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Catalogo Fantafestival 2013

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di oniricità alle scene, dal gusto squisitamente pittorico.<br />

Orde di zombi, creature mostruose e tanta ironia, ma<br />

soprattutto Christopher Lee, vampirico anche senza i<br />

canini aguzzi. Estratto dagli archivi segreti della polizia<br />

di una capitale europea, del 1972, è un horror anomalo<br />

e misconosciuto di Riccardo Freda, in cui scorre una vena<br />

gotica e non latitano scene splatter, interpretato da Camille<br />

Keaton, che avrebbe poco dopo girato I spit on your grave.<br />

Si alternano momenti visivamente assai accattivanti, in cui<br />

Freda lascia intravedere bagliori della sua arte, sfruttando al<br />

meglio la scenografia e la fotografia, soprattutto nelle scene<br />

girate nella buia villa maledetta. Il film fu portato a termine<br />

da Walter Ratti.<br />

Con Camping del Terrore, del 1987, Ruggero Deodato<br />

firma uno slasher che, pur guardando al filone americano<br />

dei vari epigoni di Venerdì 13, mantiene una sua autenticità<br />

filmica grazie alla componente orrorifico-visionaria suggerita<br />

dalla figura del vecchio sciamano, e per alcuni raccordi di<br />

sceneggiatura. Deodato dirige con uno sguardo energico<br />

e professionale che cattura, utilizzando al meglio i codici<br />

dello slasher giovanilistico; la selva abruzzese-americana,<br />

fiammeggiante di porpora autunnale, crea un’avvolgente<br />

atmosfera d’inquietudine e sospensione temporale.<br />

Mimsy Farmer e David Hess, risultano assai convincenti<br />

nell’interpretazione dei due folli gestori del camping, come<br />

Charles Napier in quella dello sceriffo duro e violento.<br />

Incalzante la colonna sonora di Claudio Simonetti.<br />

Non si sevizia un paperino, del 1972, forse rappresenta<br />

al meglio la summa del cinema di Lucio Fulci. Un giallo<br />

ambientato nella pietrosa ed assolata Lucania, in quella terra<br />

arsa dal sole in cui viene messa in luce la contrapposizione<br />

tra due culture agli antipodi, da una parte la Chiesa e le<br />

forze dell’ordine, dall’altra la superstizione popolare che<br />

si intreccia con l’odio e la vendetta. Un film che ancora<br />

oggi rimane un cult, si insinua lentamente sotto la pelle e<br />

scorre nelle vene, i cui momenti più tragici, caratterizzati<br />

dalla crudeltà della rappresentazione, quasi artaudiana,<br />

sono sempre accompagnati da lampi di poesia. Un’opera<br />

indimenticabile con un cast d’eccezione, tra cui spiccano<br />

Florinda Bolkan, Barbara Bouchet e Tomas Milian. Le note<br />

di “Quei giorni insieme a te”, di Ornella Vanoni, rimangono<br />

per sempre nella mente di chi ha visto ed amato il film del<br />

Maestro del cinema italiano, Lucio Fulci.

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