Periodico di informazione e cultura - CASTRI PIRI VALLES
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<strong>Perio<strong>di</strong>co</strong> <strong>di</strong> <strong>informazione</strong> e <strong>cultura</strong> Dicembre 2010 n.9
LA PANATTA SPORT OFFRE ALLE SUE MAESTRANZE<br />
LʼABBONAMENTO ANNUO A “VOCI DAL SAN VICINO”<br />
NELLʼINTENTO DI<br />
VALORIZZARE LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO<br />
DOVE E` NATA<br />
Voci dal San Vicino<br />
<strong>Perio<strong>di</strong>co</strong> trimestrale <strong>di</strong> <strong>informazione</strong> e <strong>cultura</strong> - <strong>di</strong>cembre 2010 - n° 9<br />
Direttore Responsabile - Luigi TALIANI<br />
Autorizzazione Tribunale <strong>di</strong> Ancona n° 19-08.<br />
Sede: Ctr. S. Francesto, 28 - 62021 Apiro (MC)<br />
Supplemento al numero 25 del quin<strong>di</strong>cinale Geronimo<br />
Email: castri.piri@yahoo.it<br />
redazione.cpv@email.it<br />
Web: www.castripirivalles.it<br />
Tel. 0733-611126<br />
Tipografia GRAFOSTIL via A. MERLONI, Matelica (AN)<br />
2<br />
Una copia: € 3.00;<br />
Abbonamenti:<br />
Or<strong>di</strong>nario: €10,00; Sostenitore: €20,00; Benemerito: €30,00.<br />
È possibile abbonarsi presso:<br />
Uffici Postali: C.C.P. 1443307 intestato a SFORZA ELVIO<br />
Sportelli della Banca CC <strong>di</strong> Filottrano;<br />
“Barbara Casalinghi e Ferramenta” Piazza Bal<strong>di</strong>ni, 6 Apiro<br />
Presso la Vs. Banca - Bonifico sul CC intestato a Casti Piri Valles<br />
Iban: IT83 Y08549 68800 000090100662<br />
NOVITAʼ: Abbonamento a Geronimo e Voci del san Vicino € 37,00
Separati in vicinanza<br />
Viviamo in un epoca strana dove le "<strong>di</strong>stanze fisiche" sembrano essersi accorciate ma si vive sempre più<br />
separati. E' scontato <strong>di</strong>re che tutti i mass me<strong>di</strong>a da internet, facebook, televisione,giornali,telefono ci fanno sentire<br />
abitanti <strong>di</strong> un unico villaggio cosiddetto globale dove secondo alcuni osservatori sociali, ci sono processi <strong>di</strong><br />
omologazione <strong>cultura</strong>le con il rischio <strong>di</strong> mortificare abitu<strong>di</strong>ni, usanze e perfino i menù della nostra alimentazione nati<br />
da lunghe tra<strong>di</strong>zioni legate profondamente al territorio. Viene fuori da tutto ciò una trasformazione a livello<br />
antropologico,sociologico ed esistenziale. Basti pensare come la stessa televisione che ha mosso i primi passi in Italia<br />
nel lontano 1954 ha sprovincializzato il nostro paese in alcune abitu<strong>di</strong>ni secolari come ad esempio nel vivere alcuni<br />
passaggi esistenziali <strong>di</strong>ffusi prevalentemente in un società molto <strong>di</strong>versa da quella in cui stiamo vivendo. L'uomo sta<br />
vivendo delle appartenenze sempre più deboli con il rischio <strong>di</strong> incorrere in quella che oggi viene ritenuta la malattia<br />
più grave della nostra epoca: la solitu<strong>di</strong>ne. Diceva un antropologo francese, André Malraux, che uno dei bisogni<br />
fondamentali della persona è l'appartenenza senza la quale si cade in un profondo <strong>di</strong>sorientamento e smarrimento.<br />
Per essere citta<strong>di</strong>ni protagonisti e attivi nel sesto continente che potremo chiamare i mezzi <strong>di</strong> comunicazione sociale è<br />
necessario in una società complessa dar voce a tutte le esperienze. Ecco allora il valore e l'esigenza <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong><br />
comunicazione, compresa la carta stampata, che siano veramente legati al territorio. La funzione della stampa locale<br />
sia che riguar<strong>di</strong> il nostro “Voci dal San Vicino” sia il quin<strong>di</strong>cinnale Geronimo con cui ci siamo da poco gemellati<br />
rispondono a questa esigenza <strong>di</strong> dar voce a tutte quegli avvenimenti che spesso non trovano spazio nella grande<br />
stampa ma che costituiscono il tessuto connettivo della nostra società, del nostro ambiente. Ultimamente la stampa<br />
perio<strong>di</strong>ca ha subito un forte aumento dei costi legati alla spe<strong>di</strong>zione postale. Sembra che sia un attacco alla<br />
democrazia quando si rischia <strong>di</strong> spegnere le voci libere del territorio che come nel nostro caso da Matelica ad Apiro,<br />
Camerino e Cingoli, San Severino Marche e altri centri vogliono ricostituire e potenziare rapporti significativi tra<br />
comunità che hanno tra<strong>di</strong>zioni e ra<strong>di</strong>ci molto profonde nella storia <strong>di</strong> questo territorio. Foto <strong>di</strong> personaggi del<br />
passato, luoghi importanti per la nostra storia, episo<strong>di</strong> sono veicoli importanti per trasmettere messaggi rilevanti per<br />
le nuove generazioni.<br />
Luigi Taliani<br />
In questo numero:<br />
Il dopo seminario: lʼazione... 4<br />
Gli interventi nella Sala 5<br />
La pratica crematoria 8<br />
LʼEsino fuori dagli argini 10<br />
La cena <strong>di</strong> un venerdì memorabile 11<br />
Agropontino 12<br />
Istantanee dal seminario 14<br />
Dagli archivi: curiosità. 15<br />
3<br />
La memoria del futuro 16<br />
Guido Leoni, soldato in Russia 17<br />
Apiro: festa dei “focarelli”. 19<br />
Salute e benessere 20<br />
Lo spazio dei Migrantes. 20<br />
Natale in poesia 22<br />
... per pensare! 23<br />
Con rammarico e scusandoci con Voi pren<strong>di</strong>amo atto che le attività programmate dalla nostra Associazione<br />
da Settembre a Dicembre hanno subito una pesante stasi.<br />
Comunque ci consola l’incremento degli abbonamenti alla VSV, la collaborazione a Geronimo-notizie fresche<br />
ogni quin<strong>di</strong>ci giorni per Apiro e <strong>di</strong>ntorni, l’aumento dell’interesse da parte degli sponsor, il miglioramento<br />
nella <strong>di</strong>stribuzione della Rivista ed i lavori <strong>di</strong> sistemazione della strada <strong>di</strong> accesso alla barriera innaturale/scalinata<br />
per S.Salvatore; la sistemazione dell’impianto elettrico ed antifurto è conclusa e la pratica<br />
per l’acquisizione dello Steinway è in <strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> arrivo.<br />
Si è riaperta anche la speranza del gemellaggio con Villa S.Angelo in Abruzzo, paese terremotato e non ricostruito.<br />
Quando ci leggerete, forse avremo anche dato vita alle luminarie del Natale in S.Salvatore ed abbozzato il<br />
presepe all’aperto.<br />
Notizie a venire dopo le feste natalizie.<br />
Grazie per la vostra attenzione<br />
Il Presidente della CPV<br />
Luigi Taliani–Direttore; Amedeo Virgili–Segretario e Redattore; Stefano Romagnoli – Progettista e Grafico; Giovanni Loccioni -<br />
capocomico teatro; Elvio Sforza – Presidente della CPV<br />
Articolisti – Collaboratori- Abbonati
Dopo il convegno <strong>di</strong> settembre siamo in<br />
marcia:<br />
La Fondazione va. Pronto il preventivo<br />
per la campana: raccolti € 550,00,<br />
la sottoscrizione è aperta.<br />
Attivata la bicicletta, allestita ed<br />
elettropilotata per le vie del paese.<br />
Completati i lavori per l’istallazione<br />
dell’antifurto, ora perfettamente funzionante:<br />
si avvicina sempre più l’evento-<br />
concerto <strong>di</strong> inaugurazione del pianoforte.<br />
-San Salvatore-<br />
Missione: abbattere<br />
le barriere architettoniche<br />
Già più volte detto, anche nel corso degli ultimi<br />
incontri del mese <strong>di</strong> settembre, la chiesa <strong>di</strong> San<br />
Il dopo seminario: lʼazione...<br />
Contribuiscono: F.lli VALORI (Apiro); Agriturismo COLLEVERDE (Apiro); MUSICA VIVA (Fabriano); TECNOGOMME (Rosora); Scuola guida TOMASSONI (Apiro)<br />
4<br />
<strong>CASTRI</strong> <strong>PIRI</strong> <strong>VALLES</strong> - ASSOCIAZIONE CULTURALE<br />
AREA PRIVATA DI S. SALVATORE - SANCTA MARIA AD NIVES<br />
SABATO 25 - DOMENICA 26 SETTEMBRE 2010<br />
SEMINARIO PROPOSITIVO DI STUDIO<br />
CONOSCERE, INFORMARE, PROPORRE<br />
- PROGRAMMA -<br />
SABATO 25 SETTEMBRE 2010<br />
ORE 8:00 APERTURA DELL’AULA<br />
... VEDERE, OSSERVARE, PAROLE IN LIBERTÀ ...<br />
SALUTO DELLE AUTORITÀ<br />
9:00 OMAGGIO AI MORTI<br />
AVV. MORENA SOVERCHIA<br />
“LA PRATICA CREMATORIA NELLA STORIA, NELLA CULTURA,<br />
NELL’ATTUALITÀ”<br />
BONDONI - UNA CASA DEL COMMIATO<br />
E. SFORZA - UN COMODATO SCOMODO<br />
E.LOCCIONI - UNA FONDAZIONE PRO-SAN SALVATORE<br />
Testimonianze - chiarimenti - risonanze - proposte<br />
PARRINI - OTTAVIO TURCHI AD UN ANNO DAL CONVEGNO<br />
COMMENTI MUSICALI A CURA DI F. FRONTALINI E M: FIORANI<br />
(DAL VIVO - MUSICA BAROCCA)<br />
OMAGGIO AD O. TURCHI - CHIESA COLLEGIATA DI S. URBANO<br />
Ah, se il campanile potesse far<br />
rintoccare una campana...<br />
DOMENICA 26 SETTEMBRE 2010 - GIORNATA DEI MIGRANTI -<br />
ORE 8:00 APERTURA DELL’AULA<br />
TENDA DI ABRAMO - (AL BAR RISTORO IN PIAZZA)<br />
ORE 10:00 GIRO TURISTICO - EXTRA MOENIA ET INTRA MOENIA -<br />
PAROLE IN LIBERTÀ... A VARIE LINGUE<br />
ORE 16:00 S.SALVATORE<br />
ESPOSITORI, PRODUTTORI, COLLEZIONISTI, RADIOAMATORI, HOBBISTI SI<br />
TUTTI SIAMO INVITATI!<br />
PRESENTANO ... E PRESENTANO<br />
L’AULA OSPITA: - MOSTRA “TESTI DELLA CULTURA MARCHIGIANA”<br />
- MOSTRA “LA MEMORIA DEL FUTURO”<br />
Salvatore sarà presto liberata dalle scale fatte con traversine della ferrovia, che impe<strong>di</strong>scono l’accesso ai portatori<br />
<strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap.<br />
Come si vede infatti nella foto, volontari specializzati nell'asfalto, capeggiati dall'infaticabile Giovanni, hanno<br />
iniziato ad eliminare le barriere architettoniche <strong>di</strong> accesso a San Salvatore. Siamo agli inizi.<br />
Contribuiscono: Ristorante “Da Enzo” (Apiro); VETRERIA VAL MUSONE (Loreto); MANCINI LUIGI - <strong>di</strong>stributori macchine caffè; Ristorante “L’Oasi” (Angeli <strong>di</strong> Rosora).
Gli interventi nella Sala<br />
GLI INTERVENTI IDEATI PER MIGLIORARE LA FRUIZIONE DELLA NOSTRA SEDE.<br />
L’ACUSTICA NELLA EX CHIESA DI SAN SALVATORE<br />
- Una nuova veste per una “vecchia” signora -<br />
L’ antica chiesa <strong>di</strong> San Salvatore presenta, allo stato attuale, un ambiente poco propenso all’intelligibilità della parola<br />
pronunciata o cantata ed è quin<strong>di</strong> necessario in<strong>di</strong>viduare ed eliminare, per quanto possibile, eventuali “<strong>di</strong>fetti acustici<br />
proponendo interventi che adattino e migliorino la qualità sonora dell’ambiente ma che siano poco invasivi, ciò al fine<br />
<strong>di</strong> rispettare la configurazione originale dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />
Qualsiasi chiesa al pari <strong>di</strong> un au<strong>di</strong>torium, e/o teatro che <strong>di</strong>r si voglia, è un locale dove l'obiettivo principale è la comunicazione<br />
che ha origine da una sorgente sonora (un cantante, un attore teatrale, un relatore etc.) <strong>di</strong>retta ad un gruppo <strong>di</strong><br />
ascoltatori e questi ultimi devono essere in grado <strong>di</strong> sentire e capire il messaggio che viene loro inviato. Il successo o il<br />
fallimento <strong>di</strong> simili e<strong>di</strong>fici è determinato dalla loro forma, dalle <strong>di</strong>mensioni, dalla correlazione spaziale tra sorgente sonora<br />
ed ascoltatori oltre che dalle superfici che circondano questi ultimi.<br />
Il problema fondamentale è rappresentato dal fatto che in questi ambienti c'è troppo suono che va nelle <strong>di</strong>rezioni sbagliate<br />
con il risultato finale rappresentato dal fatto che la voce dell’oratore sembra mancare <strong>di</strong> articolazione nei toni più<br />
bassi oltre alla presenza <strong>di</strong> un borbottio vocale facilmente percepibile dagli ascoltatori, tanto che solitamente una oratrice<br />
è più facile da capire. In ogni caso, a causa dei battimenti <strong>di</strong> eco che interferiscono con l'ascoltatore, chi siede <strong>di</strong>etro<br />
generalmente non percepisce i fenomeni <strong>di</strong> eco ma <strong>di</strong>fficilmente capisce il suono, mentre chi siede davanti percepisce<br />
bene il suono ma i fenomeni <strong>di</strong> eco presenti complicano l'intelligibilità del segnale. La posizione <strong>di</strong> ascolto migliore in<br />
tal caso è quella centrale ma questo comunque limita la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> posti.<br />
- LA PAROLA -<br />
Iniziando con il segnale sonoro costituito dal parlato, ad esempio <strong>di</strong> un attore teatrale o <strong>di</strong> un relatore, possiamo affermare<br />
che il grado <strong>di</strong> intelligibilità <strong>di</strong>pende dalla <strong>di</strong>fferenza in livello sonoro del segnale e il rumore <strong>di</strong> fondo ambientale<br />
a ciascuna frequenza dello spettro da 250Hz a 4000Hz.<br />
Quando in qualche range <strong>di</strong> frequenza il livello sonoro viene sommerso dal rumore ambientale <strong>di</strong> fondo, l'ascoltatore<br />
inizia a perdere l'intelligibilità del segnale.<br />
Tale per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> “chiarezza” del suono, considerando i livelli sonori tipici <strong>di</strong> rumore <strong>di</strong> fondo, aumenta notevolmente per<br />
<strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> oltre i 10 metri tra sorgente ed ascoltatore; quin<strong>di</strong> possiamo <strong>di</strong>re che oltre questa <strong>di</strong>stanza, le superfici interne<br />
(quelle che circondano l'ascoltatore) hanno la funzione <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>stribuire utilmente l'energia sonora irra<strong>di</strong>ata dalla fonte,<br />
se ben progettate<br />
Per una buona intelligibilità l'ascoltatore deve essere in grado <strong>di</strong> capire il segnale in un tempo massimo <strong>di</strong> 50 millisecon<strong>di</strong><br />
per cui il suono riflesso dalle superfici deve arrivare all'incirca con 30 millisecon<strong>di</strong> <strong>di</strong> ritardo dal segnale <strong>di</strong>retto<br />
all'ascoltatore stesso (ritar<strong>di</strong> uguali e/o superiori ai 50 millisecon<strong>di</strong> provocano nell'ascoltatore una sensazione negativa<br />
<strong>di</strong> isolamento).<br />
- LA MUSICA -<br />
Parlando <strong>di</strong> musica possiamo <strong>di</strong>re che le frequenze coinvolte in questo caso partono da 30Hz per arrivare a 10000Hz (il<br />
range del segnale in questo caso <strong>di</strong>pende dagli strumenti musicali utilizzati). Il processo <strong>di</strong> ascolto è simile a quello che<br />
abbiamo citato sopra a proposito del "parlato" ma ci sono alcune <strong>di</strong>fferenze; infatti nella "musica" come nel "parlato" il<br />
5
suono deve essere u<strong>di</strong>to in sequenza e con sufficiente risoluzione ma la durata <strong>di</strong> un suono musicale è generalmente più<br />
lunga del suono originato durante il "parlato".<br />
A questo punto gioca un ruolo fondamentale anche il tempo <strong>di</strong> riverberazione in quanto i piccoli ritar<strong>di</strong> delle riflessioni<br />
del segnale sonoro operato dalle superfici interne del locale forniscono un essenziale rinforzo del segnale <strong>di</strong>retto all'ascoltatore,<br />
ma il processo <strong>di</strong> riflessione non si arresta subito; infatti, dopo che le prime desiderate riflessioni hanno<br />
raggiunto l'ascoltatore, le onde sonore continuano ad essere riflesse continuamente dalle superfici interne del locale<br />
fino a quando esse non perdono frazione per frazione, ad ogni riflessione, tutta l'energia acustica che possiedono (l'effetto<br />
finale è un'uniforme <strong>di</strong>stribuzione del suono riverberante attraverso tutto il locale).<br />
Si può quin<strong>di</strong> concludere asserendo che per ogni applicazione vi è un valore del tempo <strong>di</strong> riverberazione da considerare<br />
ottimale: per il "parlato" si considera ottimale un valore <strong>di</strong> circa 1 secondo; per strumenti musicali e musica da camera<br />
un valore che va da 1 secondo fino a 1,5 secon<strong>di</strong>; per musica sinfonica si considera un valore che va da 1,5 fino a 2,0<br />
secon<strong>di</strong> mentre per la musica da chiesa si considera ottimale un valore variabile da 2,0 fino a 2,5 secon<strong>di</strong>. Generalmente<br />
valori più lunghi del tempo <strong>di</strong> riverberazione sono accettati in sale <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più gran<strong>di</strong>.<br />
- IL CASO SAN SALVATORE -<br />
Date le notevoli <strong>di</strong>fferenze esistenti tra le due sorgenti sonore: “oratore” e “strumenti musicali”, sia per caratteristiche<br />
spettrali che per gamma <strong>di</strong>namica e <strong>di</strong>rettività, nonché le <strong>di</strong>fferenti necessità <strong>di</strong> ascolto <strong>di</strong> una conferenza rispetto ad<br />
una esecuzione musicale, le migliorie acustiche della sala sono state pensate per venire incontro a queste molteplici<br />
esigenze.<br />
Come molti ambienti destinati al culto anche l’ex chiesa <strong>di</strong> San Salvatore presenta lunghi tempi <strong>di</strong> riverberazione ed<br />
una chiarezza insufficiente; <strong>di</strong> conseguenza l’intervento è rivolto soprattutto a correggere questi <strong>di</strong>fetti.<br />
Ciò si può ottenere riducendo il cammino percorso dalle onde sonore e convogliando l’energia delle prime riflessioni<br />
nelle zone occupate dal pubblico in modo da aumentare la quota <strong>di</strong> energia <strong>di</strong>retta verso la platea (che è anche la superficie<br />
a maggior assorbimento acustico), inoltre, nel rispetto del carattere storico ed artistico dell’e<strong>di</strong>ficio, si è scelto<br />
<strong>di</strong> massimizzare l’efficienza delle superfici assorbenti esistenti.<br />
A livello progettuale, si è pensato <strong>di</strong> creare un allestimento che, oltre a correggere i parametri che mostrano i valori più<br />
sfavorevoli, fosse <strong>di</strong> facile montaggio e smontaggio e si inserisse nell’ambiente senza snaturarne la percezione globale.<br />
Sono state elaborate delle proposte <strong>di</strong> intervento, de<strong>di</strong>cate sia alle esigenze <strong>di</strong> ascolto della musica che del parlato, perfettamente<br />
integrate e convergenti in un allestimento costituito da:<br />
• Tendaggi in tessuto pesante con funzione fonoassorbente sulla parete <strong>di</strong> fondo della sala e stesi a chiudere le<br />
aperture laterali durante le esecuzioni musicali, raccolti durante le conferenze.<br />
6
• Conchiglia acustica formata da una serie <strong>di</strong> moduli facilmente posizionabili e collegabili tra loro, con<br />
la possibilità <strong>di</strong> realizzare <strong>di</strong>fferenti configurazioni.<br />
• Pannelli mobili in materiale fonoassorbente da <strong>di</strong>sporre lungo il perimetro della sala ed utilizzabili<br />
come “espositori” durante le conferenze o per poter creare dei percorsi <strong>di</strong> esposizione per mostre<br />
• Sistema <strong>di</strong> amplificazione elettroacustica del suono, da utilizzarsi nel caso <strong>di</strong> conferenze.<br />
Alla luce <strong>di</strong> queste considerazioni si può concludere che le con<strong>di</strong>zioni acustiche della ex chiesa sono attualmente<br />
sufficientemente buone (tali da permetterne un uso come già fatto in recenti conferenze e concerti); tale<br />
situazione potrà comunque essere migliorata con il tempo in quanto pochi semplici interventi permetteranno<br />
<strong>di</strong> raggiungere il target proposto.<br />
7<br />
.<br />
Ing Sergio Scortichini
La pratica crematoria<br />
La cremazione consiste nella pratica <strong>di</strong> ridurre, tramite il fuoco, un cadavere nei suoi elementi <strong>di</strong> base (gas e<br />
frammenti ossei).<br />
Solo negli ultimi decenni lo Stato Italiano si è interessato della pratica della cremazione emanando una normativa<br />
atta a darle pari <strong>di</strong>gnità rispetto alle altre pratiche “mortuarie” (l’inumazione, la sepoltura della salma in terra in un<br />
campo comune o in concessione, e la tumulazione, la sepoltura della salma in loculo o tomba).<br />
Importanti, in tal senso, sono state alcune leggi promulgate tra il 1987 e il 1990 e soprattutto la legge n. 130 del<br />
2001.<br />
La cremazione è un servizio pubblico a domanda in<strong>di</strong>viduale ai sensi dell'articolo 12, comma 4 del D.L. 31<br />
agosto 1987, n. 359 convertito, con mo<strong>di</strong>ficazioni, dalla legge 29 ottobre 1987, n. 440. Tale servizio era gratuito per i<br />
citta<strong>di</strong>ni nel senso che le spese erano sostenute dal comune <strong>di</strong> residenza fino alla legge 28 febbraio 2001, n. 26 che lo<br />
ha reso oneroso.<br />
A livello normativo si parlava però <strong>di</strong> cremazione già nel Testo Unico delle Leggi Sanitarie approvato con R.D.<br />
27 luglio 1934, n. 1265. Recitava, infatti, l'articolo 343 che "la cremazione dei cadaveri è fatta in crematori autorizzati<br />
dal prefetto, sentito il me<strong>di</strong>co provinciale. I comuni debbono concedere gratuitamente l'area necessaria nei cimiteri per<br />
la costruzione dei crematori."<br />
La legge n. 130 del 2001 dà in<strong>di</strong>cazioni alle amministrazioni locali per la costruzione dei crematori, e istituisce<br />
il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> trarre lucro dalla <strong>di</strong>spersione delle ceneri. All'articolo 6, si <strong>di</strong>spone che "…le regioni elaborano piani regionali<br />
<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per la realizzazione dei crematori da parte dei comuni, anche in associazione tra essi, tenendo<br />
conto della popolazione residente, dell'in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei<br />
citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ciascun territorio comunale prevedendo, <strong>di</strong> norma, la realizzazione <strong>di</strong> almeno un crematorio per regione."<br />
Il secondo comma dell'articolo 6 <strong>di</strong>spone poi che "la gestione dei crematori spetta ai comuni, che la esercitano attraverso<br />
una delle forme previste dall'articolo 113 del testo unico delle leggi sull'or<strong>di</strong>namento degli enti locali… Agli oneri<br />
connessi alla realizzazione ed alla gestione dei crematori si provvede anche con i proventi derivanti dalle tariffe <strong>di</strong><br />
cui all'articolo 5, comma 2.". E' dunque da considerarsi implicitamente abrogato l'art. 343 del R.D. n. 1265/34 laddove<br />
si prevedeva la concessione a titolo gratuito dell'area per la costruzione dei crematori.<br />
Oggi, in Italia la cremazione è praticata in circa il 10% dei casi dei decessi, anche per l’assenza <strong>di</strong> strutture attrezzate,<br />
presenti solamente in una quarantina <strong>di</strong> province sopratutto al Centro – Nord. .<br />
Ogni persona ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scegliere se farsi cremare o no. L'interessato, nello scegliere la pratica della cremazione,<br />
può avvalersi <strong>di</strong> due modalità.<br />
Può fare testamento pubblico, segreto od olografo (artt. 602 e ss. c.c.) - con l'avvertenza che gli ultimi due dovranno<br />
essere pubblicati per acquisire efficacia - o può aderire ad una associazione riconosciuta avente tra i propri<br />
scopi statutari quello della cremazione. Si tratta del fenomeno associativo noto come SO.CREM. (Società <strong>di</strong> Cremazione).<br />
In tal caso è sufficiente una <strong>di</strong>chiarazione autografa scritta e datata dall'interessato, convalidata dal presidente<br />
dell'associazione.<br />
Qualora il defunto non abbia in vita espresso volontà cremazionista i familiari possono esprimere la propria<br />
volontà. Innanzitutto il coniuge, in sua mancanza tutti i parenti <strong>di</strong> primo grado e così via fino al sesto grado, sono<br />
esclusi gli affini. I parenti esprimono tale volontà in forma scritta e la sottoscrizione deve essere autenticata da pubblico<br />
ufficiale oggi nelle forme <strong>di</strong> cui al D.P.R. 28 <strong>di</strong>cembre 2000, n. 445 recante "Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa".<br />
Espressa la volontà cremazionista sarà necessario acquisire il certificato me<strong>di</strong>co da cui risulti escluso che la<br />
morte è dovuta a causa violenta o sospetta <strong>di</strong> esserlo, a reato o che sussista sospetto <strong>di</strong> reato. Si tratta <strong>di</strong> un certificato<br />
che deve rilasciare il me<strong>di</strong>co curante o il necroscopo in caso <strong>di</strong> morte senza assistenza me<strong>di</strong>ca. La sottoscrizione va<br />
autenticata dal coor<strong>di</strong>natore sanitario della ASL.<br />
Nel caso, invece, in cui la morte sia dovuta a reato o vi sia sospetto <strong>di</strong> reato, o a causa violenta o sospetta causa<br />
violenta, il certificato del me<strong>di</strong>co curante sarà sostituito dal nulla osta dell'autorità giu<strong>di</strong>ziaria (art. 79 del D.P.R. 285/<br />
90). Tale <strong>di</strong>sposizione va coor<strong>di</strong>nata con l'articolo 116 del d.lgs 28 luglio 1989, n. 216 dove si <strong>di</strong>spone che in caso indagini<br />
sulla morte <strong>di</strong> una persona per la quale sorge sospetto <strong>di</strong> reato la sepoltura non può essere eseguita senza l'or<strong>di</strong>ne<br />
del procuratore della Repubblica.<br />
L'articolo 79, comma 5 del D.P.R. n. 285/90, richiede il nulla osta dell'autorità giu<strong>di</strong>ziaria, anche in caso <strong>di</strong><br />
morte improvvisa. La morte improvvisa, però, rileva più sotto il profilo sanitario che giu<strong>di</strong>ziario specie in riferimento<br />
all'accertamento dell'effettività della morte.<br />
Con la legge n. 130 del 30 marzo 2001 viene mo<strong>di</strong>ficato l’articolo 411 c.p., consentendo così la <strong>di</strong>spersione<br />
delle ceneri in spazi aperti (mare, bosco, montagna, campagna,…), in aree private, oppure in spazi riservati all’interno<br />
dei cimiteri.<br />
Nel nostro paese tale pratica non era possibile in quanto l'art. 411 del co<strong>di</strong>ce penale - Distruzione, soppressione<br />
o sottrazione <strong>di</strong> cadavere - <strong>di</strong>spone che "1. Chiunque <strong>di</strong>strugge, sopprime o sottrae un cadavere, o una parte <strong>di</strong> esso,<br />
ovvero ne <strong>di</strong>sperde le ceneri, è punito con la reclusione da due a sette anni. 2. La pena è aumentata se il fatto è commesso<br />
in cimiteri o altri luoghi <strong>di</strong> sepoltura, <strong>di</strong> deposito o <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a."<br />
8
La legge 30 marzo 2001, n. 130 recante "Disposizioni in materia <strong>di</strong> cremazione e <strong>di</strong>spersione delle ceneri" ha<br />
mo<strong>di</strong>ficato all'articolo 2, l'articolo 411 del co<strong>di</strong>ce penale aggiungendo ai commi sopra riportati altri due. La nuova formulazione<br />
della norma è la seguente: "3. Non costituisce reato la <strong>di</strong>spersione delle ceneri <strong>di</strong> cadavere autorizzata dall'ufficiale<br />
dello stato civile sulla base <strong>di</strong> espressa volontà del defunto. 4. La <strong>di</strong>spersione delle ceneri non autorizzata<br />
dall'ufficiale dello stato civile, o effettuata con modalità <strong>di</strong>verse rispetto a quanto in<strong>di</strong>cato dal defunto, è punita con la<br />
reclusione da due mesi a un anno e con la multa da euro 2.582 a euro 12.911".<br />
La <strong>di</strong>spersione delle ceneri non è più reato dunque, a meno che non sia stata autorizzata dall'ufficiale <strong>di</strong> stato<br />
civile o che sia effettuata con modalità <strong>di</strong>verse da quelle volute dal defunto. La volontà del defunto può essere provata<br />
in tre mo<strong>di</strong>: con <strong>di</strong>chiarazione scritta del de cuius; con manifestazione scritta dei familiari che riportano la volontà del<br />
de cuius; con prove testimoniali attraverso sentenza del giu<strong>di</strong>ce.<br />
La <strong>di</strong>spersione delle ceneri è vietata nei centri abitati (e per la definizione si fa riferimento al co<strong>di</strong>ce della strada).<br />
La <strong>di</strong>spersione in mare, nei laghi e nei fiumi è consentita nei tratti liberi da natanti e da manufatti.<br />
La lettera d) del citato articolo 3, comma 1 della legge 130/01 <strong>di</strong>spone che la <strong>di</strong>spersione delle ceneri è eseguita<br />
dal coniuge o da altro familiare avente <strong>di</strong>ritto, dall'esecutore testamentario o dal rappresentante legale dell'associazione<br />
cremazionista cui era iscritto il defunto o, in mancanza, da personale autorizzato dal comune.<br />
Altra novità della legge 130/01 è la possibilità <strong>di</strong> affidare l'urna ai familiari che potranno, ad esempio, interrarla<br />
nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa o tenerla in una stanza della casa.<br />
L’interesse crescente per la cremazione è testimoniato anche dal proliferare <strong>di</strong> legislazioni regionali cresciute<br />
sulla spinta delle istanze cremazioniste per la <strong>di</strong>spersione e per l’affidamento familiare o personale delle ceneri.<br />
L’avvio è stato dato dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a con la legge regionale del 18 novembre 2003 n. 22, poi la regione<br />
Piemonte, Toscana, Umbria e nel 2005 anche la regione Marche con la legge regionale 1 febbraio 2005 n.5, “Norme<br />
in materia <strong>di</strong> attività e <strong>di</strong> servizi necroscopici, funebri e ciminerali”.<br />
La finalità <strong>di</strong> citata legge regionale è quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplinare le attività e servizi correlati al decesso <strong>di</strong> ogni citta<strong>di</strong>no,<br />
nel rispetto della <strong>di</strong>gnità e delle <strong>di</strong>verse convinzioni religiose e <strong>cultura</strong>li <strong>di</strong> ciascuna persona, con le finalità <strong>di</strong><br />
tutelare l’interesse degli utenti dei servizi funebri, anche tramite una corretta <strong>informazione</strong>, e <strong>di</strong> improntare le attività <strong>di</strong><br />
vigilanza sanitaria a principi <strong>di</strong> efficacia e <strong>di</strong> efficienza.<br />
All’articolo 6 la citata legge regionale <strong>di</strong>spone che l’autorizzazione alla cremazione è concessa nel rispetto dei<br />
principi e delle modalità <strong>di</strong> cui alla legge 30 marzo 2001 n. 130, e richiama l’articolo 3 della citata legge per in<strong>di</strong>care i<br />
luoghi dove procedere alla <strong>di</strong>spersione delle ceneri a cura dei familiari o dell’esecutore testamentario.<br />
Al secondo comma, la legge regionale <strong>di</strong>spone che la Zona territoriale dell’ASUR competente per territorio<br />
autorizza l’uso <strong>di</strong> feretri legno dolce non verniciato al fine <strong>di</strong> ridurre sia i fumi inquinanti che i tempi <strong>di</strong> cremazione. La<br />
consegna dell’urna cineraria è effettuata previa sottoscrizione <strong>di</strong> un documento nel quale i familiari o l’esecutore testamentario<br />
<strong>di</strong>chiarano la destinazione finale dell’urna o delle ceneri; tale documento, conservato in copia presso l’impianto<br />
<strong>di</strong> cremazione e presso il comune in cui è avvenuto il decesso, costituisce il documento <strong>di</strong> accompagnamento<br />
obbligatorio nelle fasi <strong>di</strong> trasporto delle ceneri.<br />
Il Comune <strong>di</strong> Apiro, con delibera del Consiglio Comunale n. 69 del 23.12.2009, ha approvato il regolamento<br />
comunale <strong>di</strong> polizia mortuaria. Tale regolamento, all’articolo 1, contiene la definizione <strong>di</strong> Polizia Mortuaria Comunale,<br />
la quale comprende tutte le funzione svolte dal Comune in relazione alle morti delle persone, ai trasporti funebri, alla<br />
sepoltura, alla gestione dei Cimiteri Comunali, alla vigilanza sulle sepolture private e sui sepolcri privati ed ogni altra<br />
analoga, non specificamente attribuita ad altri enti o organi.<br />
Le funzioni della Polizia Mortuaria <strong>di</strong> competenza del Comune sono esercitate dal Sindaco, quale Ufficiale <strong>di</strong><br />
Stato Governo e Autorità Sanitaria Locale, per mezzo degli uffici e servizi amministrativi e tecnici del Comune e del<br />
Servizio <strong>di</strong> Igiene Pubblica o del coor<strong>di</strong>natore sanitario dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale, per quanto <strong>di</strong> competenza.<br />
Le funzioni e l’organizzazione degli uffici comunali in materia <strong>di</strong> polizia mortuaria e <strong>di</strong> attività comunque<br />
connesse con i cimiteri sono determinate con il regolamento <strong>di</strong> cui all’articolo 89 del D. lgs. n. 267/2000.<br />
In<strong>di</strong>cativamente tali funzioni sono così ripartite: l’Ufficio Servizi Demografici provvede agli adempimenti<br />
amministrativi in materia <strong>di</strong> polizia mortuaria e cimiteriale, esclusi gli atti contrattuali, contabili o tecnici, attribuiti agli<br />
uffici competenti; l’Ufficio <strong>di</strong> Segreteria provvede agli atti contrattuali; l’Ufficio <strong>di</strong> Ragioneria provvede agli atti contabili;<br />
l’Ufficio Tecnico Comunale provvede agli adempimenti <strong>di</strong> natura tecnica, alla costruzione, ampliamento, manutenzione<br />
e gestione dei Cimiteri, al personale addetto ai Cimiteri e alla loro custo<strong>di</strong>a, e ad ogni altro adempimento.<br />
Il Regolamento comunale <strong>di</strong> polizia mortuaria stabilisce all’articolo 19, che l’autorizzazione <strong>di</strong> cui all’articolo<br />
79, 1° comma del D.P.R. n. 285/90, è rilasciata a richiesta dei familiari o <strong>di</strong> loro incaricato, in presenza delle con<strong>di</strong>zioni<br />
ivi in<strong>di</strong>cate. Inoltre, le modalità operative nel caso che la manifestazione <strong>di</strong> volontà alla cremazione sia espressa dal<br />
coniuge o, in <strong>di</strong>fetto, dal parente più prossimo o, nel caso <strong>di</strong> concorrenza <strong>di</strong> più parenti nello stesso grado, da tutti gli<br />
stessi sono determinate dal Capo dell’ufficio preposto al rilascio delle autorizzazioni.<br />
9<br />
Avv. Morena Soverchia<br />
www.stu<strong>di</strong>olegaleserrini.it
L’Esino fuori dagli argini<br />
Ripeto cose che tutti sanno, che tutti dovrebbero sapere, ma<br />
.<br />
per negligenza o tornaconto non ricordano e fanno finta <strong>di</strong> non sapere;<br />
i nostri fiumi non sono lunghi ma tortuosi, a regime torrentizio,<br />
con un piccolo bacino idrografico, non sono alimentati da<br />
ghiacciai, ma da notevoli centri urbani: un grosso temporale, si<br />
gonfiano a <strong>di</strong>smisura, dopo qualche giorno sono <strong>di</strong> nuovo in secca;<br />
per capire se sono pericolosi basta guardare i monti, se piove sopra<br />
la neve, l’Esino <strong>di</strong>venta impetuoso, i suoi argini non riescono a<br />
contenerlo; non sono state molte le piene, nel 1930-1935-1992- e<br />
due nel 2010 a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> pochi giorni.<br />
La più rovinosa quella del’’92; dopo anni <strong>di</strong> piogge regolari, crebbero<br />
alberi lungo il letto del fiume; erano tantissimi e da anni non si tagliavano; il <strong>di</strong>sastro iniziò con lo sra<strong>di</strong>camento<br />
degli alberi nel letto del fiume che andarono ad impigliarsi su quelli sugli argini; la forza dell’acqua<br />
che aveva reso molli gli argini sra<strong>di</strong>cò anche questi ultimi che, trascinati dalla corrente, intaccarono i piloni dei<br />
ponti facendoli crollare o lesionandoli… sembrava un campo <strong>di</strong> battaglia, ma nessuno aveva combattuto.<br />
Il copione è sempre quello: 24 ore <strong>di</strong> pioggia con 2 metri <strong>di</strong> neve ininterrotta nel ’92, e quasi 1 metro <strong>di</strong> neve<br />
nei giorni successivi.<br />
Nelle alluvioni Serra Sanquirico se l’è cavata bene, <strong>di</strong>rei, per questo un grazie affettuoso al Sindaco pro tempore<br />
Gianni Fiorentini che incurante delle solite proteste sterili, dei soliti protestanti non ha voluto sentire ragioni<br />
e ha fatto ripulire l’Esino e sistemare gli argini.<br />
Con la piena del 1 <strong>di</strong>cembre, che è stata superiore alle altre, l’Esino si è adagiato sui campi, ma senza far danni.<br />
Poco più a valle, dove non era stato toccato, forse perché ritenuto<br />
abbastanza profondo o per non finire nelle ire dei protestanti, il fiume<br />
è straripato per finito nei campi e nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> tre imprese rimaste<br />
isolate. In prossimità della frazione Falcioni, per la piena è stata<br />
chiusa anche la superstrada Ancona/Roma, e l’Esino è andato a<br />
scorrere nella carreggiata stradale. La zona industriale <strong>di</strong> Serra era<br />
piena <strong>di</strong> mezzi parcheggiati nell’attesa che le acque si ritirassero e<br />
permettessero <strong>di</strong> viaggiare verso Fabriano e l’Umbria.<br />
Nessuna delle autorità si è ricordata che nei primi anni ‘50 la NATO<br />
finanziò e fece costruire una strada alternativa a quella della Gola<br />
della Rossa, ritenuta strategica ma vulnerabile, senza ponti e senza limite <strong>di</strong> tonnellaggio, per i carri armati e<br />
autobotti, valicando il Monte Murano.<br />
Ritorniamo all’Esino: facendo un giro per documentazione fotografica, incontrai l’attuale Sindaco, compiacendomi<br />
per il lavoro fatto dal suo predecessore – niente <strong>di</strong>fferenze politiche, ambedue <strong>di</strong> sinistra- lamentando<br />
che non si era seguito l’esempio…<br />
Mi sono sentito rispondere:”Ma ha piovuto tanto, anche a Moie, Jesi e giù è tutto così!”<br />
“Certo, vero, ma gran parte dell’Esino ha il letto del fiume più alto dei campi, le politiche ambientali fatte male,<br />
fanno male…” – rispondo.<br />
A noi popolo non rimane altro che il poter protestare poi, comunque, pagare i danni; non possiamo prendercela<br />
sempre con il Padreterno, dobbiamo saper prevenire ciò che abitualmente si manifesta. È troppo comodo <strong>di</strong>re<br />
“Ha piovuto tanto”… tanto sì, ma non troppo: se ce la pren<strong>di</strong>amo sempre col Padreterno, non impariamo mai.<br />
Fortunato Lui che è risorto, ma è anche vero che ad un suo <strong>di</strong>scepolo e papa, Formoso, non risparmiò la penitenza.<br />
Infatti i successori lo riesumarono e lo misero seduto su una se<strong>di</strong>a da tribunale, fu processato e le sue ossa gettate<br />
nel Tevere, sempre in piena!!!<br />
10<br />
Giovanni Loccioni
La cena <strong>di</strong> un venerdì memorabile<br />
GERONIMO E VOCI DAL SAN VICINO SI INCONTRANO, UNITI NON SOLO A TAVOLA.<br />
Allegria e socialità alla cena con gli amici <strong>di</strong> “Geronimo”<br />
più affiatato il gruppo, inoltre un modo per capire<br />
in che <strong>di</strong>rezione si sta andando e “stu<strong>di</strong>are” nuove<br />
strategie e<strong>di</strong>toriali. Ospiti eccezionali della<br />
bella serata, sono stati Don Luigi Taliani,<br />
<strong>di</strong>rettore del settimanale “Emmaus”, Mons.<br />
Gianni Chiavellini, economo della Diocesi <strong>di</strong> Fabriano<br />
– Matelica e del settimanale fabrianese<br />
“L’Azione”, Don Nazzareno Binanti, parroco <strong>di</strong><br />
Frontale. Tra ottime pietanze e bellissimi doni<br />
(molto gra<strong>di</strong>te da tutti le salcicce in versione “natalizia”<br />
offerte dalla macelleria “Tipici Sapori” <strong>di</strong><br />
Bartocci <strong>di</strong> Apiro), allegria ed interventi <strong>di</strong> presentazione,<br />
si è conclusa la conviviale. Appuntamento<br />
per tutti la prossima Pasqua ad Apiro per<br />
una nuova cena sociale per tutti quanti!<br />
Esanatoglia – Un sodalizio che si rafforza quello tra<br />
l’Associazione Castri Piri Valles e la Redazione del<br />
quin<strong>di</strong>cinale Geronimo. Si sa che in compagnia e <strong>di</strong>etro<br />
un buon piatto caldo affiancato da un bicchiere <strong>di</strong><br />
vino, riescono anche i piccoli miracoli sociali umani,<br />
ma la cena <strong>di</strong> fine anno svoltasi venerdì 17 <strong>di</strong>cembre<br />
scorso presso il Ristorante “Grill Cross” <strong>di</strong> Monte<br />
Porro <strong>di</strong> Esanatoglia (dove il titolare Roberto To<strong>di</strong>ni,<br />
oltre a garantirci un ottimo pasto, ha mantenuto l’incre<strong>di</strong>bile<br />
“promessa” <strong>di</strong> liberarci dai <strong>di</strong>sagi delle neve<br />
caduta nei giorni precedenti...), è stato qualcosa <strong>di</strong> più.<br />
Innanzi tutto un’occasione per conoscersi e rendere<br />
11<br />
Matteo Parrini<br />
.
Cari amici dell’Agro<br />
Pontino...<br />
pensiamo <strong>di</strong> farvi un bel<br />
regalo ricordandovi nella<br />
storia dei vostri padri<br />
che nacquero nelle Mar-<br />
che, immortalata dal fa-<br />
moso album conservato<br />
in qualche vecchia casa<br />
<strong>di</strong> Sermoneta, <strong>di</strong> Aprilia,<br />
<strong>di</strong> Latina e <strong>di</strong> altri paesi,<br />
ormai città, dell’Agro<br />
Pontino.<br />
Lo abbiamo collocato<br />
nel bel mezzo della no-<br />
stra rivista, nel posto<br />
d’onore, del trimestrale<br />
che vogliamo farvi cono-<br />
scere.<br />
Siete originari <strong>di</strong> Apiro,<br />
<strong>di</strong> Matelica, <strong>di</strong> Ficano o<br />
<strong>di</strong> altri paesi?<br />
Siete marchigiani e que-<br />
sto basta!<br />
Il Sanvicino ci tiene tutti<br />
sotto il suo cappello e ci<br />
invita a ricordare le no-<br />
stre origini e tra<strong>di</strong>zioni.<br />
Agropontino<br />
12
13<br />
Se lo vorrete, ben<br />
volentieri pubbli-<br />
cheremo i vostri<br />
ricor<strong>di</strong>, le foto dei<br />
vostri padri e<br />
quanto altro vorre-<br />
ste che si conosca,<br />
per non perdere il<br />
sapore delle nostre<br />
belle tra<strong>di</strong>zioni.<br />
I mezzi per contat-<br />
tarci li conoscete.<br />
Il meglio sarebbe<br />
che vi abboniate<br />
alle nostre riviste –<br />
il quin<strong>di</strong>cinale “Ge-<br />
ronimo” e “Voci<br />
dal Sanvicino”.<br />
E tanto altro che<br />
vorrete suggerirci<br />
Buone Feste a Tut-<br />
ti!!!<br />
Dalle redazioni <strong>di</strong><br />
Geronimo e Voci<br />
dal Sanvicino
Istantanee dal seminario<br />
Grazie ai maestri musici,<br />
il seminario ha rivisitato il barocco nellʼarte musicale e lʼinteresse degli api-<br />
rani alla storia ed alla conservazione della memoria viva del futuro.<br />
14
Quadro del Crocifisso<br />
Dagli archivi: curiosità.<br />
Ciao a tu(. Ormai passo molto tempo tra la Collegiata <strong>di</strong> Sant’Urbano e le altre Chiese del circondario, per ricostruire la <br />
provenienza <strong>di</strong> tu=o il materiale custo<strong>di</strong>to nella raccolta <strong>di</strong> Sant’Urbano. Per esempio, una delle <strong>di</strong>fficoltà incontrate è <br />
quella <strong>di</strong> poter idenCficare con precisione gli altari delle chiese, quando è scri=o “il primo a destra, o a sinistra dell’altare <br />
maggiore” oppure, come scrivevano una volta: “Cornu evangeli” o “cornu epistolae”. Una volta gli altari erano rivolC ver‐<br />
so l’abside della chiesa, poi sono staC giraC verso il pubblico, cambiando la posizione del vangelo e del “libro delle le=e‐<br />
re”. Tra i vari scri=ori non ho riscontrato lo stesso metodo <strong>di</strong> valutazione della destra e sinistra dell’altare maggiore. Nella <br />
nostra chiesa della Collegiata <strong>di</strong> Sant’Urbano qualcuno ha pensato bene <strong>di</strong> numerare gli altari, partendo dall’altare Mag‐<br />
giore n. 1, proseguendo verso l’altare del SS. Sacramento n.2 e così via, fino al numero nove.<br />
In quella chiesa l’altare n. 3 è de<strong>di</strong>cato a San Giuseppe, con tanto <strong>di</strong> statua <strong>di</strong> carta pe‐<br />
sta <strong>di</strong> Lecce, dono della famiglia Pomponi; anCcamente, fino al 1886 l’altare apparte‐<br />
neva alla famiglia Moriconi ed era de<strong>di</strong>cato al SS. Crocifisso. Non sapevo cosa ci fosse <br />
sull’altare, fino a quando, nei giorni scorsi, controllando de=agliatamente alcune foto‐<br />
copie <strong>di</strong> documenC fornitemi dal maestro Livio Zamponi <strong>di</strong> Bologna, ho in<strong>di</strong>viduato <br />
degli appunC manoscri( <strong>di</strong> Don Filippo Andreani, un canonico della collegiata che <br />
qualcuno ancora ricorda. Il prete, nel 1911, facendo l’inventario della chiesa della Ma‐<br />
donna della Figura, descriveva così la tela posta <strong>di</strong>etro l’altare principale:<br />
“Una tela rappresentante il Crocifisso con gli apostoli Pietro e Paolo (?), nell’altare <br />
Maggiore, tolta da un altare della Collegiata, ove ora trovasi la statua <strong>di</strong> San <br />
Giuseppe. Tale tela non si sa se sia stata donata…”<br />
Contento <strong>di</strong> questa noCzia, sono andato nella chiesa della Madonna della Figura ed ho <br />
trovato la tela <strong>di</strong>etro l’altare Maggiore.<br />
Rappresenta il Crocifisso, con so=o tre figure maschili: una reca in mano le chiavi, <br />
come <strong>di</strong> solito è rappresentato San Pietro; la seconda, più che San Paolo, sembra San <br />
Giovanni e la terza figura, un frate, che abbraccia la croce, probabilmente San <br />
Francesco. <br />
Pur avendo grosse perplessità ho pensato che fosse il quadro dell’altare n.3 della Colle‐<br />
giata, al quale una mano aveva aggiunto successivamente la figura <strong>di</strong> San Francesco.<br />
Tre giorni fa, conCnuando nel mio giro delle chiese del circondario, sono capitato in quel‐<br />
la <strong>di</strong> Montalvello, de<strong>di</strong>cata al SS. Crocifisso, come ho appreso dalla Signora Antonia Tara‐<br />
bello . La stessa mi ha riferito che la tela posta sull’abside è “anCca e rappresenta il Cro‐<br />
cifisso con so=o l’Apostolo Pietro ed altra figura maschile, con in mano una palla <strong>di</strong> fuo‐<br />
co, che <strong>di</strong>cono sia San Paolo”. <br />
Allora mi sono sorC dei dubbi:<br />
Sarà questa la tela che all’inizio era nell’altare n.3 della chiesa della Collegiata <strong>di</strong> Sant’Ur‐<br />
bano, poi era passata all’altare principale della chiesa della Madonna della Figura e suc‐<br />
cessivamente ala chiesa <strong>di</strong> Montalvello?<br />
Chiedo aiuto ai le=ori, per avere qualche suggerimento.<br />
Ermete Mariotti<br />
Chiesa <strong>di</strong> S. Urbano: scomparso lʼaltare <strong>di</strong> proprietà Turchi, dove fu sepolto Mons. GENTILI<br />
Mons.Quinto Domizi , noto storico e ricercatore ci invia una notizia, già pubblicata a suo tempo ma <strong>di</strong> attualità per noi che cerchiamo <strong>di</strong> essere esaurienti<br />
( quando ci riusciremo data la mole dei documenti rinvenuti?) sulla famiglia Turchi e la famiglia Fedeli <strong>di</strong> Apiro<br />
“Le spoglie <strong>di</strong> Mons.Giovanni Gentili vescovo hanno riposato dal 1859 al 1949 nella chiesa <strong>di</strong> S.Urbano <strong>di</strong> Apiro”<br />
“….Colpito da apoplessia nel1849 e nel 1852 reso inabile all’apostolico ministero, rinunziò il vescovado e si restituì al suolo natio.<br />
Di là, nell’aprile 1858, venne in Apiro, e seguendo la sua nepote Antonia, fatta sposa <strong>di</strong> Antonangelo Fedeli, e nel dì 22 aprile 1859, munito <strong>di</strong> tutti i<br />
sacramenti della nostra santa religione, passò agli eterni riposi.<br />
Nel giorno 25 del mese stesso venne il <strong>di</strong> lui corpo trasportato nella chiesa Collegiata, coll’intervento del capitolo, della magistratura, delle corporazioni<br />
religiose e <strong>di</strong> tutte le confraternite del paese, facendo seguito alla funebre pompa il Citta<strong>di</strong>no Concerto e numeroso popolo, dove si celebrarono<br />
all’estinto solenni esequie con musica.Finalmente la sera del dì successivo fu composta l’urna, che racchiude le ceneri dell’illustre Prelato, in un sepolcro<br />
appositamente scavato a sud della colonna, che <strong>di</strong>vide la cappella del SS.Crocifisso da quella <strong>di</strong> S.Ottavio, nella nave destra.”<br />
Sin qui “Memorie manoscritte ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Angelo Pelagalli”.<br />
Nel 1949 il Vescovo Longinotti <strong>di</strong> S.Severino volle trasferirlo a Sanseverino, nella cripta per i Vescovi che aveva costruito sotto la nuova cappella del<br />
santo Patrono nel duomo a Castello.<br />
15
La memoria del futuro<br />
NEGLI ANNI “40 CHI PARTIVA PER LA GUERRA E CHI PER I COLLEGI<br />
Zio Ivo<br />
Nacque a Poggio S.Vicino, a quel tempo sotto il comune .<br />
<strong>di</strong> Apiro.Visse per molti anni qui a Poggio dove ora abito<br />
con il suo carissimo “zio Marino”, a cui era legato da<br />
gran<strong>di</strong>ssimo affetto; andò quasi bambino con tanti nel<br />
1942 al Collegio <strong>di</strong> Ronzano dei Servi <strong>di</strong> Maria (Bologna),<br />
trasferito poi a Montefano <strong>di</strong> Macerata con gruppo<br />
marchigiano dei proban<strong>di</strong>, come sfollato.<br />
Fu or<strong>di</strong>nato sacerdote nel 1955.<br />
I 20 anni <strong>di</strong> Brasile nelle Favelas tra i più poveri dei<br />
poveri gli rimasero sempre nel cuore; quando raccontava,<br />
io e Minuccio ci incantavamo a sentire quelle favole<br />
vere <strong>di</strong> bambini come noi, ma molto molto più sfortunati.<br />
Quando era a San Paolo ci scrivevamo regolarmente;<br />
conservo alcune lettere, per me reliquie del grande frate<br />
che io chiamavo zio Ivo.<br />
Ricordo quando all’apparire della malattia che lo ha<br />
portato alla morte lo andai a trovare a Roma, a casa <strong>di</strong><br />
sua sorella Bruna; stetti con lui due giorni e parlammo a<br />
lungo; mi confidò cosa lo tormentava e quanto gli mancassero<br />
i poveri delle Favelas, dove aveva lasciato il suo<br />
gran<strong>di</strong>ssimo cuore.<br />
Quando lo andai a trovare nel 2005 con altri parenti, per<br />
festeggiarlo all’Eremo <strong>di</strong> Ronzano per il 50.mo <strong>di</strong> sacerdozio,<br />
vi<strong>di</strong> un uomo spento, triste, senza voglia <strong>di</strong><br />
parlare né <strong>di</strong> ricordare: gli regalai il libro” Apiro-Album <strong>di</strong> Famiglia” e<strong>di</strong>to da don Elvio, suo amico e confratello<br />
che aveva con<strong>di</strong>viso con lui anni <strong>di</strong> vita collegiale; iniziò a sfogliarlo…<br />
alla pagina con foto <strong>di</strong><br />
gruppo dei tempi <strong>di</strong> Montefano<br />
1943, elencò tutti i<br />
fotografati uno ad uno, mi<br />
guardò, mi fece un gran<br />
sorriso, con le lacrime agli<br />
occhi mi ringraziò, prese il<br />
libro, se lo strinse a sé e<br />
andò silenziosamente a<br />
chiudersi nella sua stanza.<br />
Il giorno del funerale, accanto<br />
al corpo composto<br />
sul letto, sul como<strong>di</strong>no, notai...<br />
notai che c’era ancora quell’albo.<br />
Rosalba<br />
16<br />
(Poggio San Vicino)
Guido Leoni, soldato in Russia<br />
Racconta in un dettagliato <strong>di</strong>ario<br />
10/07/1942 Un brutto posto, però abbiamo l'acqua vicino ed è anche buona per<br />
bere, sicché anche un buon bagno non fa male. Facciamo anche un gran bucato,<br />
ed ora che ho tutta la biancheria a posto mi sembra <strong>di</strong> avere tanti pensieri in<br />
meno, per oggi null'altro <strong>di</strong> nuovo.<br />
11/07/1942 Alle ore 6 parto con la mia macchina per portare la truppa ai lavori<br />
lungo la strada, tornando subito in<strong>di</strong>etro e vado alla spesa viveri a Stalino è un<br />
viaggio che veramente desideravo, anzitutto perché mi piaceva vedere questa<br />
città. Di bello nulla mi è rimasto impresso, ho fatto un giro nella via centrale e<br />
ciò che ho visto e che un po' meritava era l'ingresso d'un teatro, altri palazzi<br />
<strong>di</strong>screti, ma quasi tutti aveva segni <strong>di</strong> qualche bombardamento subito,vi è anche<br />
qualche tratto <strong>di</strong> linea tranviaria ed ancora vi è delle carrozze ma che ora non è<br />
più in funzione, per come sembra Stalino dev'essere centro <strong>di</strong> smistamento e<br />
<strong>di</strong>fatti posso raccontare che c'è un grande movimento <strong>di</strong> macchine da non<br />
credere, sembra <strong>di</strong> vedere Roma in piena libertà <strong>di</strong> circolazione <strong>di</strong> automezzi e<br />
vetture.<br />
12/07/1942 Dopo tanto attendere oggi si riceve posta sarà portatrice <strong>di</strong> felicità? Ma per me oggi non troppo,<br />
mi affretto subito <strong>di</strong> leggere notizie della mia cara Nena che la sorella mi aveva scritto in data 30/06/1942<br />
dove leggendo lo scritto mi faceva perdere ogni speranza per ciò che riguardava la guarigione della mia cara.<br />
Penso ha lei tanto profondamente e pensavo che lei stava soffrendo tanto, mi mise un gran dolore nel mio<br />
cuore e piangendo fortemente cercai <strong>di</strong> sfogarmi un po' e riprendere normalmente senza che nessuno abbia a<br />
capire del mio dolore, certo che ora non vivo più tanto tranquillo, solo la sua guarigione mi potrà riportare la<br />
vita speriamo. E' possibile che il buon Dio debba darmi un castigo così grande?<br />
13/07/1942 Questo giorno per me è un po' turbevole mi sento un gran male ad un orecchio e perciò ha<br />
abbassato molto il mio morale, sicché quasi tutto il giorno lo passo nel mio lettino in macchina,<br />
verso sera viene l'or<strong>di</strong>ne che domani si parte ed allora prepariamo le nostre macchine al carico.<br />
14/07/1942 Durante la notte poco ho potuto riposare dato che l'orecchio mi dava un fortissimo male, ma ecco<br />
che viene l'alba e <strong>di</strong> nuovo al volante per prepararci in colonna, il sottoscritto sempre in testa alla colonna con<br />
assieme il nostro capitano, durante il viaggio si è fatto qualche piccola sosta ed ogni volta che si sostava un<br />
nostro ufficiale mi veniva vicino a domandarmi come stavo, la prima volta non ci feci caso ha questa<br />
domanda perché sapevo la confidenza che si aveva, ma siccome più volte mi rivolse questa domanda, mi fece<br />
allora nascere un sospetto, ma quale sospetto? Neanche io saprei. Arriviamo al posto dove è stabilita la tappa,<br />
l'orecchio mi dava sempre un fortissimo male, ed quasi abbandonato dalle mie forse mi coricai nel mio<br />
lettino, cercai <strong>di</strong> assopirmi nel sonno ma un continuo battito <strong>di</strong> questo orecchio non mi lasciava riposare,<br />
dopo circa due ore <strong>di</strong> questo chiamiamolo così riposo provai ad alzarmi ed ecco <strong>di</strong> nuovo questo stesso<br />
ufficiale viene ha domandarmi come andava, gli ripeto che ho un fortissimo dolore ha questo orecchi ed allora<br />
lui stesso chiamò l' infermiere per farmi fare alcune lavande, <strong>di</strong>fatti misi a scaldare un po d'acqua e mi feci<br />
fare queste lavande, mi fece molto bene, anche perché venne fuori molto cerume <strong>di</strong> cui si era formato, intanto<br />
si sta facendo sera ed ecco <strong>di</strong> nuovo questo bravo ufficiale a domandarmi come va, gli rispondo molto meglio<br />
e lui m'incoraggiò <strong>di</strong>cendomi forza Leoni che adesso una buona gavetta <strong>di</strong> pastasciutta ti rimette a posto, ecco<br />
che la tromba suonava l'adunata rancio e tutti ci affrettiamo con la gavetta in mano verso la<br />
cucina, mi rivede <strong>di</strong> nuovo questo mio ufficiale e subito mi fa prendere questa buona pastasciutta, anzi una<br />
razione abbondante perché mi <strong>di</strong>sse che una buona mangiata mi rimetteva apposto, <strong>di</strong>fatti <strong>di</strong> fame me ne<br />
sentivo ed una buona gavetta me la mangiai con gusto, ora me ne stavo comodamente fumando un buona<br />
sigaretta, ed in lontananza sentii chiamare il mio nome, domando chi mi cerca? Ti vuole il signor Tenente,<br />
17
corro in fretta da lui <strong>di</strong> cui trovai, il signor Tenente Scarpellini, il signor Tenente Liberatore ed altri 4 miei<br />
amici cioè: , Brino, Bartomioli, Latini, Biciuffi, domando io cosa c'è Signor Tenente, lui con tutte le più soavi<br />
parole mi risponde, senti Leoni quanto tempo è che non hai notizie da casa? E' pochi giorni, cosa ti <strong>di</strong>ce? A<br />
questa domanda pensai subito alla mia cara Nena ed immaginai che qual cosa doveva esserci <strong>di</strong> nuovo, ed allora<br />
risposi perché queste domande cosa c'è <strong>di</strong> nuovo forse ho avuto qualche <strong>di</strong>sgrazia? Mi risponde niente <strong>di</strong> tanto<br />
grave, non devi impressionarti per questo, senti Leoni ieri ci è giunto un fonogramma dove <strong>di</strong>ce che la tua<br />
moglie è grave, non te lo abbiamo comunicato subito perché nessuno <strong>di</strong> noi si sapeva come fare per darti questa<br />
notizia, me lo immaginavo risposi, ma perché devo essere così <strong>di</strong>sgraziato? Rimasi un po' freddo come se non<br />
avessi più parola, tutti cercarono <strong>di</strong> confortarmi, io veramente non mi sentivo troppo abbattuto, perché credevo<br />
ancora che fosse stata ancora ammalata, nella mia testa però si formava <strong>di</strong> continui nuovi brutti pensieri e <strong>di</strong>cevo<br />
fra me è possibile che io debba sopportare un si forte dolore? Ma poi pensavo e se fosse vero? Si riprese il<br />
<strong>di</strong>scorso e mi <strong>di</strong>ce che già aveva parlato con il signor Generale e che mi aveva concesso alcuni giorni <strong>di</strong> licenza,<br />
io gli risposi ma no signor Tenente non vado, cosa sarebbe al mio arrivo? E qui sento le lacrime incominciava a<br />
scorrere nel mio viso, e ognuno mi rispondeva ma sei matto <strong>di</strong> rifiutare questa licenza? Non sai che è tanto bello<br />
ritornare in Italia, lo so miei cari ma se voi sapeste come mi trovo, Forza forza Leoni con te poi c'è anche<br />
Biciuffi va in Congedo e così farete il viaggio insieme, perciò preparati la robettina che cre<strong>di</strong> necessaria per il<br />
viaggio e domani mattina alle ore 3 partirete per prendere la tradotta alla stazione <strong>di</strong> (Yassinovataia)<br />
incominciai un po' a pensare poi mi decisi <strong>di</strong> andare, perché immaginavo che la mia Nena mi avrebbe visto<br />
tanto volentieri e che forse il mio ritorno vicino a lei avrebbe riportato la sua guarigione, dopo aver fatti ancora<br />
tanti altri <strong>di</strong>scorsi ci salutammo molto calorosamente ce ne an<strong>di</strong>amo ognuno a dormire, ritornai alla mia<br />
macchina e mi preparai l'utile per il lungo viaggio ed ora anch'io vado un po' a riposare, ma <strong>di</strong>temi voi come si<br />
può dormire quando si ha per la testa queste brutte notizie?<br />
(continua...)<br />
18<br />
Guido Leoni
Apiro: festa dei “focarelli”.<br />
10 <strong>di</strong>cembre 2010<br />
Seguendo la tra<strong>di</strong>zione, che ha origini fin dal XV secolo, nella nostra regione, il 9 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong><br />
ogni anno, vigilia della festa della<br />
Madonna <strong>di</strong> Loreto, i fedeli accompagnano<br />
il viaggio della casetta<br />
<strong>di</strong> Nazareth, illuminando il<br />
percorso accendendo fuochi nelle<br />
campagne o in gran<strong>di</strong> spazi nei<br />
centri abitati. Attorno ai “focarelli”<br />
si radunano le famiglie per<br />
pregare. Una volta i piccini si <strong>di</strong>vertivano<br />
a stuzzicare il fuoco per<br />
far salire in alto le faville; gli uomini<br />
esplodevano in aria colpi <strong>di</strong><br />
fucile; i più temerari saltavano<br />
attraverso il fuoco per purificarsi;<br />
altri facevano i “chioppi”, utilizzando<br />
un barattolo con acqua e<br />
carburo, o con una mistura <strong>di</strong><br />
zolfo e potassio. Anche io ricordo,<br />
quando negli anni sessanta mi recavo nella farmacia, situata nella piazza principale <strong>di</strong> Apiro, per acquistare<br />
il “colorato” (clorato <strong>di</strong> potassio), che mischiavo allo zolfo che mio padre usava per le viti ed ottenevo<br />
la mici<strong>di</strong>ale miscela. I più ingegnosi avevano il “mortaletto”: un ton<strong>di</strong>no <strong>di</strong> ferro pieno, lungo<br />
circa 15 cm. e dal <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 3 cm., dove in cima veniva praticato un foro del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 1<br />
cm e la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 4 cm. Nel foro veniva messa la miscela <strong>di</strong> zolfo e clorato <strong>di</strong> potassio, poi vi<br />
si appoggiava una vite sporgente che veniva battuta violentemente al muro. Altri invece mettevano la<br />
miscela su una grossa pietra levigata, poi vi appoggiavano sopra un sasso. Quin<strong>di</strong> salivano con un tallone<br />
sopra il sasso e con l’altro piede davano un colpo secco. Quando la carica era troppo forte, il sasso<br />
si spaccava e a volte partiva anche il<br />
tacco della scarpa. Anche quest’anno,<br />
la tra<strong>di</strong>zione dei focherelli si è<br />
ripetuta, il 9 corrente, ad Apiro e<br />
<strong>di</strong>ntorni. I “chioppi” sono stati prodotti<br />
con i mezzi più moderni: trictrac<br />
e botti con la miccetta, prelu<strong>di</strong>o<br />
a quelli <strong>di</strong> fine anno. Contemporaneamente,<br />
alle ore 17,30, una processione<br />
è partita dalla chiesa della<br />
Madonna della figura, con la casetta<br />
e la statua della Madonna <strong>di</strong> Loreto,<br />
raggiungendo la chiesa parrocchiale<br />
della perinsigne collegiata <strong>di</strong> sant’Urbano,<br />
dove don Elvio Sforza ha<br />
celebrato la Sta Messa.<br />
Ermete Mariotti<br />
19
La tra<strong>di</strong>zione dei nostri avi insegna<br />
Salute e benessere<br />
Eccomi con questo<br />
numero <strong>di</strong> nuovo a voi;<br />
come al solito cercherò <strong>di</strong><br />
dare piccoli, semplici<br />
consigli per i più comuni<br />
problemi <strong>di</strong> salute.<br />
Chi non ha mai sofferto o soffre <strong>di</strong> “seborrea”?<br />
L’eccessiva produzione <strong>di</strong> grasso da parte del<br />
cuoio capelluto non è un problema dei capelli; questi<br />
sono l’espressione <strong>di</strong> uno squilibrio già presente nell’organismo.<br />
Risultati transitori si ottengono con l’uso <strong>di</strong> shampoo<br />
o lozioni, magari acquistati in farmacia.<br />
La pelle è uno degli organi <strong>di</strong> depurazione del corpo.<br />
Lo spazio dei Migrantes.<br />
Gli emigrati si incontrano, si riconoscono e si apprezzano; cronaca <strong>di</strong> una iniziativa memorabile<br />
avvenuta nel 2005, grazie al racconto che ci viene dalla Svizzera...<br />
20<br />
Il fegato è deputato come il rene alla eliminazione <strong>di</strong><br />
sostanze tossiche e potrebbe essere sovraffaticato da<br />
eccessi <strong>di</strong> proteine e grassi o da carenze vitaminiche<br />
(A,B6,H) e da bevande alcoliche.<br />
Quin<strong>di</strong> occorre rendere più sana l’alimentazione privilegiando<br />
frutta,verdure, riducendo i grassi, fritti,<br />
formaggi stagionati, insaccati”macinati”.<br />
Regolarizzare l’intestino, bevendo molta acqua e facendo<br />
moto.<br />
In pratica: frizionare il cuoio capelluto con succo<br />
centrifugato <strong>di</strong> cavolo, attendere 15 minuti e poi lavare<br />
i capelli con uno shampoo a PH neutro a base <strong>di</strong><br />
ortica.<br />
Gli alimenti consigliati: carciofo,cavolo, cipolla, mela,<br />
uva, lievito <strong>di</strong> birra.<br />
Dr. Andrea Borgoforte Gradassi<br />
Nel cimitero <strong>di</strong> un paesino del Canton Ticino in Svizzera, mio paese natale e dove sono cresciuta, è<br />
sepolto mio nonno Aurelio. Sorrido sempre nel pensarlo italiano in mezzo agli elvetici, anche qui, nel<br />
camposanto, come lo fu in vita. Già, perché il nonno, sino alla fine non volle acquisire l’ambitissimo<br />
passaporto rossocrociato, rinunciando così a molte agevolazioni <strong>di</strong> carattere economico e sociali.<br />
Con una caparbietà che faceva arrabbiare la nonna (svizzera-doc), amava ripetere con un cipiglio<br />
tragi-comico che lui era nato italiano e italiano sarebbe morto.<br />
Proveniva da un paesino dell’Emilia Romagna e a 4 anni si trasferì con mamma Adelina e papà<br />
Leopoldo nella città <strong>di</strong> Lugano. Storie <strong>di</strong> emigranti, come tante altre, che portano bagagli <strong>di</strong> immensi<br />
dolori, <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacchi e miserie.<br />
Infatti papà Leopoldo era un trovatello, uno <strong>di</strong> quei neonati abbandonati sulla ruota <strong>di</strong> un convento, e<br />
cresciuto all'orfanotrofio con il cognome <strong>di</strong> Casadei, cognome scomodo poiché rivelava al mondo da<br />
dove venivi. Cognome che appena possibile<br />
si fece cambiare all’anagrafe, commutandolo<br />
in Bica, (sembra che in <strong>di</strong>aletto romagnolo<br />
vuole <strong>di</strong>re covone). Così la famigliola partì<br />
per la Svizzera, un pò per sfuggire alla miseria,<br />
un po’ per sfuggire al passato. La mamma<br />
Adelina trovò lavoro come lavandaia nelle<br />
case dei facoltosi, lavoro che svolgeva<br />
con tale <strong>di</strong>ligenza che fu benvoluta e rispettata<br />
da tutti e da subito. Di poche parole e<br />
con il sorriso sempre sulle labbra, inginocchiata<br />
sulle rive del lago <strong>di</strong> Lugano e nelle<br />
lavanderie private delle case, con il suo duro<br />
lavoro, oggi impensabile, crebbe i suoi figli<br />
con tanto pane <strong>di</strong> sudore. Da anziana, le
sue<br />
.<br />
mani erano come ra<strong>di</strong>ci, consumate dall’artrite.. Il papà Leopoldo non si abituò mai alla Svizzera.<br />
Il suo carattere oramai era stato segnato e alternava momenti in famiglia con rientri in patria, dove<br />
comunque non riusciva a trovare una stabilità. Per un pò Adelina lo seguì, poi lei rimase stabilmente<br />
qui, poiché il lavoro a lei non mancava e i figli crescevano… Leopoldo morì a Cesena, durante<br />
un bombardamento, e così Adelina rimase sola a Lugano . Questo é il pezzo più triste della<br />
nostra storia familiare, storia che comunque voglio raccontare per omaggiare e non <strong>di</strong>menticare<br />
questa gente forte che non ebbe vita facile.<br />
I figli cresciuti in Svizzera, mio nonno<br />
Aurelio e fratelli, crebbero e si fecero le<br />
loro famiglie.<br />
Malgrado tutto la loro vita fu all’insegna<br />
della tranquillità e si amalgamarono al<br />
popolo svizzero gradatamente e con<br />
successo. Non <strong>di</strong>menticherò mai come<br />
era benvoluto nonno Aurelio . Svolse<br />
numerosi lavori, taxista, giar<strong>di</strong>niere, e<br />
camionista. Sempre all’opera e generoso<br />
fino all’inverosimile con tutti, tanto da<br />
con<strong>di</strong>videre con tutti gli amici l’unico<br />
pentolone <strong>di</strong> minestra per il pranzo <strong>di</strong><br />
Natale. Le mie figlie, adesso nell’ora<br />
dell’opulenza neanche credono a queste<br />
storie.<br />
Ma che rapporto abbiamo noi, oramai svizzeri con la vostra bella Italia ?<br />
Prima <strong>di</strong> tutto, personalmente, conservo nel mio cuore tutte queste vicende familiari le quali già da<br />
giovanissima mi hanno portato a visitare il paese natale dei miei avi ed essere riconoscente a loro<br />
per avermi trasmesso una parte <strong>di</strong> sangue italiano <strong>di</strong> cui vado fiera.<br />
Da <strong>di</strong>versi anni, però, certe amicizie ci hanno portato più a sud, cioè nelle Marche.<br />
Vorrei parlare della prima amicizia, quella con Don Elvio Sforza, <strong>di</strong> Apiro. Durante un viaggio in Romania,<br />
abbiamo avuto il privilegio <strong>di</strong> conoscere questo simpaticissimo sacerdote e la sua gradevole<br />
compagnia, ci ha spinto a visitarlo nella sua terra.<br />
Abbiamo potuto conoscere storia e<br />
<strong>cultura</strong> del territorio che per noi, ora, é<br />
<strong>di</strong>ventato meta <strong>di</strong> visite semestrali.<br />
Non <strong>di</strong>menticheremo mai come ci<br />
siamo <strong>di</strong>vertiti al penultimo forum migrantes<br />
tenutosi ad Apiro, con rievocazione<br />
storica sulla piazza del paese.<br />
Durante la stessa manifestazione abbiamo<br />
scarpinato anche noi, in allegra<br />
e grande compagnia, attraverso il territorio,<br />
visitando chiesette e cappelle<br />
<strong>di</strong>sperse nella campagna circostante,<br />
veri gioiellini <strong>di</strong> fede. E da ultimo, rinfresco<br />
sul sagrato della chiesa, sulla<br />
piazza centrale. Gran<strong>di</strong> risate e poi<br />
via, da Enzino a mangiare le sue magnifiche<br />
tagliatelle. Abbiamo pernottato al San Vicinio, che ci ha ricordato le nostre montagne, in un<br />
ambiente semplice e cor<strong>di</strong>ale.<br />
21
E ora vorrei parlare della seconda amicizia, che ci ha spinto per anni a frequentare le Marche.<br />
Abbiamo conosciuto Don Elia Bellebono in Svizzera, nella nostra parrocchia, ospite per pochi<br />
giorni. Don Elia risiedeva abitualmente a Fano, all’Eremo <strong>di</strong> Montegiove, dai camaldolesi. Sacerdote<br />
carismatico, meriterebbe un intero volume <strong>di</strong> presentazione, C’è già chi ha pensato <strong>di</strong> scrivere<br />
la sua autobiografia e sull’operato che è stato chiamato a compiere: la realizzazione <strong>di</strong> un Santuario<br />
de<strong>di</strong>cato al Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesù in Urbino che vorrei segnalare a tutti i marchigiani e non.<br />
Recentemente è stato posato il portale d’ingresso, magnifico nel suo genere, rappresentante il<br />
firmamento. Questo Santuario ha una storia speciale, affascinante, dove l’uomo incontra Dio e<br />
quin<strong>di</strong> luogo particolarmente privilegiato..È per noi un piacere scendere ogni anno per la festa del<br />
Sacro Cuore in giugno, ed è bello per noi constatare che ogni anno la schiera degli amici <strong>di</strong> Don<br />
Elia <strong>di</strong>venta più grande., anche se lui è morto nel l996 e non tutti hanno potuto ascoltare le parole<br />
profonde che ti arrivavano <strong>di</strong>ritte al cuore.<br />
Con questa nostra testimonianza, della sottoscritta, <strong>di</strong> mio marito Marzio e delle mie cinque figlie,<br />
termino questo scritto che de<strong>di</strong>chiamo a tutti i lettori.<br />
Mirella Grisoni<br />
Natale in poesia<br />
Per il Natale vi proponiamo una bellissima composizione in Vernacolo settempedano <strong>di</strong><br />
DO.MA.NI, al secolo Don Massimo NARDI.<br />
Ringraziamo Don Quinto Domizi che ci ha inviato lo scritto.<br />
La stella che guidava li Re Masci<br />
era sparita tutta de' 'na bbòtta.<br />
-Mó che se fa -<strong>di</strong>ce unu- quasci quasci<br />
me so' stufatu de stu trotta trotta!<br />
-Non fai che domannà quanno se ria!<br />
Ammàppete che lagna, mamma mia!<br />
Risponne l'andri, menzi sizzatelli<br />
-No' vi<strong>di</strong> ch’ è riata 'na città?<br />
Ammó calìmo tutti dai camelli<br />
e po' a quargunu se domannerà<br />
se do' se pò troà stu re ch'è natu;<br />
basta che tu sparagni un po' de fiatu!<br />
E fatti cento passi verso destra<br />
se tròano davanti 'n granne spiazzu;<br />
la luce che vinìa da 'na finestra<br />
‘llumenava de fronte 'n gran palazzu.<br />
Co' la speranza de 'na spiegazió<br />
proàrno 'n po' a bussà lì lu portó.<br />
Quillu vicchjìttu che je venne a uprì<br />
vorze sapé chi era e chi non era,<br />
da do' vinìa, a che fà, perché, co' chi<br />
e po' li fece 'ntrà co' gni maniera<br />
<strong>di</strong>cenno: -Questa è casa de Re Rode.<br />
Li camelli sgrullavano le códe.<br />
S'era missu a fa cena probbio allora!<br />
Quanno vedde illi tre arzò la testa<br />
e désse: -Ma ve pare questa l'ora<br />
de gì a <strong>di</strong>sturbà 'n re? Ve pare questa?<br />
E <strong>di</strong>ttu questo seguitò a magnà.<br />
Un ré magnava e tre statìa a guardà.<br />
-Scusa, Maestà, ma nuàndri se sapamo<br />
che c'eri tu, 'n c'arémo mai bussàtu.<br />
A falla córta nuandri voleàmo<br />
sapé se do' se tròa stu re ch'è natu.<br />
-È natu 'n re?<br />
-Eh scì!<br />
-Ma no!<br />
-Ma sci!<br />
-Su raccontàte che ve sto a sintì!<br />
-Arcune notte fa, ce fu 'nnunziàtu<br />
da l'àngiuli de Dio,<br />
che da ‘ste parte era natu 'n gran re;<br />
n'imo spettatu mancu 'n minutu<br />
e sùbbitu se parte<br />
pe vinìllu a vedé, e notte e dì<br />
‘na stella cià guidàtu finu qui;<br />
ma 'mmó è sparita e nu 'n sapìmo a<br />
strada;<br />
vi<strong>di</strong> de dàcce quarghe spiegazzió.<br />
-Beh, cercherò de fa come ve ’ggràda<br />
basta che me spettéte qui 'n moccó.<br />
E <strong>di</strong>ttu questo lassò gì a magnà<br />
e gette me 'na sala, lì de là.<br />
E lì, chiamati tutti li dottori,<br />
vòrze sapé chi era 'llu sovranu<br />
de lu quale parlava 'lli signori<br />
che ce s'era partiti de lontanu.<br />
Sapùtulu lo gétte a rifirì<br />
ai Masci ch'era stufi de sta lì.<br />
-A dì la veretà io no 'o sapìa<br />
perché no scàppo da Gerusalemme;<br />
ma, come <strong>di</strong>ce, è natu o duvirìa<br />
esse natu gioppe Bettelemme.<br />
22<br />
Stroàtilu e rpassate qui da me<br />
Perché anch’io lu voglio gì a vedé.<br />
Ma quello che <strong>di</strong>cìa mica era vero!<br />
Perché Rode era probbio ‘n <strong>di</strong>sgraziatu!<br />
Issu proava a fàllu prigionieru<br />
E cuscì dopo l’avirìa ‘mmazzatu.<br />
Brutt’assassinu! –Ah donche è<br />
natu ‘n re!-<br />
Gìa rognechènno Rode tra de sé.<br />
Li Masci appena 'rmìssisi 'n viaggiu<br />
vede la stella ch'ancò li 'ccompagna<br />
e dopo du ore vede 'n granne raggiu<br />
de luce probbio 'n mezzu a la campagna!<br />
Se cridìa de troà lu Vambinellu<br />
in un palazzu granne murdu vellu.<br />
Je pare che 'n je <strong>di</strong>ce vero l'ócchi<br />
a vedé l'animali, la cappanna,<br />
'na donna che se tene sui ginocchi<br />
‘n munillìttu e je fa ninna-nanna.<br />
Un re cuscì purittu 'n putìa nasce:<br />
armeno ce duvìa avé du fasce!<br />
Ma la stella s’è fermata probbio lì!<br />
Po' li pastori, l'angiuli che canta,<br />
fa capì ai Masci che quìllu frichì<br />
è il Redentore co' la Madre santa.<br />
Pjini de gioia j'offreno li doni<br />
e je promette d'esse sempre vóni.<br />
Lu vàsciano e pó' rpartono conténti<br />
pe lu paese de do èra vinuti<br />
pe’ gìllo a raccontà a tutti i parénti.<br />
Rode spettava che fosse rvinuti.<br />
Aìa tempo a spettà 'lla gatta morta,Li<br />
Masci era passati pe 'na scórta!<br />
DO.MA.NI
... I vistu e noità?<br />
All’Apiro se ‘rcoglie<br />
deferenziatu, ‘n<br />
giornu sci e cingue<br />
no!!<br />
... per pensare!<br />
“Staccia Stacciola” AA.VV pag 175<br />
CAMPAGNA ABBONAMENTI 2010 (INFO A PAG. 2)<br />
23<br />
Gran parlà e gran<br />
fa<strong>di</strong>ga pe a mmonnezza!<br />
Se <strong>di</strong>ce che pero’<br />
a remmucchia!<br />
... ABBÒNATI A<br />
“VOCI DAL SAN VICINO”...<br />
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