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2° parte - Udine Cultura

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montani, alcune specie, soprattutto<br />

elementi orofili associati a pascoli aridi e<br />

rocciosi, non sono infrequenti anche in<br />

pietraie, brecciai e alla base di ghiaioni<br />

scoscesi con rada vegetazione e suoli<br />

bruti superficiali. Tra queste possiamo<br />

ricordare almeno il neoatractosomatide<br />

Pseudocraspedosoma grypischium,<br />

endemita circumalpino a relativamente<br />

ampia valenza ecologica, ma che<br />

colonizza con frequenza anche i margini<br />

di ghiaioni e i pendii roccioso-sassosi<br />

scoscesi, fino a quasi 3000 m di quota.<br />

Anche il craspedosomatide<br />

Bergamosoma canestrinii, ad analoga<br />

distribuzione alpina, è stato raccolto<br />

prevalentemente su suoli poco profondi,<br />

fra pietraie e detriti rocciosi, oltre che in<br />

aree aperte (gramineti xerici e sassosi<br />

montani) esposte a Sud, fino a quasi<br />

3000 m, così come alcuni altri<br />

rappresentanti della medesima famiglia,<br />

con areale ed ecologia molto simili (ad<br />

esempio Atractosoma meridionale,<br />

Rothenbuehleria minima e<br />

Dactylophorosoma nivisatelles),<br />

analogamente al polidesmide<br />

Polydesmus monticola e agli iulidi<br />

Leptoiulus alemannicus e L. riparius.<br />

Iulide<br />

Chilopodi. Le uniche specie che sulle<br />

Alpi con frequenza colonizzano i margini<br />

dei ghiaioni montani dove almeno siano<br />

presenti degli accumuli terrigeni più<br />

cospicui (pur non essendone realmente<br />

caratteristiche), sono alcuni litobiidi come<br />

Lithobius lucifugus, il quale nel settore<br />

orientale si accompagna con una certa<br />

frequenza con Lithobius schuleri. Insieme<br />

a L. lucifugus, che, pur caratterizzante,<br />

non è comunque esclusivo nemmeno<br />

delle praterie aride alpine e può anche<br />

trovarsi nei boschi montani, sulle Dolomiti<br />

talvolta si incontrano in questi habitat<br />

anche L. muticus e L. nodulipes, entrambi<br />

elementi a più ampia valenza ecologica e<br />

perciò meno significativi.<br />

Insetti Tra i gruppi più significativi<br />

dell’entomofauna, che colonizzano più o<br />

meno stabilmente i ghiaioni montani,<br />

troviamo ancora soprattutto i coleotteri,<br />

insieme a lepidotteri, ortotteri, eterotteri,<br />

ditteri ed imenotteri. La maggioranza delle<br />

specie di insetti dei ghiaioni è<br />

rappresentata da specie fitofaghe in<br />

senso lato, mentre è ancora abbastanza<br />

rilevante la componente dei microfagi del<br />

suolo bruto; esigua è infine la componente<br />

dei predatori e dei parassitoidi.<br />

● Ortotteroidei. Gli ortotteri (soprattutto gli<br />

acridoidei) sono uno dei gruppi più<br />

riccamente rappresentati a livello dei<br />

ghiaioni montani, benché siano poche le<br />

specie realmente specializzate nel<br />

colonizzarli in modo pressoché esclusivo.<br />

Il gruppo comprende comunque svariate<br />

famiglie (in particolare catantopidi e<br />

acrididi, oltre a qualche tetrigide) con<br />

specie più o meno strettamente<br />

infeudate a substrati xerici e<br />

prevalentemente sassosi, colonizzati solo<br />

da pulvini di piante pioniere e da rade<br />

poacee orofile e xerofile (nella tradizionale<br />

caratterizzazione ecologica degli ortotteri<br />

italiani rientrerebbero nell’associazione<br />

“saxicola campestre”, o lapidicola). Tra le<br />

specie più frequenti sulla vegetazione<br />

erbacea rada dei ghiaioni montani,<br />

soprattutto nei settori di interfaccia con i<br />

Epipodisma pedemontana<br />

seslerieti, o a ridosso di bassi cespuglieti<br />

a ginepri o rododendri, possiamo<br />

ricordare il tetrigide Tetrix bipunctata<br />

(Europa meridionale, arco alpino),<br />

fortemente criptica quando posata su<br />

rocce e pietre di colore bianco-grigiastro,<br />

e in grado di raggiungere i 3000 m di<br />

quota, oltre a molti catantopidi di differenti<br />

generi, come Epipodisma pedemontana<br />

(Alpi occidentali), svariate Italopodisma<br />

(tutte endemiche di limitati settori altomontani<br />

dell’Appennino centrale, ad<br />

affinità egeiche), Chorthopodisma cobellii<br />

(endemita dell’Italia nord-orientale), le<br />

specie del genere Podisma (con specie<br />

sia alpine che appenniniche) e soprattutto<br />

Melanoplus frigidus, tra le specie più<br />

criofile e meglio adattate alla vita su suoli<br />

rocciosi nelle Alpi. Anche l’euriecio e<br />

comune Calliptamus italicus (ampiamente<br />

distribuito nell’Europa meridionale e in<br />

Calliptamus italicus<br />

Italia) può spingersi fino alle fasce<br />

altitudinali montane, soprattutto nell’Italia<br />

meridionale. Prettamente legate al piano<br />

submontano, sono ancora da citare tra i<br />

catantopidi Calliptamus siciliae (specie<br />

distribuita nel bacino Mediterraneo che si<br />

spinge fino alla Manciuria) e Pezzotettix<br />

giornai (specie a distribuzione europeamediterranea).<br />

Queste due ultime specie,<br />

pur essendo riferibili all’associazione<br />

“erbicola campestre”, si rinvengono con<br />

elevata frequenza in aree montane lungo i<br />

sentieri pietrosi ed ai margini dei coni di<br />

Oedipoda caerulescens<br />

deiezione, dove spesso coabitano con gli<br />

acrididi del genere Oedipoda.<br />

Come accennato, sono numerosi i<br />

rappresentanti della famiglia degli acrididi<br />

che, pur se tutt’altro che esclusivi, trovano<br />

comunque habitat favorevoli nei ghiaioni<br />

montani alpini, prealpini e appenninici. Tra<br />

le molte specie, citiamo Psophus stridulus<br />

(arco alpino e Appennino centrale, fino a<br />

oltre 2000 m), le comuni e ampiamente<br />

diffuse Oedipoda caerulescens ed<br />

O. germanica (fino a oltre 2000 m), pure a<br />

marcato criptismo, ma caratteristiche per<br />

la rapida esposizione delle ali<br />

metatoraciche vivacemente colorate<br />

(rispettivamente azzurre e rossastre)<br />

quando spiccano il volo per brevi tratti,<br />

disorientando i potenziali predatori, ma<br />

anche gli ignari escursionisti lungo i<br />

sentieri montani. Ancora, Stenobothrodes<br />

rubicundulus, ad ampia distribuzione in<br />

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