Arte e patologia in Van Gogh - Appunti Unict

Arte e patologia in Van Gogh
Cap II
La fragilità della personalità di Van Gogh spicca per contrasto la possanza della sua pittura.
La contraddizione è già all’inizio della sua vita infatti “nata dalla morte” perché egli è nato per
colmare il vuoto lasciato dal fratellino morto l’anno prima. Gli venne anche dato lo stesso nome del
fratellino morto.
Apprende l’esistenza come lutto e il lutto come esistenza. Il lutto è spiegazione della pittura che
diviene l’unico espediente per sfuggire alla perdita del sé
La vita dell’artista è segnata dall’inquietudine e dalla ricerca della soddisfazione degli impulsi.
Era affetto da una forma di epilessia ,da una sindrome depressiva bipolare,una tossico dipendenza
alcolica ed una probabile sifilide.
Ruolo della psicosi tossica:l’assenzio
L’assenzio assunse il ruolo di “bevanda culturale” nel XIX sec.
Gli abusi possono scatenare varie psicosi.
Venne chiamato la “fata verde” e si potrebbe così spiegare la predomina del verde intenso in alcuni
quadri di Van Gogh,poiché forti ingestioni di assenzio provoca una colorata visione.
L’epilessia e l’atteggiamento del proprio sé
Egli ha bisogno di porsi al centro dell’attenzione di compensare la sua debole personalità ponendosi
come guida spirituale nei confronti degli altri.
Si sentiva indirizzato verso un Cristianesimo primitivo. Aveva donato tutti i suoi averi e riteneva
che il sapone fosse un lusso e per questo si dice che non brillasse per pulizia
Si innamora di donne complicate e poco equilibrate.
Cap III
La predicazione
Si stabilisce a Borinage,Belgio dove insegna la Bibbia ai minatori e riesce a convertire molti con la
forza della sua fede.Viene però rimosso dal suo incarico perché giudicato molto fanatico.
Tutte le crisi religiose talvolta conducono verso il ridimensionamento del sé ma nemmeno
attraverso la religione il nostro pitture trova la quiete.
Due termini affiorano :la madre e la morte.
La madre è temuta perfino odiata inconsciamente che sfocia nella paura delle donne che provoca
tendenze omosessuali.( fig 2 e 3 ).
La morte raffiora con il ricordo del fratellino e col fatto che lui non giungerà mai a intravedere un
finalismo nella sua esistenza.
La speranza scompare come nel dipinto del Campo di grano con volo di corvi (fig 4 ) dove uno
sciame di corvi con la loro rapacità vanno a ghermire quel grano che il contadino ha faticosamente
coltivato.

Cap IV
Con l’affievolirsi della fede si apre il drammatico scenario fallimentare del rapporto con le donne.
Ricorre in lui il desiderio di amicizie e amori totalizzanti vissuti con estremo integralismo che
difficilmente sono tollerati da amici e innamorate.
Van Gogh e l’innamoramento
Nei confronti della donna della quale di volta in volta si innamora prova un dipendenza ,la
concepisce come colei che può ristorare e consolare qualsiasi male dal quale lui è afflitto.
Si innamora di Ursula Loyer , della cugina Kate ma non viene ricambiato.
Con Margot Begeman sembra che potesse avere un legame ma dura tre mesi.
Quando trova Sien sembra che abbia trovato l’amore. E’ una prostituta che posa per lui.Lui accoglie
in casa lei anche se è incinta e sua madre. Ma tutto naufraga ,egli rappresenta tutto ciò nel quadro
Sorrow, dove Sien è accovacciata a terra che testimonia una vita fatta di stenti, di solitudine.
Nei dipinti “due contadine che lavorano in una torbiera” e “ natura morta con nidi di uccelli” si
avvertiva già il pallore della morte avvenuta 5 anni dopo.
Nel primo troneggiano due figure dal colore nero con accanto un carro nero e sullo sfondo un
chiaroscuro paesaggio.
Nel secondo abbiamo tre figure semicircolari con disordinati fili somiglianti a una vita spezzata .
Quest’immagine appare priva di amore e tutto si esprime come un accanimento della natura contro
le forme viventi.
L’arte è concepita da Van Gogh come un qualcosa di centrale alla natura e la natura è anche il
ricettacolo dell’arte che bisogna saper trovare altrimenti la stessa natura rischia di essere insulsa.
Cap V
Van Gogh compensa la mancanza di affetto da parte della madre con una sete di affetti amorosi e
amicali.
Diventa amico di Harry Cladwell(vivono nella stessa camera) ma l’amicizia dura poco. Ben preso
egli fugge. E ancora una volta Van Gogh assapora l’amarezza che deriva dall’abbandono.
L’amicizia con Gauguin diventa un’idea fissa. Fino all’arrivo si Gauguin ad Arles ,Van Gogh non
fa altro che parlare di lui nelle lettere al fratello Theo.
La coabitazione e l’amicizia favoriscono un’intensa attività raccolta in circa 20 lavori.
Ma avrà delle azioni isteriche di gelosia nei confronti dell’amico ciò ci fa pensare a una probabile
attrazione di carattere sessuale.Dopo l’ennesimo litigio in cui Gauguin venne minacciato con
rasoio,egli ritornò a Parigi e non lo rivide più.
Van Gogh rivolse l’aggressività verso se stesso mozzandosi il lobo dell’orecchio sinistro e
affidandolo a Rachel,una prostituta che era solito frequentare..
La cicatrice è un segno che rimane ed egli con quel gesto decise di scrivere sul proprio corpo
quell’ennessima perdita e delusione.
L’orecchio richiama un simbolismo prettamente sessuale dove il padiglione si riconnette all’energia
maschile e il condotto uditivo a quello femminile.
Van Gogh aveva trasformato l’amicizia in qualcosa di più,forse amore e quindi al momento
dell’abbandono non aveva più senso conservare l’organo che rappresenta la sua energia,la sua
possibilità di ricezione e la sua sessualità.Consegnando il lobo a Rachel urlò che la sua sessualità e
la sua forza erano finite.

La vita di Van Gogh viene faticosamente condotta in un’alternanza di vicende sul cui sfondo adesso
c’è una coscienza di malattia con cui il soggetto deve lottare .In una lettere al fratello si nota che
Van Gogh sa che di essere malato.
Ciò esclude la schizofrenia ma era depressivo maniacale.
Difatti nell’imminente arrivo di Gauguin aveva dipinto la camera dove i due coabitavano,rispetto
alle opere delle stesso periodo vi sono pennellate sicure e definite,il letto rigonfio per l’alta coperta
quasi a simboleggiare il rigonfiamento provocato da quando è occupato da qualcuno.Una solitudine
che sta per essere ricolmata.(fig 11)
Ma la malattia avanza e si fa ricoverare nella casa di cura di Sant-Paul de-Manson .
Lo psichiatra Jaspers gli diagnostica schizofrenia ma è contradditorio quando afferma che ci sono
delle potenziali artistiche in Van Gogh ma queste sono svelate nell’insorgere della malattia a suo
dire avvenuta 3 anni prima della sua morte.Allorchè egli già aveva prodotto una innumerevole serie
di manufatti.
Poi i soggetti affetti da schizofrenia quando hanno momenti di lucidità non si ricordano della
allucinazioni e dei deliri,ma conservano un senso di angoscia e di paura.
Van Gogh invece sa che una crisi violenta può deteriorare la sua funzionalità pittorica.
Lo schizofrenico non si rende conto della gravità della sua malattia e vive in una sorta di apparente
normalità.Ciò si coglie dalla scrittura del malato che è poco chiara.Mentre le lettere di Van Gogh
hanno un periodare ben costruito,attenziona la grammatica e la sintassi.
Quasi due anni prima di morire Van Gogh dipinge un paio di scarpe(fig 14) dove riassume la sua
esistenza.Le scarpe simboleggiano la nostra difesa dalle asperità del terreno,il cammino verso un
sentiero,l’individuazione del fine o del viaggio,che talvolta può essere inteso come
dipartita,lutto,morte. Le scarpe sono sbilenche,difformi tra loro con lacci simili a rettili che si
aggrovigliano ai piedi di chi li indossa.
Il 27 luglio 1890 armato di pennelli ,tela e tavolino si reca in campagna dove era solito dipingere.La
sera rientra barcollante e ferito e racconta di essersi tirato addosso un colpo di pistola.
Accorre un medico,ma il pittore rifiuta le cure mediche.Viene comunemente accettata la tesi del
suicidio.
L’analisi della sua ultima lettera ci spinge a sospettare che non sia stato così,infatti egli non
possedeva una pistola e se si fosse trattato di suicidio sarebbe terminata come un ultimo testamento
prassi comune nei suicidi.
In quella notte è probabile che tornando a casa attraverso delle scorciatoie ,abbia fatto agitare dei
cani da guardia e un contadino abbia sparato per paura.
Egli approfittò comunque di quella fatalità.