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■ ALESSANDRIA<br />

Risorgimento e Massoneria<br />

Aspettando <strong>il</strong> 150esimo dell’unità d’Italia. Il <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> è partito<br />

con le celebrazioni<br />

Il 29 maggio, nella splendida cornice della Cittadella di Alessandria, <strong>il</strong> <strong>Grande</strong> <strong>Oriente</strong> d’Italia,<br />

<strong>il</strong> Collegio dei maestri venerab<strong>il</strong>i del Piemonte e della Valle d’Aosta e <strong>il</strong> Comitato per<br />

la storia del Risorgimento di Alessandria e di Asti hanno organizzato (con <strong>il</strong> patrocinio del<br />

Comune) un convegno per ricordare <strong>il</strong> ruolo che questa città e la Massoneria alessandrina<br />

ebbero nel nostro Risorgimento.<br />

L’iniziativa, così come quelle previste nei prossimi mesi, ha avuto lo scopo di far rivivere<br />

le grandi lezioni degli uomini del Risorgimento non per una ster<strong>il</strong>e e museale celebrazione,<br />

ma piuttosto per attualizzare una tradizione di cui si avverte sempre più <strong>il</strong> bisogno.<br />

Benché meno conosciuta rispetto ad altre città simbolo del Risorgimento italiano – come le<br />

insorte M<strong>il</strong>ano e Brescia o le città dell’epopea garibaldina (Marsala, Calatafimi, Palermo,<br />

Mentana) -, Alessandria rappresenta nella storia del lungo processo che portò all’unità d’Italia<br />

un luogo ricco di storia e di fascino. È da qui che, nell’apr<strong>il</strong>e del 1821, presero avvio i<br />

moti costituzionali piemontesi, e tali eventi rappresentarono <strong>il</strong> passaggio dal piano della<br />

cospirazione a quello dell’azione.<br />

Ma come mai Alessandria rappresentò, all’interno del regno sabaudo, uno dei punti forza<br />

della cospirazione settaria risorgimentale? Sicuramente la significativa presenza di logge massoniche durante <strong>il</strong> periodo napoleonico e l’altrettanto<br />

massiccia adesione di m<strong>il</strong>itari alle società segrete di ispirazione massonica, come la Carboneria, i Sublimi Maestri Perfetti e la Società dei Federati,<br />

stanno all’origine di questa pagina di storia.<br />

L’esperienza napoleonica e la successiva cospirazione segreta segnarono una tale cesura definitiva con <strong>il</strong> passato che neppure la Restaurazione poté<br />

cancellare. La frequentazione nelle logge e nelle società segrete servì a neutralizzare le divisioni tra oppositori e sostenitori dell’Impero napoleonico,<br />

tra giacobini atei e clero <strong>il</strong>luminato, tra federalisti e unitari, uniti, tutti, a difendere <strong>il</strong> principio del bene comune che doveva realizzarsi attraverso<br />

<strong>il</strong> progresso scientifico, una legislazione che regolasse la vita civ<strong>il</strong>e salvaguardando le libertà individuali e collettive, e l’opera di un’amministrazione<br />

seria e capace. Servì inoltre a consentire al nascente notab<strong>il</strong>ato di attraversare indenne quel turbolento periodo storico, permettendogli di occupare<br />

posizioni sempre preminenti in campo politico e amministrativo e di recepire, senza pericolosi e sanguinosi rivolgimenti, le trasformazioni<br />

che la Rivoluzione francese aveva avviato<br />

e che le truppe napoleoniche, nel<br />

bene e nel male, avevano contribuito a<br />

diffondere in tutta l’Europa.<br />

Su questi problemi si sono confrontati<br />

storici ed esperti – preceduti da un intervento<br />

del Gran Tesoriere del <strong>Grande</strong><br />

<strong>Oriente</strong> d’Italia Piero Lojacono, che ha<br />

anche letto un messaggio del Gran Maestro<br />

Gustavo Raffi, e moderati da Fabrizio<br />

Grossi – i quali hanno fatto <strong>il</strong> punto<br />

sulla presenza della Massoneria nei<br />

primi moti risorgimentali in quanto<br />

strumento di laicizzazione e di moder-<br />

Il Gran Maestro Onorario Renzo Brunetti e Carla Moruzzi<br />

Bolloli<br />

Il saluto del Gran Tesoriere Lojacono<br />

nizzazione della società.<br />

Carla Moruzzi Bolloli, presidente del<br />

Comitato per la storia del Risorgimento<br />

di Alessandria e di Asti, ha tracciato<br />

un sintetico ma incisivo affresco sull’impatto<br />

avuto dalla battaglia di Marengo<br />

nella storia dell’epoca, per proseguire<br />

sulle vicende del Risorgimento<br />

alessandrino che videro impegnati personaggi<br />

come Andrea Vochieri (che diede<br />

la vita per difendere gli ideali risorgimentali),<br />

Urbano Rattazzi e Santorre<br />

di Santarosa, tutti protagonisti di primo<br />

piano.<br />

Fulvio Conti, dell’Università degli Studi<br />

di Firenze, e Marco Novarino, del-<br />

13-14<br />

2010<br />

7<br />

L’emblemantica pianta della Cittadella di Alessandria<br />

L’intervento di Marco Novarino<br />

Pubblico in sala<br />

in primo piano

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