Anno XXXII - N.2 - Comune di Gorla Maggiore
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Dono… e non abbandono!<br />
l 24 ottobre 1959 era uno <strong>di</strong> quei giorni in cui l’estate strizzava l’occhio all’autunno, per rimanere<br />
m ancora un poco e concludere le storie ancora in sospeso. Di una <strong>di</strong> queste, un po’ per<br />
caso, c fui testimone. La giornata nei campi era stata dura, ma ero sod<strong>di</strong>sfatto. Il raccolto era<br />
quasi tutto al sicuro, io avevo appena fi nito <strong>di</strong> cenare e, nel patio del bar della Dina, mi attendeva<br />
oziosa una se<strong>di</strong>a a dondolo che avrebbe cullato la <strong>di</strong>gestione ed i miei progetti, ormai rivolti alle<br />
lunghe serate invernali.<br />
- Buona sera, signor Sindaco!<br />
La voce squillante della Dina fece sobbalzare i miei pensieri: che ci faceva il Sindaco lì a quell’ora?<br />
Quando si vive in un piccolo paese, dove l’abitu<strong>di</strong>ne scan<strong>di</strong>sce il tempo, s’impara in fretta a interpretare<br />
i segnali della natura, del cielo e….della Dina!<br />
- Buona sera, Don! Buona sera, signor…., ragioniere…, dottore…, professore…<br />
Pigramente provai a scacciare l’idea <strong>di</strong> origliare, ma subito, in barba al famoso proverbio ‘la<br />
curiosità uccise il gatto’, li spiai. Così li vi<strong>di</strong>: erano <strong>di</strong>eci in tutto, seduti attorno al tavolo centrale<br />
della sala, il tavolo <strong>di</strong> lusso, quello riservato alle occasioni importanti. Fedeli alla ‘cultura del fare’<br />
parlarono poco, alzarono la mano, come a <strong>di</strong>re ‘noi scegliamo’ e fi rmarono qualcosa. Il tutto durò<br />
poco più <strong>di</strong> mezz’ora. Più tar<strong>di</strong>, mentre mi dondolavo, cercai inutilmente il legame esistente tra<br />
quelle persone ma, più ci pensavo, meno mi raccapezzavo…<br />
- Allora, ci svegliamo o no? Forza che devo chiudere!<br />
La mano della Dina sulla mia spalla comunicava un’urgenza tutt’altro che amorevole. Lasciai bruscamente<br />
i pensieri sulla se<strong>di</strong>a, mi ricomposi alla bell’e meglio e misi velocemente mano al portafoglio<br />
per pagare ciò che avevo consumato quando, senza neanche rendermene bene conto, con<br />
una voce impastata dal sonno, chiesi:<br />
- I signori che erano qua prima, cioè, voglio <strong>di</strong>re, il Sindaco, il Don… cos’erano qua a fare?<br />
- Fanno 180 lire. Ma come, non hai visto i manifesti in giro per i paesi? Hanno fondato l’Avis e<br />
oggi han fatto la prima riunione.<br />
- Ah! L’AVIS. Va beh, e cosa fanno?<br />
- Come che cosa fanno? Donano il sangue.<br />
- Il sangue!? Perché? Li pagano?<br />
- Questa poi, cosa mi tocca sentire! Senti Luciano,<br />
sono le un<strong>di</strong>ci. Io devo ancora pulire tutto e<br />
domattina alle cinque devo dar da mangiare alle<br />
galline. Il problema è che tu passi la vita sul trattore:<br />
scen<strong>di</strong> ogni tanto, benedetto fi gliolo! Ti fai<br />
un giro fi no all’Ospedale <strong>di</strong> Prospiano: lì ti danno<br />
tutte le informazioni che vuoi. Comunque, anche<br />
se non me l’hai chiesto, ti do ugualmente il mio<br />
parere: donare sangue signifi ca amare gli altri e<br />
se stessi; e tutti dovremmo farlo!<br />
Ma pensa te che bella associazione: io dovrei dare<br />
il mio sangue (gratis) a qualcuno che magari mi<br />
sta pure sull’anima!? Poi li conosco i volontari: capaci<br />
anche <strong>di</strong> chiederti una mano per organizzare,<br />
per fare…<br />
E tutto questo perché? Per solidarietà, per senso<br />
civico, per altruismo o chissà cos’altro.…Ma per<br />
piacere! Siamo seri: sono solo belle parole, fi ori<br />
destinati a morire in un deserto <strong>di</strong> cinismo! Ho altro<br />
a cui pensare: io devo lavorare!<br />
Un sabato mattina <strong>di</strong> aprile però sono sceso dal<br />
trattore e sono entrato nella storia dell’Avis <strong>di</strong> <strong>Gorla</strong><br />
Minore. Me lo ricordo bene quel giorno, perché<br />
indossavo una maglietta gialla con una scritta nera:<br />
“Potranno tagliare tutti i fi ori ma non fermeranno<br />
mai la primavera (P. Neruda)”<br />
I<br />
Maurizio Rogora<br />
Per informazioni rivolgersi a:<br />
Avis <strong>Gorla</strong> Minore c/o Fondazione Raimon<strong>di</strong><br />
Via Volta 1, 21055 <strong>Gorla</strong> Minore<br />
avisgorlaminore@libero.it<br />
Cell. 339-8570555<br />
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