PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
PIANO GESTIONE FORESTALE 2 - Amici Parco del Ticino
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
13 QUADRO ECONOMICO DEGLI INTERVENTI<br />
Il soggetto <strong>del</strong>egato per legge all’attuazione <strong>del</strong> Piano forestale è l’Ente gestore <strong>del</strong>le aree<br />
protette, che dispone di personale tecnico abilitato e comunque qualificato per la direzione degli<br />
interventi selvicolturali. Il ruolo auspicato deve essere quindi non solo di ente controllore, ma<br />
anche e soprattutto di ente propositivo nella gestione associata e finalizzata al miglioramento<br />
<strong>del</strong>l’ambiente forestale, facendosi carico <strong>del</strong>la progettazione selvicolturale e <strong>del</strong>l’impianto di<br />
nuovi boschi ed aree naturali.<br />
Per l’attuazione degli interventi previsti da parte dei proprietari, comuni e privati, sono tenuti<br />
annualmente a presentare istanza di intervento entro la data indicata in normativa (0) all’Ente<br />
Gestore; questo, verificate le aree con maggiori priorità d’intervento secondo la cronologia<br />
prevista nonché la compatibilità <strong>del</strong>le richieste con il dettato <strong>del</strong> Piano nell’ambito <strong>del</strong>le diverse<br />
proprietà, stabilisce estensione, tipologia d’intervento, di esbosco ed altre eventuali prescrizioni<br />
particolari, <strong>del</strong>imita i lotti ed assegna gli alberi da prelevare, ovvero da rilasciare a seconda dei<br />
casi, soprassiede ai lavori ed annota gli interventi eseguiti sul registro allegato alla descrizione<br />
particellare.<br />
In assenza di istanze di interventi da parte dei proprietari, ovvero nelle zone necessitanti<br />
migliorie onerose l’Ente Gestore <strong>del</strong>le aree protette attua il dettato di Piano di propria iniziativa,<br />
operando in economia con proprio personale esecutivo nel limite <strong>del</strong>le disponibilità e, se ritenuto<br />
necessario e ve ne siano le risorse, anche mediante ricorso a ditte esterne qualificate.<br />
L’eventuale materiale di risulta resterà a disposizione dei proprietari, senza obbligo di esbosco<br />
da parte <strong>del</strong>l’Ente; i questi dovranno provvedere allo sgombero entro il successivo mese di<br />
ottobre. In difetto provvederà l’Ente stesso per inderogabili motivi di interesse pubblico, legati<br />
alla protezione dagli incendi, fitosanitari e idraulici, senza che i proprietari possano più<br />
rivendicare alcunché.<br />
Date l’assistenza tecnica gratuita <strong>del</strong>l’Ente gestore, nonché la buona accessibilità e percorribilità<br />
<strong>del</strong> territorio si ritiene che gli interventi di conversione e/o diradamento siano in genere per lo<br />
meno compensati economicamente con il valore <strong>del</strong> materiale prelevato, tanto più che la maggior<br />
parte degli utilizzatori dei boschi comunali operano per conto proprio, prevalentemente come<br />
attività collaterale alla conduzione agricola, quindi con costi-opportunità decisamente inferiori a<br />
quelli di mercato, che consentono un certo ricavo anche agli Enti locali proprietari.<br />
A prezzi di mercato, anche sulla scorta degli esiti di affidamenti a ditte specializzate in ambienti<br />
analoghi, si ritiene che gli interventi di conversione e diradamento previsti abbiano un costo<br />
diretto aggirantesi intorno ai 2000-3000 euro per ettaro inclusi l’accatastamento a bordo pista<br />
degli assortimenti da ardere e la sistemazione <strong>del</strong>le ramaglie a terra senza uso di cippatrice.<br />
Nel caso d’intervento in soprassuoli collassati, con parziale rigenerazione anticipata, all’importo<br />
sopra menzionato va aggiunto il costo <strong>del</strong> successivo rinfoltimento; tale intervento, consistente<br />
nella fornitura e messa a dimora di piantine di latifoglie autoctone di 1-2 anni con scavo di buche<br />
individuali previo scoticamento, con pacciamatura e manicotto di protezione, , con densità di<br />
100-300 soggetti per ettaro, corrispondenti ad ulteriori 2000-4000 euro per unità di superficie.<br />
La ricostituzione <strong>del</strong> bosco planiziale su terreni non forestali, a seconda di densità d’impianto,<br />
tipi di protezioni e pacciamature, ammonta a euro 5000-7000 per ettaro, incluso l’acquisto <strong>del</strong>le<br />
piantine; queste, se disponibili nelle necessarie quantità e qualità, potrebbero essere fornite<br />
gratuitamente dai vivai forestali Regionali; le cure colturali successive, con piante protette e<br />
pacciamate, da eseguirsi per almeno 4-5 anni, assommano presuntivamente in media a 1500-<br />
2000 euro ad ettaro per anno.<br />
228