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Ultrà Salerno - Salernitani

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

L S<br />

<br />

DI<br />

S<br />

A cura del<br />

NUCLEO STORICO<br />

“Storici” dal 1990 Ultras da … sempre<br />

1


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

A Ciro Enzo Peppe e Simone<br />

… Perché il ricordo del loro sacrificio e di<br />

quella tragedia rimanga nei cuori e nelle<br />

menti di quanti pur innamorati folli della<br />

propria squadra del cuore non trascendano<br />

in atteggiamenti che possano avere conseguenze<br />

tragiche ed inimmaginabili.<br />

Perché il ricordo imperituro di quella data<br />

così tragica per tutti i tifosi di calcio sia da<br />

monito e da esempio.<br />

NULLA vale quanto una vita, NULLA può<br />

lenire un dolore così atroce.<br />

L’unica consolazione è quella di poterli<br />

immaginare nelle vesti di angeli che guidano<br />

il cammino di tutti Noi.<br />

Il ricordo di quella data, il Loro ricordo<br />

resterà per sempre con noi, per sempre nei<br />

nostri ricordi.<br />

Quel giorno, quella tragedia sarà difficile<br />

da cancellare, impossibile da dimenticare<br />

…<br />

Nucleo Storico<br />

2


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

LA STORIA DEGLI ULTRAS A SALERNO<br />

Era Era Era l'agosto del 1975 quando l'allora presidente della Salernitana Pietro<br />

Esposito creò euforia allestendo quello che sulla carta doveva essere uno<br />

squadrone.<br />

Adolfo Gravagnuolo con Salvatore Fruscione coinvolse i ragazzi del bar che<br />

frequentavano.<br />

Era il 21 settembre 1975 con Salernitana - Reggina nascevano gli Ultras Bar<br />

Nettuno.<br />

Una ventina di ragazzi con uno striscione di 30 metri ed un bandierone bianco<br />

col teschio granata.<br />

Da quel giorno la Salernitana ha avuto sempre i suoi ultras.<br />

La domenica successiva si aggregarono dei ragazzi che frequentavano il bar<br />

Real nella zona di Torrione. Tra di loro c'erano Fiore Cipolletta, Achille Cuffa.<br />

La prima trasferta degli Ultras fu a Vasto e coincise con una giornata ricca di<br />

incidenti. Erano gli anni in cui non c'era né la scorta né divisione negli stadi.<br />

Paradossalmente furono i cani sciolti a combinarne di tutti i colori. Finì l-l.<br />

Va ricordato che all'epoca non esistevano gruppi ultras in Italia centro<br />

Meridionale. Gli Ultras di <strong>Salerno</strong> erano il sesto o settimo gruppo nato in Italia.<br />

Il 25/0l/1976 fu acceso il primo fumogeno acquistato in una nautica di Napoli<br />

in occasione dell'incontro con il BARI.<br />

Nell'anno 76/77 gli ultras bar Nettuno si sciolsero e la denominazione fu Ultras<br />

Real.<br />

Nacquero le prime magliette con il nome del gruppo.<br />

Nel 77 anche gli Ultras Real si sciolsero ed Adolfo Gravagnuolo con l'aiuto di<br />

ragazzi più giovani fondò i Panthers Granata.<br />

Il simbolo del gruppo, ovvero la pantera, fu disegnato dal maestro D'Alma, lo<br />

stesso che ha disegnato il nostro Cavalluccio che speriamo di rivedere quanto<br />

prima sulle maglie della nostra squadra.<br />

Tra i nuovi ragazzi va sicuramente ricordato Mario D'Ambrosio. Persona<br />

eccezionale e di grande impegno, perno vitale ed organizzatore degli Ultras a<br />

<strong>Salerno</strong> per oltre un decennio.<br />

Nel 1977 nacque un altro club: i Fedelissimi Bar Trieste che successivamente<br />

con la sede in via Antica Corte cambiò la denominazione in Fedelissimi Antica<br />

<strong>Salerno</strong>.<br />

I Panthers erano collocati nella curva Nuova del Vestuti in alto a sinistra,<br />

mentre i Fedelissimi al centro.<br />

Sono anni splendidi per gli ultras, lotte all'ultimo sangue con la Cavese, trasferte<br />

pericolose affrontate con spavalderia e senza scorta.<br />

Gli ultras a <strong>Salerno</strong> erano ormai una realtà. Fu fondato il giornalino Curva Sud.<br />

Tutti procedevano compatti ..........<br />

3


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

...I Panthers si riunivano nei giardinetti di piazza S. Francesco o del lungomare<br />

ed è proprio su quelle panchine che nacque il primo adesivo granata rettangolare<br />

con la pantera al centro e la prima sciarpa di raso granata.<br />

Intanto nel 1978 veniva fondato il Club Plaitano.<br />

I Panthers continuavano a raccogliere adesioni. Ricordiamo la sede di via Diaz<br />

e quella in subaffitto in via dei Principati dove venne ospitata una delegazione<br />

dei Fighters Juve.<br />

Panthers e Fedelissimi organizzavano bellissime trasferte in pullman.<br />

Indimenticabile l'esodo di Civitanova Marche, Francavilla a Mare,<br />

Giulianova o Arezzo il 04/01/1981 prima trasferta dopo il terremoto del<br />

23/11/1980. Quel giorno, per la prima volta, fummo chiamati terremotati e la<br />

nostra risposta fu molto … “dura”. Ora, però, grazie agli eventi di un recente<br />

passato con la tifoseria aretina si è instaurata una bella amicizia.<br />

Altra trasferta importante a Nocera col mitico bandierone granata e la testa della<br />

pantera al centro, le trasferte a Cava, fra tutte ricordiamo quella nella quale<br />

uscimmo sconfitti 2 a 0 sul campo e a tavolino a causa dell'invasione di campo<br />

di due grandi tifosi della Salernitana che raggiunsero e schiaffeggiarono il<br />

portiere metelliano Cafaro, reo di avere offeso con gesti la curva ospite.<br />

La curva Nuova del Vestuti cresceva in qualità e quantità. Il tifo era bellissimo<br />

scadenzato da tamburi e bandiere, torce e fumogeni (cose innocue per le quali<br />

oggi si viene addirittura arrestati e diffidati), rotoli di carta, il sombrero di<br />

Leopoldo e le famose batterie di cipolle dello scomparso Peppe 'o surdato e<br />

Fonzo Battista.<br />

Nasce in quegli anni il ciclostilo Curva Sud, affisso alle pareti dello Stadio<br />

Vestuti e distribuito in curva nuova, volantino unico nel suo genere, spesso vicino<br />

ai problemi della città.<br />

Tra il 1981 e il 1982 nascono altri piccoli gruppi:<br />

i Figthters, ovvero i ragazzi de1 club ippocampo, i Fedayn i giovani del club<br />

Plaitano, i Warriors piccolissimo gruppo in cui militava Ciccio Rocco, gli Ultras<br />

di Vincenzo e Carmine Rinaldi detto il “Siberiano”. Questi quattro gruppi<br />

insieme ai Panthers divennero i vertici di cinque punte di una stella che dal 1982<br />

ha fatto la storia del tifo non solo a <strong>Salerno</strong>....<br />

La stella della Granata South Force! ...<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

La Granata South Force può, a tutti gli effetti, considerarsi una prosecuzione dei<br />

Panthers avendone abbracciato mentalità e impostazione. E' per questo motivo<br />

che si utilizzerà la sigla GSF 77.<br />

Fino a quel momento il tifo in curva nasceva spontaneamente senza avere un<br />

vero riferimento.<br />

E' nel 1982 che la curva nuova avrà il suo primo lanciacori, Andrea Criscuolo,<br />

attualmente socio del Nucleo Storico. Andrea non si limitò ad eseguire un<br />

compito, ma, insieme ad altri amici, si recò diverse volte all' Olimpico di Roma<br />

tramite contatti personali con i CUCS Roma, per prendere spunti sui cori,<br />

consigli e verificarne l'organizzazione per trasferire le novità alla curva granata.<br />

Va ricordato che la sud di Roma in quei tempi si poteva considerare un modello<br />

da seguire nel panorama ultras.<br />

Nel settembre 1983 nasce il grande gemellaggio con la tifoseria barese.<br />

Forse non è noto che il tutto ebbe inizio grazie a dei fumogeni viola. Infatti,<br />

osservando la tifoseria biancorossa, ci si rese conto che i pugliesi utilizzavano<br />

dei fumogeni di grande effetto e densità. Per questo motivo si presero dei contatti<br />

per verificare la possibilità di acquistarli. Ci si recava quindi in auto a Bari per<br />

prelevare i fumogeni e ci si incontrava con un vecchio capo ultras barese di nome<br />

Fiore. Proprio da questo contatto e dalla reciproca stima, cresciuta in quegli<br />

incontri, prese il via la decisione di gemellarsi, amicizia che oggi ha più di 25<br />

anni.<br />

E' giusto ricordare che in quei tempi era prassi avere corrispondenze personali<br />

con appartenenti ad altri gruppi d'Italia, con scambio di foto, materiale idee e<br />

notizie. I contatti avvenivano tramite l'inserto Mercatifo del Guerin Sportivo a<br />

cui fece seguito il famoso Supertifo.<br />

Ritornando al gemellaggio con i baresi, quel settembre 1983 un pullman e<br />

qualche macchina si mosse alla volta della città pugliese.<br />

Ci sistemammo in curva nord. Il risultato finale fu 1-1.<br />

Nel girone di ritorno 50 baresi furono ospitati in curva nuova. Giro di campo<br />

e... sconfitta.<br />

Ci fu, non si può negare, qualche momento di tensione. Era una minoranza<br />

sparuta che inveiva per la sconfitta e per presunti torti arbitrali. Il nostro servizio<br />

d'ordine attorno ai baresi, validamente sostenuto dagli amici dei Fedelissimi,<br />

“tranquillizzò” tutti.<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Da quell'anno i rapporti si sono sempre più consolidati ed oggi siamo orgogliosi<br />

di questa amicizia leale, forte, sentita non solo come ultras ma soprattutto come<br />

uomini.<br />

La curva nuova, nonostante scialbi campionati di serie C, era sempre più colorata.<br />

Si caricavano gli estintori con schiumogeno colorato da sparare ad inizio partita,<br />

si "prelevavano" dalle locomotive ferme alla stazione di <strong>Salerno</strong> le torce di<br />

segnalazione che, essendo lunghe e dalla durata di 8 minuti, venivano spezzate<br />

in 3 o 4 parti .....<br />

Foto del gemellaggio Salernitana-Bari<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Ci sembra giusto in questo numero fare un passo indietro nel nostro racconto per<br />

ricordare il nostro presidente don Filippo Troisi, venuto a mancare, ed il periodo<br />

che l'ha visto protagonista: 1980 – 1983…<br />

Erano tempi bui per il calcio a <strong>Salerno</strong>. I calciatori avevano messo in mora la<br />

società ovvero, in virtù delle spettanze arretrate, avevano dato una scadenza<br />

improrogabile per il saldo dei debiti.<br />

La scadenza non fu rispettata ed i giocatori tutti si svincolarono a parametro<br />

zero e si accasarono altrove. La Salernitana era ad un passo dal fallimento! Gli<br />

ultras e tanti semplici tifosi presidiarono il comune, dove si cercava una<br />

mediazione, tutta la notte minacciando di marciare verso la stazione ed<br />

occuparne i binari o fare le barricate in via Roma dove il traffico era già<br />

paralizzato. La tensione era altissima, una notte da incubo. Ma venne il giorno e<br />

con esso la cordata di Filippo Troisi e Pasquale Picentino che prelevarono la<br />

Salernitana salvandola dal baratro. Tutto doveva essere ricostruito da zero. Anno<br />

doppiamente infausto macchiato dal terremoto del 23 Novembre 1980. La squadra<br />

composta da tantissimi giovani, partì bene ma non si riprese dalla lunga pausa<br />

post-sisma. La salvezza fu acquisita in quel di Nocera con uno striminzito 0-0<br />

e salutata dai Panthers presenti al seguito.<br />

Don Filippo Troisi era un generoso, a volte folcloristico ma diretto.<br />

Ci piace ricordare quella volta che in televisione, attaccato da giornalisti e tifosi<br />

disse: “La Salernitana, signori miei, non è una fontana che chiunque può<br />

aprire ed esce l'acqua...!”<br />

Indimenticabile l'anno di Romano Mattè, l'anno di una Salernitana che perse a<br />

poche giornate dalla fine il treno per la B in quel di Giulianova, incontro dei<br />

misteri su un presunto illecito mal riuscito e di violenti scontri tra opposte<br />

tifoserie. Pagammo soprattutto alcune defezioni importanti nel finale di<br />

campionato, come quella del portiere Marconcini finito all'infettivo del Riuniti<br />

di via Vernieri per colpa dell'Epatite. E per chi oggi sbandiera una mentalità<br />

spesso dettata di anno in anno dalle tifoserie del nord e da noi spesso solo subite,<br />

vogliamo ricordare che una delegazione di GSF con in testa il Siberiano si recò<br />

a far visita allo sfortunato portiere al rientro dalla vittoriosa partita di Pagani.<br />

Portiere che l'anno seguente per una serie di vicissitudini scappò, nel vero senso<br />

della parola, via da <strong>Salerno</strong> in una fredda alba, diffondendo la notizia su tutti i<br />

giornali nazionali, Corriere della Sera in testa, diffamando la città ed affermando<br />

di non sentirsi più al sicuro per se e la famiglia a causa di ronde notturne in quel<br />

di Vietri sul Mare a suo dire sguinzagliate dalla malavita.<br />

Più volte il nome di Troisi è stato accostato alla squadra granata ma lui, anche se<br />

da lontano, ne è rimasto sempre innamorato.<br />

Addio Don Filippo. uno degli ultimi Presidenti Tifosi.<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Ci riallacciamo ora al filo della storia che stavamo raccontando.<br />

Allo stadio Vestuti gli striscioni si attaccavano alle 8,30 del mattino. Per ognuno<br />

di noi, i più giovani, era un onore essere prescelti per portare i nostri simboli, le<br />

bandiere e i tamburi allo stadio. Era come un rito sacro, era forte il senso di<br />

appartenenza. Provateci oggi a far svegliare qualcuno la domenica mattina<br />

presto ...<br />

I tamburi erano di due tipi, il rullante ed il timpano, ovvero quello dal suono<br />

quasi metallico, magistralmente suonati e che cadenzavano il tifo e ne ritmavano<br />

i silenzi. Un ricordo particolare va ai ragazzi di Raito molto attivi e sempre presenti.<br />

A loro è legato il ricordo di uno degli striscioni più lunghi mai realizzato a<br />

<strong>Salerno</strong>: FORZA SALERNITANA ALZA GLI OCCHI E GUARDA, SOLO IL<br />

CIELO E' PIU' GRANDE DI TE e inoltre la scritta posta sulla pista di atletica<br />

sotto la curva sud del Vestuti: MAGICA SEI PANTHERS RAITO.<br />

Intanto si avvicinava il derby con la Cavese...<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Campionato 1984-1985. In virtù dell’ amicizia con i baresi, ci contattano i ragazzi<br />

di Monopoli per chiedere il gemellaggio. Gara d'andata al Vestuti. Giove<br />

Pluvio blocca gli ultrà pugliesi sulla strada di <strong>Salerno</strong>. La partita, per pochi intimi,<br />

sotto grandine e pioggia finisce 0-0.<br />

Ritorno a Monopoli il 26/05/85, giorno di storia per la città con la visita di papa<br />

Giovanni Paolo II.<br />

E così, mentre torpedoni da ogni dove giungevano a <strong>Salerno</strong> per incontrare il<br />

Pontefice, un solo pullman con 27 persone a bordo ebbe il coraggio di<br />

allontanarsene. Ma nessuno può negare che si trattava comunque di "fedeli".<br />

Indossavano tutti il costume pregustando un fantastico bagno sulle coste pugliesi<br />

quando, appena giunti, e per quasi tutta la partita, Giove Pluvio, il dio pagano,<br />

sembrò voler punire chi non aveva rispettato il Dio Cristiano.<br />

Ma festa doveva essere e festa fu, nonostante il risultato negativo.<br />

1985. In occasione dell'incontro Salernitana - Cavese la Gsf organizza quella<br />

che si può definire la prima coreografia complessa. Fino ad allora sciarpette<br />

colorate, torce e fumogeni, bandierine, estintori e quanto altro erano state<br />

prerogative domenicali, ma in quella magica giornata il bandierone che copriva<br />

la curva nuova si alzò lentamente, come un sipario, sulla scritta “VINCI PER<br />

NOI”, realizzata con cartoncini bianchi su uno sfondo di cartoncini granata.<br />

Per diversi giorni gli Ultras avevano lavorato per disegnare la scritta sui gradoni<br />

della curva nuova del Vestuti.<br />

A proposito di Cavese giova ricordare che a fronte di numerose volte in cui la<br />

tifoseria granata si è recata in trasferta a Cava MAI i “cugini” hanno ricambiato<br />

la cortesia. Al vecchio Vestuti non sono mai stati notati drappi con i loro colori.<br />

La passione, la presenza massiccia in casa ed in trasferta accresce il valore della<br />

torcida granata anche fuori dai confini regionali.<br />

Unica tifoseria di serie C ad essere raccontata in un lungo articolo sull'allora<br />

diffusissimo SUPERTIFO.<br />

Impegnati anche per la propria città. Non era una frase fine a se stessa:VIVERE<br />

ULTRA' PER AMARE SALERNO.<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Era l'unica e vera mentalità in cui ci si riconosceva . La nostra mentalità, senza<br />

interferenze e mode importate. I GSF si impegnano per l'impiantistica sportiva a<br />

<strong>Salerno</strong>, organizzano la manifestazione "LO SPORT IN PIAZZA". A piazza<br />

Portanova vengono allestiti stand dimostrativi di tante discipline sportive cosiddette<br />

minori che reclamano i loro spazi per una città migliore e che sia in grado<br />

di offrire alternative ai giovani.<br />

In ogni trasferta, per un anno, veniva esposto lo striscione “CITTÀ, STADIO,<br />

CLASSE DIRIGENTE … CHE VERGOGNA!".<br />

Ricordiamo ancora la raccolta di firme per salvare la Pro <strong>Salerno</strong> squadra di<br />

pallanuoto promossa in Al ma che non aveva strutture adeguate per quel<br />

campionato. "LA SPORT MUORE, LA RABBIA CRESCE”… veniva<br />

esposto al Vestuti.<br />

Va ricordato che spesso gli ultras prestavano la loro passione anche per la<br />

pallavolo, il basket, la pallanuoto... soprattutto in "taluni derby".<br />

La GSF era un punto di riferimento per tutti gli sportivi che attendevano gli esiti<br />

delle riunioni e le direttive da seguire. Coccolati dalla città tanto che, anche in<br />

caso di qualche "sbaglio", c'erano i migliori avvocati del foro di <strong>Salerno</strong> pronti<br />

ad offrirsi gratuitamente …<br />

Coreografia Salernitana Cavese<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

... 1986 ... al ritorno da una lunga trasferta un comportamento non troppo corretto<br />

in un motel con conseguente blocco delle forze dell'ordine, fa riunire il direttivo<br />

della Gsf che, sebbene non all'unanimità, decide per l'espulsione dell'iscritto.<br />

Fu una lunga serata, dibattuta e sofferta.<br />

A seguito di questa decisione un gruppo di ragazzi, per il rapporto di amicizia<br />

instauratosi con l'espulso, decide di seguirlo e lasciare la Gsf.<br />

Nascono così i Wild Group, ragazzi sempre presenti, pronti, sulle barricate in<br />

casa ed in trasferta. A scanso di errate interpretazioni, va detto che i rapporti tra i<br />

due gruppi erano ottimi.<br />

I Wild Group seguivano la moda dei giovani del tempo, i paninari, o meglio, una<br />

derivazione romana di questi, i tozzi, con scarpe, jeans e giubbotti firmati.<br />

Granata South Force e Wild Group sono fianco a fianco in ogni trasferta ed in<br />

ogni scontro.<br />

Ricordiamo per cominciare le trasferte a Livorno, Siena, Terni o Casarano con<br />

"tappa"a... Gallipoli.<br />

La tifoseria granata è in continua ascesa, la sua forza, la collaborazione di tutti<br />

ed un manipolo di ragazzi disposti al sacrificio. Nascono alcuni piccoli gruppi<br />

dalla vita breve come Onda d'Urto e Sconvolts. Nasce il Club Gipo Viani fondato<br />

dai ragazzi di via Luigi Guercio, che con tale denominazione non tutti ricorderanno,<br />

ma che dopo un paio di anni cambierà nel gruppo dallo striscione arancione<br />

e dal nome altrettanto originale: i Toi Fipao.<br />

Nasce intanto la trasmissione radiofonica SPAZIO ULTRA' a cura della<br />

Granata South Force, inizialmente sulle frequenze di Radio Mariconda e<br />

successivamente su quelle di Radio <strong>Salerno</strong> l, dalla durata di trenta minuti. Si<br />

“raccontano" le trasferte, le iniziative del gruppo, il punto della situazione e si<br />

bacchettano spesso politici ed imprenditori per il disinteresse mostrato verso la<br />

Salernitana, lo sport e la città in genere. La trasmissione andrà in onda fino al<br />

1990.<br />

Nella trasferta del 04/01/1987 a Benevento compare per la prima volta lo<br />

striscione identificativo della sez. Milano, fondata dai fratelli Ciafrone,<br />

attualmente Quelli di Milano, a cui si affiancarono altri ragazzi residenti al nord<br />

tra cui ricordiamo Prisco Villani, attualmente al Nucleo Storico.<br />

I ragazzi di Milano non sono presenti solo nelle trasferte al Nord, ma spesso<br />

danno il loro apporto anche al Vestuti.<br />

A distanza di tanti anni il loro amore in A, in B o in C, non è mai mutato e la<br />

loro fede mai venuta meno, con la forza di chi vede nei granata la<br />

rappresentazione di ciò che ama … la città di <strong>Salerno</strong>.<br />

Intanto si avvicina un'altra data importante per la nostra tifoseria che darà inizio<br />

ad un nuovo capitolo nei rapporti con gli altri gruppi...<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

... 1987 ... Girone di ritorno. La Salernitana affronta la trasferta di Reggio Calabria.<br />

Gli ultras amaranto contattano la GSF per verificare la possibilità di stringere<br />

amicizia. In tre, Mario, Rino e Gino si recano in Calabria. I ragazzi del<br />

Commando ci aspettano e ci accompagnano nella loro sede dove ci offrono da<br />

mangiare. Si discute e ci comunicano che non tutti i gruppi della curva sono<br />

d'accordo al gemellaggio a seguito dei trascorsi non certo pacifici. Si fa riferimento<br />

in particolare agli scontri avvenuti a <strong>Salerno</strong> qualche anno prima, quando<br />

i reggini furono allontanati dai distinti e, successivamente, a Reggio Calabria nel<br />

post partita nei pressi della stazione. Ricordiamo per quella occasione un aneddoto<br />

simpatico. Si partì in treno in circa 20 con il biglietto cumulativo ad hoc,<br />

grazie ad una conoscenza specifica, di squadra di pallavolo in trasferta con accompagnamento<br />

di tifosi al seguito. Ci collocammo in alto nei distinti senza<br />

scorta ed esultammo al gol di Fracas che ci permise di tornare vittoriosi.<br />

Tornando al discorso gemellaggio, nonostante i dubbi e le incertezze ci recammo<br />

comunque allo stadio e posizionammo nella curva reggina lo striscione <strong>Ultrà</strong><br />

<strong>Salerno</strong>, bianco con la scritta granata. La situazione si fa subito tesa. Sembra<br />

degenerare da un momento all' altro ma, nel corso della partita, la tensione si<br />

stempera. A fine gara tutti i gruppi ci vengono a salutare, spiegare, scusare e ci<br />

danno appuntamento a <strong>Salerno</strong>. Il gemellaggio si consolida nel campionato 87-<br />

88 proprio a <strong>Salerno</strong> nel periodo natalizio quando la curva esibirà una coreografia<br />

festiva con sciarpette multicolori ed albero di Natale.<br />

Da allora i rapporti tra le due città sono divenuti indissolubili..<br />

Prima di proseguire vogliamo sicuramente ricordare il 1985, anno di nascita del<br />

Club Granata Femminile, uno dei primi club in rosa in Italia, una vera rarità per<br />

quei tempi in cui lo stadio veniva considerato una prerogativa ad uso<br />

prettamente maschile. Posizionate nei distinti del Vestuti sulle scale in tubolari<br />

innocenti, da allora non sono mai mancate né in casa né in trasferta e, statene<br />

certi, lo faranno ancora a lungo. Fra tutte ricordiamo la scomparsa signora<br />

D'Andrea, l'ideatrice, e Celeste Bucciarelli, l'anima del gruppo che, in compagnia<br />

dell'inossidabile signora Maria, gira lo stivale in lungo e in largo.<br />

Campionato 1987-1988. Andrea Criscuolo, per scelta personale, lascia il<br />

megafono a Ciccio Rocco che lo terrà fino al nefasto campionato di serie A.<br />

1988. Nascono nella zona orientale gli East Side. Ragazzi di mentalità, sempre<br />

presenti, sempre un passo avanti. Un gruppo davvero nuovo per stile e modo di<br />

essere. Senza fronzoli e mode, senza voglie da primadonna. Sono stati un<br />

esempio fino alloro scioglimento avvenuto nel 1995.<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Ci piace ricordare con piacere e simpatia anche il club granata SAN<br />

LEONARDO dell’allora “giovanissimo” presidente Raffaele (FIFO) De luca, il<br />

più piccolo presidente di un club di tifosi in Italia. Passione e fede fin da piccolo<br />

Diversi altri gruppi sono nati e scomparsi velocemente in quel periodo.<br />

Ricordiamo il Commando <strong>Ultrà</strong> di Peppe Nastri, che nell'estate '88 organizzo<br />

da solo la trasferta a Cava in coppa Italia a cui si aggiunse un auto della GSF.<br />

Ci furono incidenti e la polizia sparò in aria. Tornammo … tardi ma contenti<br />

per la vittoria l-0.<br />

Ed ancora, Crazy Boys, Irriducibili, Fossa Granata. Durarono una o due<br />

stagioni. Tutti questi gruppi, anche piccolissimi, si incontravano nella nuova e<br />

grande sede della Granata South Force in via Zara, dove nel frattempo si era<br />

trasferita, dopo anni bellissimi ed indimenticabili trascorsi in via Indipendenza.<br />

È giusto e doveroso ricordare che la nuova sede fu reperita grazie all'amicizia ed<br />

alle buone referenze del compianto BRUNO CARMANDO, grandissimo ed<br />

indimenticabile massaggiatore e tifoso della Salernitana …<br />

Trasferta Cava<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

E' il momento di ricordare una trasferta bellissima, quella di Taranto.<br />

A <strong>Salerno</strong> un paio di anni prima la squadra pugliese perse letteralmente la serie<br />

B in una giornata caratterizzata da incidenti e caccia al tarantino dalle prime ore<br />

del mattino. I tarantini anche per questo motivo ci odiavano. Da ricordare che la<br />

partita di andata era stata caratterizzata da alcuni incidenti...<br />

La trasferta in forte dubbio. In extremis il Plaitano decise di organizzarla. Gli<br />

altri si aggregarono.<br />

Il sabato sera eravamo poco più di 100 per 2 pullman. La mattina della<br />

domenica sul piazzale del Vestuti eravamo dimezzati, tanto che un pullman fece<br />

rientro in deposito. Diverse le defezioni, anche … eccellenti ed inaspettate!!!<br />

Si arrivò a Taranto senza scorta. Entrati in città ci bloccò un auto della polizia<br />

che ci portò allo stadio. Tra due ali di folla inferocita Fiore Cipolletta scese dal<br />

pullman per fare i biglietti. La tensione era altissima. Da rimarcare che presi<br />

dalla concitazione del momento alla partenza da <strong>Salerno</strong> si prese lo striscione<br />

sbagliato, Cus invece di <strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong>.<br />

Fu per noi ultras granata una grande, indimenticabile domenica. Non si<br />

verificarono incidenti di rilievo, ma eravamo consapevoli di aver scritto una<br />

grande pagina per la storia della nostra curva.<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Il campionato 89/90 ci riporta in serie B. Il pubblico fu esaltante. Trasferte da<br />

2/3mila sostenitori in media al seguito con punte fino ad 8mila nelle ultime<br />

giornate. Storica la partita con la Casertana.<br />

Un manipolo di ultras all'incrocio del ponte dell'Irno blocca 6 pullman di tifosi<br />

casertani sistemati sullo stesso ponte. L'ordine era di non farli passare e non<br />

passarono. Furono costretti a tornare a casa mentre la partita era iniziata da più<br />

di mezz'ora (da notare che avevano anche già i biglietti acquistati). A ripensarci<br />

ora fu molto meglio così per Loro. Se solo la polizia li avesse fatti entrare in<br />

tribuna non sarebbero … mai più usciti!!!<br />

La stessa sorte qualche anno prima era toccata agli ultras della Nocerina che<br />

furono attesi da Gsf e Wild Group in curva Vecchia ed affrontati al loro arrivo,<br />

privati degli striscioni e rispediti a casa.<br />

Purtroppo l'anno della serie B per il gruppo portante, la Gsf, è coinciso con<br />

incomprensioni e, forse perché trascinati dall'entusiasmo, da atteggiamenti un<br />

po' diversi dal modo di essere Gsf. Alcuni vecchi Panthers lasciano prima della<br />

fine del torneo, altri decidono di provare a normalizzare le cose dall' interno<br />

cercando nuovamente di fare gruppo e non “gruppi”. Stava infatti scomparendo<br />

l'unità di intenti, le decisioni a maggioranza (nella Gsf non c'erano capi ma un<br />

direttivo), il confronto di idee e proposte, a favore delle decisioni di pochi.<br />

Alcuni episodi fecero colmare la misura a cominciare da un manifesto fatto<br />

affiggere in città nel quale si ringraziava squadra, società ed addirittura la stessa<br />

Gsf come se ci si ponesse al di sopra del gruppo. Ed ancora, l'ordine di non<br />

entrare in campo il giorno della promozione in B per permettere alla squadra di<br />

festeggiare, indicazione violata da chi l'aveva emanata che si ritrovarono<br />

all'interno del rettangolo di gioco a fare il giro del campo con la squadra, negli<br />

spogliatoi per brindare e sul camion che portava i giocatori in trionfo per le vie<br />

cittadine. Ed ancora, una festa promozione sotto la Curva Nuova che,<br />

programmata da pochi, tra gli altri, contro le direttive del gruppo, premiò un<br />

giornalista.<br />

Tutto ciò portò ad una profonda riflessione da dove scaturì con grande<br />

sofferenza e malincuore la fuoriuscita di un nutrito gruppo composto da ex<br />

Panthers e soprattutto appartenenti alla prima Gsf.<br />

Nasce così quell'anno, il 1990, il Nucleo Storico...<br />

15


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

E' il luglio 1990, nasce da una scissione dalla Gsf il Nucleo Storico.<br />

Non c'è volontà di primeggiare ma solo voglia di sostenere la Salernitana. I suoi<br />

cardini: Amicizia, Lealtà, Rispetto, Spirito di Sacrificio, Impegno Sociale.<br />

La prima sede è in via Conforti, lo statuto, quello della vecchia Gsf.<br />

Al principio i rapporti tra Nucleo Storico e Gsf non sono idilliaci, ma dopo un<br />

confronto franco e leale con il Siberiano le cose cambieranno.<br />

Sempre nel 1990, nella zona orientale, nasce la Nuova Guardia che, manco a<br />

dirlo, vede tra i fondatori anche ex militanti della Granata South Force. La loro<br />

sede è in via Belisario Corenzio.<br />

Numerosi e compatti si ritaglieranno ben presto uno spazio di rilievo all' interno<br />

della Curva Sud.<br />

Il loro simbolo è la tigre. Il primo presidente Gigino Brescia.<br />

Il campionato di serie B segna anche l'addio alla mitica curva Nuova del Vestuti.<br />

Infatti dopo lunghissimi anni e numerosissime battaglie viene ultimata la<br />

costruzione di quello che a tutti gli effetti può definirsi il principe degli stadi<br />

laddove tutt’ora gioca Sua maestà la SALERNITANA: lo STADIO ARECHI.<br />

In principio all' Arechi ci si posiziona nei distinti a causa dell'inagibilità della<br />

curva. Il giorno della sua apertura il Nucleo Storico festeggia con la<br />

distribuzione in numero unico di un giornalino di 8 pagine che, tra i suoi articoli,<br />

si scaglia contro politici e giornalisti scatenando un putiferio con minaccia di<br />

denunce a stento bloccate dall'allora presidente del centro di coordinamento<br />

Amedeo Rosamilia. Va evidenziato che allora GSF, NG, NS erano iscritti al<br />

C.C.S.C.<br />

Vogliamo ricordare con piacere altri due gruppi di amici presenti in curva ed<br />

attualmente sciolti, gli Upset Minds ed il Gruppo Pompa. Nasceranno inoltre i<br />

Mummions, ragazzi del Club Somma, e gli Untouchables di Vietri sul Mare.<br />

Dopo poche giornate dall'inizio del girone di ritorno, l'allora presidente Peppino<br />

Soglia si dimette lamentando lo scarso aiuto del Comune. In quel vuoto lasciato<br />

da Soglia con una squadra che precipita, si cerca di far smuovere le istituzioni<br />

che restano passive. I potentati politici dell'epoca, socialisti e democristiani, nelle<br />

più alte cariche di allora, vengono attaccati duramente in particolare dal Nucleo<br />

Storico, sia con manifesti che di persona, in riunioni fiume svolte al centro<br />

sociale di Pastena ed all'Ariston di Paestum. La Salernitana retrocede nello spareggio<br />

di Pescara con il Cosenza, ricco di incidenti. Fu una batosta per la città.<br />

Esplose la rabbia dei tifosi con cortei, blocco della città all'altezza delle poste<br />

centrali e cassonetti dati alle fiamme. Una bomba carta esplode nel portone<br />

di casa del Presidente Soglia.<br />

16


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Stranamente la squadra fu ceduta a Pasquale Casillo, presidente del Foggia<br />

vittorioso nel campionato di B che, all’ultima giornata, pareggia in casa 3-3 col<br />

Pescara pur vincendo inizialmente per 3-1, regalando un punto che condannerà i<br />

granata allo spareggio e salvando il Pescara. Vi siete fatti una idea su quanto<br />

costasse di meno la Salernitana in C?.....<br />

Va detto, come mero elemento statistico, che dal 1990 ad oggi solo due gruppi,<br />

Nucleo Storico e Nuova Guardia, esistono e resistono ancora come tali, per gli<br />

altri c'è chi si è sciolto, chi ha deciso di fondersi per creare un nuovo soggetto,<br />

come la Gsf, i Mummions che hanno dato vita all'esperienza dei <strong>Salerno</strong> Ultras,<br />

altri si sono fatti da parte volontariamente o involontariamente, come il Plaitano.<br />

Ma questa è un'altra storia...<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

L'avvento di Casillo non è salutato con favore dalla tifoseria. Dopo una annata<br />

incolore (91/92) gli ultras si coalizzano per contestare il Presidente, reo, nuovamente,<br />

di avere allestito una squadra di giovani sconosciuti e “colpi” di mercato<br />

sparati a salve. Dopo una riunione fiume presso la sede dei ragazzi di Vietri sul<br />

Mare viene scritto e distribuito un volantino dal titolo "Siamo in un brutto Casi...llo"<br />

a firma Ultras Uniti, nel quale si attacca oltre al massimo esponente e la<br />

sua corte di burattini, la classe politica ed imprenditoriale Salernitana. Inoltre,<br />

nella stessa riunione, in deroga a qualsiasi statuto, regola o mentalità, vista la<br />

gravità del momento, si decise di esprimere tutto il dissenso e disappunto in una<br />

trasmissione televisiva su Telesalernol i cui studi allora erano a <strong>Salerno</strong> in via<br />

Schipa. Furono designati tre rappresentanti che lessero il volantino ed evidenziarono<br />

il punto di vista degli ultras in una trasmissione senza contraddittorio dalla<br />

durata di 20 minuti.<br />

Superfluo ricordare comunque che, da Licata a Giarre, da Acireale a Casarano,<br />

gli ultras <strong>Salernitani</strong> sono sempre presenti.<br />

Ricordiamo in quel periodo la nascita di altri due gruppi che di li a poco<br />

sarebbero scomparsi, i Lions e i Tipi Strani.<br />

Fra parentesi ricordiamo l'amicizia sancita con i Barlettani nel campionato<br />

90/91, dopo varie e giuste rimostranze anche dure, derivanti dai rapporti non<br />

idilliaci con i pugliesi, ricordo dei nostri avi, che si scontrarono con i Barlettani<br />

in un campionato in cui la squadra granata si contendeva col Sorrento la serie<br />

cadetta. In terra pugliese i <strong>Salernitani</strong> non furono bene accolti anche se la squadra<br />

di casa non lottava per nulla. Addirittura per i tifosi di casa l'ingresso era<br />

gratuito. Gli scontri furono violenti e prolungati. La Salernitana non perse solo<br />

la partita...<br />

Comunque su sollecitazione di vecchi tifosi, tra i quali i Fedelissimi, l'amicizia<br />

andò in porto anche se ad oggi si può dire che i rapporti sono quasi scomparsi,<br />

così come per l'altra tifoseria gemellata, l'Andria, sempre collegata ai rapporti<br />

con i fratelli baresi.<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Campionato 1993-1994; Pasquale Casillo porta a <strong>Salerno</strong> l'allenatore in seconda<br />

della sua squadra principale, il Foggia. Il suo nome Delio Rossi.<br />

In precampionato gli Ultras invadono il campo di allenamento di Lagonegro<br />

dove la Salernitana svolgeva la seconda parte del ritiro ed hanno un lungo faccia<br />

a faccia con squadra ed allenatore...<br />

Comincia in questo modo brusco l'era Rossi che porterà, dopo la coda dei play<br />

off, i granata in serie B.<br />

Magnifica la trasferta all'Olimpico di Roma contro la Lodigiani nel ricordo del<br />

mitico Agostino Di Bartolomei che da pochi giorni si era tolto la vita, artefice<br />

del ritorno in B nel campionato 89/90.<br />

… Semplicemente: guidaci ancora Ago... lo striscione esposto quella domenica.<br />

La finale si svolse a Napoli contro la Juve Stabia. Molto probabilmente fu la<br />

partita che sancì la rottura definitiva con i tifosi del Napoli in quanto in quella<br />

occasione si schierarono con gli Stabiesi.<br />

Era il 22 giugno 1994 ed a <strong>Salerno</strong> impazzava la festa in attesa dei ventimila che<br />

tornavano dalla trasferta al San Paolo.....<br />

La tifoseria Salernitana aveva raggiunto grandi livelli di organizzazione per<br />

mitiche coreografie, ancora oggi ineguagliate, e rispetto in tutta Italia. Non<br />

mancavano tra i gruppi i momenti di tensione che sfociavano spesso in riunioni<br />

fiume chiarificatrici, purtroppo, con effetti temporanei e qualche eccesso di<br />

protagonismo …<br />

Ma a prescindere da tutto la torcida granata splendeva di luce propria irradiando<br />

la sua luce in una città che a quei tempi amava i suoi ultras...<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Dobbiamo fare un passo indietro poiché nella fretta del racconto abbiamo dimenticato<br />

un gruppo nato nel 1989 ed attualmente ancora in attività posizionato<br />

nell'anello inferiore della curva: gli IGUS ovvero Indociles Grex <strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong>.<br />

Ne facciamo ammenda.<br />

Il nostro racconto finisce qui. Non per mancanza di tempo, né di memoria, né<br />

perché sconfortati dall'andamento della nostra squadra. L'avevamo deciso già<br />

dal primo numero. La leggenda nata nel 1975 pian piano diventa storia e quando<br />

la storia si fa recente si rischia di dover omettere qualcosa, scrivere troppo o<br />

dimenticare qualcuno. Questi venti anni che vi abbiamo raccontato erano per noi<br />

ancora pionieristici. C'erano sicuramente asti, c'erano rivalità ma di contro c'era<br />

tant'altro. Dalla serie A in poi le cose sono cambiate. Ma non parliamo solo delle<br />

persone. Qualcosa è pian piano venuto meno. A cominciare dalle nuove leve.<br />

I giovani interessati al progetto ultras sono pian piano diminuiti, attratti<br />

dall'effimero della movida, dei telefonini, della moda firmata e dalla merdata del<br />

grande fratello. La scomparsa degli ideali, anche politici, che dopo il ‘68<br />

avevano dato il via alla nascita degli Ultras in Italia e non solo, si è ribaltato<br />

sulle nuove generazioni sempre meno disposte al sacrificio e sempre meno<br />

innamorati della loro città.<br />

A questo si aggiunge la moda. La moda di scimmiottare e di seguire i dettami<br />

imposti da tifoserie del nord o dagli inglesi. Si sente spesso dire... quelli fanno<br />

così, gli altri cosà. Lo stile Inglese, lo stile casual, lo stile del cazzo. Noi<br />

crediamo che debba esistere uno stile, quello Salernitano.<br />

Uno stile nostro, non imposto ed imitazione di nessuno. Il resto significa essere<br />

pecore del sistema.<br />

Sempre più spesso, soprattutto su quella negazione ultras che è la tastiera dei siti<br />

internet, si sbandiera la parola mentalità. Ma mentalità di cosa? Esiste una sola<br />

mentalità. Vivere ultrà per amare <strong>Salerno</strong>. Il resto lo detta il momento. C'è chi<br />

dice che non si devono osannare i giocatori. La qual cosa ci trova d'accordo. Ma<br />

fino a pochissimi anni fa e soprattutto nei tempi che spesso si rimpiangono come<br />

punta migliore del movimento a <strong>Salerno</strong>, si osannavano i vari Vitulano, Zaccaro,<br />

De Vitis, Della Monica, Ricchetti, Di Vaio ecc. con canzoni a loro dedicate.<br />

E ancora, si interloquiva con i calciatori allo stesso modo con cui a volte si<br />

pigliavano anche a calci soprattutto all'uscita dal Vestuti.<br />

20


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Oggi ci si tiene sempre più al gruppo e non alla curva, ci si identifica nel gruppo<br />

e non c'è quasi più il senso di appartenenza alla città, alla curva. Il primo credo<br />

è la visibilità.<br />

Noi, nel nostro piccolo, speriamo in una inversione di tendenza. Che le stupidità<br />

con cui il sistema infarcisce il cervello dei giovani venga spazzato via dalla<br />

rivoluzione delle idee. Solo cosi le curve in crisi potranno riprendersi, con<br />

giovani che abbiano voglia di sacrificarsi, combattere, vivere per una idea piena<br />

di amicizia, lealtà rispetto, spirito di sacrificio ed impegno sociale. Che i giovani<br />

si allontanino da internet e tornino a frequentare le sedi dei gruppi per accorgersi<br />

che dietro di essi c'è molto di più di quel che credono e perché no, per conoscere<br />

nei dettagli la nostra, la vostra storia ultras anche quella dei capitoli successivi al<br />

1995 che, probabilmente non scriveremo più.<br />

21


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

RICORDI … PARTICOLARI …<br />

STRANE STORIE DI GEMELLAGGI<br />

Reggina: ci si recò in tre per suggellare quello che in estate era stato stabilito<br />

alla riunione annuale degli ultras. Non tutto andò liscio poiché molti ricordavano<br />

i trascorsi, ovvero gli incidenti avvenuti a <strong>Salerno</strong>, nei distinti del Vestuti dove i<br />

reggini furono allontanati dallo stadio (erano i tempi di Costante Tivelli) e<br />

quando in treno in 50 ci recammo a Reggio nel settore distinti senza scorta e<br />

divisione tra le tifoserie. Vincemmo l-0 e alla stazione......<br />

Monopoli: 26/05/1985. Era il giorno della visita di Papa Giovani Paolo II a<br />

<strong>Salerno</strong>. Mentre un flusso mastodontico di fedeli in pullman giungevano in città,<br />

un solo pullman ebbe il coraggio di allontanarsene. E di certo non si può dire<br />

che dentro non vi fossero "fedeli". Eravamo in 27 e giove pluvio, il dio pagano,<br />

per tutta la partita sembrò voler punire chi non aveva rispettato il Dio<br />

Cristiano...<br />

A R C … !!!!<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

RICORDI … PARTICOLARI …<br />

La Salernitana ricordata da Alfonso Gatto<br />

«... Parlerò dei portieri. Il più vecchio che ho conosciuto era quello della<br />

squadretta del mio paese. Allora, in verità, era una squadra e il mio paese era<br />

una città che ad oriente aveva cinto con un muro una spianata per farne la Piazza<br />

d'Armi e il campo di calcio della domenica. Quel portiere si chiamava Finizio.<br />

La squadretta Salernitana. In quei tempi essa si manteneva in vita col fiato, raccoglieva<br />

giocatori locali e aveva per traguardi due vittorie, una con il Vomero e<br />

una col Savoia, l'undici di Torre. Alla domenica erano i portuali delle due città<br />

rivali a ritrovarsi sul rettangolo di gioco come nemici che avevano parecchie<br />

partite aperte da saldare e qualche ferito da mandare all'ospedale. Finizio era l'eroe.<br />

Basso piuttosto, ma agile come un gatto si dava e si sdava a far tutte difficili<br />

le sue parate, a tirar applausi, facendosi magari perdonare a furia di lavoro proprio<br />

quel gol, che rimandava sconfitta agli spogliatoi la sua squadra.»<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

RICORDI … PARTICOLARI …<br />

AMARCORD… L’AQUILA ... Le cronache del tempo...<br />

"Una folla come quella che ha seguito quest’anno i granata merita il premio di<br />

una grande squadra. Lo meritano i 6000 che ieri mattina hanno invaso gli<br />

Abruzzi portandovi il caldo entusiasmo della gente meridionale”...<br />

Solo a tarda sera L'Aquila riacquistava il suo aspetto di Cittadina silente e<br />

tranquilla. Le ombre nascondevano i profili delle verdi montagne che i<br />

<strong>Salernitani</strong> avevano orgogliosamente risalito. Nel buio ormai fitto si perdevano<br />

in lontananza i lumicini rossi delle ultime auto dirette ad Avezzano, Roccaraso.<br />

A <strong>Salerno</strong>, si immagina, la festa impazzava ancora, mentre i 5000 eroi motorizzati,<br />

con esclusione di coloro ai quali era stata affidata la responsabilità della<br />

guida, si lasciavano cadere tra le braccia di Morfeo per dormire più che<br />

meritatamente il sonno dei giusti".<br />

...Il 28 Maggio 1966 il cuore del Vestuti si trasferì nello stadio aquilano, tempio<br />

del rugby. Alla Salernitana bastava non perdere. Giocò per quel punto che<br />

significava serie B. Splendida emozione del novantesimo: groviglio di giocatori<br />

sul campo, grappoli di tifosi accomunati in un lacrimevole mare di gioia. Ed a<br />

<strong>Salerno</strong>? Chi non aveva intrapreso il viaggio della speranza soffrì a lungo sul<br />

corso, sulla lungomare in attesa della notizia liberatrice. La certezza del punto<br />

del trionfo giunse 10 minuti dopo la conclusione dell’incontro.<br />

Per molti la notizia arrivò tramite un ponte telefonico improvvisato dei parenti<br />

che ebbri di gioia da L’Aquila comunicavano la “notizia”. <strong>Salerno</strong> impazzì<br />

letteralmente. Uno strombazzante corteo di auto propagò la gioia in tutta la<br />

città.<br />

Respirò felicità anche chi ignorava tutto del calcio. In serata l’assalto al casello<br />

autostradale in attesa delle prime auto di ritorno. Rientravano tifosi stanchi,<br />

assonnati, rauchi, ebbri di gioia. Il passaggio di ogni auto era salutato da<br />

applausi. Un’osanna lungo diverse ore. Poi il “boato”. Il pullman granata<br />

sbucò dalla galleria. I giocatori portati in trionfo.<br />

C’è chi è pronto a giurare che da Vietri a Pontecagnano si alzava un solo<br />

incessante grido: ANDIAMO IN B GEGHE GEGHE GEGHE GE.<br />

Il tripudio di una notte in bianco. Ne valeva la pena!!! (liberamente tratto da:<br />

VOGLIA DI B di Giovanni Vitale).<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

RICORDI … PARTICOLARI …<br />

Nella trasferta di Frosinone di quest’anno (07/02/2009) dopo tantissimo tempo<br />

compare un vecchio striscione: ULTRA’ SALERNO, compagno di tante trasferte<br />

e tante… battaglie. In tanti ci hanno chiesto come mai, in tanti si sono complimentati<br />

e commossi ricordando e ritornando con la memoria ai tempi che furono.<br />

Nessuna motivazione particolare, nessun’ingerenza in discorsi che non appartengono<br />

al nostro modo di essere e di fare, nessuna voglia di rivaleggiare. Ci<br />

mancherebbe altro!!!!<br />

SEMPLICEMENTE: ….<br />

... ULTRA' SALERNO<br />

<strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong>, lo striscione della città e non del Nucleo Storico, da esporre solo<br />

una volta.<br />

<strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong>, uno striscione vecchio quasi 30 anni e che da venti non veniva<br />

più esposto, un simbolo di tante battaglie in campi spesso di periferia.<br />

<strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong>, lo striscione dell'unità degli ultras già desiderata dalla vecchia<br />

GSF.<br />

Ci è sembrato bello fargli rivivere l'odore della trasferta in questo momento così<br />

delicato, in questi giorni in cui si parla di storia, in questi momenti in cui si<br />

rimpiange l'unità di intenti.<br />

<strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong> era ed è la dimostrazione che questa curva è la continuazione<br />

della vecchia spesso rimpianta, è la stessa storia scritta e da scrivere. Per noi la<br />

più importante.<br />

<strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong> è la dimostrazione che dopo il fallimento della Sport Spa gli ultras<br />

vecchi e nuovi sono qui, contro tutto e contro tutti quelli che vogliono far<br />

credere che la storia degli ultras è altrove.<br />

Lo striscione ci ha riportato indietro nel tempo, materialmente esposto a<br />

Frosinone dagli stessi uomini che già trenta anni fa lo esponevano.<br />

<strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong> ha emozionato quella generazione dai 30 anni in su che ha vissuto<br />

la storia e che, direttamente o indirettamente, ci ha ringraziato per quel brivido<br />

che ha riprovato.<br />

<strong>Ultrà</strong> <strong>Salerno</strong>, che esala l'ultimo respiro, gridando con rabbia<br />

"FORZA VECCHIO CUORE GRANATA" addormentandosi nel ricordo di<br />

chi lo ha ideato e fatto conoscere all'Italia intera, così, senza pretese.<br />

II tempo passa ma il ricordo resterà. In ETERNO.......<br />

25


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

RICORDI … PARTICOLARI …<br />

Trasferta a Catanzaro<br />

Come al solito l’appuntamento è in Piazza Casalbore.<br />

Il solito pullman di don Ernesto pronto a portarci in giro per l’ennesima<br />

trasferta.<br />

Questa volta la destinazione è Catanzaro. Nella partita disputata nel girone di<br />

andata alcuni piccoli screzi con un esiguo gruppetto di calabresi ci fa presagire<br />

che l’accoglienza non sarà delle più pacifiche. La cosa non ci preoccupa più di<br />

tanto. Non è la prima né sarà l’ultima delle trasferte un poco più…<br />

“emozionanti”.<br />

Il viaggio scorre lento ma tranquillo tra i soliti scherzi e i soliti cori. Finalmente<br />

dopo chissà quante ore giungiamo a destinazione. Scendiamo dal pullman facciamo<br />

un giretto e si avvicinano alcuni ultras locali i quali, con fare minaccioso,<br />

ci chiedono di non esporre lo striscione. Più precisamente “per la vostra tranquillità<br />

non dovete mettere lo striscione …” .<br />

Risposta: ma tu verament fai????<br />

Senza dilungarci molto lo striscione, anzi gli striscioni furono esposti eccome.<br />

All’uscita dal nostro settore ci accorgiamo che un gruppo anche numeroso di<br />

“nemici”ci aspetta.<br />

Breve conciliabolo tra noi, quindi TUTTI con le cinte in mano siamo noi che carichiamo<br />

loro.<br />

Liberata la strada ci avviamo verso il pullman fermo all’inizio della città. Con<br />

nostra sorpresa apprendiamo che i “responsabili” del servizio d’ordine stanno<br />

facendo venire il pullman verso di noi. Come vedremo mai decisione fu più nefasta.<br />

Saliamo sul pullman e dopo pochi metri una sassaiola fittissima colpisce il<br />

pullman. Immediatamente la nostra decisione fu quella di scendere …<br />

Fu una vera e propria guerriglia urbana.<br />

Bilancio un bar distrutto, un fuoco a mano lanciato in un distributore che<br />

fortunatamente non si incendiò. Ma il pullman letteralmente distrutto. Non<br />

esisteva nemmeno più un vetro.<br />

Molti decisero di tornare a <strong>Salerno</strong> con altri mezzi, in pochi decidemmo di<br />

restare sul pullman distrutto e affrontare il viaggio di ritorno consapevoli di<br />

dover attraversare la Sila …<br />

26


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

… Eroico l’autista che senza il vetro davanti, con un paio di occhiali da sole<br />

nonostante fossimo in piena notte, per proteggere gli occhi dal vento e con<br />

giacche a vento addosso ci portò a <strong>Salerno</strong> nonostante il freddo cane. Noi raggomitolati<br />

nello striscione eravamo gelati figuriamoci l’autista.<br />

Arrivati a <strong>Salerno</strong> chi era venuto a prenderci (genitori o familiari) stentavano a<br />

credere ai loro occhi, incapaci di comprendere cosa fosse accaduto.<br />

Un solo commento che sembrava una sentenza definitiva: E MO’ E TRASFERT<br />

T’E’ PUO’ SUNNA’.<br />

Ovviamente la trasferta successiva, come se nulla fosse, eravamo sempre lì<br />

pronti per una nuova avventura.<br />

Trasferta Catanzaro<br />

27


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Come precedentemente detto il nostro racconto finisce qui<br />

Abbiamo voluto ripercorrere le tappe, a nostro avviso, più significative che<br />

hanno caratterizzato la nascita, l’ascesa e la consacrazione del mito degli<br />

ULTRAS di SALERNO e della curva sud.<br />

Quel mito che non è nato per caso ma che è venuto fuori perché ognuno si<br />

sentiva partecipe di un qualcosa che riteneva suo. Ognuno contribuiva, nel<br />

rispetto dei propri ruoli, a scrivere pagina dopo pagina, un pezzettino di storia.<br />

C’era il rispetto dei ruoli, il rispetto delle persone e di quello che rappresentavano.<br />

Non esistevano figure “mitologiche” da cui dipendere, più semplicemente<br />

esistevano persone innamorate di un’idea che era racchiusa nella frase<br />

VIVERE ULTRA’ PER AMARE SALERNO, che forse per qualcuno ha<br />

perso il significato iniziale.<br />

Oggi è tutto tremendamente più difficile, l’avvento di internet, il calcio moderno<br />

troppo sbilanciato verso il business rispetto al “cuore”, la voglia di rimpiangere<br />

e rincorrere quel passato che molti, troppi forse non hanno conosciuto appieno.<br />

Leggi e regole che nel corso degli anni sono cambiate, anche per colpa nostra.<br />

La volontà di trasformare un incontro di calcio in uno spettacolo da salotto<br />

asettico e senza emozione alcuna. Ormai tutto è vietato dai tamburi agli<br />

striscioni ai fumogeni. Fra un po’ sarà vietato incitare, tifare, palpitare ed<br />

emozionarsi. Tutto ciò non ci piace.<br />

Un movimento ultrà che per forza di cose si è quasi trasformato in qualcosa di<br />

“clandestino” che ha perso la spontaneità e l’entusiasmo degli anni d’oro.<br />

Auguriamo alle “nuove leve” di ritrovare quell’entusiasmo e quella voglia di fare<br />

che esisteva un tempo, nel rispetto di chi per anni ha rappresentato, rappresenta<br />

e rappresenterà il movimento ultrà nella nostra città. Di chi ha girato in<br />

lungo e in largo lo stivale con un solo obbiettivo: LA DIFESA DELLA NO-<br />

STRA CITTA’.<br />

Per chi è nato nella CURVA NUOVA del Vestuti, per chi è cresciuto avendo<br />

negli occhi striscioni storici come SALERNITANA BERSAGLIERA,<br />

PANTHERS, GRANATA SOUTH FORCE certe cose che si vedono oggi non<br />

sono ammissibili.<br />

Non è concepibile vedere gente totalmente disinteressata alle sorti della propria<br />

squadra di calcio, intenta a tutt’altro.<br />

In quella curva si andava solo ed esclusivamente per tifare e solo con sciarpe<br />

rigorosamente granata. A fine partita si usciva tutti senza voce. L’avevamo persa<br />

incitando fino all’ultimo istante la nostra squadra. E, credeteci, i risultati sportivi<br />

non ci hanno mai premiato. La maggior parte delle volte alla fine del girone di<br />

“andata” bisognava già pensare all’annata successiva, che, puntualmente rappresentava<br />

un’ulteriore delusione...<br />

28


Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Ma NOI sempre lì imperterriti innamorati di un sogno che andava al di là dei<br />

risultati e degli uomini. Quel sogno era nell’immaginario collettivo il progetto<br />

che avrebbe portato alla realizzazione di un grande progetto. La curva della<br />

Salernitana come una delle più apprezzate ed invidiate dell’intero panorama<br />

ultras italiano.<br />

Ma, soprattutto, vi era, lo ripetiamo alla noia, il rispetto di chi in nome di quel<br />

sogno e per la difesa della città si sobbarcava chilometri e chilometri ogni<br />

settimana al seguito della squadra.<br />

Lo stesso modo di essere noi lo abbiamo trasferito nella curva sud dell’Arechi.<br />

Non è contemplato nel nostro codice non tifare perché ci è antipatico chi<br />

mantiene il megafono. Noi TUTTI dobbiamo ricordare che si tifa per la<br />

SALERNITANA per la nostra città. Mai dobbiamo dimenticare che esistiamo<br />

perché la Salernitana esiste, è l'amore per la nostra città che ci da la forza e<br />

giustifica la nostra passione, i nostri sacrifici e le conseguenze che subiamo.<br />

Tutti abbiamo un modo di essere, ma tutti siamo uguali per un medesimo amore.<br />

Ognuno ha il suo spazio perché la libertà non è una cosa che si possa dare, la<br />

libertà uno se la prende e ciascuno è libero quando vuole esserlo. . . . . .<br />

Essere se stessi, dare tutto, impegnarsi fino alla fine, questi sono gli ultrà che<br />

vogliamo. Ragazzi che con il loro fare, il loro modo di essere affermano uno<br />

stile di vita.<br />

NOI la pensiamo così, continueremo a farlo fino a quando riusciremo a<br />

conservare intatti i cardini che ci tengono uniti, fondamenta del nostro stare<br />

insieme come nucleo e come ultras:<br />

Amicizia, Lealtà, Rispetto, Spirito di sacrificio, Impegno sociale.<br />

SIAMO NATI SALERNITANI E MORIREMO SEMPRE ULTRA’ !!!!!<br />

Ci piace chiudere con uno scritto che non è nostro ma che ben rappresenta la<br />

situazione attuale degli ultras in genere:<br />

“Nell'anno 20…?? venni invitato ad assistere a una gara di calcio. Lo stadio era<br />

pieno, presi posto in tribuna. Era uno stadio nuovo, con tutti gli spettatori rigorosamente<br />

seduti ai loro posti. Nessun colore, nessun calore. Solo un brusio era<br />

permesso all'interno di quella costruzione, perfetta nella forma, incredibile, asettica.<br />

La partita era cominciata da un pò quando la squadra di casa passò in vantaggio<br />

tra timidi applausi: né gioia né dolore né noia né stupore... Ad un tratto,<br />

da un lato dello stadio illuminato dal sole, qualcosa, qualcuno incominciò a<br />

muoversi, a tenere un comportamento strano, lontano nei tempi. Il loro brusio<br />

diventò voce, la loro voce diventò grido, il loro grido diventò boato. Dieci, cento,<br />

mille si erano uniti a loro.<br />

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Nucleo Storico ultrà <strong>Salerno</strong><br />

Quella parte dello stadio si colorò, fumogeni e torce come non se ne vedevano<br />

da tempo, crearono un’atmosfera da brividi, un enorme striscione coprì le loro<br />

teste, l'incitamento diventò incessante, continuo, ritmato. Da dentro mi salì un<br />

caldo, dolce ricordo e una grande certezza: sono tornati, sono loro, gli ultrà, vivono<br />

ancora liberi per volare in un sogno”<br />

Infine vorremmo ricordare una frase che resterà per sempre nelle nostre menti e<br />

nel nostro modo di pensare, una frase incisa sulla prima tessera dei Panthers:<br />

“TUTTO FINISCE SOLO LA CURVA SUD POSSIEDE IL DONO<br />

DELL’ETERNITA’”<br />

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