio. Sappiamo che dà il meglio quando è<br />

sotto pressione: le aspettative nostre e sue sono elevate.»<br />

CRISI EConomICa Per chi lavora nel motociclismo, la F.1 sembra<br />

un’isola felice, con tanti soldi a disposizione. Ma Domenicali<br />

assicura che la crisi si sente, eccome, anche nel più esasperato<br />

sport motoristico. «La F.1 risente di una s<strong>it</strong>uazione generale difficile:<br />

bisogna essere sempre al lim<strong>it</strong>e dello sviluppo, ma in condizioni<br />

economiche differenti. insomma, anche la F.1 si deve ridimensionare,<br />

trovando un giusto equilibrio tra le grandi squadre che possono<br />

spendere e quelle di seconda e terza fascia che hanno meno<br />

soldi. non si può impoverire il campionato e il nostro sport lo deve<br />

capire.»<br />

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il video di Valentino Rossi<br />

sulla neve di Madonna di Campiglio<br />

Mentre Filippo Preziosi spiegava alla stampa come cambierà la nuova<br />

Desmosedici, i piloti della Ducati andavano alla scoperta delle favolose<br />

piste da sci della nota local<strong>it</strong>à delle Alpi. Ecco il video!<br />

Mentre Filippo Preziosi<br />

spiegava alla stampa<br />

come cambierà<br />

la nuova Desmosedici, i piloti<br />

della Ducati andavano alla scoperta<br />

delle favolose piste da<br />

sci della nota local<strong>it</strong>à delle Alpi.<br />

Ecco il video di Rossi e Hayden<br />

sulla neve di Madonna di Campiglio.<br />

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23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

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Wrooom 2012: Rossi in sella<br />

alla Desmosedici sulla neve!<br />

in occasione della 22esima edizione del Wrooom,<br />

a Madonna di Campiglio i piloti Ducati in una veste insol<strong>it</strong>a.<br />

Da piloti a sciatori, sempre veloci in pista, ma questa volta quella da sci<br />

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auto e moto. tutto sull’area C<br />

Auto, moto, scooter. Costi, abbonamenti, esenzioni, furgoni, residenti,<br />

sanzioni. tutto quello che dovete sapere sul cr<strong>it</strong>icato ticket milanese,<br />

finalmente spiegato in maniera completa e chiara<br />

Che cos’è<br />

Da lunedì 16 gennaio<br />

entrerà in vigore AreaC,<br />

il nuovo regolamento per<br />

la circolazione all’interno della<br />

cerchia dei Bastioni a Milano.<br />

Le restrizioni verranno applicate<br />

dal lunedì al venerdì dalle<br />

7.30 alle 19.30 in una zona a<br />

traffico lim<strong>it</strong>ato (ZtL) delim<strong>it</strong>ata<br />

da 43 varchi elettronici mun<strong>it</strong>i<br />

di telecamera, di cui 7 accessi<br />

per il trasporto pubblico.<br />

Vie e civici perimetrali (scarica<br />

il PDF).<br />

158<br />

Quali obiettivi persegue<br />

oltre al nome e alle nov<strong>it</strong>à regolamentari è cambiato l’approccio<br />

al problema. infatti non si tratterà più di una pollution charge<br />

(una tassa per “risarcire” la c<strong>it</strong>tà dell’inquinamento che portiamo<br />

in centro) ma diventerà una congestion charge, un pedaggio per<br />

alleggerire i problemi derivanti dal traffico. L’ist<strong>it</strong>uzione dell’Area<br />

C ha l’obiettivo di “migliorare le condizioni di v<strong>it</strong>a per chi vive, lavora,<br />

studia e vis<strong>it</strong>a la c<strong>it</strong>tà”. Quattro sono gli obbiettivi che spera<br />

di raggiungere:<br />

- Ridurre il traffico nella Cerchia dei Bastioni<br />

- Favorire lo sviluppo delle reti di trasporto pubblico<br />

- Reperire risorse da destinare alla “mobil<strong>it</strong>à dolce”: piste ciclabili,<br />

aree pedonali...<br />

- Migliorare la qual<strong>it</strong>à urbana attraverso la riduzione di incidenti, la<br />

sosta selvaggia, l’inquinamento acustico e atmosferico.<br />

Chi entra, chi paga, chi non<br />

entra<br />

Residenti<br />

Veicoli di servizio<br />

tariffe e modal<strong>it</strong>à di pagamento<br />

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areaC, rimosso il divieto<br />

agli Euro 0 4 tempi<br />

Accogliamo con grande favore la nuova ordinanza con cui l’Assessore<br />

Maran rimuove il precedente divieto d’accesso all’AreaC ai motocicli e<br />

ciclomotori Euro 0 a 4 tempi<br />

Preso atto della incongruenza<br />

dell’ordinanza<br />

6722 del 2011 che permetteva<br />

l’accesso ai motocicli<br />

e ciclomotori Euro 1 e 2 a due<br />

tempi mentre negava l’accesso<br />

ai meno inquinanti 4 tempi<br />

Euro 0, l’Assessore Maran ha<br />

provveduto con una nuova ordinanza<br />

a mettere a posto le<br />

cose, in un’ottica coerente con l’intento principale del provvedimento<br />

AreaC e cioè di migliorare la qual<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a dei c<strong>it</strong>tadini<br />

grazie alla diminuzione dei problemi derivati dal traffico. <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />

mercoledì mattina aveva scr<strong>it</strong>to personalmente all’Assessore segnalando<br />

la questione e così ha fatto anche Ancma il pomeriggio<br />

del giorno stesso. Fortunatamente la risposta non si è fatta attendere<br />

e ha accolto le motivazione delle tante proteste che si erano<br />

sollevate anche attraverso i vostri commenti all’articolo che evidenziava<br />

il problema.<br />

ordinanza 67282 - integrazione (PDF)<br />

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Marco Melandri: “amo il cross. Ci si può<br />

far male, ma non giochiamo a biliardo!”<br />

di Massimo Zanzani | La veloc<strong>it</strong>à è il suo mestiere, il motocross la<br />

grande passione. Lo abbiamo incontrato a Cremona, al debutto sulla<br />

Husqvarna tC 250. non parliamo di Superbike ma di passioni, affetti,<br />

famiglia e motori<br />

La veloc<strong>it</strong>à è il suo mestiere,<br />

ma il motocross<br />

è il suo amore neanche<br />

tanto segreto. Anche Marco<br />

Melandri, come molti dei suoi<br />

colleghi della Superbike e della<br />

<strong>Moto</strong>GP, approf<strong>it</strong>tano della<br />

lunga pausa invernale passa intere<br />

giornate in sella alla moto<br />

da cross per tenere allenato<br />

fisico, mente e colpo d’occhio.<br />

Col ravennate numero due<br />

della stagione SBK 2011 siamo<br />

andati sul circu<strong>it</strong>o di Cremona,<br />

dove defin<strong>it</strong>ivamente libero dai<br />

vincoli che lo legavano alla Yamaha<br />

ha fatto il suoi debutto<br />

in sella alla tC 250 Husqvarna,<br />

Casa dì proprietà della BMW<br />

con la quale quest’anno punta<br />

ai vertici della Superbike.<br />

marco, è più divertente una<br />

giornata di motocross o in un<br />

circu<strong>it</strong>o di asfalto?<br />

«Quella di oggi è puro divertimento<br />

e anche allenamento,<br />

non c’è la pressione che c’è in<br />

gara visto che negli autodromi<br />

perlopiù ci siamo solo per correre.<br />

Quando vado a fare cross<br />

sono sempre con amici e mi<br />

piace molto, mi serve anche<br />

proprio per rilassare la mente».<br />

hai anche raggiunto un buon<br />

livello come hai dimostrato<br />

vincendo la prima edizione<br />

di RideForLife davanti ad andrea<br />

dovizioso, come ci sei<br />

arrivato a questo livello?<br />

«La passione del motocross ce<br />

l’ho fin da bambino, quando ho<br />

potuto l’ho sempre praticato<br />

spesso assieme ad amici più<br />

veloci di me, come è stato oggi<br />

con Alex Salvini o a volte con<br />

Antonio Cairoli. Da piloti del genere<br />

c’è sempre di imparare, e<br />

quando siamo assieme cerco di<br />

capire come si fa. non giro costantemente<br />

per poter migliorarmi<br />

sempre, ma ho una gran<br />

passione e seguo anche le gare<br />

sui giornali».<br />

Tra l’altro hai anche corso nel<br />

minicross con david Philippaerts?<br />

«Eravamo nella stessa categoria,<br />

io facevo solo qualche gara<br />

all’anno ma spesso andavamo<br />

via insieme per contenere le<br />

spese. nella nostra zona infatti<br />

non c’erano molti ragazzi che<br />

correvano e tra noi si faceva<br />

gruppo, poi lui ha continuato a<br />

migliorare invece io mi sono un<br />

po’ perso per strada».<br />

Beh, tu sei migliorato sull’asfalto...<br />

«Per fortuna sì».<br />

nel 2010 hai vinto la gara a<br />

Faenza tra velocisti, lo scorso<br />

novembre invece ti sei dovuto<br />

accontentare di correre con le<br />

p<strong>it</strong>bike.<br />

«Mi sarebbe piaciuto partecipare<br />

anche alla seconda edizione<br />

ma ero già sotto contratto<br />

con la BMW e allo stesso tempo<br />

non ero ancora svincolato dalla<br />

Yamaha quindi sarebbe stato<br />

come fare un dispetto a uno dei<br />

due. Ho prefer<strong>it</strong>o quindi ev<strong>it</strong>are,<br />

anche perché sarei dovuto<br />

partire per una sessione di test<br />

la settimana dopo, e non volevo<br />

correre rischi».<br />

dal primo gennaio invece<br />

sei libero di girare in sella<br />

all’husqvarna TC 250, te ne<br />

hanno data una uguale a quella<br />

di Lupino?<br />

«A dire il vero non so come sia<br />

quella ufficiale, ma credo che<br />

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<strong>Sport</strong><br />

Quando vado a fare cross sono sempre con<br />

amici e mi piace molto, mi serve anche proprio per<br />

rilassare la mente<br />

““


la mia sia una moto di serie e<br />

devo dire che dopo averla messa<br />

a punto mi diverte un sacco,<br />

anche se la 310 che ho provato<br />

mi è sembrata la moto perfetta».<br />

Fai un allenamento specifico<br />

per il motocross?<br />

«no, lo faccio così per divertimento,<br />

quando le condizioni<br />

consentono faccio delle<br />

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manche abbastanza lunghe per<br />

stare di più in moto, ma sempre<br />

senza correre rischi, mi serve<br />

per completare la preparazione<br />

in palestra».<br />

Effettivamente l’incidente è<br />

sempre dietro l’angolo come<br />

ha ribad<strong>it</strong>o la recente caduta<br />

di dovizioso in Sardegna, non<br />

ti ha fatto riflettere?<br />

«Sappiamo tutti che il<br />

motocross è pericoloso, però<br />

correndo in moto e non avendo<br />

possibil<strong>it</strong>à di allenarci in pista<br />

con la moto da strada quella<br />

da cross è l’unica moto che ci<br />

permette di stare un po’ in sella,<br />

avere le stesse sensazioni<br />

ed eserc<strong>it</strong>arci a mantenere la<br />

concentrazione. Cap<strong>it</strong>a di farsi<br />

male, però noi corriamo in<br />

moto, non giochiamo a biliardo».<br />

C’è anche qualche simil<strong>it</strong>udine<br />

con la Superbike visto che<br />

alcune manche sono tirate<br />

quanto una gara di cross.<br />

«Effettivamente ci sono tanti<br />

piloti che possono lottare per<br />

vincere nella singola gara, e<br />

ancora di più quelli che non<br />

possono vincere ma giocano<br />

la carta della gomma morbida<br />

per essere veloci i primi<br />

giri e c’è sempre un bel po’ di<br />

agonismo in pista. nel motocross<br />

mi piace la formula delle<br />

due gare in una giornata, perché<br />

nella seconda manche vedi<br />

chi è più preparato fisicamente<br />

e nel caso ti vada male la prima<br />

puoi rifarti in quella successiva».<br />

hai un preparatore atletico?<br />

«Lavoro con Riccardo Mazzoni,<br />

è di Santo Stefano, tra<br />

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Anno<br />

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<strong>Sport</strong><br />

Ravenna e Forlì, e mi segue a<br />

casa perché non gli piace venire<br />

alle gare. Riguardo il motocross<br />

mi lascia molto libero,<br />

non fa parte integrante del mio<br />

allenamento ma serve, lui mi<br />

dice di prenderla come giornata<br />

di svago».<br />

Passando dalle due alle quattro<br />

ruote, alcuni tuoi colleghi<br />

tra cui Rossi e dovi fanno<br />

165


anche i rally mentre non tu<br />

se non sbaglio non ne hai mai<br />

fatti.<br />

«no, è una special<strong>it</strong>à che non<br />

mi fa impazzire, preferisco le<br />

auto da pista. Ho fatto un paio<br />

gare del campionato Speedcar<br />

con macchine tipo nascar, che<br />

si svolgeva tra Dubai, Qatar<br />

e Bahrein, mi sono divert<strong>it</strong>o<br />

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molto perché ero in squadra<br />

con Frenzen, l’ex pilota di Formula<br />

1, e c’erano Alesi, Liuzzi,<br />

Herbert, piloti che filavano un<br />

bel po’».<br />

In garage hai anche una bella<br />

Lotus Ex<strong>it</strong>e che però è ferma<br />

in garage da un pezzo.<br />

«Sì, la sto trasformando e a<br />

breve dovrebbe arrivarmi un<br />

nuovo telaio.».<br />

Tu e la tua fidanzata manuela<br />

siete inseparabili, sul suo look<br />

niente da dire, ma com’è dietro<br />

le quinte?<br />

«E’ spettacolare, proprio così<br />

così come la si vede. E’ solare,<br />

sempre allegra e in più cucina<br />

da dio, cosa vuoi di più dalla<br />

v<strong>it</strong>a?».<br />

E’ presto per allargare la famiglia?<br />

«Adesso abbiamo altri pensieri,<br />

ogni cosa al suo momento».<br />

Prima o poi però un pilotino in<br />

casa ci vorrà…<br />

«Vedremo, per ora devo pensare<br />

alle corse. E poi abbiamo due<br />

conigli da accudire, e già quelli<br />

sono abbastanza impegnativi».<br />

Cosa fai nel tempo libero, oltre<br />

al motocross?<br />

«Sono molto appassionato del<br />

volo con ultraleggero, mi andarci<br />

assieme agli amici. Anche<br />

quello è un momento di piacevole<br />

relax, oltre ad avere modo<br />

di godere di un punto di vista<br />

del mondo completamente diverso<br />

dal sol<strong>it</strong>o».<br />

dove c’è adrenalina ci sei anche<br />

tu, in poche parole.<br />

«non riesco a fare cose troppo<br />

tranquille, ci provo ma non mi<br />

appassiono».<br />

Quindi immagino che anche il<br />

computer non ti tiene attaccato<br />

alla scrivania per troppo<br />

tempo…<br />

«infatti preferisco usare tw<strong>it</strong>ter<br />

(@Marcomelandri33) che<br />

trovo più comodo perché non<br />

è molto impegnativo, in pratica<br />

è come mandare un SMS. Purtroppo,<br />

o per fortuna, al giorno<br />

d’oggi la gente comunica più in<br />

chat, lo vedo sia da parte dei<br />

tifosi, che dagli amici che anche<br />

dai giornalisti, e avere tw<strong>it</strong>ter è<br />

quasi indispensabile».<br />

dall’anno scorso sei entrato<br />

nel business creando la bevanda<br />

energetica Speedrace,<br />

è una iniziativa che è nata<br />

pensando al tuo futuro?<br />

«E’ nata praticamente per gioco,<br />

sognando di avere un giorno<br />

un prof<strong>it</strong>to tale da poter<br />

aiutare giovani piloti che non<br />

hanno possibil<strong>it</strong>à economiche.<br />

Quest’anno io sarò solo il testimonial<br />

mentre la gestione<br />

viene curata da un esterno, non<br />

da me perché è troppo impegnativa.<br />

E’ infatti un mercato<br />

difficilissimo, ma come ho detto<br />

abbiamo iniziato per gioco<br />

e vediamo se riusciamo a crescere».<br />

Il 2011 è stato indiscutibilmente<br />

l’anno di Checa: quando<br />

arriverà il tuo, dove tutto<br />

ti filerà liscio dall’inizio alla<br />

fine?<br />

«non lo so proprio. ogni anno è<br />

una storia nuova, e questa stagione<br />

si prospetta per me una<br />

sfida decisamente interessante<br />

e difficile. L’idea di riuscire a<br />

portare ai vertici la BMW è molto<br />

stimolante, ma tutti vogliono<br />

vincere, quindi anche noi faremo<br />

del nostro meglio. Quello<br />

che posso dire ora è che era da<br />

tanto che non ero sereno, tranquillo<br />

e motivato come lo sono<br />

adesso, non vedo proprio l’ora<br />

di iniziare». Bene, allora grazie<br />

e in bocca al lupo Marco33.<br />

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Non riesco a<br />

fare cose troppo<br />

tranquille, ci<br />

provo ma non mi<br />

appassiono<br />

“<br />

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E’ morto Mika ahola. lo ricordiamo così<br />

di Andrea Perfetti | il campione del mondo finlandese è scomparso<br />

in segu<strong>it</strong>o all’aggravarsi delle conseguenze dell’incidente in moto di tre<br />

settimane fa. Chi era. il ricordo di Sandro tramelli, Gio Sala, Fabio Farioli<br />

e Michele Berera<br />

Ciao mika<br />

Solo pochi giorni fa<br />

parlavamo del suo improvviso<br />

r<strong>it</strong>iro dalle corse. oggi<br />

siamo invece a darvi la triste<br />

notizia della scomparsa di Mika.<br />

E’ difficile trovare le parole in un<br />

168<br />

momento del genere: il campione finlandese era un pilota fenomenale,<br />

ma soprattutto una persona pul<strong>it</strong>a e solare che negli anni<br />

ha dato tanto all’enduro e agli appassionati di questo sport. Mika<br />

Ahola è stato stroncato a 37 anni da un improvviso aggravarsi delle<br />

sue condizioni di salute. La notte del 15 gennaio è stato ricoverato<br />

presso l’ospedale di Barcellona, il decesso è dovuto alle conseguenze<br />

di un’infezione e di lesioni agli organi interni, determinate<br />

da un incidente in moto in allenamento occorso tre settimane fa.<br />

Ci uniamo al cordoglio dei suoi familiari e dei tanti colleghi e amici<br />

che hanno lavorato con lui e hanno imparato ad apprezzarne le<br />

grandi doti umane.<br />

Il ricordo di ahola nelle parole dei protagonisti del mondiale di<br />

Enduro<br />

alessandro Tramelli (responsabile con Franco mayr del Team<br />

honda hm Zanardo - Jolly Racing in cui ha corso mika ahola<br />

negli ultimi anni): “Parlo anche a nome di Franco Mayr che ora si<br />

trova negli Stati Un<strong>it</strong>i. non riusciamo ancora a credere a quanto<br />

è successo. Scoprire ieri che Mika non era più tra noi ci ha tolto<br />

il fiato. Era diventato uno di famiglia, una persona a cui volevamo<br />

molto bene. in tanti anni al suo fianco avevamo apprezzato le sue<br />

qual<strong>it</strong>à, a partire dalla trasparenza e dalla correttezza. Un ragazzo<br />

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<strong>Sport</strong><br />

eccezionale. oggi rimane il<br />

ricordo di questi anni meravigliosi<br />

vissuti insieme, in cui<br />

abbiamo dato e ricevuto tanto.<br />

il vuoto che lascia è incolmabile,<br />

il nostro pensiero va ora a<br />

Marika. Siamo commossi dalla<br />

vicinanza che gli appassionati<br />

stanno manifestando a Mika.<br />

Vuol dire che in tanti hanno apprezzato<br />

le sue qual<strong>it</strong>à, umane<br />

oltre che sportive”.<br />

michele Berera (Team honda<br />

hm Zanardo): “Mika è stato<br />

un pilota fantastico. Ma, a<br />

169


- intervista a Mika Ahola.<br />

il campione finlandese si<br />

racconta a <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />

- Mika Ahola. i perché del suo<br />

r<strong>it</strong>iro da campione del mondo<br />

in carica<br />

prescindere dalle corse, è stato<br />

incredibile quello che ha saputo<br />

creare all’interno della squadra.<br />

Ci ha trascinati nella v<strong>it</strong>toria di<br />

questi cinque t<strong>it</strong>oli mondiali ed<br />

è stato capace di coinvolgere<br />

Honda Europa nell’enduro. E’<br />

davvero grazie a lui se siamo<br />

diventati così grandi: si poneva<br />

sempre nuove sfide e le voleva<br />

vincere.<br />

Si voleva confrontare solo coi<br />

più forti. Una grande persona,<br />

un grande trascinatore, che<br />

lascia un vuoto in tutti noi che<br />

lo abbiamo avuto in squadra in<br />

questi anni”.<br />

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Fabio Farioli (Team manager del Team KTm Farioli): “Quando<br />

una persona manca all’affetto dei suoi cari, si fa presto a dire che<br />

era il migliore, il più buono di tutti. Ma Mika era davvero speciale,<br />

si era guadagnato il rispetto e la stima di tutti noi, suoi avversari.<br />

Era un grande campione, sicuramente uno dei più forti dei nostri<br />

tempi. Da quando aveva trovato il feeling giusto con la squadra, era<br />

diventato quasi imbattibile. Si faceva voler bene da tutti, sempre<br />

sorridente e disponibile. Ma anche temuto non appena scattava la<br />

gara. Sono davvero addolorato per questa perd<strong>it</strong>a: Mika ci ha fatto<br />

perdere tanti mondiali (Fabio Farioli è responsabile di una squadra<br />

avversaria. nda), ma lo stimavamo moltissimo”.<br />

Gio Sala (sei volte campione del mondo di enduro): “Mika era<br />

una gran persona, il più “med<strong>it</strong>erraneo” tra i piloti finlandesi. Era<br />

sempre garbato e gentile, anche quando le cose in gara giravano<br />

male. Un esempio di correttezza per tutti noi. Ho conosciuto bene<br />

Ahola perché era della vecchia guardia, con lui ho corso tanti anni.<br />

Era un amico e una persona squis<strong>it</strong>a. Vi racconto un aneddoto. nel<br />

‘99 me lo trovai a fianco alla partenza della finale di motocross della<br />

Sei Giorni. Allo scendere del cancelletto, modulò male la frizione<br />

e si ribaltò. E io vinsi. Ricordo le risate nel dopo gara, quanto lo<br />

presi in giro. Avevamo un bel rapporto di amicizia. in questo triste<br />

momento il mio pensiero va anche a Marika, sua moglie. Con Mika<br />

formavano davvero una coppia speciale”.<br />

Chi è ahola. La sua storia<br />

Mika Ahola ha 37 anni e all’attivo ben 5 t<strong>it</strong>oli mondiali di enduro,<br />

conquistati in tutte le classi. La sua è una storia particolare, che<br />

l’ha visto protagonista del mondiale quando era avanti negli anni:<br />

Mika ha conquistato i risultati più prestigiosi dopo i 30 anni di età,<br />

quando di sol<strong>it</strong>o un pilota “normale” inizia la sua parabola discendente.<br />

nel 1991 Ahola ottiene il suo primo t<strong>it</strong>olo nazionale finlandese<br />

nella categoria Junior, ma è dal 1993 che sbarca sulla scena<br />

internazionale in sella alla Husqvarna, con cui conquista due t<strong>it</strong>oli<br />

nazionali finlandesi. nel 1996 vince la prestigiosa Sei Giorni con il<br />

team finlandese.<br />

nel 1997 inizia la sua avventura nel nostro Paese, corre infatti con<br />

la tM ed è vice campione del mondo. nel 1998 e 1999 la nazionale<br />

finlandese è ancora leader nella Sei Giorni di Enduro e tra le sue fila<br />

non manca il giovane Mika. Dal 1998 Ahola è sempre più <strong>it</strong>aliano,<br />

si trasferisce infatti a vivere nel piacentino accompagnato dalla fidanzata.<br />

nel 2001 passa alla VoR, nel 2004 è la volta di Husqvarna.<br />

in questi anni Mika è sempre tra i primi, ma la vera svolta avviene<br />

nel 2006, quando il pilota finlandese approda nel team Honda<br />

HM. E da qui parte la leggenda di uno dei più forti piloti nella storia<br />

dell’enduro moderno. Dal 2007 al 2011, in sella alla moto <strong>it</strong>alo-giapponese<br />

gest<strong>it</strong>a dal team di Franco Mayr, Mika conquista cinque t<strong>it</strong>oli<br />

mondiali nelle tre classi.<br />

Palmares - mondiale Enduro<br />

Argento Mondiale 125 2t 1997<br />

Bronzo Mondiale 250 2t 1999<br />

Argento Mondiale 250 2t 2000<br />

Argento Mondiale 500 2t 2001<br />

Argento Mondiale 500 2t 2002<br />

Argento Mondiale E2 2006<br />

oro Mondiale E2 2007<br />

oro Mondiale E1 2008<br />

oro Mondiale E1 2009<br />

oro Mondiale E2 2010<br />

oro Mondiale E3 2011<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

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