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montani, alcune specie, soprattutto<br />
elementi orofili associati a pascoli aridi e<br />
rocciosi, non sono infrequenti anche in<br />
pietraie, brecciai e alla base di ghiaioni<br />
scoscesi con rada vegetazione e suoli<br />
bruti superficiali. Tra queste possiamo<br />
ricordare almeno il neoatractosomatide<br />
Pseudocraspedosoma grypischium,<br />
endemita circumalpino a relativamente<br />
ampia valenza ecologica, ma che<br />
colonizza con frequenza anche i margini<br />
di ghiaioni e i pendii roccioso-sassosi<br />
scoscesi, fino a quasi 3000 m di quota.<br />
Anche il craspedosomatide<br />
Bergamosoma canestrinii, ad analoga<br />
distribuzione alpina, è stato raccolto<br />
prevalentemente su suoli poco profondi,<br />
fra pietraie e detriti rocciosi, oltre che in<br />
aree aperte (gramineti xerici e sassosi<br />
montani) esposte a Sud, fino a quasi<br />
3000 m, così come alcuni altri<br />
rappresentanti della medesima famiglia,<br />
con areale ed ecologia molto simili (ad<br />
esempio Atractosoma meridionale,<br />
Rothenbuehleria minima e<br />
Dactylophorosoma nivisatelles),<br />
analogamente al polidesmide<br />
Polydesmus monticola e agli iulidi<br />
Leptoiulus alemannicus e L. riparius.<br />
Iulide<br />
Chilopodi. Le uniche specie che sulle<br />
Alpi con frequenza colonizzano i margini<br />
dei ghiaioni montani dove almeno siano<br />
presenti degli accumuli terrigeni più<br />
cospicui (pur non essendone realmente<br />
caratteristiche), sono alcuni litobiidi come<br />
Lithobius lucifugus, il quale nel settore<br />
orientale si accompagna con una certa<br />
frequenza con Lithobius schuleri. Insieme<br />
a L. lucifugus, che, pur caratterizzante,<br />
non è comunque esclusivo nemmeno<br />
delle praterie aride alpine e può anche<br />
trovarsi nei boschi montani, sulle Dolomiti<br />
talvolta si incontrano in questi habitat<br />
anche L. muticus e L. nodulipes, entrambi<br />
elementi a più ampia valenza ecologica e<br />
perciò meno significativi.<br />
Insetti Tra i gruppi più significativi<br />
dell’entomofauna, che colonizzano più o<br />
meno stabilmente i ghiaioni montani,<br />
troviamo ancora soprattutto i coleotteri,<br />
insieme a lepidotteri, ortotteri, eterotteri,<br />
ditteri ed imenotteri. La maggioranza delle<br />
specie di insetti dei ghiaioni è<br />
rappresentata da specie fitofaghe in<br />
senso lato, mentre è ancora abbastanza<br />
rilevante la componente dei microfagi del<br />
suolo bruto; esigua è infine la componente<br />
dei predatori e dei parassitoidi.<br />
● Ortotteroidei. Gli ortotteri (soprattutto gli<br />
acridoidei) sono uno dei gruppi più<br />
riccamente rappresentati a livello dei<br />
ghiaioni montani, benché siano poche le<br />
specie realmente specializzate nel<br />
colonizzarli in modo pressoché esclusivo.<br />
Il gruppo comprende comunque svariate<br />
famiglie (in particolare catantopidi e<br />
acrididi, oltre a qualche tetrigide) con<br />
specie più o meno strettamente<br />
infeudate a substrati xerici e<br />
prevalentemente sassosi, colonizzati solo<br />
da pulvini di piante pioniere e da rade<br />
poacee orofile e xerofile (nella tradizionale<br />
caratterizzazione ecologica degli ortotteri<br />
italiani rientrerebbero nell’associazione<br />
“saxicola campestre”, o lapidicola). Tra le<br />
specie più frequenti sulla vegetazione<br />
erbacea rada dei ghiaioni montani,<br />
soprattutto nei settori di interfaccia con i<br />
Epipodisma pedemontana<br />
seslerieti, o a ridosso di bassi cespuglieti<br />
a ginepri o rododendri, possiamo<br />
ricordare il tetrigide Tetrix bipunctata<br />
(Europa meridionale, arco alpino),<br />
fortemente criptica quando posata su<br />
rocce e pietre di colore bianco-grigiastro,<br />
e in grado di raggiungere i 3000 m di<br />
quota, oltre a molti catantopidi di differenti<br />
generi, come Epipodisma pedemontana<br />
(Alpi occidentali), svariate Italopodisma<br />
(tutte endemiche di limitati settori altomontani<br />
dell’Appennino centrale, ad<br />
affinità egeiche), Chorthopodisma cobellii<br />
(endemita dell’Italia nord-orientale), le<br />
specie del genere Podisma (con specie<br />
sia alpine che appenniniche) e soprattutto<br />
Melanoplus frigidus, tra le specie più<br />
criofile e meglio adattate alla vita su suoli<br />
rocciosi nelle Alpi. Anche l’euriecio e<br />
comune Calliptamus italicus (ampiamente<br />
distribuito nell’Europa meridionale e in<br />
Calliptamus italicus<br />
Italia) può spingersi fino alle fasce<br />
altitudinali montane, soprattutto nell’Italia<br />
meridionale. Prettamente legate al piano<br />
submontano, sono ancora da citare tra i<br />
catantopidi Calliptamus siciliae (specie<br />
distribuita nel bacino Mediterraneo che si<br />
spinge fino alla Manciuria) e Pezzotettix<br />
giornai (specie a distribuzione europeamediterranea).<br />
Queste due ultime specie,<br />
pur essendo riferibili all’associazione<br />
“erbicola campestre”, si rinvengono con<br />
elevata frequenza in aree montane lungo i<br />
sentieri pietrosi ed ai margini dei coni di<br />
Oedipoda caerulescens<br />
deiezione, dove spesso coabitano con gli<br />
acrididi del genere Oedipoda.<br />
Come accennato, sono numerosi i<br />
rappresentanti della famiglia degli acrididi<br />
che, pur se tutt’altro che esclusivi, trovano<br />
comunque habitat favorevoli nei ghiaioni<br />
montani alpini, prealpini e appenninici. Tra<br />
le molte specie, citiamo Psophus stridulus<br />
(arco alpino e Appennino centrale, fino a<br />
oltre 2000 m), le comuni e ampiamente<br />
diffuse Oedipoda caerulescens ed<br />
O. germanica (fino a oltre 2000 m), pure a<br />
marcato criptismo, ma caratteristiche per<br />
la rapida esposizione delle ali<br />
metatoraciche vivacemente colorate<br />
(rispettivamente azzurre e rossastre)<br />
quando spiccano il volo per brevi tratti,<br />
disorientando i potenziali predatori, ma<br />
anche gli ignari escursionisti lungo i<br />
sentieri montani. Ancora, Stenobothrodes<br />
rubicundulus, ad ampia distribuzione in<br />
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