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good news atra orizzonti 04 Esperimenti della NASA bloccati! Nello scorso numero di Orizzonti (Nr. 125) vi avevamo presentato la campagna internazionale per bloccare gli esperimenti che la NASA voleva effettuare su scimmie vive per studiare gli effetti delle radiazioni dello spazio profondo sugli astronauti umani in viaggio verso Marte. Ebbene, questi esperimenti sono stati annullati per ragioni etiche e scientifiche. Un’ottima notizia per chiudere in modo positivo una protesta internazionale che abbiamo sostenuto. I piani della NASA di sottoporre scimmie vive a radiazioni sono stati annullati, secondo una dichiarazione rilasciata lo scorso dicembre dal Laboratorio Nazionale Brookhaven. I rappresentanti dell’amministrazione hanno informato il PCRM (Physicians Committee for Responsible Medicine - un’associazione americana che promuove la ricerca clinica, la medicina preventiva e si batte contro la sperimentazione su animali), che gli esperimenti sono stati annullati per questioni scientifiche ed etiche. La NASA intendeva irradiare decine di scimmie vive nei laboratori Brookhaven, controllati e finanziati dal Dipartimento dell’Energia. La NASA ha rilasciato una dichiarazione l’8 dicembre 2010 in cui spiega che è in corso una pianificazione per rivedere i progetti di ricerca sui voli spaziali con persone a bordo: “la NASA inizierà a breve una completa revisione di tutti i piani di ricerca e sviluppo tecnologico, per vedere se rispettano i piani del Presidente sui voli spaziali umani, come indicato nella National Space Policy e nella legge del 2010 NASA Authorization Act”. Gli esperimenti della NASA, proposti da Jack Bergman del McLean Hospital vicino a Boston, sarebbero consistiti nell’irradiare le scimmie presso i laboratori Brookhaven per spedire poi gli animali al McLean Hospital, dove sarebbero stati obbligati ad eseguire delle attività per testare eventuali danni cognitivi. Questi primati, molto intelligenti e dotati di un’alta capacità di socializzazione, sarebbero stati confinati in solitudine in gabbie di metallo per almeno 4 anni e sarebbero stati tenuti ogni giorno in apparecchi di contenzione. È stata ampia l’opposizione agli esperimenti sulle scimmie, proveniente da scienziati, medici, membri del congresso, innumerevoli cittadini di ogni nazione, compresi migliaia di soci del PCRM. Molti membri dell’Università di medicina di Harvard hanno dichiarato pubblicamente che gli esperimenti di irradiazione sulle scimmie erano scientificamente errati oltre a essere uno spreco di 1,75 milioni di dollari pubblici. Uno dei tanti errori scientifici degli esperimenti sulle scimmie consisteva nel fatto che le scimmie non sarebbero state esposte ad una vera simulazione delle radiazioni dello spazio profondo. Inoltre, decenni di precedenti esperimenti di irradiazione sulle scimmie non hanno prodotto niente di utile per i programmi spaziali. Studi in corso, compresi quelli finanziati dalla NASA e dal Dipartimento dell’Energia, già usano metodi senza animali per determinare gli effetti delle radiazioni a basso dosaggio sui tessuti umani e la NASA ha già moltissimi dati sull’esposizione alle radiazioni, provenienti da decenni di voli spaziali umani. Fonte: PCRM, Department of Energy Blocks NASA’s Planned Monkey Radiation Experiments, 15 dicembre 2010.
Non più vittime,ma gatte libere! Lo scorso anno, grazie ad un assiduo e straordinario lavoro del centro I-Care [www.icare-worldwide.org], siamo riusciti a far chiudere ufficialmente la sperimentazione sui gatti in Italia. Questa è la storia, in parole ed in immagini, delle ultime settanta gatte uscite dai laboratori italiani, quasi tutte FIV positive. Le chiamano le “Superstiti”, le ultime gatte uscite in gennaio 2010 da un laboratorio di sperimentazione, dopo un lungo e determinante lavoro di I-CARE/ATRA, che hanno raggiunto un traguardo difficile e importante nel mondo dell’anti-vivisezione: chiudere l’ultima sperimentazione sui gatti in Italia. Si trattava di un esperimento dove gatte sane venivano infettate con la FIV per studiare gli effetti di questa malattia. L’assurdità di questa pratica è evidente data la presenza di gatti FIV positivi in natura, o in colonie protette o in rifugi per animali dove vengono tenute sotto controllo veterinario. A tutt’oggi, nonostante le varie sperimentazioni, una cura per la FIV non è ancora stata trovata ma è fuori da ogni logica scientifica ed etica infettare volutamente degli animali sani. Le Superstiti ora sono gatte libere, non più vittime dei vivisettori anche se per sempre porteranno un tatuaggio di riconoscimento all’interno dell’orecchio. Eh sì, le gatte di laboratorio non hanno nome, nascono per subire inutili esperimenti in nome della scienza e del progresso, muoiono come eroine sconosciute, perché hanno sacrificato la vita per colpa di quell’essere umano che non ha dato loro nemmeno un nome, un nome qualsiasi, come Diandra, Medea, Kitty, Bella, Jane, ma le ha catalogate come fossero libri: 788 E, 732 E, 889 E, ... Ma oggi le Superstiti si chiamano proprio Diandra, Medea, Kitty, Bella e Jane e ancora Monica, Olyn, Kya, Macchia, Bika, Chicca e Bettina, Thor, Esmeralda e Runny, Anubi, Regina e Shy. Solo alcuni dei nomi delle decine di gatte arrivate presso il rifugio I-CARE/ATRA per la riabilitazione. A distanza di un anno dall’uscita dal laboratorio alcune mostrano ancora i segni della cattività, molte non supereranno mai le difficoltà psicologiche dovute ad una vita intera trascorsa in gabbia, in un ambiente contrario alla loro natura, sperimentate, tenute come oggetti di studio. Molte avranno per sempre le zampine posteriori scomposte, perché per anni sono vissute in gabbie poco più grandi di loro con possibilità di movimento limitata. Molte, invece e per fortuna, non sembrano nemmeno più venute da quell’inferno, saltano, giocano, corrono, belle pasciute e desiderose di coccole continue. Forse erano le più forti, le più battagliere, quelle che hanno vinto veramente la battaglia del voler vivere sempre e comunque! All’inizio entrare nelle stanze, dove erano suddivise in gruppi, creava loro forte stress, paura, tensione, tanto che c’era solo il tempo di sistemare le lettiere, mettere il cibo, pulire velocemente, prima di trovarsi coinvolti in un’onda di gatte che si aggredivano tra loro, urlando e soffiando. Non accettavano la presenza dell’uomo, l’uomo era il nemico, colui che non le aveva mai considerate come esseri viventi senzienti: era lo sperimentatore. Dopo settimane di pazienza, presenza, lacrime, dimostrazione che non tutte le mani umane fanno carezze ingannevoli, è diventata una comunità vera e propria, anche le più timorose iniziavano ad avvicinarsi e la serenità ha preso pian piano il posto della paura e della diffidenza. Hanno imparato ad accettare la luce naturale, dopo anni di luce artificiale; hanno scoperto come si fanno le scale, come si gioca, come si fanno le fusa, dopo una vita di privazioni. Guardarle negli occhi, osservarle mentre seguono da dietro le finestre il volo degli uccelli o i fiocchi di neve che cadono, o mentre cercano i raggi del sole invernale, emoziona e fa riflettere. Molte di loro, ora, vivono felici nelle loro nuove famiglie, tutte hanno superato brillantemente il secondo trasporto, dal rifugio alle case calde che le hanno accolte. Siamo piccoli di fronte a tanta voglia di reagire e donare malgrado tutto. Siamo piccoli di fronte a tanto coraggio. Siamo piccoli di fronte a 70 meravigliosi grandi miracoli viventi. Ma la storia a lieto fine di queste gatte ci esorta ancora di più ad andare avanti nella lotta difficile, ma non impossibile, per l’abolizione totale della vivisezione. STAFF I-CARE good news atra orizzonti 05
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