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Carissimo Ernesto…<br />
Il 27 novembre 2009 Ernesto Treccani si è spento a Milano<br />
nella sua “Casa delle Rondini” e con lui è scomparso<br />
uno tra i più genuini poeti d’immagine del Novecento.<br />
Durante la cerimonia funebre di questo grande amico<br />
dei salesiani, don Vittorio Chiari ha pronunciato una<br />
ispirata omelia, che qui riportiamo nei suoi punti essenziali<br />
(…) Io vorrei rivolgermi ad Ernesto nel tono familiare<br />
dei nostri incontri di oltre trent’anni d’amicizia fraterna.<br />
Negli occhi conservo il verde del Forte<br />
ma anche l’azzurro della Casa delle Rondini,<br />
questa casa di via Porta, tra terra e cielo<br />
dove tutto parla di lui, della sua arte, dei suoi amici.<br />
Più volte, prima di salire, mi sono fermato a contemplare<br />
il volo delle rondini nel cielo azzurro: libere, veloci, rapide,<br />
soffermandomi su un punto dove si trovano, si innamorano,<br />
si baciano, vincendo la loro solitudine.<br />
Oggi, caro Ernesto, il tuo volo va oltre il Cielo della casa<br />
e, nell’Oltre, ti viene incontro un corteo di persone, i tuoi genitori,<br />
i compagni delle tue battaglie a favore della giustizia, della pace,<br />
gli artisti di Corrente: Birolli, Guttuso, Manzù, Morlotti, Cassinari,<br />
Vittorio Sereni, Amendola e tanti altri,<br />
la tua Lidia, “la signora compagna” che ti attendeva<br />
dopo avere condiviso con te sessantadue anni di vita insieme.<br />
Sei giunto a lei nel giorno anniversario del tuo matrimonio,<br />
un record che raggiungono solo coloro che amano<br />
e all’amore non hanno dato un termine, un tempo determinato.<br />
Di lei avevi scritto che era straordinaria,<br />
che ti ha dato sempre nuova linfa di vita,<br />
che ha contribuito molto alla tua arte:<br />
“Standole accanto ogni difficoltà veniva superata<br />
e diventavamo una corda sola che suonava all’ unisono».<br />
L’amore è stata la tua vita. Come l’arte. “Arte per amore”.<br />
(…) Hai amato i “barabitt” di Arese. Li hai dipinti con amore.<br />
Nei loro volti hai intuito la sofferenza di chi è lasciato solo<br />
sulle vie del crescere, ma anche la speranza, la voglia di riscatto,<br />
di trovare la propria dignità.<br />
Non si sentivano giudicati da te e tu li trovavi belli<br />
quando altri li giudicavano brutti,<br />
li accoglievi quando altri li mettevano al margine.<br />
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