N. 1 - 2012 - Stazione Sperimentale per la Seta
N. 1 - 2012 - Stazione Sperimentale per la Seta
N. 1 - 2012 - Stazione Sperimentale per la Seta
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>la</strong> seta<br />
SAPERI E RICERCA NEL TESSILE<br />
Copyright La <strong>Seta</strong>. Tutti i diritti sono riservati. È vietata <strong>la</strong> riproduzione anche parziale del testo e delle immagini senza l’autorizzazione dell’Editore<br />
numero 1<br />
anno 64 - <strong>2012</strong> versione online<br />
STAZIONI SPERIMENTALI<br />
PER L’INDUSTRIA<br />
La mitra d’oro del Cardinale<br />
Direttore responsabile Bruno Marcandalli<br />
Redazione Riccardo Formigoni, Maria Romanò<br />
<strong>la</strong> seta.redazione@ssiseta.it<br />
Hanno col<strong>la</strong>borato G. Brenna, C. Buss, G. Cernuto, G. M. Colonna,<br />
R. Formigoni, E. De Franco, M. Gatti, , S. Parravicini<br />
Veste grafica ideata da Francesca Tedoldi<br />
Impaginazione e co<strong>per</strong>tina a cura di Alessandra Volpe<br />
Foto di co<strong>per</strong>tina ali di farfal<strong>la</strong>, Alessandra Volpe<br />
innovhub<br />
La <strong>Seta</strong> <strong>per</strong>iodico quadrimestrale del centro di ricerca tessile <strong>Stazione</strong> <strong>S<strong>per</strong>imentale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>Seta</strong><br />
Via G. Colombo 83, 20133 Mi<strong>la</strong>no, tel 02.266990, fax 02.2362788, sito www.ssiseta.it, e-mail marcandalli@ssiseta.it<br />
Registrato Trib. di Mi<strong>la</strong>no con il n.5957dell’8.6.1962<br />
STAZIONE SPERIMENTALE<br />
PER LA SETA<br />
Processi sostenibili attraverso<br />
avanzamenti di rottura<br />
Un tempo gli stracci di <strong>la</strong>na,<br />
oggi le bottiglie di p<strong>la</strong>stica<br />
Verso distretti di alta tecnologia<br />
atraverso aggregazioni di centri<br />
di ricerca ed imprese<br />
Carica minerale del<strong>la</strong> seta con sali<br />
di titanio e zirconio<br />
Seri.co e il suo team di aziende<br />
tessili crescono<br />
Solidità del colore su tessuti serici
Processi sostenibili<br />
È solo<br />
attraverso avanzamenti di rottura<br />
Dal<strong>la</strong> ricerca scientifica nuovi paradigmi produttivi<br />
In attesa del bando di cofinanziamento riservato alle aggregazioni<br />
una paro<strong>la</strong> di<br />
moda, <strong>la</strong> “sostenibilità”,<br />
o una prospettiva<br />
vera <strong>per</strong> il<br />
business tessile di<br />
domani? Se ne par<strong>la</strong><br />
spesso, con enfasi<br />
ogni giorno maggiore.<br />
La sostenibilità economica<br />
– il conto economico almeno in<br />
pareggio – è sempre stata una condizione<br />
di continuità <strong>per</strong> qualsiasi tipo di attivi-<br />
tà industriale. Ma oggi il termine è usato<br />
con significati più <strong>la</strong>rghi e complessi: innanzitutto<br />
indica processi produttivi che<br />
non sprecano energia ed acqua, beni che<br />
stanno diventando ogni giorno più costosi;<br />
rispetto dell’ambiente, evitando emissioni<br />
o residui inquinanti; utilizzo più razionale<br />
delle materie prime o loro origine da prodotti<br />
già utilizzati; progettazione di prodotti<br />
pensando al recu<strong>per</strong>o dei materiali a fine<br />
vita.<br />
La ricerca scientifica, in questo quadro,<br />
diventa essenziale: <strong>la</strong> sostenibilità richie-<br />
de spesso <strong>la</strong> capacità di razionalizzare in<br />
modo rivoluzionario i cicli di produzione,<br />
producendo risparmi di rottura rispetto ai<br />
paradigmi produttivi tradizionali. E spesso<br />
il risultato è possibile, naturalmente abbandonando<br />
<strong>la</strong> tendenza ad accontentarsi<br />
dei facili miglioramenti incrementali e affrontando<br />
le ripide ascese, di investimenti<br />
e di qualità dei cervelli, necessarie allo<br />
scopo.<br />
Un recente bando del<strong>la</strong> Regione Lombar-<br />
dia ha prospettato l’individuazione di di-<br />
stretti industriali di filiera, anche virtuali, e <strong>la</strong><br />
formalizzazione di accordi fra soggetti indu-<br />
striali e centri scientifici in vista di successivi<br />
bandi di cofinanziamento: saranno finanziati<br />
i soli progetti di ricerca scientifica il cui obiet-<br />
tivo preveda il raggiungimento di salti tecnologici.<br />
Questo cambiamento di rotta sta<br />
avvenendo nel momento giusto, quando le<br />
difficoltà dell’intera economia europea, che<br />
in Italia hanno assunto tinte partico<strong>la</strong>rmente<br />
severe, richiedono passi da gigante <strong>per</strong> sollevare<br />
le sorti dell’industria.<br />
Le premesse poste in essere da Regione<br />
Lombardia in unione al MIUR con il bando<br />
citato promettono dunque bene, <strong>per</strong> quanto<br />
le panie burocratiche dei progetti gestiti<br />
da questa abbinata siano incredibilmente<br />
soffocanti, specie <strong>per</strong> quanto riguarda gli<br />
adempimenti di Roma. Bisogna s<strong>per</strong>are che<br />
l’es<strong>per</strong>ienza in corso, partico<strong>la</strong>rmente faticosa,<br />
insegni strade più scorrevoli e sicure.<br />
Ma c’è un auspicio ulteriore da manifestare<br />
con chiarezza: s<strong>per</strong>iamo che chi e<strong>la</strong>bora i<br />
bandi di cofinanziamento, rivolti a tutti i settori<br />
industriali, abbandoni le pretese dirigi-<br />
stiche cui sono sembrati così affezionati gli<br />
estensori dei bandi di cofinanziamento degli<br />
ultimi anni, tesi a indirizzare l’industria verso<br />
le loro <strong>per</strong>sonalissime preferenze, scambia-<br />
te <strong>per</strong> trend epocali, e normalmente rive<strong>la</strong>tesi<br />
tendenze effimere.<br />
Fissino dunque le caratteristiche che i risultati<br />
verso cui si deve tendere devono<br />
avere, gli estensori dei nuovi bandi, ma <strong>la</strong>-<br />
scino che l’intelligenza e il sa<strong>per</strong>e di intere<br />
comunità industriali e scientifiche possano<br />
esprimersi con idee originali, di vasta portata,<br />
specifiche quanto è utile, e soprattutto<br />
creative.<br />
In questo primo numero del <strong>2012</strong> di La <strong>Seta</strong>,<br />
diamo informazioni su due aggregazioni di<br />
distretto che si sono formate in ambito tessile<br />
in risposta al bando sopra citato, <strong>per</strong> impulso<br />
di InnovHub-Divisione <strong>Seta</strong>, che ne è<br />
anche diventata capofi<strong>la</strong>: 71 soggetti in un<br />
caso e 18 nell’altro si sono messi insieme,<br />
<strong>la</strong>nciando un chiaro segnale di credere nel<strong>la</strong><br />
ricerca <strong>per</strong> un avanzamento di rottura del<br />
settore tessile lombardo, con l’obiettivo primario<br />
di dare sostenibilità al settore.<br />
Il sostegno futuro deve tenere conto del<strong>la</strong><br />
complessità che il primo bando ha fatto<br />
emergere: lo strumento di cofinanziamento in<br />
arrivo deve prevedere sufficiente flessibilità<br />
nel<strong>la</strong> gestione delle aggregazioni, con wayout<br />
eventuali che non producano drammi<br />
burocratici e stop <strong>per</strong> motivi puramente formali.<br />
Nessuno può essere così sprovveduto<br />
da ritenere che un’aggregazione di ben 71<br />
soggetti – un grande successo dell’idea<br />
EDITORIALE<br />
<strong>la</strong>nciata dal<strong>la</strong> chiamata preliminare – resti<br />
ingessata <strong>per</strong> anni, senza le mutazioni che<br />
avvengono di norma in un settore industriale<br />
vitale: cambiamenti di forma giuridica, fusioni,<br />
scissioni, uscite dal mercato. Per ognuna<br />
di queste evenienze ci deve essere una solu-<br />
zione semplice, disegnata fin dall’inizio.<br />
Restiamo in attesa di un bando di cofinanziamento<br />
intelligente, a<strong>per</strong>to, realistico, serio<br />
(che non cambi in corsa <strong>la</strong> <strong>per</strong>centuale di finanziamento,<br />
come avvenuto con effetti di-<br />
sastrosi <strong>per</strong> Industria 2015).<br />
L’impegno di <strong>Stazione</strong> <strong>Seta</strong> è di proseguire<br />
nel<strong>la</strong> promozione e attuazione di progetti di<br />
ricerca di punta, assieme alle più innovative<br />
aziende tessili italiane, investendo mezzi finanziari<br />
propri accanto a quelli assicurati dai<br />
bandi di cofinanziamento. L’industria tessile<br />
può fare grandi passi verso <strong>la</strong> sostenibilità<br />
dei propri processi e prodotti, se sollecitata e<br />
sostenuta da misure appropriate.<br />
T. Mizzau<br />
Direttore Divisione <strong>Seta</strong> di InnovHub-SSI<br />
2 <strong>la</strong> seta<br />
<strong>la</strong> seta 3
ATTUALITÀ<br />
Una nuova fonte di materie prime tessili di pregio<br />
Un tempo gli stracci di <strong>la</strong>na<br />
oggi le bottiglie di p<strong>la</strong>stica<br />
Una gamma di fili di qualità dal recu<strong>per</strong>o del PET<br />
I<br />
I primi sono stati i pratesi, che hanno iniziato molto, molto<br />
tempo addietro: a fine vita del capo d’abbigliamento,<br />
recu<strong>per</strong>avano le fibre di <strong>la</strong>na <strong>per</strong> ulteriori utilizzi tessili.<br />
Le maglie usate arrivavano da mezzo mondo: <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
prima volta mi raccontò l’origine del materiale, parecchi<br />
anni fa, un giovane<br />
medico, che aveva fatto <strong>la</strong><br />
tesi di <strong>la</strong>urea sulle ma<strong>la</strong>ttie<br />
extraeuropee che colpivano<br />
le donne cernitrici di Prato.<br />
Le dipingeva come matrone<br />
sedute a schiena diritta sul<br />
pavimento del capannone,<br />
consapevoli dell’importanza<br />
fondamentale del loro contributo,<br />
con al<strong>la</strong> sinistra<br />
una montagna di “stracci”<br />
da cernire e al<strong>la</strong> destra due<br />
mucchi: uno dei capi di pura<br />
<strong>la</strong>na e uno di maglie costrui-<br />
te con fibre diverse. Procedevano<br />
veloci, sicure, di-<br />
stinguendo al<strong>la</strong> vista e al tatto gli stracci buoni da quelli<br />
da scartare. E intanto aspiravano con <strong>la</strong> polvere le spore<br />
portatrici di ma<strong>la</strong>ttie che venivano da lontano.<br />
Il prezzo re<strong>la</strong>tivamente elevato del<strong>la</strong> materia prima<br />
vergine, <strong>la</strong> grande quantità di capi di <strong>la</strong>na in circo<strong>la</strong>zio-<br />
ne che rendeva disponibili stracci in abbondanza e a<br />
T.M.<br />
prezzo vile, l’abilità accumu<strong>la</strong>ta nel tempo dai <strong>la</strong>voratori,<br />
dagli artigiani e dagli industriali pratesi nel generare<br />
prodotti richiesti dal mercato utilizzando le fibre di <strong>la</strong>na<br />
recu<strong>per</strong>ate erano <strong>la</strong> piattaforma sul<strong>la</strong> quale si reggeva<br />
quell’attività, che veniva svolta <strong>per</strong> motivazioni puramente<br />
economiche.<br />
Oggi, fermo restando il vincolo<br />
dell’equilibrio fra costi e<br />
ricavi almeno <strong>per</strong> l’industria<br />
privata, si sono aggiunte altre<br />
spinte verso <strong>la</strong> direzione<br />
del recu<strong>per</strong>o di materiali a<br />
fine ciclo: <strong>per</strong> esempio, è divenuta<br />
importante <strong>la</strong> buona<br />
gestione dei problemi ambientali,<br />
che si trasforma in<br />
merito nei confronti del<strong>la</strong><br />
società, e dunque genera un<br />
argomento di marketing che<br />
fa presa sul cliente.<br />
Qualcuno se n’è accorto, e ha<br />
imboccato con sagacia <strong>la</strong> via<br />
del recu<strong>per</strong>o di un materiale specifico a fine ciclo, <strong>per</strong><br />
farne materia prima tessile di pregio.<br />
È <strong>la</strong> storia recente delle bottiglie di p<strong>la</strong>stica, più precisamente<br />
di PET (polietilenterefta<strong>la</strong>to, una tipologia parti-<br />
co<strong>la</strong>re di poliestere), usate a milioni in Italia sopratutto<br />
quali contenitori d’acqua minerale, gettate tra i rifiuti<br />
dopo l’uso, recu<strong>per</strong>ate e selezionate, riportate allo stato<br />
di polimero riutilizzabile, e infine trasformate in filo.<br />
L’o<strong>per</strong>azione porta <strong>la</strong> firma del gruppo Miroglio. Il<br />
quale, anziché avventurarsi da solo, ha organizzato una<br />
filiera di imprese <strong>per</strong> arrivare al prodotto finito filo. Ha<br />
cointeressato <strong>la</strong> ditta Demap di Beinasco, che recu<strong>per</strong>a<br />
dal bacino dell’Italia settentrionale le bottiglie di p<strong>la</strong>stica<br />
dai cassonetti e le suddivide in base al<strong>la</strong> tipologia.<br />
Ha stretto un accordo con <strong>la</strong> ditta Dentis di Sant’Albano<br />
Stura, che, con metodologie esclusive, <strong>la</strong>vora il materiale<br />
selezionato, lo pulisce, lo taglia e lo trasforma in polimero<br />
idoneo <strong>per</strong> l’estrusione, con processo meccanico.<br />
È <strong>la</strong> Fi<strong>la</strong>ture Miroglio infine che, nello stabilimento di<br />
Saluzzo, utilizza il polimero ottenuto dal<strong>la</strong> Dentis <strong>per</strong><br />
produrre una gamma di fili di poliestere ricic<strong>la</strong>to, che<br />
danno le stesse <strong>per</strong>formance<br />
dei fili<br />
di poliestere derivati<br />
da polimero<br />
vergine. I fili, presentati<br />
in molteplici<br />
tito<strong>la</strong>zioni<br />
e offerti con differenti<br />
prestazioni<br />
(POY-partially oriented<br />
yarn, skin-sun<br />
protection, UV resistant,<br />
quick dry, thermal<br />
management, antibacterial,<br />
moisture<br />
management) sono<br />
co<strong>per</strong>ti da marchio e godono di prestigiose certificazioni.<br />
Partita cinque anni fa, l’o<strong>per</strong>azione sta raggiungendo i<br />
clienti dallo scorso anno, quando <strong>la</strong> prima gamma di fi<strong>la</strong>ti<br />
è stata posta sul mercato. E’ facile prevedere che altri<br />
sviluppi seguiranno, <strong>per</strong> rispondere alle svariate esigenze<br />
del<strong>la</strong> cliente<strong>la</strong>.<br />
Uno sguardo rapido agli aspetti ambientali di questa realizzazione<br />
fa prevedere ritorni d’immagine, e non solo,<br />
Fig.1: Granuli di PET Fig.2: Fase di estrusione<br />
<strong>per</strong> le aziende protagoniste. Il processo di produzione di<br />
fili da PET ricic<strong>la</strong>to dà origine a grandi vantaggi, rispetto<br />
al processo che parte dal polimero vergine: - 75% di consumo<br />
d’energia e - 54% di emissioni di CO 2 . L’impatto<br />
sull’ambiente si abbassa in modo drammatico. E i costi<br />
diminuiscono.<br />
Questa storia merita di essere segna<strong>la</strong>ta anche <strong>per</strong>ché<br />
<strong>la</strong> formu<strong>la</strong> di business creata <strong>per</strong> realizzar<strong>la</strong> è originale<br />
e, chissà, forse imitabile. Per quale motivo un grande<br />
gruppo industriale può avere promosso <strong>la</strong> condivisione<br />
con altre aziende di spezzoni di filiera? Probabilmente<br />
ha contato <strong>la</strong> corretta valutazione dell’impegno richiesto<br />
<strong>per</strong> avviare da zero l’organizzazione del riutilizzo delle<br />
bottiglie in PET a fine ciclo di vita: una sfida non faci-<br />
le, che è apparso saggio condividere con altre aziende<br />
specializzate in attività connesse, coordinandole. Per il<br />
successo, servono investimenti importanti , know how<br />
specifici <strong>per</strong> le varie fasi<br />
del ciclo di produzione<br />
e una meta chiara e<br />
credibile, che risponda<br />
ad esigenze vissute anche<br />
dai clienti potenziali.<br />
Non più gli “stracci”<br />
di <strong>la</strong>na, dunque, <strong>la</strong> cui<br />
trasformazione è oggi<br />
appannaggio di altri<br />
più recenti sistemi industriali,<br />
che trovano<br />
ancora economico ope-<br />
rare con tecnologie<br />
datate <strong>per</strong> ottenere un<br />
prodotto finale di modesta qualità. Più appropriata <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> realtà tecnologica europea attuale è <strong>la</strong> trasformazione<br />
del materiale p<strong>la</strong>stico delle bottiglie d’acqua minerale,<br />
o<strong>per</strong>ata con tecnologie raffinate ed esclusive, <strong>per</strong> dare<br />
origine a prodotti tessili di grande pregio.<br />
4 <strong>la</strong> seta <strong>la</strong> seta 5
ATTUALITÀ<br />
<strong>Stazione</strong> <strong>Seta</strong> fa da fulcro<br />
Verso distretti di alta tecnologia<br />
attraverso aggregazioni<br />
di centri di ricerca ed imprese<br />
Un bando di Regione Lombardia e MIUR<br />
InnvoHub-SSI, Divisione <strong>Stazione</strong> <strong>Seta</strong>, ha risposto ad un bando<br />
del<strong>la</strong> Regione Lombardia e del MIUR con <strong>la</strong> creazione di due<br />
aggregazioni di imprese tessili e centri di ricerca. In un secondo<br />
momento, saranno emanati bandi di cofinanziamento al<strong>la</strong> ricerca<br />
riservati a queste aggregazioni, al fine di promuovere nuovi<br />
distretti di alta tecnologia o di potenziare quelli esistenti.<br />
Diamo le coordinate delle due aggregazioni, delle quali InnovHub-<br />
Divisione <strong>Stazione</strong> <strong>Seta</strong> è capofi<strong>la</strong>.<br />
6 <strong>la</strong> seta<br />
Partecipanti n. 18, di cui:<br />
Organismo di ricerca n. 1<br />
Picccole e medie aziende<br />
n. 15<br />
Centri di servizi n. 1<br />
Associazioni di categoria<br />
n. 1<br />
AggREgAzIonE “PREcITEX-<br />
PRocESSI TESSILI DI PREcISIonE”<br />
Fulcro delle attività previste sono quattro programmi<br />
tecnologici, così riassunti:<br />
• Preparazione e nobilitazione tessile<br />
di precisione mediante schiumatura<br />
(Foam). L’obiettivo <strong>per</strong>seguito è il passaggio da<br />
processi di impregnazione e coating a processi di<br />
schiumatura, molto precisi ed efficienti oltre che<br />
adatti ai tempi ed alle velocità delle macchine da<br />
stampa, così da poter essere integrati nel processo,<br />
con indubbi benefici in termini di abbattimento<br />
dei Work In Process, riduzione del time-to-market,<br />
innovazione di prodotto, riduzione degli impatti<br />
ambientali;<br />
• Eco-efficient textile Dyeing (ETD). Re-<br />
RiccaRdo FoRMiGoni<br />
sponsabili di circa il 70% dei consumi energetici<br />
e fino all’80% del consumo di acqua dell’intera<br />
filiera, i processi di <strong>la</strong>vaggio, tintura e nobilitazio-<br />
ne tessile vengono qui completamente ripensati<br />
ed innovati sviluppando ed introducendo appa-<br />
recchiature ad ultrasuoni (sonotrodi) in grado di<br />
incrementare in maniera significativa l’efficienza,<br />
l’efficacia e, soprattutto, <strong>la</strong> sostenibilità delle <strong>la</strong>vorazioni<br />
e portando ad una riduzione di oltre il<br />
50% del consumo di acqua, del 40% dell’utilizzo di<br />
prodotti chimici ed all’abbattimento dei processi<br />
di eutrofizzazione ambientale;<br />
• Anhydrous TExtiLe scourIng and<br />
dyEing pRocess (ATELIER). Si intende<br />
progettare, sviluppare e testare un nuovo processo<br />
produttivo integrato <strong>per</strong> il <strong>la</strong>vaggio, <strong>la</strong> tintura e <strong>la</strong><br />
funzionalizzazione di fi<strong>la</strong>ti e tessuti di diverse fibre<br />
tessili che o<strong>per</strong>i in completa assenza di acqua e che<br />
utilizzi <strong>la</strong> CO 2 liquida (n fase non critica) come elemento<br />
solvente e veico<strong>la</strong>nte, con risultati attesi<br />
in termini di efficienza produttiva, abbattimento<br />
dell’impatto ambientale delle <strong>la</strong>vorazioni, riduzio-<br />
ne dei costi ed innovazione di prodotto che non<br />
trovano pari negli ambiti di ricerca oggi esplorati<br />
nel mondo tessile;<br />
• Liquid Ammonia (nH 3 ). Sviluppo di tecnologie<br />
innovative <strong>per</strong> il trattamento in ammonia-<br />
ca liquida di fibre cellulosiche <strong>per</strong>seguendo una rilevante<br />
innovazione di prodotto con un drastico<br />
abbattimento dell’utilizzo di acqua nei processi di<br />
preparazione, tintura e finissaggio.<br />
<strong>la</strong> seta 7
ATTUALITÀ<br />
Partecipanti n. 71, di cui:<br />
Organismi di ricerca n. 9<br />
Piccole e medie aziende n.<br />
56<br />
Associazioni di categoria,<br />
ecc. n. 4<br />
Aziende ospedaliere n. 2<br />
AggREgAzIonE<br />
“MATInT – MATERIALI TESSILI<br />
InTERATTIvI”<br />
I campi previsti di attività sono identificati nel se-<br />
guente testo, ricavato dal<strong>la</strong> domanda di partecipazio-<br />
ne al bando.<br />
L’approccio al<strong>la</strong> progettazione, produzione e utilizzazione<br />
dei materiali tessili sta subendo una rapida<br />
evoluzione in risposta ad esigenze applicative sempre<br />
più complesse e sofisticate. Le componenti estetiche<br />
devono integrarsi con proprietà intimamente legate<br />
alle prestazioni del materiale, spesso identificate con<br />
termini quali “intelligenza”e multifunzionalità”. Tali<br />
definizioni trovano una sintesi coerente nel concetto<br />
di ”interattività”, vale a dire capacità di interagire<br />
col corpo umano e/o con l’ambiente circostante in<br />
base al meccanismo “stimolo risposta”, in modo tale<br />
da modu<strong>la</strong>re il livello delle prestazioni in funzione<br />
delle condizioni ambientali e/o fisiologiche, fino a<br />
giungere ad un “auto-adattamento”del materiale stesso<br />
alle condizioni ottimali. La realizzazione di un “materiale<br />
tessile interattivo”richiede una molteplicità di<br />
approcci convergenti (i) impiego di materie prime<br />
bio- derivate (self-assembling), da fonti rinnovabili e/o<br />
ottenute da processi ecosostenibili e di recu<strong>per</strong>o e riciclo<br />
(lesson from nature); (ii) apprendimento a riproduzione<br />
degli approcci naturali più efficaci (bio-mime-<br />
si); (iii) innovazione delle tecnologie di produzione<br />
delle fibre e di realizzazione delle strutture tessili (macro<br />
micro nano); (iv) sfruttamento delle sinergie<br />
tra tecnologie emergenti (nanotech,biotech,<br />
ICT, etcc) <strong>per</strong> una gestione efficace dei meccanismi<br />
moleco<strong>la</strong>ri dell’interattività (nanostructured environments).<br />
Il distretto potrà fruire di notevoli benefici in termini<br />
di alta formazione, acquisizione di know-how, avanzamento<br />
tecnologico, stabilità occupazionale, competitività<br />
e acquisizione di nuovi mercati <strong>per</strong> prodotti<br />
ad alto valore aggiunto.<br />
Le potenzialità applicative più avanzate dei materiali<br />
tessili interattivi sono: (i) <strong>la</strong> produzione di<br />
energia (energy harvesting fabrics) e, più in gene-<br />
rale; l’utilizzo efficiente delle risorse ambien-<br />
tali; (ii) <strong>la</strong> sensoristica portatile/indossabile ed i sistemi<br />
di attuazione intrinseca; (iii) l’ambiente, <strong>la</strong> salute<br />
e <strong>la</strong> sicurezza; ( iv) l’edilizia civile ed industriale,<br />
etcc.<br />
Oltre alle priorità tecnologiche descritte, MatInt in-<br />
tende far proprie e affrontare aspetti critici delle attività<br />
industriali legate al<strong>la</strong> sostenibilità al<strong>la</strong> salute al<strong>la</strong><br />
sicurezza, con una visione etica dal punto di vista dei<br />
comportamenti e delle ricadute sociali.<br />
Come si può notare dall’impostazioni dei corrispon-<br />
denti programmi tecnologici, le due aggregazioni create<br />
<strong>per</strong> impulso di InnovHub-Divisione <strong>Seta</strong> coprono<br />
le due aree più promettenti dell’innovazione tessile<br />
d’oggi: una concentra l’interesse sull’innovazione<br />
radicale dei processi, l’altra punta al conferimento di<br />
funzioni di punta ai manufatti tessili.<br />
8 <strong>la</strong> seta <strong>la</strong> seta 9
La mitra d’oro del Cardinale<br />
L<br />
La mitra conservata nel<strong>la</strong> Sagrestia<br />
Capito<strong>la</strong>re del Duomo di Mi<strong>la</strong>no<br />
fu studiata <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta da chi<br />
scrive nel 2003 e in quell’occasione<br />
ci si limitò a indicare <strong>la</strong> partico<strong>la</strong>ri-<br />
tà tecnica davvero rara riscontrata:<br />
il tessuto ha un filo di seta in ordito,<br />
ma solo <strong>la</strong>mel<strong>la</strong> d’oro in trama.<br />
Un tessuto fragilissimo, ma che da<br />
nuovo appare come metallo puro.<br />
In quell’occasione mi fu possibile<br />
solo attirare l’attenzione sul<strong>la</strong> picco<strong>la</strong><br />
te<strong>la</strong> “San Carlo tra due angeli”<br />
dipinta dal Morazzone nel 1618 <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> Sagrestia Aquilonare dove i due<br />
tessuti di casu<strong>la</strong> e mitra sono riprodotti<br />
con tale maestria da renderne<br />
l’armatura tessile <strong>per</strong>fettamente<br />
riconoscibile. Per <strong>la</strong> casu<strong>la</strong> si tratta<br />
di una teletta d’argento, cioè un taffetas<br />
bianco <strong>la</strong>nciato con argento che,<br />
leggermente ossidato e divenuto<br />
scuro, dà al tessuto quell’aspetto grigio<br />
che il pittore riproduce con tanta<br />
<strong>per</strong>izia. Quanto al<strong>la</strong> mitra, appare<br />
come te<strong>la</strong> d’oro, con so<strong>la</strong> <strong>la</strong>mel<strong>la</strong> in<br />
trama, che dunque ha un aspetto<br />
10 <strong>la</strong> seta<br />
CULTURA<br />
Il testo è tratto dal<strong>la</strong> scheda n.19 del vol.2 del<strong>la</strong> serie PSL. I risultati delle analisi condotte sui coloranti da M.van<br />
Bommel (RCE, Amsterdam) e sui fi<strong>la</strong>ti da M. Romanò (SS<strong>Seta</strong>, Mi<strong>la</strong>no) sono raccolti in tabelle alle pp.177-186 che<br />
<strong>per</strong>mettono di confrontare tutti i dati raccolti.<br />
metallico e rigido, resa che sino ad<br />
allora era parsa come una forzatura,<br />
forse simbolica .<br />
Il ritrovamento del<strong>la</strong> mitra prima di<br />
tutto metteva in evidenza quanto<br />
detto più volte re<strong>la</strong>tivamente al<strong>la</strong><br />
pittura lombarda di Cinque e Seicento,<br />
e cioè <strong>la</strong> sua totale aderenza<br />
al<strong>la</strong> realtà delle armature e delle co-<br />
lorazioni tessili (Buss, p.51-57), ma<br />
si rimaneva <strong>per</strong>plessi re<strong>la</strong>tivamente<br />
al luogo di manifattura poiché tessuti<br />
simili sono stati prodotti solo in<br />
oriente, <strong>per</strong> lo più in India, e sono<br />
sempre datati entro un arco di tempo<br />
molto ampio. Al<strong>la</strong> luce di questo<br />
studio ritengo invece di poter dare<br />
al raro tessuto un nome, e una attribuzione.<br />
Come s’è visto (cat. 13-18), le te-<br />
lette d’oro tessute a Mi<strong>la</strong>no tra <strong>la</strong> fine<br />
del Cinquecento e i primi anni del<br />
Seicento venivano ancora indicate<br />
con il termine antiquato di restagno<br />
e sempre con il numero di fili che le<br />
andavano a costituire: le tele d’oro e<br />
d’argento da restagno in 4 fili che sono<br />
chiaRa Buss<br />
taffetas con due orditi e 2 trame (<strong>per</strong><br />
capire l’anomalia dell’ordito di lega-<br />
tura in un tessuto unito, <strong>la</strong>minato, si<br />
veda cat. 13-14), e restagno a tre fili,<br />
<strong>la</strong> tipologia usuale in cui <strong>la</strong> trama<br />
metallica è legata dallo stesso ordito<br />
di fondo del taffetas (cat. 15-18).<br />
Se questa lettura è corretta, <strong>la</strong>sciava<br />
sino ad oggi molto <strong>per</strong>plessi quel<strong>la</strong><br />
te<strong>la</strong> d’argento a soli 2 fili venduta a<br />
Torino nel 1579 come “<strong>la</strong> più bel<strong>la</strong><br />
che ci sia” . Come può una teletta<br />
avere solo due fili? La mitra ci da <strong>la</strong><br />
risposta: un filo di ordito e solo <strong>la</strong>mel<strong>la</strong><br />
in trama.<br />
E che <strong>la</strong>mel<strong>la</strong>! Dalle fotografie al<br />
1 Il piccolo dipinto è ancora collocato nel<strong>la</strong> Sagrestia<br />
Capito<strong>la</strong>re.<br />
2 C. Buss, I paramenti del Duomo di Mi<strong>la</strong>no, in<br />
“Quaderni del Museo del Duomo”, n. 3, 2003,<br />
p.73.<br />
3 Si veda C. Rosso, <strong>Seta</strong> e dintorni: lombardi<br />
e genovesi a Torino, fra Cinque e Seicento,<br />
in “Studi storici”, XXXIII,1992, n.1, p. 178.<br />
Il documento sembra inoltre indicare che i<br />
tessuti serici che a Mi<strong>la</strong>no sono retaggio del<br />
patriziato e del<strong>la</strong> ricca borghesia, a Torino<br />
sembrano essere abbordabili solo al<strong>la</strong> casa<br />
regnante.<br />
in questa pagina, Mitra, sagrestia<br />
capito<strong>la</strong>re del duomo, Mi<strong>la</strong>no<br />
Mi<strong>la</strong>no, 1565 – 1584<br />
cm. 35, 3 x 33,2.<br />
La mitra è in teletta d’oro sostenuta<br />
da un’anima in cartone ed<br />
è profi<strong>la</strong>ta da un gallone ad armatura<br />
semplice, tessuto a te-<br />
<strong>la</strong>io con oro fi<strong>la</strong>to.<br />
infule (cm. 35,3 x 7) dello stesso<br />
tessuto e profi<strong>la</strong>te con lo stesso<br />
gallone. Frangia e fodere sono<br />
databili ad uno degli interventi<br />
di restauro, collocabili tra XViii e<br />
XiX secolo.<br />
<strong>la</strong> seta 11
CULTURA<br />
microscopio è risultato evidente ciò<br />
che l’ingrandimento del contafili<br />
non poteva rive<strong>la</strong>re con chiarezza,<br />
dato il posizionamento “a piatto”<br />
delle <strong>la</strong>melle nel tessuto. Si tratta<br />
di cartolino, quel<strong>la</strong> <strong>la</strong>mel<strong>la</strong> cioè ottenuta<br />
dall’appiattimento di un trafi<strong>la</strong>to<br />
anziché dal taglio di una foglia<br />
(Buss, pp. 45-49),<br />
come dimostra<br />
l’immagine scattata<br />
sul bordo, che<br />
appare bombato<br />
anziché schiacciato<br />
dal<strong>la</strong> pressione delle<br />
forbici da taglio e<br />
dal fatto, quello ri-<br />
scontrabile a occhio<br />
nudo, che <strong>la</strong> <strong>la</strong>mel<strong>la</strong><br />
risulta dorata su entrambi<br />
i <strong>la</strong>ti .<br />
Rimaneva il dubbio<br />
che il tessuto pro-<br />
venisse dall’India,<br />
dove si tessevano<br />
tele d’oro così<br />
fatte sin dal XVI<br />
secolo, una pro-<br />
venienza esotica del<br />
tutto possibile date<br />
le frequentazioni<br />
romane di Carlo<br />
Borromeo prima<br />
dell’incarico mi<strong>la</strong>nese, <strong>per</strong>iodo nel<br />
quale riceve in dono, <strong>per</strong> esempio,<br />
<strong>la</strong> mitra di piume amanteca . Ma <strong>la</strong><br />
presenza del cartolino, sembra indicare<br />
Mi<strong>la</strong>no come luogo di origine<br />
poiché questo fi<strong>la</strong>to fu inventato in<br />
questa città, tanto che quando fu<br />
poi prodotto anche in altri centri fu<br />
sempre definito “oro di Mi<strong>la</strong>no” .<br />
Al<strong>la</strong> obiezione che San Carlo non<br />
avrebbe <strong>per</strong>messo tanta opulenza<br />
<strong>per</strong> le vesti del celebrante ricordiamo<br />
che nelle Instructiones, tra gli ornamenti<br />
episcopali erano previste,<br />
oltre alle “due mitre semplici”, anche<br />
“due mitre preziose” , e risulta<br />
dunque più sobria una “teletta d’oro<br />
in alto, L’intreccio d’armatura - Mariehélène<br />
Guelton; TEssuTo armatura:<br />
taffetas. ordito: filo di seta, torsione non<br />
visibile, giallo. Riduzione al cm: 26/28<br />
fili; Trama: <strong>la</strong>mel<strong>la</strong> dorata su entrambi i<br />
<strong>la</strong>ti; Riduzione al cm: 27 colpi; cimose:<br />
nessuna rimasta.<br />
GaLLonE Misure: altezza: cm. 1,2; armatura:<br />
taffetas; ordito: Metallo fi<strong>la</strong>to<br />
= <strong>la</strong>mel<strong>la</strong> metallica avvolta a s su anima<br />
di seta, ritorta a s, gial<strong>la</strong>. Riduzione <strong>per</strong><br />
cm 1,2: 32 fili; Trama: metallo fi<strong>la</strong>to = <strong>la</strong>mel<strong>la</strong><br />
metallica avvolta a s su anima di<br />
seta, ritorta a s, gial<strong>la</strong>; Riduzione al cm:<br />
6 colpi; cimose: entrambe. un solo filo,<br />
uguale e quelli in ordito.<br />
in basso, ritratto di san carlo Borromeo<br />
di carlo Francesco nuvolone, sagrestia<br />
aquilonare, duomo, Mi<strong>la</strong>no.<br />
4 Le “forfex ab auro” impiegate <strong>per</strong> il taglio del<strong>la</strong><br />
foglia <strong>la</strong>sciano i bordi leggermente schiac-<br />
ciati (C. Buss, <strong>Seta</strong>, oro e cremisi, in “<strong>Seta</strong><br />
Oro Cremisi. Segreti e tecnologia al<strong>la</strong> corte<br />
dei Visconti e degli Sforza” a cura di C. Buss,<br />
2009, p. 51).<br />
5 Ovviamente, il trafi<strong>la</strong>to d’argento veniva<br />
dorato prima dell’appiattimento e dunque <strong>la</strong><br />
<strong>la</strong>mel<strong>la</strong> ottenuta risultava dorata su entrambi<br />
i <strong>la</strong>ti.<br />
6 La mitra, che presenta un complesso decoro<br />
ottenuto dal<strong>la</strong> applicazione delle multicolori<br />
piume di colibrì, è o<strong>per</strong>a di artisti/sacerdoti<br />
Atzechi., e fu donata al papa Pio IV e da questi<br />
al nipote Carlo Borromeo (P. Morigia, Il Duomo<br />
di Mi<strong>la</strong>no…., con l’origine e dichiarazione<br />
di molte cose notabili, <strong>per</strong> Francesco Paganello,<br />
Mi<strong>la</strong>no, 1597, p. 92).<br />
7 Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des<br />
Sciences, des Art set des Métiers, ed par M.<br />
Octavien Diodati, 2ème, Lucques, 1750-1771,<br />
vol. 11, p. 459.<br />
8 C. Borromeus, Instructionum Fabricae et<br />
Supellectilis Ecclesiasticae Libri Duo, 1577<br />
(1983), cap.1, “Vesti, paramenti, ornamenti<br />
episcopali, necessari <strong>per</strong> le messe, uffici divini<br />
e ministeri solenni”, punto 12.<br />
a doi fili” di una mitra “di seta<br />
intessuta d’oro, ornata di gemme,<br />
di <strong>per</strong>le e di ricami” .<br />
Quanto al<strong>la</strong> natura chimica e morfologica<br />
di questo cartolino, <strong>la</strong> bassissima<br />
presenza di rame in lega<br />
(tra 1 e 7%) e <strong>la</strong> doratura sottilissima<br />
e senza impurità confermano<br />
manifattura mi<strong>la</strong>nese. Dello stesso<br />
prezioso fi<strong>la</strong>to è costituita <strong>la</strong> trama<br />
progetto PSL<br />
La produzione serica<br />
in Lombardia dal 15° al 20° secolo<br />
Il progetto, ideato e diretto da<br />
Chiara Buss, Direttore del Dipartimento<br />
Arti Applicate dell’ISAL,<br />
viene attuato da un gruppo di<br />
istituzioni culturali - che variano<br />
da una fase all’altra - dislocate sul<br />
territorio lombardo e in centri europei<br />
le quali agiscono nel<strong>la</strong> veste<br />
di partners:<br />
• Archivio di Stato, Mi<strong>la</strong>no<br />
• Centre International pour<br />
l’Etude des Tissus Anciens<br />
(CIETA), Lyon<br />
• Rijksdienst voor het Cultureel<br />
Erfgoed (già ICN), Amsterdam<br />
• Istituto di Fisica, Politecnico di<br />
Mi<strong>la</strong>no<br />
• Istituto <strong>per</strong> <strong>la</strong> Storia dell’Arte<br />
Lombarda, Cesano MAderno<br />
MB<br />
• <strong>Stazione</strong> <strong>S<strong>per</strong>imentale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
<strong>Seta</strong>, Mi<strong>la</strong>no<br />
Il progetto prevede due momenti<br />
diversi e complementari, rappresentati<br />
dal<strong>la</strong> ricerca storicoscientifica<br />
e dal<strong>la</strong> divulgazione<br />
dei suoi risultati.<br />
La ricerca si pone il fine di individuare<br />
i tessili prodotti in Lombardia<br />
dal XV secolo ad oggi e di<br />
compi<strong>la</strong>rne il catalogo, completo<br />
di dati stilistici, tecnici e materici<br />
che rendano possibile il riconoscimento<br />
di quelli ancora esistenti<br />
del gallone, unito e tessuto a te-<br />
<strong>la</strong>io. Un raro esempio di gallone di<br />
fine Cinquecento ancora nel<strong>la</strong> collocazione<br />
originale.<br />
Il fatto che te<strong>la</strong> d’oro e gallone presentino<br />
<strong>la</strong> stessa riduzione in ordito<br />
induce ad ipotizzare che <strong>la</strong> rara<br />
“til<strong>la</strong> a doi fili” venisse tessuta in<br />
pezze molto basse, su te<strong>la</strong>i <strong>per</strong> galloni<br />
.<br />
nelle collezioni tessili.<br />
La divulgazione si pone il fine<br />
di rendere riconoscibili le caratte-<br />
ristiche del<strong>la</strong> qualità artigianale e<br />
industriale lombarda, chiarendone<br />
i caratteri stilistici e materiali, <strong>per</strong> arrivare<br />
a leggere il legame storico<br />
che unisce tutti i <strong>per</strong>iodi esaminati<br />
al contesto attuale e al<strong>la</strong> sua evo-<br />
luzione futura, al fine di formare le<br />
nuove leve nel campo del<strong>la</strong> tute<strong>la</strong><br />
dei beni culturali e in quello del<br />
design e del<strong>la</strong> produzione tessile<br />
sia nell’ambito del<strong>la</strong> moda che<br />
dell’arredo.<br />
La divulgazione si attua grazie a<br />
quattro diversi canali di comunicazione.<br />
Il Catalogo Multimediale: www.<br />
setainlombardia.org<br />
In rete dal 2009, comprende il<br />
materiale prodotto dal 1400 al<br />
1700 sin ora ritrovato. Catalogo in<br />
progress.<br />
Le mostre:<br />
1. <strong>Seta</strong> oro Cremisi. Segreti<br />
e tecnologia al<strong>la</strong><br />
corte dei Visconti e degli<br />
Sforza- Museo Poldi Pezzoli,<br />
Mi<strong>la</strong>no: ottobre 2009 – febbraio<br />
2010<br />
2. Arcimboldo, Artista<br />
mi<strong>la</strong>nese tra Leonardo<br />
e Caravaggio. Sa<strong>la</strong> II: Le arti<br />
9 Ibidem, p.85.<br />
10 I galloni potevano essere tessuti a te<strong>la</strong>io<br />
oppure “a tavolette” (Buss, 2009, op. cit.,<br />
pp.122-123). Per una panoramica storica<br />
e tecnica sulle diverse tipologie di passamaneria<br />
si veda L. Lorenzini, La passamaneria:<br />
un virtuoso artifizio…, in “La Collezione<br />
Gandini. Merletti, ricami e galloni dal XV<br />
al XIX secolo”, a cura di T. Schoenholzer Nichols<br />
e I. Silvestri, Modena, 2002, pp. 89-98.<br />
suntuarie, Pa<strong>la</strong>zzo Reale, Mi<strong>la</strong>no:<br />
febbraio – maggio 2011<br />
I corsi:<br />
Scuo<strong>la</strong> di Specializzazione in Beni<br />
Culturali del<strong>la</strong> Università Catto-<br />
lica di Mi<strong>la</strong>no; Fashion Institute<br />
of Technoligy di NewYork (sede<br />
Politecnico, Mi); ITIS di Setificio,<br />
Como.<br />
La Col<strong>la</strong>na PSL: “<strong>Seta</strong> in Lombardia.<br />
Sei secoli di produzione e<br />
design”<br />
Vol. 1 <strong>Seta</strong> oro Cremisi. Segreti<br />
e tecnologia al<strong>la</strong> corte dei Visconti<br />
e degli Sforza- Silk Gold Crimson.<br />
Secrets and Technology at the<br />
Visconti and Sforza Courts<br />
Vol. 2 <strong>Seta</strong> Oro Incarnadino.<br />
Lusso e devozione nel<strong>la</strong> Lombardia<br />
spagno<strong>la</strong>- Silk Gold Incarnadine.<br />
Luxury and Worship in Lombardy<br />
under Spanish Rule<br />
Le prossime 3 fasi del Il Progetto<br />
PSL:<br />
<strong>2012</strong>–2013: Il ciclo completo<br />
del<strong>la</strong> seta nel<strong>la</strong> Lombardia austria-<br />
ca:1706 – 1859<br />
2013-2014: La tessitura lombarda<br />
all’origine dell’industrializzazione<br />
italiana:1860–1939<br />
2014-2015: Produzione tessile<br />
comasca e stilismo mi<strong>la</strong>nese:<br />
1945 – 1990<br />
12 <strong>la</strong> seta <strong>la</strong> seta 13
RICERCA<br />
Carica minerale del<strong>la</strong> seta<br />
con sali di titanio e zirconio<br />
E. DE FRAnCO*, G. BREnnA*, G. M. COLOnnA**<br />
*Tintoria Ambrogio Pessina, ** InnOVHUB – SSI – Divisione <strong>Stazione</strong> <strong>S<strong>per</strong>imentale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>Seta</strong> - Mi<strong>la</strong>no<br />
1. Introduzione<br />
I trattamenti di finissaggio possono avere principalmente<br />
due obiettivi: il miglioramento dell’apparenza<br />
estetica e l’incremento di alcune caratteristiche funzio-<br />
nali dei prodotti tessili.<br />
La carica è un processo di finissaggio studiato su molti<br />
tipi di fibre e tessuti con lo scopo di modificarne alcune<br />
delle proprietà in modo da ottenere diversi effetti<br />
quali: aumento del<strong>la</strong> co<strong>per</strong>tura, variazione del<strong>la</strong><br />
lucentezza, aumento del<strong>la</strong> capacità di assorbire colo-<br />
ranti, migliore resistenza al<strong>la</strong> fiamma e così via.<br />
La carica del<strong>la</strong> seta è stata inizialmente attuata <strong>per</strong><br />
compensare <strong>la</strong> <strong>per</strong>dita in peso dovuta al<strong>la</strong> sgommatura,<br />
ma, attualmente, gli effetti più interessanti dal punto<br />
di vista commerciale sono legati all’ottenimento di<br />
una mano più piena e scattante.<br />
Tradizionalmente sono state utilizzate sia sostanze organiche<br />
che inorganiche come, rispettivamente, tannini<br />
e sali di stagno, ma al giorno d’oggi il processo<br />
industrialmente più diffuso <strong>per</strong> <strong>la</strong> carica del<strong>la</strong> seta è<br />
l’aggraffaggio con monomeri come <strong>la</strong> metacri<strong>la</strong>mide<br />
(MAA), l’acido metacrilico, l’acido metilmetacrilico,<br />
etc.<br />
L’aumento di peso può essere anche molto elevato,<br />
con notevole incremento del<strong>la</strong> capacità coprente, ma<br />
l’effetto sul<strong>la</strong> mano non è confrontabile con quello che<br />
si ottiene dopo <strong>la</strong> carica con sali di stagno.<br />
Il sistema di carica con SnCl 4 consisteva nell’immergere<br />
<strong>la</strong> seta in un bagno concentrato di tale sale a freddo<br />
<strong>per</strong> un tempo sufficiente all’impregnazione,<br />
nell’effettuare centrifugazione e <strong>la</strong>vaggio <strong>per</strong> l’idrolisi,<br />
nell’immergere successivamente in un bagno di fosfato<br />
bisodico, in un eventuale passaggio con sodio silicato<br />
ed infine un efficace <strong>la</strong>vaggio finale; inoltre <strong>per</strong> ottenere<br />
alte cariche era possibile ripetere i passaggi più<br />
volte.<br />
Purtroppo questo processo presenta alcune controindicazioni<br />
che ne hanno causato il progressivo abbandono<br />
da parte delle industrie di trasformazione del<strong>la</strong><br />
seta. La carica con sali di stagno è difficile da ottimizzare,<br />
molto costosa a causa dei lunghi tempi di <strong>la</strong>vorazio-<br />
ne e al<strong>la</strong> necessità di o<strong>per</strong>atori specializzati. Anche dal<br />
punto di vista ambientale l’impatto è notevole <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
quantità di acqua necessaria e <strong>per</strong> <strong>la</strong> presenza di stagno<br />
e fosfato negli scarichi.<br />
Molti studi sono stati condotti nel tentativo di tro-<br />
vare sali e processi che risolvano i problemi descritti,<br />
ma fino ad ora nessuna delle alternative proposte ha<br />
avuto applicazioni a livello industriale.<br />
In s<strong>per</strong>imentazioni da noi effettuate su sca<strong>la</strong> di <strong>la</strong>boratorio<br />
e i cui risultati sono stati precedentemente<br />
pubblicati (1) , abbiamo fissato <strong>la</strong> nostra attenzione<br />
sul<strong>la</strong> carica del<strong>la</strong> seta con sali di zirconio partendo dal<br />
cloruro di zirconio, ZrCl 4 , e con una procedura simile<br />
a quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> carica con sali di stagno: immersione in<br />
una soluzione al 30% di cloruro di zirconio, centrifugazione,<br />
precipitazione di un sale insolubile, risciacquo<br />
e <strong>la</strong>vaggio.<br />
Per <strong>la</strong> scelta del metallo alternativo sono stati infatti<br />
presi in considerazione alcuni fattori importanti<br />
Fig.1: Effetto del<strong>la</strong> concentrazione<br />
del sale e del<strong>la</strong> centrifugazio-<br />
one<br />
Fig.2 influenza del numero di cicli<br />
Fig.3 Effetto del<strong>la</strong> eliminazione di<br />
un passaggio del processo<br />
quali il basso impatto ambientale,<br />
l’economicità e il fatto di avere alcune<br />
caratteristiche chimiche simi<strong>la</strong>ri, in<br />
partico<strong>la</strong>re un sale di partenza molto<br />
solubile in acqua e un prodotto finale<br />
sul<strong>la</strong> fibra insolubile ed incolore.<br />
Alcuni sali di zirconio corrispondono<br />
bene a tutte queste caratteristiche,<br />
con unico aspetto negativo legato al<br />
suo più basso peso moleco<strong>la</strong>re rispetto<br />
allo stagno (91,2 vs 118,7). Questo<br />
fattore fa prevedere una carica mediamente<br />
più bassa. Inoltre lo zirconio<br />
(IV) è molto ossofilo e i gruppi<br />
2- fosfato (PO ) previsti nel processo<br />
4<br />
gli danno piena possibilità di soddisfare<br />
questa sua preferenza; il<br />
fosfato di zirconio (2,3,4) ottenibile<br />
presenta un alto potere refrattario<br />
ed antifiamma.<br />
Discorso analogo potrebbe essere<br />
fatto anche <strong>per</strong> il titanio (peso<br />
moleco<strong>la</strong>re ancora inferiore: 47,9).<br />
2. Materiali e metodi<br />
0<br />
2.1 FASE 1 Sali di titanio e<br />
zirconio<br />
Nello studio di seguito descritto<br />
abbiamo fissato <strong>la</strong> nostra attenzione<br />
sul<strong>la</strong> carica del<strong>la</strong> seta con sali di zirconio (cloruro e<br />
solfato) e di titanio (solfato).<br />
Il primo approccio, a livello di <strong>la</strong>boratorio su matassina,<br />
ha previsto una procedura così riassunta:<br />
• pretrattamento del<strong>la</strong> seta con agente cationizzante;<br />
• impregnazione nel bagno del sale del metallo a<br />
8g/L<br />
8g/L no centr<br />
9 0 ° C<br />
<strong>per</strong> 35 minuti con aggiunta di acido sulfammico;<br />
• centrifugazione a 3000 giri/min <strong>per</strong> 2 minuti;<br />
• precipitazione in soluzione 150 g/L di acido orto<br />
fosforico (H 3 PO 4 ) a 80°C <strong>per</strong> 15 minuti;<br />
• saponatura in soluzione 2g/L di tensioattivo anio-<br />
nico (sodio <strong>la</strong>uril solfato) condotta all’ebollizione<br />
<strong>per</strong> 10 minuti.<br />
14 <strong>la</strong> seta <strong>la</strong> seta 15<br />
incremento (%)<br />
ZrCl4<br />
TiSolfato<br />
ZrSolfato<br />
ZrSolfato<br />
TiSolfato<br />
12<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
8g/L<br />
8g/L no centr<br />
300g/L<br />
8g/L<br />
8g/L no centr<br />
300g/L<br />
300g/L<br />
0 5 10 15 20 25<br />
% carica<br />
singolo ciclo<br />
doppio ciclo<br />
singolo ciclo<br />
doppio ciclo<br />
0 2 4 6 8 10 12 14<br />
% carica<br />
0 20 40 60 80 100 120 140 160<br />
ac. fosforico (g/l)<br />
Fig.1<br />
Fig.2<br />
ZrSolfato<br />
TiSolfato<br />
Fig.3<br />
Fig.4
TiSolfato<br />
ZrSolfato<br />
Fig.4<br />
TiSolfato<br />
ZrSolfato<br />
Fig.5<br />
TiSolfato<br />
ZrSolfato<br />
Fig.6<br />
16 <strong>la</strong> seta<br />
RICERCA<br />
TQ<br />
no H3PO4 H PO 3 4<br />
no HH3PO4 PO 3 4<br />
no HH3PO4 PO 3 4 no <strong>la</strong>v<br />
no <strong>la</strong>vaggio<br />
TQ<br />
no HH3PO4 PO 3 4 no <strong>la</strong>v<br />
0 2 4 6 % carica 8 10 12 14<br />
no<br />
TQ<br />
cationizzazione<br />
no<br />
centrifugazione<br />
no sulfammico<br />
no<br />
cationizzazione<br />
no <strong>la</strong>vaggio<br />
2.2 FASE 2 Ulteriori studi <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />
carica con sali di zirconio su rocche<br />
Nel<strong>la</strong> Fase 2 del <strong>la</strong>voro è stato condotto<br />
uno scale up semi-industriale<br />
su rocca e successiva tintura con<br />
scarsi e scoraggianti risultati; infatti<br />
le rocche ottenute si presentano<br />
“malunite” e con elevata tendenza<br />
allo “spolvero”.<br />
A livello di <strong>la</strong>boratorio si è quindi<br />
indagato sul passaggio critico del<br />
trattamento individuato nel diretto<br />
susseguirsi dei processi di cationizzazione<br />
(ambiente basico) e di impregnazione<br />
nel<strong>la</strong> soluzione del sale<br />
di zirconio (ambiente acido).<br />
Prime prove sono state condotte su<br />
matassine di seta purgata (circa 7 g)<br />
ipotizzando l’inserimento di un <strong>la</strong>no<br />
TQ vaggio intermedio (semplice acqua<br />
o acido solforico diluito), ed i <strong>la</strong>vag-<br />
no sulfammico gi con acqua acida sembravano aver<br />
fornito un provvidenziale contributo<br />
positivo (Tab. 2.1). Applicando<br />
successivamente il trattamento<br />
su rocchetti di seta purgata<br />
più corposi (30 g) si osserva che i<br />
<strong>la</strong>vaggi con H SO diluito non sono<br />
2 4<br />
così efficaci (Tab. 2.2) e lo scale up<br />
semi-industriale di tale metodica<br />
non sembra fattibile: infatti il ri-<br />
Awo<strong>la</strong>n<br />
H O 2 H2O<br />
H H2O O 2 bidistil<strong>la</strong>ta<br />
H2SO4 pH4<br />
H2SO4 pH2<br />
schio di precipitazione del metallo<br />
nel bagno non è pienamente evitabile.<br />
Conseguentemente, si è deciso di<br />
eliminare il primo passaggio (cationizzazione)<br />
considerando il processo<br />
di carica costituito dai seguenti<br />
trattamenti:<br />
• impregnazione nel<strong>la</strong> soluzione del metallo (pH<br />
circa 2) a 90°C <strong>per</strong> 35 minuti con aggiunta di acido<br />
sulfammico (0,2 g/L) dopo 20 minuti;<br />
• <strong>la</strong>vaggio con acqua a tem<strong>per</strong>atura ambiente <strong>per</strong> 3<br />
minuti;<br />
• precipitazione in soluzione 50 g/L di H PO a 3 4<br />
80°C <strong>per</strong> 15 minuti;<br />
• saponatura all’ebollizione <strong>per</strong> 10 minuti con una<br />
centrifugazione<br />
0 2 4 6<br />
% carica<br />
8 10 12<br />
Awo<strong>la</strong>n<br />
H2O H O 2<br />
H2O H O 2 bidistil<strong>la</strong>ta<br />
H2SO4 H SO 2 4 pH4<br />
H2SO4 H SO pH2<br />
2 4<br />
centrifugazione<br />
centrifugazione<br />
0 2 4 6 8 10 12 14 16<br />
% carica<br />
Fig.4: influenza del<strong>la</strong> concentrazione di agente<br />
precipitante<br />
Fig.5: influenza del passaggio in sodio silicato<br />
Fig.6: Lavaggi in diverse condizioni come alternativa<br />
al<strong>la</strong> critica<br />
H SO 2 4<br />
H SO 2 4<br />
• soluzione 2 g/L di dis<strong>per</strong>dente.<br />
3. Risultati<br />
3.1 FASE 1 Sali di titanio e zirconio<br />
Variando le condizioni del<strong>la</strong> fase di impregnazione<br />
con il sale metallico è stato studiato l’effetto sul<strong>la</strong><br />
<strong>per</strong>centuale di carica del<strong>la</strong> concentrazione del sale in<br />
soluzione (Fig.1) e del numero di cicli (Fig.2), nonché<br />
l’influenza di alcune modifiche alle variabili o<strong>per</strong>ative<br />
(Fig.3) e del<strong>la</strong> concentrazione di agente precipitante<br />
(Fig.4) sul risultato del processo.<br />
Inoltre è stata indagata <strong>la</strong> possibilità di aggiunta di un<br />
finale bagno con sodio silicato (Fig.5) e <strong>la</strong> sostituzione<br />
del passaggio critico di centrifugazione con un <strong>la</strong>vaggio<br />
(Fig.6).<br />
Dal<strong>la</strong> valutazione delle variabili sopra elencate e non<br />
trascurando l’aspetto estetico finale del<strong>la</strong> seta (ad esem-<br />
pio spolvero su<strong>per</strong>ficiale difficilmente eliminabile ed<br />
eccessiva opacità), si sono messe a punto a livello di<br />
<strong>la</strong>boratorio le seguenti condizioni ottimizzate:<br />
• trattamento con agente cationizzante (10% owf ) a<br />
60°C con aggiunta di carbonato di sodio (2 g/L);<br />
• impregnazione nel<strong>la</strong> soluzione del sale del me-<br />
tallo (8 g/L, pH circa 2) a 90°C <strong>per</strong> 35 minuti con<br />
aggiunta di acido sulfammico (0,2 g/L) dopo 20<br />
minuti;<br />
• <strong>la</strong>vaggio con acqua a tem<strong>per</strong>atura ambiente <strong>per</strong> 3<br />
minuti;<br />
• precipitazione in soluzione 50 g/L di H 3 PO 4 a<br />
80°C <strong>per</strong> 15 minuti;<br />
• saponatura all’ebollizione <strong>per</strong> 10 minuti con una<br />
soluzione 2 g/L di dis<strong>per</strong>dente.<br />
Dalle prove a livello di <strong>la</strong>boratorio su matassine si osserva<br />
che <strong>la</strong> metodica ottimizzata è principalmente<br />
applicabile <strong>per</strong> lo zirconio solfato in quanto il titanio<br />
dà problemi di opacità finale e spolvero.<br />
Il passaggio critico di centrifugazione è stato ben sostituito<br />
da un più agevole <strong>la</strong>vaggio in acqua e, a livello<br />
di <strong>la</strong>boratorio, <strong>la</strong> carica con lo zirconio fornisce un aumento<br />
in peso del 14% mentre quel<strong>la</strong> con il titanio un<br />
Tab.1.1 Risultati dello scale up su rocche<br />
sale<br />
incremento<br />
Zirconio solfato 9,7 %<br />
Titanio solfato<br />
4,6 %<br />
Tab.2.1 Trattamento su matassine di seta purgata<br />
[zirconio<br />
solfato]<br />
incremento Lavaggio osservazioni<br />
20 g/L 0,4 % nessuno<br />
20 g/L 1,0 %<br />
20 g/L 10,6 %<br />
[zirconio<br />
solfato]<br />
20 g/L 9,2 %<br />
20 g/L 9,6 %<br />
Tre <strong>la</strong>vaggi<br />
con acqua<br />
Quattro<br />
<strong>la</strong>vaggi con<br />
ac.solforico<br />
diluito<br />
Prova<br />
interrotta <strong>per</strong><br />
precipitazione<br />
nel bagno<br />
Prova<br />
interrotta <strong>per</strong><br />
precipitazione<br />
nel bagno<br />
Prova<br />
portata a<br />
termine senza<br />
precipitazione<br />
Tab.2.2 Trattamento su rocchetti da seta purgata<br />
[zirconio<br />
solfato]<br />
incremento Lavaggio osservazioni<br />
20 g/L 7,2 %<br />
20 g/L 6,2 %<br />
20 g/L 13,7 %<br />
20 g/L 9,86 %<br />
un <strong>la</strong>vaggio<br />
con h 2 so 4<br />
6 <strong>la</strong>vaggi<br />
con h 2 so 4<br />
control<strong>la</strong>ndo<br />
il ph<br />
Bianco, opaco e<br />
molto<br />
polveroso<br />
Bianco, opaco e<br />
meno<br />
polveroso<br />
Tab.2.3 Trattamento su matassine e rocchetti di seta<br />
escludendo il processo di cationizzazione<br />
incremento substrato osservazioni<br />
Purgata<br />
matassina<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
matassina<br />
Purgata<br />
rocchetto<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
rocchetto<br />
Bianca, abb.<br />
lucida e<br />
craquante.<br />
Prova portata<br />
a termine<br />
Bianca, abb.<br />
lucida e<br />
craquante.<br />
Prova portata<br />
a termine<br />
Bianco, abb.<br />
lucido e<br />
craquante e<br />
non polveroso<br />
Bianco, abb.<br />
lucido e<br />
craquante e<br />
non polveroso<br />
<strong>la</strong> seta 17
[zirconio<br />
solfato]<br />
20 g/L 9,7 %<br />
20 g/L 8,4 %<br />
10 g/L 6,3 %<br />
10 g/L 12,9 %<br />
10 g/L 5,5 %<br />
10 g/L 10,8 %<br />
RICERCA<br />
Tab.2.4 Trattamenti semi-industriali<br />
su rocche con nuova metodica ottimizzata<br />
incremento substrato osservazioni<br />
Purgata (2<br />
rocche)<br />
Precaricata<br />
Maa (2<br />
rocche)<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
(1rocca,<br />
1ciclo)<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
(1rocca,<br />
2cicli)<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
(4rocche,<br />
1ciclo)<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
(4rocche,<br />
2cicli)<br />
Bianca, abb. lucida e<br />
craquante. Rosso<br />
Bianca, abb. lucida e<br />
craquante. Rosso<br />
Bianco, abb. lucido e<br />
craquante Rosso<br />
Bianco, abb. lucido e<br />
craquante Rosso<br />
abbastanza lucido e<br />
craquante Blu (0,15%-<br />
2,5%)<br />
abbastanza lucido e<br />
craquante Blu (0,15%-<br />
2,5%)<br />
Tab.2.5 analisi quantitativa di campioni di seta<br />
trattati con zirconio<br />
[zirconio<br />
solfato]<br />
20 g/L<br />
1ciclo<br />
20 g/L<br />
1ciclo<br />
10 g/L<br />
1ciclo<br />
10 g/L<br />
2cicli<br />
10 g/L<br />
1ciclo<br />
10 g/L<br />
2cicli<br />
Residuo<br />
<strong>per</strong>centuale<br />
carica<br />
s<strong>per</strong>imentale<br />
incremento del 6%.<br />
Ulteriore passaggio nel<strong>la</strong> s<strong>per</strong>imentazione è<br />
stato uno scale up semi-industriale su rocca<br />
con successiva tintura con coloranti reattivi.<br />
Lo scale up su rocca non ha dato i risultati<br />
s<strong>per</strong>ati:<br />
Infatti, anche se gli incrementi riportati nel<strong>la</strong><br />
Tab. 1.1 sono accettabili, le rocche si presen-<br />
Tab.2.6 Prove fisico-meccaniche su seta purgata e seta precaricata Maa trattate con <strong>la</strong> soluzione più concentrata del sale<br />
del metallo<br />
seta purgata<br />
seta purgata +<br />
Zrsolfato 20g/L 1ciclo<br />
seta precaricata<br />
seta precaricata +<br />
Zrsolfato 20g/L 1ciclo<br />
Tenacità<br />
allungamento<br />
al<strong>la</strong> rottura<br />
Tenacità<br />
allungamento<br />
alle rottura<br />
Tenacità<br />
allungamento<br />
al<strong>la</strong> rotura<br />
Tenacità<br />
allungamento<br />
al<strong>la</strong> rottura<br />
(g/den)<br />
(%)<br />
(g/den)<br />
(%)<br />
(g/den)<br />
(%)<br />
(g/den)<br />
(%)<br />
325 13,4 235 7,4 355 13,4 290 9,4<br />
300 12,8 220 7,8 375 13,8 275 8,6<br />
310 12,2 225 8,2 355 13,6 280 8,2<br />
300 13,2 245 7,6 355 14,4 270 8,4<br />
355 14,0 260 8,8 365 12,8 270 8,4<br />
318±23,1 13,12±0,7 237±16,0 7,96±0,6 361±8,9 13,12±0,6 277±8,4 8,6±0,5<br />
osservazioni<br />
9,2 % 9,7 % seta purgata<br />
8,0 % 8,4 %<br />
5,998 % 6,3 %<br />
11,8 % 12,9 %<br />
5,1 % 5,5 %<br />
9,8 % 7,8 %<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
Precaricata<br />
Maa<br />
Tab.2.7 Prove fisico-meccaniche su seta precaricata Maa trattata con <strong>la</strong> soluzione meno<br />
concentrata<br />
seta precaricata Maa<br />
seta precaricata +<br />
Zrsolfato 10g/L 1ciclo<br />
tano piuttosto opache, con tendenza allo “spolvero” e<br />
quindi difettose.<br />
Nel caso del trattamento con il titanio il problema<br />
“spolvero” e con esso un ingiallimento delle rocche<br />
seta precaricata +<br />
Zrsolfato 10g/L 2cicli<br />
caricate era prevedibile<br />
in quanto già riscontrato<br />
sulle matassine. Per il<br />
trattamento con lo zirconio,<br />
invece, le matassine<br />
non davano problemi di<br />
questo tipo ed il passaggio<br />
di sca<strong>la</strong> non ha confermato<br />
questo buon risultato.<br />
Per <strong>la</strong> successiva tintura<br />
con coloranti reattivi si<br />
è scelto un colore rosso<br />
scuro ottenuto utilizzando<br />
Levafix Scar<strong>la</strong>tto<br />
E-2GA GRAN e Levafix<br />
Rosso Bril<strong>la</strong>nte E-RN<br />
GRAN (Dystar) secondo<br />
una tipica ricetta di uso<br />
industriale.<br />
Le rocche si presentano<br />
partico<strong>la</strong>rmente “malunite”,<br />
piuttosto polverose<br />
ed a tratti praticamente<br />
bianche; i difetti del<strong>la</strong><br />
carica sono quindi ben<br />
evidenziati.<br />
3.2 FASE 2 Ulteriori<br />
studi <strong>per</strong> <strong>la</strong> carica con sali<br />
di zirconio su rocche<br />
3.2.1 Analisi<br />
morfologica<br />
La morfologia di alcuni<br />
fi<strong>la</strong>ti di seta trattati nel<br />
corso del<strong>la</strong> s<strong>per</strong>imentazione<br />
e rispettivi ri-<br />
ferimenti non trattati è<br />
stata valutata mediante<br />
microscopia ottica e le<br />
immagini osservate sono raccolte in Fig. 7. I campioni<br />
tal quali presentano su<strong>per</strong>fici piuttosto lisce, uniformi<br />
e rego<strong>la</strong>ri; quelli trattati, invece, evidenziano caratte-<br />
18 <strong>la</strong> seta <strong>la</strong> seta 19<br />
Tenacità<br />
(g/den)<br />
allung.<br />
(%)<br />
Tenacità<br />
(g/den)<br />
allung.<br />
(%)<br />
Tenacità<br />
(g/den)<br />
allung.<br />
355 13,4 300 10,4 255 7,2<br />
375 13,8 305 12,0 270 8,0<br />
355 13,6 305 10,6 250 7,0<br />
355 14,4 305 11,0 265 8,0<br />
365 12,8 300 10,6 245 7,4<br />
361±8,9 13,12±0,6 303±2,7 10,92±0,6 257±10,4 7,52±0,5<br />
Tab.2.8 Prove fisico-meccaniche su seta precaricata Maa trattata, in una seconda prova,<br />
con <strong>la</strong> soluzione meno concentrata del sale del metallo in un singolo ciclo oppure in un<br />
seta precaricata Maa<br />
Tenacità<br />
(g/den)<br />
allung.<br />
(%)<br />
seta precaricata +<br />
Zrsolfato 10g/L 1ciclo<br />
Tenacità<br />
(g/den)<br />
allung.<br />
(%)<br />
(%)<br />
seta precaricata +<br />
Zrsolfato 10g/L 2cicli<br />
Tenacità<br />
(g/den)<br />
allung.<br />
320 13,2 300 10,4 280 7,2<br />
345 13,8 305 10,0 300 8,0<br />
335 12,4 310 10,4 295 7,6<br />
325 13,8 310 10,6 285 8,6<br />
335 13,8 310 10,4 285 8,6<br />
332 ± 9,7 13,4 ± 0,6 307 ± 4,5 10,4 ± 0,2 289 ± 8,2 8,0 ± 0,6<br />
(%)
seta purgata<br />
non esposta<br />
Massimo carico (cn) allungamento (%)<br />
Tenacità max carico<br />
(gf/den)<br />
263,29 ± 15,38 21,92 ± 1,70 4,29 ± 0,25<br />
seta purgata esposta 223,25 ± 16,00 15,93 ± 1,52 3,63 ± 0,26<br />
seta purgata + Zr<br />
(1ciclo) non esposta<br />
seta purgata + Zr<br />
(1cilco) esposta<br />
seta purgata + Zr<br />
(1cilco) esposta<br />
seta precaricata con<br />
Maa non esposta<br />
seta precaricata con<br />
Maa esposta<br />
seta precaricata con<br />
Maa + Zr (1ciclo) non<br />
esposta<br />
seta precaricata con<br />
Maa + Zr (1ciclo)<br />
esposta<br />
seta precaricata con<br />
Maa + Zr (1ciclo)<br />
esposta<br />
RICERCA<br />
Tab.2.9 Prove analisi fisico-meccaniche pre- e post-esposizione a luce artificiale (Xenotest)<br />
ristici puntini o striature biancastre.<br />
3.2.2 Analisi quantitativa<br />
La determinazione quantitativa del<strong>la</strong> componente inor-<br />
ganica fissata sul<strong>la</strong> fibra viene effettuata mediante<br />
incenerimento e quantificazione delle ceneri:<br />
• una ben definita quantità di fibra in analisi viene<br />
sottoposta ad incenerimento tramite bunsen elettrico<br />
fino a ceneri tendenzialmente bianche, quindi<br />
a calcinazione in muffo<strong>la</strong> a 550°C <strong>per</strong> 16 ore.<br />
I risultati ottenuti sono riassunti in Tab.2.5 e si può<br />
210,94 ± 7,49 12,50 ± 0,93 2,97 ± 0,11<br />
141,07 ± 10,87 6,95 ± 0,94 2,30 ± 0,18<br />
164,89 ± 7,28 9,58 ± 0,80 2,68 ± 0,12<br />
291,99 ± 11,69 20,81 ± 1,16 4,75 ± 0,19<br />
270,30 ± 7,55 16,74 ± 1,79 4,40 ± 0,12<br />
262,22 ± 7,08 11,76 ± 0,95 2,40 ± 0,06<br />
197,96 ± 12,51 7,10 ± 0,93 3,22 ± 0,20<br />
190,42 ± 10,27 9,57 ± 1,04 3,10 ± 0,17<br />
osservare una buona corrispondenza tra le <strong>per</strong>centuali<br />
di residuo <strong>per</strong> incenerimento e di incremento in peso<br />
dopo carica.<br />
3.2.3 Prove fisico-meccaniche<br />
A partire da alcune rocche variamente trattate con zirconio<br />
solfato si effettuano analisi di tenacità ed allungamento<br />
a rottura in confronto a seta tal quale (Tab.<br />
2.6, 2.7, 2.8).<br />
Si osserva principalmente che: i) sia <strong>la</strong> seta trattata<br />
con un singolo ciclo di impregnazione in zirconio sol-<br />
Fig.7: Fotografia al microscopio<br />
ottico<br />
Fig.8: Test di infiammabilità: confronto<br />
tra una seta TQ (sopra) ed<br />
una seta trattata con Zr (sotto)<br />
fato 20 g/L sia quel<strong>la</strong> trattata con un<br />
doppio ciclo di impregnazione nel<strong>la</strong><br />
soluzione del sale del metallo 10 g/L<br />
evidenziano problemi di indebolimento<br />
del filo; ii) <strong>la</strong> seta trattata con<br />
un singolo ciclo di impregnazione<br />
nel<strong>la</strong> soluzione di zirconio solfato a<br />
minore concentrazione (10 g/L), invece,<br />
presenta <strong>per</strong>dite più contenute<br />
e quindi il fi<strong>la</strong>to finale può essere<br />
accettabile.<br />
Inoltre <strong>per</strong> le rocche, sia di seta<br />
purgata sia di seta precaricata<br />
con MAA, trattate con un singolo<br />
ciclo di impregnazione<br />
nel<strong>la</strong> soluzione del sale del me-<br />
tallo a maggiore concentrazio-<br />
ne (20 g/L) si effettuano analisi<br />
fisico-meccaniche (in partico<strong>la</strong>re<br />
massimo carico, allungamento<br />
a rottura e tenacità) sia<br />
prima che dopo esposizione a<br />
luce artificiale-<strong>la</strong>mpada ad arco<br />
allo xeno (Xenotest) <strong>per</strong> 100 ore<br />
NO-TURNING MODE (Tab.<br />
2.9).<br />
Sia <strong>per</strong> <strong>la</strong> seta purgata sia <strong>per</strong><br />
quel<strong>la</strong> precaricata con MAA tal quali l’esposizione a<br />
luce artificiale produce una diminuzione delle ca-<br />
ratteristiche fisico-meccaniche. Il trattamento con il<br />
metallo indebolisce il fi<strong>la</strong>to ed amplifica ulteriormente<br />
l’effetto di degradazione indotto del<strong>la</strong> radiazione.<br />
3.2.4 Test di infiammabilità<br />
La carica modifica alcune delle proprietà del<strong>la</strong> seta e<br />
tra queste il comportamento al<strong>la</strong> fiamma.<br />
seta caricata con Maa<br />
Per il test di infiammabilità sono state preparate delle<br />
calze tubo<strong>la</strong>ri direttamente dalle rocche ed è stata utilizzata<br />
<strong>la</strong> Norma americana (CFR 16, Parte 1610) <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> valutazione e re<strong>la</strong>tivo apparecchio. I risultati mo-<br />
strano che <strong>la</strong> seta trattata migliora le prestazioni di<br />
f<strong>la</strong>me retardancy.<br />
Una calza di seta non trattata ha un tempo medio di<br />
combustione di 7,5 secondi e sviluppa alte fiamme con<br />
totale combustione del<strong>la</strong> parte esposta. Nelle mede-<br />
20 <strong>la</strong> seta <strong>la</strong> seta 21<br />
seta purgata<br />
seta purgata trattata con Zr<br />
seta precaricata Maa<br />
trattata con Zr<br />
Fig.7<br />
Fig.8
sime condizioni di test <strong>la</strong> calza di seta trattata con il<br />
processo di carica inorganica allo zirconio raggiunge,<br />
invece, un tempo di combustione di 14,5 secondi e<br />
genera fiamme basse che si propagano lentamente; è<br />
significativo osservare a test avvenuto che una porzio-<br />
ne del<strong>la</strong> calza trattata rimane incombusta (~ 10-20 %)<br />
e che l’anima carboniosa del<strong>la</strong> stessa non viene completamente<br />
incenerita (Fig. 8).<br />
4. Conclusioni<br />
4.1 FASE 1 Sali di titanio e zirconio<br />
A conclusione di questo <strong>la</strong>voro possiamo mettere in<br />
evidenza le seguenti osservazioni:<br />
• lo studio sistematico delle variabili o<strong>per</strong>ative del<br />
processo di carica inorganica di fi<strong>la</strong>to serico ha<br />
portato ad una metodica ottimizzata a livello di<br />
<strong>la</strong>boratorio con sali di zirconio e titanio;<br />
• <strong>la</strong> carica con zirconio ha fornito migliori risultati<br />
rispetto a quel<strong>la</strong> con titanio ed è quindi da consi-<br />
derarsi più promettente;<br />
• lo SCALE UP su rocche non è stato efficace<br />
e sono <strong>per</strong>tanto auspicabili ulteriori studi <strong>per</strong><br />
l’ottimizzazione del processo anche a livello semiindustriale.<br />
4.2 FASE 2 Ulteriori studi <strong>per</strong> <strong>la</strong> carica con sali di<br />
zirconio su rocche<br />
A seguito dei numerosi trattamenti e caratterizzazioni<br />
effettuati, è possibile trarre le seguenti osservazioni<br />
conclusive:<br />
• l’ottimizzazione dell’intera procedura di carica<br />
minerale con zirconio solfato è stata raggiunta<br />
a livello di <strong>la</strong>boratorio e, aspetto più rilevante,<br />
su sca<strong>la</strong> semi-industriale. Con ciò si intende<br />
l’ottenimento di fi<strong>la</strong>to lucido, bianco - non ingial-<br />
lito - e con mano craquante in completa assenza<br />
di “spolvero”;<br />
• <strong>la</strong> concentrazione ottimale del bagno di impre-<br />
gnazione con il sale del metallo è di 10 g/L;<br />
• <strong>la</strong> principale proprietà tecnologica conferita al<br />
tessile nobilitato con tale processo di carica inorganica<br />
è il ritardo al<strong>la</strong> fiamma. Nel caso di maglia<br />
tubo<strong>la</strong>re i tempi di risposta al test di infiammabi-<br />
lità sono infatti raddoppiati rispetto al<strong>la</strong> fibra tal<br />
quale.<br />
22 <strong>la</strong> seta<br />
Bibliografia<br />
1. G.M. Colonna, A. Franchini, S. Florian, B. Marcandalli,<br />
Carica del<strong>la</strong> seta con sali di zirconio, La <strong>Seta</strong>, 3,<br />
102-106, 2003<br />
1. A. Clearfield, R. Blessing, A. Stynes, Chem. Abstr.,<br />
69, 2249-2258, 1968.<br />
1. L. Sedaklova, V. Pekarek, Chem. Abstr., 64,130-132,<br />
1966.<br />
1. C. Trobajo, S. A. Khainakov, A. Espina, Chem.<br />
Mater., 12, 1787-1790, 2000.<br />
Gli Autori ringraziano il sig. Walter Carrer (InnovHub -<br />
Divisione <strong>Stazione</strong> <strong>S<strong>per</strong>imentale</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>Seta</strong>) <strong>per</strong> le prove<br />
fisico-meccaniche, il sig. Alessandro Giummo (Tintoria Ambrogio<br />
Pessina) <strong>per</strong> l’assistenza nelle prove industriali e il<br />
dott. Andrea Franchini (Rel.Co.) <strong>per</strong> gli utili suggerimenti<br />
applicativi.<br />
Una ricerca del Centro Tessile Serico,<br />
proprietario del marchio<br />
ISeri.co e il suo team<br />
di aziende tessili crescono<br />
Un marchio di garanzia che dà risposte ai clienti<br />
sui parametri di qualità dei tessuti serici.<br />
Il team di aziende riunite attorno<br />
al marchio SERI.CO continuano<br />
l’o<strong>per</strong>a di qualificazione del<strong>la</strong> loro<br />
produzione <strong>per</strong> assicurare ai loro<br />
clienti tessuti con alte prestazioni.<br />
Ottimizzare <strong>la</strong> solidità del colore<br />
è diventata una meta del piano di<br />
gestione e promozione del marchio<br />
<strong>per</strong> il <strong>per</strong>iodo 2011-2013.<br />
Nell’articolo di Gatti e Parravicini<br />
vengono illustrati i risultati del<strong>la</strong><br />
prima fase del<strong>la</strong> ricerca scien-<br />
tifica impostata in argomento.<br />
Il team SERI.CO intende dare<br />
fondamenta “solide” agli impegni<br />
che i membri prendono entrando<br />
a far parte del<strong>la</strong> comunità auto-<br />
rizzata ad usare il marchio.<br />
<strong>la</strong> seta 23
Solidità del colore<br />
sui tessuti serici<br />
RA FILATI<br />
e diagramma di tintura<br />
I primi risultati di un piano di ricerca<br />
1: 3.3% NERO C.I 107 + 0.26% GIALLO C.I.67 + 0.27% BRUNO C.I.282<br />
2: 3.9% NERO PREMETALLIZZATO MISCELA + 1.56% BRUNO C.I.282<br />
M.GATTI, S.PARRAVICInI<br />
3: 4.75% Centro tessile NERO serico C.I.172 - Como + 1.42% GIALLO C.I.67 + 0.7% AZZURRO C.I.83<br />
Tem<strong>per</strong>atura (°C)<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
1.5°C/min<br />
40<br />
H2O 0,2ml/l CH3COOH N20<br />
A B C<br />
0<br />
0 20 40 60 80 100 120<br />
Tempi (minuti)<br />
A: 0.5g/l ugualizzante<br />
Nel piano di gestione B: % e promozione coloranti del marchio Seri.<br />
Co, le aziende del team hanno iniziato nel 2011 lo<br />
Fig.1: a: 0,5 g/l ugualizzante; B: x % coloranti; c: 1<br />
C: 1g/l donatore d’acido sviluppo di due ricerche aventi lo scopo di:<br />
g/l e donatore 1g/l ammonio d’acido e 1 g/l solfato ammonio solfato<br />
• a) ottimizzare D: le 1 solidità ml/l del acido fi<strong>la</strong>to e del acetico tessuto di<br />
gramma che sarà sviluppato nel corso del <strong>2012</strong> e sarà<br />
seta tinti con coloranti acidi e premetallizzati in<br />
esteso ad una più ampia gamma di tonalità critiche<br />
tono nero;<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> tintura su seta e al<strong>la</strong> valutazione <strong>per</strong> le stampe<br />
• b) valutare le solidità del<strong>la</strong> stampa ink-jet al<strong>la</strong><br />
ink-jet dei risultati ottenuti con le diverse tecnologie<br />
luce e ai trattamenti ad umido, prima e dopo<br />
attualmente disponibili.<br />
l’applicazione di un solidogeno.<br />
Tali risultati hanno evidenziato che:<br />
Tali ricerche costituiscono <strong>la</strong> fase iniziale di un pro- 2011 • a) con le tinture è possibile ottenere solidità con<br />
24 <strong>la</strong> seta<br />
104°C<br />
D<br />
seguono due <strong>la</strong>vaggi in acqua e uno acido (0,2 ml/l acido acetico)<br />
o: presentazione delle principali attività realizzate nel quadro del Piano triennale 2011-2013 - 6 dicembre<br />
Tab.1 Prova di solidità all’acqua (uni En iso 105 E01:2010) delle tinture in nero su fi<strong>la</strong>to, prima e dopo trattamento<br />
con fissatore<br />
solidità del colore<br />
all’acqua<br />
uni En iso 105 E01: 2010<br />
Ricetta 1 Ricetta 1<br />
+ fissatore<br />
indici pari o su<strong>per</strong>iore a 3 sia su fi<strong>la</strong>to che su tessuto<br />
di seta selezionando opportunamente i co-<br />
loranti ed effettuando un successivo trattamento<br />
di fissazione;<br />
• b) con <strong>la</strong> stampa ink-jet è possibile ottenere solidità<br />
ai trattamenti ad umido buone ed ottime<br />
purché le stampe siano trattate con fissatori durante<br />
il procedimento di <strong>la</strong>vaggio dopo stampa o<br />
di finissaggio. Fanno eccezione taluni toni che,<br />
specialmente <strong>per</strong> <strong>la</strong> solidità al<strong>la</strong> luce, non consentono<br />
di ottenere indice almeno pari a 3. In questo<br />
caso il trattamento con fissatore non è efficace e<br />
occorre o modificare il colorante o scegliere un<br />
punto di colore leggermente differente.<br />
Si riportano di seguito le procedure seguite <strong>per</strong> le tinture<br />
dei fi<strong>la</strong>ti e dei tessuti di seta in tono nero con i<br />
valori di solidità ottenuti.<br />
Primi risultati del<strong>la</strong> ricerca tecnica re<strong>la</strong>tiva<br />
all’ottimizzazione delle solidità delle tinte su fi<strong>la</strong>to di<br />
seta<br />
Le prove sono state eseguite su un fi<strong>la</strong>to di seta (organzino)<br />
purgato secondo le normali procedure e le<br />
ricette testate utilizzando coloranti acidi o premetallizzati<br />
sono state scelte allo scopo di ottenere dei neri<br />
pieni, ma con diverse “fiamme”.<br />
Ricetta 2 Ricetta 2<br />
+<br />
fissatore<br />
Ricetta<br />
3<br />
Ricetta 3<br />
+ fissatore<br />
degradazione del colore 4/5 4/5 4/5 4/5 4/5 4/5<br />
scarico su <strong>la</strong>na 3/4 4/5 3/4 4/5 3/4 4<br />
scarico su acrilico 3/4 4/5 4 4/5 4 4/5<br />
scarico su poliestere 3/4 4/5 4 4/5 3/4 4/5<br />
scarico su poliammide 3 4/5 3/4 4 2/3 3/4<br />
scarico su cotone 3/4 4/5 3/4 4/5 3/4 4/5<br />
scarico su acetato 3/4 4/5 3/4 4/5 3/4 4/5<br />
2<br />
Ricetta N°1: 3,3% NERO C.I. 107 + 0,26% GIAL-<br />
LO C.I. 67 + 0,27% BRUNO C.I. 282<br />
Ricetta N°2: 3,9% NERO LANASYN NGL C.I.<br />
MISCELA + 1,56% BRUNO C.I. 282<br />
Ricetta N°3: 4,75% NERO C.I. 172 + 1,42% GIAL-<br />
LO C.I. 67 + 0,7% AZZURRO C.I. 83<br />
Seguono due <strong>la</strong>vaggi con acqua e uno con acido (0,2<br />
ml/l acido acetico).<br />
Le tinture così ottenute sono state successivamente<br />
testate <strong>per</strong> valutarne le solidità secondo le norme UNI:<br />
solidità del colore al sudore acido e alcalino (UNI EN<br />
ISO 105 E04: 2009), solidità allo sfregamento a secco<br />
e a umido (UNI EN ISO 105 X12:2003) e solidità del<br />
colore all’acqua (UNI EN ISO 105 E01:2010).<br />
In generale <strong>la</strong> solidità al sudore acido e alcalino e <strong>la</strong><br />
solidità allo sfregamento presentano valori di scarico<br />
del colore uguali o su<strong>per</strong>iori a 3, quindi accettabili sia<br />
<strong>per</strong> gli standard di mercato che <strong>per</strong> gli standard del<br />
marchio Seri.co che richiede come indice minimo il<br />
valore 3.<br />
La solidità più critica si è rive<strong>la</strong>ta invece quel<strong>la</strong><br />
all’acqua, soprattutto <strong>per</strong> quel che riguarda lo scarico<br />
su poliammide. Non tutte le ricette testate riescono a<br />
rispettare gli standard di qualità del marchio Seri.co<br />
e si è quindi deciso di procedere con un trattamento<br />
post-tintoriale <strong>per</strong> l’applicazione di un fissatore (in<br />
<strong>la</strong> seta 25
TINTURA SU TESSUTO<br />
Diagramma di tintura<br />
Diagramma di Tintura utilizzato;<br />
Bagno iniziale : acqua demineralizzata + ugualizzante e sequestrante<br />
Punti B – D – E : aggiunte di sale in 3 porzioni<br />
Punto C : aggiunta di colorante<br />
Punto F : aggiunta di Acido Acetico<br />
* : Trattamento con fissatore<br />
dustrialmente questo tipo di trattamento può essere<br />
eseguito direttamente su fi<strong>la</strong>to oppure in fasi succes- Fig.2: Punto a: acqua + 0,2% ugualizzante + 0,2<br />
sive di <strong>la</strong>vorazione).<br />
g/l sequestrante;<br />
Il fissatore è un derivato da poliammina quaternaria Punti B – d – E: 1/3 di 4 g/l di sodio cloruro e 1/3<br />
ed è stato applicato <strong>per</strong> esaurimento (2% fissatore + di 3 g/l di ammonio solfato;<br />
0,3g/l acido acetico a 25°C <strong>per</strong> 15 minuti).<br />
Punto c: X % di colorante;<br />
Nel<strong>la</strong> Tab.1 sono riportati i risultati del<strong>la</strong> prova di Punto F: aggiunta di eventuale acido acetico;<br />
solidità all’acqua (UNI EN ISO 105 E01:2010) delle Punto G: post trattamento con l’uso di uno dei tre<br />
tinture in nero su fi<strong>la</strong>to, prima e dopo trattamento con fissatori a base di poliammina quaternaria o poliefissatore.<br />
tilen poliammina<br />
Seri.co: presentazione delle principali attività realizzate<br />
a secco e a<br />
nel<br />
umido<br />
quadro<br />
(UNI<br />
del<br />
EN<br />
Piano<br />
ISO 105<br />
triennale<br />
X12: 2003)<br />
2011-2013<br />
e<br />
– 6<br />
Primi risultati del<strong>la</strong> ricerca tecnica re<strong>la</strong>tivi<br />
dicembre solidità 2011 del colore all’acqua (UNI EN ISO 105 E01:<br />
all’ottimizzazione delle solidità delle tinte di tono nero 2010).<br />
su tessuti di seta<br />
La Tab.2 riporta i valori di solidità dei tessuti di seta<br />
Le prove sono state eseguite su un tessuto di seta cre- senza post trattamento e con post trattamenti con dispo<br />
e le ricette sono state scelte <strong>per</strong> ottenere dei neri versi fissatori a base di poliammina quaternaria o po-<br />
pieni, ma con diverse “fiamme”.<br />
lietilen poliammina. La ricerca ha evidenziato che i<br />
campioni senza post trattamento hanno valori inferio-<br />
Ricetta N°1: 4,5% Nero Acido C.I. 194 + 0,52%<br />
Arancio Acido C.I. 67 + 0,8% Blu Acido C.I. 260<br />
Ricetta N°2: 4,3% Nero Acido C.I. 194 + 0,4% Arancio<br />
Acido C.I. 67 + 0,8% Blu Premetallizzato Misce<strong>la</strong><br />
ri a 3. Con l’utilizzo del fissatore si possono ottenere<br />
valori pari o su<strong>per</strong>iori a 3, quindi in linea con le attuali<br />
richieste di mercato.<br />
Allo scopo di rendere più leggibili le tabelle, <strong>per</strong> le<br />
solidità al sudore acido e alcalino e le solidità all’acqua<br />
Le tinture così ottenute sono state successivamente<br />
testate <strong>per</strong> valutarne le solidità secondo le norme<br />
UNI: solidità del colore al sudore acido e alcalino<br />
(UNI EN ISO E04: 2009), solidità allo sfregamento<br />
sono stati riportati i soli valori di stingimento su fibra<br />
poliammidica che risultano i più critici.<br />
26 <strong>la</strong> seta<br />
8<br />
TaBELLa RiassunTiVa daTi di soLidiTÀ<br />
Ricetta n°1; Tessuto: crespo seta<br />
solidità del colore al sudore acido<br />
uni En iso 105 E04: 2009<br />
Tintura<br />
non trattata<br />
*= soluzione acquosa di derivato da polietilen poliammina<br />
**=soluzione acquosa di derivato da poliammina quaternaria<br />
Tinture trattate<br />
con Fissatore n°1 *<br />
Tinture trattate<br />
con Fissatore n°2 **<br />
Tinture trattate<br />
con Fissatore n°3 **<br />
degradazione del colore 4-5 4-5 4-5 4-5<br />
scarico su poliammide 3 4 3-4 3-4<br />
solidità del colore al sudore alcalino<br />
uni En iso 105 E04: 2009<br />
Tab.2 dati di solidità ottenuti su tessuti di seta<br />
degradazione del colore 4-5 4-5 4-5 4-5<br />
scarico su poliammide 2 4 3-4 4<br />
solidità del colore allo sfregamento<br />
uni En iso 105 X12: 2003<br />
scarico su cotone - sEcco 4 3-4 4 4<br />
scarico su cotone - uMido 3-4 3-4 3-4 3-4<br />
solidità del colore all’acqua<br />
uni En iso 105 E01: 2010<br />
degradazione del colore 4-5 4-5 4-5 4-5<br />
scarico su poliammide 2 4 3-4 3-4<br />
TaBELLa RiassunTiVa daTi di soLidiTÀ<br />
Ricetta n°2; Tessuto: crespo seta<br />
Tintura<br />
non trattata<br />
Tinture trattate<br />
con Fissatore n°1 *<br />
Tinture trattate<br />
con Fissatore n°2 **<br />
Tinture trattate<br />
con Fissatore n°3 **<br />
solidità del colore al sudore acido<br />
uni En iso 105 E04: 2009<br />
degradazione del colore 4-5 4-5 4-5 4-5<br />
scarico su poliammide 3-4 4 4 4<br />
solidità del colore al sudore alcalino<br />
uni En iso 105 E04: 2009<br />
degradazione del colore 4-5 4-5 4-5 4-5<br />
scarico su poliammide 2 4 4 4<br />
solidità del colore allo sfregamento<br />
uni En iso 105 X12: 2003<br />
scarico su cotone - sEcco 4 4 4 4<br />
scarico su cotone - uMido 3-4 3 3 3<br />
solidità del colore all’acqua<br />
uni En iso 105 E01: 2010<br />
degradazione del colore 4-5 4-5 4-5 4-5<br />
scarico su poliammide 3 4 4 3-4<br />
<strong>la</strong> seta 27
Anche noi, di , facciamo ricerca, nei nostri <strong>la</strong>boratori. Uniamo il potenziale<br />
del bambino curioso a quello dello scienziato che <strong>la</strong>vora con metodo. Assieme<br />
alle aziende tessili che vogliono rinnovarsi. La curiosità è solo un gioco, senza<br />
un <strong>la</strong>boratorio.<br />
SSS, divisione di INNOVHUB-SSI, esegue anche analisi accreditate su fibre, fi<strong>la</strong>ti, tessuti,<br />
capi. Maggiori informazioni e richiesta preventivi su www.ssiseta.it, al<strong>la</strong> pagina Servizi.<br />
Mi<strong>la</strong>no, via G. Colombo, 83 •Telefono: 02.2665990/02.70635047 • email:info@ssiseta.it