You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Il</strong> <strong>giorno</strong> <strong>della</strong> <strong>civetta</strong><br />
Leonardo Sciascia, 1961<br />
Laura Incalcaterra McLoughlin - ATI 5 febbraio 2011
Scaletta:<br />
Criminalità organizzata: la mafia in Sicilia all’epoca del Giorno <strong>della</strong><br />
Civetta.<br />
Letteratura e impegno.<br />
Accessibilità <strong>della</strong> letteratura: il giallo.<br />
Peculiarità del giallo di Sciascia.<br />
<strong>Il</strong> <strong>giorno</strong> <strong>della</strong> <strong>civetta</strong>.<br />
Personaggi – ambientazione – ecc.
La mafia<br />
<strong>Il</strong> <strong>giorno</strong> <strong>della</strong> <strong>civetta</strong> esce nel 1961, quando la mafia veniva<br />
difficilmente combattuta.<br />
Alcuni negavano l’esistenza di una mafia come vera e propria<br />
organizzazione criminale, sostenendo che si trattasse di<br />
massoneria o addirittura di microcriminalità.<br />
Le origini <strong>della</strong> mafia risalgono più o meno al 1820, ma essa<br />
diventa parassitaria e criminale a partire dal 1860.<br />
Passa dalle campagne alle città.<br />
Successivamente arriva ai mercati ortofrutticoli, all’edilizia,<br />
all’industria, espandendosi anche all’estero.
La mafia degli anni Cinquanta<br />
Un potente capo-mafia: Don Vito Cascio-Ferro (1862-1943)<br />
Don Vito Cascio-Ferro emigrò da giovane negli Stati Uniti dove entrò a far parte<br />
<strong>della</strong> mafia.<br />
“Si dice avesse l’incarico di seguire a Palermo il celebre poliziotto italo-americano<br />
Petrosino e di ucciderlo, cosa che avrebbe fatto personalmente, ammazzandolo a<br />
piazza Marina. Questo fatto, non legalmente provato, diede prestigio a Don Vito<br />
e gli permise di assumere la direzione <strong>della</strong> mafia per tutto il territorio di<br />
Palermo... I grossi affari di terre e di case, a Palermo, passavano per le sue mani,<br />
ma era moderato nel chiedere la percentuale e non provocava ritorsioni ...<br />
Io facevo l’avvocato ed egli mise il veto affinché non ricevessi incarichi di difesa<br />
in corte d’assise. Ciò veniva a limitare il mio lavoro...<br />
Debbo però confessare che per il resto Don Vito fu sempre corretto. Sono certo<br />
che si mantenne estraneo alle rapine subite da mio padre....”<br />
(Dott. Michele Margiotta, magistrato negli anni Trenta e Quaranta)
Sciascia, Corriere <strong>della</strong> Sera,<br />
25.8.1982<br />
Questo era un capomafia fino ai nostri anni Cinquanta, e<br />
questi erano gli interessi <strong>della</strong> mafia. Scrivendone nel 1957<br />
mi pareva che una mafia siffatta... fosse in via di estinzione.<br />
Ma concludevo “se dal latifondo riuscirà a migrare e<br />
consolidarsi nelle città... Se riuscirà a infiltrarsi nel processo<br />
d’industrializzazione... ci sarà ancora da parlare, e per molti<br />
anni, di questo enorme problema”.<br />
[...] Lentamente stiamo arretrando a rimpiangere tutto, o<br />
quasi tutto del passato. Saremo costretti a rimpiangere anche<br />
la mafia di don Vito Cascio-Ferro?
L‟ „etica‟ <strong>della</strong> vecchia mafia:<br />
don Mariano Arena
Crisi degli anni Settanta e<br />
trasformazione <strong>della</strong> mafia<br />
Boom<br />
economico<br />
Sviluppo<br />
dell’industria<br />
nel Nord<br />
1973: crisi<br />
energetica<br />
mondiale<br />
trasformazioni<br />
sociali<br />
maggiore<br />
dipendenza dal<br />
petrolio<br />
recessione in Italia<br />
rivendicazioni<br />
salariali, sociali,<br />
studentesche<br />
1955: 33,6%<br />
1973: 75% del<br />
fabbisogno<br />
energetico italiano<br />
operai disoccupati<br />
tornano al Sud
Dalla crisi degli anni Settanta:<br />
Disoccupati<br />
in Sicilia<br />
Decadere<br />
dell’industria<br />
al Nord<br />
Sviluppo del<br />
mercato<br />
<strong>della</strong> droga<br />
manovalanza per<br />
la mafia<br />
spazio per<br />
allargare<br />
interessi mafiosi<br />
nuove<br />
opportunità per<br />
la mafia<br />
La mafia si è trasformata in una<br />
“multinazionale del crimine” (Sciascia, 1983).
Giorno <strong>della</strong><br />
Civetta<br />
La mafia si<br />
contrappone allo<br />
Stato.<br />
Sciascia crede nella<br />
ragione che porta<br />
libertà<br />
e giustizia.<br />
Venti anni<br />
dopo<br />
Mafia e Stato si<br />
identificano.<br />
Sciascia non crede<br />
più nella ragione.
Letteratura e denuncia<br />
Stile semplice, accessibile a<br />
tutti<br />
Scelta del giallo<br />
Giallo atipico<br />
Letteratura come<br />
comunicazione<br />
Genere “di evasione” che<br />
costringe a leggere<br />
La risoluzione arriva nelle<br />
prime pagine
Gialli Mondadori,<br />
n.1, 1929.
<strong>Il</strong> giallo italiano<br />
Anni 30: principalmente autori stranieri.<br />
Fascismo impone 20% di autori italiani per ogni collana.<br />
Ma: i personaggi “cattivi” devono essere stranieri.<br />
Storie tipicamente poco o affatto cruente.<br />
Dopoguerra: tornano gli autori stranieri.<br />
<strong>Il</strong> giallo italiano torna con successo tra gli anni Sessanta e<br />
Settanta.
Elementi tipici del giallo<br />
DETECTIVE FILOSOFO, PENSATORE CAPITANO BELLODI<br />
PRESENZA DI UN AIUTANTE IL MARESCIALLO / IL CONFIDENTE<br />
MISTERO DA RISOLVERE OMICIDIO DEL COLASBERNA
Altri elementi del giallo<br />
Omicidi:<br />
Salvatore Colasberna, Paolo Nicolosi, Calogero Dibella.<br />
Indagine:<br />
Capitano Bellodi, Carabinieri.<br />
Coinvolgimento di un personaggio di spicco:<br />
Don Mariano Arena.<br />
Rituale degli interrogatori:<br />
prove, testimonianze, confessioni.
Struttura tipica<br />
Sconvolgmento<br />
dell’equilibrio<br />
Indagine<br />
Smascheramento e<br />
ritorno<br />
dell’equilibrio
Elementi atipici del Giorno <strong>della</strong> Civetta<br />
Soluzione:<br />
arriva dopo poche pagine.<br />
Apparato statale:<br />
invece di aiutare, ostacola il Capitano Bellodi.<br />
Funzione consolatoria:<br />
non esiste: la punizione del colpevole non si verifica.<br />
Risultato:<br />
non consolazione/rassicurazione ma angoscia, dubbio.
Riassunto<br />
Viene assassinato Colasberna, presidente di una piccola cooperativa edile.<br />
L'indagine viene affidata al capitano dei Carabinieri Bellodi, emiliano ed ex<br />
partigiano.<br />
Poco dopo viene ucciso anche un contadino, Nicolosi, che ha visto fuggire uno<br />
degli assassini.<br />
Anche Parrinieddu, un informatore dei carabinieri, viene ucciso.<br />
Grazie alle poche informazioni date dalla vedova di Nicolosi, Bellodi capisce che<br />
l’assassino è Diego Marchica, un pregiudicato.<br />
Tramite un biglietto lasciato da Parrinieddu, Bellodi viene a conoscenza dei nomi<br />
dei due mandanti dell’omicidio: don Mariano Arena e il “Pizzuco”, i due capi<br />
mafiosi dai quali Colasberna non aveva voluto protezione.<br />
Grazie ai lunghi interrogatori ai quali Marchica e i due capi mafiosi sono sottoposti<br />
comincino a trapelare informazioni importanti; è evidente che Bellodi, da solo,<br />
non può più permettersi di fronteggiare una così grande organizzazione.<br />
<strong>Il</strong> capitano è mandato in licenza per malattia e ritorna al Nord. Viene poi a sapere<br />
che tutto il suo lungo e faticoso lavoro non è servito a nulla, poiché tutte le colpe<br />
sono date alla vedova Nicolosi che si ritrova accusata d’omicidio, assieme con il<br />
suo amante.
Schema del racconto<br />
Colasberna, presidente di una piccola cooperativa edile viene<br />
assassinato e il capitano Bellodi si occupa del caso.<br />
L’omertà dei cittadini complica l’indagine, che inizia con<br />
difficoltà.<br />
Bellodi, grazie all’aiuto di pochi testimoni, che verranno tutti<br />
uccisi, giunge ai responsabili.<br />
Sembra essersi creato un nuovo equilibrio, ma Bellodi viene<br />
mandato in licenza.<br />
Avviene la rottura del nuovo equilibrio perché tutto il lavoro<br />
del capitano viene distrutto.
Struttura atipica<br />
Sconvolgimento<br />
dell’equilibrio<br />
Indagine e<br />
smascheramento<br />
del colpevole<br />
Mancato ritorno<br />
dell’equilibrio<br />
Si sentirono due colpi<br />
squarciati. L’uomo vestito di<br />
scuro [...] restò per un attimo<br />
sospeso [...] gli cadde la<br />
cartella di mano e sulla cartella<br />
lentamente si afflosciò.<br />
Innesto di una<br />
narrativa<br />
parallela<br />
Tutta la sua accurata<br />
ricostruzione era stata sfasciata<br />
come un castello di carte dal<br />
soffio di inoppugnabili alibi
Leonardo Sciascia<br />
Leonardo Sciascia nasce in Sicilia l’8 gennaio 1921,<br />
primo di tre fratelli. La madre viene da una<br />
famiglia di artigiani, il padre è impiegato in una<br />
delle miniere di zolfo <strong>della</strong> zona.<br />
<strong>Il</strong> <strong>giorno</strong> <strong>della</strong> <strong>civetta</strong> è del 1961. È il romanzo sulla<br />
mafia che darà a Sciascia buona parte <strong>della</strong> sua<br />
celebrità: l’impegno civile e la denuncia sociale dei<br />
mali <strong>della</strong> Sicilia saranno le sue caratteristiche di<br />
scrittore e di intellettuale.<br />
Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989.
Le parole dell‟autore:
<strong>Il</strong> prefetto Mori<br />
<strong>Il</strong> capitano sentì l’angustia in cui la legge lo costringeva a muoversi;<br />
come i suoi sottoufficiali vagheggiò un eccezionale potere [...] Una<br />
eccezionale sospensione delle garanzie costituzionali, in Sicilia e per<br />
qualche mese: e il male sarebbe stato estirpato per sempre. Ma gli<br />
vennero in mente le repressioni di Mori, il fascismo: e ritrovò la<br />
misura delle proprie idee, dei propri sentimenti.
Cesare Mori (1871-1942)<br />
Durissima repressione <strong>della</strong> mafia negli anni venti, con<br />
metodi extralegali: rastrellamenti, torture, ricatti, uso di<br />
bambini e donne come ostaggi.<br />
Noncuranza dell’alto stato sociale e delle connessioni<br />
politiche dei mafiosi.<br />
Condanne severissime.<br />
Ripristino dell’autorità dello Stato.<br />
Emigrazione di molti mafiosi negli Stati Uniti.<br />
Omicidi ~ -40% in un anno.
Personaggi: il Capitano Bellodi<br />
<strong>Il</strong> Capitano Bellodi è il protagonista <strong>della</strong> vicenda, presentato<br />
poche pagine dopo l’inizio <strong>della</strong> vicenda con un’unica<br />
brevissima descrizione del suo aspetto fisico.<br />
<strong>Il</strong> capitano era giovane, alto e di colorito chiaro; dalle prime parole che<br />
disse i soci <strong>della</strong> Santa Fara pensarono “continentale” con sollievo e<br />
disprezzo insieme. I continentali sono gentili ma non capiscono<br />
niente.<br />
L’aspetto interiore si scopre man mano interpretando i<br />
monologhi, i pensieri e i dialoghi: determinato, intuitivo, e ha<br />
il coraggio di affrontare un’inchiesta contro la mafia.
Le riflessioni di Bellodi<br />
La Sicilia è uno stato nello stato, con il proprio regime e le<br />
convinzioni dei siciliani.<br />
Per i siciliani il vero stato è la famiglia; lo stato in sé è creato<br />
unicamente dalla forza.<br />
La famiglia è l’unico istituto veramente vivo nella coscienza del<br />
siciliano: ma [..] più come drammatico nodo contrattuale, giuridico<br />
[...] La famiglia è lo stato del siciliano. [...] Quello che per noi è lo<br />
Stato, è fuori: entità [..] realizzata dalla forza; e impone le tasse, il<br />
servizio militare, la guerra, il carabiniere.
Don Mariano Arena<br />
Anziano capo-mafia che svolge la funzione di antagonista.<br />
A prima vista un galantuomo, una persona rispettabile;<br />
In realtà è il mandante dell’omicidio del Colasberna.<br />
Gode dell’appoggio <strong>della</strong> maggior parte <strong>della</strong> popolazione<br />
locale.<br />
La sua vera arma è l’omertà.
I mafiosi<br />
Diego Marchica è un mafioso. Viene riconosciuto come<br />
l’esecutore materiale del delitto del Colasberna. È<br />
soprannominato Zecchinetta ed è stato diverse volte in<br />
carcere.<br />
<strong>Il</strong> Pizzuco è un capomafia. Anche lui è un mandante<br />
dell’omicidio di Colasberna, ma non lo vuole ammettere
L‟organizzazione piramidale<br />
OMERTÀ<br />
POLITICA<br />
Don Mariano Arena<br />
(quadri superiori)<br />
<strong>Il</strong> Pizzuco<br />
(uomini fidati)<br />
Diego Marchica<br />
(la manovalanza)
Calogero Dibella<br />
Calogero Dibella, soprannominato Parinieddu. Pur avendo<br />
paura <strong>della</strong> punizione <strong>della</strong> mafia gli potrebbe infliggere, è un<br />
confidente dei Carabinieri. Viene ucciso una sera, vicino a<br />
casa sua, probabilmente dal Pizzuco. Prima di morire, però<br />
aveva scritto i nomi dei due capimafia su un foglietto e li<br />
aveva spediti a Bellodi, permettendogli di giungere ai<br />
responsabili del delitto.
<strong>Il</strong> panellaro e altri personaggi minori<br />
<strong>Il</strong> panellaro è il tipico cittadino che ha paura <strong>della</strong> mafia. Si<br />
comporta in modo vigliacco ed è diventato uno schiavo <strong>della</strong><br />
mafia.<br />
Come l’autista, il bigliettaio e i passeggeri dell’autobus segue<br />
il codice dell’omertà, che protegge la criminalità e ostacola le<br />
indagini
Siciliani e continentali<br />
Questo qui ha fatto il<br />
partigiano. Mi mancava a<br />
provare proprio uno che ha<br />
fatto il partigiano.<br />
I continentali sono gentili ma<br />
non capiscono niente.<br />
Quest’uomo biondo e<br />
ben rasato [...] che<br />
parlava mangiandosi<br />
le esse.<br />
[i siciliani] hanno la loro<br />
autonomia, il loro governo... <strong>Il</strong><br />
governo <strong>della</strong> lupara.<br />
Sono molto gelosi gli uomini?<br />
[...] i coltelli che secondo loro la<br />
gelosia faceva lampeggiare.<br />
E la mafia: cos’è questa mafia di<br />
cui parlano sempre i giornali?
Ambientazione<br />
Poveri villaggi di artigiani, di contadini e di operai,<br />
“governati” dalla mafia.<br />
La storia si volge in diversi paesini del Palermitano, dei quali<br />
non viene dato il nome, solo l’iniziale (C.,S., ecc).<br />
Brevissimi episodi si svolgono all’interno di una ricca casa di<br />
“eccellenza” e anche all’interno del Parlamento.<br />
Le ultime pagine del libro, invece, hanno come ambiente le<br />
strade di Parma.
Lontano dall‟iconografia classica...<br />
Niente mare, caldo, estate: siamo in inverno, a gennaio.<br />
La piazza era silenziosa, nel grigio dell’alba.<br />
La serata era gelida, nell’ufficio del capitano una stufetta elettrica dava<br />
una così tenue ala di calore da far sentire più gelido lo spazio <strong>della</strong><br />
grande stanza.<br />
La giornata era fredda ma luminosa, il paesaggio nitido:gli alberi, i<br />
campi, le rocce davano l’impressione di una gelida fragilità...<br />
Niente delitti passionali.<br />
Niente drammi <strong>della</strong> gelosia.<br />
Niente coltelli insanguinati.
...eppure bella.<br />
Bellodi ama tutto dell’isola: l’ambiente, soprattutto le zone<br />
più aspre e nude, le persone, la letteratura.<br />
Misteriosa, implacabile, vendicativa, e bellissima.<br />
“Incredibile” e misteriosa: Chiarchiaro – una zona pietrosa [...]un<br />
insieme di grotte, di buchi, di anfratti.<br />
Sicilia → terra <strong>della</strong> realtà capovolta. Delle civette che<br />
escono di <strong>giorno</strong><br />
Luce <strong>della</strong> ragione (il <strong>giorno</strong>) – ombra del delitto/<strong>della</strong><br />
morte (la <strong>civetta</strong>)<br />
La Sicilia lascia però in Bellodi un ricordo positivo<br />
nonostante tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare.
Narrazione<br />
Narratore esterno,onniscente (terza persona).<br />
Narratore commenta:<br />
Erano in gamba i marescialli che avevano preparato il falso verbale:<br />
conoscevano la psicologia di un uomo come il Pizzuco con precisione<br />
scientifica.<br />
Tempo: mancano indicazioni precise ma si desume che la<br />
storia sia contemporanea alla stesura del libro.<br />
Temi: Sicilia, mafia, Stato.
Stile<br />
La lingua di Sciascia è molto semplice.È molto forte<br />
l’influsso del dialetto siciliano, adoperato durante i dialoghi.<br />
Io non guardo mai la gente che c’è: mi infilo al mio posto e via… Solo<br />
la strada guardo.<br />
Si nota il contrasto tra la parlata dei diversi personaggi: si va<br />
dal rozzo e quasi incomprensibile linguaggio dei contadini al<br />
linguaggio più raffinato di Bellodi o di Don Mariano Arena.
Riferimenti<br />
Leonardo Sciascia, <strong>Il</strong> <strong>giorno</strong> <strong>della</strong> <strong>civetta</strong>, ed. Gerard Slowey,<br />
Manchester University Press, 1998. ISBN: 0-7190-4550-9.<br />
Nicola Fano, Come leggere <strong>Il</strong> <strong>giorno</strong> <strong>della</strong> <strong>civetta</strong>, Milano:<br />
Mursia, 1993. ISBN: 88-425-1380-6<br />
Antonietta Italia, <strong>Il</strong> <strong>giorno</strong> <strong>della</strong> <strong>civetta</strong>, Milano: Mursia, 1994.<br />
ISBN: 88-425-1607-4<br />
http://www.amicisciascia.it/
Grazie dell’ascolto<br />
laura.mcloughlin@nuigalway.ie