M&D Musica e Dischi
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Amico è. Chi davvero<br />
ascolta il tuo messaggio<br />
di Mario De Luigi<br />
Ci diceva, non molti giorni fa, il dirigente<br />
di una major della musica (a proposito<br />
dello sfruttamento di Internet in chiave di<br />
promozione per la discografi a), che i social<br />
networks sono divenuti ormai strumento<br />
imprescindibile nello sviluppo dell’attività<br />
di ogni azienda – nella musica in particolare<br />
– e che l’utilizzo di Facebook, a costo<br />
zero o quasi, conduce a ritorni economici<br />
che oggi consentono di fare a meno di tutti<br />
i tradizionali canali pubblicitari che fi no<br />
a qualche anno fa comportavano massicci<br />
e onerosi investimenti. Una strategia<br />
sicuramente allineata ai nuovi modelli di<br />
business nel nostro settore, oltre che all’esigenza<br />
di riduzione dei costi in una fase<br />
di profonda crisi dell’industria musicale,<br />
che altrettanto sicuramente – in termini<br />
di risultati – paga: Facebook oggi negli<br />
USA copre già intorno al 25 % dell’intero<br />
traffi co Internet e il suo sistema autonomo<br />
di posta elettronica modifi ca sensibilmente<br />
il concetto della Rete come è stata concepita<br />
fi nora, così come lo sviluppo degli altri<br />
social networks entrati nella nostra vita<br />
quotidiana – che per chi produce musica<br />
tende a spostare l’attenzione da quello che<br />
era l’interlocutore tradizionale (il pubblico)<br />
al nuovo concetto di community – offre<br />
prospettive illimitate: anche se al prezzo<br />
del tempo necessario per coltivarle in modo<br />
adeguato. Comprensibile, essendo la fascia<br />
giovanile il territorio più ambito (e dunque<br />
corteggiato e conteso) dai discografi ci, che<br />
le aziende mirino ad assumere il ruolo di<br />
“amici” per il maggior numero possibile<br />
di giovani consumatori, soprattutto se l’<br />
“amicizia” in oggetto sarà ripagata da un<br />
consistente downloading di brani freschi di<br />
registrazione oppure attinti dal back catalog.<br />
Sarà valsa la pena di dedicare tempo<br />
ed energie per conquistare un “amico” in<br />
più, visto in chiave di utilizzatore fi nale.<br />
Filosofi a vincente ma rischiosa: perché,<br />
evidentemente, snatura il senso originario<br />
del social network e dunque – trasformandolo<br />
in chiave di marketing – ne inquina<br />
alla radice gli obiettivi e può gradualmente<br />
condurlo alla disgregazione; vero è che,<br />
esaurita un’area di potenziali consumatori,<br />
ne subentrerà subito una nuova, dato che<br />
ogni giorno si affacciano sulla scena nuovi<br />
siti, ambiziosi e aggressivi, pronti a raccogliere<br />
l’eredità di Facebook quando questo<br />
– con la velocità tipica dei mutamenti di<br />
rotta nell’universo digitale – avrà concluso<br />
il suo percorso. Ma c’è anche un altro modo<br />
di vivere la Rete, per chi opera nel mon-<br />
GENNAIO 2011<br />
do della musica. E’ quello di chi, anzi che<br />
puntare alla quantità dei contatti, privilegia<br />
la qualità del messaggio: e l’obiettivo,<br />
in questo caso, non è quello di conseguire il<br />
maggior traffi co possibile, ponendosi così<br />
anche come appetibile mezzo d’investimento<br />
pubblicitario, bensì quello di porsi come<br />
fornitore di contenuti – magari di nicchia,<br />
magari perfi no con l’handicap di pretendere<br />
un pagamento come contropartita,<br />
e dunque contrapponendosi al concetto di<br />
gratuità con cui Internet si è sviluppato<br />
fi nora – per rivolgersi ai fruitori interessati<br />
piuttosto che agli “amici” indiscriminati (e<br />
volubili), attraverso una politica di trasparente<br />
“do ut des”. E’ la via che già da alcuni<br />
mesi il mondo editoriale, dell’informazione<br />
e della comunicazione, sta seguendo: con<br />
risultati non clamorosi sulla breve distan-<br />
za, ma suscettibili a piccoli passi di diventare<br />
punti di riferimento reali e concreti.<br />
Ed è questa la via che più ci piace. Forse, se<br />
anche gli operatori dell’industria musicale<br />
sapessero rinunciare a inseguire chimere di<br />
forzato ecumenismo alla Facebook – dove il<br />
conteggio degli “amici” ha oggi il valore che<br />
aveva ieri la posizione nella hit parade – e<br />
si attenessero alla loro originaria missione<br />
di produrre buona musica, differenziata<br />
secondo i gusti di ogni genere di possibili<br />
utenti, anche la grande crisi recata dall’avvento<br />
di Internet potrebbe essere superata.<br />
Grazie proprio ad Internet.<br />
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