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Cafaro - Cottini

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Angelo <strong>Cafaro</strong> - Giampaolo <strong>Cottini</strong><br />

ETICA MEDICA<br />

Lineamenti di deontologia professionale<br />

Edizioni Ares - Milano


MORALE & SESSUALITÀ I 113<br />

Circa la sterilizzazione cosiddetta preventiva va solo detto che non<br />

la si può mai considerare realmente terapeutica, perché l’eventuale<br />

gravidanza che si vuole evitare non costituisce di per sé un pericolo<br />

diretto per la salute della donna. È superflua ogni ulteriore conside-<br />

razione sulla sterilizzazione edonista, che si propone di eliminare<br />

l’aspetto procreativo dall’orizzonte dell’unione coniugale per moti-<br />

vazioni che possiamo semplicemente definire di comodo.<br />

Da un punto di vista giuridico non mancano segnali che inducono<br />

a ritenere possibile l’introduzione, anche in Italia, di leggi permissive<br />

e depenalizzanti: già la Corte di Cassazione ha ritenuto che la steri-<br />

lizzazione antiprocreativa, purché eseguita su soggetti consenzienti,<br />

non costituisce reato. Su questa problematica giuridica piuttosto<br />

complessa rimandiamo comunque a saggi specificiI2. Ricordiamo<br />

soltanto il diritto-dovere del medico di far valere la propria obiezione<br />

di coscienza non collaborando né formalmente né materialmente ad<br />

azioni orientate alla sterilizzazione nei casi sopra citati. Nel caso di<br />

altri operatori sanitari (quali, per esempio, i «ferristi» di sala opera-<br />

toria) la cooperazione materiale, anche diretta, è lecita purché occa-<br />

sionale e non evitabile senza serio pregiudizio (come potrebbe essere<br />

la perdita del posto di lavoro).<br />

5. LE TECNICHE DI PROCREAZIONE ASSISTITA<br />

Il crescente progresso nel campo della cosiddetta ingegneria gene-<br />

tica ha sollevato in questi ultimi decenni nuovi e inquietanti interro-<br />

gativi etici sulla liceità di interventi medici che, stimolati dalla do-<br />

manda di coppie impossibilitate ad avere figli, sono andati ben al di<br />

là di quanto ci si potesse aspettare.<br />

Siamo in un campo ricco di suggestioni, che sollecita spesso la<br />

fantasia e il desiderio dell’uomo di poter produrre in proprio il<br />

miracolo della vita, prescindendo dalle modalità naturali in cui que-<br />

sto evento è chiamato a realizzarsi all’interno dell’amore oblativo<br />

12 Su questo si può utilmente consultare il capitolo sulla sterilizzazione antiprocreati-<br />

va in L. CICCONE, OP. cit., pp. 311-360, che offre tra l’altro una ricca e aggiornata<br />

bibliografia.


114 I MORALE & SESSUALITÀ<br />

dell’uomo e della donna. I1 sentirsi artefice di una nuova creazione<br />

sollecita l’uomo a non fermare mai le sue ricerche, e spinge alla<br />

convinzione che i limiti del possibile possano sempre più essere<br />

spostati oltre il raggiunto, sviluppando una complessa azione volta<br />

anche a modificare le condizioni stesse della vita umana dal suo<br />

nascere. Così dall’originaria intenzione (in sé positiva) di rispondere<br />

alla sterilità della coppia, la ricerca ha favorito lo sviluppo dell’atteg-<br />

giamento prometeico dell’uomo moderno, che innalza a pretesa as-<br />

soluta il suo legittimo desiderio di generazione. La coppia passa dal<br />

desiderio, che si fa speranza di poter avere un figlio, alla pretesa che<br />

il figlio possa essere un diritto da perseguire a tutti i costi, legittiman-<br />

do come in sé buona ogni sperimentazione tesa a questo risultato<br />

tecnico, senza curarsi dei limiti etici che la condizione umana stessa<br />

impone. La fecondazione artificiale (sia nella versione delle tecniche<br />

di inseminazione artificiale, sia nei cosiddetti casi di fecondazione in<br />

vitru), nasce sull’onda di un progresso medico che va ormai ben al di<br />

là della necessità di dare risposta alle domande della coppia sterile;<br />

per questo occorre che anche il medico di base sia informato delle<br />

implicazioni umane e morali della questione, anche se forse non si<br />

troverà mai direttamente implicato a livello operativo nell’applica-<br />

zione di tali tecniche. I<br />

La trattazione del tema è assai complessa e la ricerca è ancora<br />

aperta a nuove scoperte, per cui tenteremo qui di evidenziare solo<br />

alcuni principi e criteri generali di ordine antropologico ed etico,<br />

senza entrare nella complessa problematica psicologica e giuridica<br />

che le nuove procedure di fecondazione artificiale pongono. Previa-<br />

mente inseriamo alcune precisazioni sulle tecniche più diffuse, e alle<br />

quali sono sostanzialmente riconducibili anche altre in via, di speri-<br />

mentazione, tenendo però presente che nel prosieguo della trattazione<br />

faremo riferimento a esse inglobandole genericamente sotto il i<br />

termine comune di afecondazione artificiale».<br />

1) L’inseminazione artificiale che consiste nel favorire il contatto<br />

tra gli spermatozoi e l’ovulo, all’interno dell’organismo materno,<br />

prelevando il liquido seminale del donatore e iniettandolo con una<br />

siringa all’interno dell’apparato genitale della donna;<br />

I<br />

2) la G a (Gamete intra falloppian transfer), che consiste in una<br />

particolare tecnica di inseminazione artificiale che prevede il prelievo<br />

dell’ovulo dall’ovaio della donatrice e del liquido seminale dal<br />

donatore, cui segue la loro collocazione in un catetere e la loro<br />

r<br />

I<br />

I<br />

1<br />

1<br />

MORALE & SESSUALITÀ I 115<br />

inoculazione nelle tube di Falloppio ove awiene la fecondazione;<br />

3) la FIVET (Fecondazione in vitro con embrio-transfer), che consiste<br />

nella fecondazione in provetta di un ovocita prelevato dall’ovaio<br />

della donna con successivo trasferimento in utero dell’embrione. (È<br />

chiaro che «artificiale» è la metodica e non la fecondazione, che<br />

awiene sempre secondo un meccanismo «naturale»).<br />

Come considerazione previa alle implicazioni morali di queste<br />

tecniche, bisogna osservare che la motivazione delle stesse non è<br />

sempre così onestamente terapeutica, visto che accanto ai risultati<br />

positivi di tali interventi si registra anche il fatto che sovente ovuli<br />

fecondati in vitru servano unicamente per sperimentazioni, che impediscono<br />

il loro naturale sviluppo e violano il diritto alla vita dell’embrione<br />

sacrificato. Inoltre non vanno trascurati i rischi di malformazioni<br />

per il concepito «connessi in generale a tali tecniche» e soprattutto<br />

«per quanto concerne specificamente la FIVET» la perdita di<br />

embrioni dopo l’avvenuta fecondazione in provetta, perdita che, al<br />

momento attuale, è necessariamente connessa alla possibile riuscita<br />

della fecondazione artificiale. Avviene così che un gran numero di<br />

embrioni già fecondati vadano perduti, con grave lesione del principio<br />

che la dignità umana va rispettata e tutelata fin dal concepimento.<br />

Tale forma di aborto è da considerare in modo assai diverso dall’aborto<br />

spontaneo, in quanto se l’aborto spontaneo si verifica a seguito<br />

di un naturale processo fecondativo senza interferenze dell’uomo,<br />

quello derivato dalla perdita di embrioni già fecondati è causato da<br />

un intervento voluto e consapevole, in un contesto artificiale di<br />

operazioni in cui è chiaramente prevedibile questo esito. Nel primo<br />

caso la perdita dell’embrione non è voluta dalla coppia e si presenta<br />

come conseguenza non prevedibile di un processo spontaneo, nel<br />

secondo caso invece la perdita di uno o più embrioni è di fatto voluta<br />

come mezzo inevitabile per ottenere una gravidanza.<br />

Vogliapo ora sottolineare le difficoltà che tali tecniche pongono al<br />

corretto rapporto tra la coppia, soprattutto quando si tratta di una<br />

fecondazione eterologa, in cui cioè si ha la donazione del seme o<br />

dell’ovulo da parte di un terzo elemento estraneo alla coppia o anche<br />

più semplicemente la gestazione avviene in un utero in affltto distinto<br />

da quello della moglie. I1 configurarsi in tali circostanze di un vero e<br />

proprio adulterio, anche se con il consenso della coppia, finisce col<br />

minare alla radice la stabilità stessa del rapporto di coppia, poiché se<br />

è vero che tale adulterio si compie solo sul piano biologico, snatura


116 1 MORALE & SESSUALITÀ<br />

comunque il senso totale del rapporto coniugale13. È per questo che la<br />

Chiesa esprime il suo giudizio negativo sulla questione, affermando<br />

che


118 I MORALE & SESSUALITÀ<br />

omologa. L‘attenzione va posta in particolare sulla RVET per la quale<br />

va considerato che «una fecondazione ottenuta fuori del corpo degli<br />

sposi rimane per ciò stesso privata dei significati e dei valori che si<br />

esprimono nel linguaggio del corpo e nell’unione delle persone uma-<br />

ne. Soltanto il rispetto del legame, che esiste fra i significati dell’atto<br />

coniugale, e il rispetto dell’unità dell’essere umano consente una<br />

procreazione conforme alla dignità della persona»18.<br />

Volendo approfondire le ragioni di questo giudizio, si deve consi-<br />

derare che di fronte alla procreazione ci possono essere due logiche:<br />

quella della donazione e quella della produzione. La prima rispetta<br />

pienamente la dignità della persona perché concepisce la trasmissio-<br />

ne della vita non come mero fatto biologico, ma come evento perso-<br />

nale che riguarda il mistero dell’essere persona nella sua inipetibili-<br />

tà. Ciò implica la totalità del dono reciproco degli sposi nel matrimo-<br />

nio come luogo in cui l’unione coniugale si realizza nella essenziale<br />

connessione tra aspetto unitivo e procreativo (il che implica che<br />

l’unione sia aperta alla vita, e che l’apertura alla vita non possa darsi<br />

senza l’unione fisica dei coniugi). La seconda invece si colloca nella<br />

prospettiva della produzione, in cui soggetti diversi intervengono per<br />

costruire la fusione dei gameti attraverso operazioni di laboratorio,<br />

spersonalizzando e cosificando l’evento dell’inizio di una nuova vita<br />

in una situazione per cui se il figlio è voluto dalla coppia, non è però<br />

concepito con un atto personale, ma solo prodotto da una serie di atti<br />

tecnici successivi. Per tali ragioni, oltre che per quelle di natura<br />

generale già esposte più sopra, il giudizio etico sulla F’NET (anche<br />

omologa) non può essere positivo.<br />

In conclusione, per quanto riguarda le tecniche di fecondazione<br />

artificiale all’interno dell’unione coniugale, si può affermare che esse<br />

sono lecite solo se si configurano come una facilitazione, un aiuto<br />

tecnico a che l’atto coniugale possa giungere a realizzare il proprio<br />

fine naturale. Inoltre, vanno rispettati i seguenti criteri: certezza che<br />

ogni embrione concepito non corra rischi di malformazione o di<br />

morte per cause inerenti alla tecnica impiegata; concepimento realiz-<br />

zato nel luogo naturale dell’organismo materno; il prelievo delle<br />

‘*Istruzione ..., cit., Parte seconda, n. 4.<br />

‘<<br />

I<br />

I<br />

MORALE & SESSUALITÀ 1 119<br />

cellule germinali con tecnica rispettosa della connessione tra l’atto<br />

unitivo della coppia e l’eventuale successivo concepimento.<br />

Il giudizio morale di condanna di tecniche quali la RVET o la<br />

problematicità posta da altre come la GIFT non significa però scoraggiare<br />

ulteriori ricerche scientifiche che studino altre metodiche per<br />

aiutare le coppie sterili; è però imprescindibile aver cura di non<br />

operare sperimentazioni o interventi lesivi della dignità della persona<br />

e della coppia.<br />

I 6. GRAVIDANZA & PARTO<br />

Prendiamo ora in esame i principali problemi etici relativi alla<br />

gravidanza e al parto, per cogliere quale debba essere il corretto<br />

atteggiamento del medico.<br />

Uno dei casi più frequenti è quello della gravidanza ectopica, un<br />

tipo di gravidanza che si sviluppa in sedi anomale o all’interno<br />

dell’utero (gravidanza cervicale o angolare) o all’esterno dell’utero<br />

(gravidanza extra-uterina tubarica, ovarica, addominale secondo la<br />

sede in cui si annida l’embrione), provocando seri problemi sia per la<br />

salute della madre sia per la possibilità del feto di svilupparsi.<br />

Il caso più tipico è quello della gravidanza ectopica tubarica in cui<br />

lo sviluppo del1 ’embrione all’interno della tuba determina fenomeni<br />

emorragici che rendono necessario un intervento orientato a salvare<br />

la vita della madre. Posto che non è lecito intervenire direttamente sul<br />

feto per eliminarlo, è però chiaro che il medico deve pur intervenire<br />

a un dato momento per asportare la tuba (e con essa l’embrione in<br />

essa contenuto) a salvaguardia dell’integrità della madre. Valgono in<br />

I questo caso i principi che regolano le azioni a doppio effetto. Si tratta<br />

di un’azione che ha lo scopo buono di salvare la vita della donna, con<br />

l’asportazione della parte malata, ma che provoca, come risultato<br />

indiretto e non voluto, la morte del feto. Qualora il medico non riesca<br />

con immediata certezza a valutare la gravità del pericolo per la vita<br />

della madre, gli è lecito intervenire subito onde evitare pericoli<br />

supplementari.<br />

In ogni caso non è lecito considerare il feto come un ingiusto<br />

aggressore nei confronti della madre, perché esso va rispettato come<br />

I<br />

un essere umano che si trova involontariamente in una situazione

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