Valutazione delle modifiche sull'arcata inferiore in seguito all'uso di ...

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Risultati Dopo avere recuperato tutti gli abstract dai differenti database che sembravano soddisfare i criteri di selezione e dopo aver verificato la loro utilità sono rimasti solo 53 studi. Abbiamo anche cercato le liste di riferimento degli articoli selezionati per pubblicazioni aggiuntive rilevanti che avremmo perso durante la ricerca nei diversi database. I seguenti criteri di esclusione sono stati scelti per scartare gli articoli inappropriati: case report, studi prospettici e RCT, case series e studi descrittivi, abstract, studi su soggetti adulti, studi condotti su cefalogrammi laterali o posteroanteriori, trattamento combinato con estrazioni, trattamento combinato con apparecchiature fisse, trattamento combinato con apparecchi funzionali, trattamenti chirurgici. In realtà di questi 53 articoli ne sono stati presi in considerazione solo 5: dei 48 articoli esclusi 7 non erano disponibili in biblioteca (30-36); 13 valutavano solo le modifiche verificatesi nell’arcata superiore (20, 37-47); 8 prevedevano l’utilizzo di apparecchiature fisse su entrambe le arcate dentarie (48-54); 1 era uno studio in vitro (55); 7 valutavano le modifiche cefalometriche relative all’utilizzo di mezzi espansivi (8, 34, 38, 56-59); 5 consideravano l’uso di apparecchi funzionali quali Fränkel, lip bumper e altri apparecchi rimovibili la cui azione si svolge inevitabilmente anche nell’arcata infe- Revisione della letteratura Ortognatodonzia Italiana vol. 16, 2-2009 98 riore (61-65); 3 erano case report (27, 66, 67); 3 erano studi descrittivi (68); 2 prevedevano l’uso di terapia estrattiva (61, 69); 1 valutava le modifiche successive al trattamento espansivo con una stima dei fattori predisponenti la recidiva dell’arcata inferiore (70); 1 aveva un numero di pazienti inferiore a 20 (21); infine l’ultimo articolo valutava la stabilità a lungo termine del trattamento ortodontico sull’arcata inferiore (70). Nella tabella 3 viene presentato uno schema della dimensione del campione, la metodologia e il tipo di apparecchio usati. Discussione Tab. 3. Metodologia degli studi selezionati. ■ Valutazione delle modifiche dell’ampiezza dell’arcata inferiore durante la crescita Per capire quale tipo di modifiche sia possibile ottenere durante un trattamento ortodontico è necessario valutare che cosa accade in un individuo senza che venga sottoposto ad alcun trattamento ortodontico in relazione alle modifiche che avvengono nell’arcata inferiore durante la crescita. Il concetto generale espresso da alcuni autori (71-74) è che sembra esserci un incremento significativo nell’ampiezza intercanina tra la dentizione decidua e quella mista, mentre sembra che ci sia solo una lieve modifica nell’ampiezza intermolare (69). Autori Campione Valut. errori misur. Apparecchi Periodo esp attiva Gryson et al. 7 27 f, 11 m; 10 aa 5 m Non riportata Espansore di Haas 3 mesi Sandstrom et al. 18 9 f, 8 m; circa 14 aa al più vicino 0,01 mm Espansore di Haas Non riportato 11 f, 11 m; circa 12 aa 6 m Akkaya et al. 71 12 pz per RME; 11.96 aa al più vicino 1 mm RME vite Hyrax 0.70-1.60 m 12 pz per SME; 12,31 aa SME +molla espansore Minne 1.00-5.16 m Lima et al. 68 18 f, 12 m; 8 aa 2 m Sd 0,07-0,18 mm per tutte Espansore Haas medio: 5 m Adkins et al. 57 14 f, 7 m; 11.6- 17 aa +/- 0,16 ampiezza intermolare Espansore Hyrax 10-21 settimane 0,19 per ampiezza intercanina La valutazione è stata eseguita per tutti sui Modelli gesso, a eccezione del seconco campione di Sandstrom, che è stata eseguita sul cefalogramma lat.
Come documentato da Moorrees e Reed (29), Barrow e White (71), Sillman (76) e DeKock (76) ci si può aspettare un moderato incremento nell’ampiezza dell’arcata dentale, soprattutto nelle regioni anteriori, fino all’eruzione dei canini permanenti. Dopo questo momento l’ampiezza d’arcata usualmente diminuisce sia nelle regioni anteriori che in quelle posteriori (1, 76, 78). Questo concetto è in parte in contraddizione con lo studio eseguito da Marshall sulle modifiche dell’arcata inferiore durante la crescita. Marshall (79) ha valutato le modifiche del torque coronale molare e dell’ampiezza intermolare dal momento dell’eruzione del primo molare inferiore all’inizio della maturità. Il principale risultato di questo studio è stato che i molari mascellari erompono con un torque coronale vestibolare e si raddrizzano lingualmente con l’età, mentre i molari mandibolari erompono con un torque coronale linguale e si raddrizzano vestibolarmente con l’età. ■ Analisi descrittiva dei risultati Gryson (5) ha studiato le modifiche nella distanza interdentale mandibolare concomitanti con l’ espansione rapida della sutura palatale mediana. Il suo studio coinvolgeva 38 pazienti originari di due studi ortodontici privati (27 femmine, età 6-14 anni; 11 maschi, età 4-13 anni). Ogni paziente venne trattato con un espansore fisso (come descritto da Haas). L’attivazione dell’apparecchio era di quattro quarti di giro il giorno dell’applicazione con successive attivazioni da parte del paziente o del genitore di due quarti di giri al giorno. L’espansore veniva poi tenuto per 3 mesi. Successivamente al paziente venne “costruito” un retainer. Vennero eseguiti i modelli in gesso prima del trattamento, dopo l’espansione e dopo la stabilizzazione. Il lavoro di Moorrees del 1959 (80) venne utilizzato per valutare le modifiche della distanza interdentale che ci sarebbero state se i pazienti non fossero stati sottoposti a trattamento alcuno. Lo studio mise in luce che non c’è correlazione tra le modifiche nella distanza intercanina e intermolare mandibolare in relazione all’incremento della distanza intermolare mascellare, che le modifiche nell’ampiezza intercanina non sono rilevanti, cioè che sono maggiori di 0,2 mm ma minori di 0,2 mm dopo l’aggiustamento con i valori di Moorrees e infine che le modifiche nell’ampiezza intermolare sono state leggermente inferiori a 0,4 mm e maggiori di 0,3 mm dopo l’aggiustamento. Gli effetti dell’espansione rapida sulle ampiezze interca- Revisione della letteratura Ortognatodonzia Italiana vol. 16, 2-2009 99 nine e intermolari mandibolari vennero studiate anche da Sandstrom e colleghi (25) in un lavoro eseguito sui modelli in gesso iniziali, finali e ad almeno due anni dalla fine della terapia di 17 pazienti (per la valutazione dell’ampiezza intercanina) e di 22 pazienti (per la valutazione dell’ampiezza intermolare). I risultati mostrano che il medio incremento della distanza intercanina inferiore è stato di 1,1 mm, lieve ma statisticamente significativo guadagno, mentre l’espansione media dell’ampiezza intermolare è stata di 2,8 mm. L’unico studio in cui è stato valutato l’uso di un espansore palatale lento è stato quello di Akkaya et al. (8). Gli autori hanno analizzato le risposte al trattamento con espansore rapido e con espansore lento di due gruppi distinti di 12 pazienti ciascuno. I risultati mostrarono che anche nelle valutazioni postcontenzione l’incremento avutosi nelle ampiezze intercanine e intermolari inferiori sia per il gruppo trattato con espansore rapido (in cui i valori di incremento di entrambi i parametri sono stati maggiori rispetto all’altro gruppo) che per il gruppo trattato con l’espansore lento venne in parte mantenuto. Questo è avvenuto probabilmente grazie all’uso di bite plates posteriori che eliminavano l’effetto della recidiva dell’ampiezza intermolare superiore sull’arcata inferiore. Un’analisi più accurata è stata fatta da Lima et al. (81): gli autori hanno riservato particolare attenzione agli effetti clinicamente significativi e alla stabilità successiva a un trattamento con espansore rapido palatale eseguito su 30 pazienti, eseguendo misurazioni su modelli in gesso in quattro stadi di valutazione: preespansione, follow up a breve termine, progress e follow up a lungo termine. Le modifiche globali dalla preespansione al follow up a lungo termine mostravano un significativo incremento nell’ampiezza intermolare di 0,93 mm (misurazioni linguali) e di 0,72 mm (misurazioni occlusali) e un decremento statisticamente significativo di 0,99 mm nell’ampiezza intercanina, nonostante quest’ultima fosse aumentata significativamente nel follow up a breve termine. Lo studio di Adkins et al. (7), eseguito su 21 pazienti sottoposti al trattamento con espansore rapido, mostra un lieve raddrizzamento vestibolare dei denti mandibolari posteriori a seguito dell’espansione e come risultante dell’espressione delle forze occlusali. Inoltre durante il periodo di stabilizzazione un raddrizzamento vestibolare più grande è stato associato maggiormente con i pazienti che non partivano con un crossbite posteriore.
Page 1 and 2: evisione della letteratura literatu
Page 3: quad helix, espansione rapida masce
Page 7 and 8: sui molari. Akkaya et al. (8) per l
Page 9 and 10: Angle Orthod. 2004 Feb;74(1):71-8.

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