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Parco Naturale Regionale del Beigua

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aree protette<br />

regione liguria<br />

itinerari<br />

natura<br />

cultura e attività<br />

prodotti tipici<br />

<strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Beigua</strong><br />

G U I D A P R A T I C A<br />

<strong>Beigua</strong>.indd 1 27/03/2006 9.39.27


Un patrimonio mondiale<br />

Con i suoi 8700 ettari estesi fra le province di Savona e Genova è il <strong>Parco</strong><br />

più vasto <strong>del</strong>la Liguria e comprende il territorio di dieci comuni. Il recente riconoscimento<br />

di Geopark da parte <strong>del</strong>l’UNESCO ne sottolinea il patrimonio<br />

geologico di importanza mondiale, mentre l’enorme valore per quanto concerne<br />

la biodiversità è testimoniato dalla presenza di tre Siti di Importanza<br />

Comunitaria (S.I.C.) e una Zona di Protezione Speciale (Z.P.S.), in adempimento<br />

a specifiche direttive comunitarie sulla conservazione <strong>del</strong>la natura.<br />

500 km di sentieri offrono una varietà rara di scenari e situazioni: dai<br />

percorsi mare-monti a strapiombo sulla costa al fascino brullo e selvaggio<br />

- dovuto alle caratteristiche <strong>del</strong>la roccia serpentinica - dei picchi su Genova<br />

e Savona. Trekking, mountain-bike, torrentismo, arrampicata, orienteering e<br />

altre attività sportive sono possibili all’interno <strong>del</strong>la spettacolare palestra a<br />

cielo aperto rappresentata dal <strong>Parco</strong>.<br />

Chi ama l’archeologia potrà percorrere la strada megalitica nei dintorni di<br />

Alpicella, località in cui si trova un museo dedicato alla preistoria (e altre<br />

raccolte sono ospitate nei musei di Sassello e di Masone) e, in frazione<br />

Fenestrelle, un riparo sotto la roccia.<br />

Sopra Arenzano si possono osservare le migrazioni dei rapaci diurni; ottanta<br />

le specie ornitiche <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, in cui nidificano l’aquila reale e il biancone.<br />

La scenografica val Gargassa è caratterizzata da lunari formazioni<br />

di conglomerato, la Badia di Tiglieto, prima abbazia cistercense fondata<br />

oltre il confine francese, rappresenta un complesso architettonico di grande<br />

pregio, mentre a Campo Ligure si esercita ancora l’arte antica <strong>del</strong>la “filigrana”,<br />

tramandata da generazioni e celebrata da una rassegna annuale.<br />

Queste testimonianze storico-culturali sono raccolte e raccontate nei musei<br />

e meglio illustrate attraverso la presenza, sul territorio, <strong>del</strong>la cultura<br />

rurale e agricola, con produzioni alimentari caratteristiche quali i prodotti<br />

<strong>del</strong> latte, i tipici amaretti, i frutti <strong>del</strong> bosco, i funghi, le castagne, il miele.<br />

La carta d’identità <strong>del</strong> <strong>Parco</strong><br />

Istituzione:<br />

L. R. n° 16 <strong>del</strong> 09-04-1985 e L.R. n° 12 <strong>del</strong> 22-02-1995<br />

Superficie:<br />

8.715,03 ettari<br />

Ente di Gestione:<br />

Ente <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong><br />

Sito Internet:<br />

www.parcobeigua.it; www.parks.it/parco.beigua<br />

Province:<br />

Genova; Savona<br />

Comuni:<br />

Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Stella,<br />

Tiglieto, Varazze<br />

Comunità Montane:<br />

Argentea; Giovo; Valli Stura e Orba<br />

In copertina: una panoramica, dal sentiero verso il Passo <strong>del</strong>la Gava, sulla costa di Arenzano.<br />

Nel frontespizio: un’escursione nel canyon <strong>del</strong>la val Gargassa.<br />

<strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> <strong>Regionale</strong><br />

<strong>Beigua</strong><br />

<strong>Beigua</strong>.indd 2-3 27/03/2006 9.39.28


Punti di interesse I prodotti <strong>del</strong> territorio<br />

L’Eremo <strong>del</strong> Deserto di Varazze e il Percorso Botanico<br />

Fondato nel Seicento dai Padri Carmelitani e ubicato, in Comune di Varazze, alla confluenza<br />

tra il Torrente Arrestra e il rio Malanotte, l’Eremo <strong>del</strong><br />

Deserto è contornato da un percorso botanico ad anello di<br />

notevole valore naturalistico, illustrato da pannelli.<br />

Sparse nel folto <strong>del</strong>la vegetazione si trovano sette cappelle<br />

chiamate “Romitori” dove i frati trascorrevano periodi in<br />

solitudine.<br />

Le Foreste Demaniali<br />

Nel <strong>Parco</strong> ci sono tre foreste demaniali, tutte di pregio naturalistico. La più estesa (1640<br />

ettari) è la Foresta <strong>del</strong> Lerone, tra Arenzano e Cogoleto, con grandi prati e rupi serpentinitiche.<br />

In comune di Sassello è la Foresta <strong>del</strong>la Deiva (800<br />

ettari), attraversata da un sentiero ad anello fra boschi di<br />

abeti rossi e di Douglas, di pini neri e silvestri, da boschi<br />

misti di rovere e altre latifoglie.<br />

La foresta di Tiglieto (740 ettari) interessa i comuni di<br />

Tiglieto, Masone e Campo Ligure e offre una notevole varietà<br />

di ambienti boschivi.<br />

Percorso geologico <strong>del</strong>la Val Gargassa<br />

Un itinerario ad anello conduce dal campo di calcio di Rossiglione (segnavia due X gialle)<br />

nell’ampio e scenografico canyon <strong>del</strong> torrente Gargassa, caratterizzato<br />

da rocce conglomeratiche fortemente mo<strong>del</strong>late<br />

dall’erosione, che si specchiano in placidi laghetti.<br />

Dal villaggio abbandonato di Veirera, antico centro di lavorazione<br />

<strong>del</strong> vetro, si imbocca la panoramica via <strong>del</strong> ritorno<br />

(segnavia tre palini gialli).<br />

Le Zone Umide<br />

La Torbiera <strong>del</strong> Laione, il Pantano di Canei, le Giare <strong>del</strong>l’Olio, il Lago <strong>del</strong>la Biscia sono<br />

solo alcune <strong>del</strong>le numerose e preziose zone umide presenti nel territorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>. Alcune<br />

di esse ospitano specie vegetali molto particolari come la brasca, il pennacchio a foglie<br />

larghe, il cardo di palude e la molinia. In altre sono presenti anfibi e rettili come il tritone<br />

appenninico, il tritone punteggiato, la salamandra pezzata,<br />

la natrice dal collare. Come tutti gli ambienti molto fragili<br />

e sensibili all’azione <strong>del</strong>l’uomo presenti all’interno <strong>del</strong><br />

<strong>Parco</strong>, sono visitabili avendo ben presente che ogni minima<br />

alterazione dei luoghi ha un effetto, spesso negativo, sulla<br />

composizione e sulla struttura degli ecosistemi.<br />

I Formaggi <strong>del</strong> <strong>Parco</strong><br />

Ricca l’offerta di prodotti caseari nel comprensorio <strong>del</strong><br />

<strong>Parco</strong>: dalla profumata formaggetta di latte vaccino o<br />

misto di Stella al saporito pecorino <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>, fino ai<br />

formaggi freschi ottenuti dalla lavorazione <strong>del</strong> latte prodotto<br />

in valle Stura, dove la<br />

ricchezza <strong>del</strong>la composizione<br />

floristica dei foraggi conferisce<br />

al prodotto il fresco<br />

aroma di prato montano.<br />

Gli Amaretti di Sassello<br />

Una produzione avviata nel 1800 la cui ricetta è giunta<br />

immutata fino ai giorni nostri. L’amaretto di Sassello è un<br />

classico, per il suo sapore e la sua pasta morbida. Alla<br />

ricetta tradizionale si affiancano<br />

versioni aromatizzate.<br />

Una sagra tradizionale festeggia<br />

il pasticcino nel<br />

mese di luglio.<br />

Il Miele <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong><br />

Impensabile completare la visita al <strong>Parco</strong> senza aver degustato<br />

il <strong>del</strong>izioso miele <strong>del</strong><br />

<strong>Beigua</strong>, prezioso indicatore<br />

ambientale <strong>del</strong> territorio. Sono<br />

molteplici le qualità prodotte.<br />

Spiccano, fra queste, castagno,<br />

erica, robinia, millefiori.<br />

I salumi di Sassello<br />

Il lardo e il paté di lardo, il<br />

prosciutto, il salame. Tutto<br />

fatto in casa, a Sassello, sede<br />

di una insospettata quanto<br />

pregiata e genuina produzione<br />

di salumi.<br />

I Funghi porcini<br />

Ne è ricco, da sempre, il territorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>. Una produzione<br />

di funghi secchi o<br />

conservati sott’olio permette<br />

di gustare sempre il sapore<br />

intenso e inconfondibile di<br />

questo prelibato frutto <strong>del</strong>la<br />

terra.<br />

Ente <strong>Parco</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Beigua</strong><br />

Via Marconi, 165<br />

16011 Arenzano (GE)<br />

Tel.<br />

Fax<br />

E-mail:<br />

info@parcobeigua.it<br />

Numeri e Indirizzi<br />

MUVITA - Museo vivo<br />

<strong>del</strong>le tecnologie per<br />

l’ambiente<br />

Via Marconi, 165<br />

16011 Arenzano (GE)<br />

Tel. 010.910001<br />

Fax 010.9100119<br />

Tipica casa contadina<br />

ligure<br />

Via Ciosa, 1<br />

Fraz. Sciarborasca<br />

Cogoleto (GE)<br />

Tel. 010.91701<br />

Esposizione archeologica<br />

permanente<br />

P.zza IV Novembre<br />

Fraz. Alpicella<br />

Varazze (SV)<br />

Tel. 019.93901;<br />

019.95210<br />

Museo Perrando<br />

Via dei Perrando, 33<br />

Sassello (SV)<br />

Tel. 019.724100<br />

Collezione privata<br />

“Passatempo: moto,<br />

cicli, oggetti <strong>del</strong> 900’”<br />

Via Sciutto, 3<br />

Loc. S. Anna<br />

Rossiglione (GE)<br />

Tel. 010.9239921<br />

Museo <strong>del</strong>la filigrana<br />

Palazzo <strong>del</strong>la Giustizia,<br />

Campo Ligure (GE)<br />

Tel. 010.920877<br />

010.921055<br />

Museo Civico<br />

Andrea Tubino<br />

P.zza Castello, 2<br />

Masone (GE)<br />

Tel. 010.926003<br />

2 3<br />

<strong>Beigua</strong>.indd 4-5 27/03/2006 9.39.35


1<br />

Sassello<br />

Periodo consigliato:<br />

In primavera e in autunno;<br />

con le ciaspole in inverno<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

6h ca.<br />

Caratteristiche:<br />

panoramico-storico-<br />

geologico-botanico<br />

Casa Galante<br />

Casa <strong>del</strong>la<br />

Bandìa<br />

Colle <strong>del</strong> Bergnon<br />

Costa <strong>del</strong><br />

Giancardo<br />

Sassello - <strong>Beigua</strong>- Piampaludo<br />

Torbiera <strong>del</strong><br />

Laione<br />

M. <strong>Beigua</strong><br />

1287<br />

Piampaludo<br />

Pra Riondo<br />

Il bosco, con i suoi faggi maestosi, quindi il crinale, selvaggio e roccioso, fino alla vetta<br />

<strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>. Grandi panorami e il giardino geologico di Pra Riondo. Infine il Sentiero<br />

Natura, con la particolare Torbiera <strong>del</strong> Laione.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

Dalla piazza Concezione di Sassello, sulla quale si affacciano chiesa e municipio,<br />

si prende la via Umberto I (segnavia “due triangoli pieni gialli”); si giunge nella<br />

suggestiva zona <strong>del</strong> rio Sbruggia, scavalcato da un ponticello al di là <strong>del</strong> quale è la<br />

cinquecentesca cappella di San Sebastiano. Bella, da qui, la vista sul centro storico.<br />

In località Colletto si attraversa il rio Verlia prima di incrociare e superare una strada<br />

asfaltata. Giunti nei pressi di una casa, si tiene a destra e si prosegue lungo il rio<br />

Renuda, in una zona di carpini, ornielli e noccioli.<br />

Attraversato il ruscello, si continua nel bosco fino a Casa Galante proseguendo ancora<br />

in salita, a sinistra, oltre il Castagneto <strong>del</strong>la Lupa e il Bric <strong>del</strong> Luvetto (i toponimi<br />

ricordano la presenza <strong>del</strong> predatore). Si passa, attraverso zone di castagneti e boschi<br />

misti, sotto il monte Tremmo per giungere al<br />

Colle <strong>del</strong> Bergnon (828m/1h40’)<br />

in una zona dominata da faggi di dimensioni eccezionali. Si prosegue dapprima in<br />

piano per raggiungere, attraverso una salita a tratti ripida, l’abbandonata Casa <strong>del</strong>la<br />

Bandìa. Oltre l’edificio, contornato da grandi<br />

alberi, si attraversa il Fosso <strong>del</strong>la Bandìa e si<br />

sale alla faggeta <strong>del</strong>la Costa <strong>del</strong> Giancardo.<br />

Da qui si prosegue verso levante, lungo l’Alta<br />

Via. È un tratto ripido, aperto a scorci panoramici<br />

affascinanti, mentre sulle vaste praterie<br />

affiorano rocce ofiolitiche. Il sentiero conduce<br />

oltre il versante sud <strong>del</strong> Bric Veciri e la Sella<br />

<strong>del</strong> <strong>Beigua</strong> (1251m, area pic-nic).<br />

Da qui si raggiunge infine, agevolmente, la<br />

vetta <strong>del</strong><br />

Monte <strong>Beigua</strong> (1287m/4h)<br />

Nei pressi <strong>del</strong>l’albergo-ristorante si arriva alla strada<br />

asfaltata, che prosegue diritta, dapprima lungo la selva<br />

di ripetitori televisivi, quindi in lieve discesa, per un tratto<br />

aperto a spettacolari panorami, verso le Alpi e sulla<br />

costa, che consentono di apprezzare spettacolari forme<br />

<strong>del</strong> paesaggio. Immersi in questo scenario si raggiunge<br />

Pra Riondo (1100m/4h20’)<br />

dove, a fianco <strong>del</strong> ristorante-albergo, si trova il punto informativo<br />

“Bruno Bacoccoli”, con annesso un interessante<br />

“Giardino geologico”: un lembo di prato in cui sono<br />

disposte alcune <strong>del</strong>le formazioni rocciose più importanti<br />

tra quelle presenti nel <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>.<br />

Per scendere alla Torbiera <strong>del</strong> Laione si raggiunge, tornando<br />

indietro per breve tratto verso il <strong>Beigua</strong>, una deviazione<br />

a destra (Sentiero Natura, segnavia “tre pallini<br />

gialli”) Il sentiero passa in una zona di faggi e sbuca<br />

infine nei pressi <strong>del</strong>la strada carrozzabile presso la<br />

Torbiera <strong>del</strong> Laione (987m/5h05’)<br />

la principale zona umida <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, che ospita diverse,<br />

interessanti specie vegetali. Fra queste la drosera,<br />

una pianta insettivora le cui foglie sono coperte di peli<br />

vischiosi. La torbiera è classificata come “riserva integrale”<br />

all’interno <strong>del</strong>l’area protetta e la sua fruizione è<br />

regolata dalle norme <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>; in particolare,<br />

il sito è visitabile attenendosi strettamente alle indicazioni<br />

fornite da appositi pannelli collocati sul posto.<br />

La torbiera è un tipico esempio di “hot-spot” (punto caldo)<br />

per la biodiversità che - per rarità e vulnerabilità <strong>del</strong>le<br />

specie presenti - costituisce un valore inestimabile per<br />

la conservazione <strong>del</strong>la natura nel suo complesso.<br />

Lungo la mulattiera che passa nel bosco fra l’asfaltata<br />

e la zona umida crescono due specie di orchidee: la<br />

concordia e l’elleborina.<br />

Per scendere a Piampaludo occorre seguire il segnavia<br />

“X” giallo, lungo un percorso che alterna tratti di sentiero<br />

o di sterrata alla strada asfaltata.<br />

Nella pagina precedente: una faggeta in abito invernale. Sotto: un<br />

esemplare di tritone alpestre, presente nella zona umida <strong>del</strong>la Torbiera<br />

<strong>del</strong> Laione insieme al tritone crestato, alla salamandra pezzata<br />

e ad alcune specie di libellule.<br />

L’Alta Via dei<br />

Monti Liguri<br />

L’Alta Via dei Monti Liguri,<br />

itinerario escursionistico<br />

lungo più di 400<br />

Km che percorre tutta<br />

la Liguria, attraversa il<br />

cuore <strong>del</strong>l’area protetta<br />

in corrispondenza <strong>del</strong><br />

crinale principale con<br />

panorami straordinari<br />

che spaziano dalle Alpi<br />

Apuane al Golfo di Genova,<br />

al Monviso, fino<br />

al Monte Rosa.<br />

Sono ben tre le tappe<br />

che transitano all’interno<br />

<strong>del</strong> <strong>Parco</strong>: tappa n.19<br />

Passo <strong>del</strong> Giovo– Prariondo;<br />

tappa n.20 Prariondo<br />

– Faiallo; tappa<br />

n.21 Faiallo – Passo <strong>del</strong><br />

Turchino. Le tre tappe<br />

sono caratterizzate da<br />

pendenze non troppo<br />

elevate e possono essere<br />

percorse agevolmente<br />

anche da escursionisti<br />

non particolarmente<br />

esperti.<br />

<strong>Beigua</strong> Geopark<br />

Dal marzo 2005 il <strong>Parco</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Beigua</strong> è riconosciuto<br />

“Geoparco” internazionale,<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la<br />

rete europea dei geoparchi<br />

(EGN) e <strong>del</strong>la rete<br />

globale dei geoparchi<br />

<strong>del</strong>l’UNESCO, per il suo<br />

ricco patrimonio geologico.<br />

Costituito, in particolare,<br />

dall’estensione degli<br />

ofioliti (o “rocce verdi”),<br />

da canyon e da pinnacoli<br />

mo<strong>del</strong>lati nel conglomerato<br />

<strong>del</strong>la val Gargassa,<br />

da aree paleontologiche<br />

dagli abbondanti contenuti<br />

di fossili, nonché<br />

da siti di interesse mineralogico,<br />

caratterizzati<br />

da spettacolari granati.<br />

4 5<br />

<strong>Beigua</strong>.indd 6-7 27/03/2006 9.39.39


2<br />

Periodo consigliato:<br />

Tutto l’anno,<br />

escluso in pieno inverno<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

3h<br />

Caratteristiche:<br />

archeologico - paesaggistico<br />

botanico<br />

La Strada Megalitica<br />

Le incisioni rupestri<br />

Non solo ad Alpicella,<br />

ma pure in altre zone<br />

<strong>del</strong> <strong>Beigua</strong> (il cui tononimo<br />

deriverebbe da<br />

Baigus, la primitiva divinità<br />

alpina che avrebbe<br />

dato il nome anche al<br />

monte Bego, nelle Alpi<br />

Liguri, altra zona ricca<br />

di testimonianze preistoriche)<br />

sono state rilevate<br />

tracce <strong>del</strong>l’uomo<br />

primitivo. Numerose le<br />

incisioni anche presso<br />

Piampaludo, nell’alta<br />

valle <strong>del</strong>l’Orba. Differenti,<br />

per contro, i segni<br />

lasciati nelle diverse<br />

aree: più lineari sul<br />

versante tirrenico, più<br />

articolati su quello padano.<br />

Alpicella<br />

H<br />

Ceresa<br />

H<br />

Un itinerario nel cuore <strong>del</strong>la preistoria, che culmina lungo<br />

la “strada megalitica”, cioè la “Stonehenge” <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong><br />

rivolta verso la vetta “magnetica” <strong>del</strong> monte Greppino.<br />

Poi Alpicella, con il museo preistorico e, in località Fenestrelle,<br />

il ”riparo sotto roccia”.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

Dal posteggio a est <strong>del</strong>la chiesa di Alpicella si imbocca<br />

la strada asfaltata verso levante che conduce (segnavia<br />

“H” rossa) alla frazione di<br />

Ceresa (550m/45’)<br />

Occorre quindi raggiungere la fine <strong>del</strong>la strada asfaltata.<br />

Qui si trova una bella casetta in pietra, con scaletta esterna<br />

in legno. A sinistra <strong>del</strong>la costruzione il segnavia “N”<br />

indica la “strada megalitica”. Il sentierone, in autunno,<br />

è un invitante tappeto di foglie rosse che conduce nel<br />

folto <strong>del</strong>la vegetazione. Ma è bene non distrarsi troppo:<br />

quasi all’imbocco <strong>del</strong> sentiero ecco, in terreno di proprietà<br />

privata, un masso detto “a polissoir”. È il più antico<br />

rinvenimento di incisioni rupestri nell’area <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>.<br />

Il masso riporta una serie di incisioni lineari in quanto<br />

probabilmente la pietra veniva usata come affilatoio.<br />

Si va avanti nel bosco; a tratti il sentiero si apre sulle<br />

vallate circostanti, e addirittura offre scorci sulla costa:<br />

ecco, laggiù, il porto di Savona, abbracciato dalla sagoma<br />

di Capo Noli. Infine la “strada megalitica”: un “viale”<br />

preistorico, con una serie di massi a sembrare primitivi<br />

“paracarri”. Qual era la loro funzione? Il luogo è noto<br />

agli studiosi come “Recinto sacro” ed era, forse, rivolto<br />

a qualche divinità, considerato che la vicina vetta <strong>del</strong><br />

monte Greppino (raggiungibile seguendo il segnavia “T”<br />

che in parte accompagna la “N” <strong>del</strong>la Strada megalitica)<br />

presenta, per la sua composizione rocciosa, una notevole<br />

capacità di attirare i fulmini. In fondo alla<br />

N<br />

Strada megalitica<br />

T<br />

M. Greppino<br />

680<br />

Cappelletta Faie<br />

Varazze<br />

Strada megalitica (600m/1h40’)<br />

termina il sentiero preistorico. Si prosegue da qui lungo il sentiero (“+” rossa) che<br />

scende a Varazze. Ci si immerge subito nel bosco, avvolto in autunno da colori intensi.<br />

Il sentiero raggiunge quindi l’asfalto e, in<br />

Località Cappelletta Faie (450m/2h30’)<br />

il bivio per Alpicella. Si può continuare a scendere fino a Varazze lungo il sentiero o proseguire<br />

per la strada asfaltata e tornare al paese dopo tre ore complessive di cammino.<br />

Nella pagina precedente: il “Riparo sotto roccia” ad Alpicella e la<br />

“pietra scritta”, nei pressi <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>. Sopra: le rocce <strong>del</strong> monte<br />

Greppino. In basso: la “strada megalitica”.<br />

Alpicella preistorica<br />

Oltre alla strada megalitica,<br />

i dintorni di<br />

Alpicella conservano<br />

altre testimonianze <strong>del</strong>l’epoca<br />

preistorica. Il<br />

sito archeologico in località<br />

Fenestrelle è raggiungibile<br />

prendendo la<br />

- segnalata - deviazione<br />

a sinistra lungo la strada<br />

che da Varazze sale ad<br />

Alpicella, poco prima di<br />

arrivare in paese. Illustrato<br />

da un pannello, il<br />

sito presenta un riparo<br />

sotto roccia nella valle<br />

<strong>del</strong> Teiro. Come dire:<br />

gli uomini <strong>del</strong>le caverne<br />

abitavano qui. Saliti in<br />

paese, si può visitare la<br />

Collezione Archeologica<br />

permanente, con reperti<br />

che vieppiù indicano la<br />

presenza dei nostri antenati<br />

nell’area.<br />

6 7<br />

<strong>Beigua</strong>.indd 8-9 27/03/2006 9.39.43


3<br />

Periodo consigliato:<br />

Tutto l’anno,<br />

escluso in pieno inverno<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

2h<br />

Caratteristiche:<br />

culturale - paesaggistico<br />

botanico<br />

Anello di Tiglieto<br />

L’Astore<br />

In un’area caratterizzata<br />

da un’importante comunità<br />

di uccelli legata all’alternanza<br />

di ambienti<br />

boschivi e radure è<br />

possibile talvolta scorgere,<br />

lungo margini che<br />

separano boschi dalle<br />

aree aperte, l’Astore<br />

(Accipiter gentilis). Tipico<br />

abitatore dei boschi<br />

misti e <strong>del</strong>le conifere<br />

<strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>,<br />

l’Astore è un elegante e<br />

possente rapace di medie<br />

dimensioni. Si nutre<br />

di Uccelli; nell’area <strong>del</strong><br />

<strong>Beigua</strong>, in particolare,<br />

la preda preferita è la<br />

Ghiandaia. Per la sua<br />

fierezza ed il suo coraggio<br />

l’Astore veniva<br />

utilizzato, in passato,<br />

per la falconeria<br />

Badia<br />

di Tiglieto<br />

Tiglieto<br />

Freira da Bassu<br />

Una rasserenante escursione nel bosco, priva di dislivelli<br />

degni di nota, poi alcuni suggestivi scorci sul torrente<br />

Orba, con qualche passaggio su ponti e ponticelli. È<br />

l’anello <strong>del</strong>la Badia di Tiglieto, sentiero che può completare<br />

la visita al complesso cistercense più antico d’Italia<br />

e oggetto di recente ristrutturazione.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

Si parte dal bivio (oltre Tiglieto provenendo da Genova<br />

e raggiungibile anche in corriera) fra la strada provinciale<br />

1 e la deviazione per Olbicella. Proseguendo in<br />

direzione Olbicella si raggiungerebbe, a mezzo chilometro<br />

di distanza, il parcheggio e il punto di accesso al<br />

complesso monumentale <strong>del</strong>la Badia di Tiglieto (395m).<br />

Il sentiero procede invece lungo un tracciato a fondo<br />

naturale per voltare, prima di un cancello, a sinistra e<br />

fiancheggiare il recinto <strong>del</strong>la proprietà. Ci si inoltra dapprima<br />

in un bosco di conifere per raggiungere rilassanti<br />

radure, quindi un tratto di sentiero in mezzo a castagni.<br />

Un breve tratto, ed ecco il ponticello sul rio Fornace,<br />

non utilizzabile al momento: è necessaria una deviazione<br />

lungo la via provinciale. Raggiunto l’asfalto si sale<br />

verso destra per circa 150 metri per riprendere poi, dal<br />

lato sinistro <strong>del</strong>la strada, il sentiero: il bosco muta gradualmente,<br />

si passa dal castagneto a pini silvestri a pioppi<br />

tremuli.<br />

Raggiunta una proprietà privata, l’itinerario prosegue oltre<br />

la sbarra, attraverso un piccolo complesso rurale. In<br />

questa zona è il castagno l’albero dominante.<br />

Ma ecco il torrente Orba, e un suggestivo ponte in<br />

ferro che lo scavalca. Poco oltre si arriva in località<br />

Freira da Bassu (421m/1h)<br />

Il nome in dialetto indica la presenza di un’antica ferriera<br />

i cui ruderi si trovano poco lontano, lungo la sponda<br />

<strong>del</strong> torrente Orba.<br />

Lo scenario <strong>del</strong>la foresta muta ancora: ecco il bosco misto,<br />

con piante di ontano, sorbo, nocciolo e rovere. È un<br />

paesaggio da fiaba, con due ponticelli che contribuiscono<br />

a rendere ancora più magica e intima l’atmosfera.<br />

Ma il sentiero riserva ancora sorprese: l’ultimo tratto <strong>del</strong><br />

percorso si apre sul torrente Orba. Il panorama è da cartolina<br />

mentre gli appassionati di botanica potranno osservare<br />

piante officinali quali la santoreggia e l’elicriso,<br />

la rara costolina appenninica, l’erica, la calluna.<br />

La natura passa infine, ma solo in parte, la mano all’uomo.<br />

Si arriva sulla strada carrozzabile, un centinaio di<br />

metri più in altro rispetto al punto di partenza. La strada<br />

fiancheggia l’antico ponte romanico sul torrente Orba, a<br />

cinque arcate in serpentino. Restaurato nel secondo Seicento,<br />

il ponte indica l’antica via di accesso alla Badia<br />

A un’estremità <strong>del</strong> ponte si trova una quercia secolare. Si<br />

tratta di uno fra gli alberi monumentali più imponenti <strong>del</strong>la<br />

Liguria. Al lato opposto, i ruderi di un antico mulino.<br />

Nella pagina precedente: in alto, il ponte romanico sull’Orba<br />

e, in basso, la Badia di Tiglieto. Qui sotto: la Sala Capitolare<br />

<strong>del</strong>la Badia.<br />

La Badia di Tiglieto<br />

Fondata nel 1120 nella<br />

piana alluvionale <strong>del</strong><br />

torrente Orba, l’Abbazia<br />

di Santa Maria (o Badia<br />

di Tiglieto) è la prima<br />

abbazia cistercense fuori<br />

territorio francese. Il<br />

complesso comprende<br />

la chiesa, il convento e<br />

il refettorio, che racchiudono<br />

tre lati <strong>del</strong> chiostro<br />

(il quarto è costituito<br />

da edifici agricoli).<br />

Il chiostro e l’oratorio,<br />

evidenziano le origini<br />

romaniche. A favorire<br />

lo sviluppo e la destinazione<br />

agricola <strong>del</strong> complesso<br />

furono i “Frati di<br />

Citeaux”. A loro si devono<br />

i prati a schiena<br />

d’asino, importanti per<br />

il deflusso <strong>del</strong>le acque.<br />

Il monastero fu soppresso<br />

nel 1442.<br />

Il restauro <strong>del</strong> complesso,<br />

ultimato di recente,<br />

ha recuperato le celle,<br />

la Sala Capitolare e<br />

l’Armarium medievali.<br />

Dal 2000 i monaci cistercensi<br />

sono tornati ad<br />

abitare la Badia.<br />

8 9<br />

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4<br />

Difficoltà:<br />

EE in inverno, con neve o<br />

ghiaccio.<br />

Periodo consigliato:<br />

Primavera e autunno.<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

7h ca<br />

Caratteristiche:<br />

panoramico - geologico -<br />

botanico - paesaggistico<br />

In basso: una spettacolare<br />

panoramica su Arenzano.<br />

Nella pagina seguente:<br />

scenografici momenti <strong>del</strong>l’escursione.<br />

Bric Resonàu<br />

1147<br />

L’Anello dei Rifugi<br />

M. Rama<br />

1148<br />

Passo Camulà<br />

Cima <strong>del</strong> Pozzo<br />

I monti Argentea e Rama distano pochi chilometri dal mare ma presentano caratteristiche<br />

spiccatamente alpine; inoltre dalle loro vette la vista spazia libera dalla Riviera<br />

fino a gran parte <strong>del</strong>le Alpi. Le ofioliti, rocce metamorfiche dall’alto contenuto di magnesio,<br />

tipiche di questi rilievi, sono colonizzate da specie botaniche dal sicuro valore<br />

scientifico, come la Viola bertolonii, i cuscinetti bianchi <strong>del</strong> Cerastio ligure e la Dafne<br />

odorosa, riprodotta anche nel logo <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

Da via Lerrone si superano alcune frazioni fino all’azienda agrituristica Argentea<br />

(100m), dove si parcheggia l’automobile; seguitando lungo la carrozzabile si giunge<br />

in loc. Case Soprane (170m, 20’, fonte), presso Campo. (nei pressi <strong>del</strong>l’agglomerato<br />

rurale di Campo). Si prende la pista a destra (triangolo rosso) che s’inoltra nel vallone<br />

di rio di Lerca, incassato tra i contrafforti rocciosi <strong>del</strong>l’Argentea, la massiccia<br />

piramide <strong>del</strong> Rama e <strong>del</strong> Bric Camulà.<br />

Si sale in ambiente alpino, quindi attraverso scarni boschi di conifere, con stupendi<br />

scorci sul monte Rama fino al Pian <strong>del</strong>le Segage, antico luogo di fienagione. Su questo<br />

pianoro prativo, ai piedi di Punta Querzola e Punta Tuschetti, si trova<br />

★<br />

M. Argentea<br />

1082<br />

A<br />

Lerca<br />

Casa Segage (638m, 1h20’)<br />

fortunoso ricovero in caso d’intemperie.<br />

Procedendo in costa, la mulattiera<br />

passa i numerosi rivi che scendono<br />

dallo spartiacque.<br />

Risalendo la testata <strong>del</strong>la valle il sentiero<br />

si fa più ripido, immerso nella<br />

frescura <strong>del</strong>la faggeta e, oltre il Passo<br />

<strong>del</strong> Fo (940m), in ambiente aperto e<br />

spoglio, fino all’accogliente Rifugio<br />

Padre Rino (non custodito). Dalla<br />

Ex Casa Leveasso (903m/2h40’)<br />

procedendo verso est si taglia il ver-<br />

sante meridionale <strong>del</strong>l’Argentea (segnavia A),<br />

rutilante di sassi e rocce ospitanti una specializzata<br />

flora rupestre. In località Collettassa un<br />

sentiero (segnavia a stella) s’inerpica fino alla<br />

vetta, stupendo balcone panoramico con vista<br />

estesa dalla silhouette <strong>del</strong>l’imponente arco alpino<br />

al piatto orizzonte <strong>del</strong> mare. Dalla rocciosa<br />

sommità <strong>del</strong>l’Argentea, con un percorso<br />

quasi in piano (triangolo rosso), si raggiunge<br />

un rifugio prossimo a essere completato. Dal<br />

Rifugio Argentea (1091m/3h20’)<br />

si segue verso ponente lo spartiacque principale<br />

tirrenico-padano che tra l’Argentea e il<br />

Rama registra la minima distanza dal mare<br />

(5 km), con vette rocciose alte più di mille<br />

metri. Le rocce metamorfiche <strong>del</strong> “Gruppo di<br />

Voltri” hanno indotto i geologi a classificare<br />

come elemento alpino l’area <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>, spostando<br />

così il confine geografico tra le Alpi<br />

e gli Appennini verso il capoluogo ligure.<br />

Scavalcato l’ampio crinale <strong>del</strong>la<br />

Cima <strong>del</strong> Pozzo (1103m/4h)<br />

si rasenta l’omonimo riparo (non custodito), per poi superare Passo Notua (1065m) e la dorsale<br />

di Cima Fontanaccia. L’Alta Via dei Monti Liguri, ai margini <strong>del</strong>la pineta, aggira a ovest il<br />

desolato Bric Resonàu, per perdere quota verso il bordo orientale di Prato Ferretto (1091m).<br />

Dirigendosi verso sud-est, si conquista la panoramica cima <strong>del</strong><br />

Monte Rama (1148m/5h)<br />

La Diretta (sentiero tondo rosso), scende rapidamente tra rocce e rada vegetazione<br />

fino a un bivio. Tenendo la destra, tra pareti di roccia e scarne pinete di pino nero,<br />

si procede sulla panoramica mulattiera che taglia a mezza costa i dirupi e le placche<br />

rocciose <strong>del</strong> Rama, portandosi al Passo Camulà (790m); aggirando il versante ovest<br />

<strong>del</strong> Bric omonimo si tralascia il sentiero sulla destra che scende nel vallone di rio<br />

Scorza, verso Sciarborasca. L’antica direttrice, costituita da grandi lastre di pietra rette<br />

da imponenti muri a secco, è spettacolare nei tratti più impervi che tagliano il pendio.<br />

Il sentiero converge infine su una pista che calando di quota tra pini e dense formazioni<br />

arbustive a calluna, erica scoparia, cisto femmina, alaterno, perviene sulla strada<br />

asfaltata (190 m). Si segue ora la carrozzabile asfaltata fino alla<br />

Cappella di Sant’Anna di Lerca (161m, 8h30’) Una volta costeggiato il campeggio,<br />

dopo 100 metri si svolta a sinistra lungo una strada che si abbandona, sempre a sinistra,<br />

per imboccare il sentiero botanico (C1) che scende al Ponte de Ratte. Risalendo<br />

si guadagna rapidamente la carrozzabile, presso l’azienda agrituristica Argentea.<br />

10 11<br />

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5<br />

Periodo consigliato:<br />

Tutto l’anno (eccetto le giornate<br />

calde), ma in particolare<br />

la primavera per il possibile<br />

avvistamento dei rapaci.<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

5h<br />

Caratteristiche:<br />

panoramico - faunistico-<br />

geologico<br />

Crevari - Passo <strong>del</strong>la Gava - Arenzano<br />

Dafne odorosa<br />

La Dafne odorosa (Dafne<br />

cneorum), il cui<br />

fiore è stato stilizzato<br />

all’interno <strong>del</strong> logo <strong>del</strong><br />

<strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>, si<br />

presenta come un piccolo<br />

arbusto prostrato;<br />

i suoi rami fioriferi sono<br />

caratterizzati da una<br />

fitta e morbida peluria<br />

esterna e si presentano<br />

con foglie sempreverdi<br />

e fiori riuniti a 6-10 in<br />

cespuglietti terminali.<br />

Le foglie sono lineari,<br />

coriacee, lucide sopra,<br />

glabre sotto, i fiori sono<br />

piccoli di colore rosa<br />

scuro molto brillante,<br />

riuniti in fascetti di 6-12.<br />

Il profumo intenso e<br />

caratteristico ricorda il<br />

garofano e la vaniglia.<br />

L’intensità e la fragranza<br />

sono tali da caratterizzare<br />

in maniera pressoché<br />

continua tutti gli<br />

ambienti aperti <strong>del</strong> <strong>Parco</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>.<br />

Passo <strong>del</strong>la Gava<br />

752<br />

Prato Liseu<br />

Loc. Vaccà<br />

Passo Tardia<br />

870<br />

MMA<br />

Bric Pigheggiu<br />

747<br />

Arenzano<br />

Bric Brigna<br />

467<br />

Crevari<br />

Un percorso suggestivo, panoramico e selvaggio nei suoi<br />

tratti più elevati ed esposti, lungo la rotta migratoria degli<br />

uccelli rapaci. Oltre il Passo <strong>del</strong>la Gava, prima <strong>del</strong><br />

Curlo, un Centro Ornitologico per lo studio e la conoscenza,<br />

con un Sentiero Natura, un Percorso Ornitologico<br />

e punti di osservazione per il birdwatching.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

Dalla chiesa <strong>del</strong>la località di Crevari (raggiungibile da<br />

Voltri con il bus n.96) si imbocca una crosa contrassegnata<br />

con il segnavia “X” rosso.<br />

Da via Piazzagrande si imbocca la via superiore <strong>del</strong>l’Olba<br />

- considerata la più antica via commerciale <strong>del</strong>l’entroterra<br />

voltrese e tracciata probabilmente dai Liguri preromani<br />

- che sale fino al passo <strong>del</strong>la Gava. A Campenave<br />

è una <strong>del</strong>le aziende agrituristiche consigliate dal <strong>Parco</strong><br />

(Pietre Turchine). Si prosegue lungo la strada asfaltata per<br />

prendere poi un sentiero a destra: il bosco è dominato<br />

dal castagno. In alcuni tratti è ben visibile l’acciottolato<br />

<strong>del</strong>l’antica mulattiera. Si sale nella zona <strong>del</strong><br />

Bric <strong>del</strong>la Brigna (467m/1h)<br />

ottimo punto di avvistamento <strong>del</strong>le migrazioni dei rapaci<br />

diurni durante la primavera. Verso il Bric Pennone il<br />

panorama si apre sul litorale e su Genova. Al passo fra<br />

il Bric Pennone e il<br />

Bric Pigheggiu (747m/1h30’)<br />

lo scenario si spalanca sulla costa di Arenzano. Inizia la<br />

discesa in un paesaggio di brulla suggestione, fino alla<br />

vecchia casa <strong>del</strong> dazio, utilizzabile come riparo o come<br />

estemporanea area picnic. Si risale al<br />

Passo Tardia (870m/2h)<br />

dal quale si avvista il Passo <strong>del</strong>la Gava, che si raggiunge<br />

attraverso un tratto in parte selciato. Ancora scenari<br />

“lunari” fino al<br />

Passo <strong>del</strong>la Gava (752m/2h30’)<br />

Si scende verso Arenzano attraverso un’ampia sterrata.<br />

È il “Sentiero Natura Curlo-Passo <strong>del</strong>la Gava” <strong>del</strong> <strong>Parco</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>, contraddistinto da pannelli che illustrano le<br />

presenze ornitologiche <strong>del</strong>la zona. La sterrata (segnavia<br />

“MMA” bianco) si alterna in più punti con il sentiero<br />

Arenzano-Passo <strong>del</strong>la Gava (due pallini rossi pieni).<br />

Si prosegue in un paesaggio fiero, aperto a levante sui<br />

monti Argentea e Rama, fino al panoramico pianoro di<br />

Prato Liseu (593m/3h30’)<br />

Proseguendo ancora lungo la sterrata si nota, nei pressi<br />

di un traliccio, un pannello contrassegnato con il numero<br />

6 <strong>del</strong> Percorso ornitologico individuato all’interno<br />

<strong>del</strong>la ZPS (Zona di Protezione Speciale) <strong>Beigua</strong>-Turchino:<br />

è il percorso ornitologico ad anello che (completo<br />

di una torre di osservazione per l’avvistamento dei<br />

rapaci e di altre specie avifaunistiche) ruota intorno al<br />

Centro, raggiungibile anche proseguendo lungo la strada<br />

sterrata e prendendo, nei pressi di un cartello che segna<br />

la foresta demaniale Lerone, la deviazione per<br />

Località Vaccà (300m/4h15’)<br />

Dove si incontra il nuovo Centro Ornitologico e di<br />

Educazione Ambientale <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>. Si ritorna<br />

alla sterrata e si prosegue fino all’asfalto, quindi all’area<br />

escursionistica e di sosta <strong>del</strong> Curlo. Il sentiero (due pallini<br />

rossi) prosegue lungo il lato sinistro <strong>del</strong>la stessa area<br />

e scende lungo un pendio brullo, caratterizzato da una<br />

macchia mediterranea danneggiata dagli incendi, quindi<br />

da suggestivi scorci panoramici su Arenzano. Fino alla<br />

frazione di Case Gasca, dove si raggiunge l’asfalto.<br />

Si scende una scalinata, si passa sotto l’autostrada e si<br />

aggiunge la zona di Terralba e via Ciarlin; sulla sinistra,<br />

il tunnel per la stazione ferroviaria di Arenzano.<br />

Nella pagina precedente: il falco pecchiaiolo. Qui sotto: Genova<br />

vista dal sentiero e, in alto, un pannello descrittivo nei<br />

pressi di Case Vaccà.<br />

Le migrazioni<br />

dei rapaci<br />

Il <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong> - ed<br />

in particolare i settori<br />

sud-orientali che ricadono<br />

nei comuni di Genova<br />

(Voltri), Arenzano<br />

e Cogoleto - rientra tra<br />

le più importanti aree,<br />

a livello continentale,<br />

per il fenomeno <strong>del</strong>la<br />

migrazione dei rapaci.<br />

È possibile rendersi<br />

conto <strong>del</strong>la misura <strong>del</strong><br />

fenomeno in primavera,<br />

quando migliaia di rapaci,<br />

appartenenti a diverse<br />

specie transitano nel<br />

cielo sopra il <strong>Parco</strong> per<br />

dirigersi verso le zone<br />

di nidificazione situate<br />

sia in Italia sia nel resto<br />

<strong>del</strong>l’Europa. Il dato<br />

impressionante, di circa<br />

15000 rapaci, tra i quali<br />

più di 1600 bianconi e<br />

6000 falchi pecchiaioli,<br />

che transitano ogni primavera<br />

nel <strong>Parco</strong>, è stato<br />

ottenuto dopo minuziose<br />

ricerche che hanno<br />

messo in luce la grande<br />

rilevanza <strong>del</strong> fenomeno<br />

migratorio e l’importanza<br />

<strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong><br />

nella rete dei punti<br />

d’eccellenza per la migrazione<br />

degli uccelli da<br />

preda a livello europeo<br />

12 13<br />

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6<br />

Periodo consigliato:<br />

Dalla primavera all’autunno<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

5h ca.<br />

Caratteristiche:<br />

Ambientale - geologico -<br />

panoramico - storico - faunistico<br />

Anello <strong>del</strong>la Val Masone<br />

Forte Geremia<br />

Si trova sul crinale che<br />

separa il versante tirrenico<br />

da quello padano in<br />

corrispondenza <strong>del</strong>l’Alta<br />

Via dei Monti Liguri in<br />

comune di Masone. La<br />

struttura ha risale a poco<br />

prima <strong>del</strong> 1890 e la sua<br />

costruzione consegue<br />

principalmente alle tensioni<br />

in atto, all’epoca,<br />

fra l’Italia e la Francia.<br />

Abbandonato durante<br />

gli anni ’30 ora, dopo<br />

un’attenta opera di restauro<br />

che ha coniugato<br />

le esigenze conseguenti<br />

alla utilizzazione ed i<br />

limiti che la conservazione<br />

dei caratteri <strong>del</strong>l’insediamentoimponeva,<br />

la struttura ha riacquisito<br />

l’antico splendore<br />

e viene utilizzata<br />

come struttura a supporto<br />

di attività escursionistiche<br />

e ricreative.<br />

Bric <strong>del</strong> Dentino<br />

976<br />

Cascina Troia<br />

Bric <strong>del</strong> Dente<br />

1107<br />

Sella <strong>del</strong><br />

Barnè<br />

Cappelletta<br />

di Masone<br />

Bric Geremia<br />

803<br />

Forte<br />

Geremia<br />

Masone<br />

Sacrario<br />

Martiri<br />

Turchino<br />

Un percorso intenso e vario per il mutare di ambienti<br />

naturali e per la presenza, nella parte finale, di monumenti<br />

significativi; un sentiero dapprima ricco di corsi<br />

d’acqua e cascate, quindi selvaggio e spettacolare,<br />

con la salita al ruvido e panoramico Bric <strong>del</strong> Dente.<br />

Accesso e Punto di Partenza<br />

Si parte dal centro di Masone (408m), da via Cascata <strong>del</strong><br />

Serpente, che fiancheggia a destra la piazza <strong>del</strong> Municipio<br />

Il percorso (segnavia tre pallini gialli) procede inizialmente<br />

sull’asfalto. Oltre il sottopasso <strong>del</strong>l’autostrada, si va<br />

verso località Savoi in uno scenario di prati e macchie<br />

di bosco (noccioli, aceri, ontani neri, frassini). È l’acqua<br />

il leit motiv di questo tratto: una fonte con acqua potabile,<br />

quindi il ponticello sul rio Pestumo, anticipato dai<br />

resti (descritti da un pannello) <strong>del</strong>la secentesca cartiera<br />

di Savoi. Si continua lungo il fondovalle <strong>del</strong> rio Masone;<br />

la strada lascia il posto alla sterrata e, oltre il rio Orlantin,<br />

una deviazione conduce alla postazione panoramica<br />

sulla suggestiva Cascata <strong>del</strong> Serpente.<br />

In quest’area l’Ente <strong>Parco</strong> in collaborazione con il Comune<br />

di Masone e con l’Istituto Compresivo Valle Stura,<br />

ha predisposto un piccolo percorso botanico che illustra<br />

attraverso pannelli le specie vegetali arboree e arbustive<br />

più significative e caratteristiche <strong>del</strong>la val Masone e <strong>del</strong><br />

<strong>Parco</strong>: una sorta di “anteprima” per mostrare all’escursionista<br />

ciò che incontrerà lungo il percorso.<br />

L’ampio sentiero si inoltra nel bosco: dominano i roveri,<br />

i noccioli, gli aceri, quindi i castagni. Si arriva a<br />

Cascina Troia (620m/1h)<br />

comodo e ampio riparo, circondato da tavoli, panche e<br />

ciappe per barbecues.<br />

Oltre la cascina, una ripida salita nel folto di un bosco<br />

di roveri che via via si dirada. Fino alla panoramica<br />

displuviale tra le valli Stura e Orba. Da qui si raggiunge<br />

la deviazione a “U” per la breve salita al<br />

Bric Dentino (976m/2h)<br />

detto anche “Bric <strong>del</strong>la Saliera” per via di un’antica saliera,<br />

ora distrutta. Per proseguire fino al Bric <strong>del</strong> Dente<br />

si segue il “triangolo giallo vuoto” (in alternativa il “rombo<br />

giallo pieno”, oltre la Porta <strong>del</strong> Dente), dapprima in<br />

piano, quindi a sinistra, su un pendio non ripido ma<br />

deciso. A una sella, si prosegue ancora a sinistra. Il<br />

Bric <strong>del</strong> Dente (1107m/2h45’)<br />

è in vista, risalire la sua punta rocciosa richiede attenzione.<br />

Il panorama a 360°, però, è eccezionale: la cima,<br />

isolata sullo spartiacque fra le valli Cerusa, Orba e Stura,<br />

offre la sensazione di un’altitudine ben superiore.<br />

Suggestiva è pure la discesa (due croci rosse) alla<br />

Sella <strong>del</strong> Barnè (892m/3h15’)<br />

lungo l’Alta Via. Lo scenario è selvaggio, aperto fino al<br />

mare di Genova. Dal Barnè si risale il versante sud <strong>del</strong><br />

monte Giallo e il versante nord <strong>del</strong><br />

Bric Geremia (803m/3h45’)<br />

la cui sommità è raggiungibile, con una deviazione da<br />

Pian Geremia (due rombi gialli pieni). Sul pianoro <strong>del</strong>la<br />

vetta è il Forte Geremia (fine XIX secolo), programmato<br />

come struttura ricettiva <strong>del</strong>l’Alta Via. Da qui si potrebbe<br />

prendere il sentiero “diretto” (due rombi pieni gialli) che<br />

scende a Masone in un ora e mezzo circa. Rimanendo<br />

in quota, si arriva al<br />

Sacrario dei Martiri <strong>del</strong> Turchino (655m/4h)<br />

che ricorda la strage di partigiani nel maggio 1944. Oltre<br />

il Sacrario si arriva al Giovo di Masone (674m). Da<br />

qui si scende alla<br />

Cappelletta di Masone (642m/4h10’)<br />

lungo il percorso (trattino con due pallini gialli) che ricalca<br />

l’antica via Cannellona. La secentesca Cappelletta fu<br />

eretta nel luogo in cui un certo Macciò sarebbe scampato<br />

ai briganti. La discesa a Masone procede ripida<br />

fino alla zona <strong>del</strong> cimitero e alla piazza <strong>del</strong> Municipio.<br />

Aquila reale<br />

Avvistarla in queste<br />

zone, nel tratto più<br />

elevato e selvaggio <strong>del</strong><br />

percorso, è possibile:<br />

l’Aquila reale (Aquila<br />

chrysaetos) è il “re” dei<br />

rapaci, con un’apertura<br />

alare estesa fino a due<br />

metri e mezzo e un<br />

peso di sei chili. Il becco<br />

forte e ricurvo e lo<br />

sguardo “accigliato” le<br />

conferiscono un aspetto<br />

fiero, sottolineato dal<br />

bel piumaggio bruno<br />

dorato. Il suo volo, volteggiante,<br />

con rari battiti<br />

di ala, appare elegante<br />

e lieve.<br />

L’aquila reale si nutre<br />

di mammiferi di medie<br />

dimensioni, che cattura<br />

artigliandoli in rapide<br />

planate.<br />

Nella pagina precedente: la<br />

vetta <strong>del</strong> Bric <strong>del</strong> Dente. Sotto:<br />

la cascata <strong>del</strong> Serpente e<br />

un tratto <strong>del</strong>l’Alta Via verso<br />

la Sella <strong>del</strong> Barnè.<br />

14 15<br />

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I Servizi <strong>del</strong> <strong>Parco</strong><br />

Oltre alla sede <strong>del</strong>l’Ente <strong>Parco</strong> – dove presso il Centro di Esperienza è possibile avere informazioni<br />

in merito alle differenti opportunità di fruizione turistica ed ai diversi servizi – sono<br />

dislocati sul territorio altri punti di riferimento per i visitatori e per chiunque abbia necessità<br />

di acquisire notizie e materiale divulgativo inerente l’area protetta.<br />

Centro Visite di Villa Bagnara, Masone (GE)<br />

Filo conduttore <strong>del</strong>la struttura didattico-divulgativa sono i “sapori <strong>del</strong>la terra”: l’itinerario<br />

espositivo si sviluppa su una superficie complessiva di circa 195 mq., articolandosi attraverso<br />

sale tematiche che si susseguono lungo un percorso definito e obbligato.<br />

Il centro affronta il tema <strong>del</strong>le attività tradizionali e dei prodotti tipici agro-alimentari <strong>del</strong><br />

comprensorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>, ed in particolare <strong>del</strong>le Valli Stura e Orba, con l’ausilio <strong>del</strong>le più<br />

moderne attrezzature informatiche multimediali che permettono al visitatore di entrare, attraverso<br />

i sensi, nella realtà <strong>del</strong>le tradizioni <strong>del</strong>la cultura rurale <strong>del</strong>le vallate <strong>del</strong> <strong>Parco</strong>.<br />

Centro Ornitologico e di educazione ambientale, località Vaccà - Arenzano (GE)<br />

La struttura, che si colloca all’interno <strong>del</strong>la Foresta Regolale “Lerone”e nella Zona di Protezione<br />

Speciale “<strong>Beigua</strong>-Turchino”, in una <strong>del</strong>le zone più interessati per quanto concerne la<br />

migrazione dei rapaci, è dedicata all’avifauna.<br />

Il Centro – presso il quale vengono svolte diverse attività di ricerca scientifica, divulgazione<br />

naturalistica ed educazione ambientale – è dotato di sofisticati sistemi multimediali che,<br />

oltre alla visione di documentari specialistici, consentono di acquisire elementi di conoscenza,<br />

per meglio comprendere il complesso sistema <strong>del</strong>le risorse naturali che caratterizzano il<br />

comprensorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>.<br />

Centro Visite di Palazzo Gervino, Sassello (SV)<br />

In tale struttura vengono svolte attività didattiche e di animazione locale; vi è ospitato un<br />

ufficio di informazione e accoglienza turistica, nonché un’esposizione dedicata al tema <strong>del</strong>la<br />

geologia e <strong>del</strong>la geomorfologia <strong>del</strong> comprensorio <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong> Geopark.<br />

Punto Informativo “Bruno Bacoccoli”, località Prariondo - Cogoleto (GE)<br />

Il punto informativo “Bruno Bacoccoli” situato a 1100 mt s.l.m. nel cuore <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> è<br />

aperto durante il periodo estivo (da giugno a settembre). La struttura fornisce informazioni<br />

turistiche relative al comprensorio <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong>; ospita, inoltre, una raccolta di minerali ed un<br />

interessante giardino geologico.<br />

Punto Informativo “Balilla”, Tiglieto (GE)<br />

Il punto informativo “Banilla” ospita attività di animazione locale e comunica le diverse opportunità<br />

di fruizione turistica <strong>del</strong> comprensorio <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> e <strong>del</strong>l’alta Valle Orba in particolare.<br />

All’interno degli spazi <strong>del</strong> punto informativo è ospitata un’esposizione permanente dedicata<br />

al tema <strong>del</strong> bosco.<br />

Note per l’escursionista<br />

✓ Rispetta l’ambiente: non abbandonare rifiuti; evita i rumori inutili; non raccogliere fiori e piante protette;<br />

non disturbare gli animali; non abbandonare il percorso per non causare danni alle specie<br />

protette e alle colture.<br />

✓ Indossa abiti e calzature adeguate al tipo di escursione che vuoi effettuare.<br />

✓ Porta con te una mantellina antipioggia e un kit per il pronto soccorso.<br />

✓ Porta con te una cartina dei sentieri dettagliata.<br />

✓ Parti con una scorta d’acqua adeguata.<br />

✓ Non sottovalutare le difficoltà <strong>del</strong> percorso e attrezzati di conseguenza.<br />

✓ Valuta tempi e difficoltà di percorrenza per non farti sorprendere dall’oscurità.<br />

✓ Informati sulle condizioni meteo e non trascurarne mai la variabilità.<br />

Come leggere la Guida Pratica<br />

La difficoltà di ciascun itinerario è segnalata dal colore <strong>del</strong> riquadro posto a fianco <strong>del</strong> titolo <strong>del</strong>la<br />

scheda, secondo la legenda sottoriportata (il riquadro, col numero progressivo <strong>del</strong> percorso, è riportato<br />

anche nella cartina generale):<br />

1 Turistico (T) 1 Escursionisti medi (E) 1 Escursionisti esperti (EE) 1 Difficoltoso (EEA)<br />

I tempi di percorrenza indicati sono relativi al senso di marcia degli itinerari descritti; essi tengono conto<br />

<strong>del</strong>le caratteristiche di un escursionista mediamente allenato e prevedono brevi soste per le osservazioni<br />

e il ristoro.<br />

16<br />

<strong>Beigua</strong>.indd 18 27/03/2006 9.39.58


Come si arriva nel <strong>Parco</strong><br />

Con i mezzi pubblici<br />

Affidarsi ai mezzi pubblici significa scegliere il<br />

mezzo più “ecologico” e gradito per accedere<br />

ai Parchi.<br />

Il sistema più efficace per conoscere gli orari e<br />

comporre le combinazioni di accesso (treno e/o<br />

corriera) è il sito internet con l’orario integrato<br />

<strong>del</strong>la Regione Liguria:<br />

www.orariotrasporti.regione.liguria.it<br />

In automobile<br />

Accessi principali:<br />

A10 Genova-Ventimiglia: Caselli di Genova-Voltri,<br />

Arenzano, Varazze, Celle Ligure, Albisola;<br />

A26 Voltri-Gravellona Toce: Casello di Masone.<br />

SS. 1 Aurelia; SS. 334 <strong>del</strong> Sassello; SS. 542; SS.<br />

456 <strong>del</strong> Turchino.<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

4<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

6<br />

5<br />

<br />

Legenda<br />

<strong>del</strong>la cartina<br />

Area protetta<br />

Sentieri descritti nella Guida<br />

Alta Via dei Monti Liguri<br />

<br />

Rifugio / Foresteria<br />

<br />

Sede <strong>del</strong> <strong>Parco</strong><br />

<br />

Centro Visita,<br />

Punto informativo<br />

Autostrada<br />

Viabilità veicolare<br />

Ferrovia<br />

Numeri di<br />

emergenza<br />

Emergenza<br />

infortuni<br />

118<br />

Segnalazione<br />

incendi boschivi<br />

1515<br />

<strong>Beigua</strong>.indd 19-20 27/03/2006 9.40.31


5<br />

9<br />

S.Stefano<br />

d'Aveto<br />

E M I L I A R O M A G N A<br />

7<br />

12<br />

Monte<br />

Antola<br />

Busalla<br />

Campo<br />

Ligure<br />

6<br />

Parchi e Aree protette<br />

<strong>del</strong>la Liguria<br />

Torriglia<br />

Passo<br />

dei Giovi<br />

Crocetta<br />

d'Orero<br />

Punta<br />

Martin<br />

Bric<br />

Dente<br />

Urbe<br />

Sassello<br />

Monte Penna<br />

Passo <strong>del</strong>la<br />

Scoffera<br />

P. <strong>del</strong><br />

Turchino<br />

Piana Crixia<br />

Monte <strong>Beigua</strong><br />

Colle <strong>del</strong><br />

Giovo<br />

Passo di<br />

Cento Croci Monte<br />

Gottero<br />

Monte<br />

Ramaceto<br />

Borzonasca<br />

8<br />

4<br />

GENOVA<br />

Colle di<br />

Cadibona<br />

P I E M O N T E<br />

T O S C A N A<br />

Varazze<br />

Passo <strong>del</strong><br />

Rastrello<br />

Millesimo<br />

Rapallo<br />

SAVONA<br />

Sestri<br />

Levante<br />

b<br />

Colle <strong>del</strong><br />

Melogno<br />

Monte<br />

S.Nicolao<br />

3<br />

Isola di<br />

Bergeggi<br />

Monte Carmo<br />

CEPARANA<br />

c<br />

Levanto<br />

Finale Ligure<br />

2<br />

Rocca<br />

Barbena<br />

11<br />

10<br />

Colle<br />

di Nava<br />

a<br />

F R A N C I A<br />

Riomaggiore<br />

PARCO NATURALE REGIONALE<br />

DEL BEIGUA<br />

Pieve di Teco<br />

1<br />

Monte Monega<br />

Lerici<br />

f<br />

Albenga<br />

LASPEZIA<br />

Triora<br />

d<br />

Isola<br />

Gallinara<br />

Pigna<br />

Olivetta<br />

S. Michele<br />

IMPERIA<br />

Dolceacqua<br />

13<br />

e<br />

VENTIMIGLIA<br />

a cura <strong>del</strong> Servizio Parchi e Aree protette <strong>del</strong>la Regione Liguria - Agosto 2004<br />

Aree protette marine<br />

<strong>Parco</strong> Nazionale<br />

<strong>del</strong>le Cinque Terre<br />

Aree protette<br />

a-Cinque Terre; b-Portofino<br />

Aree Protette Provinciali<br />

Parchi Naturali Regionali<br />

Riserve Naturali Regionali<br />

Aree protette marine previste<br />

Alta Via<br />

dei Monti Liguri<br />

1-Isola Gallinara<br />

4-Bric Tana 8-Portofino (**)<br />

2-Rio Torsero<br />

5-Piana Crixia 9-Aveto (*)<br />

3-Bergeggi 6-<strong>Beigua</strong> 10-Portovenere Altre Aree Protette Regionali<br />

7-Antola (*) 11-Montemarcello 13-Giardini Botanici<br />

Magra (*) Hanbury<br />

12-Giardino Botanico<br />

Pratorondanino<br />

c-Bergeggi; d-Gallinara;<br />

e-Capo Mortola; f-Portovenere<br />

(*) comprese aree contigue.<br />

(**) compresa area contigua e Sic (siti di interesse comunitario) gestiti dall’Ente parco.<br />

Guide pratiche dei Parchi<br />

e <strong>del</strong>le Aree Protette liguri.<br />

A cura di Stefano Ardito<br />

Per conoscere e vivere i Parchi <strong>del</strong>la Liguria.<br />

Con tutta calma.<br />

TITOLI PUBBLICATI<br />

1 - <strong>Parco</strong> nazionale <strong>del</strong>le Cinque Terre<br />

2 - <strong>Parco</strong> naturale regionale <strong>del</strong>l’Antola<br />

3 - <strong>Parco</strong> naturale regionale <strong>del</strong>l’Aveto<br />

4 - <strong>Parco</strong> naturale regionale <strong>del</strong> <strong>Beigua</strong><br />

5 - <strong>Parco</strong> naturale regionale di Montemarcello Magra<br />

6 - <strong>Parco</strong> naturale regionale di Portofino<br />

7 - Aree protette regionali <strong>del</strong> Savonese<br />

<strong>Parco</strong> naturale regionale di Bric Tana<br />

<strong>Parco</strong> naturale regionale di Piana Crixia<br />

8 - Aree protette regionali <strong>del</strong>la Costa Ligure<br />

Riserva naturale regionale di Bergeggi<br />

Area protetta regionale Giardini Botanici Hanbury<br />

Riserva naturale regionale <strong>del</strong>l’Isola Gallinara<br />

<strong>Parco</strong> naturale regionale di Portovenere<br />

Riserva naturale regionale di Rio Torsero<br />

9 - Alta Via dei Monti Liguri<br />

10 - Area protetta provinciale Giardino Botanico di Pratorondanino<br />

Guida pratica <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>Beigua</strong><br />

Edizione Erredi Grafiche Editoriali Genova<br />

Stampa Erredi Grafiche Editoriali Genova<br />

Direzione editoriale Fabrizio Càlzia<br />

Testi Enrico Bottino, Fabrizio Càlzia<br />

Fotografie Antonio Aluigi, Enrico Bottino, Maurizio Burlando,<br />

Fabrizio Càlzia, Massimo Campora, Renato Cottalasso,<br />

Graziano Lovato, Cristiano Queirolo, Monica Saettone.<br />

Cartografia Daniela Blandino<br />

Art direction Mario Benvenuto<br />

Impaginazione Erica Giella<br />

Regione Liguria<br />

Dipartimento Pianificazione Territoriale<br />

Servizio Parchi e Aree protette<br />

Euro 1,50 iva inclusa<br />

<strong>Beigua</strong>.indd 21-22 27/03/2006 9.40.38

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