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IL CARTEGGIO “GENESIS” - PROJECTUAP-ITALIA index

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<strong>IL</strong> <strong>CARTEGGIO</strong> <strong>“GENESIS”</strong> Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. – Luglio 2012<br />

soprattutto per cercare di capire bene e quantificare come e quanto talune anomalie rientrino nelle<br />

leggi fisiche comunemente accettate oppure quanto e come queste anomalie possano mettere in<br />

discussione un quadro che si riteneva del tutto accertato.<br />

Purtroppo una certa forma di pigrizia e anche una piccola dose di disonestà intellettuale ha voluto<br />

che queste anomalie fossero relegate in una specie di limbo, letteralmente cancellate dall’esistenza.<br />

La ragione? La ragione è che una anomalia rappresenta l’accadimento di eventi transienti, per loro<br />

natura molto difficilmente riproducibili da più osservatori indipendenti e quindi apparentemente<br />

non trattabili dal metodo scientifico. Ma ne siamo davvero sicuri? Io penso che invece siano<br />

riproducibili, semplicemente rimboccandoci le maniche e facendo mente locale sul fatto che alcuni<br />

fenomeni in natura non sembrano essere invarianti rispetto a qualunque osservatore e che al<br />

contrario l’osservatore stesso sembra condizionare l’accadimento di tali fenomeni. Ovviamente<br />

questo inconveniente (ben noto peraltro in meccanica quantistica) richiede agli scienziati volonterosi<br />

una fatica in più, che consiste nel cercare un sistema di riferimento in grado di descrivere non solo il<br />

fenomeno stesso ma anche colui che lo osserva. Non è poi una così ardua impresa arrivare a questo,<br />

semmai i tempi per arrivarci sono sicuramente più lunghi di quelli con cui si pubblicano a<br />

macchinetta articoli su Physical Review o su Astrophysical Journal, passaporto di una rapida carriera<br />

basata appunto sul famoso motto accademico “publish or perish”.<br />

Ma le anomalie esistono, ci impongono coraggio nei nostri approcci e nella formulazione delle<br />

ipotesi, anche quelle più apparentemente folli. E ci impongono il dovere di lavorare duro affrontando<br />

ogni genere di difficoltà, anche combattendo contro gli irrazionali pregiudizi che non di rado<br />

caratterizzano anche molti componenti della classe accademica. Inoltre il cammino verso la verità,<br />

proprio quella scientifica, non dovrebbe essere mai sinonimo di cammino verso la carriera<br />

istituzionale: alcuni di noi lo sanno, molti altri lo ignorano. E allora arriva inevitabilmente il momento<br />

di fare delle scelte cruciali, scelte che coinvolgono sia la nostra coscienza che i nostri doveri morali<br />

nei confronti della nostra società, ma soprattutto i nostri doveri professionali nei confronti della<br />

Scienza stessa.<br />

Larga parte dei miei colleghi nelle varie branche della fisica e non solo, sembrano completamente<br />

ignorare non solo l’esistenza delle anomalie in natura ma anche il potenziale innovativo che una loro<br />

eventuale spiegazione completa potrebbe rappresentare per la comprensione della realtà fisica che<br />

circonda la nostra vita. Ma sembrano ignorare anche il fatto che tali anomalie in certune circostanze<br />

sono di fatto misurabili con lo stesso armamentario che noi normalmente usiamo per studiare le<br />

particelle e le galassie. E dunque è nostro dovere entrare in azione strategicamente, tatticamente e<br />

sistematicamente per dipanare il nodo della matassa. Perché se persistiamo nel non farlo o nel<br />

negare per partito preso e in malafede certe fenomenologie non solo tendiamo senza accorgercene<br />

a trasformare la scienza in dogma medievale ma anche a lasciare certe tematiche in pasto ai<br />

paragnosti di turno. E sappiamo tutti estremamente bene quanti danni la New Age, l’ufologia di<br />

basso livello, la pseudoscienza, la santoneria di alto bordo e lignaggio economico, il cospirazionismo,<br />

la paranoia in stile 2012, o comunque quello che oggi nei circoli accademici viene simpaticamente<br />

denominato col termine di “fuffa”, possano arrecare alla serena crescita educativa dei nostri giovani<br />

e alla società nel suo insieme.<br />

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