Aprile 2011 - Cronache Cilentane
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cronache cilentane società<br />
10<br />
aprile <strong>2011</strong><br />
Mi capitò una volta di andare in<br />
Veneto, e precisamente a Venezia. La<br />
giornata era uggiosa e perlopiù piovosa,<br />
tant'è che dopo aver fatto su e<br />
giù per le calle, alla fine, stanco di<br />
accogliere addosso l'acqua che incessantemente<br />
cadeva dal cielo plumbeo,<br />
entrai in un bugigattolo che l'insegna<br />
descriveva come taverna (ma<br />
sarebbe stato più appropriato "bettola"<br />
a mio dire). Come vuoi e come<br />
non vuoi, mi asciugai alla meglio e mi<br />
appressai al banco per chiedere qualcosa<br />
da bere. Mentre ero in fila sentivo<br />
ripetere spesso la frase " Dame un<br />
biancheto". Incuriosito, mi azzardai a<br />
chiedere la stessa cosa, e mi fu servito<br />
un bel bicchiere di vino giallo<br />
paglierino, il bianchetto appunto. La<br />
vicenda mi è tornata in mente dopo<br />
aver letto su di un quotidiano della<br />
visita del ministro dell'agricoltura nel<br />
nostro Cilento, quando appunto dopo<br />
aver tenuto un intervento sulla dieta<br />
mediterranea è stato ospite di un<br />
rinomato albergo di un rinomato centro<br />
costiero. Tra le pietanze offertegli<br />
a pranzo, un piatto di "bianchetti"<br />
che il ministro subito indica come vietati<br />
dalle nuove normative sulla<br />
pesca. Al che il ristoratore gli risponde<br />
che non sono di provenienza italiana.<br />
La vicenda è stata magistralmente<br />
dipinta nella vignetta del numero<br />
scorso dall'amico Corrado Lucibello.<br />
Fin qui il fatto. Ora le considerazioni.<br />
Che la dieta mediterranea sia ormai<br />
un patrimonio storico e culturale del<br />
nostro Cilento è cosa indiscussa e va<br />
al di là di ogni ragionevole dubbio.<br />
Che la stessa, grazie ad un'opera<br />
divulgativa, descrittiva e propagandistica<br />
portata avanti anche dal nostro<br />
“<strong>Cronache</strong> <strong>Cilentane</strong>” sia diventata<br />
Patrimonio Immateriale dell'Uniesco,<br />
è un merito che compete a chiunque<br />
di noi si sia adoperato senza secondi<br />
Anche a Pisciotta l’evento di fede dell’anno liturgico<br />
è rappresentato dalla “Semana Santa”. Ma il<br />
tutto ha inizio dai venerdì di Quaresima, dove un<br />
ruolo centrale è svolto dall’Arciconfraternita di S.<br />
Agnello Abate. Tre confratelli coadiuvano il parroco<br />
lungo il doloroso ma salvifico percorso delle XIV<br />
Stazioni della Via Crucis. La Domenica delle Palme<br />
si ricorda con il rito della benedizione delle stesse o<br />
dei rami d’ulivo il trionfale ingresso di Cristo a<br />
Gerusalemme e si parte in processione dalla Chiesa<br />
di via Tuvolo per arrivare alla Chiesa Madre e sempre<br />
con la presenza del Pio Sodalizio pisciottano.<br />
Un bianchetto, per favore!<br />
fini, per far conoscere ed apprezzare<br />
qualcosa che è anche più di una semplice<br />
dieta, ma uno stile di vita sano e<br />
salutare, oltre che propedeutico ad<br />
un'età longeva (come dimostra l'alto<br />
numero di nonnini ultracentenari che<br />
il nostro Cilento annovera). Ma che la<br />
stessa venga usata come mezzo di<br />
propaganda a fini politici o meramente<br />
economici, questo dovrebbe farci<br />
indignare tutti.<br />
Molto spesso si confonde quello<br />
che è il leitmotiv della “Dieta Mediterranea”<br />
che Ancel Keys definì come<br />
“eat well, stay well”, ovvero mangiar<br />
bene per vivere meglio. La frase<br />
“mangiar bene” spesso è confusa con<br />
il “buon mangiare” attività non proprio<br />
simile in quanto il mangiar bene<br />
spesso implica dei sacrifici a tavola,<br />
cosa che il buon mangiare vieta<br />
espressamente, almeno a mio dire.<br />
Un esempio chiarirà il concetto.<br />
Una bella frittura di paranza è un<br />
esempio di“mangiar bene” (risp. A) o<br />
di buon mangiare (risp. B)?<br />
Per chi risponde A, dico: Complimenti,<br />
sei un vero buongustaio. Pur-<br />
di Leonardo Giambattista Venneri<br />
troppo la risposta è sbagliata pertanto<br />
ti invito a rileggere gli atti dei convegni<br />
mediterranei.<br />
Per chi ha correttamente risposto B<br />
dico: Complimenti ben conosci lo spirito<br />
della dieta mediterranea che,<br />
come tutte le diete, impone dei sacrifici<br />
soprattutto a tavola.<br />
In effetti la frittura di cui sopra,<br />
sebbene un prelibatissimo piatto,<br />
quand'anche preparata con tutti i crismi<br />
di una buona cucina, sfortunatamente<br />
è pur sempre una pietanza<br />
“fritta” e come tale “poco praticata”<br />
in una corretta dieta mediterranea, se<br />
non proprio bandita<br />
(Ma non mi sento di dirlo a gran<br />
voce, in quanto io stesso ogni tanto<br />
mi abbandono ai piaceri della tavola<br />
ritenendomi non a torto un estimatore<br />
della frittura di paranza...)<br />
Tornando a noi, spesso si confonde<br />
quello che è un ottimo piatto ben<br />
cucinato, magari presente nella tradizione<br />
eno-gastronomica del nostro<br />
territorio, con tutt'altro. Non necessariamente<br />
tutte le pietanze della<br />
nostra cucina devono essere automa-<br />
ticamente classificati come piatti della<br />
“Dieta mediterranea” il cui menù è<br />
semplice e scarno e proprio nella sua<br />
semplicità di materia prima, e di preparazione,<br />
e di condimento racchiude<br />
quel “mangiar bene” di Keys.<br />
Una cosa è la “Dieta Mediterranea”,<br />
altra cosa un piatto che magari<br />
sarà anche tradizionale, sarà anche<br />
tipico ed indicativo di un territorio,<br />
ma che di dietetico non ha nulla.<br />
Tant'è che che per questi prodotti è<br />
sorta la certificazione di “ presidio<br />
slow food”.<br />
Ma sulla facilità di confusione tra<br />
dieta mediterranea e presidio slow<br />
food torneremo in seguito, avendo<br />
già abusato dell'ospitalità di queste<br />
pagine.<br />
Pertanto saluto tutti e colgo l'occasione<br />
per invitare il neo-ministro dell'agricoltura<br />
nel nostro cilento, mio<br />
ospite a pranzo, col seguente menù<br />
esclusivamente TUTTO MEDITERRA-<br />
NEO:<br />
Antipasto: Tagliere di Salumi<br />
Tartufati con pecorino di fossa;<br />
Tris di Primi:<br />
a) Risotto alla milanese mantecato<br />
con burro alpino al mango;<br />
b) Strozzapreti Salsiccia di Norcia e<br />
Porcini<br />
c) Tortellini Emiliani panna e prosciutto<br />
Tris di secondi Mari e Monti:<br />
a) Spiedini di anguilla<br />
b) Storione allo yogurt<br />
c) Stinco di Maiale con brovada<br />
Contorno: Patate al forno con<br />
essenza di tartufo e maggiorana<br />
Barbabietole alla crema<br />
Dolce: Cassatina siciliana; Bavarese<br />
al pistacchio.<br />
Vino: ovviamente un bel Pinot Grigio.<br />
Buona Pasqua a tutti e soprattutto<br />
BUON APPETITO !!!<br />
La settimana santa a Pisciotta<br />
Il Giovedì Santo l’Arciconfraternita di S. Agnello abate distribuirà dei<br />
panini ai fedeli presenti in chiesa come segno di amore<br />
Nel frattempo sono tanti i fedeli che hanno messo a<br />
nascere chicchi di grano che serviranno per allestire<br />
uno straordinario Sepolcro, luogo di profonda meditazione<br />
e preghiera. Il Giovedì Santo viene celebrata<br />
l’Ultima Cena di Nostro Signore e, mentre lo<br />
scorso anno, hanno interpretato la parte dei dodici<br />
Apostoli altrettante persone adulte, quest’anno il<br />
parroco don Franco Giordano laverà i piedi, come<br />
fece Gesù, e dividerà il pane e berrà il vino con giovani<br />
della parrocchia. Al termine della Santa Messa,<br />
come da tradizione, l’Arciconfraternita di S. Agnello<br />
Abate, distribuirà dei panini ai numerosi fedeli presenti,<br />
segno di amore e che tutti devono sentirsi<br />
apostoli ed evangelizzatori. Il Venerdì Santo si toccano<br />
le massime vette di fede, di emozione e di<br />
commozione. Grazie alla Passione e Morte di Cristo<br />
sulla Croce che diventa l’unico espiatore della colpa<br />
commessa da tutti che è il peccato, Dio esprime il<br />
suo grande amore per la salvezza dell’umanità.<br />
Durante le celebrazioni di questo immenso dolore, il<br />
bacio della Croce acquista un significato talmente<br />
alto che dovrebbe essere ricordato per l’intero anno<br />
e non soltanto nel momento in cui si svolge. L’intera<br />
Arciconfraternita di S. Agnello Abate, quest’anno<br />
presenzierà per la prima volta anche la rinata congrega<br />
dell’Assunta, si accosterà tutta compatta al<br />
bacio del Sacro Legno. Al termine delle funzioni si<br />
svolgerà la struggente processione al Calvario di<br />
Gesù morto, la cui bara è portata da quattro confratelli,<br />
affiancati da altrettanti che porteranno delle<br />
lampade importanti la cui luce ha il grande significato<br />
di ribadire che Nostro Signore anche da morto<br />
è vivo, segue la straordinaria statua della Madonna<br />
Addolorata che i fedeli fanno letteralmente a gara<br />
per portarla, e dietro ancora la banda cittadina che<br />
quasi ininterrottamente suona le commoventi note<br />
dello Stabat Mater, musicato dal pisciottano Camillo<br />
Buonomo. Raccontarla e non viverla è un compito<br />
arduo. Prendo a prestito alcuni versi di due poeti<br />
pisciottani: Gennaro Mazzotti ed Aniello Fiorillo, in<br />
lingua il primo ed in vernacolo il secondo, che hanno<br />
partorito due capolavori nei quali hanno fissato<br />
ed immortalato fotogrammi dell’evento di fede:” …<br />
E’ la confraternita di S. Agnello col suo priore e al<br />
gran completo “imbacuccata” per la circostanza a<br />
rendere più tragico e commovente l’ultimo cammino<br />
in questa sera di Gesù e Maria … Pisciotta piange,<br />
speranzosa, di riveder Gesù vittorioso …<br />
Venerdì Santo, Pisciotta, la fede … “ e “U capu<br />
banda prontu, rai l’attaccu cu ‘na manu: quattu battuti<br />
forti, poi cittu, chianu chianu. U compitu ri fratielli<br />
cu baluccu aizatu, è di carrià u Signuri, addù<br />
vinni ‘nchiuvatu … “.<br />
Nicola De Feo